LEGALITA’ COME VOLANO PER LA GREEN ECONOMY
Ischia, 24 settembre 2011.
Legalità come opportunità per lo sviluppo e come volano per la green economy.
Questo è il messaggio che il Consorzio PolieCo lancia nella seconda giornata dei lavori del Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti, che ha preso il via ieri ad Ischia.
“L’obiettivo è superare l’emergenza e sconfiggere le ecomafie - ha dichiarato oggi nel suo intervento di apertura l’On. Alessandro Bratti, membro della Commissione Ambiente e Territorio della Camera, oltre che componente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti - Occorre un cambio di paradigma: i controlli ambientali non devono essere visti come un freno o un ostacolo allo sviluppo, ma come garanzia di qualità per le imprese e come opportunità per lo sviluppo di nuove nicchie di mercato. La sfida? Fare del controllo ambientale il volano per la green economy”.
Dall’on. Bratti anche la ricetta per il cambio di rotta: una maggior produzione legislativa, coordinamento con le forze dell’ordine, rispetto delle regole, controlli e legalità. Sono questi gli ingredienti per raccogliere la sfida della green economy e per inaugurare – ha dichiarato in apertura dei lavori l’On.Paolo Russo - Presidente della Commissione Agricoltura della Camera “una nuova stagione della raccolta di materiali, una stagione moderna, in grado di confrontarsi con il mercato e di valorizzare non la quantità, ma la qualità dei materiali”.
La qualità come opportunità di difesa contro l’aggressione dalla contraffazione sul mercato globale è stata al centro dell’intervento del Dott. Giuseppe Vadalà, Direttore Div. 2a NAF del Corpo Forestale dello Stato: “nel mercato globale delle merci, la qualità diventa, oltre che un valore aggiunto, un requisito fondamentale di difesa, così come ‘l’origine’, a sua volta, un connotato importante per la qualità dei beni e delle merci”.
Sulla stessa scia, l’intervento dell’On. Giovani Fava, Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale: “lotta alla contraffazione e difesa del made in Italy sono direttrici su cui il Parlamento si impegna a lavorare”.
Ad affrontare, invece, il tema della legalità sotto il profilo giurisprudenziale è stato il Prof. Franco Silvano Toni di Cigoli dell’Università degli Studi di Padova: “A fronte di un mercato globale, non abbiamo un diritto globale – ha dichiarato il Prof. Di Cigoli – il Diritto dell’ambiente si trova in una situazione di stallo. Mancano regole certe e un quadro normativo compiuto e definito”.
A confermare la tesi del Prof. Di Cigoli, è tornato nella sessione pomeridiana, in apertura della tavola rotonda dedicata ai profili di legalità del riciclo nelle economie globalizzate ( a cui hanno preso parte Loretta Napoleoni, consulente UNICRI, Gianfranco Amendola, Procuratore della Repubblica di Civitavecchia, Roberto Pennisi, Sostituto Procuratore - Direzione Nazionale Antimafia, Roberto Rossi, Consigliere del CSM), l’On. Gaetano Pecorella, Presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, che ha sottolineato l’importanza di un coordinamento internazionale tra le forze investigative e la necessità di un organismo internazionale con potore sanzionatorio.
“È un utopia - ha concluso l’on. Pecorella - ma, in fondo, un’utopia è un piccolo seme gettato che speriamo possa germogliare”.
Tra leproposte emerse dal Forum anche quella Fondazione Univerde: “Occorre aumentare il lavoro sulla cultura del riciclo – ha dichiarato Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione, presentando i dati di una ricerca a cura di IPR Marketing: “Il lavoro di Ischia è un primo step per costruire una ‘rete virtuosa’ nel comparto, dal momento che l’industria del riuso e del riciclo sarà la ‘miniera del futuro’ ed un mattone importante della nuova economia verde”.
Traiano Bertollini
Ufficio Stampa PolieCo
Cell. 335.8413.880
e-Mail: traiano.bertollini@gmail.com
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
sabato
In atto il III Forum Internazionale PolieCo sull’Economia dei Rifiuti.
DALLA DUE GIORNI POLIECO L’INVITO A GIOCARE LA PARTITA DEL RICICLO.
Ischia,
È un’analisi “impietosa” quella che è stata messa a fuoco dallo studio commissionato dal Consorzio PolieCo e realizzato dall’Università di Tor Vergata sulla “geografia” del flusso dei rifiuti plastici nel mondo. Lo studio è stato presentato in occasione della prima giornata di lavori del III° Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti, organizzato dal Consorzio PolieCo, che ha preso il via oggi ad Ischia. Di fronte alla sfida dei paesi emergenti (l’Asia in primis) che considerano il rifiuto una risorsa, “l’Italia nella partita del riciclo delle materie plastiche gioca un ruolo rinunciatario - ha dichiarato la Prof.ssa Maria Ioannilli dell’Università di Tor Vergata - e la vera svolta si è registrata nel 2008. Da grande importatore di materie plastiche il Bel Paese ha invertito la ‘rotta’ dei rifiuti: ora la “miope” Italia non importa più, ma tende ad esportare rifiuti plastici, a differenza di tanti altri Paesi emergenti, ad esempio il Marocco che, invece, importa una grande quantità di rifiuti plastici senza esportarli”.
Dalla riflessione sulla “geografia dei flussi” viene così l’invito e il messaggio che il PolieCo lancia in occasione del Forum ischitano, vero e proprio “pensatoio di green economy” che punta a rilanciare una nuova economia del riciclo: “Oggi perseguire la green economy non è più solo un fatto di moda, bensì una scelta obbligata per le imprese” - ha dichiarato Enrico Bobbio, Presidente del Consorzio PolieCo - e proprio in quest’ottica che si evidenzia la necessità di scattare la fotografia del mercato del riciclo edelle sue prospettive, oltre che di creare un terreno di confronto e di dialogo tra esperti del settore, studiosi, politici, amministratori e imprenditori. "Occorre fare rete se si vuole raccogliere e vincere la sfida che ci si presenta”. É quanto ha sottolineato anche Fabio Priminiani, segretario generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha portato il messaggio del Ministro On. Stefania Prestigiacomo: “Il Ministero è orgoglioso di supportare i lavori del Forum. Il riciclo è un percorso obbligato - ha sottolinato il Dott. Primiani - L’Italia è un paese che deve compensare la scarsità di materie prime con il materiale proveniente dal riciclo. Dobbiamo imparare a conoscere e governare le minacce dei paesi emergenti per trasformarle in opportunità. È questa la strada che il Ministero sta percorrendo e dalla quale non intende discostarsi".
Dal Presidente PolieCo, la massima disponibilità a collaborare, ma anche l’allerta e l’invito: “Il caso Napoli - ha dichiarato il Presidente Enrico Bobbio - è la testimonianza di come il problema dei rifiuti possa arrivare a coinvolgere e travolgere l’intero sistema economico. Occorrono regole certe, maggiori controlli e sanzioni, altrimenti il sistema rischia di fallire”.
Traiano Bertollini
Ufficio stampa PolieCo
Cell. 335.8413.880
e-Mail: traiano.bertollini@gmail.com
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Ischia,
È un’analisi “impietosa” quella che è stata messa a fuoco dallo studio commissionato dal Consorzio PolieCo e realizzato dall’Università di Tor Vergata sulla “geografia” del flusso dei rifiuti plastici nel mondo. Lo studio è stato presentato in occasione della prima giornata di lavori del III° Forum Internazionale sull’Economia dei Rifiuti, organizzato dal Consorzio PolieCo, che ha preso il via oggi ad Ischia. Di fronte alla sfida dei paesi emergenti (l’Asia in primis) che considerano il rifiuto una risorsa, “l’Italia nella partita del riciclo delle materie plastiche gioca un ruolo rinunciatario - ha dichiarato la Prof.ssa Maria Ioannilli dell’Università di Tor Vergata - e la vera svolta si è registrata nel 2008. Da grande importatore di materie plastiche il Bel Paese ha invertito la ‘rotta’ dei rifiuti: ora la “miope” Italia non importa più, ma tende ad esportare rifiuti plastici, a differenza di tanti altri Paesi emergenti, ad esempio il Marocco che, invece, importa una grande quantità di rifiuti plastici senza esportarli”.
Dalla riflessione sulla “geografia dei flussi” viene così l’invito e il messaggio che il PolieCo lancia in occasione del Forum ischitano, vero e proprio “pensatoio di green economy” che punta a rilanciare una nuova economia del riciclo: “Oggi perseguire la green economy non è più solo un fatto di moda, bensì una scelta obbligata per le imprese” - ha dichiarato Enrico Bobbio, Presidente del Consorzio PolieCo - e proprio in quest’ottica che si evidenzia la necessità di scattare la fotografia del mercato del riciclo edelle sue prospettive, oltre che di creare un terreno di confronto e di dialogo tra esperti del settore, studiosi, politici, amministratori e imprenditori. "Occorre fare rete se si vuole raccogliere e vincere la sfida che ci si presenta”. É quanto ha sottolineato anche Fabio Priminiani, segretario generale del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha portato il messaggio del Ministro On. Stefania Prestigiacomo: “Il Ministero è orgoglioso di supportare i lavori del Forum. Il riciclo è un percorso obbligato - ha sottolinato il Dott. Primiani - L’Italia è un paese che deve compensare la scarsità di materie prime con il materiale proveniente dal riciclo. Dobbiamo imparare a conoscere e governare le minacce dei paesi emergenti per trasformarle in opportunità. È questa la strada che il Ministero sta percorrendo e dalla quale non intende discostarsi".
Dal Presidente PolieCo, la massima disponibilità a collaborare, ma anche l’allerta e l’invito: “Il caso Napoli - ha dichiarato il Presidente Enrico Bobbio - è la testimonianza di come il problema dei rifiuti possa arrivare a coinvolgere e travolgere l’intero sistema economico. Occorrono regole certe, maggiori controlli e sanzioni, altrimenti il sistema rischia di fallire”.
Traiano Bertollini
Ufficio stampa PolieCo
Cell. 335.8413.880
e-Mail: traiano.bertollini@gmail.com
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Intermediari Entratel : al via i controlli Privacy.
Il mancato rispetto della Privacy è causa di revoca dell'abilitazione ad Entratel.
A partire da Settembre 2011 l'Agenzia dell'Entrate ha iniziato con i controlli presso CAF ed intermediari.
L'Agenzia dell'Entrate, con uno speciale comunicato, ha avvisato sui prossimi controlli per CAF ed intermediari privati.
Il settore Compliance Audit dell'Agenzia dell'Entrate ha inviato uno speciale comunicato a tutti i CAF e gli intermediari privati (via e-mail, FAX, oppure rendendolo disponibile nell'area riservata a ciascuno del portale Entratel) che a partire dal mese di Settembre 2011 verranno effettuati dei nuovi ed articolati controlli sul rispetto degli obblighi di riservatezza cui sono tenuti gli incaricati della trasmissione delle dichiarazioni.
Scaricate il comunicato ufficiale dell'Agenzia delle Entrate.
Le operazioni di verifica saranno volte a controllare che gli intermediari abbiano adottato le cautele necessarie a proteggere i dati personali e sensibili di cui vengono a conoscenza ai fino dello svolgimento della propria attività.
In particolare e relativamente alla struttura organizzativa dell'intermediario, saranno principali oggetto di riscontro:
Secondo quanto previsto dall'Articolo 8 del Decreto 31 Luglio 1998, il mancato rispetto dei predetti obblighi di riservatezza costituisce causa di revoca di abilitazione al canale Entratel.
A partire da Settembre 2011 l'Agenzia dell'Entrate ha iniziato con i controlli presso CAF ed intermediari.
L'Agenzia dell'Entrate, con uno speciale comunicato, ha avvisato sui prossimi controlli per CAF ed intermediari privati.
Il settore Compliance Audit dell'Agenzia dell'Entrate ha inviato uno speciale comunicato a tutti i CAF e gli intermediari privati (via e-mail, FAX, oppure rendendolo disponibile nell'area riservata a ciascuno del portale Entratel) che a partire dal mese di Settembre 2011 verranno effettuati dei nuovi ed articolati controlli sul rispetto degli obblighi di riservatezza cui sono tenuti gli incaricati della trasmissione delle dichiarazioni.
Scaricate il comunicato ufficiale dell'Agenzia delle Entrate.
Le operazioni di verifica saranno volte a controllare che gli intermediari abbiano adottato le cautele necessarie a proteggere i dati personali e sensibili di cui vengono a conoscenza ai fino dello svolgimento della propria attività.
In particolare e relativamente alla struttura organizzativa dell'intermediario, saranno principali oggetto di riscontro:
- La designazione dei responsabili del trattamento dei dati.
- L'esistenza del DPS - Documento Programmatico per la Sicurezza.
- La designazione degli incaricati per il trattamento dei dati.
- La sensiblizzazione dei soggetti interni che trattano dati personali dei contribuenti.
- L'adozione di una procedura di controllo nel rispetto del D.Lgs 196/03.
- L'adozione di una corretta politica di gestione delle password.
- Presenza di un blocco automatico dei PC dopo un certo tempo di inattività.
- Installazione di software di protezione sui PC e Server.
- Aggiornamento periodico del sistema operativo (originale, con licenza) e dei software.
- In caso di utilizzo di una rete senza fili (wireless) l'adozione di password di rete.
- Conservazione delle dichiarazioni separatamente dagli altri documenti.
- Conservazione separata dei documenti contenenti dati sensibili dal resto dei documenti.
- Presenza di spazi idonei ed accessibili solo a personale autorizzato.
- Presenza di backup (=copie di sicurezza) informatico di tutti i dati e dichiarazioni.
- Conservazione della documentazione fiscale secondo tempi e modi previsti dalla legge.
Secondo quanto previsto dall'Articolo 8 del Decreto 31 Luglio 1998, il mancato rispetto dei predetti obblighi di riservatezza costituisce causa di revoca di abilitazione al canale Entratel.
E' arrivata la conferma ufficiale: "E' stata superata la velocità della luce".
I neutrini sono più rapidi di circa 60 nanosecondi.
MILANO - E' arrivata la conferma del Cern, la velocità della luce è stata superata. Il successo è stato ottenuto nell'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso) nel quale si è operato con un fascio di neutrini che sono risultati più veloci della luce di circa 60 nanosecondi. Il fascio è stato lanciato dal Cern verso i laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso. I dati dell'esperimento, sostengono gli scienziati, che lo hanno dimostrato nei laboratori del Gran Sasso, rivelano che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza voluta. Mentre dall'analisi dei movimenti viene ancora evidenziato che i neutrini superano i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce di circa 20 parti per milione.
Omar Palazzani.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
MILANO - E' arrivata la conferma del Cern, la velocità della luce è stata superata. Il successo è stato ottenuto nell'esperimento Cngs (Cern Neutrino to Gran Sasso) nel quale si è operato con un fascio di neutrini che sono risultati più veloci della luce di circa 60 nanosecondi. Il fascio è stato lanciato dal Cern verso i laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso. I dati dell'esperimento, sostengono gli scienziati, che lo hanno dimostrato nei laboratori del Gran Sasso, rivelano che i neutrini impiegano 2,4 millisecondi per coprire la distanza voluta. Mentre dall'analisi dei movimenti viene ancora evidenziato che i neutrini superano i 300.000 chilometri al secondo ai quali viaggia la luce di circa 20 parti per milione.
Omar Palazzani.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
venerdì
PMI in crisi nera: ultimatum da Federlazio.
di Redazione PMI.it
Indagine Federlazio:
Pmi sull'orlo del baratro, tra fallimenti, disoccupazione e crediti della PA bloccati.
«Siamo pronti a scendere in campo da oggi e a fare le serrate» ha annunciato il presidente di Federlazio, Maurizio Flammini, commentando i dati dell'indagine congiunturale (primo semestre 2011) sulle Pmi del Lazio. Un ultimatum al governo locale dettato dall'emergenza di poter avere accesso al credito, e soprattutto di incassare i crediti vantati dalle Pmi nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Il PIL del Lazio è stimato in calo nel 2011 a 0,9% e, se le Pmi della regione a giugno si dichiaravano pronte a investire, con il precipitare degli eventi (crisi dei mercati e tagli drastici in manovra finanziaria), oggi lo scenario è radicalmente mutato.
