Per la prima in Italia Stephen M.R. Covey, viene a illustrare il suo straordinario modello. Imprenditore, oratore e consulente in materia di Fiducia, Leadership ed Eccellenza nella Performance, autore del libro “La sfida della fiducia”, edito in Italia dalla Franco Angeli.
Covey ha creato un “modello” rivoluzionario di lavoro e azione che permette alle imprese di ridurre i costi e aumentare i risultati, sviluppando la fiducia interna e verso il mercato. In pochi anni è diventato uno dei punti di riferimento del management mondiale.
“Business alla velocità della fiducia” è un evento storico e si terrà l’ 11 e 12 dicembre 2009, a Roma.
L’evento è organizzato dalla Max Formisano Training ed è aperto a solo poche centinaia di persone, vi parteciperanno professionisti e responsabili aziendali oltre che i consulenti della crescita personale e professionale in Italia.
Per ogni Informazione potete collegarVi QUI'
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giovedì
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LA LETTERA DEL CAPO INDIANO
La lettera sottostante è stata scritta dal Capo Indiano di Seattle nel 1854, in risposta all’offerta fattagli dal “Capo Bianco” a Washington di comprare la loro terra.
Negli ultimi anni la Natura ci ha mandato ogni tipo di messaggio (lo tsunami, l’uragano Rita, l’uragano Katrina, ecc.) per allarmarci e metterci all’erta sugli effetti collaterali della nostra incuria.
“Come si può comprare o vendere il cielo? L’idea suona strana per noi.
Se non possediamo la freschezza dell’aria e l’effervescenza dell’acqua, come possiamo comprarle?
Ogni parte della terra è sacra, per la mia gente. Ogni splendente ago di pino, ogni spiaggia sabbiosa, la foschia nei boschi oscuri, ogni insetto che ronza è sacro nella memoria e nell’esperienza della mia gente. La linfa che scorre negli alberi porta le memorie dei pellerossa.
L’uomo bianco, dimentica il paese della sua nascita quando muore e va a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai la nostra bellissima terra, perché è la madre dei pellerossa. Siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cervo, il cavallo, la grande aquila; questi sono nostri fratelli. Le creste rocciose, l’erba nei prati, il calore del corpo del pony, e l’uomo - tutti appartengono alla stessa famiglia.
Così, quando il Grande Capo di Washington dice che desidera comprare la nostra terra, sta chiedendo molto da noi. Il Grande Capo dà la sua parola che ci riserverà un posto in modo che potremo vivere comodamente tra di noi. Lui sarà il nostro padre e noi saremo i suoi figli. Noi considereremo la sua offerta di acquisto della nostra terra. Ma non sarà facile. Perché questa terra per noi è sacra.
Questa acqua splendente si muove nei rivoli e nei torrenti che non sono semplicemente acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vendiamo a voi la terra, dovrete ricordare che è sacra, e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni riflesso nelle acque chiare dei laghi racconta di eventi e memorie nella vita della mia gente. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre.
I fiumi sono i nostri fratelli, essi placano la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e sfamano i nostri figli. Se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare, e insegnare ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri fratelli, e anche i vostri, e dovete quindi concedere loro la gentilezza che concedereste ad un fratello.
Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri modi. Una porzione di terra è la stessa di quella successiva, perché egli è uno straniero che arriva durante la notte e prende dalla terra qualsiasi cosa egli abbia bisogno.
La terra non è sua sorella ma il suo nemico, e quando l’ha conquistata, l’uomo bianco passa oltre. Egli lascia dietro di sé la tomba del proprio padre, e non gli interessa altro.
Egli rapisce la terra dai suoi figli. La tomba del padre e i diritti di nascita dei propri figli sono dimenticati. Tratta sua madre, la Terra e suo fratello, il Cielo, come oggetti che può comprare, saccheggiare, vendere come pecore o perle.
Il suo appetito divorerà la terra e lascerà solo il deserto dietro di sé.
Io non lo so. I nostri modi sono differenti dai vostri. La vista delle vostre città fa male agli occhi del pellerossa. Ma forse il pellerossa è un selvaggio e non comprende.
