lunedì

Consulenti - Lettera aperta al Governo.

Al Presidente del Consiglio Professor Senatore Mario Monti
Al Ministro del Lavoro e Politiche Sociali Professoressa Elsa Fornero
Al Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti Dottor Corrado Passera

Ill.mo Presidente,
Ill.mi Ministri,
ci rivolgiamo a Voi in forma di lettera aperta nella convinzione che la Vostra azione di governo affronterà nodi strutturali e rigidità corporative che rischiano di far inesorabilmente regredire il nostro Paese e che ogni giorno condizionano, sempre più pesantemente, la nostra attività professionale e la nostra vita di cittadini.
La nostra associazione rivendica cittadinanza ai diritti dei lavoratori professionali di nuova generazione. Interpreta il loro spirito di libertà e indipendenza. Promuove la loro visibilità sociale e le iniziative che ne difendono i diritti. Vive della partecipazione e del contributo di tutti loro.
Il nostro lavoro consiste nella prestazione di servizi immateriali, cognitivi, alle imprese, alle istituzioni, alle comunità. Una politica di sviluppo fondata sull’innovazione, sulla libera circolazione dei saperi, sulla tutela dei beni comuni, sulla difesa del territorio dal dissesto idrogeologico, sulla responsabilità sociale dell’impresa, sul valore del lavoro professionale che si apre all’Europa e al mondo, in grado di contrastare l’impoverimento delle intelligenze e delle risorse umane, è quella a noi più congeniale e, crediamo, più in grado di produrre occupazione di qualità e progresso.
1. Oltre la rappresentanza degli interessi, per la cittadinanza dei diritti.
Siamo un ceto sociale escluso dalle tradizionali forme di rappresentanza: ordini professionali, sindacati, associazioni imprenditoriali. Siamo il prodotto più visibile del cambiamento sociale: ne siamo l’avanguardia. Oggi, e domani ancor di più, il percorso lavorativo di ciascuno attraverserà varie tipologie di rapporto lavorativo. Non pensiamo ad un improponibile ritorno al passato, ma vogliamo un futuro di pari opportunità per tutte le forme di lavoro. Per questo rivendichiamo un moderno Stato sociale, eguale per tutti i cittadini e frutto di un’equilibrata imposizione fiscale.
Nello specifico proponiamo:
1.Una consultazione delle parti sociali che tenga presente l’attuale articolazione sociale e riconosca nuovi interlocutori rappresentativi delle nuove modalità lavorative.
2.Riforme strutturali nella direzione di un equo riconoscimento del lavoro autonomo professionale.
3.Iniziative legislative bi-partisan volte a ridisegnare lo Stato sociale, con particolare riferimento al sistema delle pensioni e degli ammortizzatori sociali, in modo che sia socialmente equo nei confronti delle nuove generazioni e più in generale delle nuove tipologie di lavoratori.2. Contro le politiche di cassa, per una nuova Gestione Separata INPS.
Riteniamo insostenibile per la nostra attività lavorativa ed eticamente inaccettabile un sistema previdenziale in cui un professionista con cassa paga il 12-14%, un commerciante o un artigiano il 20-21%, un lavoratore dipendente il 25-26% del costo globale (dato che il 33% di cui si parla è in parte riferito alla sola retribuzione lorda), un professionista senza cassa con partita IVA il 26,72%, ora innalzato a 27,72%.
La Gestione Separata INPS non è mai stata interpretata, da entrambi gli schieramenti politici, come una cassa separata, ma come un serbatoio per fare cassa: dal 10% del 1996 si è arrivati all’attuale 27,72%, producendo attivo per finanziare le passività generate da altre gestioni o gli oneri per ammortizzatori sociali dai quali siamo esclusi.
Noi chiediamo la fine di questa logica e una nuova gestione che garantisca un equo trattamento pensionistico e garanzie di tutela sociale.
Nell’immediato proponiamo:
1) La revisione immediata della norma contenuta nella Legge di Stabilità che innalza al 27,72% il contributo INPS per tutti i lavoratori iscritti alla Gestione Separata.
2) Una omogeneizzazione della nostra situazione contributiva con quella degli altri autonomi (commercianti, artigiani, professionisti con cassa), perché:
■rivendichiamo il nostro status di lavoratori autonomi, superando l’ambigua definizione di parasubordinati, che ci vorrebbe lavoratori dipendenti atipici,
■il peso della contribuzione grava interamente su di noi e non sui nostri committenti,
■siamo sul mercato insieme agli altri autonomi, che, sostenendo costi contributivi più bassi, risultano più competitivi di noi.
3) L’innalzamento della rivalsa contributiva, da rendere obbligatoria, al 10% (ora ferma al 4% come quando l’aliquota INPS era al 10%), la sua esenzione dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto, come avviene per altri professionisti.
In prospettiva siamo favorevoli ad un sistema pensionistico uguale per tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi, ma chiediamo che in questo percorso la nostra situazione si evolva in parallelo con gli altri autonomi.
3. Una giusta pensione, per un equo patto generazionale.
Sul fronte pensionistico la nostra situazione è particolarmente critica.
Siamo espressione del nuovo mercato del lavoro, in un sistema di welfare ancorato al passato: non siamo tutelati, non solo in termini di mancato guadagno, ma anche di versamenti pensionistici, nelle situazioni di non lavoro per malattia, disoccupazione e lavori di cura.
Per primi sperimenteremo, e in qualche caso stiamo già sperimentando, gli effetti del sistema contributivo, senza che siano stati previsti interventi di transizione.
Siamo vincolati ad una gestione previdenziale rigidamente divisa e perciò ulteriormente penalizzante. Con impossibilità di trasferire verso altre gestioni quanto versato nella Gestione Separata. E penalizzazioni nel meccanismo delle totalizzazioni.
Nell’immediato proponiamo:
1) La piena trasparenza sulle modalità di aggiornamento dei coefficienti di trasformazione.
2) La comunicazione a tutti i contribuenti di proiezioni aggiornate sulla propria pensione (busta arancione), anche al fine di una verifica della sostenibilità sociale del sistema contributivo.
3) L’eliminazione delle finestre di uscita che non hanno motivo di esistere per chi è soggetto al sistema contributivo e sono ulteriormente vessatorie per i lavoratori autonomi: 18 mesi contro i 12 dei lavoratori dipendenti.
4) L’equiparazione ai dipendenti per quanto concerne i benefici fiscali per il finanziamento del pilastro privato, al fine di consentire anche agli autonomi la possibilità di godere un’analoga pensione complementare.
5) La definizione di misure transitorie per chi va in pensione entro i prossimi 10-15 anni, che rischia di non raggiungere neppure la pensione minima o è soggetto a meccanismi di totalizzazione penalizzanti.
In prospettiva siamo favorevoli alla costruzione di una grande INPS che elimini le situazioni di privilegio e quelle di apartheid (come la Gestione Separata). Chiediamo che anche nel sistema contributivo si recuperi la finalità solidaristica delle pensioni, prevedendo una pensione base (aggiuntiva a quella puramente contributiva) legata al numero degli anni lavorati, indipendentemente dai contributi versati e dalla tipologia di lavoro svolto.
4. Una fiscalità equa, per la tutela dei diritti del lavoro indipendente.
Una prima considerazione riguarda l’emergenza attuale: se si dovesse procedere verso ulteriori aumenti della tassazione indiretta al fine di finanziare una diminuzione del costo del lavoro, riteniamo inopportuno l’aumento dell’IVA sulle prestazioni professionali perché si tradurrebbe in innalzamento del costo del lavoro indipendente. Allo stesso tempo se l’abbassamento del costo del lavoro venisse perseguito con un abbattimento dell’IRAP, per essere equo dovrebbe riguardare anche il lavoro indipendente.
Ci sono poi discriminazioni normative che riflettono un’impostazione che privilegia negoziazioni settoriali piuttosto che riconoscere diritti universali: su questo sollecitiamo un intervento perequativo.
Nell’immediato proponiamo:
1) Esenzione delle prestazioni professionali da qualsiasi aumento dell’IVA: il lavoro non è una merce.
2) Estensione dell’eventuale abbattimento dell’IRAP e/o di altre imposte sul lavoro anche al lavoro indipendente, nel caso in cui sussistono i presupposti per l’applicazione delle imposte stesse.
3) Equiparazione ai lavoratori dipendenti in fatto di detrazioni per familiari a carico.
4) Revisione del sistema di spese deducibili inerenti l’attività, in linea con le esigenze del nuovo lavoro professionale autonomo: in particolare evidenziamo la necessità di prevedere la totale deducibilità delle spese in formazione.
4) Semplificazione burocratica e superamento di misure nate per le imprese: IRAP, anticipo IVA e interesse per IVA trimestrale.
5. Contro elusione ed evasione, per una simmetria di diritti.
Siamo favorevoli ad ogni misura che favorisca la trasparenza e la tracciabilità e che permetta il controllo di evasione ed elusione. Come avviene già oggi per chi come noi eroga servizi ad aziende ed enti pubblici, con fatturazione regolare di tutte le prestazioni.
Chiediamo allo stesso tempo un confronto più equilibrato con l’Agenzia delle Entrate e simmetria di diritti fra cittadino e Stato in tutte le pratiche di accertamento.
Nell’immediato proponiamo:
1) la convocazione del contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate prima dell’applicazione di sanzioni pesanti;
2) il rimborso delle spese sostenute dal contribuente in risposta a contestazioni fiscali o entro un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, quando dimostra di essere stato corretto;
3) l’utilizzo degli studi di settore e del redditometro esclusivamente come strumenti indicativi, senza scaricare sul contribuente l’onere della prova, non di rado impossibile da fornire.
6. Un’equa protezione, per malattia e degenza ospedaliera.
Oggi i lavoratori indipendenti non hanno alcuna copertura della malattia domiciliare e hanno diritto ad un’indennità modesta in caso di malattia ospedaliera.
La nostra proposta è quella di incentivare il ricorso allo strumento dell’assicurazione con società di mutuo soccorso, per garantire un’equa copertura della malattia, sia domiciliare sia ospedalizzata.
Proponiamo:
1) Opting out dall’INPS per la malattia, quindi riduzione del contributo INPS dallo 0,72% allo 0,25%, quota stimata per la copertura della maternità (attualmente versiamo lo 0,72%, l’INPS restituisce tra malattia e gravidanza lo 0,33%).
2) La stipulazione di una convenzione assicurativa facoltativa con società di mutuo soccorso che garantisca un’indennità in caso di malattie che comportino un’inabilità al lavoro superiore a 8 giorni (o per periodi più brevi e ripetuti, legati a patologie molto gravi e opportunamente dimostrate) a tutti gli assicurati, proporzionalmente a quanto versato annualmente. Con deducibilità fiscale di tali oneri.
Nella certezza che la Vostra azione di governo vorrà affrontare i temi di questa lettera aperta, confidiamo in un Vostro interessamento personale per rendere possibile un ampio confronto fra le parti sociali al quale anche la nostra Associazione potrà dare il proprio contributo propositivo.
Nel ringraziare, Vi formuliamo i migliori auspici di buon lavoro.
Il Consiglio Direttivo ACTA.

