Era il 21 marzo del 1910 quando Saverio Fera, nel corso di un'Assemblea Costituente, proclamo' la fondazione dell'Ordine e fu eletto come primo Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia. Cento anni sono passati e per celebrare l'importante ricorrenza, e ricordare tutti gli avvenimenti che hanno contribuito a far crescere tra alterne vicende la Comunione massonica, la cui storia e' strettamente intrecciata con quella d'Italia, il 21 marzo a Montesilvano (Pescara), a partire dalle 10, il professore Alessandro Aldo Mola, storico e attento conoscitore delle tematiche massoniche, coadiuvato da altri importanti studiosi, di fama nazionale e internazionale, si ritroveranno per dar vita al convegno 'Cento anni fra squadra e compasso - La Gran Loggia d'Italia dall'eta' giolittiana all'era della globalizzazione'. Un secolo di vita e di storia, un secolo durante il quale la massoneria in generale, e la Gran Loggia in particolaren - spiega una nota - hanno vissuto momenti di grande entusiasmo alternati a periodi di estrema difficolta'. Dalla ferma condanna subita da parte del fascismo alla rinascita nel Secondo Dopoguerra, la Gran Loggia festeggia oggi il suo centenario, con piu' di 8 mila iscritti e sedi dislocate in diverse parti del mondo, in onore al suo credo di 'universalita''. 'Un compleanno cosi' importante va festeggiato con un evento solenne, con un momento di festa, di studio, di riflessione - spiega il Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Luigi Pruneti - e soprattutto con un'occasione che ci permetta, ripercorrendo la nostra storia e soffermandoci sull'oggi, di immaginare quale potra' essere il domani della Gran Loggia'. Ad aprire i lavori sara' il professor Luigi Pruneti, che introdurra' gli obiettivi e i contenuti del convegno, uno degli appuntamenti piu' attesi dell'anno per la Gran Loggia d'Italia. Sede del congresso sara' il Serena Majestic Hotel Residence. L'evento e' stato organizzato dalla delegazione della Regione Abruzzo della Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori - Massoneria Universale di rito scozzese antico e accettato - Obbedienza di piazza del Gesu' Palazzo Vitelleschi - Roma. Com/Ett (AGI)
(11 marzo 2010 ore 11.56)
venerdì
giovedì
Il vero padre di Internet d'Italia
Elserino Piol
Il padre del venture capital.
Chi si rivede. Il "solito sospetto". Dietro la quotazione di Yoox, che interrompe due anni di silenzio alla Borsa di Milano, ecco rispuntare il nome di Elserino Piol, finanziatore del gruppo dell’e-commerce con il suo fondo di venture capital Kiwi. “Il vero padre di Internet d'Italia”, “il guru dell’hi-tech italiano”, “il fondatore del venture capital in Italia”.
Elserino Mario Piol, da Limana, Belluno, titolo di studio perito industriale aeronautico e poi ingegnere (poi arriveranno le lauree honoris causa, tra cui quella dell’Alma Mater Studiorum di Bologna), è semplicemente l’uomo che sta dietro le più grandi innovazioni tecnologiche applicate al business italiano.
A partire dalla telefonia mobile. Elserino Mario entra ad Ivrea a 21 anni, nel 1952, come programmatore, a stretto contatto con Roberto, il figlio di Adriano Olivetti.Olivetti è in quell’epoca una stranissima creatura nel panorama italiano: un’impresa-feticcio, il suo marchio evoca cultura, politica, responsabilità sociale dell’impresa, design, made in Italy, Lettera 22 e Valentina, due macchine per scrivere che saranno poi esposte al MoMa di New York, il rivoluzionario P101, il primo pc nell’Italia degli anni Sessanta, e l’M24, il “mammozzone” che per vendite supererà in Europa i colleghi di Ibm. Il giovane Elserino fa rapidamente carriera: diventa direttore marketing, poi negli anni Settanta passa un lungo periodo negli Usa come numero uno dell’azienda.
Quindi, con l’ingresso dell’Ingegnere, torna a Ivrea come assistente personale di De Benedetti e poi come responsabile dello Sviluppo. Alla fine degli anni Ottanta comincia a capire che il futuro sta nelle tlc. E si inventa Omnitel, ovvero il numero due della telefonia mobile in Italia.