Non c’è un posto calmo nella città dell’uomo bianco. Non c’è un posto per ascoltare le foglie crescere durante la primavera o per ascoltare il frusciare delle ali di un insetto. Ma forse è perché io sono selvaggio e non comprendo. La confusione sembra soltanto un insulto per le orecchie. E cosa c’è di vivo se un uomo non riesce a sentire il canto solitario di una cicala o le discussioni delle rane attorno al loro stagno nella notte? Ma sono un pellerossa e non comprendo. L’indiano preferisce il suono debole del vento che si agita sulla superficie dello stagno e l’odore del vento stesso, pulito da una pioggia di metà giornata o profumato dall’essenza dei pini.
L’aria è preziosa per i pellerossa, perchè tutte le cose condividono lo stesso respiro - la bestia, l’albero, l’uomo, tutti loro condividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra notare l’aria che respira. Come un uomo morente da vari giorni, è intorpidito dalla puzza. Ma se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare che l’aria è preziosa per noi, che l’aria condivide il suo spirito con tutta la vita che supporta. Il vento che diede a nostro nonno il suo primo respiro riceve anche il suo ultimo sospiro. E se vendiamo a voi la nostra terra, la dovrete tenere da conto e considerare sacra come il posto dove ogni uomo può gustare l’odore del vento addolcito dai fiori di prato.
Considereremo quindi la vostra offerta di comprare la nostra terra, e se decideremo di accettare, dobbiamo porvi una condizione. L’uomo bianco deve trattare le bestie di questa terra come suoi fratelli.
Sono un selvaggio e non comprendo nessun altro modo. Ho visto un migliaio di bufali putrefatti nella prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli ha sparato da un treno in corsa. Sono un selvaggio e non comprendo come il cavallo fumante d’acciaio possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Cosa è l’uomo senza le bestie? Se tutte le bestie non ci fossero più, l’uomo morirebbe dalla grande solitudine del suo spirito. Perché qualsiasi cosa succede ad una bestia, molto presto accade all’uomo. Tutte le cose sono connesse.
Voi dovete insegnare ai vostri figli che il suolo sotto i loro piedi è fatto dalla cenere dei nostri nonni. In modo che essi rispettino la terra.
Dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite dei nostri amici e parenti. Insegnate ai vostri figli quello che abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra Madre. Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. Se l’uomo sputa in terra, sputa su se stesso.
Questo è ciò che conosciamo. La terra non sembra appartenere all’uomo. E’ l’uomo che appartiene alla terra. Questo è ciò che sappiamo. Tutte le cose sono connesse come il sangue che unisce una famiglia.
Tutte le cose sono connesse.
Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. L’uomo non tesse la tela della vita. E’ solo un filo di essa. Qualsiasi cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui come fossero amici, non può esentarsi dal destino comune.
Potremmo essere fratelli, dopo tutto dovremmo vedere. Una cosa sappiamo, che l’uomo bianco potrebbe un giorno scoprire che il nostro Dio è lo stesso Dio.
Potreste pensare ora che tu possiedi Lui così come vuoi possedere la nostra terra. Ma non puoi. Egli è il Dio dell’uomo, e la Sua compassione è uguale per il pellerossa e per il bianco. Questa terra è preziosa anche per Lui. E danneggiare la terra vuol dire ammucchiare disprezzo per il suo Creatore. Anche i bianchi non ci saranno più, forse accadrà prima a loro che ad altre tribù. Contaminate i vostri letti e una notte soffocherete nei vostri rifiuti.
Ma nella vostra morte brillerete lucenti, infuocati dalla forza del Dio che vi ha portati su questa terra e per qualche scopo speciale via ha dato dominio sulla terra e sui pellerossa. Questo destino è un mistero per noi, perché non comprendiamo… quando il bufalo selvaggio sarà massacrato, i cavalli selvaggi addomesticati, gli angoli segreti della foresta violati e la vista delle colline rovinata dai cavi parlanti, cosa resterà? Sarà la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.
Ma siamo selvaggi.. e non comprendiamo.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Amo quel Dio che ha creato gli Uomini e non quel Dio che gli Uomini hanno creato.
www.studiobertollini.it
info@studiobertollini.it
La lettera sottostante è stata scritta dal Capo Indiano di Seattle nel 1854, in risposta all’offerta fattagli dal “Capo Bianco” a Washington di comprare la loro terra.
Negli ultimi anni la Natura ci ha mandato ogni tipo di messaggio (lo tsunami, l’uragano Rita, l’uragano Katrina, ecc.) per allarmarci e metterci all’erta sugli effetti collaterali della nostra incuria.
“Come si può comprare o vendere il cielo? L’idea suona strana per noi.
