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Perché sto con Israele !
Quando faccio questo discorso, pare che io riesca sempre ad infastidire le persone giuste. Perciò penso proprio che lo farò di nuovo. Se fate parte di quel gruppo di persone, probabilmente siete sostenitori della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Una campagna che è comicamente inefficace, perché il mondo dipende dalla tecnologia israeliana (ed è lí che stanno i soldi) e non certo dalle arance e dagli avocado. Se sostenete la campagna BDS, intendete boicottare anche il chip nel vostro telefonino o nel vostro computer? Oppure il vostro scrupolo morale riguarda solo la frutta e la verdura che provengono da Israele?
Forse siete di quelle persone che ritengono di avere il diritto di togliere la parola ai relatori israeliani nelle università a forza di strepiti. O di disturbare concerti ed eventi sportivi che gli altri, dopo aver pagato, vorrebbero godersi in pace. O forse siete per la campagna di boicottaggio dei docenti universitari israeliani e quindi volete bloccare il libero scambio di informazioni e conoscenza. Tutto ciò è allo stesso livello morale dei roghi di libri e siete a quello stesso livello se fate parte di quel movimento di boicottaggio.
Il fatto che questo genere di persone si fissino implacabilmente ed esclusivamente su Israele e ignorino completamente le vere violazioni di diritti umani che avvengono a questo mondo è la prova che questo è un movimento antisemita. E se prendete parte a questa campagna contro Israele, fate anche necessariamente parte di un movimento antisemita.
Se Israele fosse un paese cristiano o buddista non ci sarebbe nessuna campagna di boicottaggio e questo è risaputo. Infatti, non esiste nessuna campagna di boicottaggio a favore del Tibet, un paese invaso e violentato culturalmente dai Cinesi. I Cinesi, però, non sono ebrei. Non c’è una campagna BDS contro l’Arabia Saudita, dove le donne sono trattate come bestiame, perché i Sauditi non sono ebrei. E sono fortunati a non esserlo, sennò dovrebbero vietarsi di entrare nel proprio paese e sarebbe una seccatura!
Il conflitto mediorientale è stato intriso di odio islamico contro gli ebrei sin dal primo giorno. Eppure, l’influenza di questo fattore viene scrupolosamente tralasciata in ogni analisi politica. Ogni dottore che diagnosticasse una malattia con una simile incompetenza e disonestà meriterebbe di essere radiato e denunciato.
I leader palestinesi hanno avuto parecchie possibilità di aderire ad una soluzione pacifica al conflitto che prevedeva l’esistenza di due stati, ma l’hanno sempre rifiutata: perché non vogliono una soluzione che preveda l’esistenza di due stati. A loro non importa quanto soffra la propria gente: a loro interessa solo che tutti gli ebrei se ne vadano o muoiano. Il leader di Hezbollah ha affermato ufficialmente che non sarà mai felice finché ogni ebreo sulla terra non sarà morto. Una volta che ci si rende conto di questo atteggiamento mentale, qualsiasi cosa si pensi delle misure di sicurezza israeliane, la propria posizione, da un punto di vista morale, deve cambiare. Sappiamo che se gli Arabi deponessero le armi potrebbero ricavarne pace e prosperità per tutto il loro popolo e gli Israeliani non avrebbero bisogno di costruire barriere o di fare nessun’altra cosa che il mondo disapprova: potrebbero semplicemente continuare a fare quello che fanno meglio, ovvero dedicarsi all’innovazione tecnologica e rendere la vita di tutti noi migliore, inclusa quella degli Arabi.
D’altro canto sappiamo che se fossero gli Israeliani a deporre le armi, verrebbero massacrati: uomini, donne e bambini, senza distinzione. Gli Arabi sono addirittura contenti di mettere i propri bambini sulla linea del fuoco per attaccare gli ebrei per quanto li odiano. E quest’odio nasce dalla loro religione. Non è per via della politica o di questioni territoriali che una madre festeggia la morte del proprio figlio: solo la religione può arrivare a far fare certe cose. Ed una religione in particolare: quella che insiste sul diritto al ritorno al VII secolo.
Pensate al disastro che hanno fatto a Gaza, che è ormai diventata un girone infernale dell’islam duro e puro. Gli Israeliani, una volta, erano insediati a Gaza, ma vi hanno rinunciato per amore della pace. Hanno sradicato migliaia di coloni e dato la terra agli Arabi in cambio della pace. E che cosa ne hanno ricavato? Guerra, naturalmente! Gaza è subito diventata la rampa di lancio di missili iraniani lanciati contro donne e bambini israeliani da gente che si nascondeva dietro le proprie donne ed i propri bambini. Un doppio crimine di guerra su cui l’Occidente tace, cosí come tace su tutti i crimini di guerra degli Arabi. Questo è quanto hanno ottenuto gli Israeliani quando hanno rinunciato Gaza ed è quanto otterrano ancora se saranno così stupidi da rinunciare alla Cisgiordania.