Tutto nasce nel 1988. Hotel Carlyle, New York. A colazione sono seduti Piol, De Benedetti, George Blumenthal, patron della Cellular Communication International, e Peter Cohen, banchiere Lehman. Blumenthal racconta del suo esperimento: ha appena acquistato la licenza per la telefonia mobile a Porto Rico, “perché lì la gente si telefona molto di più che non a New York”.
A De Benedetti e soprattutto Piol si illumina una lampadina, e i due capiscono che la telefonia mobile può essere il modo di salvare l’azienda. E così sarà. Il 19 giugno 1990 viene formalmente costituita Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani (OSR). Nel 1991 c’è l’asta per le frequenze, nel 1993 inizia la campagna di lancio, che sarà affidata a un giovane manager come Francesco Caio. Nel 1994 le prepagate Omnitel si vendono al ritmo di 25 mila al giorno, e alla fine dell’avventura, con la vendita a Vodafone, la creatura di De Benedetti-Piol crea un colosso da 25 miliardi di valore.
Uno dei «piolieri» più celebri, Pier Luigi Celli, che all’epoca era capo del personale di Olivetti e poi diventerà il prototipo perfetto del manager-intellettuale olivettiano, lo ricorda come «un grande. Un grande maestro. Un grande innovatore, un tecnico con una cultura sconfinata, cui si deve non solo l’idea di Omnitel ma anche di Infostrada» sottolinea il direttore generale della Luiss.
Chi lo conosce bene, Piol, parla di genio e ruvidità, oltre all’immancabile sigaro toscano tra le labbra e le bretelle rosse che sono i suoi marchi di fabbrica. Un aneddoto: quando Francesco Caio prese in mano la divisione cellulari (1993), Piol non si accorse che gli uscieri stavano portando via i mobili e per qualche istante rimase seduto alla sua sedia, assorto in qualche riflessione mentre la sua scrivania da vicepresidente veniva portata via.
Ma non c’è solo il periodo Olivetti. Ci sono «tre Piol» sostiene Franco Debenedetti: «uno pre, uno durante e uno post De Benedetti». Se nel pre il compito di Piol è quello di grande ambasciatore di Olivetti negli Usa, nel durante Piol oltre ad essere il padre dell’esperimento nella telefonia mobile è anche lo scout che va in giro per il mondo a cercare partnership tecnologiche, per portare a Ivrea un po’ di Silicon Valley. E così va ricordata anche la partnership con Apple: pochi si ricordano che Olivetti aprì una sede a Cupertino nel 1972, quando Jobs era ancora un fricchettone impiegato in Atari.
Ma è anche nel durante che Elserino apre a quella che è la terza fase della sua vita: il venture capital, ovvero l’investimento di capitale di rischio in imprese altamente innovative.
Negli anni Novanta, lasciata Olivetti, il venture capital diventa la sua nuova frontiera. Prima come advisor di società come 4C Ventures e poi dal 1998 come fondatore e chairman di Pino Venture Partners, a sua volta partner dei fondi Kiwi e Kiwi II. Tra le sue avventure di finanziatore spericolato e accorto, quelle di Vitaminic, Click.it, Elitel, Blixer, Cubecom. Ma soprattutto quella di Tiscali. Società che nel 1998 era sconosciuta ai più, ma non a Piol, che decide di investirci l’equivalente di 2 milioni di euro. Che diventeranno 500 al momento di vendere, nel 2001. Momento giusto, naturalmente. «Se fossimo negli Usa, Piol sarebbe una via di mezzo tra Warren Buffett e Steve Jobs» riflette Pier Luigi Celli.
Se fossimo negli Usa, l’arrivo di Piol in Borsa forse sarebbe considerato il segnale che è ora di ricominciare a puntare sui listini.
Fonte : H2biz
martedì
FERMIAMO LE EX MOGLI !
Il fenomeno delle separazioni predatorie (*vedi "LA FABBRICA DEI DIVORZI" ed. San Paolo) è oramai largamente diffuso in tutto l'occidente. Vogliamo a tal proposito divulgare una lettera, scritta da una donna, giuntaci dalla vicina Svizzera (e anche pubblicata dai quotidiani del territorio).
Fermiamo le ex mogli - "Scrivo per esternare indignazione sulla legge riguardante le separazioni e i divorzi, con particolare riferimento agli alimenti che gli uomini devono dare per i figli e per le ex mogli. Esistono molti casi di donne sleali, che lasciano sul lastrico i mariti dopo avergli già portato via tutto, la casa, i figli, la sicurezza di una stabile vita in comune.