Se non possediamo la freschezza dell’aria e l’effervescenza dell’acqua, come possiamo comprarle?
Ogni parte della terra è sacra, per la mia gente. Ogni splendente ago di pino, ogni spiaggia sabbiosa, la foschia nei boschi oscuri, ogni insetto che ronza è sacro nella memoria e nell’esperienza della mia gente. La linfa che scorre negli alberi porta le memorie dei pellerossa.
L’uomo bianco, dimentica il paese della sua nascita quando muore e va a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai la nostra bellissima terra, perché è la madre dei pellerossa. Siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cervo, il cavallo, la grande aquila; questi sono nostri fratelli. Le creste rocciose, l’erba nei prati, il calore del corpo del pony, e l’uomo - tutti appartengono alla stessa famiglia.
Così, quando il Grande Capo di Washington dice che desidera comprare la nostra terra, sta chiedendo molto da noi. Il Grande Capo dà la sua parola che ci riserverà un posto in modo che potremo vivere comodamente tra di noi. Lui sarà il nostro padre e noi saremo i suoi figli. Noi considereremo la sua offerta di acquisto della nostra terra. Ma non sarà facile. Perché questa terra per noi è sacra.
Questa acqua splendente si muove nei rivoli e nei torrenti che non sono semplicemente acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vendiamo a voi la terra, dovrete ricordare che è sacra, e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni riflesso nelle acque chiare dei laghi racconta di eventi e memorie nella vita della mia gente. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre.
I fiumi sono i nostri fratelli, essi placano la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e sfamano i nostri figli. Se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare, e insegnare ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri fratelli, e anche i vostri, e dovete quindi concedere loro la gentilezza che concedereste ad un fratello.
Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri modi. Una porzione di terra è la stessa di quella successiva, perché egli è uno straniero che arriva durante la notte e prende dalla terra qualsiasi cosa egli abbia bisogno.
La terra non è sua sorella ma il suo nemico, e quando l’ha conquistata, l’uomo bianco passa oltre. Egli lascia dietro di sé la tomba del proprio padre, e non gli interessa altro.
Egli rapisce la terra dai suoi figli. La tomba del padre e i diritti di nascita dei propri figli sono dimenticati. Tratta sua madre, la Terra e suo fratello, il Cielo, come oggetti che può comprare, saccheggiare, vendere come pecore o perle.
Il suo appetito divorerà la terra e lascerà solo il deserto dietro di sé.
Io non lo so. I nostri modi sono differenti dai vostri. La vista delle vostre città fa male agli occhi del pellerossa. Ma forse il pellerossa è un selvaggio e non comprende.
Non c’è un posto calmo nella città dell’uomo bianco. Non c’è un posto per ascoltare le foglie crescere durante la primavera o per ascoltare il frusciare delle ali di un insetto. Ma forse è perché io sono selvaggio e non comprendo. La confusione sembra soltanto un insulto per le orecchie. E cosa c’è di vivo se un uomo non riesce a sentire il canto solitario di una cicala o le discussioni delle rane attorno al loro stagno nella notte? Ma sono un pellerossa e non comprendo. L’indiano preferisce il suono debole del vento che si agita sulla superficie dello stagno e l’odore del vento stesso, pulito da una pioggia di metà giornata o profumato dall’essenza dei pini.
L’aria è preziosa per i pellerossa, perchè tutte le cose condividono lo stesso respiro - la bestia, l’albero, l’uomo, tutti loro condividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra notare l’aria che respira. Come un uomo morente da vari giorni, è intorpidito dalla puzza. Ma se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare che l’aria è preziosa per noi, che l’aria condivide il suo spirito con tutta la vita che supporta. Il vento che diede a nostro nonno il suo primo respiro riceve anche il suo ultimo sospiro. E se vendiamo a voi la nostra terra, la dovrete tenere da conto e considerare sacra come il posto dove ogni uomo può gustare l’odore del vento addolcito dai fiori di prato.
Considereremo quindi la vostra offerta di comprare la nostra terra, e se decideremo di accettare, dobbiamo porvi una condizione. L’uomo bianco deve trattare le bestie di questa terra come suoi fratelli.
Sono un selvaggio e non comprendo nessun altro modo. Ho visto un migliaio di bufali putrefatti nella prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli ha sparato da un treno in corsa. Sono un selvaggio e non comprendo come il cavallo fumante d’acciaio possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Cosa è l’uomo senza le bestie? Se tutte le bestie non ci fossero più, l’uomo morirebbe dalla grande solitudine del suo spirito. Perché qualsiasi cosa succede ad una bestia, molto presto accade all’uomo. Tutte le cose sono connesse.