Israele deve esistere, perché deve esistere uno stato ebraico. Nel corso di molti secoli, l’umanità ha dimostrato in maniera chiara e definitiva che non si può avere fiducia nel fatto che essa non perseguiterà gli ebrei. L’odio per gli ebrei sembra scritto fin dentro al nostro DNA, perché continua a riaffiorare. Qualsiasi ebreo si illuda che l’olocausto non accadrà di nuovo è uno sciocco: ci sono moltissime persone su questo pianeta che vorrebbero ce ne fosse un altro e molte di loro vivono nei paesi che circondano Israele. Quando gli eserciti arabi hanno attaccato in passato si sono vantati in anticipo di essere in procinto di commettere un genocidio e hanno continuato a vantarsene anche quando i loro culi doloranti venivano meritatamente presi a calci ripetutamente.
Quelli che vogliono boicottare Israele non hanno la benché minima idea di che cosa voglia dire vivere su una sottile striscia di terra circondata da gente che vuole spazzarne via l’intera popolazione. Gente che ha già tentato diverse volte in passato di farlo ed ha fallito, ma che tuttavia continuerà a tentare finché non ci riuscirà. Il che non avverrà praticamente mai, mentre noi in Occidente continuiamo a pagare per tutto ciò.
Che cosa fareste se foste il Primo Ministro Israeliano? Come trattereste con gente che vuole vedere voi e il vostro intero popolo morti? Io so che farei in quel caso e me ne infischierei dell’opinione del mondo. E per quanto concerne le risoluzioni dell’ONU, le userei per accendermi i sigari. Per la verità, non fumo sigari, ma sarei disposto a cominciare solo per il gusto di usarle allo scopo: tanto me ne importa! Perché questa è una guerra di nudo e crudo odio religioso degli arabi mussulmani contro gli ebrei e gli ebrei sono costretti vincerla ogni volta. Agli Arabi basterebbe vincerla un’unica volta perché il mondo assistesse ad un altro olocausto e se ne restasse in disparte a guardare lo spettacolo.
Questa è la ragione per cui io sto dalla parte di Israele e per cui anche voi, se avete un briciolo di umanità, dovete stare dalla parte di Israele, indipendentemente dalla vostra fede politica.
Qui l'Articolo Originale !
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mercoledì
Il camerata italiano sul fronte dell’Est
“Sulle barricate di piazza Maidan ero come ET, che ritrova “casa” al fianco dei nazionalisti ucraini». A raccontare il suo incontro ravvicinato con la rivoluzione di Kiev è l’italiano Francesco F., 53 anni. «Dopo l’annessione della Crimea e l’esplosione dell’Est» prosegue con il suo accento toscano «non potevo abbandonarli di fronte alla minaccia russa. Per questo ho scelto di arruolarmi e combattere». Nome di battaglia Stan, laureato in legge, negli anni Settanta Francesco militava nell’estrema destra prima con Avanguardia nazionale e poi con il Fronte della gioventù. In seguito è diventato un manager giramondo. Due anni fa è sbarcato in Ucraina a vendere materie prime. Ma lo scorso gennaio a Kiev è rimasto folgorato dalle «centurie» di Pravy sektor, i camerati ucraini schierati sulle barricate di piazza Maidan. Inseparabile basco nero, mimetica e kalashnikov a tracolla, Panorama lo incontra nella base del battaglione Azov a Berdyansk, nell'Ucraina orientale a 100 chilometri dal confine russo. Reparto ultranazionalista, è composto ufficialmente da «volontari per la difesa territoriale» fedele a Kiev e sotto il cappello del ministero dell’Interno. In prima linea contro i ribelli filorussi, li chiamano «uomini neri» per il colore delle divise e la provenienza dall’estremismo di estrema destra ucraino ed europeo. «Altro che le sprangate (o al massimo qualche pistolettata) degli anni Settanta» spiega Francesco. «Questa è una guerra, con combattimenti casa per casa, cecchini e granate».
di Fausto Biloslavo - Articolo Completo QUI !
Gli Uomini sul Fronte dell'Est - SKYTG24 Reportage
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martedì
sabato
STORIE ITALIANE: Un concorso pubblico negato ad un disabile. Una storia di ordinaria illegalità...legalizzata (pertanto il Ministro Orlando si dimetta !)
Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando |
Il concorso in questione è quello in magistratura (365 posti da Magistrato disponibili) fissato, poi revocato e poi – ancora – riconfermato dal 25 al 27 giugno prossimi, a Roma, presso i locali della Fiera.
La vicenda in questione, invece, fa accapponare la pelle e getta profondo discredito nel confronti delle toghe e del Ministero della Giustizia, retto dal Ministro Andrea Orlando.
E' la storia di un ragazzo disabile che, dovendo in fare la dialisi, è impossibilitato a sostenere il concorso nei tre giorni consecutivi. Lui, al Ministero, lo fa presente per tempo. Lo fa presente sin dall'iscrizione al concorso. Al Ministero sarebbe stato sufficiente che modificassero le date delle prove e tutto si sarebbe potuto svolgere regolarmente, nella piena legalità e soprattutto nel pieno rispetto dei diritti della persona disabile in questione.
E invece no. Che cosa accade infatti ?
Accade che il TAR del Lazio – giustamente – fa sospendere il concorso, venendo incontro all'istanza del ragazzo disabile. Ciò getta i concorsisti nel panico ed i media ci ricamano un po' su, facendo credere che la colpa sia del ragazzo disabile che ha bloccato un concorso al quale avrebbero partecipato 20.000 persone !
