venerdì 3 settembre 2010

Nuovo Codice della Proprietà Industriale

Entra in vigore oggi il nuovo Codice della proprietà industriale per la tutela di marchi e brevetti. L’obiettivo è di rendere coerente il quadro normativo, orientandosi verso la disciplina dell'Unione.
La protezione di marchi e brevetti beneficerà di un quadro normativo più chiaro e di strumenti atti a garantire decisioni rapide ed allo stesso tempo giuste e non speculative. Questa è la promessa del nuovo Codice della proprietà industriale, ovvero del decreto legislativo 131/2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 192 del 18 agosto scorso, che entra in vigore proprio nella giornata odierna.
La linea guida per lo sviluppo del Codice è stata quelli di uniformare tutti i provvedimenti sul tema in un unica norma, allineandola a quelle che sono le prospettive e le aspettative dell'Unione Europea.
Diverse le novità significative, come quelle riguardanti l'introduzione dell'azione di accertamento negativo, una misura per chi produce beni o servizi che potenzialmente potrebbero violare qualche brevetto.
Si tratta di un azione, realizzabile anche in via d'urgenza, attraverso la quale sarà possibile richiedere una valutazione preventiva per accertarsi dell'assenza di una violazione di brevetto.
Il nuovo codice ha inoltre apportato alcune modifiche in materia industriale sul tema del segreto aziendale che i dipendenti devono rispettare circa le procedure interne all'azienda, con l'obiettivo principale di ridurre le cause pretestuose avviate dopo la conclusione del rapporto lavorativo.
Gli altri aspetti coinvolti riguardano le nuove tecnologie e in particolare le biotecnologie e gli Ogm a uso alimentare, per le quali è stato definito il perimetro di applicabilità dei brevetti e i limiti di legge sulle attività di laboratorio.

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mercoledì 1 settembre 2010

Alimenti e sofisticazioni !

Comunicato di Vincenzo Donvito 30 agosto 2010 16:47


Ultimamente, sulla sicurezza degli alimenti se ne stanno vedendo di tutti i... colori. Siamo partiti dalla mozzarella blu, poi la ricotta rossa, il pollo fluorescente, di nuovo la mozzarella a pallini rossi, poi il pesto che da rosso diventa verde e, infine, siamo approdati alla mozzarella rosa. Nel frattempo, siccome in merito spesso le autorita' navigano a vista, non ci sono risposte che ci rassicurino tranne una sui pallini rossi che ci ha detto che non fanno male anche se sono dovuti a cattiva conservazione, e un'ipotesi di un bimbo che aveva scritto coi pennarelli sulle gracili confezioni delle mozzarelle poi divenute blu... in alto mare.
Sempre nel frattempo, com'era prevedibile visto il clima diffuso di esaltazione delle pene e delle carceri ad ogni livello, le uniche proposte che vengono avanzate riguardano un aumento delle pene per chi si e' reso responsabile di queste presunte contraffazioni.
Evidentemente l'esperienza non insegna nulla. Basterebbe che chi dice di essere convinto che una multa piu' salata o la sospensione/ritiro delle autorizzazioni aziendali alla produzione sarebbero un toccasana, si ricordasse di quanto accade, per fare un esempio eclatante, col codice della strada: le norme ci sono e non vengono rispettate e fatte rispettare; tutti se ne rendono conto e, puntualmente, invece di fare investimenti per maggiori sistemi e personale di controllo, il legislatore ci regala pene piu' severe... che scalfiscono i problemi solo marginalmente, continuando a mantenere in piedi la piu' ampia e organizzata macchina di morte del nostro sistema moderno, la mobilita' privata.
Cosi' si vuole anche per i “colori impropri” di cio' che mangiamo? Nel caso, i delinquenti si organizzeranno meglio e presteranno maggiore attenzione a sistemi di contraffazione meno evidenti, piu' sicuri (per loro) e meno individuabili. La scienza e le conoscenze sono all'altezza di questo, perche' non dovrebbero farlo? Aziende che vivono sulla contraffazione esistono per questo, una loro conversione per la paura di “essere chiuse” o per una multa piu' salata, e' impensabile. Il crescente impoverimento della popolazione chiede un mercato piu' economico dove le aziende di prodotti non-contraffatti tardano nel fare offerte... e i delinquenti, invece, sono pronti e strutturati per rispondere a questa esigenza.
Certamente e' piu' facile aumentare una pena che non investire in maggiori controlli, ma il legislatore si dovrebbe porre una domanda: a chi giova che io continui solo a farmi propaganda e non affronti il problema alla radice? Domanda che -comprendiamo visto lo stato delle nostre istituzioni- difficile ad essere posta in modo diverso, ma noi siamo ottimisti.....

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