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martedì

Accredito pensione: calendario mensile 2018.

Cambiano dal 2018 le date da segnare sul calendario per l’accredito della pensione INPS: dal prossimo anno il pagamento di trattamenti pensionisticiassegnipensioni e indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché delle rendite vitalizie dell’INAIL sui conti correnti postali e bancari sarà nel secondo giorno bancabile e non più nel primo come avveniva finora. Si tratta di una delle novità introdotte dal decreto legge 65/2015 che ha come obiettivo la razionalizzazione delle procedure di pagamento dell’INPS. Novità che sarebbero dovute già entrare in vigore, se il decreto Milleproroghe non avesse fatto slittare al 2018 l’applicazione della normativa.

=>Pensioni 2017 – 2018: calcolo, requisiti e novità

Giorni bancabili

Il decreto Milleproroghe ha infatti modificato l’articolo 6 del decreto 65/2015 nel seguente modo:
“A decorrere dal 1° giugno 2015, al fine di razionalizzare e uniformare le procedure e i tempi di pagamento delle prestazioni previdenziali corrisposte dall’INPS, i trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni e le indennità di accompagnamento erogate agli invalidi civili, nonché le rendite vitalizie dell’INAIL sono posti in pagamento il primo giorno di ciascun mese o i giorno successivo se festivo o non bancabile, con un unico mandato di pagamento ove non esistano cause ostative, eccezion fatta per il mese di gennaio 2016 in cui il pagamento avviene il secondo giorno bancabile. A decorrere dall’anno 2018, detti pagamenti sono effettuati il secondo giorno bancabile di ciascun mese”.
In dettaglio, se si riceve la pensione su conto corrente bancario e il secondo giorno bancabile coincide con il sabato, come avviene per la maggior parte delle scadenze, essendo giorno di chiusura per le banche, il termine per l’accredito della pensione slitterà al lunedì successivo. Diverse le regole per chi riceve la pensione su un conto presso Poste Italiane che invece il sabato sono aperte per mezza giornata.

=> Requisiti pensione dal 2019

Calendario erogazione pensioni 2018

Riassumendo, nel 2018, sono giorni bancabili per Poste Italiane tutti i giorni ad esclusione della domenica, per le banche si esclude anche il sabato. Dunque il calendario completo del 2018 dei giorni in cui verranno accreditati trattamenti pensionistici, gli assegni, le pensioni, le indennità di accompagnamento per gli invalidi civili (INPS) e le rendite vitalizie (INAIL) sono:
  • mercoledì 3 gennaio 2018: Poste Italiane e banche;
  • sabato 3 febbraio 2018: Poste Italiane;
  • lunedì 5 febbraio 2018: banche;
  • venerdì 2 marzo 2018: Poste Italiane e banche;
  • martedì 3 aprile 2018: Poste Italiane e banche;
  • giovedì 3 maggio 2018 (il 1° maggio è festivo): Poste Italiane e banche;
  • lunedì 4 giugno 2018 (il 2 giugno è festivo): Poste italiane e banche;
  • martedì 3 luglio 2018: Poste italiane e banche;
  • giovedì 2 agosto 2018: Poste italiane e banche;
  • lunedì 3 settembre 2018: Poste Italiane;
  • martedì 4 settembre 2018: Banche;
  • sabato 3 novembre 2018 (il 1° novembre è festivo): Poste Italiane;
  • lunedì 5 novembre 2018: Banche;
  • lunedì 3 dicembre 2018: Poste Italiane e banche.
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sabato

Bufera Inps, Mastrapasqua si dimette !

Lo ha reso noto ministero Lavoro. L'ex presidente, al centro di polemiche sia per il numero di incarichi ricoperti che per un'indagine della Procura di Roma su presunte cartelle cliniche truccate e fatture gonfiate, ha ceduto alle pressioni venute da più parti. 
17:31 - Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha ricevuto le dimissioni di Antonio Mastrapasqua dall'incarico di presidente dell'Inps. Lo si legge in una nota del dicastero. Mastrapasqua è al centro di polemiche sia per il numero di incarichi ricoperti che per un'indagine della Procura di Roma su presunte cartelle cliniche truccate e fatture gonfiate. 

Fonte: TGCOM24 - Articolo Completo QUI !