Peccato che le cose non stiano affatto così.
Peccato poi che arrivi – qualche giorno fa - un decreto monocratico del Consiglio di Stato (il 2435), datato 9 giugno 2014, che insabbia tutto e che blocca l'istanza di sospensione del TAR.
Risultato ? Il concorso in magistratura si terrà regolarmente dal 25 al 27 giugno prossimi (ma non è detto che il risultato del concorso non sia poi messo in discussione...sic !), in barba al ragazzo disabile ed alla legge che prevede che ci siano per tutti condizioni di parità per accedere ai concorsi pubblici.
Ed il Ministero della Giustizia che dice di tutto questo ? Silenzio assoluto.
Ed i media tradizionali ? Tacciono, forse complici della situazione.
Ed il Ministro Andrea Orlando ? Ma perché non si dimette e non si cosparge il capo di cenere, come i responsabili materiali di questa vergogosa vicenda fatta di inciviltà ed illegalità manifesta ?
Visto e considerato, poi, che l'esito del concorso in questione non è detto che non sia messo in discussione e quindi che il concorso stesso possa essere invalidato, sommessamente invitiamo tutti i concorsisti a boicottarlo, non presentandosi – in massa – nelle date previste.
Concludiamo chiedendoci se sia questa la “svolta buona” del Governo Renzi. Noi vediamo solo il prosieguo dell'immane ingiustizia italica di sempre che tiene unita una politica che, da destra a sinistra, seguita nel danneggiare e nel prendere in giro il cittadino.
Luca Bagatin |
mercoledì
ISRAELE: SCELTE DA INFORMAZIONE CORRETTA !
Varie & Multiple |
16.04.2014 | Grillo non ha offeso soltanto gli ebrei, ma tutte le persone perbene(La Stampa - La Repubblica) | ||
21.03.2014 | Un orribile richiamo che ricorda il nazi-fascismo (Informazione Corretta - Libero) | ||
09.12.2013 | Propaganda anti israeliana a Rainews 24 (Rainews24 - Informazione Corretta) | ||
29.11.2013 | Benjamin Murmelstein: il caso è aperto (Informazione Corretta - La Stampa) | ||
15.10.2013 | 16/10/1943, 70 anni fa il rastrellamento del Ghetto di Roma (La Stampa - Corriere della Sera - Focus On Israel) | ||
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16.09.2013 | Iran: ecco l'Obama-pensiero (La Stampa - Corriere della Sera - it.danielpipes.org) | ||
07.08.2013 | L'Europa non si lasci abbindolare dal 'moderato' Rohani e continui con le sanzioni all'Iran (Il Foglio - Informazione Corretta) | ||
02.08.2013 | Movimento 5 stelle e Israele (Ansa) | ||
13.07.2013 | Le vittime israeliane non contano nulla (Informazione Corretta - Il Giornale) | ||
24.05.2013 | Attentato di Londra: i commenti (Informazione Corretta - Il Giornale - Libero - Il Foglio) | ||
16.05.2013 | Amministrazione Obama, un disastro dietro l'altro (Il Giornale - Informazione Corretta) | ||
26.04.2013 | Festa della Liberazione: la Brigata Ebraica messa in disparte e boicottata. Come ogni anno (La Stampa - Informazione Corretta) | ||
26.03.2013 | Riconciliazione di Turchia e Israele (Informazione Corretta - Il Foglio) | ||
22.03.2013 | Obama a Gerusalemme: ATEM LO LEVAD (non sarete soli) (Informazione Corretta - Il Giornale - La Stampa - Corriere della Sera) | ||
22.03.2013 | Se le titolazioni di alcuni giornali denotano ostilità per Israele (Informazione Corretta - Corriere della Sera - La Repubblica) | ||
08.03.2013 | Obama e le nomine : non ne imbrocca una (Informazione Corretta - La Stampa) | ||
28.02.2013 | E' morto Stéphane Hessel, non ci mancherà (Informazione Corretta - Corriere della Sera) | ||
09.02.2013 | Zero Dark Thirty, un capolavoro da Premio Oscar (Informazione Corretta-Il Foglio) | ||
15.01.2013 | Cuba: la vera prigione a cielo aperto (Informazione Corretta - La Stampa) | ||
07.01.2013 | Quando l’interesse verso il criminale supera la salvezza delle vittime(Informazione Corretta - Corriere della Sera) | ||
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INTERVISTA A SILVIO BERLUSCONI !
Silvio Berlusconi ha una specie di umiltà incorporata, va a Cesano Boscone col sorriso sulle labbra, poi si occupa di pensioni (da elevare a mille euro), di dentiere (gratuità per tutti i vecchi in difficoltà) e di pet o animali da compagnia domestica ("tutelarli per ragioni animaliste e sociali"), sa che la società è fatta di popolo, il popolo di individui e nuclei famigliari in difficoltà, ha sempre avuto un rapporto speciale con l' immenso elettorato femminile e anziano, oltre che con i ragazzi stregati dai tempi di Drive In, e non vuole mollare. Ma non si è fatto sorprendere né dal libro di Tim Geithner, l'ex segretario americano al Tesoro, il pupillo di Wall Street e della Casa Bianca di Obama primo mandato, e neppure dall'inchiesta monstre del Financial Times di Peter Spiegel sulla crisi dell'euro e i rapporti tra i grandi d'Europa e d'America.
