sabato

Agguato ai nostri ragazzi in Afghanistan.

Farah, 09-10-2010
Il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha reso noto i nomi di due delle vittime dell' agguato in Afghanistan. Si tratta del caporalmaggiore Gianmarco Manca, 32 anni, di Alghero (Sassari), e di caporalmaggiore Marco Pedone, 23 anni di Gagliano del Capo (Lecce), entrambi di stanza al settimo reggimento alpini di Belluno. Il ministro ha precisato in una conferenza stampa a Milano che si tratta delle due vittime di cui sono finora state avvisate le famiglie.
Sarebbe stato un potentissimo 'Ied', un ordigno esplosivo improvvisato, a provocare la morte dei quattro militari italiani in Afghanistan. L'ordigno, rudimentale ma potentissimo, avrebbe investito in pieno un blindato 'Lince', che questa volta - a differenza di molte altre - non ha retto all'urto. Il mezzo, sul quale sembra viaggiassero tutti e quattro i militari uccisi e il ferito, è andato distrutto. All'esplosione sarebbero anche seguiti colpi di arma da fuoco.
(Archivio)
L'attentato che ha causato la morte dei 4 militari itani in Afghanistan si è verificato nella provincia del Gullistan, nell'area di competenza italiana del Prt (Provincial Reconstruction Team) di Herat.
Il militare "al momento è cosciente" ed è stato trasferito nell'ospedale di Delaram, nella provincia sudoccidentale di Nimroz. Lo ha dichiarato Massimo Fogari, portavoce dello Stato Maggiore della Difesa precisando che il soldato ha riportato "traumi vari da esplosione".
Erano tutti in forza al 7° reggimento alpini di stanza a Belluno, inquadrato nella brigata Julia, i 5 militari coinvolti nell'esplosione che ha investito un blindato Lince alle 9.45 locali, nel distretto di Gulistan.
Nell'esplosione hanno perso la vita il primo caporal maggiore Gianmarco Manca (nato ad Alghero il 24 settembre 1978), il primo caporal maggiore Francesco Vannozzi (nato a Pisa il 27 marzo 1984), il primo caporal maggiore Sebastiano Ville (nato a Lentini, provincia di Siracusa, il 17 settembre 1983) e il caporal maggiore Marco Pedone (nato a Gagliano del Capo, in provincia di Lecce, il 14 aprile 1987).
Il militare rimasto ferito e' il caporal maggiore scelto Luca Cornacchia (nato a Pescina, in provincia dell'Aquila, il 18 marzo 1972), il quale e' cosciente, ha riportato ferite a un piede e traumi da esplosione ma non versa in pericolo di vita. Attualmente si trova ricoverato presso l'ospedale da campo statunitense di Delaram, da dove ha raggiunto telefonicamente la moglie per aggiornarla sulle proprie condizioni.
Il messaggio del Quirinale.
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, appresa con profonda commozione la notizia del gravissimo attentato in cui hanno perso la vita quattro militari italiani impegnati nella missione internazionale per la pace e la stabilità in Afghanistan, rendendosi interprete del profondo cordoglio del Paese esprime i suoi sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari dei caduti. E' quanto si legge in una nota diffusa dal Quirinale.
La procura di Roma ha aperto un fascicolo in merito alla morte dei quattro soldati italiani avvenuta in Afghanistan. Ipotesi di reato è di attentato con finalita' di terrorismo. L'inchiesta e' stata affidata ai sostituti Francesco Scavo e Giancarlo Amato ed e' coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Saviotti che guida il pool antiterrorismo.
La Russa: "Convoglio già attaccato ieri".
Il convoglio di 70 mezzi, di cui faceva parte il Lince oggetto di un attacco oggi in Afghanistan che è costato la vita a quattro militari italiani e il ferimento grave ad un quinto, "era gia' stato attaccato con armi leggere nella giornata di ieri" quando era stato colpito un mezzo però statunitense. Lo ha detto nel corso di una conferenza stampa il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Il Lince dell'Esercito italiano, che si trovava al centro di un convoglio per il trasporto di elementi logistici, è stato colpito "a 200 chilometri ad est della città di Farah, nella zona sud ai confini della zona di competenza dei militari americani e inglesi".