Il problema più urgente è quello dell'occupazione. «Nella sola edilizia di Roma le previsioni sono di 3mila esuberi da qui a dicembre, un dato enorme». Il tasso di disoccupazione segue un trend di crescita dal 2008 e non accenna ad arrestarsi. In termini di chiusura aziende, poi, i fallimenti nel Lazio, da gennaio 2011, quasi equiparano nel numero quelli del biennio 2008-2010 (18.547).
L'emergenza individuata da Federlazio, dunque, è quella dei ritardi nei pagamenti della P.A. alle Pmi, «tra le prime lamentele degli imprenditori». La replica di Renata Polverini, governatrice del Lazio, lascia poche speranze: non ci sono i soldi.
«Chiediamo la compensazione tra crediti e debiti verso la pubblica amministrazione. [...] Chiediamo che venga accelerata la vendita del patrimonio immobiliare che potrebbe mettere in moto uno sviluppo virtuoso. [...] Le aziende di rifiuti potrebbero sbloccare un miliardo di investimenti da oggi. Quello che abbiamo chiesto in cambio è l'adeguamento delle tariffe e la stabilità dei pagamenti».
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Indagine Federlazio:
Pmi sull'orlo del baratro, tra fallimenti, disoccupazione e crediti della PA bloccati.
«Siamo pronti a scendere in campo da oggi e a fare le serrate» ha annunciato il presidente di Federlazio, Maurizio Flammini, commentando i dati dell'indagine congiunturale (primo semestre 2011) sulle Pmi del Lazio. Un ultimatum al governo locale dettato dall'emergenza di poter avere accesso al credito, e soprattutto di incassare i crediti vantati dalle Pmi nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Il PIL del Lazio è stimato in calo nel 2011 a 0,9% e, se le Pmi della regione a giugno si dichiaravano pronte a investire, con il precipitare degli eventi (crisi dei mercati e tagli drastici in manovra finanziaria), oggi lo scenario è radicalmente mutato.
Il problema più urgente è quello dell'occupazione. «Nella sola edilizia di Roma le previsioni sono di 3mila esuberi da qui a dicembre, un dato enorme». Il tasso di disoccupazione segue un trend di crescita dal 2008 e non accenna ad arrestarsi. In termini di chiusura aziende, poi, i fallimenti nel Lazio, da gennaio 2011, quasi equiparano nel numero quelli del biennio 2008-2010 (18.547).
L'emergenza individuata da Federlazio, dunque, è quella dei ritardi nei pagamenti della P.A. alle Pmi, «tra le prime lamentele degli imprenditori». La replica di Renata Polverini, governatrice del Lazio, lascia poche speranze: non ci sono i soldi.
«Chiediamo la compensazione tra crediti e debiti verso la pubblica amministrazione. [...] Chiediamo che venga accelerata la vendita del patrimonio immobiliare che potrebbe mettere in moto uno sviluppo virtuoso. [...] Le aziende di rifiuti potrebbero sbloccare un miliardo di investimenti da oggi. Quello che abbiamo chiesto in cambio è l'adeguamento delle tariffe e la stabilità dei pagamenti».
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Partite IVA inattive, arriva la mini sanzione.
La Le partite IVA inattive potranno essere regolarizzate con un semplice versamento senza presentare alcuna documentazione al fisco. In particolare la misura si riferisce a tutti i titolari di una partita Iva che non hanno presentato la relativa dichiarazione almeno negli ultimi tre anni oppure che non svolgono alcuna attività.
Il versamento rappresenta una sorta di mini sanzione del valore di 129 euro, che dovrà essere corrisposta entro il 4 ottobre utilizzando il modello F24 "Elementi identificativi" (codice tributo 8110) compilato in ogni sua parte.
Non sarà più necessario presentare all'Agenzia delle Entrate alcuna dichiarazione per la cessazione dell'attività, e non dovrà essere dimostrato il versamento effettuato.
Questo perchè da un lato i pagamenti pervenuti attraverso l'F24 vengono elaborati direttamente nel sistema informativo dell'Anagrafe tributaria favorendo la semplificazione del processo e dall'altro il pagamento stesso sostituisce la dichiarazione di cessazione attività, con il modello AA7 previsto per i soggetti diversi dalle persone fisiche o il modello AA9 previsto per le imprese individuali e lavoratori autonomi.
Sono questi in sintesi i contenuti della risoluzione 93/E del 21 settembre dell'Agenzia, che alleggerisce gli adempimenti dei titolari di una partita Iva inutilizzata, e fornisce un'ultima opportunità di regolarizzazione prima della chiusura d'ufficio della partita Iva, che può prevedere una sanzione fino a 2.065 euro.
Fonte: Agenzia delle Entrate - risoluzione 93/E
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Il versamento rappresenta una sorta di mini sanzione del valore di 129 euro, che dovrà essere corrisposta entro il 4 ottobre utilizzando il modello F24 "Elementi identificativi" (codice tributo 8110) compilato in ogni sua parte.
Non sarà più necessario presentare all'Agenzia delle Entrate alcuna dichiarazione per la cessazione dell'attività, e non dovrà essere dimostrato il versamento effettuato.
Questo perchè da un lato i pagamenti pervenuti attraverso l'F24 vengono elaborati direttamente nel sistema informativo dell'Anagrafe tributaria favorendo la semplificazione del processo e dall'altro il pagamento stesso sostituisce la dichiarazione di cessazione attività, con il modello AA7 previsto per i soggetti diversi dalle persone fisiche o il modello AA9 previsto per le imprese individuali e lavoratori autonomi.
Sono questi in sintesi i contenuti della risoluzione 93/E del 21 settembre dell'Agenzia, che alleggerisce gli adempimenti dei titolari di una partita Iva inutilizzata, e fornisce un'ultima opportunità di regolarizzazione prima della chiusura d'ufficio della partita Iva, che può prevedere una sanzione fino a 2.065 euro.
Fonte: Agenzia delle Entrate - risoluzione 93/E
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mercoledì
News: futuro radioso o degradato? Di Roberto Vacca.
“Abbonati per avere tutte le ultime notizie dal mondo”. Ricevo tante offerte come questa, ma non mi abbono. Non voglio notizie banali, anche se di fatti appena successi, né che mi inseguano sul cellulare con messaggi carichi di immagini, interviste e grafici. Sono utili le informazioni non stantie su economia, politica, scienza, cultura. Non lo sono le novità su cucina, moda, salute e pettegolezzi. A parte i gusti personali, la qualità delle news offerte dai media degrada ancora se sono seguite da commenti improvvisati. Questi sono redatti spesso da giovani inesperti e poco colti: cercano facili effetti e usano etichette drammatiche ingiustificate: “la peste del secolo”, “una vera minaccia planetaria”, “una catastrofe inimmaginabile”. Anche commentatori più esperti ripetono come giaculatorie moniti a prendere misure drastiche per evitare pericoli inesistenti (come il riscaldamento globale antropogenico).
La qualità delle notizie scelte e la pertinenza delle analisi dipendono dalla cultura e dal gusto di redattori e opinionisti, oltre che dal tempo dedicato a ogni item valutato e dalla possibilità di editare, cioè rivedere i testi nella sostanza e nella forma. L’ossessione di riferire subito quel che succede ovunque (documentato e rilevante o no), limita il tempo disponibile e degrada la qualità del reporting. Questa tendenza si sta rafforzando. Dunque possiamo prevedere che in avvenire riceveremo ancora notizie scelte a caso, espresse con parole inadeguate e spiegate da immagini di bassa qualità media.
Cronisti e opinionisti, poi, non seguono le buone regole. Troppo spesso eccedono nell’uso di astratti così che non si capisce di che cosa parlino e usano formulette verbali standard (“come dire?” – “in qualche modo”) o similitudini trite (“in una manciata di secondi” – “costretti da lacci e lacciuoli”) rendendo la prosa irritante e sfocata. Anche l’uso di termini tecnici, in realtà noti a pochi rende le news comprensibili a pochi e fuorvianti per molti.
Molti riconoscono termini come: PIL Prodotto Interno Lordo - GDP Gross Domestic Product - PVS Paesi in Via di Sviluppo - LDC Less Developed Countries - ma non hanno idea di che significhino davvero.
Le news specializzate sono, talora, ottime. La rassegna Slashdot.com segnala ogni giorno da 10 a 20 notizie di interesse tecnologico, informatico, scientifico. A ciascuna dedica poche righe, ma riporta link con pubblicazioni originali disponibili in rete. È un servizio (gratuito) di alta qualità: lo consiglio e spero che venga duplicato in altri campi. Diffido invece dei servizi a pagamento che propongono notizie aggiornatissime in ogni campo – commentate da grandi esperti.
Infine ci sono i blog e le notizie diffuse PTP (Peer.To-Peer) da privati non addestrati. La qualità è modesta anche quando forniscono immagini e filmati (come Youreporter). Non c’è da sperare che ci aiutino molto - guardiamocene.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
La qualità delle notizie scelte e la pertinenza delle analisi dipendono dalla cultura e dal gusto di redattori e opinionisti, oltre che dal tempo dedicato a ogni item valutato e dalla possibilità di editare, cioè rivedere i testi nella sostanza e nella forma. L’ossessione di riferire subito quel che succede ovunque (documentato e rilevante o no), limita il tempo disponibile e degrada la qualità del reporting. Questa tendenza si sta rafforzando. Dunque possiamo prevedere che in avvenire riceveremo ancora notizie scelte a caso, espresse con parole inadeguate e spiegate da immagini di bassa qualità media.
Cronisti e opinionisti, poi, non seguono le buone regole. Troppo spesso eccedono nell’uso di astratti così che non si capisce di che cosa parlino e usano formulette verbali standard (“come dire?” – “in qualche modo”) o similitudini trite (“in una manciata di secondi” – “costretti da lacci e lacciuoli”) rendendo la prosa irritante e sfocata. Anche l’uso di termini tecnici, in realtà noti a pochi rende le news comprensibili a pochi e fuorvianti per molti.
Molti riconoscono termini come: PIL Prodotto Interno Lordo - GDP Gross Domestic Product - PVS Paesi in Via di Sviluppo - LDC Less Developed Countries - ma non hanno idea di che significhino davvero.
Le news specializzate sono, talora, ottime. La rassegna Slashdot.com segnala ogni giorno da 10 a 20 notizie di interesse tecnologico, informatico, scientifico. A ciascuna dedica poche righe, ma riporta link con pubblicazioni originali disponibili in rete. È un servizio (gratuito) di alta qualità: lo consiglio e spero che venga duplicato in altri campi. Diffido invece dei servizi a pagamento che propongono notizie aggiornatissime in ogni campo – commentate da grandi esperti.
Infine ci sono i blog e le notizie diffuse PTP (Peer.To-Peer) da privati non addestrati. La qualità è modesta anche quando forniscono immagini e filmati (come Youreporter). Non c’è da sperare che ci aiutino molto - guardiamocene.
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martedì
Fotovoltaico: Italia batte Germania, prima al mondo entro fine 2011.
L’Italia sorpassa la rivale tedesca e si avvicina al podio per capacità installata annua di fotovoltaico, superando i 10.000 MW entro il 2011. (Fonte: Virgilio Go Green)
Il Gestore dei Servizi energetici conferma la notizia che gira ormai da qualche settimana tra gli addetti al lavoro: l’Italia supera i 10.000 Mw di potenza fotovoltaica installata su tutto il territorio nazionale. Sembra infatti che entro la fine del 2011 la potenza complessiva in esercizio in Italia possa raggiungere i 12.000 MW, per un numero d’impianti intorno ai 350.000. L’andamento delle installazioni per l’anno in corso proiettano così l’Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio nel 2011. Il nostro Paese, infatti, messo a confronto con la Germania - da oltre un decennio leader del mercato fotovoltaico mondiale - nel 2011 ha installato il triplo della potenza realizzata sul territorio tedesco.
È sempre il Gse a ricordare come in Italia siano in esercizio più di 270.000 impianti, precisamente:
· con il Quarto Conto Energia, partito lo scorso giugno, sono entrati in esercizio 26.134 impianti per una potenza di 1.700 MW;
· con il Terzo Conto Energia sono entrati in esercizio 38.122 impianti per una potenza di 1.592 MW;
· con il Secondo Conto Energia sono entrati in esercizio 200.693 impianti per una potenza di 6.568 MW;
· con il Primo Conto Energia sono entrati in esercizio 5.734 impianti per 163 MW.
Per quanto riguarda invece la classifica delle regioni, la Puglia, con circa 1.685 MW per 17.812 impianti in esercizio, mantiene il primato della Regione con maggiore potenza installata, mentre la Lombardia resta in testa alla classifica delle Regioni con maggior numero di impianti in esercizio (38.810 per 993 MW), seguita dal Veneto, con 36.066 impianti per 894 MW.
Da evidenziare come solo nel corso del 2011 siano già entrati in esercizio circa 6.500 MW. Di questi oltre 3.700 MW si riferiscono a impianti “salva Alcoa”, che, avendo richiesto i benefici della Legge 129/10 ed essendo entrati in esercizio entro il 30 giugno 2011, hanno presentato domande di ammissione alle tariffe incentivanti fissate dal Secondo Conto Energia.
Una lettura approfondita dell’evoluzione del settore arriva direttamente da PV Rome Mediterranean, il salone internazionale delle tecnologie fotovoltaiche per il Mediterraneo, che si svolge nell'ambito di ZeroEmission Rome, la grande manifestazione in corso alla Fiera di Roma dedicata alle energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading; appuntamento in cui, Valerio Natalizia, presidente Gifi, gruppo imprese fotovoltaiche italiane, ha commentato: «dati importanti, certamente inferiori alle performance del mercato negli ultimi due anni, ma che permettono di guardare al futuro con un certo ottimismo, nonostante i timori sulla tenuta del comparto dopo la sostanziale riduzione delle tariffe incentivanti introdotta dal Quarto Conto Energia».
«Il nuovo sistema di incentivi provocherà una trasformazione del mercato rispetto a quanto avvenuto in passato: le nuove tariffe penalizzano le grandi installazioni, ma non è detto che il fotovoltaico debba e possa svilupparsi solo grazie a queste - spiega Natalizia. Si aprono infatti nuovi e promettenti scenari rappresentati in primo luogo dalla crescita degli impianti commerciali, quindi di media taglia realizzati sui tetti di strutture si lavorerà molto sul residenziale. La crescita di queste installazioni, inoltre, stimolerà l'innovazione tecnologica, per la necessità di trovare soluzioni che consentano l'integrazione dei sistemi sui tetti e nelle facciate degli edifici, campo nel quale i produttori di moduli italiani possono contare su un bagaglio di conoscenze e un gusto per l'estetica che i nostri competitor non hanno. Insomma – conclude Valerio Natalizia - sebbene sia facile prevedere una certa selezione degli operatori, le opportunità per continuare a fare bene per le aziende».
A sostenere l'ottimismo del presidente Gifi contribuiscono anche le stime di Epia, European photovoltaic industry association, secondo le quali l'Italia sarà il primo Paese europeo a raggiungere la grid parity: «il pareggio del costo del kWh fotovoltaico con quello generato dalle fonti tradizionali sarà raggiunto nel 2015 per gli impianti con 3 kW di potenza, e nel giro dei due anni successivi per tutte altre taglie di installazioni – ha spiegato Ingmar Wilhelm di Epia».
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Il Gestore dei Servizi energetici conferma la notizia che gira ormai da qualche settimana tra gli addetti al lavoro: l’Italia supera i 10.000 Mw di potenza fotovoltaica installata su tutto il territorio nazionale. Sembra infatti che entro la fine del 2011 la potenza complessiva in esercizio in Italia possa raggiungere i 12.000 MW, per un numero d’impianti intorno ai 350.000. L’andamento delle installazioni per l’anno in corso proiettano così l’Italia al primo posto nella graduatoria mondiale per potenza entrata in esercizio nel 2011. Il nostro Paese, infatti, messo a confronto con la Germania - da oltre un decennio leader del mercato fotovoltaico mondiale - nel 2011 ha installato il triplo della potenza realizzata sul territorio tedesco.
È sempre il Gse a ricordare come in Italia siano in esercizio più di 270.000 impianti, precisamente:
· con il Quarto Conto Energia, partito lo scorso giugno, sono entrati in esercizio 26.134 impianti per una potenza di 1.700 MW;
· con il Terzo Conto Energia sono entrati in esercizio 38.122 impianti per una potenza di 1.592 MW;
· con il Secondo Conto Energia sono entrati in esercizio 200.693 impianti per una potenza di 6.568 MW;
· con il Primo Conto Energia sono entrati in esercizio 5.734 impianti per 163 MW.
