giovedì 2 dicembre 2010

Telefonisti anonimi, addio?

02 Dic 2010
Nonostante leggi e regolamenti obblighino da tempo i call center a telefonare “in chiaro” ossia a permettere che la persona chiamata possa identificare la linea chiamante prima di rispondere, questo obbligo continua ad essere del tutto disatteso.
Oltre che una scorrettezza nei confronti della legge e dell’utente, questo comportamento è soprattutto miope e perdente per chi lo pratica. Infatti quando nel display del telefono di casa non compare il numero chiamante, le persone semplicemente non rispondono perché la probabilità che si tratti di telemarketing è del 99%.
Questo malcostume, tuttavia, dovrebbe presto cessare perché è stato finalmente pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 256 di novembre, il Regolamento attuativo del Registro delle opposizioni (DPR 7 settembre 2010 n. 178).
In particolare, i call center che accedono al Registro per svolgere attività di telemarketing hanno l’obbligo di presentare, insieme alla documentazione attestante l’identità dell’operatore e l’elenco degli abbonati che intendono contattare, la dichiarazione di attivazione del sistema di identificazione della linea chiamante.

Di Mattia Camellini
Responsabile Uffici Studi e Ricerche di Consodata spa (Gruppo Seat Pagine Gialle)

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martedì 30 novembre 2010

Regione Lazio: un bando per gli immigrati e i cittadini over 45

La Regione Lazio, Assessorato al Lavoro e Formazione, ha pubblicato un bando rivolto agli immigrati e ai cittadini over 45 che intendono creare nuova impresa oppure avviare un'attività di lavoro autonomo. Si tratta di un finanziamento finanziamento a fondo perduto dell'80% sul piano d'invenstimento, fino a un massimo di 24.000 euro.
Sono finanziabili i progetti riguardanti qualsiasi settore (produzione di beni, commercio e servizi), anche in franchising. Sono escluse le libere professioni che prevedono l’iscrizione agli ordini professionali e quelle che non costituiscono attività di impresa e che vengono esercitate senza l’iscrizione al registro delle imprese.
Il bando rimarrà aperto 24 mesi salvo esaurimento delle risorse.
Per sapere quali sono i requisiti, le spese ammissbili e scaricare la modulistica necessaria per accedere all'agevolazione, consultare la scheda Bando over 45 e immigrati.
E' possibile richiedere informazioni ed avere un supporto nella compilazione della domanda presso tutti gli sportelli BIC Lazio presenti sul territorio regionale.
Per prendere un appuntamento chiamare il numero verde 800 280 320 oppure cliccare il seguente link

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Troppi over-50? Ecco come valorizzare le risorse senior dopo la pensione.

Nei prossimi anni la popolazione di età superiore ai 60 anni aumenterà di oltre 3,5 milioni di unità

Per l'Ue la parola chiave è accesso al lavoro per tutti, tanto da presentare una proposta per il 2012 come 'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà fra le generazioni', per sottolineare il contributo che gli anziani apportano alla società.

