(PRIMAPRESS) ROMA
L’Amministratore delegato dott. Giordo con tutto il management di Alenia Aermacchi ha riconfermato e valorizzato il piano delle tre R siglato a novembre 2011 che ha tra i suoi obiettivi il consolidamento dei siti partenopei, sedi principali delle aerostrutture, uno dei principali segmenti di business di Alenia. Lo comunica in una nota la Fim Cisl di Napoli. L’AD ha anche riconfermato il costante impegno nella realizzazione del futuro velivolo regionale NGTP (new generation turboprop) che registra un rinnovato interesse di un importante partner internazionale e l’attenzione delle regioni Campania e Puglia . Un progetto che sarà di rilancio per i siti campani e per tutto il sud. La positiva guida del responsabile delle risorse umane Dott. Mulè ha consentito di svolgere una riunione con un clima costruttivo e partecipativo affermando e valorizzando i contenuti del nuovo protocollo di Finmeccanica sulle relazioni sindacali ed industriali utile al fine di reggere la competitività dell’intero sistema. "Come Fim di Napoli , pur apprezzando gli investimenti in corso e le produzioni che consentono di garantire lavoro in una fase transitoria, ribadiamo che occorre continuare a concentrarci per la realizzazione degli investimenti complessivi al fine di far partire il nuovo ATR e la realizzazione della seconda linea a Pomigliano che dovrà ospitarlo, valorizzando le professionalità progettuali presenti nei siti partenopei e consentire il rilancio industriale ed occupazionali dei siti partenopei". (PRIMAPRESS)
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martedì
Evento al Teatro Don Bosco di Roma - La Traviata !
La Traviata di Giuseppe Verdi
TEATRO DON BOSCO DI CINECITTÀ
Via Publio Valerio 63, Roma (RM) •
21:00 - 24:00 • 25 € • 15.00€
http://www.alfamc.it
il 3 e 4 maggio presso il Teatro Don Bosco di Cinecittà in Roma, via Publio Valerio 63, vi aspettiamo numerosi per la l'ultima opera della Stagione:
LA TRAVIATA di Giuseppe Verdi
(Presentazione ClassicTic)
La V stagione del Teatro Don Bosco volge al termine. E' stato un anno ricco di emozioni, ricco di straordinarie esperienze, e ricco anche di grandi amarezze legate ad un momento storico sicuramente non facile, sicuramente non luminoso.
L'ALFA Musicorum Convivium ha però marciato convinta che il suo fare teatro, fare musica fosse innanzitutto un servizio, un servizio per tutti coloro che ci hanno seguito e che sono sicuro ci seguiranno ancor di più in questa nuova produzione: La Traviata di Giuseppe Verdi.
Non mancate quindi di venire ad emozionarvi con l'opera delle opere!
CAST
Direttore: Alessandro Murzi
Giuseppe Verdi |
Violetta Valery, Fausta Ciceroni
Alfredo Germont, Emanuel Bussaglia
Giorgio Germont, Murat Guney
Flora, Sharon Nannini
Barone Duphol Fabrizio Poletti
Dot. Grenvil, Alessio Magnaguagno
Gastone, Daniele Antonelli
Marchese, Carlo Alberto Gioja
Annina, Daniela Cesarini
Commissionario, Giulio Barocas
Giuseppe, Lino Ottaviano
M.i del Coro Marco Boido E Mihee Kim
3 maggio ore 10,00 (ingressi 15,00€)
4 maggio ore 21,00 (ingressi 25,00€)
Non Mancate !
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Fisco, stop a pignoramenti pensioni e stipendi
Stop ai pignoramenti sui conti correnti in banca o alle poste dove vengono versati i soldi di stipendi e pensioni. Un segnale forte, con la crisi economica che pesa sulle famiglie, deciso da Equitalia con decorrenza immediata per tutti i redditi stipendio/pensione sotto i 5 mila euro mensili. Mentre per le procedure di pignoramento presso il datore di lavoro o l'ente pensionistico restano le vecchie regole.