Questi uomini devono far fronte a una vita diversa contro la loro volontà, affrontando non solo il crollo emotivo, ma anche quello finanziario. Ma coraggiosamente, ricominciano da capo, riprendendo i cocci della loro vita e riprovando a vivere di nuovo felici. Ne avranno il diritto? Ebbene, se la risposta è sì, che gli si lascino almeno i soldi che guadagnano.
Per questi uomini rifarsi una nuova vita significa riavere di nuovo quello che hanno perso: ricomprarsi una casa, fare dei viaggi, permettersi di andare a cena fuori, comprarsi cose belle magari insieme a una nuova compagna. Invece no, non possono, a causa dell'avidità di certe donne e dell'ingiustizia della legge, a solo sfavore degli uomini e a favore delle ex-mogli, anche quando sono state loro a lasciare il tetto coniugale, comportandosi prima male in privato nei riguardi dei mariti, poi abbandonandoli, portando via i figli [..].
Bisognerebbe smettere di appoggiare queste donne avide e ingiuste dietro la falsa apparenza di voler sostenere i figli: in realtà spesso i figli sono usati come una rendita per vivere da sole e fare i propri comodi. [..] Se vogliono andarsene per cambiare vita, lo facciano pure, basta che lascino in pace gli ex mariti." di Antonella Meneguzzi - dal Corriere del Ticino (04 Marzo 2010 p.42)
Nella vita una spy story ?
Nel passato di Di Pietro: Tonino, Ti ricordi ?
di Maurizio Tortorella
Un mucchietto di foto, che avrebbero dovuto essere distrutte, e invece emergono dopo oltre 17 anni di oblio. E un interrogatorio, anch’esso totalmente dimenticato, che risale al 1995. Sono gli elementi del caso che dall’inizio del mese sta assediando Antonio Di Pietro, presidente appena confermato dell’Italia dei valori.
Il 2 febbraio il Corriere della sera ha pubblicato alcune immagini che ritraggono l’ex pm al tavolo di una cena romana, il 15 dicembre 1992, seduto alla sinistra di Bruno Contrada, alto funzionario del Sisde, e vicino ad altri personaggi del ramo: come Fausto Del Vecchio, colonnello del Sisde; o come Rocco Mario Mediati, un «investigative specialist» della Kroll security services americana.
L’imbarazzo, che per tanto tempo ha fatto tacere Di Pietro sull’episodio, è forse dovuto alla vicinanza con tanti 007 e al fatto che nove giorni dopo quell’incontro Contrada sarebbe stato arrestato per associazione mafiosa. Tanto che il Corriere ha scritto che quel 24 dicembre partì un vortice di telefonate perché le immagini scomparissero. Di Pietro ha opposto molti «non ricordo», e sostanzialmente ha reagito male: «Solo menti malate» ha detto «possono pensare che ho fatto quel che ho fatto nella mia vita per una spy story».
Fonte: Panorama.it
di Maurizio Tortorella
Un mucchietto di foto, che avrebbero dovuto essere distrutte, e invece emergono dopo oltre 17 anni di oblio. E un interrogatorio, anch’esso totalmente dimenticato, che risale al 1995. Sono gli elementi del caso che dall’inizio del mese sta assediando Antonio Di Pietro, presidente appena confermato dell’Italia dei valori.
Il 2 febbraio il Corriere della sera ha pubblicato alcune immagini che ritraggono l’ex pm al tavolo di una cena romana, il 15 dicembre 1992, seduto alla sinistra di Bruno Contrada, alto funzionario del Sisde, e vicino ad altri personaggi del ramo: come Fausto Del Vecchio, colonnello del Sisde; o come Rocco Mario Mediati, un «investigative specialist» della Kroll security services americana.
L’imbarazzo, che per tanto tempo ha fatto tacere Di Pietro sull’episodio, è forse dovuto alla vicinanza con tanti 007 e al fatto che nove giorni dopo quell’incontro Contrada sarebbe stato arrestato per associazione mafiosa. Tanto che il Corriere ha scritto che quel 24 dicembre partì un vortice di telefonate perché le immagini scomparissero. Di Pietro ha opposto molti «non ricordo», e sostanzialmente ha reagito male: «Solo menti malate» ha detto «possono pensare che ho fatto quel che ho fatto nella mia vita per una spy story».
