Un ingegnere fu chiamato a riparare un computer molto grande ed estremamente complesso, un computer del valore di 12 milioni di dollari.
Sedutosi di fronte allo schermo, premuti alcuni tasti, annuì, mormorò qualcosa tra se e lo spense.
Prese un piccolo cacciavite dalla tasca e girò a metà a una piccola vite. Poi accese di nuovo il computer e scoprì che funzionava perfettamente.
Il presidente della società fu felice e si offrì di pagare il conto sul posto.
- Quanto le devo? chiese.
- Viene mille di dollari, se non vi dispiace.
- Mille dollari? Mille dollari per un paio di minuti di lavoro? Mille dollari, semplicemente girando una piccola vite? Io so che il mio computer costa 12 milioni di dollari, ma mille dollari è un importo pazzesco!
Pagherò solo se mi invia una fattura dettagliata a giustificare perfettamente questa cifra.
Il tecnico annuì e se ne andò.
La mattina dopo, il Presidente ricevette la fattura, lesse attentamente, scosse la testa e procedette a pagare, senza indugio..
La fattura diceva:
Servizi offerti:
- Serrare una vite ............................Dollari 1
- Sapere quale vite serrare .............Dollari 999
Per i professionisti che ogni giorno affrontano il disprezzo di coloro che per ignoranza non riescono a capire.
RICORDATE !!!
"Si vince per quel che si sa, non per quel che si fa".
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sabato
mercoledì
SALVINI: RIVA DESTRA IN PIAZZA SABATO PER UN UNICO FRONTE NAZIONALE E SOCIALE.
"La mattina anche al convegno 'Mille Patrie per l'Italia', con Salvini".
ROMA, 25 feb - "Sabato in Piazza del Popolo ci saremo anche noi: guardiamo alla nascita di un unico fronte nazionale e sociale per salvare la nostra Patria dal renzismo e da un'Europa che non è quella che per decenni abbiamo sognato".Lo dichiara in una nota il portavoce nazionale del Movimento Riva Destra, Alfio Bosco.
"Riva Destra - continua la nota - sarà presente con delegazioni da varie regioni (Sicilia, Puglia, Calabria, Umbria, Marche ed Emilia Romagna), oltre che con il Comitato Romano, con il suo Segretario Nazionale Fabio Sabbatani Schiuma e il Presidente onorario Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
La mattina - prosegue la nota - sempre di sabato, parteciperemo al convegno Mille Patrie per l'Italia, organizzato dal Il Talebano, che avrà come relatori il segretario federale delle Lega Matteo Salvini, il capogruppo della Lega al Parlamento europeo Lorenzo Fontana, il capogruppo della Lega alla Camera dei deputati Raffaele Volpi,Vincenzo Sofo, presidente del circolo culturale Il Talebano, il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, il sociologo leghista Fabrizio Fratus e i rappresentanti di diversi movimenti italiani interessati dal progetto patriottico europeo che in quella sede verrà inaugurato.
Riva Destra - conclude la nota - sta guardando sempre più da vicino la parabola ascendente di Matteo Salvini, come una speranza per chi ha avuto la propria casa bombardata dai fallimenti di Fini e della sua classe dirigente di vecchi colonnelli. Una speranza per chi da tempo lavora con enormi difficoltà per ricostruirla, nuova, pulita e proprio senza mobili vecchi e tarlati".
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martedì
"La mia cena con il Califfo, fa i suoi affari, beve ed è gay".
Davide Bellomo parla a Il Tempo del suo incontro con il capo degli jihadisti dell'Isis: "Loro si occupano molto di comunicazione e il terrorismo in questo momento è comunicazione".
"Ho incontrato Abu Bakr al Baghdadi circa otto mesi fa durante una cena perché dovevo capire l'evolversi di una certa situazione. Non mi sono presentato con il mio vero nome ed ero seduto al tavolo con altre persone". Le rivelazioni choc sono di Davide Bellomo che, parlando con "Il Tempo", ha detto di aver avuto modo di incontrare il Califfo dello Stato islamico, il capo degli jihadisti dell'Isis, l'uomo in questo momento in cima alla black-list dei terroristi ricercato dalle Intelligence di tutto il mondo. Un incontro sconvolgente e incredibile, che sarebbe avvenuto in un luogo non meglio identificato. Forse Bellomo ha visto dal vivo il terribile al Baghdadi in Siria. Su questo dettaglio, durante l'intervista, dice di voler rimanere vago per motivi di sicurezza e segretezza. Bellomo attualmente lavora presso Peace operation training institute che, in collaborazione con l'Onu si occupa di offrire assistenza e progetti per il sostegno della pace attraverso aiuti umanitari e operazioni di sicurezza ed è esperto di comunicazione strategica in situazioni di crisi.
Fonte: IL TEMPO - Qui l'Articolo.