Per quanto riguarda invece la classifica delle regioni, la Puglia, con circa 1.685 MW per 17.812 impianti in esercizio, mantiene il primato della Regione con maggiore potenza installata, mentre la Lombardia resta in testa alla classifica delle Regioni con maggior numero di impianti in esercizio (38.810 per 993 MW), seguita dal Veneto, con 36.066 impianti per 894 MW.
Da evidenziare come solo nel corso del 2011 siano già entrati in esercizio circa 6.500 MW. Di questi oltre 3.700 MW si riferiscono a impianti “salva Alcoa”, che, avendo richiesto i benefici della Legge 129/10 ed essendo entrati in esercizio entro il 30 giugno 2011, hanno presentato domande di ammissione alle tariffe incentivanti fissate dal Secondo Conto Energia.
Una lettura approfondita dell’evoluzione del settore arriva direttamente da PV Rome Mediterranean, il salone internazionale delle tecnologie fotovoltaiche per il Mediterraneo, che si svolge nell'ambito di ZeroEmission Rome, la grande manifestazione in corso alla Fiera di Roma dedicata alle energie rinnovabili, sostenibilità ambientale, lotta ai cambiamenti climatici ed emission trading; appuntamento in cui, Valerio Natalizia, presidente Gifi, gruppo imprese fotovoltaiche italiane, ha commentato: «dati importanti, certamente inferiori alle performance del mercato negli ultimi due anni, ma che permettono di guardare al futuro con un certo ottimismo, nonostante i timori sulla tenuta del comparto dopo la sostanziale riduzione delle tariffe incentivanti introdotta dal Quarto Conto Energia».
«Il nuovo sistema di incentivi provocherà una trasformazione del mercato rispetto a quanto avvenuto in passato: le nuove tariffe penalizzano le grandi installazioni, ma non è detto che il fotovoltaico debba e possa svilupparsi solo grazie a queste - spiega Natalizia. Si aprono infatti nuovi e promettenti scenari rappresentati in primo luogo dalla crescita degli impianti commerciali, quindi di media taglia realizzati sui tetti di strutture si lavorerà molto sul residenziale. La crescita di queste installazioni, inoltre, stimolerà l'innovazione tecnologica, per la necessità di trovare soluzioni che consentano l'integrazione dei sistemi sui tetti e nelle facciate degli edifici, campo nel quale i produttori di moduli italiani possono contare su un bagaglio di conoscenze e un gusto per l'estetica che i nostri competitor non hanno. Insomma – conclude Valerio Natalizia - sebbene sia facile prevedere una certa selezione degli operatori, le opportunità per continuare a fare bene per le aziende».
A sostenere l'ottimismo del presidente Gifi contribuiscono anche le stime di Epia, European photovoltaic industry association, secondo le quali l'Italia sarà il primo Paese europeo a raggiungere la grid parity: «il pareggio del costo del kWh fotovoltaico con quello generato dalle fonti tradizionali sarà raggiunto nel 2015 per gli impianti con 3 kW di potenza, e nel giro dei due anni successivi per tutte altre taglie di installazioni – ha spiegato Ingmar Wilhelm di Epia».
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
lunedì
Vendemmia 2011, produzione (in calo) di ottima qualità.
Pubblicata da Italian Wines - Vini Italiani il giorno Lunedì 19 settembre 2011 alle ore 15.36.
Le stime provvisorie di Assoenologi ad ottobre: 44 milioni di ettolitri di vino e mosti (-5% sul 2010) per vini di alto profilo. Il Veneto si conferma primo produttore.
Produzione in calo ma con un'ottima qualità delle uve. E' quanto prevede Assoenologi, l'Associazione enologi enotecnici italiani, nelle Prime stime valide fino ad ottobre presentate nei giorni scorsi a Cortina, nell'ambito di VinoVip.
La produzione 2011 è stimata in 44 milioni di ettolitri di vino e mosti, inferiore di poco più del 5% a rispetto al 2010 (46.745 mln, dati Istat).
La qualità delle uve è ottima e pertanto si prevedono vini di alto profilo.
In sintesi.
"Nonostante i cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime annate e le bizzarrie del tempo che hanno contraddistinto il ciclo vegetativo 2011 - spiega Giuseppe Martelli, direttore denerale di Assoenologi - la vite manifesta la sua capacità di adattamento, riuscendo a superare i momenti di criticità che hanno compromesso altre colture. Prova ne è l’andamento di questa vendemmia che, seppure abbia alle spalle un'annata con sbalzi di temperatura e livelli di piovosità elevati, si sta orientando verso un risultato che, se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi, non esclude la possibilità di firmare un millesimo di alto livello in quasi tutte le regioni italiane".
L'abbaglio dell'anticipo di vendemmia. "Sui tempi di vendemmia si è detto di tutto e di più - precisa Martelli -. Alcuni hanno lanciato previsioni a fine luglio rimarcando un anticipo di 20 giorni. E' vero in luglio, in alcune zone del Nord d'Italia, si registrava un anticipo di maturazione ma, come gli esperti ben sanno, sono i mesi di agosto e di settembre quelli che contano. Così l'anticipo di 20 giorni, nel Nord Italia, si è ridotto a una settimana, mentre in alcune regioni del Sud la vendemmia è rimasta nella norma e in alcuni casi addirittura ritardata.
Molti hanno finalizzato la comunicazione sull'inizio di raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) che sono essenzialmente utilizzate per la produzione degli spumanti e che, in effetti, per mantenere le caratteristiche necessarie vengono vendemmiate prima delle altre. Rappresentano però una minima parte della produzione viticola italiana (poco più del 5%) e se pensiamo che solo in Franciacorta la raccolta è iniziata l'8 agosto mentre nelle altre zone dopo Ferragosto, è stato un assurdo generalizzare.
La quantità.
"Nel 2011 - prosegue Martelli - si produrranno 44 milioni di ettolitri di vino e mosti, un quantitativo inferiore di poco più del 5% a quello del 2010 (46.745.000 dato Istat), a fronte della media quinquennale (2006/2010) di 46.187.000 di ettolitri e di quella decennale (2001/2010) di 47.562.000 di ettolitri".
L’Italia risulta divisa in due parti. Il Centro-Nord (fino alla Toscana) con un'incidenza produttiva omogenea che va da 0 a -5% rispetto allo scorso anno. Il Centro Sud (dalle Marche alla Sicilia) evidenza invece un decremento che oscilla da -5% a -20%.
Unica voce fuori dal coro la Sardegna che, dopo tre anni di decrementi, aumenta del 15%.
Il forte decremento della produzione siciliana è dovuto anche dall’abbandono, nel 2011, di oltre 2 mila ettari di superficie vitata e dalla cosiddetta "vendemmia verde" (rendere improduttivo il vigneto per un anno), per un totale di circa 13.000 ettari.
Il Veneto (8.370.000 ettolitri) si conferma, per il quinto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva.
Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono circa 26.000.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano. Il caldo della seconda quindicina di agosto ha influito sulla resa uva/vino, diminuendola e quindi ridimensionando ulteriormente la produzione.
La qualità.
Lo scorso anno la qualità delle uve e quindi dei vini è stata piuttosto eterogenea: in una stessa regione, il buono si scontrava con l'eccellente e il mediocre con l'ottimo.
Quest'anno si riscontra una certa omogeneità in quasi tutte le regioni, visto che il ciclo vegetativo è decorso in modo altalenante ma con una certa regolarità sia al Nord che al Sud d'Italia. Complessivamente la qualità delle uve è ottima e pertanto si prevedono vini di alto profilo. Se per alcune tipologie di bianchi questo può essere quasi definito, un punto di domanda rimane soprattutto per i vini rossi le cui uve saranno vendemmiate nel mese di settembre con punte anche in quello di ottobre.
Come per la quantità, anche per la qualità Il caldo della seconda quindicina di agosto potrà riservare delle sorprese sia per i vini bianchi sia per quelli rossi, in quanto alcuni vigneti, in particolar modo di collina, potrebbero negativamente risentire delle eccessive temperature.
Quindi sarà l’andamento climatico e meteorico delle prossime settimane a decidere il livello qualitativo della produzione 2011. Settembre riserverà giornate soleggiate ma fresche, con adeguate precipitazioni e con buone escursioni termiche notturne, le possibilità di ottenere vini bianchi profumati, ricchi di finezza e freschezza, e vini rossi ben strutturati, tipici ed equilibrati, ci sono tutte.
Le previsioni di mercato.
"Le vendite all’estero nel 2010, rispetto al 2009 - ha proseguito il direttore - hanno fatto registrare un incremento dell'11,9% in valore e dell'11% in volume. I più recenti dati del 2011 indicano un ulteriore incremento: +15% in valore e +16,5% in volume, sempre rispetto allo stesso periodo del 2010.
La ripresa del settore c'è e si comincia a vedere".
Performance importanti visto che nel 2010 è stato esportato quasi il 50% della produzione nazionale. il che significa che i vini italiani, sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare.
Dati che sono confermati anche dall'incremento delle quotazioni all'ingrosso di uve, mosti e vini, in quasi tutte le regioni italiane con incrementi medi che vanno dal 5% al 20% per le tipologie più richieste. Va ricordato che i prezzi all'ingrosso dei vini nel 2010 erano stati uguali a quelli del 2009 che erano scivolati di oltre il 30% rispetto al 2008.
I consumi interni continuano a calare.
Secondo Assoenologi nel 2010 si sono attestati sui 43 litri pro-capite, contro i 47 del 2007. La tendenza è verso un ulteriore decremento, tanto che nel 2015 l’Assoenologi li stima sotto la soglia dei 40 litri con un calo di circa il 70% rispetto agli anni Settanta, quando in Italia si consumavano poco meno di 120 litri a persona per anno. In pratica dai due bicchieri pro-capite bevuti negli anni Settanta, siamo passati a solo mezzo bicchiere di oggi.
L'Italia e il Mondo.
La produzione mondiale di vino è di 300 milioni di ettolitri (40 miliardi di bottiglie) il 60% prodotti nell’Unione europea. Il 17% della produzione mondiale ed il 30% di quella europea “parlano italiano”. Nel 2010 l’Italia ha prodotto 46,7 milioni di ettolitri (media decennale (47,6 milioni). La superficie di uva da vino in Italia nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990 era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 684.000. In vent’anni il nostro Paese ha perso 286.000 ettari quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme. Per alcuni questo è un dramma per altri un bene visto che oggi è inutile produrre quello che il mercato non vuole
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Le stime provvisorie di Assoenologi ad ottobre: 44 milioni di ettolitri di vino e mosti (-5% sul 2010) per vini di alto profilo. Il Veneto si conferma primo produttore.
Produzione in calo ma con un'ottima qualità delle uve. E' quanto prevede Assoenologi, l'Associazione enologi enotecnici italiani, nelle Prime stime valide fino ad ottobre presentate nei giorni scorsi a Cortina, nell'ambito di VinoVip.
La produzione 2011 è stimata in 44 milioni di ettolitri di vino e mosti, inferiore di poco più del 5% a rispetto al 2010 (46.745 mln, dati Istat).
La qualità delle uve è ottima e pertanto si prevedono vini di alto profilo.
In sintesi.
"Nonostante i cambiamenti climatici che hanno caratterizzato le ultime annate e le bizzarrie del tempo che hanno contraddistinto il ciclo vegetativo 2011 - spiega Giuseppe Martelli, direttore denerale di Assoenologi - la vite manifesta la sua capacità di adattamento, riuscendo a superare i momenti di criticità che hanno compromesso altre colture. Prova ne è l’andamento di questa vendemmia che, seppure abbia alle spalle un'annata con sbalzi di temperatura e livelli di piovosità elevati, si sta orientando verso un risultato che, se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi, non esclude la possibilità di firmare un millesimo di alto livello in quasi tutte le regioni italiane".
L'abbaglio dell'anticipo di vendemmia. "Sui tempi di vendemmia si è detto di tutto e di più - precisa Martelli -. Alcuni hanno lanciato previsioni a fine luglio rimarcando un anticipo di 20 giorni. E' vero in luglio, in alcune zone del Nord d'Italia, si registrava un anticipo di maturazione ma, come gli esperti ben sanno, sono i mesi di agosto e di settembre quelli che contano. Così l'anticipo di 20 giorni, nel Nord Italia, si è ridotto a una settimana, mentre in alcune regioni del Sud la vendemmia è rimasta nella norma e in alcuni casi addirittura ritardata.
Molti hanno finalizzato la comunicazione sull'inizio di raccolta delle uve precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) che sono essenzialmente utilizzate per la produzione degli spumanti e che, in effetti, per mantenere le caratteristiche necessarie vengono vendemmiate prima delle altre. Rappresentano però una minima parte della produzione viticola italiana (poco più del 5%) e se pensiamo che solo in Franciacorta la raccolta è iniziata l'8 agosto mentre nelle altre zone dopo Ferragosto, è stato un assurdo generalizzare.
La quantità.
"Nel 2011 - prosegue Martelli - si produrranno 44 milioni di ettolitri di vino e mosti, un quantitativo inferiore di poco più del 5% a quello del 2010 (46.745.000 dato Istat), a fronte della media quinquennale (2006/2010) di 46.187.000 di ettolitri e di quella decennale (2001/2010) di 47.562.000 di ettolitri".
L’Italia risulta divisa in due parti. Il Centro-Nord (fino alla Toscana) con un'incidenza produttiva omogenea che va da 0 a -5% rispetto allo scorso anno. Il Centro Sud (dalle Marche alla Sicilia) evidenza invece un decremento che oscilla da -5% a -20%.
Unica voce fuori dal coro la Sardegna che, dopo tre anni di decrementi, aumenta del 15%.
Il forte decremento della produzione siciliana è dovuto anche dall’abbandono, nel 2011, di oltre 2 mila ettari di superficie vitata e dalla cosiddetta "vendemmia verde" (rendere improduttivo il vigneto per un anno), per un totale di circa 13.000 ettari.
Il Veneto (8.370.000 ettolitri) si conferma, per il quinto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva.
Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme producono circa 26.000.000 ettolitri, ossia quasi il 60% di tutto il vino italiano. Il caldo della seconda quindicina di agosto ha influito sulla resa uva/vino, diminuendola e quindi ridimensionando ulteriormente la produzione.
La qualità.
Lo scorso anno la qualità delle uve e quindi dei vini è stata piuttosto eterogenea: in una stessa regione, il buono si scontrava con l'eccellente e il mediocre con l'ottimo.
Quest'anno si riscontra una certa omogeneità in quasi tutte le regioni, visto che il ciclo vegetativo è decorso in modo altalenante ma con una certa regolarità sia al Nord che al Sud d'Italia. Complessivamente la qualità delle uve è ottima e pertanto si prevedono vini di alto profilo. Se per alcune tipologie di bianchi questo può essere quasi definito, un punto di domanda rimane soprattutto per i vini rossi le cui uve saranno vendemmiate nel mese di settembre con punte anche in quello di ottobre.
Come per la quantità, anche per la qualità Il caldo della seconda quindicina di agosto potrà riservare delle sorprese sia per i vini bianchi sia per quelli rossi, in quanto alcuni vigneti, in particolar modo di collina, potrebbero negativamente risentire delle eccessive temperature.
Quindi sarà l’andamento climatico e meteorico delle prossime settimane a decidere il livello qualitativo della produzione 2011. Settembre riserverà giornate soleggiate ma fresche, con adeguate precipitazioni e con buone escursioni termiche notturne, le possibilità di ottenere vini bianchi profumati, ricchi di finezza e freschezza, e vini rossi ben strutturati, tipici ed equilibrati, ci sono tutte.
Le previsioni di mercato.
"Le vendite all’estero nel 2010, rispetto al 2009 - ha proseguito il direttore - hanno fatto registrare un incremento dell'11,9% in valore e dell'11% in volume. I più recenti dati del 2011 indicano un ulteriore incremento: +15% in valore e +16,5% in volume, sempre rispetto allo stesso periodo del 2010.
La ripresa del settore c'è e si comincia a vedere".
Performance importanti visto che nel 2010 è stato esportato quasi il 50% della produzione nazionale. il che significa che i vini italiani, sia pure con cauto ottimismo, stanno tornando a volare.
Dati che sono confermati anche dall'incremento delle quotazioni all'ingrosso di uve, mosti e vini, in quasi tutte le regioni italiane con incrementi medi che vanno dal 5% al 20% per le tipologie più richieste. Va ricordato che i prezzi all'ingrosso dei vini nel 2010 erano stati uguali a quelli del 2009 che erano scivolati di oltre il 30% rispetto al 2008.