Berlusconi aveva parlato prima. "Avevo detto che nelle mie dimissioni del novembre del 2011 c' era un elemento di coazione, che le cose si erano sviluppate e non per caso a ridosso del G20 di Cannes subito precedente la nomina di Monti senatore a vita eccetera, che un conto è il mio senso di responsabilità nazionale e un conto furono le manovre, esterne e interne, per eliminare un uomo di stato che in Europa contraddiceva il pensiero unico delle burocrazie e dell' establishment tedesco, capeggiato da Angela Merkel. Ecco qui le più rilevanti conferme da Washington e da Londra.
Puntuali. I magistrati che mi hanno perseguitato una vita senza prove li chiamerebbero 'riscontri' del colpo di stato".
Gongola, il Cav., perché Tim Geithner ha messo nero su bianco nel suo libro autobiografico appena uscito, papale papale, che gli eurocrati di Bruxelles, "i quali - osserva Berlusconi - agiscono sempre su mandato di alcuni governi", a un certo punto chiesero agli americani di aiutarli a cacciare da Palazzo Chigi il presidente eletto, ricevendo un rifiuto dall' Amministrazione americana, ma intestardendosi nel progetto di interferenza abusiva e di violazione delle regole democratiche.
E per sovrammercato c'è quella "stupenda" dichiarazione di Barack Obama, riportata dal Financial Times, davanti a una Merkel incapace di trattenere calde lacrime: "I think Silvio is right", penso che Berlusconi abbia ragione quando rifiuta di sottoporre l'Italia, "che non ne aveva alcun bisogno" aggiunge il Cav., al drammatico stress di un salvataggio mediante il Fondo monetario e l'Ue: "Dicono di aver evitato all'Italia di finire come la Grecia, i nostri sapientoni, in realtà avevano tentato di cacciare il nostro paese, con la strategia dello spread, in una condizione alla greca. Io l'ho impedito, ma quando ho visto che si apriva un fronte interno di desolidarizzazione, al quale non era estraneo perfino il capo dello stato, quando ho capito che l'interferenza era arrivata al suo culmine, ho preferito mettere l'interesse del paese alla stabilità nell'emergenza davanti allo scandalo di una cacciata dalla guida dell'esecutivo dell'ultimo presidente italiano scelto dal popolo. Cioè chi le parla. Ma lo scandalo resta, e se l'informazione fosse una cosa più seria e più libera di quella che effettivamente è, se ne parlerebbe e si indagherebbe anche in Italia, non solo a Washington e a Londra".
Berlusconi ride delle pretese di un Grillo, e anche dei pugni sul tavolo un po' infantili di un Renzi: "Non ne sanno nulla" - dice al Foglio - "conoscono solo le chiacchiere, ma non la realtà politica del confronto in Europa, e della battaglia, poi parzialmente vinta, per una Bce e per istituzioni sovranazionali capaci di una politica espansiva, non solo finanziaria, in difesa delle economie reali d' Europa".
"E quella battaglia continua adesso, anche con queste elezioni: da un lato i chiacchieroni, che chiedono il voto in premio alla demagogia o all'attivismo senza una direzione chiara, dall'altro il sottoscritto, cioè chi ha cercato con successo di fermare il treno crisaiolo della Bundesbank e delle eurocrazie, e per questo ha pagato il prezzo che ormai sappiamo alle sue scelte lineari".
Se aveva ragione nel braccio di ferro con la Merkel, come gli riconosce Obama (e nessuna smentita è arrivata al Financial Times), non avrebbe dovuto resistere? "Era forse nel mio interesse personale, oltre che nelle regole della democrazia italiana e di quella europea, ma la serie di manovre convergenti del fronte esterno e di quello interno avevano reso l'aria irrespirabile, e ora che le cose vengono in chiaro si capisce il perché, anche il perché della mia scelta ispirata al senso dello stato.
Una scelta che è arrivata solo dopo che l'Italia aveva ottenuto, anche a Cannes, la garanzia di essere lasciata in pace alle sulle riforme, da me tutte avviate o realizzate nei miei anni di governo".
Comunque, dice Berlusconi, "ora il problema è il futuro, visto che Mario Draghi ha fatto parte di quanto era dovuto e la situazione è ritornata parzialmente sotto controllo, su una linea che era la nostra linea: espansione monetaria, credito capace di trasmettersi a tutto il sistema e liquidità in difesa non del sistema bancario ma della salvezza finanziaria del risparmio e degli investimenti di imprese e famiglie".
"Ora - aggiunge - bisogna compiere l'opera.
Grillo in Europa è affetto da impotentia coeundi, non può muovere uno stecchino nella fitta trama dei populismi di serie B in cui si è cacciato per sua colpa: il suo voto serve a niente, è puro sberleffo, è nichilismo.
Renzi deve ancora imparare molte cose, per certi versi è un buon emulo del meglio dei nostri governi, ma per altri versi è prigioniero delle forze di sistema che assorbono e spengono lo slancio di qualunque riformismo a sinistra.