Fonte: Panorama.it
Rapporto sul consumo di alcol.
Presentazione.
Il 9,4% della popolazione in Italia consuma quotidianamente alcol in quantità non moderate e il 15,9% non rispetta le indicazioni di consumo proposte dagli organi di tutela della salute, pari a più di nove milioni di persone considerate a rischio. Età media sempre più bassa tra i giovani, poco più di 12 anni con una prevalenza tra le più alte in Europa. Questi alcuni dei dati forniti dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nella sesta Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in attuazione della Legge 30 marzo 2001, n. 125 “Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati”.
Nei confronti dell'Europa l'Italia presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una minore diffusione del binge drinking, l'alcolico fuori pasto; tuttavia, fra coloro che consumano alcol, ben il 26% lo fa quotidianamente (il doppio della media europea), il 14% lo fa da 4 a 5 volte a settimana (valore più alto in Europa) e il 34% pratica il binge drinking almeno una volta a settimana (contro il 28% della media europea).
Il binge drinking è diffuso soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (22,1%) e di 25-44 (16,9% ). Cresce la prevalenza delle donne consumatrici. Nei ricoveri ospedalieri risulta in aumento anche la percentuale di diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica in rapporto alle altre diagnosi (+ 6,5 punti percentuali dal 2000 al 2006).
Nel 2008, il 17,6% dei giovani di 11-15 anni ha consumato bevande alcoliche, in un'età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo consigliato è pari a zero. Tra i giovani di 18-24 anni di entrambi i sessi, il 70,7% ha consumato bevande alcoliche, con una prevalenza superiore alla media nazionale.
La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani è il consumo fuori pasto, che ha riguardato, nel 2008, il 31,7% dei maschi e il 21,3% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 24 anni. Nella stessa fascia di età, il 13,2% dei maschi e il 4,4% delle femmine ha praticato il binge drinking nel corso dell'anno.
Tra i giovani conducenti si riscontra il più alto numero di feriti e morti negli incidenti stradali (29.672 feriti di 30-34 anni e 432 morti di 25-29 anni nel 2007) e l'ebbrezza da alcol ha rappresentato nel 2007 il 2,09 % del totale di tutte le cause di incidente stradale rilevate.
Tra gli anziani di oltre 65 anni, il 48,1% dei maschi e il 13,1% delle femmine consuma alcolici, e in particolare vino, senza attenersi alle linee guida proposte dagli organi di tutela della salute.
La Relazione rileva peraltro che nell'ultimo triennio, in maniera più o meno marcata e diffusa tra le diverse categorie di popolazione e fasce di età, si intravede una positiva tendenza alla diminuzione di alcuni indicatori di rischio, quali la prevalenza dei consumatori quotidiani non moderati, dei binge drinkers, dei consumatori fuori pasto. Si conferma inoltre nel 2006 la positiva tendenza al calo nel tempo del tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica (9,61 per 100.0000 ab. nel 2006) e del tasso nazionale di ospedalizzazione per diagnosi totalmente alcolcorrelata (154,9 per 100.000 ab. nel 2006). Tra il 2006 e il 2007 si è registrata anche una diminuzione del numero degli utenti alcoldipendenti in trattamento nei servizi alcologici del SSN (-3000 circa) e, tra essi, della percentuale di giovani di 20-29 anni, interrompendo una tendenza all'aumento in atto fin dal 1996.
Per il consolidamento di questi dati positivi occorre lavorare, in linea con gli orientamenti della legge 125/2001 e tenendo conto della grande importanza della prevenzione. In questa direzione, Ministero e Regioni sono attualmente impegnati attivamente per inserire il tema alcol e salute nell'ambito del prossimo Piano Nazionale triennale di Prevenzione, con la previsione di interventi regionali e di azioni centrali finalizzati a promuovere stili di vita sani anche in relazione al consumo di alcol.
Fonte: Ministero della salute
Redazione internet - Beatrice Casini
Il 9,4% della popolazione in Italia consuma quotidianamente alcol in quantità non moderate e il 15,9% non rispetta le indicazioni di consumo proposte dagli organi di tutela della salute, pari a più di nove milioni di persone considerate a rischio. Età media sempre più bassa tra i giovani, poco più di 12 anni con una prevalenza tra le più alte in Europa. Questi alcuni dei dati forniti dal ministro della Salute, Ferruccio Fazio, nella sesta Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati da Ministero e Regioni in attuazione della Legge 30 marzo 2001, n. 125 “Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati”.