I consumi interni continuano a calare.
Secondo Assoenologi nel 2010 si sono attestati sui 43 litri pro-capite, contro i 47 del 2007. La tendenza è verso un ulteriore decremento, tanto che nel 2015 l’Assoenologi li stima sotto la soglia dei 40 litri con un calo di circa il 70% rispetto agli anni Settanta, quando in Italia si consumavano poco meno di 120 litri a persona per anno. In pratica dai due bicchieri pro-capite bevuti negli anni Settanta, siamo passati a solo mezzo bicchiere di oggi.
L'Italia e il Mondo.
La produzione mondiale di vino è di 300 milioni di ettolitri (40 miliardi di bottiglie) il 60% prodotti nell’Unione europea. Il 17% della produzione mondiale ed il 30% di quella europea “parlano italiano”. Nel 2010 l’Italia ha prodotto 46,7 milioni di ettolitri (media decennale (47,6 milioni). La superficie di uva da vino in Italia nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990 era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 684.000. In vent’anni il nostro Paese ha perso 286.000 ettari quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme. Per alcuni questo è un dramma per altri un bene visto che oggi è inutile produrre quello che il mercato non vuole
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
venerdì
Oggetto: nuova aliquota IVA 21%
La Legge n.148/2011 di conversione del D.L. n.138/2011 ha stabilito che a decorrere dal 17 settembre 2011 l’aliquota ordinaria IVA passa dal 20% al 21%.
Ne consegue che tutte le operazioni effettuate dal giorno 17 settembre devono essere assoggettate ad aliquota IVA del 21%.
Si prega di porre la massima attenzione alla corretta effettuazione delle operazioni.
Solo una piccola Nota: non ci sono segnalazioni sui costi extra di questa variazione, ad esempio gli aggiornamenti tecnologici con conseguente chiamata dei tecnici di assistenza, ecc.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Ne consegue che tutte le operazioni effettuate dal giorno 17 settembre devono essere assoggettate ad aliquota IVA del 21%.
Si prega di porre la massima attenzione alla corretta effettuazione delle operazioni.
Solo una piccola Nota: non ci sono segnalazioni sui costi extra di questa variazione, ad esempio gli aggiornamenti tecnologici con conseguente chiamata dei tecnici di assistenza, ecc.
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Stage aziendali: tutte le nuove regole.
di Barbara Weisz
Stretta in manovra finanziaria su stage e tirocini: il Ministero chiarisce che disoccupati e studenti possono continuare con le vecchie regole.
Le nuove regole su tirocini e stage aziendali previste dalla manovra finanziaria bis riguardano solo quelli formativi e di orientamento (disciplinati su scala nazionale): per quelli di reinserimento di disoccupati o per i cosiddetti tirocini curriculari (previsti cioè da percorsi di studio di Università o scuole di formazione e destinati agli studenti), valgono le vecchie normative (disciplinati a livello regionale). La precisazione è contenuta nella circolare n.24/2011 del Ministero del Lavoro, che fornisce tutta una serie di chiarimenti sull'Articolo 11 della manovra finanziaria.
L'art. 11 stabilisce che gli stage in azienda di neo-laureati o diplomati, non possano durare più di sei mesi (proroghe comprese), e che possano essere applicati solo nei 12 mesi successivi al titolo di studio.
I "tirocini formativi e di orientamento", che sono quindi gli unici a cui si applica questa norma (lo chiarisce esplicitamente la circolare), sono quelli «disciplinati a livello nazionale dall'articolo 18 della legge 24 giugno 1997», i quali «sono espressamente finalizzati ad agevolare le scelte professionali e la occupabilità dei giovani nella fase di transizione scuola-lavoro».
Esclusi.
Il Ministero specifica che la norma in manovra finanziaria non riguarda invece i tirocini di reinserimento e inserimento al lavoro di disoccupati, compresi i lavoratori in mobilità, e nemmeno altre esperienze a favore di inoccupati».
E ancora, risultano esclusi dalle nuove norme i tirocini curriculari inclusi nei piani di studio universitari o di istituti scolastici» oppure «altre esperienze previste all'interno di un percorso formale di istruzione o di formazione». In questo caso, però, lo stage deve essere promosso da un'università o istituto di formazione universitario che rilasci titoli accademici, da un'istituzione scolastica che rilasci titoli di studio con valore legale, da un centro di formazione convenzionato con Regione o Provincia. I destinatari devono essere studenti iscritti e il tirocinio deve avvenire «all'interno del periodo di frequenza».
La norma non riguarda i periodi di praticantato previsti dagli ordini professionali.
Applicabilità.
Un'altra precisazione del ministro riguarda la non reatroattività della legge. La norma non si applica quindi agli stage iniziati o comunque formalmente approvati prima del 13 agosto, che quindi «potranno proseguire in base alla vecchia normativa».
Quindi, in caso di controllo, il personale ispettivo deve verificare la tipologia del tirocinio e la sua legittimità, anche alla luce della normativa regionale vigente. In caso di irregolarità, il personale ispettivo dovrà riqualificare il rapporto come di natura subordinata e applicare le relative sanzioni.
Infine il Ministero rispondendo alle critiche delle Regioni (che hanno anche sollevato questione di incostituzionalità), sottolinea che «la competenza esclusiva delle regioni nella regolamentazione dei tirocini" resta salva, ma aggiunge che «solo poche regioni hanno provveduto a una disciplina organica della materia» e spiega che il Governo si pone «il limitato, per quanto importante, obiettivo di dare maggiore certezza al quadro legale di riferimento», ma «nel pieno rispetto delle competenze assegnate dalla Costituzione alle Regioni, che rimangono i soggetti a cui è affidata la regolamentazione della materia».
Fonte: Ministero del Lavoro
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Stretta in manovra finanziaria su stage e tirocini: il Ministero chiarisce che disoccupati e studenti possono continuare con le vecchie regole.
Le nuove regole su tirocini e stage aziendali previste dalla manovra finanziaria bis riguardano solo quelli formativi e di orientamento (disciplinati su scala nazionale): per quelli di reinserimento di disoccupati o per i cosiddetti tirocini curriculari (previsti cioè da percorsi di studio di Università o scuole di formazione e destinati agli studenti), valgono le vecchie normative (disciplinati a livello regionale). La precisazione è contenuta nella circolare n.24/2011 del Ministero del Lavoro, che fornisce tutta una serie di chiarimenti sull'Articolo 11 della manovra finanziaria.
L'art. 11 stabilisce che gli stage in azienda di neo-laureati o diplomati, non possano durare più di sei mesi (proroghe comprese), e che possano essere applicati solo nei 12 mesi successivi al titolo di studio.
I "tirocini formativi e di orientamento", che sono quindi gli unici a cui si applica questa norma (lo chiarisce esplicitamente la circolare), sono quelli «disciplinati a livello nazionale dall'articolo 18 della legge 24 giugno 1997», i quali «sono espressamente finalizzati ad agevolare le scelte professionali e la occupabilità dei giovani nella fase di transizione scuola-lavoro».
Esclusi.
Il Ministero specifica che la norma in manovra finanziaria non riguarda invece i tirocini di reinserimento e inserimento al lavoro di disoccupati, compresi i lavoratori in mobilità, e nemmeno altre esperienze a favore di inoccupati».
E ancora, risultano esclusi dalle nuove norme i tirocini curriculari inclusi nei piani di studio universitari o di istituti scolastici» oppure «altre esperienze previste all'interno di un percorso formale di istruzione o di formazione». In questo caso, però, lo stage deve essere promosso da un'università o istituto di formazione universitario che rilasci titoli accademici, da un'istituzione scolastica che rilasci titoli di studio con valore legale, da un centro di formazione convenzionato con Regione o Provincia. I destinatari devono essere studenti iscritti e il tirocinio deve avvenire «all'interno del periodo di frequenza».
La norma non riguarda i periodi di praticantato previsti dagli ordini professionali.
Applicabilità.
Un'altra precisazione del ministro riguarda la non reatroattività della legge. La norma non si applica quindi agli stage iniziati o comunque formalmente approvati prima del 13 agosto, che quindi «potranno proseguire in base alla vecchia normativa».
Quindi, in caso di controllo, il personale ispettivo deve verificare la tipologia del tirocinio e la sua legittimità, anche alla luce della normativa regionale vigente. In caso di irregolarità, il personale ispettivo dovrà riqualificare il rapporto come di natura subordinata e applicare le relative sanzioni.
Infine il Ministero rispondendo alle critiche delle Regioni (che hanno anche sollevato questione di incostituzionalità), sottolinea che «la competenza esclusiva delle regioni nella regolamentazione dei tirocini" resta salva, ma aggiunge che «solo poche regioni hanno provveduto a una disciplina organica della materia» e spiega che il Governo si pone «il limitato, per quanto importante, obiettivo di dare maggiore certezza al quadro legale di riferimento», ma «nel pieno rispetto delle competenze assegnate dalla Costituzione alle Regioni, che rimangono i soggetti a cui è affidata la regolamentazione della materia».
Fonte: Ministero del Lavoro
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Certificazioni di Qualità e Rispetto per l'Ambiente.
Roma, (Adnkronos) - Le organizzazioni che decidono di adottare la certificazione ambientale, modificando o adeguando la propria struttura secondo lo standard Uni Iso 14001, registrano non soltanto miglioramenti ambientali, ma anche benefici economici. Lo hanno rilevato il Centro studi qualità e ambiente dell'Università degli studi di Padova e Accredia, l'ente italiano di accreditamento che valuta gli organismi di certificazione e ispezione, grazie all'indagine avviata nel 2010 su un campione corrispondente al 48,25% delle organizzazioni certificate.
L'indagine mira ad appurare se alla crescita del numero di soggetti certificati corrisponda un riscontro di benefici. Valutazione "non semplice - spiega Federico Grazioli, presidente di Accredia - possiamo però dire che il Sistema di gestione ambientale ha un'incidenza forte sull'impatto ambientale dell'attività dell'ente o impresa, sul suo risparmio energetico, nonchè sull'organizzazione stessa. Le organizzazioni certificate sono già in grado di quantificare economicamente questi benefici e contiamo, nei prossimi anni, di aiutarle a farlo con la massima consapevolezza e precisione".
Secondo l'indagine, le organizzazioni con un Sistema di gestione ambientale certificato Iso 14001 possiedono spesso anche altre certificazioni: Iso 9001 relativa al sistema di gestione per la qualità (82%), Ohsas 18001 per la salute e sicurezza sul lavoro (23%), la registrazione Emas (13%). Un buon 30% detiene una certificazione di prodotto."La sensibilità degli enti pubblici e delle imprese nei confronti dell'ambiente è in costante crescita - commenta Grazioli - come testimonia l'incremento delle certificazioni ambientali. Dal 2006 ad oggi siamo passati da circa 8mila a quasi 16mila siti certificati".
In aumento le organizzazioni in grado di quantificare costi e benefici della certificazione ambientale (47% contro il 35% del 2008). Tra i costi ritenuti più rilevanti figura quello delle modifiche agli impianti (38%) mentre tra i benefici, risulta maggiore l'impatto sull'organizzazione (45,5%). In generale, i singoli interventi di modifica impianti, innovazione di processo e di prodotto e formazione ambientale, raramente richiedono esborsi oltre i 5 mila euro.
Discorso diverso per la produzione di energia: se il 57% delle aziende indica costi inferiori ai 5mila euro, un significativo 16% segnala spese superiori ai 100mila euro. Per lo più, poi, si investe sulla consulenza esterna, non avendo competenze interne in materia, ma il 42% dichiara di riuscire a contenere questi costi.
Gli intervistati considerano importante o molto importante la riduzione dei costi relativi alla produzione di rifiuti e dei costi energetici (57%), ancor più della riduzione dei costi per l'acquisto di materie prime (poco o non importante per l'80%) o dei vantaggi assicurativi, della riduzione degli scarti di produzione o dell'aumento del fatturato (non importanti per oltre il 50%). Più del 9% dichiara di aver avuto vantaggi superiori ai 100mila euro limitatamente all'aumento del fatturato, mentre il 10% registra benefici superiori ai 50mila euro per l'ottenimento di finanziamenti.
Il 15% delle organizzazioni dichiara di aver ottenuto un risparmio superiore ai 20mila euro sui costi energetici (oltre il 4% li registra superiori ai 100mila euro). Il conseguimento della conformità legislativa è ritenuto importante o molto importante per il 96% degli intervistati.
Oltre il 70% del campione considera importante o molto importante la riduzione del consumo di energia elettrica, mentre il 65% dà importanza alla minor produzione di rifiuti pericolosi, di consumi energetici da fonte fossile e di emissioni in atmosfera, e alla sostituzione di sostanze inquinanti con alternative più ecologiche. Poco o per nulla importante, invece, risultano la riduzione del consumo di materie prime (54,5%) e degli scarichi idrici (57%), e la diminuzione del rumore (50%).
Per il futuro, l'interesse è rivolto allo sviluppo di sistemi integrati di gestione (85%), informatizzazione del sistema documentale (78%), sviluppo di indicatori di performance ambientale e di sistemi di sostenibilità energetica, e adozione di strumenti di contabilità ambientale (60%).
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L'indagine mira ad appurare se alla crescita del numero di soggetti certificati corrisponda un riscontro di benefici. Valutazione "non semplice - spiega Federico Grazioli, presidente di Accredia - possiamo però dire che il Sistema di gestione ambientale ha un'incidenza forte sull'impatto ambientale dell'attività dell'ente o impresa, sul suo risparmio energetico, nonchè sull'organizzazione stessa. Le organizzazioni certificate sono già in grado di quantificare economicamente questi benefici e contiamo, nei prossimi anni, di aiutarle a farlo con la massima consapevolezza e precisione".
Secondo l'indagine, le organizzazioni con un Sistema di gestione ambientale certificato Iso 14001 possiedono spesso anche altre certificazioni: Iso 9001 relativa al sistema di gestione per la qualità (82%), Ohsas 18001 per la salute e sicurezza sul lavoro (23%), la registrazione Emas (13%). Un buon 30% detiene una certificazione di prodotto."La sensibilità degli enti pubblici e delle imprese nei confronti dell'ambiente è in costante crescita - commenta Grazioli - come testimonia l'incremento delle certificazioni ambientali. Dal 2006 ad oggi siamo passati da circa 8mila a quasi 16mila siti certificati".
In aumento le organizzazioni in grado di quantificare costi e benefici della certificazione ambientale (47% contro il 35% del 2008). Tra i costi ritenuti più rilevanti figura quello delle modifiche agli impianti (38%) mentre tra i benefici, risulta maggiore l'impatto sull'organizzazione (45,5%). In generale, i singoli interventi di modifica impianti, innovazione di processo e di prodotto e formazione ambientale, raramente richiedono esborsi oltre i 5 mila euro.
Discorso diverso per la produzione di energia: se il 57% delle aziende indica costi inferiori ai 5mila euro, un significativo 16% segnala spese superiori ai 100mila euro. Per lo più, poi, si investe sulla consulenza esterna, non avendo competenze interne in materia, ma il 42% dichiara di riuscire a contenere questi costi.
Gli intervistati considerano importante o molto importante la riduzione dei costi relativi alla produzione di rifiuti e dei costi energetici (57%), ancor più della riduzione dei costi per l'acquisto di materie prime (poco o non importante per l'80%) o dei vantaggi assicurativi, della riduzione degli scarti di produzione o dell'aumento del fatturato (non importanti per oltre il 50%). Più del 9% dichiara di aver avuto vantaggi superiori ai 100mila euro limitatamente all'aumento del fatturato, mentre il 10% registra benefici superiori ai 50mila euro per l'ottenimento di finanziamenti.
Il 15% delle organizzazioni dichiara di aver ottenuto un risparmio superiore ai 20mila euro sui costi energetici (oltre il 4% li registra superiori ai 100mila euro). Il conseguimento della conformità legislativa è ritenuto importante o molto importante per il 96% degli intervistati.
Oltre il 70% del campione considera importante o molto importante la riduzione del consumo di energia elettrica, mentre il 65% dà importanza alla minor produzione di rifiuti pericolosi, di consumi energetici da fonte fossile e di emissioni in atmosfera, e alla sostituzione di sostanze inquinanti con alternative più ecologiche. Poco o per nulla importante, invece, risultano la riduzione del consumo di materie prime (54,5%) e degli scarichi idrici (57%), e la diminuzione del rumore (50%).