E allora per combattere in Europa, per una moneta che non sacrifichi con la sua forza apparente la ripresa e la crescita delle nazioni, per un vero rilancio è voto utile solo il voto a chi, parola di Obama e parola di Berlusconi, in quella circostanza decisiva was right, aveva ragione".
"Sono esterrefatto - conclude Berlusconi - dall'inchiesta del New York Times sull'impossibilità per le piccole imprese anche solo di discutere con le banche le linee di credito necessarie all'economia della produzione, dell'innovazione e del rilancio. E' pazzesco. Le banche sono state inondate di liquidità ma la sua trasmissione alla rete dell'industria, dell'artigianato e del commercio è ancora sostanzialmente bloccata.
Ora faccio una Lega per il credito giusto, e vediamo alla fine chi la vince, questa battaglia in nome dei veri interessi dei popoli europei, contro i formalismi della burocrazia più incapace del mondo".
Fonte: Il Foglio, 14 maggio 2014
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lunedì
Licio Gelli paragonato a Matteo Renzi ? Ma fateci il piacere !
Licio Gelli |
un chiarissimo articolo di Luca Bagatin dal suo Blog
A distanza di oltre trent'anni ecco che, personaggi provenienti dalla Società dello Spettacolo e dei media nostrani (peraltro già a libro paga della Rai TV), evocano lo spettro di Licio Gelli, nemmeno fosse lo spettro comunista che si aggirava per l'Europa del 1948 !
Dubitiamo che costoro sappiano davvero chi fosse Licio Gelli e che cosa fu il fenomeno cosiddetto P2, tant'è che Gelli viene grossolanamente associato e paragonato a quel Matteino Renzi che, invero, oltre ad appartenere ad un partito lontano anni luce da qualsivoglia progetto di riforma democratica e liberale, sino ad oggi non ha proposto alcuna riforma concreta e radicale (di gelliana memoria, per così dire).
Matteo Renzi |
E ci stupisce che anche l'ex Ministro Rino Formica, in una recente intervista, si accodi alle dichiarazioni del cantante Piero Pelù.
Ma, chi fu Licio Gelli, Venerabile della Loggia Propaganda n. 2 - che oggi ha 95 anni e non dà fastidio ad alcuno - ma viene ancora tirato in ballo ?
Per parlare brevemente di lui preferisco autocitarmi. Ovvero citare alcuni passi dal saggio che ho dato alle stampe circa un anno fa, “Universo Massonico” (Bastogi Editrice), in cui dedico ben quattro sottocapitoli al fenomeno Gelli-P2 ed a mia volta mi rifaccio agli autorevoli testi scritti da Pier Carpi, dal prof. Aldo A. Mola e dal Generale in pensione Umberto Granati, che è un caro amico, già appartenente alla P2 ed è anche l'unico ad aver ammesso pubblicamente di averne fatto parte.
Di seguito, pertanto, riporto i passi salienti tratti dal mio saggio, scusandomi con i lettori della prolissità, purtuttavia necessaria a chiarire fatti che i media mai vollero o vogliono chiarire:
Di Licio Gelli e della Loggia Propaganda 2 sono state scritte un sacco di cose.
Quasi tutte pressoché a sproposito a cominciare dal fatto che fu una "Loggia segreta".
La P2, Loggia all'Ordine del Grande Oriente d'Italia, fu - diversamente - una Loggia "coperta" di diretta pertinenza del Gran Maestro dell'Obbedienza.
"Coperta" in quanto al suo interno vi erano personalità di spicco (del panorama culturale, politico, artistico ecc...) che - per la loro particolare posizione professionale - preferivano non rivelare l'appartenenza alla Massoneria e dunque figurare unicamente "all'orecchio" del Gran Maestro, come si dice in gergo massonico. (…).
(…) Mola, senza faziosità alcuna, racconta di come il "presunto scandalo" P2 non fu che il pretesto per una lotta senza quartiere contro i massoni e la Massoneria italiana, da sempre vista con sospetto da settori clericali, fascisti e comunisti.
Mola ripercorre così - come già fece lo scrittore Pier Carpi nel suo "Il Venerabile" nei primi anni '90 - la vita di Licio Gelli sin dai tempi della Guerra di Spagna quando combatté a fianco dei franchisti e successivamente in Italia a Capo del Fascio di Pistoia. Sino a quando salvò da morte certa 62 prigionieri fra ebrei e partigiani, evitando così la loro deportazione nei campi di sterminio in Germania.
Ciò gli vantò un attestato da parte del Comitato di Liberazione Nazionale di Pistoia e gli consentì, a guerra finita, di rifarsi una vita. Prima come commerciante di prodotti di cancelleria e via via, negli anni '50, nell'ambito della Permaflex ove divenne direttore dello stabilimento di Frosinone.
E così, successivamente, come racconta Mola, Gelli decise di farsi iniziare massone negli anni '60 con l'obiettivo di rendere la Massoneria un organismo in grado di risolvere le controversie internazionali e nazionali. Un po' come durante il Risorgimento italiano o con la fondazione della Società delle Nazioni e dell'ONU.
Nulla, insomma, di oscuro e di occulto. Anzi.