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Number Portability: cambia gestore in 24 ore.

Portabilità del numero in 24 ore: entro 90 giorni gli operatori TLC dovranno adeguarsi al nuovo regolamento AgCom, che recepisce le direttive UE in materia di Number Portability.
Redazione Pmi.it - dicembre 2011
Portabilità del numero in 24 ore: nuovo regolamento AgCom ( Link Articolo Completo ).
Number Portability in 24 ore grazie al recepimento delle direttive UE contenute nel Pacchetto Telecoms: la Commissione Infrastrutture e Reti dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha approvato il nuovo regolamento in materia in data 30 novembre, concedendo ai carrier telefonici 3 mesi per adeguarsi.
Anche le aziende, dunque, potranno presto scegliere di cambiare gestore TLC qualora volessero fruire di soluzioni business più appetibili, senza rischiare ritardi e lungaggini.

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sabato

Quotidiano.net conquista Google News

Milano – Google lancia oggi la nuova interfaccia per la versione italiana di Google News. Tra le novità, la sezione Dalla Redazione, che consente agli editori di dare particolare evidenza a determinati contenuti. Nuove opzioni di personalizzazione sono inoltre state introdotte per gli utenti.

Dalla Redazione è una nuova sezione della homepage di Google News dove vengono mostrati contenuti originali, che gli editori stessi hanno deciso di evidenziare. Le redazioni possono scegliere reportage d’inchiesta, gallerie fotografiche, mappe interattive, grafici o altri contenuti che possano catturare l’interesse dei lettori e creare interazione. Si tratta di uno spazio che consente loro di mettere in evidenza storie che vanno al di là delle pure notizie del giorno.
“E’ ormai da tempo che collaboriamo con gli editori nostri partner per sviluppare modalità innovative che consentano loro di catturare l’interesse dei lettori online e dicreare interazione”, ha commentato Madhav Chinnappa, Head of News Partnerships di Google per l’Europa. “La sezione Dalla Redazione offre agli editori uno spazio dove riunire il meglio del giornalismo tradizionale e digitale, promuovere servizi giornalistici di ampio respiro e sperimentare nuovi formati”.
Dalla Redazione è immediatamente disponibile nella versione italiana di Google News. Ad oggi, Corriere.it, l’edizione online del settimanale L’Espresso, Gazzetta.it, Quotidiano.net, Repubblica.it, Sole24ore.com, Stampa.it e Panorama.it hanno già reso disponibili i propri contenuti. Tutti gli altri editori interessati e non ancora registrati possono richiederlo attraverso il Centro di Assistenza.
Dalla Redazione fa parte di una più ampia rivisitazione di Google News, che ha portato all’integrazione di svariate nuove funzionalità, volte a migliorare l’esperienza dell’utente anche grazie ad ulteriori possibilità di personalizzazione. Ad esempio, da oggi è possibile indicare con quale frequenza si desiderano ricevere le notizie provenienti da una fonte specifica.
Le sezioni in evidenza e Articoli più popolari sono ora posizionate nella colonna di destra della homepage, che è anche più ordinata e ripensata perché i titoli siano più facili da scorrere e i contenuti multimediali organizzati con maggiore chiarezza, anche per rendere più semplice la condivisione degli articoli.
"Siamo orgogliosi che Quotidiano.net sia fra i siti prescelti da Google per arricchire la sezione Google News, a partire dal 1° dicembre - commenta Xavier Jacobelli, direttore di Quotidiano.net - consideriamo tale scelta un significativo e prestigioso riconoscimento al lavoro della redazione di Quotidiano.net e del gruppo Poligrafici Editoriale, la società editrice della nostra testata. Questo è un punto di partenza, non di arrivo, per garantire ai navigatori un'informazione sempre più completa, sempre più autorevole e sempre più tempestiva".
“Con IlSole24Ore.com esploriamo ogni giorno le opportunità che il web e le tecnologie offrono - spiega Elia Zamboni, Vicedirettore del Sole 24 ORE con delega all’on line - per questo abbiamo aderito con convinzione al nuovo servizio di Google News. Siamo convinti delle potenzialità di questa sinergia che, attraverso il coinvolgimento diretto degli editori, permette di offrire agli utenti un servizio informativo ad alto valore aggiunto. Nello spazio ‘Dalla Redazione’ IlSole24ORE.com ogni giorno presenterà direttamente ai lettori di Google News non solo le notizie più importanti della giornata, ma il meglio del proprio lavoro giornalistico sul fronte dell'informazione di servizio rivolta a cittadini, professionisti e imprese: dalle ultime notizie dei mercati finanziari all'impatto quotidiano delle manovre finanziarie, dalle guide pratiche su pensioni e fisco alle news dal mondo della tecnologia e della cultura”.
"E' un'opportunità preziosa per segnalare e far conoscere i contenuti sui quali più puntiamo - dichiara Dario Corradino, caporedattore centrale La Stampa.it. Per qualità, tempestività e originalità. Tutte caratteristiche che solo una scelta editoriale di un quotidiano di grande tradizione può mettere in evidenza".
"Siamo lieti di essere parte di questo importante restyling di Google News e di poter offrire gli approfondimenti di Panorama.it ai milioni di utenti di questo rivoluzionario strumento di informazione" ha dichiarato Giorgio Mulè, direttore di Panorama. "Attraverso l'analisi minuziosa dei fatti di attualità, cronaca e costume la redazione di Panorama.it crea ogni giorno con grande passione contenuti di valore che oggi siamo lieti di poter offrire ad un'audience ancora più ampia grazie all'innovazione tecnologica del nuovo Google News".

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venerdì

Sanità Religiosa - Cristo Re in sciopero Intesa vicina con il Gemelli.

Archiviata la pratica Santa Lucia - i due decreti per applicare l'accordo di Mercoledì sono stati firmati ieri dalla Polverini - la Regione deve dirimere la matassa.
IL TEMPO :
La sanità religiosa è sull'orlo del crack. La grana più intricata è quella che riguarda il Policlinico Gemelli. La trattativa «sta procedendo. Non ho dubbi che troveremo una soluzione anche per quella situazione», ha spiegato la Polverini, rimarcando le intese raggiunte con Santa Lucia e San Raffaele: «Ci sono problemi complessi che si trascinano da anni, perché abbiamo a che fare con norme regionali e nazionali e con contenziosi altissimi, ma è possibile trovare un equilibrio. Non ho dubbi che troveremo una soluzione anche per il Gemelli». La situazione degli ospedali classificati resta critica. «La sanità in generale e quella religiosa in particolare a causa anche delle assurde politiche regionali, fatte di tagli, liquidazioni a stralcio e ritardi nelle rimesse è ormai quasi al collasso. I lavoratori ad oggi non sanno ancora se percepiranno prima di Natale stipendi e redicesima, ma soprattutto non sanno quale sarà il loro futuro», attacca il segretario provinciale Uil Fpl Paolo Dominici. I medici del Cristo Re oggi sciopereranno. La mobilitazione è stata indetta dall'Anmris a causa del ritardo nel pagamento degli stipendi che va avanti da due anni. Sotto accusa l'amministrazione che, secondo i medici, non ha mostrato «Nè la volontà né la capacità di trovare adeguate soluzioni ai problemi». E proprio il caso Cristo Re preoccupa maggiormente proprio Dominici: «I lavoratori del Cristo Re non capiscono perché si trovano a dover rimediare alla scarsità di presidi chirurgici, ma l'Amministrazione non perde occasione per accusare la Uil-Fpl di fare cannibalismo nei confronti degli altri sindacati o di condurre una battaglia personale e strumentale». Proprio Anmris e Uil-Fpl hanno diffidato l'ospedale dal modificare l'assetto proprietario a favore della Virginia Bracelli Srl. «L'amministrazione fa finta di non vedere i veri problemi, accusa i giornalisti, omette di dire che anche i medici sciperano. Cos'altro serve affinché l'azienda comprenda che il danno d'immagine imputato ai sindacati deriva da scelte sbagliate che negli anni hanno caratterizzato le politiche intraprese dal management e che i 102 milioni di deficit in bilancio non li hanno determinati i lavoratori? Strumentale è nascondere verità e responsabilità; strumentale è nascondere l'assenza di un piano di rilancio e non ammettere il fallimento del Centro del sorriso che pure ha implicato un investimento notevole».

giovedì

LAVORO, SCILIPOTI (MRN): DEMOCRAZIA SOSPESA "I SINDACATI VOGLIONO FARE POLITICA".