Per il futuro, l'interesse è rivolto allo sviluppo di sistemi integrati di gestione (85%), informatizzazione del sistema documentale (78%), sviluppo di indicatori di performance ambientale e di sistemi di sostenibilità energetica, e adozione di strumenti di contabilità ambientale (60%).
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mercoledì
Ad Assisi inizia l'evento più atteso.
Una manifestazione il cui interprete principale è il Caffè: bevanda protagonista in tutti i momenti pubblici e privati della nostra vita; una miscela che evoca aggregazione, comunicazione e fratellanza, peraltro propria della Città di San Francesco.
AssisiCafè si terrà nella suggestiva cornice di Assisi il 24 settembre 2011.
La manifestazione è voluta e promossa dal Comune di Assisi che ha visto in “Assisi Comitato Commercianti Parte Alta” un Team capace di organizzare un evento importante come AssisiCafè, che presenta sin d'ora, consolidandosi negli anni futuri, caratteristiche tali da assumere una connotazione nazionale ed internazionale.
Per la prima volta in assoluto tutto il centro storico è chiuso al traffico ed è coinvolto in una manifestazione che solitamente occuperebbe una piazza, un palazzo, un luogo, come per un concerto o una conferenza... ma mai tutte le vie, tutte le piazze e parte dei palazzi solitamente adibiti a manifestazioni, in contemporanea. Avvolti dal fascino e dall'arte di Assisi si potranno degustare i Caffè di grandi Torrefattori ed imparare a riconoscere le sfumature di questo orgoglio Italiano.
L'evento si svolge in partnership con Radio Subasio, una delle radio più ascoltate in Italia, con l'Ambasciata del Brasile che ha concesso il patrocinio morale e l'utilizzo del logo, come anche la Regione Umbria, il Consiglio Regionale, la ConfCommercio di Assisi e Valfabbrica, il Centro Superiore sul Turismo di Assisi e solo ultimo in fattore di tempo il patrocinio del Ministero del Turismo.
L'INVITO AD INTERVENIRE E' APERTO ED ESTESO A CHI AMA L'ARTE ED IL CAFFE'.
http://www.assisicafe.it/
Alessia Pasquali
Amori Travel
Via Borgo Aretino 25
06081 Assisi PG Italy
Phone +39 075 816 116
Fax +39 075 78 23 411
e-Mail : info@amoritravel.com
Sito : www.amoritravel.com
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AssisiCafè si terrà nella suggestiva cornice di Assisi il 24 settembre 2011.
La manifestazione è voluta e promossa dal Comune di Assisi che ha visto in “Assisi Comitato Commercianti Parte Alta” un Team capace di organizzare un evento importante come AssisiCafè, che presenta sin d'ora, consolidandosi negli anni futuri, caratteristiche tali da assumere una connotazione nazionale ed internazionale.
Per la prima volta in assoluto tutto il centro storico è chiuso al traffico ed è coinvolto in una manifestazione che solitamente occuperebbe una piazza, un palazzo, un luogo, come per un concerto o una conferenza... ma mai tutte le vie, tutte le piazze e parte dei palazzi solitamente adibiti a manifestazioni, in contemporanea. Avvolti dal fascino e dall'arte di Assisi si potranno degustare i Caffè di grandi Torrefattori ed imparare a riconoscere le sfumature di questo orgoglio Italiano.
L'evento si svolge in partnership con Radio Subasio, una delle radio più ascoltate in Italia, con l'Ambasciata del Brasile che ha concesso il patrocinio morale e l'utilizzo del logo, come anche la Regione Umbria, il Consiglio Regionale, la ConfCommercio di Assisi e Valfabbrica, il Centro Superiore sul Turismo di Assisi e solo ultimo in fattore di tempo il patrocinio del Ministero del Turismo.
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martedì
Kroll Ontrack: un sondaggio rivela che i dischi allo stato solido (SSD) e la tecnologia Flash sono affidabili ma non infallibili.
Più del 50% degli intervistati ha subito una perdita di dati con SSD o dispositivi Flash.
Da un recente sondaggio realizzato da Kroll Ontrack - azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics - sulla percezione e sull’utilizzo delle unità SSD e della tecnologia Flash, è emerso che più del 90% degli intervistati considera gli SSD e la tecnologia Flash affidabili anche se il 57% ha subito una perdita di dati nell’utilizzo di questi sistemi. Inoltre, tre quarti degli intervistati considera il recupero di dati da SSD o da tecnologia Flash complicato e a volte impossibile. In sintesi, gli intervistati si sono dimostrati scettici sulla possibilità di recuperare i propri dati da questi dispositivi.
"La corruzione dell’area di sistema rappresenta il 60% dei problemi di perdita dei dati da SSD / Flash, ma anche danni fisici, corruzione del file system, guasti all’elettronica e gli errori umani sono ulteriori cause", commenta Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia. "Nel caso di perdita dei dati da SSD / Flash, l’intervento di recupero può essere molto complesso. I dati su SSD / Flash vengono memorizzati in forma meno lineare rispetto ad un tradizionale hard disk. Gli standard industriali per l’organizzazione dei dati su SSD / Flash non sono ancora stati completamente definiti e questo significa adottare soluzioni di recupero personalizzate in base al produttore e al modello specifico del dispositivo. In qualità di leader riconosciuto nel recupero dati, Kroll Ontrack offre ai suoi clienti elevate percentuali di successo nel recupero dati da questi sistemi, grazie alla consolidata esperienza e ai continui investimenti in ricerca e sviluppo."
I dischi allo stato solido (SSD) sono uno dei trend emergenti nell’attuale scenario IT con una domanda che proviene sia dalle aziende che dai consumatori finali. Degli oltre 500 partecipanti al sondaggio, fra utenti business, consumer e pubbliche amministrazioni, quasi il 70% ha infatti dichiarato che già utilizza SSD / tecnologia Flash o che intende farlo in un prossimo futuro. Questo elevato tasso di adozione deriva probabilmente dal fatto che tre quarti degli intervistati ha ottenuto maggiori prestazioni utilizzando dispositivi SSD / Flash rispetto ai tradizionali dischi rigidi e oltre il 75% degli intervistati ritiene che gli SSD / Flash siano più sicuri, affidabili, consumino meno energia e quindi garantiscano un maggior rispetto per l’ambiente.
"La percezione degli utenti nei riguardi di questi dispositivi, è perfettamente in linea con i benefici delineati dai produttori di SSD / tecnologia Flash", aggiunge Paolo Salin. "Velocità, affidabilità e risparmio energetico sono caratteristiche molto interessanti che contraddistinguono queste soluzioni. Nonostante però i numerosi vantaggi offerti, con la maggior adozione di questi dispositivi gli incidenti con perdita di dati sono in aumento: Kroll Ontrack ha riscontrato infatti un incremento del 20% delle richieste di recupero dati rispetto all'anno precedente su SSD/Flash. Tuttavia, grazie alle nostre soluzioni e a un team di esperti, siamo in grado di eseguire qualsiasi tipo di recupero a seconda delle esigenze del cliente".
Maggiori informazioni sulle soluzioni Kroll Ontrack per dispositivi SSD si possono richiedere QUI.
Grazie ai prodotti e ai servizi Ontrack® Data Recovery, Kroll Ontrack è il più grande fornitore al mondo di soluzioni di recupero dati, con la maggiore esperienza e strumenti tecnologicamente all’avanguardia. Utilizzando centinaia di tool proprietari e particolari tecniche di intervento, le soluzioni di Kroll Ontrack aiutano le aziende e i singoli utenti a recuperare i dati persi o danneggiati da qualsiasi supporto di storage in camere bianche professionali, da remoto o attraverso prodotti software “fai-da-te”. Kroll Ontrack in Italia detiene l’unica camera bianca professionale per il recupero dei dati, il Servizio Clienti offre una prima e immediata consulenza gratuita a tutti i clienti che hanno sperimentato una perdita di dati.
Kroll Ontrack è leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura dei dati e computer forensics. Attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie, innovativi software e numerosi tool proprietari, Kroll Ontrack è in grado di affrontare casi di recupero dati da qualunque tipo di supporto, come hard disk, sistemi RAID, memory card, USB key e molti altri dispositivi. Kroll Ontrack è presente in Italia dal 2002, la sede si trova a Fenegrò (Como) dove a ottobre 2007 è stata inaugurata la camera bianca, l’unica professionale in Italia per il recupero dei dati. Country Director è Paolo Salin. A livello internazionale Kroll Ontrack, con sede a Eden Prairie (Minnesota), opera in oltre 20 Paesi del mondo attraverso più di 30 uffici. Kroll Ontrack ogni anno effettua oltre 50.000 operazioni di recupero dati, offrendo ai clienti servizi di elevata qualità in 13 differenti lingue.
Le principali soluzioni software sviluppate dalla società sono: Ontrack® EasyRecovery™ (per il recupero dati), Ontrack® PowerControls™ (nelle versioni per il mailbox management in Microsoft® Exchange Server e per il document recovery in Microsoft® SharePoint® Server), Ontrack® Eraser (per la cancellazione sicura dei dati). La tecnologia brevettata Ontrack Data Recovery Remote Services, inoltre, permette il recupero dei dati in remoto. Per ulteriori informazioni potete cliccare QUI.
Kroll Ontrack offre soluzioni e servizi all’avanguardia per assistere le organizzazioni pubbliche, le aziende private e gli utenti finali nelle attività di recupero, ricerca, analisi e presentazione dei dati. Oltre ad una gamma completa di software, Kroll Ontrack offre servizi di data recovery, cancellazione sicura dei dati, paper and electronic discovery, document review, computer forensics, secure information services, consulenza ESI (Electronically Stored Information), consulenza processuale e presentazioni per l’utilizzo in ambito legale. Kroll Ontrack è la technology service division di Kroll Inc. leader nei servizi di consulenza per la gestione dei rischi. Kroll è una società controllata da Altegrity, fornitore leader di soluzioni informatiche per la protezione delle informazioni. Per ulteriori dettagli sui servizi internazionali Cliccate QUI.
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Da un recente sondaggio realizzato da Kroll Ontrack - azienda leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura e computer forensics - sulla percezione e sull’utilizzo delle unità SSD e della tecnologia Flash, è emerso che più del 90% degli intervistati considera gli SSD e la tecnologia Flash affidabili anche se il 57% ha subito una perdita di dati nell’utilizzo di questi sistemi. Inoltre, tre quarti degli intervistati considera il recupero di dati da SSD o da tecnologia Flash complicato e a volte impossibile. In sintesi, gli intervistati si sono dimostrati scettici sulla possibilità di recuperare i propri dati da questi dispositivi.
"La corruzione dell’area di sistema rappresenta il 60% dei problemi di perdita dei dati da SSD / Flash, ma anche danni fisici, corruzione del file system, guasti all’elettronica e gli errori umani sono ulteriori cause", commenta Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia. "Nel caso di perdita dei dati da SSD / Flash, l’intervento di recupero può essere molto complesso. I dati su SSD / Flash vengono memorizzati in forma meno lineare rispetto ad un tradizionale hard disk. Gli standard industriali per l’organizzazione dei dati su SSD / Flash non sono ancora stati completamente definiti e questo significa adottare soluzioni di recupero personalizzate in base al produttore e al modello specifico del dispositivo. In qualità di leader riconosciuto nel recupero dati, Kroll Ontrack offre ai suoi clienti elevate percentuali di successo nel recupero dati da questi sistemi, grazie alla consolidata esperienza e ai continui investimenti in ricerca e sviluppo."
I dischi allo stato solido (SSD) sono uno dei trend emergenti nell’attuale scenario IT con una domanda che proviene sia dalle aziende che dai consumatori finali. Degli oltre 500 partecipanti al sondaggio, fra utenti business, consumer e pubbliche amministrazioni, quasi il 70% ha infatti dichiarato che già utilizza SSD / tecnologia Flash o che intende farlo in un prossimo futuro. Questo elevato tasso di adozione deriva probabilmente dal fatto che tre quarti degli intervistati ha ottenuto maggiori prestazioni utilizzando dispositivi SSD / Flash rispetto ai tradizionali dischi rigidi e oltre il 75% degli intervistati ritiene che gli SSD / Flash siano più sicuri, affidabili, consumino meno energia e quindi garantiscano un maggior rispetto per l’ambiente.
"La percezione degli utenti nei riguardi di questi dispositivi, è perfettamente in linea con i benefici delineati dai produttori di SSD / tecnologia Flash", aggiunge Paolo Salin. "Velocità, affidabilità e risparmio energetico sono caratteristiche molto interessanti che contraddistinguono queste soluzioni. Nonostante però i numerosi vantaggi offerti, con la maggior adozione di questi dispositivi gli incidenti con perdita di dati sono in aumento: Kroll Ontrack ha riscontrato infatti un incremento del 20% delle richieste di recupero dati rispetto all'anno precedente su SSD/Flash. Tuttavia, grazie alle nostre soluzioni e a un team di esperti, siamo in grado di eseguire qualsiasi tipo di recupero a seconda delle esigenze del cliente".
Maggiori informazioni sulle soluzioni Kroll Ontrack per dispositivi SSD si possono richiedere QUI.
Grazie ai prodotti e ai servizi Ontrack® Data Recovery, Kroll Ontrack è il più grande fornitore al mondo di soluzioni di recupero dati, con la maggiore esperienza e strumenti tecnologicamente all’avanguardia. Utilizzando centinaia di tool proprietari e particolari tecniche di intervento, le soluzioni di Kroll Ontrack aiutano le aziende e i singoli utenti a recuperare i dati persi o danneggiati da qualsiasi supporto di storage in camere bianche professionali, da remoto o attraverso prodotti software “fai-da-te”. Kroll Ontrack in Italia detiene l’unica camera bianca professionale per il recupero dei dati, il Servizio Clienti offre una prima e immediata consulenza gratuita a tutti i clienti che hanno sperimentato una perdita di dati.
Kroll Ontrack è leader nell’offerta di soluzioni e servizi di recupero dati, cancellazione sicura dei dati e computer forensics. Attraverso l’utilizzo di moderne tecnologie, innovativi software e numerosi tool proprietari, Kroll Ontrack è in grado di affrontare casi di recupero dati da qualunque tipo di supporto, come hard disk, sistemi RAID, memory card, USB key e molti altri dispositivi. Kroll Ontrack è presente in Italia dal 2002, la sede si trova a Fenegrò (Como) dove a ottobre 2007 è stata inaugurata la camera bianca, l’unica professionale in Italia per il recupero dei dati. Country Director è Paolo Salin. A livello internazionale Kroll Ontrack, con sede a Eden Prairie (Minnesota), opera in oltre 20 Paesi del mondo attraverso più di 30 uffici. Kroll Ontrack ogni anno effettua oltre 50.000 operazioni di recupero dati, offrendo ai clienti servizi di elevata qualità in 13 differenti lingue.
Le principali soluzioni software sviluppate dalla società sono: Ontrack® EasyRecovery™ (per il recupero dati), Ontrack® PowerControls™ (nelle versioni per il mailbox management in Microsoft® Exchange Server e per il document recovery in Microsoft® SharePoint® Server), Ontrack® Eraser (per la cancellazione sicura dei dati). La tecnologia brevettata Ontrack Data Recovery Remote Services, inoltre, permette il recupero dei dati in remoto. Per ulteriori informazioni potete cliccare QUI.
Kroll Ontrack offre soluzioni e servizi all’avanguardia per assistere le organizzazioni pubbliche, le aziende private e gli utenti finali nelle attività di recupero, ricerca, analisi e presentazione dei dati. Oltre ad una gamma completa di software, Kroll Ontrack offre servizi di data recovery, cancellazione sicura dei dati, paper and electronic discovery, document review, computer forensics, secure information services, consulenza ESI (Electronically Stored Information), consulenza processuale e presentazioni per l’utilizzo in ambito legale. Kroll Ontrack è la technology service division di Kroll Inc. leader nei servizi di consulenza per la gestione dei rischi. Kroll è una società controllata da Altegrity, fornitore leader di soluzioni informatiche per la protezione delle informazioni. Per ulteriori dettagli sui servizi internazionali Cliccate QUI.
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TURISMO ITALIANO: RECORD E RICONQUISTA DELLA PRIMA POSIZIONE NELL’UNIONE EUROPEA.