Un capitolo molto denso del saggio di Mola, oltre a quello dell'amicizia fra Gelli ed il generale Peron, è infatti dedicato alla fondazione dell'OMPAM da parte di Licio Gelli, ovvero dell'Organizzazione Mondiale Per l'Assistenza Massonica.
Un organismo sovranazionale, appunto, in grado di "contribuire a soccorrere ed ad elevare le condizioni morali, spirituali e materiali dell'Uomo e della Famiglia umana, operando secondo i principi etici propri dell'insegnamento massonico", come dichiarato dal promotore stesso.
Un organismo che faceva leva proprio sulla fratellanza massonica che era l'unico principio in grado di superare tutte le divisioni in fatto di politica, razza, religione....
Un organismo "alla luce del sole", che fu riconosciuto anche in sede ONU alla stregua della FAO e dell'Unesco e che si proponeva di integrare l'opera umanitaria laddove le giurisdizioni massoniche non disponessero di strutture economicamente e giuridicamente idonee per operare sia all'interno dei singoli Stati che a livello internazionale.
Operazione ambiziosa che purtroppo la stampa nostrana omise di far conoscere al grande pubblico. E che si arenò con l'avvento del presunto scandalo P2, nel 1981.
L'OMPAM fu tuttavia un'operazione autonoma di Gelli e per nulla legata al Grande Oriente d'Italia, anche se egli stesso propose all'allora Gran Maestro del GOI, Lino Salvini, di nominare il suo predecessore - Giordano Gamberini - alla carica di Ambasciatore del GOI presso l'OMPAM.
Licio Gelli, sia detto per inciso, allora non era ancora Venerabile della Loggia P2, anche se la P2 era attiva e nota ai Gran Maestri sopra citati ed ai loro predecessori senza scandalo alcuno come spiegato all'inizio di questo articolo.
Gelli fu solamente un personaggio particolarmente attivo sia all'interno che all'esterno della Massoneria. Il che lo porterà ad occuparsi di cose estranee alla stessa Istituzione come ad esempio di politica (si noti bene che le Costituzioni di Anderson del 1723, vietano espressamente ai massoni di occuparsi di politica e religione in Loggia).
Ma ad ogni modo anche qui nessuno scandalo "profano", come rilevato dall'ottimo Alessandro Mola nel capitolo dal titolo "Gelli per la Seconda Repubblica".
Alla metà degli anni '70 - vista l'estrema fragilità e litigiosità della coalizione di Pentapartito e l'incalzante terrorismo rosso e nero - l'Italia si trovò ad un bivio: o una dittatura clericale di estrema destra, oppure un ancor meno auspicabile regime di estrema sinistra.
Licio Gelli stilò così il famigerato "Schema R" (Rinascita), all'indomani dell'avanzata del PCI alle elezioni amministrative del 1975.
Lo "Schema R", come documentato dal saggio di Mola, non fu altro che un piano riformatore, che elaborava la strategia politica per arginare la dilagante avanzata dei comunisti - alleati alla dittatura sovietica - in Italia, per mezzo di un rafforzamento della coalizione di Pentapartito (Dc, Psi, Psdi, Pri, Pli) a partire dalla Democrazia Cristiana, a patto che essa si depurasse da correnti ed alchimie che la rendevano inefficiente ed inefficace.
L'obiettivo finale di Gelli non era altro che un ritorno ai "fasti ed al prestigio della Segreteria De Gasperi".
Un rafforzamento, dunque, della democrazia centrista e moderata. Altro che autoritarismo filo-fascista tanto sbandierato dalla grande stampa dell'epoca !
Gelli delineò nel suo "Schema", anche un elenco molto preciso di riforme che - peraltro - erano condivise dalla gran parte degli italiani di allora e di oggi e che proprio oggi - trent'anni dopo - sono di scottantissima attualità e dibattito.
Dalla riforma presidenziale all'abrogazione dell'immunità parlamentare; dalla riduzione ad una Camera dei Deputati sino all'abolizione dei ministeri e degli enti inutili quali le Province; dall'introduzione di pene severissime per i reati di corruzione perpetrati da politici, funzionari e pubblici ufficiali sino alla privatizzazione del carrozzone Rai-TV. Riforme allora necessarie come lo sono oggi.
Al punto che lo stesso Gelli precisò subito che tutto ciò "non preludeva ad un colpo di Stato", bensì intendeva "scongiurare l'irreparabile jattura di una guerra civile e allontanare dall'Italia il pericolo di un governo dittatoriale di ispirazione comunista o fascista".
Chi accusò Gelli di cospirazione politica sulla base dello "Schema R" o fu in mala fede oppure quello "Schema" non lo lesse punto. Come i fatti - documentati dal Mola - si sono incaricati di dimostrare. (…).
(…) Licio Gelli aveva unicamente in testa l'obiettivo di rendere la Massoneria italiana un'organizzazione potente, come durante il Risorgimento, in grado di influenzare le scelte politiche per il bene dei cittadini, a suo dire. Questa, se vogliamo, la sua utopia. E sarebbe sufficiente leggere quel fantomatico Piano di Rinascita Democratica da lui elaborato alla fine degli anni '70 per comprendere che in realtà trattavasi di un progetto di riforma, che pur con la Massoneria non c'entrava nulla (visto e considerato anche che la Massoneria, organizzazione spirituale a carattere iniziatico, non si occupa di politica). Un piano che mirava alla creazione di due partiti moderati, alla privatizzazione del carrozzone politicizzato della Rai-TV, all'indipendenza dei sindacati e della magistratura dal potere politico, alla responsabilità civile dei magistrati e così via....(...).