QUANDO I SINDACATI VOGLIONO FARE POLITICA DIRETTA, LA POLITICA HA FALLITO. Crisi della politica, ma di quale politica, di quella fatta da vecchi concetti e vecchi uomini ?
Quando i lavoratori non si sentono più rappresentati in Parlamemto da quei partiti che tradizionalmente dovevano farlo, è giusto che le associazioni di categoria scendano in campo in prima persona a tutela degli interessi rappresentati. Questo è quanto ritiene l'On. Domenico Scilipoti, Segretario Nazionale del Movimento Responsabilità Nazionale. Oggi, in Parlamento, a questo governo delle banche e dei vecchi poteri, che per definizione e principio non possono fare gli interessi dei lavoratori, bensi delle aziende che muovono grossi capitali, vi è una sola opposizione; quella che al voto di fiducia si è schierata contro.
A questo punto ritengo che la FIOM, scendendo in campo in prima persona, possa direttamente cambiare gli equilibri alle prossime elezioni politiche, l'unica perplessità, che da anni mi attanaglia, è quella di vedere la stessa gente rimescolata all'interno delle stesse organizzazoni. Quindi mi chiedo, continua ancora l'On.Scilipoti, "se non ha funzionato prima come può con le stesse persone e per di più con aggiunta dei vecchi della politica, funzionare ora ?" E' necessario un rinnovamento, va dato spazio ai giovani, così come stiamo attuando, con particolare rilievo ai lavoratori, nel nostro Movimento Responsabilità Nazionale.
E' vero che oggi, in Parlamento, i partiti che dovevano tutelare gli interessi dei lavoratori, in particolar modo in quelle aree del sud dove il lavoro scarseggia, si sono coesi con i vecchi poteri accanto alle banche e sulle geometrie del potere partitico. Come si può elevare il pil di una nazione se proprio la parte più importante, ovvero i lavoratori, non sono tutelati ed incentivati ?
L'On. Scilipoti aggiunge, inoltre, di aver sempre sostenuto e tutelato i diritti dei lavoratori sin dalla sua nascita politica, a prescindere dal colore politico di appartenenza e condivide pienamente la scelta fatta dalla FIOM di scendere in campo a difesa dei lavoratori, essendo questo non un tema di destra o di sinistra, ma un tema sociale e di sviluppo del Paese.
"Ho votato No a questo governo delle banche e dei vecchi poteri e rimango da sempre a fianco del popolo e dei lavoratori, oggi ancor di più all'interno del Parlamento con la forza dell'opposizione".
Il lavoro è un valore e va tutelato con ogni mezzo!

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VINO: VALORITALIA, CONTROLLATO 75% PRODUZIONE ITALIANA QUALITA'

(AGI) - Controlli su 183 denominazioni (139 DOC e 44 DOCG) con una copertura di circa il 75% della produzione e a denominazione del nostro Paese. Praticamente una superficie di circa 163.000 ettari: 226.388 campi di calcio uno accanto all'altro. Per un totale di circa 12.5 milioni di quintali di uva all'anno, quasi 8 milioni di ettolitri di vino imbottigliato, vale a dire oltre 1 miliardo di bottiglie da 0,75. Un quantitativo in grado di riempire 75mila tir, creando una fila da Torino a Taranto. Quasi 200mila i pareri emessi nei primi mesi del 2011, 15mila quelli ispettivi tra vigneto e cantina, 345 le Non Conformita' lievi rilasciate, 636 le non conformita' gravi. Questi i numeri che hanno caratterizzato l'operato di Valoritalia, organismo istituzionale nato nell'agosto del 2009 in risposta alla normativa europea sull'obbligo della terzieta' nel sistema dei controlli per la certificazione dei vini di qualita'. Il 2011 ha confermato l'operativita' di Valoritalia che ha presentato i dati degli ultimi 12 mesi e il programma del 2012 nel corso di un incontro che si e' svolto Roma. "Rispetto a un anno fa - ha commentato Luigino Disegna, Presidente Valoritalia - abbiamo aumentato il nostro raggio d'azione passando da 160 a 183 denominazioni controllate. Un significativo incremento che tradotto in termini pratici, racconta di decine di migliaia di aziende vitivinicole di trasformazione e di imbottigliamento sottoposte al sistema di Valoritalia". Un lavoro che oltre a rappresentare la garanzia su ogni singola denominazione, costituisce anche un fondamentale database per tutti gli addetti ai lavori cui e' destinato un volume di 272 pagine suddivise sulla base delle regioni italiane comprendenti le zone di produzione dei Vini a Denominazione di Origine controllati da Valoritalia. Una sorta di banca dati in grado di fornire notizie esaurienti e precise sui reali volumi di uva prodotti in vendemmia, sulla quantita' di vino ottenuto, su quanta parte di questo vino venga poi concretamente imbottigliata, sull'ammontare delle giacenze e su dove queste si trovano. In occasione della diffusione dei dati 2011, Valoritalia ha inoltre presentato il portale dell'organismo di controllo ( http://www.datidop.valoritalia.it/ ) che, oltre a offrire la possibilita' di visualizzare e scaricare in pdf i dati annuali, consente di scaricare le tabelle rappresentanti le comparazioni trimestrali relative alle certificazioni e agli imbottigliamenti di ciascuna denominazione. "Si tratta di informazioni - ha precisato Ezio Pelissetti, Consigliere Delegato Reparto Regolamentato - che rappresenta un autentico patrimonio sia per i produttori, sia per altri attori della filiera. Con questo lavoro restituiamo ai produttori ed agli operatori i dati del vigneto a Denominazione di Origine Italiano, delle produzioni e del loro andamento negli anni. Un lavoro faticoso ma indispensabile per proteggere e migliorare lo status di uno dei prodotti piu' importante del Made in Italy".

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mercoledì

Equitalia e Mostruosità ! Esperienza Personale !

Qui Roma - Equitalia & C.
Mi chiedono soldi, anche di rate su importi che non devo e mi minacciano per averli ma nessuno ascolta le mie ragioni, non ultima l’Agenzia delle Entrate che, con l’Ufficiale Giudiziario, mi chiede arretrati per i rifiuti e per alcune multe di quando avevo la macchina (venduta anche quella), multe che all'epoca ho impugnato davanti al Giudice di Pace vincendo ed ottenendone l’annullamento, per poi scoprire che le istituzioni non si parlano e che dovevo notificare io le sentenze alle stesse in Via Ostiense, cosa che ho fatto, scoprendo poi che il Comune non ne comunica l’avvenuto sgravio e che l’Agenzia delle Entrate procede comunque; sono andato più volte all’Agenzia delle Entrate di Competenza (Roma 2 in Largo MOSSA, 8) per sentirmi dire che loro non sentono ragioni fino a quando il Comune non comunica lo sgravio e quando sono riuscito con le mie rimostranze a parlare con un “signore” non meglio identificato, col braccio destro “offeso” (qualificatosi come dirigente) mi sono sentito dire, col sorrisetto beffardo di chi gode delle disgrazie altrui, “tanto noi procediamo comunque e non ci interessa che Lei ci faccia vedere le sentenze di sgravio, perché a NOI ci può fermare solo il Comune e non i Giudici”.
Questo è, forse, tutto. Un Grazie sincero per quanto vorrete e potrete fare.

                                                          Giancarlo Bertollini

EQUITALIA - Stop al fisco killer.
Comunicato Stampa dell'Unione Nazionale Consumatori.
Roma, 22 luglio 2011 - “Le sedi dell’Unione Nazionale Consumatori collaboreranno con l’associazione ‘E’ qui l’Italia?’ di Alberto Goffi, nella battaglia contro gli abusi di Equitalia”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC).
“La battaglia contro il fisco killer riguarda tutti e merita il nostro impegno -dichiara l’avvocato Dona- soprattutto in un momento così delicato per il futuro del Paese: uno Stato che va contro i cittadini è un’equazione inaccettabile, soprattutto se a farne le spese sono i contribuenti onesti. Con questa collaborazione, che nasce dall’iniziativa del nostro Comitato di Torino -prosegue il Segretario generale- vogliamo dire stop agli abusi di Equitalia”.
L’Unione Nazionale Consumatori invita tutti i cittadini coinvolti in un contenzioso con Equitalia a segnalare la loro situazione inviando un’email all’indirizzo consulenza@consumatori.it specificando nell’oggetto ‘Gerit-Equitalia’.
Unione Nazionale Consumatori.

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domenica

Epidemie di influenza - vere e finte.

di Roberto Vacca
Un articolo pubblicato oggi da "Il Caffè" di Locarno su epidemie di influenza - vere e finte.