Nei confronti dell'Europa l'Italia presenta una minore prevalenza di consumatori di bevande alcoliche e una minore diffusione del binge drinking, l'alcolico fuori pasto; tuttavia, fra coloro che consumano alcol, ben il 26% lo fa quotidianamente (il doppio della media europea), il 14% lo fa da 4 a 5 volte a settimana (valore più alto in Europa) e il 34% pratica il binge drinking almeno una volta a settimana (contro il 28% della media europea).
Il binge drinking è diffuso soprattutto nella popolazione maschile di 18-24 anni (22,1%) e di 25-44 (16,9% ). Cresce la prevalenza delle donne consumatrici. Nei ricoveri ospedalieri risulta in aumento anche la percentuale di diagnosi ospedaliere per cirrosi epatica alcolica in rapporto alle altre diagnosi (+ 6,5 punti percentuali dal 2000 al 2006).
Nel 2008, il 17,6% dei giovani di 11-15 anni ha consumato bevande alcoliche, in un'età al di sotto di quella legale per la somministrazione e per la quale il consumo consigliato è pari a zero. Tra i giovani di 18-24 anni di entrambi i sessi, il 70,7% ha consumato bevande alcoliche, con una prevalenza superiore alla media nazionale.
La tipologia di consumo a rischio prevalente tra i giovani è il consumo fuori pasto, che ha riguardato, nel 2008, il 31,7% dei maschi e il 21,3% delle femmine di età compresa fra gli 11 e i 24 anni. Nella stessa fascia di età, il 13,2% dei maschi e il 4,4% delle femmine ha praticato il binge drinking nel corso dell'anno.
Tra i giovani conducenti si riscontra il più alto numero di feriti e morti negli incidenti stradali (29.672 feriti di 30-34 anni e 432 morti di 25-29 anni nel 2007) e l'ebbrezza da alcol ha rappresentato nel 2007 il 2,09 % del totale di tutte le cause di incidente stradale rilevate.
Tra gli anziani di oltre 65 anni, il 48,1% dei maschi e il 13,1% delle femmine consuma alcolici, e in particolare vino, senza attenersi alle linee guida proposte dagli organi di tutela della salute.
La Relazione rileva peraltro che nell'ultimo triennio, in maniera più o meno marcata e diffusa tra le diverse categorie di popolazione e fasce di età, si intravede una positiva tendenza alla diminuzione di alcuni indicatori di rischio, quali la prevalenza dei consumatori quotidiani non moderati, dei binge drinkers, dei consumatori fuori pasto. Si conferma inoltre nel 2006 la positiva tendenza al calo nel tempo del tasso nazionale di mortalità per cirrosi epatica (9,61 per 100.0000 ab. nel 2006) e del tasso nazionale di ospedalizzazione per diagnosi totalmente alcolcorrelata (154,9 per 100.000 ab. nel 2006). Tra il 2006 e il 2007 si è registrata anche una diminuzione del numero degli utenti alcoldipendenti in trattamento nei servizi alcologici del SSN (-3000 circa) e, tra essi, della percentuale di giovani di 20-29 anni, interrompendo una tendenza all'aumento in atto fin dal 1996.
Per il consolidamento di questi dati positivi occorre lavorare, in linea con gli orientamenti della legge 125/2001 e tenendo conto della grande importanza della prevenzione. In questa direzione, Ministero e Regioni sono attualmente impegnati attivamente per inserire il tema alcol e salute nell'ambito del prossimo Piano Nazionale triennale di Prevenzione, con la previsione di interventi regionali e di azioni centrali finalizzati a promuovere stili di vita sani anche in relazione al consumo di alcol.
Fonte: Ministero della salute
Redazione internet - Beatrice Casini
lunedì
Cena Sommelier di Mercoledì 10 marzo
Volge al termine il Corso Sommelier di Giancarlo Bertollini ed il Menù definitivo, per la cena finale di Mercoledì 10 marzo 2010, è stato concordato. Se qualcuno, al di fuori dei corsisti, avesse piacere di partecipare, la serata è "aperta". I corsisti non debbono nulla essendo, la cena, già inclusa nel corso, per gli altri il costo a persona è contenuto in €.30,00. Il Soho Cafè è in via Appia Nuova, 700 e cortesemente necessita una prenotazione a questo indirizzo: info@studiobertollini.it .
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