(…) fu quel Potere politico che si abbatté come una valanga sui galantuomini della P2 e su Gelli che sicuramente era un pessimo massone sotto il profilo iniziatico (per quanto si prodigò presso lo Stato italiano affinché restituisse Palazzo Giustiniani al GOI, legittimo proprietario, sequestrato alla Massoneria ingiustamente dal Fascismo e tentò – con l'ausilio dello stesso Carpi – di far togliere la scomunica papale sulla Massoneria italiana) , ma non certo un criminale come fu detto e scritto, senza alcuna prova tangibile. I fatti si sono dunque incaricati di dimostralo. (…).
(…) la P2 divenne il capro espiatorio del malaffare di gran parte delle forze politiche di allora, le quali montarono ad arte la famosa "teoria cospirazionista ai danni dello Stato", istituendo addirittura una costosissima ed inutile Commissione Parlamentare d'Inchiesta presieduta da Tina Anselmi e che si concluse con nulla di fatto. Mettendo a nudo unicamente l'ignoranza di gran parte dei politici e dei magistrati di allora in fatto di Massoneria ed Esoterismo.
La P2, dunque, non era affatto una organizzazione segreta, bensì una "Loggia coperta" come ve ne sono moltissime anche all'estero e per i motivi già sopra spiegati.
Il saggio di Alessandro Mola lo chiarisce, citando anche le sentenze della Corte d'Assise di Roma che fra il '94 ed il '96, assolsero sia la P2 dalle accuse di "complotto ai danni dello Stato" che lo stesso Gelli per le innumerevoli accuse attribuitegli. (…).
Detto ciò, è evidente che il paragone Gelli-Renzi è, non solo azzardato, ma persino offensivo per il Venerabile.
Gelli elaborò un piano di riforma – il Piano di Rinascita Democratica – in senso liberale dello Stato. Un piano che prevedeva la meritocrazia nella scuola; l'abolizione del monopolio (lottizzato dai partiti) Rai; l'indipendenza della magistratura dal potere politico ed il principio secondo il quale il magistrato che condanna un innocente è obbligato a risarcire il danno (responsabilità civile); l'inasprimento delle aliquote sulle rendite finanziarie; l'abolizione delle Province; l'introduzione di una legislazione contro i monopoli (sul modello USA); la riforma della sanità sul modello tedesco (maggiore efficienza); la limitazione del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali; l'abolizione del finanziamento pubblico a partiti, sindacati e giornali.
Tutte riforme (e molte altre ancora) che, come si può ben vedere, sono a favore del cittadino onesto e contro lo strapotere politico-sindacale-giuridico-mediatico che, da decenni, impedisce a questo Paese di funzionare ed ai suoi cittadini di essere autenticamente liberi.
Molte di queste riforme, addirittura, a parole, sono contenute persino nel programma del Movimento 5 Stelle ! (ma sono da decenni patrimonio del programma del Partito Radicale, Socialista, Repubblicano, Liberale, almeno sino a che esistevano ancora questi gloriosi partiti, spazzati via dal cattocomunismo e dal clericofascismo degli ultimi vent'anni).
Non ci pare che Matteo Renzi abbia mai voluto seriamente attuare una sola delle riforme del Piano di Rinascita Democratica proposto da Gelli, di cui pure il nostro Paese necessiterebbe. Così come non ci è parso che Berlusconi le abbia mai volute attuare...se non a parole !
Alle parole, infatti, dovrebbero seguire i fatti, ma, da buoni realisti riteniamo che questa politica d'accatto (comprendente tutti i partiti che siedono nel Parlamento attuale ed in quello degli ultimi vent'anni almeno) – fatta di clientele e di interessi di retrobottega e di disinteresse per il cittadino - sia ben lontana dal voler attuare.
Detto ciò, stiano pur tranquilli i vari Beppe Grillo e Piero Pelù: tutto continuerà ad andare contro l'interesse del Paese e del cittadino ed i manovratori (per nulla occulti) continueranno a menarci per il naso.
di Luca Bagatin
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mercoledì
SECONDA MOSSA DA SCACCO MATTO DI PUTIN: VISA E MASTERCARD ESPULSE DALLA RUSSIA, NASCE IL CIRCUITO ''PRO100''.
MOSCA - Altra straordinaria mossa da scacco matto di Putin, dopo quella di usare la valuta cinese e non più l'euro o il dollaro americano come valuta di riserva: l'intera Russia esce dal circuito Visa - Mastercard e si organizza per avere le proprie carte di credito! Questa decisione - finanziariamente vantaggiosissima per la Russia - produce un danno clamoroso ai colossi americani del pagamento con carta di credito: perdono in un colpo solo 100 milioni di clienti. La decisione di Putin nasce perché Obama ha dato ordine a Visa e Mastercard di bloccare le trasazioni in Russia. Solo che, questa decisione si è rivoltata come un boomerang contro i colossi americani che non si aspettavano che al Russia fosse pronta - in pochi giorni - a sostituirli.