Il settore turistico italiano è in costante aumento lo conferma il bilancio 2010 che ha sfiorato con 163,3 milioni di presenze straniere, il record stabilito nel 2007 (163,5 milioni). Ci sono buone notizie per l’anno in corso poiché vedremo salire la soglia dei turisti a 170 milioni. Il XVII Rapporto sul Turismo Italiano di quest’anno dà ottime prospettive per il futuro. Infatti l’Italia è riuscita a riconquistare la prima posizione per il mercato turistico complessivo, domestico e internazionale, nell’ambito dell’Unione Europea, con una quota del 16,8%. Da questo Rapporto emerge che il settore turistico può offrire molti sbocchi professionali, e rappresenta un mercato in forte espansione.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Conferenza Stampa di presentazione del III Forum Internazionale PolieCo sull'Economia dei Rifiuti.
Mercoledì 14 settembre p.v., presso la Sala Cristallo, Hotel Nazionale, Piazza di Montecitorio n. 131, a partire dalle ore 11.00. avrà luogo la Conferenza stampa di presentazione della III Edizione del Forum di Ischia organizzato da PolieCo (23-24 settembre p.v. c/o l’Albergo della Regina Isabella).
Durante i lavori della mattinata a Roma, offriranno il loro contributo alla Stampa:
Enrico Bobbio - Presidente PolieCo; Maria Ioannilli - Università di Roma “Tor Vergata” Enrico Fontana - Giornalista, Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente
La Presidenza del PolieCo illustrerà premesse ed obiettivi dell’edizione 2011 del Forum; a cura della Dott.ssa Ioannilli verranno anticipati in sintesi alcuni dei risultati emersi dagli Studi di ricerca che il PolieCo ha finanziato per la III edizione del Foum di Ischia; mentre la presentazione del Programma 2011, sarà affidata al Dott. Enrico Fontana.
Ricordiamo che l’obiettivo generale del Forum 2011, in piena sintonia con le passate esperienze 2009 e 2010 è quello di promuovere un terreno comune di dialogo fra Imprese private, Istituzioni pubbliche (Governo, Legislatore, Organi di polizia giudiziaria), gruppi di imprese e realtà consortili nazionali ed internazionali, sul tema inderogabile del riciclo quale urgenza non più procrastinabile per la sopravvivenza della imprese e la salvaguardia dell’ambiente in un mercato sempre più globalizzato. Al di là delle ovvie implicazioni ambientali sottese alle scelte politiche imprenditoriali ed industriali, il Forum intende sviluppare una riflessione sulla necessità e l’urgenza di perseguire un modello di sviluppo economico ed industriale in chiave di Green Economy (senza prescindere da impulsi etici e di promozione della legalità), dalla quale procedere per definire insieme la road map e le azioni concrete a favore del settore del riciclo, per quanto attiene il sostegno alla ricerca ed allo sviluppo, il sostegno alle aziende che investono in innovazione di processo, gli incentivi ai consumi eco-friendly ed, infine, lo sviluppo di criteri e di politiche di Green Public Procurement (Acquisti Verdi). Particolare attenzione, infine, sarà dedicata, quest’anno alle questioni che attengono al rapporto esistente tra l’esportazione dei materiali riciclabili, i processi di produzione di beni da materiali riciclati (soprattutto quelli che avvengono in contesto extranazionali ed extraeuropei) ed il mercato nazionale dei beni prodotti.
Nella certezza di poter contare sulla disponibilità delle maggiori testate, assicuriamo la puntuale produzione di ulteriore materiale informativo.
Traiano Bertollini
Ufficio Stampa PolieCo
Cell. 3358413880
e-Mail traiano.bertollini@gmail.com
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Durante i lavori della mattinata a Roma, offriranno il loro contributo alla Stampa:
Enrico Bobbio - Presidente PolieCo; Maria Ioannilli - Università di Roma “Tor Vergata” Enrico Fontana - Giornalista, Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente
La Presidenza del PolieCo illustrerà premesse ed obiettivi dell’edizione 2011 del Forum; a cura della Dott.ssa Ioannilli verranno anticipati in sintesi alcuni dei risultati emersi dagli Studi di ricerca che il PolieCo ha finanziato per la III edizione del Foum di Ischia; mentre la presentazione del Programma 2011, sarà affidata al Dott. Enrico Fontana.
Ricordiamo che l’obiettivo generale del Forum 2011, in piena sintonia con le passate esperienze 2009 e 2010 è quello di promuovere un terreno comune di dialogo fra Imprese private, Istituzioni pubbliche (Governo, Legislatore, Organi di polizia giudiziaria), gruppi di imprese e realtà consortili nazionali ed internazionali, sul tema inderogabile del riciclo quale urgenza non più procrastinabile per la sopravvivenza della imprese e la salvaguardia dell’ambiente in un mercato sempre più globalizzato. Al di là delle ovvie implicazioni ambientali sottese alle scelte politiche imprenditoriali ed industriali, il Forum intende sviluppare una riflessione sulla necessità e l’urgenza di perseguire un modello di sviluppo economico ed industriale in chiave di Green Economy (senza prescindere da impulsi etici e di promozione della legalità), dalla quale procedere per definire insieme la road map e le azioni concrete a favore del settore del riciclo, per quanto attiene il sostegno alla ricerca ed allo sviluppo, il sostegno alle aziende che investono in innovazione di processo, gli incentivi ai consumi eco-friendly ed, infine, lo sviluppo di criteri e di politiche di Green Public Procurement (Acquisti Verdi). Particolare attenzione, infine, sarà dedicata, quest’anno alle questioni che attengono al rapporto esistente tra l’esportazione dei materiali riciclabili, i processi di produzione di beni da materiali riciclati (soprattutto quelli che avvengono in contesto extranazionali ed extraeuropei) ed il mercato nazionale dei beni prodotti.
Nella certezza di poter contare sulla disponibilità delle maggiori testate, assicuriamo la puntuale produzione di ulteriore materiale informativo.
Traiano Bertollini
Ufficio Stampa PolieCo
Cell. 3358413880
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lunedì
Rete Wi-Fi Nazionale Gratuita.
Oggi prende il via, infatti, il progetto di una rete Wi-Fi nazionale gratuita disponibile per tutti i cittadini. Dopo quasi un anno di lavoro, Free Wi-Fi Italia sarà in grado di offrire connettività in diverse città su tutto il territorio italiano. Il vantaggio per gli utenti è che con un unico account di accesso potranno utilizzare la connessione wireless in tutte le città aderenti.
Gli hotspot attivi a partire da oggi sono già 1.109 distribuiti su otto reti: quelle delle province di Roma, Gorizia, Grosseto e Prato, dei comuni di Genova, Torino e Venezia e della regione Sardegna. Molte altre città stanno per aderire: Firenze, Pistoia, Pesaro e Urbino, Cosenza, Savona, Potenza, Bari, Terni, Trapani e Napoli, Udine, Bra (CN), Spoleto, Lamezia Terme (Cosenza), Rosignano (Livorno), Saranno (Varese), Vicopisano (Pisa), Viadana (Cremona) e anche Unioncamere.
Per quel che riguarda gli utenti registrati, invece, sono già oltre duecentomila. Qualche operatore commerciale potrebbe storcere il naso di fronte a questa forma di concorrenza gratuita, ma in questo paese ogni possibilità per aumentare la connettività e le possibilità di accesso a Internet per i cittadini è una iniziativa da salutare con entusiasmo, soprattutto se pubblica e gratuita come Free Wi-Fi Italia.
Autore: Roberto Laghi.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Gli hotspot attivi a partire da oggi sono già 1.109 distribuiti su otto reti: quelle delle province di Roma, Gorizia, Grosseto e Prato, dei comuni di Genova, Torino e Venezia e della regione Sardegna. Molte altre città stanno per aderire: Firenze, Pistoia, Pesaro e Urbino, Cosenza, Savona, Potenza, Bari, Terni, Trapani e Napoli, Udine, Bra (CN), Spoleto, Lamezia Terme (Cosenza), Rosignano (Livorno), Saranno (Varese), Vicopisano (Pisa), Viadana (Cremona) e anche Unioncamere.
Per quel che riguarda gli utenti registrati, invece, sono già oltre duecentomila. Qualche operatore commerciale potrebbe storcere il naso di fronte a questa forma di concorrenza gratuita, ma in questo paese ogni possibilità per aumentare la connettività e le possibilità di accesso a Internet per i cittadini è una iniziativa da salutare con entusiasmo, soprattutto se pubblica e gratuita come Free Wi-Fi Italia.
Autore: Roberto Laghi.
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sabato
Stati Generali del Commercio con l'Estero.
Roma, 9 set. - (Adnkronos) - "Oggi inizia un percorso tra imprese, istituzioni e Governo che ci portera' alla due giorni degli Stati generali del commercio con l'estero". Il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al commercio estero, Katia Polidori, presenta cosi' il team per il made in Italy.
"La squadra che ho scelto - commenta la Polidori - e' fatta di imprenditori amici che ogni giorno si confrontano con i veri problemi delle imprese. Ognuno di essi presiedera' i sei tavoli che dovranno alla fine redigere un panel con delle proposte". I nomi sono: Gian Luca Rana (agroalimentare), Luca Poncato (energia e ambiente), Roberto Snaidero (arredo e sistema casa), Simone Bettini (mobilita'), Maurizio Marinella (abbigliamento) e Rodolfo Ortolani (servizi).
Ad affiancare gli imprenditori ci saranno Confapi, Confindustria, Rete Italia, Confagricoltura e in piu' Unioncamere, Assocamerestero, insieme ai funzionari dello Sviluppo economico e degli Esteri, nonche' dell'ormai defunto Istituto per il Commercio Estero.
"E' il momento di agire - afferma il sottosegretario Polidori - sull'unica voce positiva della nostra economia, che da sola vale il 25% del Pil. Nel mese di luglio il valore complessivo delle nostre vendite all'estero ha toccato i 16 miliardi di euro. Un record - sottolina il sottosegretario - in quanto mai nella storia si era registrato un dato simile. Dietro questi tavoli, in corso da questa mattina, c'e' un'Italia che non si arrende e che chiede alla politica di fare il suo mestiere".
"Gli stati generali del commercio con l'estero non si facevano dal 2006. A testimonianza di quanto ci teniamo a questo progetto questo pomeriggio ci recheremo dal Premier Berlusconi perche' - dice la Polidori - ora tocca al Governo trovare le soluzioni e predisporre i 'binari' che aiutino le imprese a raggiungere i mercati piu' lontani".
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
"La squadra che ho scelto - commenta la Polidori - e' fatta di imprenditori amici che ogni giorno si confrontano con i veri problemi delle imprese. Ognuno di essi presiedera' i sei tavoli che dovranno alla fine redigere un panel con delle proposte". I nomi sono: Gian Luca Rana (agroalimentare), Luca Poncato (energia e ambiente), Roberto Snaidero (arredo e sistema casa), Simone Bettini (mobilita'), Maurizio Marinella (abbigliamento) e Rodolfo Ortolani (servizi).
Ad affiancare gli imprenditori ci saranno Confapi, Confindustria, Rete Italia, Confagricoltura e in piu' Unioncamere, Assocamerestero, insieme ai funzionari dello Sviluppo economico e degli Esteri, nonche' dell'ormai defunto Istituto per il Commercio Estero.
"E' il momento di agire - afferma il sottosegretario Polidori - sull'unica voce positiva della nostra economia, che da sola vale il 25% del Pil. Nel mese di luglio il valore complessivo delle nostre vendite all'estero ha toccato i 16 miliardi di euro. Un record - sottolina il sottosegretario - in quanto mai nella storia si era registrato un dato simile. Dietro questi tavoli, in corso da questa mattina, c'e' un'Italia che non si arrende e che chiede alla politica di fare il suo mestiere".
"Gli stati generali del commercio con l'estero non si facevano dal 2006. A testimonianza di quanto ci teniamo a questo progetto questo pomeriggio ci recheremo dal Premier Berlusconi perche' - dice la Polidori - ora tocca al Governo trovare le soluzioni e predisporre i 'binari' che aiutino le imprese a raggiungere i mercati piu' lontani".
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lunedì
Al via nuovo bando per le imprese del Lazio.
Con la determinazione n. 5248 del 30 giugno 2011, pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio n. 27 del 21 luglio 2001 (parte terza) la Regione Lazio ha approvato le schede prodotto e l'avviso pubblico relativi al “Fondo Rotativo per le Pmi - Attività Produttive” per il sostegno all’accesso al credito delle Piccole e medie imprese.
Il bando è rivolto a micro, piccole e medie imprese costituite anche in forma cooperativa e in consorzi di imprese, industriali, artigianali, commerciali e di servizi, con sede operativa nel territorio della Regione Lazio. Sono ammissibili progetti di investimento per l’ampliamento, la riconversione, la riqualificazione e l’ammodernamento produttivo delle imprese.
L’agevolazione è concessa sotto forma di finanziamento agevolato per il 50% al tasso di interesse dello 0,50%, e per il restante 50% a tasso di interesse ordinario con copertura di garanzia regionale da parte di Banca Impresa Lazio. Il finanziamento può coprire fino al 100% dell’investimento ammissibile (fino a un massimo di un milione di euro). Gli aiuti concessi non sono cumulabili con altre agevolazioni pubbliche ottenute per le medesime spese.
La prenotazione telematica potrà essere effettuata sul sito www.incentivi.lazio.it dal 12 settembre al 30 dicembre 2011. Le domande in forma cartacea e su supporto elettronico, comprensive della documentazione, dovranno essere inviate a Sviluppo Lazio a mezzo Raccomandata AR, entro 15 giorni dalla prenotazione telematica.
Il beneficiario, al momento della presentazione della domanda, dovrà indicare obbligatoriamente la Banca alla quale intende rivolgersi per l’ottenimento della quota ordinaria di finanziamento, scegliendola fra quelle convenzionate con Sviluppo Lazio.
Per consultare la documentazione vai alla pagina dedicata.
Numero verde Informalazio 800 264 525
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
...Manovra correttiva: tra necessità e opportunità.
Lunedì 05 Settembre 2011 12:08 .
Si susseguono le proposte di modifica alla manovra economica di Ferragosto, tra molteplici ripensamenti e la volontà di incidere, finalmente in maniera strutturale, sui conti pubblici.
Nonostante appaia evidente la difficoltà della maggioranza di procedere compatta nel delineare una credibile proposta di intervento, alcuni spunti interessanti si possono cogliere nelle dichiarazioni dei vari attori della scena politica italiana, nonché dagli emendamenti presentati dal governo.
Ci riferiamo alle sempre più frequenti dichiarazioni di condivisione di una politica di spostamento della pressione fiscale da diretta ad indiretta e del doveroso (ma quanto mai tardivo) riconoscimento che l’evasione è una distorsione peculiare del nostro sistema socio-economico sulla quale è sempre più necessario intervenire.
Non volendo entrare nel merito dell’impianto complessivo della manovra così come licenziata dal governo (ed essendo impossibile ad oggi immaginare quale sarà il risultato finale a seguito delle centinaia di emendamenti presentati dalle stesse forze di maggioranza) soffermiamoci per alcune brevi considerazioni in merito a due questioni: la dichiarazione del premier sulla possibilità di innalzare l’IVA al 22% e l’inasprimento delle sanzioni penali contro i maxi-evasori prevista dall’emendamento predisposto dal ministro Tremonti.
Le due proposte, se non fossero dettate dalla necessità di dover porre rimedio urgentemente alle aspettative dei mercati finanziari e della BCE e di arginare lo scontento montante dei diversi ceti produttivi colpiti dal contributo di solidarietà, potrebbero configurarsi quale primo tassello di una strategia di mutamento di rotta nel rapporto fisco-contribuente.
La grave congiuntura economica che stiamo attraversando, può rappresentare, per una classe politica coraggiosa e lungimirante, l’opportunità di poter finalmente cambiare le regole del gioco in campo fiscale, che prevedono un tacito accordo tra stato e contribuente per il quale, a fronte di un regime inquisitorio e di disprezzo perfino delle guarentigie fissate con legge dello stato (legge 212/2000 cd. Statuto dei diritti del contribuente), si tollerano comportamenti elusivi ed evasivi ai quali non viene riconosciuto un particolare status di pericolosità sociale e pertanto sanzionati blandamente.