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mercoledì

Come accedere alla pensione: analisi caso per caso

Pensione anticipata, supplementi pensionistici INPS, computo dell'anzianità contributiva e congedi, pensioni di inabilità, opzionalità del sistema di calcolo contributivo:
ecco quando andare in pensione dopo la Riforma Fornero.
Filippo Davide Martucci - gennaio 2013 - Fonte PMI
Pensioni: l'applicazione INPS
delle nuove regole della Riforma,
caso per caso

In questa guida sintetica vediamo come l’INPS applica le “nuove disposizioni in materia di trattamenti pensionistici riguardanti i lavoratori iscritti all’assicurazione generale obbligatoria ed alle forme sostitutive ed inclusive della medesima, nonché alla gestione separata di cui all’art. 2, comma 25 della legge 8 agosto 1995, n. 335”.
Sono le indicazioni fornite alle sedi locali con il Messaggio n. 219 del 4 gennaio scorso, condiviso con il ministero del Lavoro:
(Articolo Completo

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sabato

Gestione separata INPS: chiarimenti su rivalsa al 4% per Professionisti.



Rivalsa al 4% opzionale per tutti i professionisti con Gestione separata ma il pagamento dei contributi è un obbligo, anche per gli autonomi che appartengono a uno studio associato: i chiarimenti INPS.

A fronte dei dubbi sulla corretta applicazione della maggiorazione del 4%, ovvero la rivalsa (articolo 1 comma 212 della legge 23.12.1996 n. 662) per gli iscritti alla Gestione separata, l’INPS ha fornito chiarimenti con il messaggio n. 7751. La principale precisazione sulla rivalsa al 4% in caso di Gestione previdenziale separata riguarda i professionisti che appartengono ad uno studio associato. Fondamentalmente, il professionista membro di uno studio associato ha diritto alla rivalsa del contributo INPS nella misura del 4% dei compensi lordi, «ma rimane contemporaneamente unico soggetto obbligato al pagamento della propria contribuzione alla gestione, a prescindere dal fatto che il cliente paghi o meno la rivalsa», si legge nel messaggio. 
Il chiarimento riguarda quindi l’addebito al 4% dei compensi lordi da parte dei soggetti esercenti per professione abituale, ancorché non esclusiva, attività di lavoro autonomo anche in forma associata, che «sono obbligati al versamento del contributo dovuto alla Gestione separata commisurato ai redditi netti risultanti dalla dichiarazione annuale resa ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e dagli accertamenti definitivi».
I professionisti autonomi possono quindi addebitare ai committenti la rivalsa al 4% del contributo INPS ma la maggiorazione addebitata in fattura ed acquisita a titolo definitivo, precisa l’INPS, rappresenta un’opzione non un obbligo. In questo senso la rivalsa costituisce «oggetto di mero rapporto interno tra cliente e professionista, il quale è l’unico soggetto obbligato al pagamento dei contributi nei confronti dell’INPS, anche se facente parte di studio associato». L’INPS ricorda poi che la rivalsa al 4% riguarda tutti professionisti, senza distinzioni di aliquota contributiva, sia iscritti alla Gestione Separata, che ad altra Cassa professionale autonoma, o titolari di trattamento pensionistico. Ai fini del calcolo, la rivalsa fa riferimento ai compensi lordi e, a differenza di quanto avviene per il reddito netto di lavoro autonomo, per la sua applicazione non è previsto un massimale.
Fonte: INPS – Messaggio n. 7751

lunedì

INPS 2012: servizi online per lavoro e previdenza

Dal primo gennaio 2012 presso l’INPS è scattato un nuovo consistente blocco di procedure che dalla carta passano al canale telematico: dopo il traghettamento su Internet di servizi storici come l’inoltro e la consultazione degli attestati di malattia per il datore di lavoro, la rivoluzione ICT procede verso la sua conclusione. 
Mentre le sedi INPS territoriali sono chiamate a svolgere un ruolo consulenziale, 
Web e telefono diventano i canali - che già oggi sviluppano oltre 600mila contatti al giorno - per rispondere alle domande di procedura ed inoltrare le richieste per prestazioni e servizi. 


IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

Consulenti - Lettera aperta al Governo.