Fonte: Rainews24.rai.it
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Fonte: Rainews24.rai.it
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lunedì
CENTRALE LATTE, SCHIUMA (PDL): "NO A NUOVE IPOTESI PRIVATIZZAZIONE"
(OMNIROMA) Roma, 22 APR -
"Si evitino ora nuove ipotesi di privatizzazione: il comune si tenga stretto questo gioiello in attivo, insieme agli allevatori laziali, i quali con Finlatte, detengono già il 16%". Lo dichiara in una nota il consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma, componente dell'esecutivo romano del Pdl. Questo e'il frutto - prosegue Schiuma-del madornale errore delle passate giunte di sinistra contro il quale la destra romana fece le barricate in Campidoglio: un gioiello, in bilancio attivo, fu svenduto per compiacere l'imprenditore amico di turno".
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Telecamere “intelligenti“ contro i vandali, ma attenzione alla privacy
Fonte: Federprivacy
Sì ad occhi “intelligenti” contro atti vandalici e danneggiamenti a monumenti e sedi istituzionali, ma tutelando la privacy dei cittadini. Il Garante ha dato il via libera all'utilizzo da parte del Comune di Bergamo di un sistema di controllo dei luoghi pubblici a fini di sicurezza urbana. L'impianto di telecamere con inquadratura fissa, sottoposta alla verifica preliminare dell’Autorità, oltre a riprendere e registrare le immagini, aziona in tempo reale un allarme sul monitor della postazione di polizia in caso di permanenza prolungata di un soggetto nelle aree adiacenti i luoghi sorvegliati per consentire un eventuale pronto intervento.
Da: http://www.garanteprivacy.it/
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Sì ad occhi “intelligenti” contro atti vandalici e danneggiamenti a monumenti e sedi istituzionali, ma tutelando la privacy dei cittadini. Il Garante ha dato il via libera all'utilizzo da parte del Comune di Bergamo di un sistema di controllo dei luoghi pubblici a fini di sicurezza urbana. L'impianto di telecamere con inquadratura fissa, sottoposta alla verifica preliminare dell’Autorità, oltre a riprendere e registrare le immagini, aziona in tempo reale un allarme sul monitor della postazione di polizia in caso di permanenza prolungata di un soggetto nelle aree adiacenti i luoghi sorvegliati per consentire un eventuale pronto intervento.
Da: http://www.garanteprivacy.it/
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domenica
Oggi si festeggia il Natale di Roma: tutti gli appuntamenti.
Stasera concerto per Franco Califano a piazza del Popolo.
Roma, 21 aprile - Oggi Roma festeggia il suo 2766° Natale con un calendario ricco di appuntamenti tra storia, cultura, arte, musica e spettacolo. Tante le manifestazioni in programma, tra queste: visite guidate a Palazzo Senatorio in Campidoglio, iniziative nei musei, momenti didattici e rievocazioni storiche, conferimento di cittadinanze onorarie. A conclusione della giornata, in serata a piazza del Popolo, il concerto evento “Franco Califano: non escludo il ritorno”, dedicato all'artista recentemente scomparso.Il concerto, una “no-stop” di circa sei ore, dalle 18.30 alle 24, con la partecipazione di tantissimi artisti è promosso da Roma Capitale. Sarà il momento in cui il mondo dello spettacolo rende omaggio a Franco Califano. In allegato il programma del concerto.
"Un omaggio doveroso - ha dichiarato il sindaco Gianni Alemanno nel corso della presentazione dell'evento che si è tenuta nei giorni scorsi - perché Califano ha rappresentato l'anima e il cuore di Roma in modo suggestivo e con coinvolgimento. Era una persona con grande umanità e autenticità che cercava le cose vere. Bello che il Natale di Roma si concluda in questo modo".
Fonte: Comune di Roma - Articolo Completo
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sabato
GIORGIO NAPOLITANO è stato confermato Presidente della Repubblica.