Ho analizzato matematicamente l'andamento di cancro, AIDS e anche della peste (Plague) inglese del 1665 - tutti casi rappresentabili accuratamente con equazioni di Volterra (logistiche a tre valori).
Per l'influenza le cose sono più complicate perché il periodo di massima diffusione della malattia è (con forti variazioni) fra fine novembre e marzo, però le diagnosi sono spesso puramente indiziarie e non virologiche. Quindi non si identificano per la maggioranza dei pazienti i vari ceppi A e B e certi stati morbosi si chiamano genericamente ILI (Influenza Like Illness).
Racconto come alcune ricerche vengano fatte con sondaggi tra i cittadini (poco affidabili) - in Italia il monitoraggio viene fatto più seriamente
(in collaborazione fra Ministero Sanità, Ist.Superiore di Sanità e Centro Interuniversitario di Ricerca sull'Influenza).
Vaccinarsi conviene: non fa male e c'è una buona probabilità (sia pure variabile e incognita) che faccia bene.
Best
Roberto

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giovedì

Etichette alimentari, più informazione e sicurezza.

da PMI Servizi
Giornata importante per la sicurezza alimentare in Italia e successo personale per la nostra Coldiretti da sempre in prima linea per la tutela dell’igiene e salubrità dei cibi che finiscono sulle tavole degli italiani.
Come cambiano le etichette alimentari.
Viene oggi pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un nuovo regolamento con cui il Bel Paese recepisce una direttiva europea che impone l’obbligo di indicare sulle etichette altre informazioni nutrizionali rispetto quelle solitamente segnate.
Viene alzato il livello di tutela del consumatore in quanto dovrà essere evidenziata l’eventuale presenza di allergeni, sarà ingrandita la dimensione minima delle etichette in modo da risultare più leggibili, introdotto infine il divieto di fornire indicazioni fuorvianti, infine la data di scadenza sarà presente anche sui prodotti confezionati singolarmente.
La Coldiretti evidenzia come, con questo nuovo sistema di etichettatura, si vada finalmente a sostituire una direttiva datata 1979 e come venga introdotto per tutte le carni il l’obbligo di segnalarne la provenienza, ad oggi infatti tale obbligo riguardava solo la carne bovina quando ci fu l’emergenza mucca pazza.
E’ questo un aspetto fondamentale in quanto renderà possibile risalire a ritroso lungo tutta la filiera alimentare anche per tutti i tipi di carne e che andrà a fare il palio con quanto scritto nel relativo manuale rintracciabilità obbligatorio per ogni Azienda appartenete al settore dell’Industria Alimentare.
Se per tutti i tipi di carne quindi è stato inserito l’obbligo di origine lo stesso non può dirsi per gli alimenti derivati da carni trasformate, salumi o altro per i quali ci vorranno altri 2 anni, e per latte e suoi derivati, tempo di attesa stimato in 3 anni.
Conclusioni.
Le nuove etichette alimentari vanno sicuramente a colmare un gap informativo notevole relativamente all’origine dell’alimento e alla presenza di eventuali allergeni, dal punto di vista funzionale è importante il fatto che le stesse siano state rese più leggibili lavorando sulla loro dimensione, resta dunque l’attesa per l’estensione all’indicazione di origine alimentare sui derivati dei cibi.

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lunedì

Contratti di rete tra PMI: Unioncamere e Rete Imprese Italia.

di Noemi Ricci
Protocollo d'intesa tra Unioncamere e ReteImprese Italia per promuovere l'aggregazione di imprese con contratti di rete tra le PMI: per competere sui mercati internazionali e dare nuovo slancio all'economia.
Reti di Imprese: Unioncamere e ReteImprese Italia hanno siglato un accordo per promuovere tra le piccole e medie imprese la cultura dell'aggregazione come scelta strategica per competere sui mercati globali, sfruttando i contratti di rete, le relative agevolazioni fiscali e la minore rischiosità nell'ottenere credito dalle banche e finanziamenti.
Solo puntando alle reti di imprese, mettendo in comune risorse e competenze, le Pmi possono raggiungere la massa critica necessaria per reggere il confronto con le grandi impresi, anche su scala internazionale.
Sostenere le imprese nell'evoluzione volta all'aggregazione in rete: è l'obiettivo congiunto di Camere di Commercio e Rete Imprese Italia. Attraverso lo strumento delle reti di impresa, infatti, anche le piccole imprese possono ottenere forme di credito più convenienti, in termini di accesso, di tassi di interesse e di erogazioni.
Lo hanno già capito le 957 imprese che hanno stipulato i 197 contratti di rete, risultanti ad inizio novembre 2011 in 19 regioni e 84 province italiane.
A preferire l'aggregazione sono soprattutto le società di capitali (676), quindi le società di persone (129), le imprese individuali (104), le società cooperative (33), altre forme di società (15) e le fondazioni (2).
L'accordo siglato dai presidenti di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, e di ReteImprese Italia, Ivan Malavasi prevede un percorso di informazione, mediante seminari sul territorio volti a sensibilizzare le imprese sulle tematiche delle reti di imprese; promozione delle attività di ricerca; analisi degli strumenti giuridici esistenti e delle loro potenzialità; monitoraggio sull'utilizzo del contratto di rete; realizzazione di piattaforme web per favorire il dialogo e agevolare il confronto fra imprese e tra queste e le Confederazioni costituenti ReteImprese Italia e il sistema delle Camere di commercio.

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I Garanti del mondo discutono di privacy nell’era globale: alla Conferenza internazionale di Città del Messico adottate tre risoluzioni.

Come proteggere i dati personali in un’era globale. E’ questo il tema cruciale a cui è stata dedicata la 33ma Conferenza internazionale delle Autorità per la protezione dei dati personali, svoltasi la scorsa settimana a Città del Messico, che ha visto riuniti rappresentanti provenienti da tutti i continenti e alla quale ha partecipato anche il Presidente dell’Autorità italiana, Francesco Pizzetti.
Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie, le nuove forme di comunicazione in rete, la proliferazione dei dati, l’uso innovativo delle informazioni, hanno aperto orizzonti sociali ed economici prima impensabili. Ma hanno conseguentemente modificato il contesto nel quale le Autorità di protezione dei dati personali si trovano ad operare, e soprattutto determinato la necessità di un approccio globale ai problemi di protezione dati e di una definizione di regole in grado di garantire una tutela effettiva della privacy, al di là di culture e confini nazionali.
E’ dunque con questa consapevolezza e con l’esigenza di una missione comune che nella tre giorni di lavori le Autorità per la privacy di tutto il mondo si sono confrontate su rilevanti questioni di primo piano: la nuova economia basata sulle grandi banche dati (il cosiddetto “Big Data”); le nuove tecnologie usate per l’analisi dei comportamenti e la profilazione degli individui; la sicurezza dei dati e le nuove realtà come il cloud computing; il diritto all’oblio nel mondo digitale; le nuove applicazioni per la telefonia mobile; il ruolo e le responsabilità delle Autorità di protezione dati; la ridefinizione dello stesso concetto di dato personale di fronte agli scenari aperti dalla Rete.
La Conferenza ha adottato tre risoluzioni sulla privacy: una sull’uso del nuovo protocollo Internet per l’assegnazione degli indirizzi (IPv6); una seconda sulla necessità di un coordinamento rafforzato a livello internazionale; una terza sulla protezione dei dati in caso di disastri ambientali. A far parte della Conferenza internazionale sono stati ammessi come nuovi membri la Bosnia Erzegovina e il Marocco.
Fonte: Newseltter Garante Privacy del 21 novembre 2011

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giovedì

Compagnia Teatrale Paltò Sbiancato

Dopo il successo riscosso in occasione della programmazione della pièce “Alfabeto muto”, scritto da Francesca e Natale Barreca e Pino Tossici, con gli attori Massimiliano Calabrese, Monica Maffei, Pino Tossici, Mary Fotia e Giulia Tuzzi e con la partecipazione di Mara Palmitessa e la regia di Stefano Maria Palmitessa, presso il Teatro Keiros di Roma ,in via Padova, 38 / A (metro B - piazza Bologna), si informa che nel medesimo teatro la Compagnia Paltò Sbiancato dal 30 aprile 2012 al 6 maggio 2012 presenterà :

IL TABULE’ DI TITO
LIBERO ADATTAMENTO DELLA TRAGEDIA DI W. SHAKESPEARE “TITO ANDRONICO”
Stefano Maria Palmitessa racconta così lo spettacolo: "Francesca Barreca, Natale Barreca, Pino Tossici e Stefano Maria Palmitessa tornano a lavorare insieme dopo le fortunate commedie: “Fioretti d’amore” e “Alfabeto muto”.
Tra arte e vita, tableaux vivant e coreografie, teatro espressionista e dell’assurdo, tecniche registiche del teatro dei burattini e trucchi facciali strepitosi (dell’Accademia di Trucco Professionale di Roma), ancora una volta la Compagnia Teatrale Paltò Sbiancato si cimenta con le meccaniche del teatro d’avanguardia".
Stefano Maria Palmitessa 347.42.22.594
Presso il Teatro Keiros, un’ora prima dello spettacolo sarà possibile partecipare a un incontro (gratuito) con i truccatori dello spettacolo (Accademia di Trucco Professionale di Roma) che sveleranno i trucchi del mestiere e/o con il regista (Stefano Maria Palmitessa) che parlerà della sua opera teatrale, della sua carriera e del teatro (in generale) lungo l’arco della storia. A loro sarà possibile rivolgere domande.

Compagnia Teatrale Paltò Sbiancato - Sito Web :  www.teatropalmitessa.it

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lunedì

Si parlerà più cinglese che inglese?