Ufficio Stampa.

mercoledì

L’economia del Lazio nel 2009

A cura del servizio Analisi e finanza di Sviluppo Lazio.
Il 28 settembre, l’Istat ha pubblicato l’aggiornamento dei conti regionali rendendo così disponibili alcune statistiche relative al 2009. In particolare, sono stati aggiornati i dati relativi al prodotto interno lordo e al valore aggiunto per settore (agricoltura, industria in senso stretto, costruzioni e servizi rappresentano la massima disaggregazione possibile), ai redditi da lavoro dipendente e alle spese delle famiglie, agli occupati e alle unità di lavoro.
Nel documento si illustrano i principali andamenti rilevati dall’Istat per l’economia del Lazio nel 2009, offrendo un puntuale confronto con le altre Regioni italiane.

Per scaricare il documento cliccate qui.

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martedì

Miglior sommelier d'Italia 2010: vince Bonera, secondo Del Carlo.

Roma, 05 OTT (Il Velino) - Il titolo nazionale e' andato al lombardo Nicola Bonera, ma il secondo gradino del podio e le eccellenti prestazioni delle delegazioni toscane in semifinale sottolineano la grande validita' della scuola concorsi del Granducato. Secondo posto per il toscano Gabriele Del Carlo al concorso per il Miglior Sommelier d' Italia che si e' tenuto al Teatro Il Pavone di Perugia, in occasione del 44° Congresso Nazionale dell' Associazione Italiana Sommeliers. A precederlo in classifica e ad aggiudicarsi il Premio Franciacorta e' stato il lombardo Nicola Bonera, trentuno anni di Brescia, che lavora come wine consultant. Ventisei anni, lucchese, attualmente Sommelier al Ristorante George V del Four Seasons Hotel di Parigi, Gabriele Del Carlo ha dimostrato un' ottima preparazione e sicurezza nell' affrontare le numerose prove del concorso: degustazione descrittiva di tre vini alla cieca, riconoscimento di quattro distillati, descrizione e degustazione di un piatto con relativo abbinamento, una prova di accoglienza al ristorante con apertura di una bottiglia di Franciacorta (prova in lingua), abbinamento di un menu di sette portate con 5 vini italiani e 5 vini europei, decantazione di un vino e correzione di una carta dei vini piena di errori.  Gabriele Del Carlo si e' particolarmente distinto per la prova di classe e stile, raccogliendo consensi e ripetuti applausi per la prova in lingua. Dopo l' indimenticabile 1° posto raggiunto da Luca Martini (Arezzo) nel 2009, anche quest' anno la Scuola Concorsi Toscana ha ben figurato sul podio con Gabriele Del Carlo e con gli ottimi piazzamenti in semifinale delle altre promesse toscane come Valentina Merolli (Firenze) Miglior Sommelier della Toscana in carica, Andrea Balleri (Pistoia) e Daniele Arcangeli.

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lunedì

Realizzazione Filmati

Filmati Aziendali Professionali ed Economici - #links

LE ULTIME SULLA PSORIASI

Roma, la Psoriasi si può curare con i nuovi protocolli della SAT Terapia.
La SAT-terapia (Sero-omeoterapia A Tessutospecifica) è una metodica terapeutica frutto degli studi del Dr. Jean Thomas (1902-1977) che utilizza i SAT- derivati, medicamenti omeopatici contenenti frazioni glicoproteiche diluite e dinamizzate in DH4 (10-4 gr/ml), utilizzabili in tre forme farmaceutiche: supposte, fiale e crema.
Si utilizzano medicamenti omeopatici e sulla base di una diagnosi funzionale e non solo clinica di lesione, la SAT-terapia cerca di risolvere il disturbo patologico offrendo una serie di messaggi energetici informazionali che mirano a ripristinare l’equilibrio attraverso quelle forze riparatrici insite nell’organismo stesso, troppe volte trascurate o addirittura bloccate da massicci dosaggi chimici iatrogeni.
In termini terapeutici si caratterizza quindi:
  • per un’estrema precisione terapeutica, senza ripercussioni ad altri livelli dell’organismo;
  • per un’azione correttiva dolce atossica, sempre priva di effetti collaterali;
  • per un vasto campo clinico d’azione;
  • per l’associabilità con qualsiasi altra terapia sia omeopatica che allopatica.
Tutte queste caratteristiche fanno della SAT-terapia una metodica terapeutica innovativa ed affidabile; un’arma in più a disposizione del medico, sia che la si usi come unico presidio terapeutico, sia che la si utilizzi come supporto di base per altre metodiche di cura.
Per ogni informazione :  Studio della dottoressa Rita Brandi  -  www.ritabrandi.it