La permanenza prolungata di un comunista sul Colle, ovviamente, non ci piace!!!
Tuttavia, in questo clima di incapacità generale, forse, sarà il male minore.
Gli scenari che si apriranno nei prossimi giorni, invece, saranno tutti da scoprire.
La convergenza delle forze politiche sul presidente della Repubblica verrà replicata anche nella formazione del nuovo governo?
A noi un inciucio con le sinistre non ci piacerebbe molto!!
Credo che questo Paese abbia bisogno di una nuova Legge elettorale e di una maggioranza vera che sia finalmente capace di permettere agli eletti di governare......
Con buona pace di Grillo!!!!
Alfio Bosco per RivaDestraCon buona pace di Grillo!!!!
Quirinale: prevale 'partito larghe intese', in calo Amato sale Letta premier
Ultimo aggiornamento: 20 aprile, ore 17:45 - Fonte Adnkronos
Roma, 20 apr. (Adnkronos) - Mentre e' in corso lo spoglio per l'elezione del capo dello Stato, in Transatlantico, a Montecitorio, si parla solo del futuro governo. Tutti sono per le larghe intese e un esecutivo politico, ma sembrano essere in discesa le quotazioni di Giuliano Amato premier. Oltre al veto della Lega (''Mai con chi ha tolto i soldi alla gente'', ha avvertito Umberto Bossi), ci sarebbero forti resistenze anche nel Pd. Nelle ultime ore prende quota l'ipotesi di un governo guidato da Enrico Letta, gradito anche al Pdl. Almeno a quella parte di parlamentari azzurri che spinge per una grande coalizione e non vuole andare al voto. Per ora si tratta solo di voci non confermate.
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Roma, 20 apr. (Adnkronos) - Mentre e' in corso lo spoglio per l'elezione del capo dello Stato, in Transatlantico, a Montecitorio, si parla solo del futuro governo. Tutti sono per le larghe intese e un esecutivo politico, ma sembrano essere in discesa le quotazioni di Giuliano Amato premier. Oltre al veto della Lega (''Mai con chi ha tolto i soldi alla gente'', ha avvertito Umberto Bossi), ci sarebbero forti resistenze anche nel Pd. Nelle ultime ore prende quota l'ipotesi di un governo guidato da Enrico Letta, gradito anche al Pdl. Almeno a quella parte di parlamentari azzurri che spinge per una grande coalizione e non vuole andare al voto. Per ora si tratta solo di voci non confermate.
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venerdì
Comunicato dal Sindaco: Finalmente completato l'iter Roma Capitale
Cara cittadina, caro cittadino,
come forse saprai, il Governo ha definitivamente approvato il terzo e ultimo Decreto attuativo della riforma di Roma Capitale, mentre l'Assemblea Capitolina ha votato il nuovo Statuto.
Grazie a questa riforma, attesa da circa 30 anni, la Capitale non è più un comune come gli altri, ma un ente territoriale speciale dotato di maggiore autonomia, come altre importanti capitali internazionali, quali Washington, Londra o Berlino.
In particolare, l’Amministrazione di Roma Capitale disporrà di maggiori poteri nei seguenti settori:
• definizione del Patto di stabilità e aumento dei finanziamenti statali necessari per i maggiori oneri derivanti dalle funzioni di Capitale della Repubblica;
• valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali;
• sviluppo economico e sociale;
• programmazione e promozione delle politiche per il turismo;
• sviluppo urbano e pianificazione territoriale;
• edilizia pubblica e privata;
• organizzazione e funzionamento dei servizi urbani e di collegamento con i comuni limitrofi, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità;
• protezione civile;
• ulteriori funzioni delegate dalla Regione Lazio, mediante la legge regionale attesa a completamento della riforma.