L’aumento delle aliquote IVA deve necessariamente inquadrarsi in un piano organico di spostamento dell’imposizione da diretta (che colpisce il reddito prodotto e pertanto ha una valenza recessiva) a favore di quella indiretta e deve essere giocoforza accompagnato da misure di riduzione del carico fiscale sui redditi di lavoro tramite l’incremento di deduzioni o detrazioni per gli acquisti di beni e servizi con particolare riguardo ai settori in cui la percentuale di sommerso è più elevata. Gradualmente potranno inoltre inasprirsi i regimi sanzionatori penali a carico degli operatori economici che porranno in essere operazioni illecite. Si potrà pertanto beneficiare permanentemente di maggiori entrate legate non ad un aumento della pressione fiscale ma ad una concreta azione anti-evasione.
Si tratta di una scommessa di lungo periodo poiché non si tratta di modificare una norma, bensì la mentalità di un’intera nazione.
Di tutto ciò non sembra ravvisarsi traccia nel comportamento della nostra classe politica che, tra proposte di dubbia costituzionalità e di chiara matrice propagandistica, sta palesando una preoccupante inadeguatezza nel fronteggiare la congiuntura negativa e nel tracciare un percorso di uscita dalle secche in cui si trova il nostro sistema produttivo.
Roberto Nicoletti
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Si susseguono le proposte di modifica alla manovra economica di Ferragosto, tra molteplici ripensamenti e la volontà di incidere, finalmente in maniera strutturale, sui conti pubblici.
Nonostante appaia evidente la difficoltà della maggioranza di procedere compatta nel delineare una credibile proposta di intervento, alcuni spunti interessanti si possono cogliere nelle dichiarazioni dei vari attori della scena politica italiana, nonché dagli emendamenti presentati dal governo.
Ci riferiamo alle sempre più frequenti dichiarazioni di condivisione di una politica di spostamento della pressione fiscale da diretta ad indiretta e del doveroso (ma quanto mai tardivo) riconoscimento che l’evasione è una distorsione peculiare del nostro sistema socio-economico sulla quale è sempre più necessario intervenire.
Non volendo entrare nel merito dell’impianto complessivo della manovra così come licenziata dal governo (ed essendo impossibile ad oggi immaginare quale sarà il risultato finale a seguito delle centinaia di emendamenti presentati dalle stesse forze di maggioranza) soffermiamoci per alcune brevi considerazioni in merito a due questioni: la dichiarazione del premier sulla possibilità di innalzare l’IVA al 22% e l’inasprimento delle sanzioni penali contro i maxi-evasori prevista dall’emendamento predisposto dal ministro Tremonti.
Le due proposte, se non fossero dettate dalla necessità di dover porre rimedio urgentemente alle aspettative dei mercati finanziari e della BCE e di arginare lo scontento montante dei diversi ceti produttivi colpiti dal contributo di solidarietà, potrebbero configurarsi quale primo tassello di una strategia di mutamento di rotta nel rapporto fisco-contribuente.
La grave congiuntura economica che stiamo attraversando, può rappresentare, per una classe politica coraggiosa e lungimirante, l’opportunità di poter finalmente cambiare le regole del gioco in campo fiscale, che prevedono un tacito accordo tra stato e contribuente per il quale, a fronte di un regime inquisitorio e di disprezzo perfino delle guarentigie fissate con legge dello stato (legge 212/2000 cd. Statuto dei diritti del contribuente), si tollerano comportamenti elusivi ed evasivi ai quali non viene riconosciuto un particolare status di pericolosità sociale e pertanto sanzionati blandamente.
L’aumento delle aliquote IVA deve necessariamente inquadrarsi in un piano organico di spostamento dell’imposizione da diretta (che colpisce il reddito prodotto e pertanto ha una valenza recessiva) a favore di quella indiretta e deve essere giocoforza accompagnato da misure di riduzione del carico fiscale sui redditi di lavoro tramite l’incremento di deduzioni o detrazioni per gli acquisti di beni e servizi con particolare riguardo ai settori in cui la percentuale di sommerso è più elevata. Gradualmente potranno inoltre inasprirsi i regimi sanzionatori penali a carico degli operatori economici che porranno in essere operazioni illecite. Si potrà pertanto beneficiare permanentemente di maggiori entrate legate non ad un aumento della pressione fiscale ma ad una concreta azione anti-evasione.
Si tratta di una scommessa di lungo periodo poiché non si tratta di modificare una norma, bensì la mentalità di un’intera nazione.
Di tutto ciò non sembra ravvisarsi traccia nel comportamento della nostra classe politica che, tra proposte di dubbia costituzionalità e di chiara matrice propagandistica, sta palesando una preoccupante inadeguatezza nel fronteggiare la congiuntura negativa e nel tracciare un percorso di uscita dalle secche in cui si trova il nostro sistema produttivo.
Roberto Nicoletti
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
venerdì
Le truffe di Enel Energia. Procura indaga, ma il fenomeno dilaga.
Comunicato di Vincenzo Donvito 26 agosto 2011 18:17
La Procura della Repubblica di Firenze ha aperto un indagine per truffa e falso nei confronti di un promotore di Enel Energia che, all'insaputa dei malcapitati, firmava i contratti di quelli a cui si era rivolto per proporgli un servizio in alternativa all'altra Enel, quella del mercato protetto che tutti conosciamo.
E' solo una piccola mosca che gravita sulla cloaca dei servizi commerciali di questo gestore di luce e gas. Il nostro servizio di consulenza e informazione e' sommerso da segnalazioni del genere e a tutti consigliamo:
- raccomandata A/R di diffida per disconoscere il contratto, chiedendone copia dello stesso per la verifica della falsita' della firma;
- denuncia all'Autorita' per l'energia e il Gas;
- esposto in Procura della Repubblica;
- rimborso danni.
Ma occorre che facciano attenzione anche coloro che, scelto magari il servizio elettrico del mercato libero, si ritrovano, senza averlo richiesto, un contratto anche per il servizio del gas: la modulistica di Enel energia comprende entrambe le opzioni e mettere qualche crocetta in piu', per promotori disonesti, e' molto facile.. diversi i casi che abbiamo smascherato dopo aver dimostrato che la grafia della crocetta sull'opzione gas era diversa da quella della crocetta sulla luce.
La situazione, a nostro avviso e' tragica, proprio perche' parte da un fatto anomalo per chi dice di essere in un mercato libero: Enel mercato protetto, la stessa Enel che e' proprietaria anche delle reti di distribuzione, decide di essere anche sul mercato libero con l'aggiunta del gas, e come decide di presentarsi? Col nome di Enel, ovviamente.... chiaro il giochetto, no?
Quanto accaduto, ed oggi posto sotto indagine da parte della Procura, e' la logica conseguenza di questa anomalia del mercato italiano della liberalizzazione dell'energia.
Noi non crediamo ai buoni propositi di Enel Energia che, in casi del genere, si scusa e fa mostra di mettere alla gogna i propri promotori. Troppi episodi del genere sono accaduti e continuano ad accadere. Forse ci crederemo solo se chi bussera' alla nostra porta per proporci un nuovo contratto energetico non dira': buongiorno sono dell'Enel.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
La Procura della Repubblica di Firenze ha aperto un indagine per truffa e falso nei confronti di un promotore di Enel Energia che, all'insaputa dei malcapitati, firmava i contratti di quelli a cui si era rivolto per proporgli un servizio in alternativa all'altra Enel, quella del mercato protetto che tutti conosciamo.
E' solo una piccola mosca che gravita sulla cloaca dei servizi commerciali di questo gestore di luce e gas. Il nostro servizio di consulenza e informazione e' sommerso da segnalazioni del genere e a tutti consigliamo:
- raccomandata A/R di diffida per disconoscere il contratto, chiedendone copia dello stesso per la verifica della falsita' della firma;
- denuncia all'Autorita' per l'energia e il Gas;
- esposto in Procura della Repubblica;
- rimborso danni.
Ma occorre che facciano attenzione anche coloro che, scelto magari il servizio elettrico del mercato libero, si ritrovano, senza averlo richiesto, un contratto anche per il servizio del gas: la modulistica di Enel energia comprende entrambe le opzioni e mettere qualche crocetta in piu', per promotori disonesti, e' molto facile.. diversi i casi che abbiamo smascherato dopo aver dimostrato che la grafia della crocetta sull'opzione gas era diversa da quella della crocetta sulla luce.
La situazione, a nostro avviso e' tragica, proprio perche' parte da un fatto anomalo per chi dice di essere in un mercato libero: Enel mercato protetto, la stessa Enel che e' proprietaria anche delle reti di distribuzione, decide di essere anche sul mercato libero con l'aggiunta del gas, e come decide di presentarsi? Col nome di Enel, ovviamente.... chiaro il giochetto, no?
Quanto accaduto, ed oggi posto sotto indagine da parte della Procura, e' la logica conseguenza di questa anomalia del mercato italiano della liberalizzazione dell'energia.
Noi non crediamo ai buoni propositi di Enel Energia che, in casi del genere, si scusa e fa mostra di mettere alla gogna i propri promotori. Troppi episodi del genere sono accaduti e continuano ad accadere. Forse ci crederemo solo se chi bussera' alla nostra porta per proporci un nuovo contratto energetico non dira': buongiorno sono dell'Enel.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Nella nuova manovra il riconoscimento dei rapporti di lavoro con Partita Iva. Con quali conseguenze?
Ne parla Dario Di Vico nel Corriere della Sera del 17 agosto 2011, nell’articolo Il fronte del no diviso sull’IVA, che riporta le perplessità di Acta. Si legge nell’articolo:
Una novità contenuta nel decreto e finora rimasta inosservata è l’ espresso riconoscimento – contenuto nell’ articolo 8 secondo comma – dei rapporti di lavoro con partita Iva. È la prima volta che il legislatore ne parla ma la scelta fatta è di rinunciare (almeno per ora) a uno Statuto del lavoro autonomo e demandare la regolamentazione di questo particolare rapporto di lavoro alla contrattazione aziendale/territoriale. «Il governo ha deciso di includere le partite Iva alla pari del lavoro dipendente? – si chiede Anna Soru, presidente di Acta, l’ associazione del terziario avanzato. – Ma come si fa? È possibile solo per le situazioni in cui il lavoratore con partita Iva svolge attività analoghe a quelle dei dipendenti». Ma pensiamo a una consulenza di marketing o di organizzazione aziendale o alla creazione di un sito web, come potrà essere regolata dalla contrattazione aziendale, sulla base di quali parametri? E quali sono le parti sociali che rappresenterebbero le partite Iva? I sindacati confederali, forse? Tutti interrogativi che formulati da Acta riportano però alla più generale difficoltà del governo di ritrovare il bandolo della matassa del rapporto con i ceti medi. Si procede a tentoni nel buio e il rischio di inciampare, non una ma più volte, è altissimo.
E’ un modo per evitare di intervenire fattivamente? Prima un rincorrersi di statuti annunciati e mai realizzati (statuto dei lavori, statuto del lavoro autonomi), ora un rinvio alla contrattazione aziendale/territoriale, che non è chiaro come potrà agire.
Perchè non partire da qualche regola base che, ad esempio, tuteli efficacemente (al pari di quanto avviene coi dipendenti) i diritti del lavoratore autonomo nei confronti del committente che fallisce, che non paga o che ritarda i pagamenti? Anche quando il cliente è la Pubblica Amministrazione.
ACTA
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Una novità contenuta nel decreto e finora rimasta inosservata è l’ espresso riconoscimento – contenuto nell’ articolo 8 secondo comma – dei rapporti di lavoro con partita Iva. È la prima volta che il legislatore ne parla ma la scelta fatta è di rinunciare (almeno per ora) a uno Statuto del lavoro autonomo e demandare la regolamentazione di questo particolare rapporto di lavoro alla contrattazione aziendale/territoriale. «Il governo ha deciso di includere le partite Iva alla pari del lavoro dipendente? – si chiede Anna Soru, presidente di Acta, l’ associazione del terziario avanzato. – Ma come si fa? È possibile solo per le situazioni in cui il lavoratore con partita Iva svolge attività analoghe a quelle dei dipendenti». Ma pensiamo a una consulenza di marketing o di organizzazione aziendale o alla creazione di un sito web, come potrà essere regolata dalla contrattazione aziendale, sulla base di quali parametri? E quali sono le parti sociali che rappresenterebbero le partite Iva? I sindacati confederali, forse? Tutti interrogativi che formulati da Acta riportano però alla più generale difficoltà del governo di ritrovare il bandolo della matassa del rapporto con i ceti medi. Si procede a tentoni nel buio e il rischio di inciampare, non una ma più volte, è altissimo.
E’ un modo per evitare di intervenire fattivamente? Prima un rincorrersi di statuti annunciati e mai realizzati (statuto dei lavori, statuto del lavoro autonomi), ora un rinvio alla contrattazione aziendale/territoriale, che non è chiaro come potrà agire.
Perchè non partire da qualche regola base che, ad esempio, tuteli efficacemente (al pari di quanto avviene coi dipendenti) i diritti del lavoratore autonomo nei confronti del committente che fallisce, che non paga o che ritarda i pagamenti? Anche quando il cliente è la Pubblica Amministrazione.
ACTA
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
martedì
Manovra bis: il testo.
di Redazione PMI.it
I tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria volta al pareggio di bilancio entro il 2013:
tutte le misure in sintesi.
In vigore la manovra finanziaria bis da 45,5 miliardi di euro volta al pareggio di bilancio nel 2013: definita d'urgenza da Berlusconi e Tremonti per contrastare il precipitare degli eventi, il decreto è stato firmato dal Napolitano e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ricevendo anche l'approvazione da Bruxelles. [leggi e scarica il testo integrale del decreto legge n.138 del 13 agosto 2011 "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo"]
Vediamo i nuovi tagli che ci attendono da qui ai prossimi due anni.
(20 mld nel 2012 e 25,5 mld nel 2013).
La manovra bis si focalizza sulla tassazione sui redditi (prelievo di solidarietà) anche nel settore privato e sulle rendite finanziarie, nonchè sull'anticipo della stretta sulle pensioni, sull'abolizione dei ponti per le festività, sul posticipo di TFR e tredicesime per i dipendenti pubblici, sul monitoraggio dei flussi finanziari e delle fatture, sui tagli agli enti pubblici e ai costi della politica tramite riduzione di personale e accorpamenti di province e comuni.
Tassazione sulle rendite.
La manovra voluta da Berlusconi e Tremonti incrementa le tasse sulle rendite finanziarie dal 12,5% ben il 20% (esclusi i titoli pubblici), andando a penalizzare direttamente i piccoli e medi imprenditori.
Contributo di solidarietà sui redditi.
Entrata in vigore la manovra bis, per il 2011-2013 nel settore privato, per i redditi sopra i 90mila euro si dovrà pagare un'imposta del 5%. Si arriva a ben il 10% per i redditi sopra i 150mila euro.
Transazioni.
Il tracciamento dei flussi finanziari si fa più rigiso: per contrastare l'evasione fiscale da ora in poi non si potranno effettuare transazioni in contanti oltre i 2.500 euro.
Fatture e studi di settore.
Il monitoraggio delle fatture subirà un giro di vite e le sanzioni si inaspriranno per chi non emetterà fattura, con il rischio di vedersi chiudere l'attività. La manovra prevede anche una rimodulazione degli studi di settore.
Pensioni.
La manovra finanaziaria bis prevede un anticipo al 2015 dell'innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne (a 65 anni a partire dal 2015 invece che dal 2020), con un andamento progressivo.
TFR e tredicesime.
I dipendenti statali subiranno un ritardo fino a due anni per l'erogazione del trattamento di fine rapporto, con possibili slittamenti anche per le tredicesime se non si riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati per la riduzione della spesa.
Ponti e festività.
Le festività laiche saranno accorpate alle domeniche, così da incrementare la produttività, a scapito dei consueti ponti.
Riduzione degli Enti.
In manovra bis c'è anche la riduzione drastica del numero delle piccole province italiane e l'accorpamento di numerosi comuni sotto i mille abitanti, al fine di abbattere significativamente il numero di consiglieri e di assessori.
Costi della politica.
Prevista l'abolizione dei voli blu e dei viaggi in classi non economy per tutti i politici, gli amministratori pubblici, i dipendenti dello Stato e i componenti di enti.
Accise Tabacchi.
Nella manovraa è contenuta anche una misura volta al rincaro delle accise sui tabacchi.
Il decreto-legge «individua immediate misure per la stabilizzazione finanziaria, per favorire lo sviluppo, a sostegno dell ' occupazione, per la riduzione dei costi degli apparati istituzionali, nonché in materia di liberalizzazione di attività economiche».