di Roberto Vacca, Nòva, 13/11/2011
“Em no gras bilong het” [He no grass of head = lui no erba di testa] vuol dire “calvo” in Pidgin English, l’inglese rudimentale adulterato con parole straniere fiorito in Cina ai tempi delle guerre dell’oppio e, in altre forme, anche in Papua, Nigeria etc. “Pidgin” sarebbe una deformazione di “business”. espressioni pidgin sono rientrate in inglese colloquiale e sono usate anche negli Stati Uniti. Ad esempio [Long time no see = lungo tempo non vedere] si dice spesso ad amici che non incontravamo da tempo. [Lose face = perdere la faccia] ripete (anche in italiano) il modo cinese di definire una brutta figura. [No can do = non potere fare] si usa per: “Non si può” o “Non me la sento”.
Il Pidgin si considera una lingua franca: termine usato al tempo delle crociate per definire i gerghi misti di italiano, francese e arabo parlati nel Medio oriente. Altre lingue franche sono: il papiamento, il beche la mar, il creolo, il tok pisin e lo swahili.
Al tempo della rivoluzione culturale i cinesi erano scoraggiati dall’imparare l’inglese. Da 20 anni, invece, la Cina è preda di una febbre inglese: saperlo è simbolo di stato. Chi lo sa bene ha promozioni e cattedre. Taluno vaticina che fra pochi decenni il numero dei cinesi anglofoni sarà maggiore di quello dei parlanti madre lingua. Oggi l’inglese è la prima lingua di 375 milioni di persone, la seconda di altri 375 ed è lingua straniera imparata da 750 milioni.
Il livello medio dell’inglese parlato in Cina è basso. Molti parlano chinglish: termine (risalente al 1957) che il dizionario di Oxford definisce come “inglese contenente parole cinesi, loro traduzioni errate e sintassi derivata dal cinese”.. Il sito http://www.chinglish.com/ offre servizi di monitoraggio e correzione di testi inglesi (anche legali) scritti da cinesi. Sono scritti in chinglish anche molti cartelli - con testi che risultano umoristici.
Don’t stroke the works [= Non accarezzate i lavori – in una pinacoteca per dire di non toccare i quadri.
Dont press the glass to get hurt [= Non premete sul vetro per farvi male - invito alla prudenza: vetro fragile].
Cash recycling machine [= Macchina per riciclare contanti - Bancomat]-
È più comprensibile il China English usato da chi studia la lingua sul serio per farsi capire al meglio. A parte gli errori lessicali, registra una imitazione della sintassi cinese diversa da quella occidentale perché manca di declinazioni e coniugazioni. Ogni ideogramma o gruppo di ideogrammi può fungere da nome, verbo, aggettivo, avverbio a seconda del contesto o della struttura sintattica che lo ospita. Spesso nei testi scritti da cinesi viene omesso il soggetto che notoriamente è presente in ogni frase inglese.
Per migliorare il China English, la Microsoft Research Asia ha sviluppato Engkoo - un motore di ricerca. Non è solo un vocabolario, ma un sistema esperto per aiutare i cinesi nell’imparare l’inglese e produrre testi comprensibili e corretti. In modo simile agli strumenti di Word, corregge spelling e grammatica, suggerisce sinonimi e modifiche per innalzare la leggibilità.
Dopo la II guerra mondiale anche il francese incorporò moltissime parole inglesi. Il risultato fu chiamato franglais dal giornalista Miles Klingston che pubblicò nel 1979 un libro: Let’s parler franglais. Molti francesi avversarono l’usanza e nel 1994 fu promulgata una legge Toubon che proibiva l’uso di termini stranieri nei documenti ufficiali e anche aziendali. Ad alcune società furono comminate forti multe per aver inviato ai loro dipendenti messaggi che contenevano termini inglesi e anche per aver fatto usare software in inglese.
Nel 1978 passai una giornata a lavorare in FIAT a Torino: molti tecnici e manager usavano almeno un paio di parole inglesi in ogni frase. Inventai allora il termine “itangliano” e nel mio “Consigli a un giovane manager” (Einaudi 1999) illustrai le 600 parole inglesi entrate nel management italiano. L’itangliano è una specie di chinglish.

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martedì

Italia, il Paese delle partite IVA.

500mila nascondono dipendenti.
Averla è spesso la condizione per poter lavorare.
WALTER PASSERINI
Quelle ufficiali sono quasi 9 milioni milioni. Quelle attive sono 6,5 milioni. Ma se togliamo le aziende, i liberi professionisti con Ordini, gli artigiani arriviamo a un esercito di 3,5 milioni di partite Iva, dentro il quale lavorano free lance, collaboratori, consulenti senza albi e almeno 500mila dipendenti di fatto che per avere il lavoro hanno dovuto sottostare alla legge dell’Iva. Ma quando conviene o non conviene aprire una partita Iva?
Inevitabile. La partita Iva è praticamente obbligatoria quando si hanno più committenti. Nella sostanza, avere tre, quattro o cinque clienti, al di là della categoria di appartenenza, rispetto ai quali ci si arrabatta da mattino a sera, rende inapplicabile un contratto di collaborazione coordinata e continuativa (cococo), un contratto a progetto e ovviamente anche un contratto da dipendente. Questa soluzione non è alla portata dei collaboratori pluricomittenti i cui clienti siano famiglie o privati che, non avendo a loro volta la partita Iva, non possono scaricare i costi. Anche la ritenuta d’acconto può essere usata al posto della partita Iva se si tratta però di collaborazioni veramente occasionali. Un altro caso è quello degli iscritti a un albo professionale come quelli delle libere professioni (avvocati, commercialisti, ecc.), per i quali la partita Iva è praticamente obbligatoria.
Quattro conti. L’apertura della partita Iva è conveniente a seconda del reddito. Infatti, l’altra domanda è: ma per chi ha pochi clienti, conviene aprirla? Sotto i 30mila euro l’anno di ricavi, dal punto di vista fiscale, aprirla o non aprirla è indifferente. Tra chi ce l’ha e chi non ce l’ha il carico Irpef è identico. Anche il costo di apertura in questo caso è modesto ed è compensato dalla possibilità di scaricare l’Iva e le spese, che per chi non ha la partita Iva è impossibile. La differenza sta nel carico contributivo. Un cococo o un parasubordinato o anche un occasionale dovranno iscriversi alle gestioni separate, prevalentemente dell’Inps, ma pagheranno solo un terzo dell’aliquota oggi in vigore (26,72%), mentre due terzi li pagherà il datore di lavoro. Questo almeno sulla carta. Il titolare di partita Iva dovrà invece versare di tasca propria tutta l’aliquota, meno, ma non sempre ci riesce, il diritto di rivalsa del 4%. Su un reddito lordo di 30mila euro un lavoratore senza partita sborsa 2.204,40 euro; un lavoratore con partita Iva 6.412,80 euro, con una differenza di oltre 4.200 euro l’anno (tenendo conto che per il 2010 vi è un minimale contributivo esente di 5mila euro che rappresenta una sorta di franchigia).
Ricavi più elevati. L’apertura della partita Iva è quindi meno penalizzante se si hanno redditi più elevati e un livello di spese significativo. Con il reddito infatti sale la quota di spese deducibili, e, mentre la rivalsa del 4% si calcola sul reddito lordo complessivo, l’ammontare dei contributi si calcola in base al reddito netto, dedotte le spese. Per un reddito di 50mila euro e spese di 20mila la rivalsa sarebbe di oltre 5.300 euro e l’imposizione contributiva a suo carico di oltre 6.400 euro.
Dopo la Biagi. Dal 2003, poi, dopo il decreto attuativo 276/03, la partita Iva individuale è praticamente obbligatoria in tutti i casi in cui non sussista vincolo di subordinazione. Per cui o si è cococo, cocopro o dipendenti oppure si deve aprire la partita Iva. E’ anche il caso di dipendenti che aprano un’attività aggiuntiva. Sfuggono alla norma invece per esempio gli artisti o gli occasionali, purché il loro reddito sia modesto, al di sotto dei 10mila euro.
Tra il grigio e il nero. Vi è infine la concorrenza sleale da parte dei funamboli del grigio e del nero. E’ vero che la crisi riduce i volumi sia del chiaro che del nero. Ma la concorrenza sleale tra chi paga regolarmente le tasse con o senza partita Iva e chi non le paga resta una piaga che andrebbe quanto prima stroncata.

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Documenti diplomatici storici on line sul Sito del MAE

Presentazione.
Un viaggio attraverso la documentazione ufficiale dei primissimi anni dopo l'Unità d'Italia, che ricostruisce, attraverso i carteggi originali, la storia diplomatica del nostro Paese. È quanto offre alla consultazione dei cittadini, il sito del Ministero degli Affari Esteri in occasione del 150° anniversario dell'Unità d'Italia. I manoscritti presentano uno spaccato importante delle relazioni diplomatiche, intese a instaurare formali e reciproci rapporti, promosse da paesi stranieri verso il nascente Stato italiano.
I documenti, visionabili anche in alta risoluzione, provengono dall’Archivio Storico del Ministero degli Affari Esteri, struttura che si occupa della conservazione, del riordinamento e dell’inventariazione della documentazione storico-diplomatica prodotta sia dagli Uffici centrali del Ministero sia dalle Rappresentanze diplomatiche e consolari all’estero e ne assicura l’accessibilità nei limiti della consultabilità. Conserva inoltre gli originali degli atti internazionali.
Dall'inizio dell'anno sono stati sedici i documenti finora pubblicati che ripercorrono i passi diplomatici ufficiali che sancirono il riconoscimento dello Stato italiano nel consesso internazionale. La condivisione della documentazione diplomatica rappresenta un'opportunità, per studiosi e non, di ricostruire un passaggio storico significativo nella storia dei rapporti internazionali.
Il riconoscimento degli altri Stati.
La Gran Bretagna, che aveva sostenuto Cavour e Vittorio Emanuele II durante il percorso unitario, concesse il riconoscimento già alla fine del marzo 1861, prima fra le nazioni d’Europa e del mondo.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti d'America, l’emigrazione di numerosi patrioti del risorgimento italiano al di là dell’Atlantico costituì un fenomeno di rilevo in particolare per i rapporti tra i due paesi. La simpatia delle élites americane verso la causa italiana fu evidenziata dall’apporto di combattenti statunitensi nell’impresa dei mille di Garibaldi, cui trovò riscontro, successivamente, la partecipazione di volontari italiani nei due eserciti americani (in prevalenza in quello nordista) durante la guerra di secessione.
La Francia era stata alleata del Regno di Sardegna durante la guerra contro l’impero asburgico del 1859. I moti e gli esiti dei plebisciti del 1860 avevano invece preoccupato l’imperatore Napoleone III, il quale, in quanto sovrano cattolico, disapprovò l’acquisizione di parte dei territori dello Stato Pontificio e non vide di buon occhio la formazione di uno Stato nazionale italiano ben più esteso e, in prospettiva, potente di quanto non prevedessero gli originali piani francesi. Le perplessità dell’imperatore impedirono un pronto riconoscimento del titolo di Re d’Italia a Vittorio Emanuele II nel marzo 1861. Per evitare che la Gran Bretagna acquisisse un'influenza preponderante sul nuovo Stato, Parigi intraprese un complesso negoziato diplomatico con Torino che si concluse alla fine di giugno. Nel documento ufficiale, le parti evidenziavano le rispettive riserve che si ponevano al momento del formale avvio delle relazioni diplomatiche tra l’impero francese ed il Regno d’Italia.
Testo raccolto dal Sito del Ministero Affari Esteri.
Indice del Dossier del 4 novembre 2011
Presentazione.
L'Archivio dei documenti (Sito MAE)
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Celebrazioni 150º 

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lunedì

Micro e PMI: dallo Sviluppo economico incentivi e premi.