Il nuovo Statuto prevede diverse novità in materia di tagli ai costi della politica, di trasparenza dell’azione amministrativa e di pari opportunità. Tra le tante, segnalo:
• la riduzione del numero dei consiglieri dell’Assemblea Capitolina (da 60 a 48);
• la riduzione del numero dei Municipi (da 19 a 15);
• la parità di genere in Giunta (stesso numero di donne e uomini tra gli assessori);
• la costituzione di un'agenzia indipendente a tutela dei diritti dei contribuenti.
Ti invito, in ogni caso, a consultare la versione integrale del testo dello Statuto sul portale di Roma Capitale, nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito”, per apprezzare tutte le novità contenute nella nostra "carta costituzionale".
Ci tengo a sottolineare che l’approvazione del terzo decreto attuativo, come quella dello Statuto, sono avvenute con voto quasi unanime delle forze politiche presenti in Parlamento e in Assemblea Capitolina. Ciò è per me motivo di grande soddisfazione, un segnale forte, di unione e di responsabilità, per il bene di Roma.
Per questo ho voluto condividere questo importante traguardo con tutti voi.
I miei più cordiali saluti.
come forse saprai, il Governo ha definitivamente approvato il terzo e ultimo Decreto attuativo della riforma di Roma Capitale, mentre l'Assemblea Capitolina ha votato il nuovo Statuto.
Grazie a questa riforma, attesa da circa 30 anni, la Capitale non è più un comune come gli altri, ma un ente territoriale speciale dotato di maggiore autonomia, come altre importanti capitali internazionali, quali Washington, Londra o Berlino.
In particolare, l’Amministrazione di Roma Capitale disporrà di maggiori poteri nei seguenti settori:
• definizione del Patto di stabilità e aumento dei finanziamenti statali necessari per i maggiori oneri derivanti dalle funzioni di Capitale della Repubblica;
• valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali;
• sviluppo economico e sociale;
• programmazione e promozione delle politiche per il turismo;
• sviluppo urbano e pianificazione territoriale;
• edilizia pubblica e privata;
• organizzazione e funzionamento dei servizi urbani e di collegamento con i comuni limitrofi, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità;
• protezione civile;
• ulteriori funzioni delegate dalla Regione Lazio, mediante la legge regionale attesa a completamento della riforma.
Il nuovo Statuto prevede diverse novità in materia di tagli ai costi della politica, di trasparenza dell’azione amministrativa e di pari opportunità. Tra le tante, segnalo:
• la riduzione del numero dei consiglieri dell’Assemblea Capitolina (da 60 a 48);
• la riduzione del numero dei Municipi (da 19 a 15);
• la parità di genere in Giunta (stesso numero di donne e uomini tra gli assessori);
• la costituzione di un'agenzia indipendente a tutela dei diritti dei contribuenti.
Ti invito, in ogni caso, a consultare la versione integrale del testo dello Statuto sul portale di Roma Capitale, nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito”, per apprezzare tutte le novità contenute nella nostra "carta costituzionale".
Ci tengo a sottolineare che l’approvazione del terzo decreto attuativo, come quella dello Statuto, sono avvenute con voto quasi unanime delle forze politiche presenti in Parlamento e in Assemblea Capitolina. Ciò è per me motivo di grande soddisfazione, un segnale forte, di unione e di responsabilità, per il bene di Roma.
Per questo ho voluto condividere questo importante traguardo con tutti voi.
I miei più cordiali saluti.
Il Sindaco
giovedì
La politica italiana spiegata agli stranieri: una "lezione" di chiarezza da parte di Mario Nanni
Scritto da Redazione | Creato 17 Aprile 2013
NARDO'- C'è una regola non scritta tra i giornalisti e gli scrittori, e persino Manzoni ne era un sostenitore. Per farsi capire da quanta più gente possibile, infatti, chi scrive dovrebbe immaginare di avere davanti una persona semplice, il pensionato avanti con gli anni, il vicino di casa, la pia donna che esce da chiesa. O lo straniero lontano dalla nostra cultura, magari un giapponese ospite in Italia.