Al Presidente del Consiglio Professor Senatore Mario Monti
Al Ministro del Lavoro e Politiche Sociali Professoressa Elsa Fornero
Al Ministro dello Sviluppo Economico, Infrastrutture e Trasporti Dottor Corrado Passera

Ill.mo Presidente,
Ill.mi Ministri,
ci rivolgiamo a Voi in forma di lettera aperta nella convinzione che la Vostra azione di governo affronterà nodi strutturali e rigidità corporative che rischiano di far inesorabilmente regredire il nostro Paese e che ogni giorno condizionano, sempre più pesantemente, la nostra attività professionale e la nostra vita di cittadini.
La nostra associazione rivendica cittadinanza ai diritti dei lavoratori professionali di nuova generazione. Interpreta il loro spirito di libertà e indipendenza. Promuove la loro visibilità sociale e le iniziative che ne difendono i diritti. Vive della partecipazione e del contributo di tutti loro.
Il nostro lavoro consiste nella prestazione di servizi immateriali, cognitivi, alle imprese, alle istituzioni, alle comunità. Una politica di sviluppo fondata sull’innovazione, sulla libera circolazione dei saperi, sulla tutela dei beni comuni, sulla difesa del territorio dal dissesto idrogeologico, sulla responsabilità sociale dell’impresa, sul valore del lavoro professionale che si apre all’Europa e al mondo, in grado di contrastare l’impoverimento delle intelligenze e delle risorse umane, è quella a noi più congeniale e, crediamo, più in grado di produrre occupazione di qualità e progresso.
1. Oltre la rappresentanza degli interessi, per la cittadinanza dei diritti.
Siamo un ceto sociale escluso dalle tradizionali forme di rappresentanza: ordini professionali, sindacati, associazioni imprenditoriali. Siamo il prodotto più visibile del cambiamento sociale: ne siamo l’avanguardia. Oggi, e domani ancor di più, il percorso lavorativo di ciascuno attraverserà varie tipologie di rapporto lavorativo. Non pensiamo ad un improponibile ritorno al passato, ma vogliamo un futuro di pari opportunità per tutte le forme di lavoro. Per questo rivendichiamo un moderno Stato sociale, eguale per tutti i cittadini e frutto di un’equilibrata imposizione fiscale.
Nello specifico proponiamo:
1.Una consultazione delle parti sociali che tenga presente l’attuale articolazione sociale e riconosca nuovi interlocutori rappresentativi delle nuove modalità lavorative.
2.Riforme strutturali nella direzione di un equo riconoscimento del lavoro autonomo professionale.
3.Iniziative legislative bi-partisan volte a ridisegnare lo Stato sociale, con particolare riferimento al sistema delle pensioni e degli ammortizzatori sociali, in modo che sia socialmente equo nei confronti delle nuove generazioni e più in generale delle nuove tipologie di lavoratori.2. Contro le politiche di cassa, per una nuova Gestione Separata INPS.
Riteniamo insostenibile per la nostra attività lavorativa ed eticamente inaccettabile un sistema previdenziale in cui un professionista con cassa paga il 12-14%, un commerciante o un artigiano il 20-21%, un lavoratore dipendente il 25-26% del costo globale (dato che il 33% di cui si parla è in parte riferito alla sola retribuzione lorda), un professionista senza cassa con partita IVA il 26,72%, ora innalzato a 27,72%.
La Gestione Separata INPS non è mai stata interpretata, da entrambi gli schieramenti politici, come una cassa separata, ma come un serbatoio per fare cassa: dal 10% del 1996 si è arrivati all’attuale 27,72%, producendo attivo per finanziare le passività generate da altre gestioni o gli oneri per ammortizzatori sociali dai quali siamo esclusi.
Noi chiediamo la fine di questa logica e una nuova gestione che garantisca un equo trattamento pensionistico e garanzie di tutela sociale.
Nell’immediato proponiamo:
1) La revisione immediata della norma contenuta nella Legge di Stabilità che innalza al 27,72% il contributo INPS per tutti i lavoratori iscritti alla Gestione Separata.
2) Una omogeneizzazione della nostra situazione contributiva con quella degli altri autonomi (commercianti, artigiani, professionisti con cassa), perché:
■rivendichiamo il nostro status di lavoratori autonomi, superando l’ambigua definizione di parasubordinati, che ci vorrebbe lavoratori dipendenti atipici,
■il peso della contribuzione grava interamente su di noi e non sui nostri committenti,
■siamo sul mercato insieme agli altri autonomi, che, sostenendo costi contributivi più bassi, risultano più competitivi di noi.
3) L’innalzamento della rivalsa contributiva, da rendere obbligatoria, al 10% (ora ferma al 4% come quando l’aliquota INPS era al 10%), la sua esenzione dall’IVA e dalla ritenuta d’acconto, come avviene per altri professionisti.
In prospettiva siamo favorevoli ad un sistema pensionistico uguale per tutti i lavoratori, dipendenti e autonomi, ma chiediamo che in questo percorso la nostra situazione si evolva in parallelo con gli altri autonomi.
3. Una giusta pensione, per un equo patto generazionale.
Sul fronte pensionistico la nostra situazione è particolarmente critica.
Siamo espressione del nuovo mercato del lavoro, in un sistema di welfare ancorato al passato: non siamo tutelati, non solo in termini di mancato guadagno, ma anche di versamenti pensionistici, nelle situazioni di non lavoro per malattia, disoccupazione e lavori di cura.
Per primi sperimenteremo, e in qualche caso stiamo già sperimentando, gli effetti del sistema contributivo, senza che siano stati previsti interventi di transizione.
Siamo vincolati ad una gestione previdenziale rigidamente divisa e perciò ulteriormente penalizzante. Con impossibilità di trasferire verso altre gestioni quanto versato nella Gestione Separata. E penalizzazioni nel meccanismo delle totalizzazioni.