Voi dovete insegnare ai vostri figli che il suolo sotto i loro piedi è fatto dalla cenere dei nostri nonni. In modo che essi rispettino la terra.
Dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite dei nostri amici e parenti. Insegnate ai vostri figli quello che abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra Madre. Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. Se l’uomo sputa in terra, sputa su se stesso.
Questo è ciò che conosciamo. La terra non sembra appartenere all’uomo. E’ l’uomo che appartiene alla terra. Questo è ciò che sappiamo. Tutte le cose sono connesse come il sangue che unisce una famiglia.
Tutte le cose sono connesse.
Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. L’uomo non tesse la tela della vita. E’ solo un filo di essa. Qualsiasi cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui come fossero amici, non può esentarsi dal destino comune.
Potremmo essere fratelli, dopo tutto dovremmo vedere. Una cosa sappiamo, che l’uomo bianco potrebbe un giorno scoprire che il nostro Dio è lo stesso Dio.
Potreste pensare ora che tu possiedi Lui così come vuoi possedere la nostra terra. Ma non puoi. Egli è il Dio dell’uomo, e la Sua compassione è uguale per il pellerossa e per il bianco. Questa terra è preziosa anche per Lui. E danneggiare la terra vuol dire ammucchiare disprezzo per il suo Creatore. Anche i bianchi non ci saranno più, forse accadrà prima a loro che ad altre tribù. Contaminate i vostri letti e una notte soffocherete nei vostri rifiuti.
Ma nella vostra morte brillerete lucenti, infuocati dalla forza del Dio che vi ha portati su questa terra e per qualche scopo speciale via ha dato dominio sulla terra e sui pellerossa. Questo destino è un mistero per noi, perché non comprendiamo… quando il bufalo selvaggio sarà massacrato, i cavalli selvaggi addomesticati, gli angoli segreti della foresta violati e la vista delle colline rovinata dai cavi parlanti, cosa resterà? Sarà la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.
Ma siamo selvaggi.. e non comprendiamo.
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domenica
UNA BELLISSIMA LETTERA DI UN GIOVANE RAGAZZO CALABRESE
RICEVO E PUBBLICO UNA BELLISSIMA LETTERA DI UN GIOVANE RAGAZZO CALABRESE
Lorenzo Conti 20 novembre alle ore 23.13
ANDREA BRUNI è un giovane ragazzo di Aiello Calabro che si è impegnato per migliorare la nostra amatissima Italia.
Pubblico questa lettera, non perchè parla di me, ma per gli alti valori morali espressi e per i valori manifestati.
AIELLO CALABRO – sembra che il Sindaco Iacucci non abbia compreso il senso della denuncia del dott. Lorenzo Conti.
È ovvio che il problema di fondo non è se o meno il Comune di Aiello Calabro abbia acquistato con soldi pubblici i libri di Barbara Balzerani.
Tuttavia, anche se come dichiara in una nota il nostro Sindaco, il comune di Aiello Calabro non ha acquistato libri dalla terrorista, è innegabile che la nostra amministrazione ha fornito alla stessa la piazza, il mercato ed ha sponsorizzato il libro attraverso manifesti, che a mio parere è ancora più grave.
Il problema di fondo, che il Sindaco di Aiello Calabro ha sorvolato con astuzia politica, è se è corretto o meno da un punto di vista etico - morale che le istituzioni “celebrino” i protagonisti del terrorismo brigatista. Mi sarei aspettato dal nostro primo cittadino, che si definisce “uomo di Stato e delle Istituzioni”, un riconoscimento amministrativo all’amico Lorenzo Conti, figlio di un Sindaco che può essere considerato un eroe positivo, in quanto rifiutò la scorta per evitare l’ennesima strage di innocenti.
Invece nemmeno una stretta di mano, un saluto all’amico Lorenzo che da Firenze per la prima volta è venuto nel nostro Comune.
Il dott. Iacucci, non ha avvertito l’esigenza morale ed istituzionale di dare il benvenuto ad un figlio di un suo collega, vittima del terrorismo brigatista, nella sua comunità.
Voglio sottolineare infatti che al convegno che l’UDC locale ha organizzato sul tema “gli anni di piombo, dalla parte delle vittime” era completamente assente l’amministrazione comunale, che invece era presente in blocco alla manifestazione con la terrorista Balzerani, che dal carcere rivendicò l’assassinio di Lando Conti.