- (Adnkronos) - Andare in pensione per molti è senz'altro un sogno. Ma non è sempre così. Per alcuni, invece, invasi da un pesante senso di inutilità, la sindrome da pensionamento, non è piacevole. Ed oggi sul mercato esiste un gran numero di risorse senior che difficilmente riesce a trovare una collocazione. La Ferrero, ad esempio, tramite la sua fondazione, offre la possibilità alla persona in pensione, di proseguire un cammino di crescita anche nella dimensione post-lavorativa, fornendo sostegno e collaborazione ai progetti culturali della fondazione stessa.
I senior sono una categoria chiamata a un passaggio ideale del testimone alle nuove generazioni: un passaggio che non è solo di 'cose' fatte o non fatte, ma anche e soprattutto di conoscenze e valori. Anche perché l'Europa è nel pieno di un'emergenza demografica, con una popolazione sempre più vecchia che non viene rimpiazzata da nuove generazioni. Per l'Ue la parola chiave è accesso al lavoro per tutti: giovani e over-50. Tanto da presentare una proposta per il 2012 come 'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà fra le generazioni', per sottolineare il contributo che gli anziani apportano alla società.
Come strumento dell'Age Management in Europa si sta radicando il ricorso al temporary management come uno dei modelli privilegiati per gestire l'accelerazione del cambiamento. Protagonisti di questo trend in crescita sono senior project manager, ex-dirigenti o top manager che svolgono ruoli a 'tempo', a 'tema', o a 'progetto', mettendo in campo le proprie esperienze: una grande risorsa per la comunità. Tra gli over-50 ''il bacino potenziale di energie da preservare e rendere utile è ampio'' spiega all'ADNKONOS, Maurizio Quarta, managing partner di Temporary Management & Capital Advisors e coordinatore chapter italiano dell'Associazione dei temporary manager inglesi, autore del libro 'Soluzione temporary management', (edizioni Franco Angeli) presentato a Roma martedì 30 novembre alle 17,30 presso l'Associazione Civita (Piazza Venezia 11).
Per capire la mole di opportunità, secondo Quarta ''basta applicare la cosiddetta 'regola del 50/50', secondo cui un manager di oltre 50 anni che guadagni più di 50.000 sterline annue è uno dei primi obiettivi di qualsiasi programma di riduzione costi, riorganizzazione o ristrutturazione''. Considerando poi l'aumento della longevità intellettuale ed operativa dei manager (anche solo fino a 65 anni), ecco che ''sul mercato si riversa, e si riverserà in maniera crescente, una quantità significativa di conoscenza e di voglia di fare da incanalare correttamente e salvaguardare''.
Un problema da tener conto, visto che nei prossimi anni la popolazione over 60 aumenterà di oltre 3,5 milioni di unità. Oggi, però, sottolinea Quarta, ''un gran numero di manager arriva impreparato ad affrontare questa grande discontinuità personale: in troppi iniziano a muoversi solamente qualche mese prima di andare in pensione, o, peggio, qualche settimana prima di dover forzosamente lasciare l'azienda, con la profonda convinzione che il pedigree acquisito sia sufficiente per un loro immediato riutilizzo''. Quanto detto porta a riflettere su un punto particolarmente delicato e sensibile a livello personale: ''essere 'lasciati a casa' non è in sè un elemento indicativo del fatto di essere un cattivo manager, ed è capitato a molti di essere stati espulsi dal sistema produttivo per motivi totalmente slegati dalla qualità del proprio lavoro''.
E' il modo, dunque, in cui viene vissuto e metabolizzato un fatto comunque traumatico che crea la differenza e le premesse per una rinascita professionale: quello che conta veramente è non sentirsi ''licenziati dentro''! Come far sì che risorse di qualità non vadano disperse, ma diventino appetibili per le imprese? Ci sono sostanzialmente due modi di guardare al fenomeno e alla sua soluzione, spiega Quarta: ''uno mirato alla ricollocazione tout court del maggior numero possibile di manager, agendo su leve di natura economica e finanziaria (sgravi contributivi, finanziamento per interventi di temporary management e consulenza nelle Pmi); un secondo improntato a concreto pragmatismo, secondo cui il driver principale è costituito dal mercato, sulle cui esigenze va costruito un conseguente programma di riconversione e di re-skilling''.
Parlando di temporary management, secondo Quarta, ''è possibile riconoscere, nel grosso bacino costantemente alimentato da manager in fine carriera, manager in pensione, e manager di prossima espulsione dal sistema produttivo, tre categorie: chi può intraprendere una nuova professione da subito senza grosse difficoltà di riposizionamento (pochi); chi ha le potenzialità, ma necessita di un indirizzamento di base, di una preparazione preliminare e di un rafforzamento di determinate competenze (la popolazione più vasta); chi non potrà mai farlo (pochi)''.
A livello di sistema economico, aggiunge, ''un approccio pragmatico dovrebbe partire dalla considerazione di dare priorità a quelle risorse più facilmente ed immediatamente riconvertibili in funzione dei bisogni del mercato, ossia la prima categoria''. Ma avverte: ''E' solo lavorando bene sulla seconda categoria che si può ottenere un impatto sociale più ampio ed efficace e sviluppare capitale sociale attraverso la costituzione e la riproduzione di relazioni sociali durevoli, costruire anche un modello di successo replicabile''. E perché ciò avvenga è necessario operare per tempo sui manager 'a rischio'.
Ciò va fatto a diversi livelli: quello personale, ''in quanto il manager deve farsi parte attiva nel predisporre un sistema individuale di salvaguardia della propria rivendibilità personale''; quello aziendale, ''in cui l'azienda, nell'ambito del più ampio tema della responsabilità etico-sociale, diventa parte attiva nella definizione di un piano di scivolamento soft verso la pensione o verso un'uscita anticipata'' e quello del sistema economico, che ''deve porre in essere una serie di meccanismi tali da rendere più facile la soluzione del problema ai due livelli precedenti''.