Nell’immediato proponiamo:
1) La piena trasparenza sulle modalità di aggiornamento dei coefficienti di trasformazione.
2) La comunicazione a tutti i contribuenti di proiezioni aggiornate sulla propria pensione (busta arancione), anche al fine di una verifica della sostenibilità sociale del sistema contributivo.
3) L’eliminazione delle finestre di uscita che non hanno motivo di esistere per chi è soggetto al sistema contributivo e sono ulteriormente vessatorie per i lavoratori autonomi: 18 mesi contro i 12 dei lavoratori dipendenti.
4) L’equiparazione ai dipendenti per quanto concerne i benefici fiscali per il finanziamento del pilastro privato, al fine di consentire anche agli autonomi la possibilità di godere un’analoga pensione complementare.
5) La definizione di misure transitorie per chi va in pensione entro i prossimi 10-15 anni, che rischia di non raggiungere neppure la pensione minima o è soggetto a meccanismi di totalizzazione penalizzanti.
In prospettiva siamo favorevoli alla costruzione di una grande INPS che elimini le situazioni di privilegio e quelle di apartheid (come la Gestione Separata). Chiediamo che anche nel sistema contributivo si recuperi la finalità solidaristica delle pensioni, prevedendo una pensione base (aggiuntiva a quella puramente contributiva) legata al numero degli anni lavorati, indipendentemente dai contributi versati e dalla tipologia di lavoro svolto.
4. Una fiscalità equa, per la tutela dei diritti del lavoro indipendente.
Una prima considerazione riguarda l’emergenza attuale: se si dovesse procedere verso ulteriori aumenti della tassazione indiretta al fine di finanziare una diminuzione del costo del lavoro, riteniamo inopportuno l’aumento dell’IVA sulle prestazioni professionali perché si tradurrebbe in innalzamento del costo del lavoro indipendente. Allo stesso tempo se l’abbassamento del costo del lavoro venisse perseguito con un abbattimento dell’IRAP, per essere equo dovrebbe riguardare anche il lavoro indipendente.
Ci sono poi discriminazioni normative che riflettono un’impostazione che privilegia negoziazioni settoriali piuttosto che riconoscere diritti universali: su questo sollecitiamo un intervento perequativo.
Nell’immediato proponiamo:
1) Esenzione delle prestazioni professionali da qualsiasi aumento dell’IVA: il lavoro non è una merce.
2) Estensione dell’eventuale abbattimento dell’IRAP e/o di altre imposte sul lavoro anche al lavoro indipendente, nel caso in cui sussistono i presupposti per l’applicazione delle imposte stesse.
3) Equiparazione ai lavoratori dipendenti in fatto di detrazioni per familiari a carico.
4) Revisione del sistema di spese deducibili inerenti l’attività, in linea con le esigenze del nuovo lavoro professionale autonomo: in particolare evidenziamo la necessità di prevedere la totale deducibilità delle spese in formazione.
4) Semplificazione burocratica e superamento di misure nate per le imprese: IRAP, anticipo IVA e interesse per IVA trimestrale.
5. Contro elusione ed evasione, per una simmetria di diritti.
Siamo favorevoli ad ogni misura che favorisca la trasparenza e la tracciabilità e che permetta il controllo di evasione ed elusione. Come avviene già oggi per chi come noi eroga servizi ad aziende ed enti pubblici, con fatturazione regolare di tutte le prestazioni.
Chiediamo allo stesso tempo un confronto più equilibrato con l’Agenzia delle Entrate e simmetria di diritti fra cittadino e Stato in tutte le pratiche di accertamento.
Nell’immediato proponiamo:
1) la convocazione del contribuente da parte dell’Agenzia delle Entrate prima dell’applicazione di sanzioni pesanti;
2) il rimborso delle spese sostenute dal contribuente in risposta a contestazioni fiscali o entro un contenzioso con l’Agenzia delle Entrate, quando dimostra di essere stato corretto;
3) l’utilizzo degli studi di settore e del redditometro esclusivamente come strumenti indicativi, senza scaricare sul contribuente l’onere della prova, non di rado impossibile da fornire.
6. Un’equa protezione, per malattia e degenza ospedaliera.
Oggi i lavoratori indipendenti non hanno alcuna copertura della malattia domiciliare e hanno diritto ad un’indennità modesta in caso di malattia ospedaliera.
La nostra proposta è quella di incentivare il ricorso allo strumento dell’assicurazione con società di mutuo soccorso, per garantire un’equa copertura della malattia, sia domiciliare sia ospedalizzata.
Proponiamo:
1) Opting out dall’INPS per la malattia, quindi riduzione del contributo INPS dallo 0,72% allo 0,25%, quota stimata per la copertura della maternità (attualmente versiamo lo 0,72%, l’INPS restituisce tra malattia e gravidanza lo 0,33%).
2) La stipulazione di una convenzione assicurativa facoltativa con società di mutuo soccorso che garantisca un’indennità in caso di malattie che comportino un’inabilità al lavoro superiore a 8 giorni (o per periodi più brevi e ripetuti, legati a patologie molto gravi e opportunamente dimostrate) a tutti gli assicurati, proporzionalmente a quanto versato annualmente. Con deducibilità fiscale di tali oneri.
Nella certezza che la Vostra azione di governo vorrà affrontare i temi di questa lettera aperta, confidiamo in un Vostro interessamento personale per rendere possibile un ampio confronto fra le parti sociali al quale anche la nostra Associazione potrà dare il proprio contributo propositivo.
Nel ringraziare, Vi formuliamo i migliori auspici di buon lavoro.
Il Consiglio Direttivo ACTA.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì

Servizi INPS: incasso esecutivo senza cartella esattoriale Equitalia.

Partiti i primi avvisi INPS di addebito esecutivo in virtù del decreto legge 78, abbandonando lo strumento della cartella esattoriale Equitalia: attenzione alle regole, pena la nullità dell'avviso.
Servizi INPS non solo online ma anche per posta o "di persona": purtoppo, infatti, sono state consegnate e partite, ed ora arrivate, le prime notifiche di incasso esecutivo indirizzate ad aziende e soggetti debitori dell'Ente, che si avvale dunque della misura introdotta con la manovra estiva (decreto legge n.78).
Con il nuovo meccanismo, si datto si abbandona lo strumento della cartella esattoriale, passando alla notifica dell'avviso di addebito con valore di titolo esecutivo.
Validità notifica di incasso esecutivo.
I primi avvisi sono stati inviati lo scorso 20 giugno nei confronti di imprese e altri contribuenti che risultano debitori nei confronti dell'INPS. Tuttavia, è bene verificare alcuni punti dell'avviso per stabilirne la validità. Innanzitutto devono essere presenti il corretto codice fiscale del soggetto tenuto al versamento, il periodo di riferimento del credito, la causale, gli importi addebitati ripartiti tra quota capitale, sanzione ed eventuali interessi, e l'indicazione dell'agente della riscossione competente.
Inoltre deve essere chiaramente scritto che gli importi oggetto dell'avviso sono dovuti entro 60 giorni dalla notifica, che deve avvenire da parte di messi abilitati, e cioè personale del Comune o degli agenti della Polizia Municipale.
In ogni caso, la notifica - che può avvenire anche attraverso raccomandata con avviso di ricevimento - continua ad essere anticipata dal cosiddetto avviso bonario, come precisato dall'INPS nella circolare n. 168/2010.In questo caso il debitore può regolarizzare la sua posizione entro 30 giorni, riparando al danno od eventualmente presentando ricorso in caso di importo già pagato.
Fonte: INPS