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"Ho incontrato Abu Bakr al Baghdadi circa otto mesi fa durante una cena perché dovevo capire l'evolversi di una certa situazione. Non mi sono presentato con il mio vero nome ed ero seduto al tavolo con altre persone". Le rivelazioni choc sono di Davide Bellomo che, parlando con "Il Tempo", ha detto di aver avuto modo di incontrare il Califfo dello Stato islamico, il capo degli jihadisti dell'Isis, l'uomo in questo momento in cima alla black-list dei terroristi ricercato dalle Intelligence di tutto il mondo. Un incontro sconvolgente e incredibile, che sarebbe avvenuto in un luogo non meglio identificato. Forse Bellomo ha visto dal vivo il terribile al Baghdadi in Siria. Su questo dettaglio, durante l'intervista, dice di voler rimanere vago per motivi di sicurezza e segretezza. Bellomo attualmente lavora presso Peace operation training institute che, in collaborazione con l'Onu si occupa di offrire assistenza e progetti per il sostegno della pace attraverso aiuti umanitari e operazioni di sicurezza ed è esperto di comunicazione strategica in situazioni di crisi.
Fonte: IL TEMPO - Qui l'Articolo.
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lunedì
Carabiniere vessato per 25 anni. La sua colpa? Denunciare l'illegalità.
Per avere denunciato le illegalità di alcuni colleghi e superiori si era ritrovato lui stesso sul banco degli imputati. Agostino De Pasquale, appuntato dei Carabinieri, ha vissuto sulla sua pelle 25 anni di mobbing, vessazioni e ritorsioni per aver tentato di fare in modo onesto il suo lavoro. Ed anche quando, recentemente, sembrava aver ottenuto una tardiva giustizia, il calvario è puntualmente ricominciato.
UN DUPLICATO DI TROPPO - Tutto inizia nel 1985 quando De Pasquale, originario di Marsala, svolgeva servizio di vigilanza presso la Banca d'Italia di Trapani «Durante i cambi di servizio – racconta ad Affari – dovevano presenziare obbligatoriamente i nostri sottufficiali che avevano il compito di aprire ad i militari che entravano ed a quelli che smontavano dal servizio. Poi dovevano riportare le chiavi al comando provinciale. Una mattina noi ci ritroviamo con un duplicato di queste chiavi all'interno della Banca d'Italia, probabilmente fatto fare da due marescialli e da un brigadiere. In sostanza era un escamotage con cui i nostri superiori evitavano di dover venire a sorvegliare le nostre uscite e le nostre entrate: noi militari dunque avevamo il possesso indiscriminato di questo duplicato con il rischio che qualcuno potesse farne altre copie e metterle nelle mani di qualche sconosciuto. Così ho avvertito il mio capitano ma lui fece finta di nulla. Allora decisi di mettere le chiavi al sicuro portandole al direttore della banca. Nei confronti di due marescialli inizierà in seguito un processo penale che li porterà nel 1998 ad una condanna quando non erano più in servizio. Altri invece furono graziati e continuarono a lavorare. Nei miei confronti invece scatterà una soffocante serie di ritorsioni».
MORSA ASFISSIANTE - L'appuntato inizia a subire una serie di provvedimenti disciplinari per i motivi più disparati. Viene più volte trasferito come quella volta che lo mandano a Palermo nel nucleo di scorta ai magistrati, in un periodo in cui gli attacchi mafiosi erano all'ordine del giorno. De Pasquale ha la scomoda etichetta di carabiniere scomodo. Nel 1987 viene trasferito a Mazara del Vallo dove si scontra di nuovo con il muro di gomma. Subisce altri procedimenti disciplinari che in alcuni casi sfociano in azioni penali. Viene ad esempio accusato di aver abusato di una signora durante un'operazione di servizio. Da quella come da altre accuse verrà in seguito sempre assolto per non aver commesso il fatto. Durante il periodo a Mazara viene anche denunciato per calunnia nei confronti di alcuni superiori. Agostino aveva infatti denunciato alcuni colleghi per collusioni con la criminalità Sospetti che si riveleranno confermati quando un brigadiere verrà sorpreso mentre commetteva estorsioni insieme ad un noto personaggio della malavita. Nonostante questo, la morsa dei suoi superiori si stringe sempre di più su di lui. Subisce altri trasferimenti, anche particolarmente onerosi per l'Arma dei Carabinieri.
RIFAREI TUTTO - Viene spedito in Sardegna per tenerlo “sotto controllo” perché considerato non idoneo. Dopo ulteriori cambi di mansione nel 1997 decide di chiedere il pensionamento: «Mi volevano far dichiarare pazzo, sottoponendomi anche a visite psichiatriche. Non ce la facevo più. In questi anni ho speso più di mille euro in raccomandate inviate alle varie istituzioni senza ricevere mai una risposta. Ho manifestato anche davanti al Quirinale. Dopo che tutti i procedimenti penali a cui ero stato sottoposto ingiustamente si sono chiusi con la mia assoluzione, ho chiesto di rientrasre in servizio anche perché c'è una legge che me lo consentiva. A Roma sono riuscito a incontrare l'ex ministro La Russa e così nel 2011 sono entrato in servizio. Ma purtroppo il clima non è cambiato: continuano a farmela pagare per quello che avevo denunciato nel 1985. Subisco continuamente mobbing, trasferimenti lontano da casa e il mio stipendio non arriva neanche 800 euro. Inoltre per il impedirmi il passaggio al grado superiore c'è una valutazione assurda di un vicecomandante che mi considera non idoneo a far parte dell'Arma dal 1998 al 2011: come hanno fatto a redigere questo parere se io non ero nemmeno in servizio in quel periodo? Se ripenso a tutto quello che ho passato ed alle sofferenze personali ed economiche subite da me e dalla mia famiglia non so dire come sarebbe stato meglio agire. Probabilmente, seguendo il cuore, rifarei tutto».