Il grande giornalista dalle origini neritine, Mario Nanni, fornisce periodicamente una relazione sulla situazione politica italiana ai suoi interlocutori stranieri. Per questo motivo si tratta di una sintesi che può apparire didascalica ma per lo stesso motivo è chiarissima e comprensibile ai più. E' un regalo di Nanni ai neritini: graditelo!
VERSO IL RUSH FINALE IN UN CLIMA DI GRANDE CONFUSIONE
Sommario:
- Come nel giallo di Agatha Christie, ‘’I dieci piccoli indiani’’: è ormai corsa all'eliminazione dei candidati, ma è anche gioco al massacro;
- Crescono le chances di Prodi, Grillo probabile kingmaker, con Casaleggio dietro le quinte (ma non troppo);
- Il rischio dei ‘’franchi tiratori’’ incombe sul PD come sulla Dc nella Prima Repubblica;
- La scelta di Amato, visto come ‘’uomo della casta’’ o mister 31 mila euro ( di pensione mensile) sarebbe un gran regalo propagandistico a Grillo;
- Un PD a rischio di implosione può essere ricompattato, in gran parte, o da Prodi o da D’Alema ( con l’inaspettato appoggio di Renzi).
- La possibilità di un terzo nome (oltre Prodi e Amato): Rodotà, Bonino (che ha il ‘’vantaggio’’ di essere donna, ma sta in Parlamento da 36 anni!)
Come era prevedibile da qualche mese, l’Italia si trova in una situazione di impasse politico-istituzionale senza precedenti.
Sembra una situazione senza uscita: un sistema politico entrato ormai in crisi, i partiti spaccati e in crisi anch'essi un governo dimissionario ma che continua a governare, un governo nuovo che non si riesce a fare, un Parlamento paralizzato e disoccupato, in attesa di cominciare a lavorare. E infine un presidente della Repubblica che se ne va, e un presidente nuovo da eleggere.
MANCANO 48 ORE E IL BUIO E’ COMPLETO, O QUASI
Vediamo, a due giorni dal 18 aprile, quando il Parlamento in seduta comune comincerà a votare per il nuovo Capo dello Stato, qual è la situazione AGGIORNATA.
Cerchiamo di capire qual è in realtà il gioco politico dei due principali schieramenti.
BERLUSCONI:
il Cavaliere ha in testa principalmente due cose. La prima è garantirsi che al Quirinale NON SIA ELETTO un suo nemico ( Prodi o qualche altro personaggio che piace a Grillo: Zagrebelsky, Rodotà); poi, che si faccia un governo Pd-Pdl, o un governo con ministri di area Pdl dentro.
L’altro chiodo fisso di Berlusconi è tornare subito al voto: i sondaggi dicono che il centrodestra è avanti rispetto al centrosinistra, e che, se si votasse ora, il centrodestra potrebbe vincere sia alla Camera sia al Senato, e quindi non avrebbe le difficoltà, al Senato, che ha incontrato finora Bersani.
Nel suo tour di propaganda, come sabato a Bari, il Cavaliere ha visto che c’è un ritorno di entusiasmo e partecipazione del suo elettorato allo spirito del 1994, quando fondò Forza Italia. E’ un momento magico, per Berlusconi, e il Cavaliere lo vorrebbe sfruttare al massimo.
E infatti lo sfrutta in due modi: da una parte minacciando Bersani di voler andare alle elezioni di nuovo, sapendo che in tal caso Bersani e il Pd potrebbero perdere, e Bersani essere spazzato via; a meno che il Pd non decidesse di candidare premier Renzi. Minacciando le elezioni, Berlusconi in realtà preme su Bersani per convincerlo a fare quello che il Cavaliere desidera. Ma Bersani finora ha resistito, perché sa che mezzo partito non vuole una alleanza con il Cavaliere. Veramente, Bersani si trova in una situazione curiosa: se fa l’accordo con il Cavaliere il Pd si spacca; se non fa l’accordo con il Cavaliere, il Pd si spacca lo stesso. Questa situazione difficile spiega molto le difficoltà di movimento di Bersani, e anche il suo comportamento politico tenuto in questi 45 giorni (dopo le elezioni).