Brevetti:
Ente gestore - Invitalia
Beneficiari
Micro, piccole e medie imprese, con sede legale ed operativa in Italia.
Premi/incentivi
La misura è articolata in due linee di intervento:
“Premi” per la brevettazione.
Per imprese che abbiano avviato, a far data dal 01 gennaio 2011, almeno un procedimento e che abbiano conseguito i risultati previsti per le relative fasi di procedimento brevettuale successivamente al 3 agosto 2011 ed entro la data di presentazione della domanda di:
■deposito di una o più domande di brevetto nazionale all’UIBM: €.1.500
■estensione di una o più domande di brevetto nazionale all’EPO (European Patent Office): €.3.000
■estensione di una o più domande di brevetto nazionale al WIPO (World Intellectual Property Organization): €.4.000
■Estensione della domanda a Paesi aderenti al PCT (bonus addizionale): da 3 a 5 paesi €.3.000, oltre i 5 paesi €.6.000
■Estensione della domanda (bonus addizionale per ciascun paese): in Cina e India €.1.500, in USA, Brasile e Russia €.1.000
Ogni impresa può cumulare al max 30mila euro di premi unitari per un max di 5 domande per tipologia di premio.
Incentivi per la valorizzazione economica dei brevetti.
Per imprese titolari di uno o più brevetti che abbiano depositato una o più domande nazionali o internazionali e siano in possesso di una opzione o di un accordo preliminare di acquisto o di acquisizione in licenza di uno o più brevetti, con un soggetto anche estero che ne detiene la titolarità, è prevista la concessione di un’agevolazione in conto capitale nell’ambito del de minimis del valore massimo di €.70.000. Tale agevolazione non può essere superiore all’80% dei costi ammissibili. L’agevolazione non è cumulabile con altri incentivi pubblici concessi a titolo di aiuti di stato aventi ad oggetto le stesse spese.
Modalità di accesso ai contributi.
La richiesta di accesso alle agevolazioni avviene, a partire dal 2 novembre prossimo, tramite la compilazione di un form (per i premi) o di un progetto (per gli incentivi) on line sul portale di Invitalia, al termine della quale viene rilasciato un protocollo elettronico. La stampa deve essere inviata entro 15 giorni per i premi, 30 per gli incentivi, dall’assegnazione del protocollo elettronico a mezzo di raccomandata postale con avviso di ricevimento a:
Invitalia, Via Pietro Boccanelli, 30 - 00138 Roma
Ufficio Brevetti, o tramite PEC all’indirizzo brevettiplus@pec.invitalia.it .
Per maggior informazioni:
www.invitalia.it
Mail: contactcenteruibm@sviluppoeconomico.gov.it
Call Center al numero +39 06-4705-5800 dalle ore 9:00 alle ore 17:00 escluso il sabato e i festivi.

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Fondi strutturali, incontro Commissione Europea - Regioni.

Dal 27 al 28 ottobre si è tenuto a Roma presso l’Auditorium Conciliazione l’incontro annuale 2011 tra la Commissione Europea e le Autorità di Gestione dei Programmi Operativi cofinanziati dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). All’incontro hanno partecipato anche il ministero per lo Sviluppo economico e il ministero dell’Economia e delle finanze - IGRUE (Ispettorato Generale per i Rapporti finanziari con l’Unione Europea).
L’evento, ospitato quest’anno dalla Regione Lazio, rappresenta un’opportunità per fare il punto sullo stato di attuazione dei Programmi e per discutere temi d’interesse comune nelle politiche regionali.
In apertura Raoul Prado (Commissione Europea - DG Regio) ha brevemente descritto il quadro generale delle politiche di coesione economica e sociale nell’Unione europea, ricordando che l’attuazione dei Programmi nelle regioni italiane non raggiunge livelli soddisfacenti, con il conseguente rischio di disimpegno delle risorse finanziarie. Prado ha annunciato che il commissario alle politiche regionali Johannes Hahn sarà a Roma il 7 novembre per condividere con le Regioni e con i ministeri competenti (Affari Regionali, Sviluppo Economico ed Economia e Finanze) un piano d’azione per migliorare l’attuazione dei programmi stessi.
“La discontinuità dei cicli di programmazione non aiuta la realizzazione dei progetti finanziati - ha detto l’assessore regionale al Bilancio Stefano Cetica - La Regione Lazio ha comunque fatto grandi sforzi per migliorare la gestione dei fondi comunitari. Abbiamo deciso di aiutare Comuni, imprese e altri portatori d’interesse ad accedere ai finanziamenti europei erogati direttamente dalla Commissione europea, progettando un ciclo di iniziative informative e formative che ha avuto un buon successo. E intendiamo proseguire le azioni per la riqualificazione urbana anche nel prossimo periodo di programmazione. Siamo pronti a cogliere le sfide poste dalle nuove priorità dell’Unione Europea - ha concluso Cetica - attraverso una strategia ambiziosa e tesa a ottenere risultati concreti. Ma servirà anche un quadro di regole intelligenti e condivise”.
Nella seconda giornata di lavoro la Commissione Europea ha discusso con i partecipanti le novità contenute nelle proposte di regolamento per la gestione dei Programmi Operativi nel periodo 2014-2020. E' intervenuto il presidente della Regione Renata Polverini, che ha annunciato che il Lazio è a un passo dall'obiettivo di spesa previsto per il 2011 del POR-FESR.
"Si tratta di un traguardo importante - ha detto Polverini - l'impegno che stiamo mettendo in questa materia ha già prodotto risultati importanti per il territorio. La Regione Lazio - ha continuato - e l'ho ricordato anche in occasione del dibattito con il commissario Hahn e il ministro Fitto, ha colto da subito uno degli obiettivi della Commissione, quello di concentrare i fondi in pochi obiettivi e completamente realizzabili. Lo abbiamo fatto anche prevedendo strumenti nuovi, come i processi di riqualificazione urbana, che abbiamo messo in campo semplicemente guardando alle esigenze dei territori".
Sul sito www.porfesr.lazio.it sono pubblicati i materiali presentati e discussi nelle due giornate di lavoro.

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sabato

“Austerità? No, grazie”. Berlusconi scrive al Foglio.

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha scritto una lunga lettera al Foglio, sotto il titolo:
“Austerità? No, grazie”. Eccone alcuni stralci. Nel Foglio l'intervento integrale.
          Gentile direttore,

bisogna stare attenti alle parole, come sapete voi del Foglio. “Austerità” non fa parte del mio vocabolario. Responsabilità sì, autonomia sì, libertà sì, ma austerità no. La polemica sui “licenziamenti facili” è figlia di una cultura ottocentesca che ignora i cambiamenti del mercato mondiale ed è oltraggiosa per l’intelligenza degli italiani: già ora nelle aziende con meno di 15 dipendenti, dove lavora circa la metà degli occupati, non vige la giusta causa. E se ora il governo si propone di intervenire sui contratti di lavoro, seguendo la strada indicata dal disegno di legge presentato dal senatore dell’opposizione Pietro Ichino, è solo per aumentare la competitività del Paese, aprire nuovi spazi occupazionali per le donne e per i giovani, e garantire a chi perde il lavoro l’aiuto della cassa integrazione per trovare una nuova occupazione.
Di fronte al compimento di una fase critica e turbolenta, e dopo che in Europa il nostro e altri governi hanno chiesto e ottenuto impegni finanziari a difesa dell’euro, dando assicurazioni sulle riforme e un calendario impegnativo per la loro realizzazione, si va purtroppo dipanando una campagna fatta di ipocrisie e falsità, che tende a rovesciare come un guanto il senso delle cose. Ci siamo impegnati per la crescita, per lo sviluppo, per più efficaci regole di concorrenza, di competitività, di mobilità sociale, non per deprimere l’economia e rilanciare la lotta di classe, che come ho detto in Parlamento è finita da un pezzo. La rete di protezione sociale, in specie sul tema del lavoro, è tutto sommato abbastanza solida in Italia, e nessuno vuole sfilacciarla. Il problema è di ridurre le cattive abitudini, scongiurare un’estensione abnorme del lavoro precario, offrire un futuro qualificato ai giovani e alle donne rimuovendo solo e soltanto le rigidità improprie che impediscono l’allargamento della base occupazionale e produttiva, per avvicinarci agli obiettivi del Trattato di Lisbona sulla partecipazione al mercato del lavoro, purtroppo ancora lontani.
Gli imprenditori del XXI secolo non sono i padroni delle ferriere dell’Ottocento, non si svegliano al mattino con l’impulso di liberarsi di manodopera per gonfiare profitti. E i lavoratori sono titolari di forza contrattuale e di diritti, non schiavi sociali. Non dobbiamo sottometterci alla caricatura di noi stessi.

di Silvio Berlusconi

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L’Umanesimo Illuminista deve dialogare con l’Umanesimo Cristiano.