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

Previdenza, la gestione separata va sul web

Dal 1° giugno registrazioni all'Inps solo per via telematica.
Addio al canale cartaceo. Accesso diretto con Pin oppure attraverso il portale dell'istituto. La gestione separata trasloca sul web. Il 31 maggio, infatti, chiude il canale «cartaceo» d'iscrizione, tramite posta o presso uno sportello dell'Inps. E dal 1° giugno il canale online, operativo dal 2009, diventa la modalità esclusiva per registrarsi all'Inps tramite internet con accesso diretto del cittadino munito o meno di Pin; chiamando il contact center al numero verde 803164; o tramite intermediari. La novità rientra nel piano di digitalizzazione e vede l'utilizzo esclusivo del canale telematico per la presentazione delle principali domande relative a servizi e prestazioni.
La gestione separata Inps.
La «gestione separata» è un fondo pensionistico che viene gestito dall'Inps finanziato dai contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati, nato dalla cosiddetta riforma Dini del sistema pensionistico (la legge n. 335/1995). Scopo della riforma pensionistica era, tra l'altro, assicurare la tutela previdenziale a quelle categorie di lavoratori fino ad allora escluse da coperture assicurative ai fini pensionistici. Ciò è avvenuto, essenzialmente, in tre modi:
1. con costituzione di nuovi fondi previdenziali, cosa che è avvenuta con il dlgs n. 103/1996;
2. con l'aggregazione di alcune categorie di professionisti a casse professionali già esistenti;
3. con la previsione dell'iscrizione obbligatoria all'Inps per le figure di lavoratori escluse da ogni obbligo contributivo, mediante istituzione e costituzione della gestione separata.
Nello specifico l'obbligo d'iscrizione alla gestione separata veniva previsto solo a carico di alcune figure di lavoratori e, in particolare:
di tutte le categorie residuali di liberi professionisti, per i quali non era prevista una specifica cassa previdenziale. Nella fattispecie, oggi, vanno ricompresi anche i professionisti che hanno la propria cassa previdenziale, ma nel caso in cui, ai sensi del regolamento di tale cassa, l'attività non sia iscrivibile. Può essere il caso, ad esempio, di un ingegnere che contemporaneamente all'attività professionale svolge anche attività di lavoro dipendente;
della quasi totalità delle forme di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), che fino ad allora non avevano beneficiato di alcuna disciplina specifica, né giuridica e né previdenziale;
della categoria dei venditori a domicilio.
Successivamente, la platea degli obbligati alla gestione separata è stata ampliata ed estesa andando a comprendere molte altre categorie di lavoratori e redditi (si veda tabella).
Chi deve iscriversi alla gestione separata Inps.
Tutte le categorie residuali di liberi professionisti, senza una specifica cassa previdenziale
Tutte le forme di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), anche nella modalità del lavoro a progetto.
Venditori a domicilio.
Spedizionieri doganali non dipendenti (dal 1° gennaio 1998).
Assegni di ricerca.
Beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato (dal 1° gennaio 1999).
Amministratori locali (dal 21 agosto 1999).
Beneficiari di borse di studio a sostegno della mobilità internazionale degli studenti (da maggio a dicembre 2003) e di assegni per attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e recupero.
Lavoratori autonomi occasionali (dal 1° gennaio 2004).
Associati in partecipazione con apporto di solo lavoro (dal 1° gennaio 2004).
Medici con contratto di formazione specialistica (a decorrere dall’anno accademico 2006/2007).
Volontari del Servizio civile nazionale (avviati dal 2006 al 2008).
Prestatori di lavoro occasionale accessorio (dal 2008, con contributo incluso nel voucher).
Trasloco sul web.
L'iscrizione online alla gestione separata è possibile sin dal 2009, ma come via alternativa al canale cartaceo tradizione (posta e sportello). A partire dal 1° giugno, invece, la modalità telematica è esclusiva e la presentazione delle domande d'iscrizione può avvenire esclusivamente tramite uno dei seguenti canali:
web, servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite Pin o senza Pin attraverso il portale dell'Inps;
contact center multicanale, al numero verde 803164, tramite Pin o senza Pin;
intermediari dell'istituto di previdenza, attraverso i consueti servizi telematici.
Iscrizione tramite web (cittadini).
Il servizio è disponibile sul sito internet dell'Inps (http://www.inps.it/), nella sezione «servizi online». Le opzioni offerte sono tre: le prime due consentono l'iscrizione con autenticazione tramite il codice Pin o con autenticazione tramite Cns, l'ultima senza Pin con il solo utilizzo del codice fiscale, ma in questo caso il contact center provvederà a richiamare l'interessato per la conferma dei dati. La possibilità d'iscrizione senza Pin resta possibile sino al 30 settembre; tuttavia, contestualmente alla conferma dei dati, l'operatore di contact center attiverà il percorso per l'assegnazione del Pin al soggetto presentatore della domanda di iscrizione. A partire dal 1° ottobre non saranno più accettate iscrizioni da parte di soggetti non identificabili tramite Pin.
Iscrizione tramite contact center.
Gli utenti che non hanno possibilità o facilità di utilizzo di strumenti informatici possono avvalersi della comunicazione telefonica, rivolgendosi al contact center che risponde al numero verde 803.164 che acquisisce la domanda d'iscrizione dopo l'autenticazione del soggetto dichiarante. Tale autenticazione avviene con Pin online e codice fiscale ed è necessaria. Anche in questo caso, fino al 30 settembre saranno acquisite pure le comunicazioni di soggetti sprovvisti di Pin e contestualmente all'accettazione della comunicazione, l'operatore del contact center attiverà la procedura di l'assegnazione del Pin online dal 1° ottobre non saranno più accettate comunicazioni da parte di soggetti non autenticati tramite Pin online.
Iscrizione tramite intermediario.
Il servizio è fruibile da parte dei richiedenti intermediari abilitati con le funzioni che consentono la trasmissione telematica delle domande. Per l'accesso al servizio è sempre richiesta l'autenticazione tramite Pin rilasciato dall'Inps, oppure tramite Cns (carta nazionale dei servizi) rilasciata da una pubblica amministrazione, oppure tramite altro dispositivo (smart card, chiavetta Usb) contenente «certificato digitale di autenticazione personale» rilasciato da apposito ente certificatore rispondente agli standard definiti perla Cns. Effettuata l'autenticazione l'intermediario può procedere prima alla compilazione e successivamente all'invio della domanda d'iscrizione.
Autore: Daniele Cirioli
Fonte: ItaliaOggi Sette - 30 Maggio 2011
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{ Previdenza } - { INPS }