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Approvato Piano Casa Regione Lazio

"Abbiamo approvato il Piano casa e lo stiamo sottoponendo alla presidenza del Consiglio Regionale" per il proseguimento dell'iter". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio Renata Polverini nel corso del Convegno 'Lavoro e Territorio', che si è tenuto presso l'Auditorium della Conciliazione. Con questo atto Polverini sottolinea che "inizia un nuovo corso per mettere in marcia verso un nuovo sviluppo la Regione Lazio", rivendicando l'orgoglio di un lavoro svolto per il quale vuole "ringraziare tutti i protagonisti di questo nuovo corso".
L'assessore all'Urbanistica Luciano Ciocchetti ha poi illustrato i 10 punti contenuti nel nuovo piano, le cui parole d'ordine sono semplificazione, rilancio dell'edilizia, riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente e delle periferie, meno consumo di terreno libero.
Il primo dei punti presentati riguarda la semplificazione delle procedure: basterà utilizzare la Dia (Dichiarazione inizio attività) per interventi fino a 500 metri cubi. Oltre, si procede con il permesso alla costruzione il cui iter amministrativo, attraverso la conferenza dei servizi, si vuole abbattere nei tempi raccogliendo in un solo giorno tutti i pareri. Viene poi estesa la possibilità di realizzare interventi di ampliamento anche agli edifici ubicati in zona agricola, consentendo un ampliamento massimo di 62 metri quadrati, a eccezione di quelli situati in zone vincolate non compatibili con gli strumenti di tutela per l'ottenimento del nulla osta.
Il piano prevede poi la possibilità di estendere gli interventi alle zone di centro storico urbanistico ma non all'interno dei confini dei centri urbani storici, e consente interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici dismessi per passare alla destinazione residenziale degli insediamenti, il cui 30 per cento dovrà essere destinato all'housing sociale. Vengono estesi al 20 per cento gli interventi di ampliamento anche agli edifici di dimensioni maggiori di mille metri cubi, comunque entro il massimo di 200 metri cubi.
Per favorire l'adeguamento sismico degli edifici esistenti si prevede un incentivo fino al 35 per cento della volumetria esistente. Guarda alla decementificazione delle aree costiere, lacustri e fluviali il provvedimento che assegna premi di cubatura fino al raddoppio degli edifici esistenti lungo queste aree, qualora si opti per il trasferimento in altro sito. Infine, le demolizioni e ricostruzioni consentite dal Piano consentiranno l'utilizzo di misure di bio-architettura, di materiali ecocompatibili e il contenimento dei consumi energetici.
L'assessore all'Urbanistica ha voluto sottolineare come il Piano, prima della sua approvazione definitiva, potrà certamente accogliere suggerimenti e modifiche. "Non abbiamo scritto il Vangelo - ha concluso Ciocchetti - e per questo abbiamo bisogno di confrontarci. Sentendo i sindaci e le categorie interessate sono convinto che sia possibile fare la migliore legge".
Nell'occasione Renata Polverini ha annunciato che gli aiuti della Regione verso "gli enti locali e le imprese non si fermano al patto regionalizzato, che si applica ai Comuni superiori ai 5 mila abitanti". Così, "per i circa 250 Comuni sotto questa soglia stiamo mettendo in atto un intervento straordinario" che prevede da parte della Regione il pagamento del 50 per cento dei residui in conto capitale dei piccoli comuni, per una spesa di 31,5 milioni. Il pagamento di tutti i residui correnti dei microcomuni, per una spesa di 2 milioni; altri 8 milioni andranno ai comuni capofila dei distretti sociali.
Infine, per sostenere e favorire gli artigiani e le piccole imprese del territorio la Regione pagherà tutte le fatture sotto i 5 mila euro. Si parla di circa 4 mila creditori per un totale attorno ai 10 milioni. Il provvedimento, una volta compiuti gli accertamenti del caso da parte della Ragioneria, potrà essere subito attivato.