JULIA KRISTEVA - VATICANO - ASSISI - 27/10/2011
Dopo la Shoah e il Gulag, l’uomo non può essere il “fine”. La secolarizzazione tace sulla donna e sulla madre. “L’incontro delle nostre diversità qui, ad Assisi, testimonia che l’ipotesi della distruzione non è l’unica possibile”. L’intervento della rappresentante non credente alla Giornata di Assisi.
Assisi (AsiaNews) - Pubblichiamo in versione integrale l’intervento della prof.ssa Julia Kristeva alla Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, che Benedetto XVI ha convocato oggi ad Assisi. Per la prima volta, negli incontri avvenuti ad Assisi in 25 anni, il pontefice ha voluto invitare dei rappresentanti non credenti, ma “cercatori della verità”. Nel suo discorso egli ha valorizzato molto la loro presenza, che interroga credenti e atei. La prof.ssa Julia Kristeva, nata in Bulgaria (1941), vive in Francia dal 1966. Linguista, psicanalista, filosofa e scrittrice francese. Ha collaborato con Michel Foucault, Roland Barthes, Jacques Derrida e Philippe Sollers e si è sposata con quest’ultimo. Ha scritto una trentina di libri. Cos’è l’umanesimo? Un grande punto di domanda sulla questione più seria? È nella tradizione europea, greco-giudaico-cristiana che si produce questa realtà, che continua al tempo stesso a promettere, a deludere, a rifondarsi. Signore e Signori, Le parole di Giovanni Paolo II, “Non abbiate paura!”, non sono indirizzate unicamente ai credenti, perché esse incoraggiavano a resistere al totalitarismo. L’appello di quel Papa, apostolo dei diritti umani, ci spinge anche a non temere la cultura europea, ma, al contrario, ad osare l’umanesimo: nel costruire delle complicità tra l’umanesimo cristiano e quello che, scaturito dal Rinascimento e dall’Illuminismo, ha l’ambizione di aprire le strade rischiose della libertà.
1. L’umanesimo del XXI secolo non è un teomorfismo. Né “valore”, né “fine” superiore, l’Uomo con la maiuscola non esiste. Dopo la Shoah e il Gulag, l’umanesimo ha il dovere di ricordare a uomini e donne che se, per un verso, noi ci riteniamo gli unici legislatori, è unicamente attraverso la continua messa in questione della nostra situazione personale, storica e sociale che noi possiamo decidere della società e della storia.
2. L’umanesimo è un processo di rifondazione permanente, che si sviluppa unicamente grazie a delle rotture che sono delle innovazioni. La memoria non riguarda il passato: la Bibbia, i Vangeli, il Corano, il Rigveda, il Tao, ci abitano al presente. Affinché l’umanesimo possa svilupparsi e rifondarsi, è giunto il momento di riprendere i codici morali costruiti nel corso della storia: senza indebolirli, per problematizzarli, rinnovandoli di fronte a nuove singolarità.
3. L’umanesimo è un femminismo. La liberazione dei desideri doveva condurre all’emancipazione delle donne. Le battaglie per una parità economica, giuridica e politica necessitano di una nuova riflessione sulla scelta e la responsabilità della maternità. La secolarizzazione è a tutt’oggi la sola civilizzazione che manchi di un discorso sulla realtà della madre. Questo legame passionale tra la madre e il bambino, attraverso il quale la biologia diviene senso, alterità e parola, è una “reliance” che, differente dalla funzione paterna e dalla religiosità, le completa, partecipando a pieno titolo all’etica umanista.
4. Poiché risveglia i desideri di libertà di uomini e donne, l’umanesimo ci insegna a prenderci cura di essi.
La cura amorosa per l’altro, la cura della terra, dei giovani, dei malati, degli handicappati, degli anziani non autosufficienti, costituiscono delle esperienze interiori che creano delle nuove prossimità e delle solidarietà inattese. Non abbiamo un altro modo per accompagnare la rivoluzione antropologica, già annunciata dalla corsa in avanti delle scienze, dai procedimenti incontrollabili della tecnica e della finanza, e dall’incapacità del modello democratico piramidale a canalizzare le novità.
5. L’uomo non fa la storia, noi siamo la storia. Per la prima volta, l’homo sapiens è in grado di distruggere la terra e se stesso in nome delle proprie credenze, religioni o ideologie. Ugualmente per la prima volta gli uomini e le donne sono in grado di rivalutare in completa trasparenza la religiosità costitutiva dell’essere umano. L’incontro delle nostre diversità qui, ad Assisi, testimonia che l’ipotesi della distruzione non è l’unica possibile. Nessuno può sapere quali esseri umani succederanno a noi che siamo impegnati in questa transvalutazione antropologica e cosmica senza precedenti. La rifondazione dell’umanesimo non è un dogma provvidenziale né un gioco dello spirito, è una scommessa. Signore e Signori, l’età del sospetto non è più sufficiente. Di fronte alle crisi e alle minacce che si aggravano, è giunta l’età della scommessa. Osiamo scommettere sul rinnovamento continuo delle capacità di uomini e donne a credere e a conoscere insieme. Affinché, nel “multiverso” bordato di vuoto, l’umanità possa perseguire ancora a lungo il proprio destino creativo.

Quattro italiani lanciano la sfida.

ANSA.it > Speciali > News
Sono ben 56 i film italiani, di cui quattro in concorso, nella selezione ufficiale, La kriptonite nella borsa di Ivan Cotroneo, Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati, Il mio domani di Marina Spada e Il paese delle spose infelici e Pippo Mezzapesa, fra novità e retrospettive, alla sesta edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (27 ottobre - 4 novembre). Fra gli altri titoli più attesi L'industriale di Giuliano Montaldo e i documentari su Stefano Cucchi e su Agostino Di Bartolomei, per il quale dovrebbero arrivare al festival anche Carlo Verdone e Francesco Totti.

Tra gli italiani in gara lo sceneggiatore Ivan Cotroneo, nel suo esordio alla regia con La kriptonite nella borsa (tratto dal suo romanzo), interpretato, fra gli altri da Valeria Golino e Luca Zingaretti, racconta Peppino, napoletano di 9 anni che con la fantasia trasforma il cugino Gennaro, appena morto, in un amico/superman immaginario. Il cuore grande delle ragazze di Pupi Avati è la storia dell'amore contrastato, negli anni '30, tra la ricca Francesca (Micaela Ramazzotti) e Carlino (Cesare Cremonini, al suo debutto al cinema), figlio scapestrato di una coppia di contadini. In Il mio domani di Marina Spada Claudia Gerini e' una manager costretta a rivedere le sue priorità per prendersi cura del padre malato (Raffaele Pisu). Mentre Il paese delle spose infelici del debuttante Pippo Mezzapesa, dal romanzo di Mario Desiati, è sull'amicizia, fra due adolescenti del sud e Annalisa, ragazza bellissima e misteriosa. Fuori concorso L'industriale, sguardo di Giuliano Montaldo sulla crisi attraverso un imprenditore (Pierfrancesco Favino) che perde ogni scrupolo e Un giorno questo dolore ti sarà utile di Roberto Faenza, dal romanzo di Peter Cameron, ritratto della New York di oggi con i premi Oscar Marcia Gay Harden e Ellen Burstyn. Tra gli eventi speciali ci sono documentari come '148 Stefano. Mostri dell'inerzià di Maurizio Cartolano, su Stefano Cucchi, realizzato con la famiglia del romano morto nel 2009; '11 metri' di Francesco Del Grosso, su Agostino Di Bartolomei; L'illazione il film inedito di Lelio Luttazzi; le confessioni di Franco Califano in Noi di settembre di Stefano Veneruso; La passione di Laura di Paolo Petrucci dedicato a Laura Betti. In gara fra i documentari di L'altro cinema - Extra, ci sono Franca la prima, ritratto di Franca Valeri firmato da Sabina Guzzanti e Grazia e furore di Heidi Rizzo.
Nella stessa sezione, fuori concorso, tra gli altri: Africa Women: in Viaggio per il Nobel della pace di Stefano Scialotti e 'Io non sono io. Giulietta e gli altri' in cui Paolo Santolini segue Riccardo Scamarcio (protagonista anche di un incontro con il pubblico dei Duetti, con Sergio Rubini) nella preparazione teatrale di Romeo e Giulietta. Ad animare i Duetti, anche Sergio Castellitto con Penelope Cruz (in preapertura), e Vinicio Marchioni con Valeria Solarino. Per il Festival in città, nascono due nuove sezioni come Vetrina dei giovani cineasti italiani e Off Doc. Un Viaggio nell'identità italiana è proposto dall'omaggio ai 150 anni dell'Unità, con le versioni restaurate di Rotaie di Mario Camerini e I Cannibali di Liliana Cavani, e la retrospettiva 'Decamerone Italiano' con film, fra gli altri, di Monicelli, Risi, Wertmuller e Olmi. Tra le mostre 'Monica e il cinema' per gli 80 anni di Monica Vitti e l'omaggio a Pier Paolo Pasolini curato dai premi Oscar Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo.

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martedì

Equitalia: tre numeri verdi, linee operative 24 ore su 24

Assistenza telefonica capillare 7 giorni su 7. Un canale dedicato in ciascuna area geografica per rendere sempre più facile e trasparente il rapporto con i cittadini.
Tre numeri verdi per garantire assistenza e informazioni ai cittadini. Dopo il processo di riorganizzazione iniziato lo scorso luglio che, con la nascita di Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud, ha semplificato la struttura della riscossione, sono state attivate tre linee telefoniche, una per ogni area geografica di competenza degli agenti della riscossione.
Le linee sono operative tutti i giorni, 24 ore su 24, anche nel weekend. È possibile parlare direttamente con un operatore dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Nelle altre fasce orarie e il Sabato e la Domenica, invece, si potranno avere le informazioni sui principali servizi tramite risponditore automatico.
Ecco i numeri di telefono attivati:
Equitalia Nord
800.927.940 numero verde gratuito da telefono fisso
06 72277017 da telefono cellulare o dall’estero (secondo piano tariffario)
Equitalia Centro, Equitalia Sardegna, Equitalia Marche ed Equitalia Pragma
800.236.876 numero verde gratuito da telefono fisso
06 72277020 da telefono cellulare o dall’estero (secondo piano tariffario)
Equitalia Sud ed Equitalia Basilicata
800.422.687 numero verde gratuito da telefono fisso
06 72277006 da telefono cellulare o dall’estero (secondo piano tariffario)
Equitalia Trentino Alto Adige-Südtirol: in attesa di adottare lo stesso numero di Equitalia Nord, c’è il numero 0471 294776, attivo con operatore dalle 8 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30 (secondo piano tariffario).
I tre nuovi numeri si affiancano agli oltre 350 sportelli attivi sul territorio nazionale e al servizio per il cittadino “Scrivi all’Assistenza Contribuenti”, disponibile sul sito www.gruppoequitalia.it .
Fonte: nuovofiscooggi.it

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Cloud, i guasti informatici prima causa di perdita di Dati.