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

martedì

Equitalia contro le Pmi: denuncia Confartigianato.

di Alessandro Vinciarelli
Confartigianato Imprese Crotone chiede un tavolo di confronto su Equitalia, evidenziando gravi criticità nel sistema esattoriale che penalizzano in primo luogo le Pmi.
Confartigianato Imprese Crotone si schiera contro Equitalia - società pubblica (Agenzia delle Entrate e INPS) incaricata di riscuotere tasse e contributi Inps e IVA, multe e canone Rai - per l'accanimento nei confronti delle Pmi. «La nostra Associazione condivide appieno gli sforzi per individuare e punire gli evasori. Tuttavia facciamo rilevare come negli ultimi tempi si è verificato un vero e proprio accanimento contro i contribuenti più piccoli, magari con debiti verso lo Stato di sole poche migliaia di euro».
Il sistema dei pagamenti delle cartelle esattoriali di Equitalia presenta criticità da risolvere per non compromettere la situazione delle imprese del territorio, già minata dalla crisi.
Una persecuzione effettuata da Equitalia nei confronti delle piccole imprese fatta di multe, canoni e Tarsu, che Confartigianato Imprese Crotone denuncia insieme alla percezione che la devastante recessione che le Pmi stanno vivendo sia ancora sottovalutata da molti.
«Non vogliamo arrivare a parlare di "caccia alle streghe". Sappiamo bene che la legge non può accorgersi della differenza tra i debitori, di chi ha evaso con dolo o meno ma certamente tra grandi e piccoli forse farebbe bene a farlo». Tuttavia, tra le criticità evidenziate, non si motiva l'interesse del 9% che intasca Equitalia su ogni debito contestato: «una vera e propria gabella che si calcola sull'importo già maggiorato delle sanzioni e non sul debito reale: in pratica più cartelle spediscono, più fanno incassi».
Per chi ha richiesto la rateizzazione dei debiti contributivi basta saltare anche un solo termine di pagamento, o effettuare un versamento inferiore a quello concordato per vedersi cancellato il beneficio e tutte le facilitazioni connesse; tra i vantaggi che scompaiono con l'inosservanza del piano di rateizzazione c'è anche il rilascio DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva)».
A tutto ciò si aggiunge la necessità dell'Agenzia delle Entrate di «scovare parecchi miliardi di euro che oggi le sfuggono» e per questo da quest'anno Equitalia avrà più potere andando ad agire in campi finora riservati all'Agenzia, quindi direttamente sui contribuenti con delle indagini finanziarie, «avrà poteri superiori perfino alla Guardia di Finanza».

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

Pensioni: la Bomba delle Partite IVA

La Rete, come ha scritto anche Cristina Maccarrone su Walkonjob sta diffondendo a ritmo vertiginoso la dichiarazione di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, che a margine di un convegno ha detto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale". Questo è o sarà a breve un fatto politico che, lungi il catastrofismo apocalittico, causerà sommosse di piazza.