Ne scrive il sito economico in lingua inglese rt.com
Fonte: IL NORD Quotidiano - Articolo Completo QUI !
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martedì
Marò: scomparse le prove d'innocenza !
Quanto accaduto nelle acque indiane è stato documentato ma foto e filmati con i riscontri dell’innocenza sono spariti.
Un giallo nella vicenda dei marò: lo scontro all'origine del caso, avvenuto in acque internazionali il 15 febbraio del 2012, con Latorre e Girone a bordo della nave italiana Enrica Lexie, è stato filmato e fotografato. In quelle immagini, mai mostrate, c’è la prova dell’innocenza dei due fucilieri.
Su questo ha indagato Toni Capuozzo, giornalista di lungo corso, da tempo impegnato per fare luce sulla vicenda. Nei giorni scorsi si è recato in India, acquisendo una serie di importanti notizie raccontate nella puntata di ieri sera della trasmissione «Terra!», Su Rete 4. Capuozzo, attraverso una serie di fonti «che preferiscono rimanere anonime e non potrebbe essere altrimenti», ha appurato che il tentativo di abbordaggio dell’Enrica Lexie da parte di un barchino, respinto poi dall’intervento dei fucilieri, è stato fotografato e filmato.
Fonte: IL TEMPO - Articolo Completo QUI !
QUI LA VICENDA DEI NOSTRI MARO' !
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Un giallo nella vicenda dei marò: lo scontro all'origine del caso, avvenuto in acque internazionali il 15 febbraio del 2012, con Latorre e Girone a bordo della nave italiana Enrica Lexie, è stato filmato e fotografato. In quelle immagini, mai mostrate, c’è la prova dell’innocenza dei due fucilieri.
Su questo ha indagato Toni Capuozzo, giornalista di lungo corso, da tempo impegnato per fare luce sulla vicenda. Nei giorni scorsi si è recato in India, acquisendo una serie di importanti notizie raccontate nella puntata di ieri sera della trasmissione «Terra!», Su Rete 4. Capuozzo, attraverso una serie di fonti «che preferiscono rimanere anonime e non potrebbe essere altrimenti», ha appurato che il tentativo di abbordaggio dell’Enrica Lexie da parte di un barchino, respinto poi dall’intervento dei fucilieri, è stato fotografato e filmato.
Fonte: IL TEMPO - Articolo Completo QUI !
QUI LA VICENDA DEI NOSTRI MARO' !
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venerdì
giovedì
mercoledì
Il tabù è caduto lo Stato italiano non esiste più.
Blitz del governo nel ddl svuota carceri: entrare in Italia abusivamente non è più reato. Ora è allarme sbarchi.
...L'Italia, il suo territorio, è la casa degli italiani. Questo territorio è stabilito da confini che permettono di identificare lo Stato italiano. Non esiste «Stato» se non esiste il suo territorio e il suo popolo. Come ha dichiarato in questi giorni lo Stato di Israele: «Questa è la terra degli Ebrei, la cittadinanza non verrà data a nessuno straniero», così è per ogni Stato e per ogni Popolo. Con la cancellazione della clandestinità, invece, si afferma che non esiste un territorio appartenente allo Stato italiano, un territorio che lo Stato rivendica come suo, e che non esiste un popolo italiano in quanto chiunque vi si può introdurre e mescolare. Si tratta di una norma talmente distruttiva di qualsiasi realtà e di qualsiasi logica di «Stato» che non è mai esistita e non esiste in nessun Paese, così come non esiste neanche in quei sostituti concreti e simbolici di uno Stato che sono le navi e gli aerei dove la clandestinità è perseguita come il reato più grave. Da oggi, dunque, ci si potrà accomodare senza preavvertirne nessuno in ogni paese d'Italia e, per analogia, in ogni nave e in ogni aereo italiano. ...
Fonte: IL GIORNALE - Articolo Completo QUI !
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...L'Italia, il suo territorio, è la casa degli italiani. Questo territorio è stabilito da confini che permettono di identificare lo Stato italiano. Non esiste «Stato» se non esiste il suo territorio e il suo popolo. Come ha dichiarato in questi giorni lo Stato di Israele: «Questa è la terra degli Ebrei, la cittadinanza non verrà data a nessuno straniero», così è per ogni Stato e per ogni Popolo. Con la cancellazione della clandestinità, invece, si afferma che non esiste un territorio appartenente allo Stato italiano, un territorio che lo Stato rivendica come suo, e che non esiste un popolo italiano in quanto chiunque vi si può introdurre e mescolare. Si tratta di una norma talmente distruttiva di qualsiasi realtà e di qualsiasi logica di «Stato» che non è mai esistita e non esiste in nessun Paese, così come non esiste neanche in quei sostituti concreti e simbolici di uno Stato che sono le navi e gli aerei dove la clandestinità è perseguita come il reato più grave. Da oggi, dunque, ci si potrà accomodare senza preavvertirne nessuno in ogni paese d'Italia e, per analogia, in ogni nave e in ogni aereo italiano. ...
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