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I PARADOSSI DEL FOTOVOLTAICO di Franco Battaglia per il Giornale

Metà dei pannelli solari venduti nel mondo è realizzata in Cina. Le aziende che li esportano in Occidente usano il carbone come combustibile e disperdono nell’ambiente migliaia di tonnellate di scorie industriali.
Secondo un’inchiesta del britannico «Sunday Times», dietro la produzione dei pannelli solari si nascondono pro­cessi di inquinamento ambientale. In Cina, dove più della metà dei pannelli del mondo è prodotta, secondo il gior­nale le aziende locali avrebbero disper­so nell’ambiente circostante oltre 300mila tonnellate di residui industria­li in più rispetto a quelli dichiarati dai vertici delle società. Tra i contadini del­l’area vicino a un’azienda a Sud di Shanghai sarebbero aumentati negli ultimi anni i casi di morte per cancro.

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domenica

Attenzione al Pesce Crudo DEVE ESSERE SEMPRE SURGELATO !

Il consumo di pesce crudo è una pratica non molto diffusa nella cultura italiana (i frutti di mare, abitualmente mangiati crudi dagli abitanti dell'Adriatico meridionale, non sono pesci ma molluschi), ma in forte crescita grazie al fatto che la cucina giapponese è sempre più di moda.

Mangiare pesce crudo comporta sicuramente un maggior rischio di intossicazioni e infezioni causate da batteri patogeni, oppure di infezioni da parte di parassiti. Tutti lo sanno, ma in pochi conoscono i reali rischi, con il risultato che, quando si consuma pesce crudo, si incrociano le dita e ci si affida sostanzialmente al caso.
Il pesce crudo può essere contaminato da diversi microrganismi che provocano infezioni o tossinfezioni, come Listeria, Escherichia coli, Salmonella, tutti batteri che provocano problemi gastrointestinali problema relativo non solo al pesce crudo, ma anche ad altri alimenti come carni, latte crudo e derivati. Raramente, e solo in soggetti particolarmente deboli come bambini e anziani, queste infezioni possono mettere in pericolo la vita.
Il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo si chiama Anisakis.
Che cos'è l'anisakis.
L'anisakis simplex è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (delfini, foche, etc.) ed ospite intermedio, nel suo stadio larvale, di molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro. L'anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell'85% delle aringhe, nell'80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi.
Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato. Quando l'uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell'apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica. La parassitosi acuta da anisakis insorge già dopo poche ore dall'ingestione di pesce crudo e si manifesta con intenso dolore addominale, nausea e vomito.
Le forme croniche sono diverse, possono mimare svariate malattie infiammatorie e ulcerose del tratto intestinale oppure coinvolgere altri organi come fegato, milza, pancreas, vasi ematici e miocardio. Possibili anche reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, a causa della sensibilizzazione alle proteine antigeniche termoresistenti del parassita.
La cura dell'anisakis richiede molto spesso l'intervento chirurgico, per asportare la parte dell'intestino invasa dai parassiti.
Come evitare l'anisakis.
Una circolare del ministero di sanità del 1992, ancora in vigore, obbliga chi somministra pesce crudo o in salamoia (il limone e l'aceto non hanno alcun effetto sul parassita) ad utilizzare pesce congelato o a sottoporre a congelamento preventivo il pesce fresco da somministrare crudo.
Infatti l'anisakis e le sue larve muoiono se sottoposti a 60 gradi di temperatura, oppure dopo 96 ore a -15° C, 60 ore a -20° C, 12 ore a –30° C, 9 ore a -40° C.
I pericoli maggiori provengono dai ristoranti e dal consumo casalingo. Purtroppo non tutti i ristoranti seguono queste indicazioni, poiché i casi sono in aumento e la causa è spesso da imputare ad alici marinate, evidentemente non sottoposte a congelamento preventivo.
Per evitare contaminazioni, consigliamo di seguire questi semplici consigli:
1) evitare il consumo di pesce crudo in ristoranti cinesi "travestiti" da giapponesi, che stanno proliferando in questi anni, a tal proposito consiglio di leggere questo articolo di Panorama;
2) evitare il consumo di alici marinate, se non preventivamente congelate (chiedere al gestore del ristorante);
3) nel consumo casalingo di pesce crudo, acquistarlo fresco e congelarlo per almeno 4-5 giorni nel congelatore a -18 gradi. Il pesce prontamente eviscerato (come il salmone di allevamento) è più sicuro di quello venduto con le viscere;
4) prestare particolare attenzione alle specie a rischio, come lo sgombro, le sardine, il tonno e il pesce azzurro in genere.