I contributi degli iscritti alla gestione separata dell'Inps nella quale rientrano, fra gli altri, collaboratori a progetto e liberi professionisti stanno pagando contributi per ripianare i buchi dell'istituto di previdenza e pagare le pensioni di oggi.
Pensioni censurate: precari e partite Iva, l'Inps ruba il futuro in busta paga. Parla Anna Soru (Acta)

Pubblicato da Eleonora Bianchini alle 11:45

"Ci bastonano senza pudore ormai. E sono ben consapevoli che scatterebbe la rivolta sociale, per cui è meglio stare zitti". La Rete, come ha scritto anche Cristina Maccarrone su Walkonjob sta diffondendo a ritmo vertiginoso la dichiarazione di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, che a margine di un convegno ha detto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

Questo è o sarà a breve un fatto politico che, lungi il catastrofismo apocalittico, causerà sommosse di piazza. I contributi degli iscritti alla gestione separata dell'Inps nella quale rientrano, fra gli altri, collaboratori a progetto e liberi professionisti stanno pagando contributi per ripianare i buchi dell'istituto di previdenza e pagare le pensioni di oggi. Ovvero di chi, prima della riforma, era a regime retributivo. I sindacati difendono i loro iscritti e tacciono sulla dichiarazione di Mastrapasqua. Noi abbiamo approfondito lo scenario insiema ad Anna Soru, Presidente di Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato.
"La situazione è drammatica per tutti quelli iscritti alla gestione separata, sia collaboratori che partite Iva", spiega Anna. "In qualche modo siamo tutti precari".
Cosa pensi delle dichiarazioni di Mastrapasqua?
Ha confermato quello che diciamo da sempre. Ma credevamo che quanto meno sopravvivesse ancora il pudore.
E' sorprendente che nessuno reagisca. Non c'è la consapevolezza di quello che spetta con la gestione separata. Nei mesi scorsi abbiamo fatto una campagna per richiedere l'invio della busta arancione(che fornisce una proiezione annuale della pensione totale maturata da ogni lavoratore, ndr) ai liberi professionisti. Anche Sacconi aveva garantito l'invio a giugno, ma non si è visto nulla. Poi è arrivata la smentita dell'Inps che non prometteva più le proiezioni ma il conteggio di quanto era stato versato.
L'Inps ha comunicato infatti di fornire user e password per verificare online i contributi versati.
Anche questa strategia è solo un deterrente per insabbiare l'informazione. Tanti per pigrizia non vanno sul sito, ma aprono la posta che arriva a casa. E ripeto, le informazioni che vengono fornite dal sito sui contributi versati non sono leggibili in termini pensionistici.
I sindacati hanno reagito?
No, non hanno fatto nulla. Difendono i tesserati, chi è già in pensione o chi deve andarci. E che ha la gestione separata e ricade nel sistema contributivo generalmente non è iscritto.
Quindi a chi rivolgersi?
Acta sta valutando cosa fare, certamente useremo la Rete. Mastrapasqua sa benissimo che scoppierebbe la rivolta sociale se i lavoratori fossero informati. La proposta di Cazzola e Treu vuole modificare in senso migliorativo la riforma delle pensioni. Il fatto è che hanno risolto il problema del bilancio dell'Inps nelle nostre tasche. Non puoi chiedere il 26% di contributi se in cambio riceverai una pensione ridicola.
La riforma delle pensioni è stata il punto di rottura.
Sì, il nostro sistema è passato da retributivo a contributivo. Adesso è proporzionale a quanto hai versato, ma i coefficienti sono molto bassi e la rivalutazione è legata al Pil, peggiorato ora con la recessione. Per intenderci, anche se hai versato una cifra cospicua, la pensione lorda sarà intorno al 40% dell'ultimo reddito, nel peggiore dei casi al 30%.
Quindi tutti i lavoratori della gestione separata condividono lo stesso futuro pensionistico.
Sì. In particolare, tutti gli iscritti alla gestione separata rientrano nel regime contributivo. Negli anni Novanta, ai tempi della riforma, si pensava a un meccanismo per frenare la spesa pensionistica. Il risultato è che chi lavorava allora ha scaricato i costi sui lavoratori di oggi. I primi col nuovo regime andranno in pensione intorno al 2030. Quindi non fanno notizia e sono ancora meno numerosi, nonostante il trend in ascesa.
Negli altri paesi i lavoratori a gestione separata, però, riescono a fare proiezioni.
Sì, tutto è cominciato nei paesi del Nord. Sarebbe civile informare i lavoratori che almeno potrebbero pensare a una pensione integrativa. Certo, ma maggior parte non se lo può permettere visto che versa all'Inps il 26% dello stipendio.
In tanti hanno proposto in Rete di non pagare più i contributi.
Non è facile. Le multe sono carissime. O smetti di lavorare o paghi.

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