È strano che il Sindaco di Aiello Calabro abbia sentito l’esigenza di chiarirsi con il COISP quando invece non ha sentito il bisogno di chiarirsi con l’amico Lorenzo Conti, come è strano che ha ospitato con soldi pubblici la terrorista Barbara Balzerani e poi ha snobbato l’amico Conti come se fosse il peggiore dei criminali.
Tutto questo fa riflettere e mi domando se l’amministrazione comunale di Aiello Calabro sia dalla parte delle vittime oppure dalla parte dei terroristi.
Andrea Bruni
Commissario Giovani Udc di Aiello Calabro
Giancarlo Bertollini 20 novembre alle ore 23.57
Come dicevo gradirei essere autorizzato a rilanciare questa lettera con un Comunicato Stampa. Ragazzi come questo ci fanno sperare in un futuro migliore. A presto, con gli Auguri più sinceri di grandi riconoscimenti.
Fonte: http://www.studiobertollini.com/
Condividi Lorenzo Conti 22 novembre alle ore 19.56
Autorizzazione concessa e grazie, grazie di cuore per tutto.
Lorenzo Conti 20 novembre alle ore 23.13
ANDREA BRUNI è un giovane ragazzo di Aiello Calabro che si è impegnato per migliorare la nostra amatissima Italia.
Pubblico questa lettera, non perchè parla di me, ma per gli alti valori morali espressi e per i valori manifestati.
AIELLO CALABRO – sembra che il Sindaco Iacucci non abbia compreso il senso della denuncia del dott. Lorenzo Conti.
È ovvio che il problema di fondo non è se o meno il Comune di Aiello Calabro abbia acquistato con soldi pubblici i libri di Barbara Balzerani.
Tuttavia, anche se come dichiara in una nota il nostro Sindaco, il comune di Aiello Calabro non ha acquistato libri dalla terrorista, è innegabile che la nostra amministrazione ha fornito alla stessa la piazza, il mercato ed ha sponsorizzato il libro attraverso manifesti, che a mio parere è ancora più grave.
Il problema di fondo, che il Sindaco di Aiello Calabro ha sorvolato con astuzia politica, è se è corretto o meno da un punto di vista etico - morale che le istituzioni “celebrino” i protagonisti del terrorismo brigatista. Mi sarei aspettato dal nostro primo cittadino, che si definisce “uomo di Stato e delle Istituzioni”, un riconoscimento amministrativo all’amico Lorenzo Conti, figlio di un Sindaco che può essere considerato un eroe positivo, in quanto rifiutò la scorta per evitare l’ennesima strage di innocenti.
Invece nemmeno una stretta di mano, un saluto all’amico Lorenzo che da Firenze per la prima volta è venuto nel nostro Comune.
Il dott. Iacucci, non ha avvertito l’esigenza morale ed istituzionale di dare il benvenuto ad un figlio di un suo collega, vittima del terrorismo brigatista, nella sua comunità.
Voglio sottolineare infatti che al convegno che l’UDC locale ha organizzato sul tema “gli anni di piombo, dalla parte delle vittime” era completamente assente l’amministrazione comunale, che invece era presente in blocco alla manifestazione con la terrorista Balzerani, che dal carcere rivendicò l’assassinio di Lando Conti.
È strano che il Sindaco di Aiello Calabro abbia sentito l’esigenza di chiarirsi con il COISP quando invece non ha sentito il bisogno di chiarirsi con l’amico Lorenzo Conti, come è strano che ha ospitato con soldi pubblici la terrorista Barbara Balzerani e poi ha snobbato l’amico Conti come se fosse il peggiore dei criminali.
Tutto questo fa riflettere e mi domando se l’amministrazione comunale di Aiello Calabro sia dalla parte delle vittime oppure dalla parte dei terroristi.
Andrea Bruni
Commissario Giovani Udc di Aiello Calabro
Giancarlo Bertollini 20 novembre alle ore 23.57
Come dicevo gradirei essere autorizzato a rilanciare questa lettera con un Comunicato Stampa. Ragazzi come questo ci fanno sperare in un futuro migliore. A presto, con gli Auguri più sinceri di grandi riconoscimenti.
Fonte: http://www.studiobertollini.com/
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Autorizzazione concessa e grazie, grazie di cuore per tutto.
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