LO STUDIO
Nonostante la crescita della "nuvola" in termini di investimenti da parte delle aziende resta da sciogliere il nodo security. E' quanto emerge da un'indagine di CA Technologies. In Italia l'inadeguata preparazione del personale IT fra le cause della scarsa protezione dei sistemi.
Nonostante il trend positivo degli investimenti per il disaster recovery e la crescente adozione del cloud computing, le aziende continuano a registrare episodi di perdita di dati. E' quanto emerge dall'indagine "Insights: Data Protection and the Cloud 2011" a firma di CA Technologies.
Il 96% delle 202 aziende prese in esame ha infatti dichiarato di essere stata protagonista di "fughe" di informazioni nel corso dell'ultimo anno, riconducibili a cause diverse anche se a farla da padroni (per il 76% del campione) sono stati i guasti ai sistemi informatici (malfunzionamento di rete, storage, software). Fra le cause ricorrenti ci sono anche attacchi esterni contro l’IT (57% delle aziende).
In Italia, pur essendo elevata la frequenza di perdita di dati, sono poche le aziende dotate di sistemi di Disaster Recovery adeguati. Solo il 17% ha riferito di disporre di piani completi e dettagliati per la tutela dei dati in caso di evento catastrofico. E la mancanza di pianificazione si deve al mancato supporto e sostegno del top management (55%) e alla inadeguata preparazione del personale IT (43%).
“Sebbene la spesa per la protezione dei dati sia in aumento, l’indagine Insights: Data Protection and the Cloud 2011 ha denunciato l’insuccesso delle politiche aziendali che rende necessaria maggiore oculatezza negli investimenti,” sottolinea Chris Ross, Vice President Emea & Asia-Pacific, Data Management Csu di CA Technologies. “La perdita di dati può essere causata da numerosi fattori, perciò le organizzazioni farebbero bene a calcolare la probabilità di ciascuno in modo da orientare di conseguenza la loro pianificazione. È un’area importante su cui concentrarsi, dato che la perdita di dati può avere effetti catastrofici – per non parlare dei costi – sull’attività aziendale. Un precedente studio di CA Technologies ha rivelato che il tempo di inattività dovuto a guasti legati al reparto IT costerebbe a ogni azienda italiana una media di 34.000 euro all’anno, spesa che si potrebbe evitare con un piano adeguato di Distaster Recovery".
Dall'indagine di CA emerge un aumento costante della spesa per la protezione dei dati, con una quota crescente del budget destinato al cloud computing: un terzo (33%) delle organizzazioni ritiene che il cloud svolgerà un ruolo sempre più importante nei loro piani di business continuity del prossimo anno.
L’81% ha mantenuto costante o aumentato nel corso dell’ultimo anno il budget dedicato alla protezione dei dati, mentre il 19% ha in progetto di intensificare gli investimenti in tal senso. Un numero sempre maggiore di aziende si sta accorgendo della rilevanza del mondo cloud per le strategie di data protection, CA Technologies prevede quindi un aumento degli investimenti nelle soluzioni cloud.
Fra le aziende interpellate, il 30% ha dati che risiedono in una cloud privata, il 17% nella cloud pubblica. Una quota significativa (77%) dei soggetti che utilizzano una cloud privata ritiene che i dati e gli applicativi verrebbero adeguatamente protetti in caso di disastro; ben l’86% di coloro che utilizzano una cloud pubblica si fida degli Sla per la protezione dei dati stipulati con il fornitore.
25 ottobre 2011di Mila Fiordalisi.

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lunedì

LA CINA SI "UBRIACA" D'ITALIA, ACCORDO PER 100 ENOTECHE

Spumante Classico Italiano
(AGI) - Roma, 17 ott. - Il vino italiano si prepara alla 'campagna di Cina': l'iniziativa e' di Enoteca Italiana, storica cantina di Siena che attraverso la sua sede a Shanghai ha raggiunto un accordo con la Beijing Zhengyuan Youshi per dar vita, nei prossimi anni, a un network di 100 enoteche italiane su tutto il territorio del Dragone per esportare in Oriente il meglio della tradizione enologica del Bel Paese. L'accordo verra' firmato sabato prossimo a Pechino, e punta ad aprire la strada a una maggiore penetrazione dei vini italiani in un mercato che, entro il 2014, diventera' secondo le stime il sesto al mondo per consumo di vino. "Quello cinese e' certamente un popolo 'difficile', con tradizioni lontane - spiega Fabio Carlesi, segretario generale Enoteca Italiana - ma dove negli ultimi anni si sta diffondendo uno stile di vita sempre piu' occidentale e dove il Made in Italy e' sempre piu' apprezzato, anche nel settore enogastronomico". Recentemente, con il supporto della sede a Shanghai, Yihang, Enoteca Italiana ha realizzato diverse iniziative per far conoscere ai cinesi il vino italiano che, fino a non molti anni fa, era "un prodotto perlopiu' sconosciuto". L'ultima iniziativa, partita alla fine di agosto e chiamata emblematicamente "contaminazione", prevede corsi di formazione per direttori, sommelier e chef per imparare ad abbinare il vino italiano alla cucina cinese.

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LENTAMENTE MUORE ... VIVI !!!

Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e’ infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicita’.
Di: Martha Medeiros e Pablo Neruda
 
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RINNOVATO IL CONSIGLIO DIRETTIVO DI ASSINFORM

Milano, – La Giunta di Assinform ha rinnovato il Consiglio Direttivo per il biennio 2011-2013, con la nomina di 10 nuovi consiglieri che partecipano in rappresentanza di Almaviva, Business-e, Exprivia, Microsoft, Nextiraone Italia, Postecom, Selex Elsag, Sesa, Sirti e Zucchetti.
Il Consiglio Direttivo dell’Associazione è ora così composto:
  • Presidente: Paolo Angelucci (Cbt – Cosmic Blue Team)
  • Vicepresidenti: Costanza Amodeo (Engineering); Marco Tripi (Almaviva)
  • Consiglieri: Alessandro Barberis (Infocamere); Gianni Camisa (Dedagroup); Enrico Castanini (Datasiel); Paolo Castellacci (Sesa); Pier Luigi Dal Pino (Microsoft); Andrea Farina (Business-e); Domenico Favuzzi (Exprivia); Stefano Gigli (Telecom Italia); Antonio Grioli (Zucchetti Group); Roberto Liscia (Consorzio Netcomm); Stefano Lorenzi (Sirti); Roberto Lorini (Value Team); Franco Mazza (Aive Group); Giorgio Mosca (Selex Elsag); Roberto Pesce (Nextiraone Italia); Vincenzo Pompa (Postecom); Giovanni Radis (Unione Industriale di Torino-Gruppo Ict); Tatiana Rizzante (Reply); Elisabetta Romano (Pride); Mario Rosso (Almaviva).
Paolo Angelucci, Presidente Assinform, ha così commentato: “L’Information Technology italiana può offrire al Paese un contributo strategico in termini di apertura di nuove opportunità di crescita dell’economia, dell’occupazione, della competitività e produttività, ma deve essere messa al centro delle politiche di sviluppo del governo. L’Associazione rafforza il suo impegno nel valorizzare le potenzialità del settore, rimuovere criticità che ne ostacolano lo sviluppo, lavorare per l’affermazione di una concreta politica di digitalizzazione e infrastrutturazione avanzata del Paese”.
Recentemente Assinform è diventato socio di primo livello di Confindustria, mentre nel giugno scorso ha contribuito alla fondazione di Confindustria Digitale, la nuova federazione che riunisce le rappresentanze della filiera dell’informatica, delle telecomunicazioni e dell’elettronica di consumo.
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Ufficio Stampa Assinform
Milano – Stefania Follador - 3465003534 - s.follador@assinform.it

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sabato

“RETI AMICHE”: PORTARE I SERVIZI PIÙ VICINO AI CITTADINI.

Più servizi ai Cittadini.
Cittadini e imprese si rivolgono alla Pubblica Amministrazione per visure, certificati, pagamenti di contributi, tasse e multe ma spesso trovano sportelli affollati e poco accessibili. Questi servizi sono ora disponibili anche presso tabaccai, uffici postali, banche, grandi aziende e in alcuni centri commerciali. www.retiamiche.gov.it
POSTA CERTIFICATA: RISPARMI TEMPO E DENARO.
PostaCertificat@ ha lo stesso valore legale di una raccomandata con avviso di ritorno e permette di dialogare gratuitamente con tutti gli uffici pubblici senza più produrre documentazione cartacea e fare code agli sportelli. Per richiedere l’attivazione è sufficiente collegarsi al portale www.postacertificata.gov.it effettuare la richiesta on line e poi recarsi entro tre mesi in uno degli uffici postali abilitati per l’identificazione, portando documento di identità, codice fiscale e una fotocopia di entrambi. Numero verde: 800.254.009
LINEA AMICA: LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE A PORTATA DI MANO.
Dal 29 gennaio 2009, Linea Amica, il più grande network europeo di relazioni con il pubblico, consente di:
•Usufruire da casa, via telefono o via internet, dei servizi della Pubblica Amministrazione, centrale e locale;
•Disporre di 120 operatori ed esperti a disposizione dei cittadini;
•Segnalare disservizi;
•Chiedere informazioni sulle pratiche da svolgere;
•Monitorare la soddisfazione dei cittadini.
www.lineaamica.gov.it - 803.001 da telefono fisso - 06.828.881 da cellulare Lunedi-Venerdi.

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