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I Vini Top 2010 secondo Wine Spectator

BEVERFOOD NEWS – Wine Spectator, la cosiddetta “Bibbia del Vino” per tutti gli esperti ed intenditori nel mondo, ha pubblicato la classifica dei migliori vini del mondo secondo le valutazioni degli esperti scelti dalla rivista. Sono nove i vini italiani (di cui ben sette toscani) a rappresentare l’Italia. Oltre al Flaccianello 2007 di Fontodi (ottavo in clasifica), unico nei primi 10, ci sono il Modus 2007 di Ruffino (25.mo posto ), il Brunello di Montalcino Terralsole 2004 (31.mo), l’Amarone della Valpolicella Classico 2006 di Zenato (36.mo), il Chianti Classico Riserva 2007 di Viticcio (40.mo), il Chianti Classico 2007 Castello d’Albola (47.mo), il Pinot Grigio 2008 di Attems (51.mo), il Chianti Rufina Castello di Nipozzano Riserva 2007 di Frescobaldi (65.mo) e il Nobile di Montepulciano 2007 di Avignonesi.

TOP TEN WINES 2010 W.S.:
1. Saxum (California, Usa) - James Berry Vineyard Paso Robles 2007
2. Two Hands (Australia) - Shiraz Barossa Valley Bella’s Garden 2008
3. Peter Michael (California, Usa) - Chardonnay Sonoma County Ma Belle-Fille 2008
4. Revana (California, Usa) - Cabernet Sauvignon St. Helena 2007
5. Altamura (California, Usa) - Cabernet Sauvignon Napa Valley 2007
6. Paul Hobbs (California, Usa) - Pinot Noir Russian River Valley 2008
7. Schild (Australia) - Shiraz Barossa 2008
8. Fontodi (Italia) - Colli della Toscana Centrale Flaccianello 2007
9. Carm (Portogallo) - Douro Reserva 2007
10. Clos des Papes (Francia) - Châteauneuf-du-Pape White 2009
Il miglior vino al mondo, secondo la valutazione della rivista americana, è il Saxum – James Berry Vineyard Paso Robles 2007 dalla California, che ha ottenuto il punteggio di 98/100 (valutazione espressa in centesimi). 5 dei primi 10 vini sono americani. Poi ce ne sono due australiani. Nei primi 10 si piazzano anche l’Italia (una etichetta), la Francia (1 etichetta) ed il Portogallo (1 etichetta). La compilazione delle valutazioni di Wine Spectator è basata sul motto “on quality, value, availability and excitement” (qualità, convenienza, disponibilità, reperibilità e capacità di emozionare), ma ogni anno suscita feroci polemiche soprattutto da parte degli esperti e critici europei. In generale viene rilevata la tendenza di Wine Spectator a privilegiare nella valutazione i territori emergenti del continente americano e australiano, penalizzando invece le zone storiche europee (Francia, Italia e Spagna).
Fra i 9 italiani nella top 100, la Famiglia Frescobaldi è l’unica ad aver piazzato due vini: Attems Pinot Grigio 2008 (51.ma posizione) e Chianti Ruffina del Castello Nipozzano Riserva 2007 (65.ma posizione). "Siamo decisamente entusiasti per questo importante riconoscimento – afferma Leonardo Frescobaldi, Presidente dell’omonima casa vitivinicola toscana –. La critica enologica ha premiato in questo modo la qualità di due tra i nostri migliori prodotti, un vino bianco (Attems) ed uno rosso (Nipozzano). Desidero ringraziare poi i nostri clienti, che hanno decretato il successo di questi vini acquistandoli ogni giorno". Attems Pinot Grigio 2008, è per di più l'unico vino bianco italiano ad essere stato inserito nella graduatoria 2010. Inoltre, è questo il quarto anno che Nipozzano Riserva conquista un piazzamento prestigioso nella Top 100 di Wine Spectator (già con le annate 2002, 2004 e 2005). Un successo ora confermato nel 2010 con il millesimo 2007. Infine, anche quest'anno Nipozzano Riserva è stato inserito nella categoria Smart Buy, di cui fanno parte i vini che si distinguono per l'ottimo rapporto qualità-prezzo.
per consultare la classifica completa dei top 100 di Wine Spectator cfr. http://assets.winespectator.com/wso/pdf/WSTop100AtAGlance2010s.pdf 