di Fabio Frabetti - Affari Italiani
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UN DUPLICATO DI TROPPO - Tutto inizia nel 1985 quando De Pasquale, originario di Marsala, svolgeva servizio di vigilanza presso la Banca d'Italia di Trapani «Durante i cambi di servizio – racconta ad Affari – dovevano presenziare obbligatoriamente i nostri sottufficiali che avevano il compito di aprire ad i militari che entravano ed a quelli che smontavano dal servizio. Poi dovevano riportare le chiavi al comando provinciale. Una mattina noi ci ritroviamo con un duplicato di queste chiavi all'interno della Banca d'Italia, probabilmente fatto fare da due marescialli e da un brigadiere. In sostanza era un escamotage con cui i nostri superiori evitavano di dover venire a sorvegliare le nostre uscite e le nostre entrate: noi militari dunque avevamo il possesso indiscriminato di questo duplicato con il rischio che qualcuno potesse farne altre copie e metterle nelle mani di qualche sconosciuto. Così ho avvertito il mio capitano ma lui fece finta di nulla. Allora decisi di mettere le chiavi al sicuro portandole al direttore della banca. Nei confronti di due marescialli inizierà in seguito un processo penale che li porterà nel 1998 ad una condanna quando non erano più in servizio. Altri invece furono graziati e continuarono a lavorare. Nei miei confronti invece scatterà una soffocante serie di ritorsioni».
MORSA ASFISSIANTE - L'appuntato inizia a subire una serie di provvedimenti disciplinari per i motivi più disparati. Viene più volte trasferito come quella volta che lo mandano a Palermo nel nucleo di scorta ai magistrati, in un periodo in cui gli attacchi mafiosi erano all'ordine del giorno. De Pasquale ha la scomoda etichetta di carabiniere scomodo. Nel 1987 viene trasferito a Mazara del Vallo dove si scontra di nuovo con il muro di gomma. Subisce altri procedimenti disciplinari che in alcuni casi sfociano in azioni penali. Viene ad esempio accusato di aver abusato di una signora durante un'operazione di servizio. Da quella come da altre accuse verrà in seguito sempre assolto per non aver commesso il fatto. Durante il periodo a Mazara viene anche denunciato per calunnia nei confronti di alcuni superiori. Agostino aveva infatti denunciato alcuni colleghi per collusioni con la criminalità Sospetti che si riveleranno confermati quando un brigadiere verrà sorpreso mentre commetteva estorsioni insieme ad un noto personaggio della malavita. Nonostante questo, la morsa dei suoi superiori si stringe sempre di più su di lui. Subisce altri trasferimenti, anche particolarmente onerosi per l'Arma dei Carabinieri.
RIFAREI TUTTO - Viene spedito in Sardegna per tenerlo “sotto controllo” perché considerato non idoneo. Dopo ulteriori cambi di mansione nel 1997 decide di chiedere il pensionamento: «Mi volevano far dichiarare pazzo, sottoponendomi anche a visite psichiatriche. Non ce la facevo più. In questi anni ho speso più di mille euro in raccomandate inviate alle varie istituzioni senza ricevere mai una risposta. Ho manifestato anche davanti al Quirinale. Dopo che tutti i procedimenti penali a cui ero stato sottoposto ingiustamente si sono chiusi con la mia assoluzione, ho chiesto di rientrasre in servizio anche perché c'è una legge che me lo consentiva. A Roma sono riuscito a incontrare l'ex ministro La Russa e così nel 2011 sono entrato in servizio. Ma purtroppo il clima non è cambiato: continuano a farmela pagare per quello che avevo denunciato nel 1985. Subisco continuamente mobbing, trasferimenti lontano da casa e il mio stipendio non arriva neanche 800 euro. Inoltre per il impedirmi il passaggio al grado superiore c'è una valutazione assurda di un vicecomandante che mi considera non idoneo a far parte dell'Arma dal 1998 al 2011: come hanno fatto a redigere questo parere se io non ero nemmeno in servizio in quel periodo? Se ripenso a tutto quello che ho passato ed alle sofferenze personali ed economiche subite da me e dalla mia famiglia non so dire come sarebbe stato meglio agire. Probabilmente, seguendo il cuore, rifarei tutto».
di Fabio Frabetti - Affari Italiani
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