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Alpinismo, morto Walter Nones

Stava scalando una vetta dell'Himalaya.
La conferma dell'incidente è stata data dalla moglie sul blog: «Non potremo più riabbracciarlo» fù protagonista della scalata in cui perse la vita Karl Unterkircher

Walter Nones in una foto del 24/7/2008  

MILANO - «Walter ha avuto un incidente questa mattina. Non potremo più riabbracciarlo, possiamo solo ricordarlo per il grande uomo speciale che era». Così, sul blog dell'alpinista, la moglie di Walter Nones ha dato la notizia della morte del marito, il 39enne rocciatore trentino, mentre era impegnato nella scalata di uno degli 8mila dell'Himalaya, il massiccio del Cho Oyu. «Non ci sono ancora informazioni precise sull'accaduto quindi chiedo rispetto da parte dei mezzi d'informazione nel diffondere la notizia. Quando avrò maggiori informazioni le pubblicherò sul blog», scive ancora Manuela Nones.

CHI ERA - Walter Nones, nativo di Cavalese in Trentino, viveva in Alto Adige, nella Valgardena. Appuntato dei carabinieri, lo scalatore poteva vantare, fra l'altro, la conquista, nel 2004, del K2 senza ossigeno. Nel 2008 Nones fu tra i protagonisti di una drammatica ascesa sul Nanga Parbat durante la quale morì Karl Unterkircher. Nones e Simon Kehrer riuscirono a raggiungere quota 5.700 dove, su un pianoro, vennero recuperati da un elicottero al termine di un'odissea durata 10 giorni.

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Cassazione : non commette reato il direttore di rivista online che non controlla i contenuti.

Il Direttore di una rivita online non è penalmente responsabile ex art. 57 per i contenuti del sito internet che dirige posto che la norma si riferisce solo alla carta stampata e non anche ai contenuti diffusi via internet. La norma in questione infatti impone al direttore o vice-direttore di un periodico cartaceo (stampa periodica) di esercitare un controllo sui contenuti per impedire che attraverso il mezzo stampa siano commessi reati ma non esiste un'analoga previsione per le pubblicazioni online.  Il chiarimento arriva dalla Corte di Cassazione (Sentenza n.35511/2010 Quinta sezione penale) che ha fatto notare come il termine "stampa", dal punto di vista normativo, non può che riferirsi a comunicazioni riprodotte tipograficamente. E poco importa che i contenuti internet siano in qualche modo anch'essi stampabili giacchè, in tal caso, è l'utilizzatore finale a decidere eventualmente se stampare o meno il contenuto online. Oltretutto - fa notare la Corte - non tutti i contenuti internet risultano stampabili come ad esempio i video. Non c'è dubbio insomma: secondo gli Ermellini la telematica è molto più eterogenea della stampa tradizionale e non vi può essere quindi una equiparazione.
(Data: 03/10/2010 11.00.00 - Autore: Roberto Cataldi).

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