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lunedì 29 novembre 2010

Esportazioni di Vino Italiano - Aggiornamento agosto 2010

I volumi hanno ripreso la crescita e siamo ora a 20.3 milioni di ettolitri su base annua e 1.4m per il mese di agosto. La parte volatile dei volumi restano i vini sfusi, che nel mese sono cresciuti del 25% e che restano poco sotto 6.6 milioni di ettolitri annui. Prosegue anche la ripresa degli spumanti che macinano sui volumi record mese dopo mese. Siamo ora a 1.75 milioni di ettolitri annui a 2.36 euro al litro: al precedente picco di meta’ 2009 eravamo arrivati a 1.5 milioni di ettolitri a 2.90 euro al litro. La qualita’ media del prodotto esportato e’ cambiata, presumibilmente trainata dalle categorie di spumante piu’ a buon mercato (Asti e, per certi versi, Prosecco).
Riusciremo a sostenere il ritmo? La rivalutazione dell’euro potrebbe leggermente minare l’andamento dei prossimi mesi (vi ricordo che il dollaro medio del terzo trimestre 2010 era intorno a 1.29 mentre oggi sta intorno a 1.36-1.37). La sensazione diffusa e’ che ci sia un livello di circa 1.40 che e’ un po’ un confine oltre il quale cominciano i problemi per gli esportatori europei. Di sicuro le esportazioni di vino imbottigliato verso gli USA si stanno riprendendo e stanno accelerando: siamo ora a +5% sui 12 mesi contro il +7% della categoria. Cioe’ ci sono 2 punti percentuali di differenza. A fine 2009 i dati erano molto diversi: l’export USA era sotto del 9% rispetto a un calo del 3.5% della categoria dei vini imbottigliati.
Se gli USA stanno accelerando, la Germania sta decelerando, perlomeno sui vini fermi. Le esportazioni di vino imbottigliato sono a +3% nei 12 mesi ma negli ultimi 6 mesi ben 4 hanno segnato un valore negativo (-4% ad agosto). Lo stesso accade sui vini sfusi, dove il ritmo sui 12 mesi oggi segna un -9% (agosto stabile) rispetto a un livello piu’ o meno stabile di inizio anno. Nel segmento dei vini spumanti invece sta succedendo il contrario e ad agosto 2010 il valore delle esportazioni cresce del 20%, quello degli ultimi 12 mesi del 18%. Un rimbalzo essenzialmente spinto dai volumi.

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