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
I tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria volta al pareggio di bilancio entro il 2013:
tutte le misure in sintesi.
In vigore la manovra finanziaria bis da 45,5 miliardi di euro volta al pareggio di bilancio nel 2013: definita d'urgenza da Berlusconi e Tremonti per contrastare il precipitare degli eventi, il decreto è stato firmato dal Napolitano e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ricevendo anche l'approvazione da Bruxelles. [leggi e scarica il testo integrale del decreto legge n.138 del 13 agosto 2011 "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo"]
Vediamo i nuovi tagli che ci attendono da qui ai prossimi due anni.
(20 mld nel 2012 e 25,5 mld nel 2013).
La manovra bis si focalizza sulla tassazione sui redditi (prelievo di solidarietà) anche nel settore privato e sulle rendite finanziarie, nonchè sull'anticipo della stretta sulle pensioni, sull'abolizione dei ponti per le festività, sul posticipo di TFR e tredicesime per i dipendenti pubblici, sul monitoraggio dei flussi finanziari e delle fatture, sui tagli agli enti pubblici e ai costi della politica tramite riduzione di personale e accorpamenti di province e comuni.
Tassazione sulle rendite.
La manovra voluta da Berlusconi e Tremonti incrementa le tasse sulle rendite finanziarie dal 12,5% ben il 20% (esclusi i titoli pubblici), andando a penalizzare direttamente i piccoli e medi imprenditori.
Contributo di solidarietà sui redditi.
Entrata in vigore la manovra bis, per il 2011-2013 nel settore privato, per i redditi sopra i 90mila euro si dovrà pagare un'imposta del 5%. Si arriva a ben il 10% per i redditi sopra i 150mila euro.
Transazioni.
Il tracciamento dei flussi finanziari si fa più rigiso: per contrastare l'evasione fiscale da ora in poi non si potranno effettuare transazioni in contanti oltre i 2.500 euro.
Fatture e studi di settore.
Il monitoraggio delle fatture subirà un giro di vite e le sanzioni si inaspriranno per chi non emetterà fattura, con il rischio di vedersi chiudere l'attività. La manovra prevede anche una rimodulazione degli studi di settore.
Pensioni.
La manovra finanaziaria bis prevede un anticipo al 2015 dell'innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne (a 65 anni a partire dal 2015 invece che dal 2020), con un andamento progressivo.
TFR e tredicesime.
I dipendenti statali subiranno un ritardo fino a due anni per l'erogazione del trattamento di fine rapporto, con possibili slittamenti anche per le tredicesime se non si riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati per la riduzione della spesa.
Ponti e festività.
Le festività laiche saranno accorpate alle domeniche, così da incrementare la produttività, a scapito dei consueti ponti.
Riduzione degli Enti.
In manovra bis c'è anche la riduzione drastica del numero delle piccole province italiane e l'accorpamento di numerosi comuni sotto i mille abitanti, al fine di abbattere significativamente il numero di consiglieri e di assessori.
Costi della politica.
Prevista l'abolizione dei voli blu e dei viaggi in classi non economy per tutti i politici, gli amministratori pubblici, i dipendenti dello Stato e i componenti di enti.
Accise Tabacchi.
Nella manovraa è contenuta anche una misura volta al rincaro delle accise sui tabacchi.
Il decreto-legge «individua immediate misure per la stabilizzazione finanziaria, per favorire lo sviluppo, a sostegno dell ' occupazione, per la riduzione dei costi degli apparati istituzionali, nonché in materia di liberalizzazione di attività economiche».
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sabato
Perché Il noleggio a lungo termine.
Sono tanti i motivi per scegliere la formula del noleggio a lungo termine in alternativa alla proprietà. Avere un consulente che pensa alle vostre auto dall’inizio alla fine del ciclo di vita significa risparmio, di tempo, di lavoro e di capitali; significa ottimizzazione della vostra attività, pianificazione e trasformazione dei costi variabili in costi fissi.
Il noleggio a lungo termine risulta il sistema più economico e semplice di utilizzo e gestione di un'Auto, sotto tutti gli aspetti:
FINANZIARIO: non c'è anticipazione di capitali per l'acquisto né per il pagamento anticipato di bollo e assicurazione; consente di tagliare tutti i “costi occulti” legati alla gestione di un parco automobilistico di proprietà dell’azienda.
AMMINISTRATIVO: tutti i compiti amministrativi sono in outsourcing (delegati all’esterno), cioè affidati alla professionalità e alla competenza della società noleggiatrice che si occuperà di tutti gli aspetti relativi alla gestione del vostro parco auto.
ECONOMICO: i canoni di noleggio possono essere estremamente competitivi rispetto all'acquisto e alla manutenzione di un'auto, oltre al considerevole risparmio sull’RC Auto.
Inoltre, si aggira il problema di rivendere l’usato poiché la società noleggiatrice si fa carico del ritiro e della rivendita dell’usato. www.automotive-italia.it
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Il noleggio a lungo termine risulta il sistema più economico e semplice di utilizzo e gestione di un'Auto, sotto tutti gli aspetti:
FINANZIARIO: non c'è anticipazione di capitali per l'acquisto né per il pagamento anticipato di bollo e assicurazione; consente di tagliare tutti i “costi occulti” legati alla gestione di un parco automobilistico di proprietà dell’azienda.
AMMINISTRATIVO: tutti i compiti amministrativi sono in outsourcing (delegati all’esterno), cioè affidati alla professionalità e alla competenza della società noleggiatrice che si occuperà di tutti gli aspetti relativi alla gestione del vostro parco auto.
ECONOMICO: i canoni di noleggio possono essere estremamente competitivi rispetto all'acquisto e alla manutenzione di un'auto, oltre al considerevole risparmio sull’RC Auto.
Inoltre, si aggira il problema di rivendere l’usato poiché la società noleggiatrice si fa carico del ritiro e della rivendita dell’usato. www.automotive-italia.it
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
mercoledì
Libertà, Uguaglianza e ...
Mi sfugge qualcosa, nelle liste delle candidature elettorali sono sempre presenti (anche se poche) le donne, ora, essendo la popolazione dei votanti composta per oltre il 50% da donne, come mai spesso le candidate donne non vengono elette? Evidentemente le donne non votano per le donne e poi vogliono le sedie per Legge...ma... :-(
Viva le Donne con la "D" maiuscola, capaci, intelligenti, decise, che non chiedono di essere aiutate per Legge. Viva l'Uguaglianza.
Le quote rosa le ritengo auspicabili nelle candidature non negli eletti o nell'assegnazione obbligatoria di poltrone.
Costituzione della Repubblica Italiana.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Dice RIMUOVERE GLI OSTACOLI non inserirne altri !
O vogliamo creare un'altra disparità ?
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Viva le Donne con la "D" maiuscola, capaci, intelligenti, decise, che non chiedono di essere aiutate per Legge. Viva l'Uguaglianza.
Le quote rosa le ritengo auspicabili nelle candidature non negli eletti o nell'assegnazione obbligatoria di poltrone.
Costituzione della Repubblica Italiana.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Dice RIMUOVERE GLI OSTACOLI non inserirne altri !
O vogliamo creare un'altra disparità ?
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martedì
Bando Fondimpresa per Pmi innovative: domande e scadenze.
di Francesco Mantica -
Per favorire lo sviluppo e l’innovazione nelle Pmi, il fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil Fondimpresa (80mila imprese), ha avviato il primo luglio 2011 il nuovo bando da sei milioni di euro per progetti formativi legati all’innovazione, e destinati a tutto il personale di piccole e medie imprese.
L’obiettivo è quello di dotare le imprese che puntano all’innovazione di una “dote finanziaria” che consenta loro di aumentare la competitività.
Le aziende interessate possono già presentare le proprie domande secondo le indicazioni contenute nell’Avviso 3/2011.
L’avviso prevede due tipologie di finanziamenti: il primo, dedicato alle innovazioni di prodotto e di processo, sarà di un ammontare compreso tra 50 e 150mila euro (domande di finanziamento dal 1° luglio al 17 ottobre 2011); il secondo, legato invece a interventi già individuati dalle singole imprese sempre in ambito innovazione tecnologica, sarà compreso tra 50 e 250mila euro (domande di finanziamento dal 8 ottobre al 30 marzo 2012).
Gli obiettivi del bando sono: promozione di idee di innovazione tecnologica nelle aziende, che poi verranno trasformate in progetti grazie ai finanziamenti; collaborazione con il Politecnico di Milano, che sarà garante dell’efficacia dei progetti formativi e aiuterà le imprese a mettere a punto le innovazioni più utili al proprio contesto ed ai propri obiettivi. Lo stesso Ente di ricerca supporterà le attività formative messe in atto, in modo tale da creare sul territorio le migliori condizioni per aumentare il livello di innovazione del tessuto imprenditoriale.
L’iniziativa, in una fase comunque ancora difficile per le pmi italiane, vuole dare così una spinta alla crescita e all’integrazione delle competenze all’interno delle piccole e medie imprese.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Per favorire lo sviluppo e l’innovazione nelle Pmi, il fondo interprofessionale di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil Fondimpresa (80mila imprese), ha avviato il primo luglio 2011 il nuovo bando da sei milioni di euro per progetti formativi legati all’innovazione, e destinati a tutto il personale di piccole e medie imprese.
L’obiettivo è quello di dotare le imprese che puntano all’innovazione di una “dote finanziaria” che consenta loro di aumentare la competitività.
Le aziende interessate possono già presentare le proprie domande secondo le indicazioni contenute nell’Avviso 3/2011.
L’avviso prevede due tipologie di finanziamenti: il primo, dedicato alle innovazioni di prodotto e di processo, sarà di un ammontare compreso tra 50 e 150mila euro (domande di finanziamento dal 1° luglio al 17 ottobre 2011); il secondo, legato invece a interventi già individuati dalle singole imprese sempre in ambito innovazione tecnologica, sarà compreso tra 50 e 250mila euro (domande di finanziamento dal 8 ottobre al 30 marzo 2012).
Gli obiettivi del bando sono: promozione di idee di innovazione tecnologica nelle aziende, che poi verranno trasformate in progetti grazie ai finanziamenti; collaborazione con il Politecnico di Milano, che sarà garante dell’efficacia dei progetti formativi e aiuterà le imprese a mettere a punto le innovazioni più utili al proprio contesto ed ai propri obiettivi. Lo stesso Ente di ricerca supporterà le attività formative messe in atto, in modo tale da creare sul territorio le migliori condizioni per aumentare il livello di innovazione del tessuto imprenditoriale.
L’iniziativa, in una fase comunque ancora difficile per le pmi italiane, vuole dare così una spinta alla crescita e all’integrazione delle competenze all’interno delle piccole e medie imprese.
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lunedì
Le grandi trasformazioni in Acea: l’impianto fotovoltaico sul Centro Idrico di Monte Mario.
L’impianto, che serve circa mezzo milioni di utenti romani alimentato dal solare.
E’ uno dei serbatoi idrici più grande d’Europa formato da 8 vasche e una torre piezometrica che fornisce direttamente dalle sorgenti del peschiera acqua ai romani Nel 2009 è stato inaugurato l’impianto fotovoltaico che alimenta il Centro con grandi benefici per l’ambiente.
Il progetto ha riguardato la realizzazione di un impianto fotovoltaico, con una potenza di picco pari a 993.6 kWp, installato in corrispondenza della copertura dei serbatoi del Centro Idrico Acea Ato2 di Monte Mario, nel XIX Municipio in Roma (RM). L'impianto in questione è stato realizzato per produrre energia elettrica in corrente alternata destinata all’autoconsumo del centro idrico stesso, a meno delle eccedenze che vengono riversate nella locale rete elettrica in media tensione. La conversione della radiazione solare direttamente in energia elettrica, è da considerare come energia rinnovabile e riduce la dipendenza del fabbisogno energetico dai combustibili fossili. L’area oggetto dell’intervento, che ha una superficie di forma pressoché rettangolare e pari a circa 3 ettari, risulta orientata a 30° sud e presenta ottime condizioni di esposizione e di controllo. L’impianto, suddiviso planimetricamente in tre zone per ragioni di distribuzione elettrica e semplicità di manutenzione, è composto da 4968 moduli in silicio policristallino da 200 Wp. Dal punto di vista ambientale, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili consente di evitare l’immissione in atmosfera di gas come la CO2. I benefici ambientali ottenibili dall’adozione di questi sistemi sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, infatti la produzione di energia elettrica annuale dell’impianto, pari a circa 1292 MWh, ottenuta tramite la conversione dell’energia solare, consente a livello globale una riduzione di emissioni di CO2 nell’atmosfera pari a 647 tonnellate/anno, che si avrebbero producendo la stessa energia tramite la combustione di fonti fossili. Il progetto rientra nella realizzazione di altri impianti fotovoltaici sui Centri Idrici di Acea ATO2, su cui si è proceduto con la progettazione preliminare e il dimensionamento degli impianti fotovoltaici da installare, con relativa richiesta delle autorizzazioni necessarie. La realizzazione dei suddetti impianti è stata programmata nel corso del 2008 e ha comportato l'installazione di circa 1320 kWp equivalenti a circa 360 Tep/anno. Ciò eviterà l'emissione in atmosfera di circa 870 tonnellate/anno di CO2 . Dal punto di vista dell’innovazione tecnologica il Centro Idrico di Monte Mario rappresenta sicuramente un modello per l’autosufficienza dal punto di vista energetico e una risposta concreta alla attuali istanze di ecosostenibilità.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
E’ uno dei serbatoi idrici più grande d’Europa formato da 8 vasche e una torre piezometrica che fornisce direttamente dalle sorgenti del peschiera acqua ai romani Nel 2009 è stato inaugurato l’impianto fotovoltaico che alimenta il Centro con grandi benefici per l’ambiente.
Il progetto ha riguardato la realizzazione di un impianto fotovoltaico, con una potenza di picco pari a 993.6 kWp, installato in corrispondenza della copertura dei serbatoi del Centro Idrico Acea Ato2 di Monte Mario, nel XIX Municipio in Roma (RM). L'impianto in questione è stato realizzato per produrre energia elettrica in corrente alternata destinata all’autoconsumo del centro idrico stesso, a meno delle eccedenze che vengono riversate nella locale rete elettrica in media tensione. La conversione della radiazione solare direttamente in energia elettrica, è da considerare come energia rinnovabile e riduce la dipendenza del fabbisogno energetico dai combustibili fossili. L’area oggetto dell’intervento, che ha una superficie di forma pressoché rettangolare e pari a circa 3 ettari, risulta orientata a 30° sud e presenta ottime condizioni di esposizione e di controllo. L’impianto, suddiviso planimetricamente in tre zone per ragioni di distribuzione elettrica e semplicità di manutenzione, è composto da 4968 moduli in silicio policristallino da 200 Wp. Dal punto di vista ambientale, la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili consente di evitare l’immissione in atmosfera di gas come la CO2. I benefici ambientali ottenibili dall’adozione di questi sistemi sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, infatti la produzione di energia elettrica annuale dell’impianto, pari a circa 1292 MWh, ottenuta tramite la conversione dell’energia solare, consente a livello globale una riduzione di emissioni di CO2 nell’atmosfera pari a 647 tonnellate/anno, che si avrebbero producendo la stessa energia tramite la combustione di fonti fossili. Il progetto rientra nella realizzazione di altri impianti fotovoltaici sui Centri Idrici di Acea ATO2, su cui si è proceduto con la progettazione preliminare e il dimensionamento degli impianti fotovoltaici da installare, con relativa richiesta delle autorizzazioni necessarie. La realizzazione dei suddetti impianti è stata programmata nel corso del 2008 e ha comportato l'installazione di circa 1320 kWp equivalenti a circa 360 Tep/anno. Ciò eviterà l'emissione in atmosfera di circa 870 tonnellate/anno di CO2 . Dal punto di vista dell’innovazione tecnologica il Centro Idrico di Monte Mario rappresenta sicuramente un modello per l’autosufficienza dal punto di vista energetico e una risposta concreta alla attuali istanze di ecosostenibilità.
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domenica
“LA REPUBBLICA” di PLATONE
(LibroVIII)
In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la TIRANNIA”.
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“Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quante ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni.
E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari e non è più rispettato, che il maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui; che i giovani pretendono gli stessi diritti, le stesse considerazioni dei vecchi e questi, per non parere troppo severi, danno ragione ai giovani.In questo clima di libertà, nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tale licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la TIRANNIA”.
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