L’altro modo in cui Berlusconi sfrutta la minaccia delle elezioni è quello di tenere il suo partito costantemente mobilitato, come un esercito pronto alla battaglia. E infatti si parla di eventuali votazioni a giugno o, al massimo, entro il 20 luglio: queste le date possibili che sono state studiate al Ministero dell’Interno (al quale spetta organizzare e indire le elezioni). Ma restano, queste ipotesi di voto a giugno-luglio, possibili ma altamente improbabili: l’Italia è in una situazione economica e sociale drammatica, e quindi elezioni in giugno-luglio sarebbero il segno di un disastro dalle conseguenze imprevedibili. E poi, tranne Berlusconi che ha interesse a volere le elezioni perché i sondaggi lo premiano, nessun altro partito le vuole: non il Pd, perché significherebbe mandar via Bersani, e mettere Renzi alla guida ; né Monti, che vede diminuire i consensi al suo partito Scelta Civica; né soprattutto Grillo, che vede molte contestazioni nei suoi elettori alla linea finora tenuta e rischia di non prendere gli stessi voti che ha preso alle elezioni di febbraio (infatti i sondaggi segnano un calo dei voti).
BERSANI:
Il segretario del PD mantiene la sua linea, e l’ha chiarita anche nell'incontro dei giorni scorsi con Berlusconi. La linea è questa: intanto separare la elezione del Presidente della Repubblica dalla questione governo; mentre Berlusconi, si sa, le vuole collegare.
Bersani ha cercato di impostare il discorso con Berlusconi cominciando dalla questione Quirinale: cerchiamo di trovare un nome che sia gradito a entrambi gli schieramenti. Scegliamolo da una lista o rosa di nomi. Ma qui è nato il primo ostacolo. Berlusconi ha chiesto: questa lista chi la prepara? Io, ha detto Bersani, io preparo una rosa di nomi e il Pdl ne sceglie uno di suo gradimento.
Su questo punto, Berlusconi ha cercato di resistere, ma poi ha detto: va bene, possiamo votare anche un nome di sinistra, purché non sia ostile a noi. (e si sa chi Berlusconi consideri ostile).
LA ROSA DI NOMI
Per la rosa di nomi, sta succedendo quello che succede nel romanzo giallo di Agatha Christie, ‘’I dieci piccoli indiani’’: in quel romanzo tutti e dieci vengono fatti fuori a uno a uno.
E così sta succedendo per i candidati alla Presidenza della Repubblica.
Anna Finocchiaro e Franco Marini sembrerebbero ormai eliminati, dopo l’attacco feroce e frontale sferrato da Renzi. La critica di Renzi, discutibile o no, è però coerente con le idee del sindaco di Firenze, che le espresse già al tempo delle primarie , specialmente l’idea della ‘’rottamazione’’, cioè del mettere da parte personaggi politici che abbiano ormai troppi anni di politica sulle spalle: Marini, infatti, per essere candidato alle politiche ha dovuto chiedere una deroga al partito, ed è stato peraltro bocciato dagli elettori; la Finocchiaro aveva chiesto anch’ella una deroga, l’aveva ottenuta ed è stata votata in Puglia, non in Sicilia, che è la sua terra.
Inoltre è stata attaccata - da Renzi - per una questione di immagine e di stile ( farsi accompagnare all’Ikea dalla scorta che trascina il carrello della spesa), che richiama privilegi di casta ( sappiamo quanto è forte la polemica contro la casta- così viene chiamata la categoria dei politici accusati di privilegi). La Finocchiaro è poi stata accusata anche dai giornali di avere il marito sotto processo per truffa alla Regione Sicilia. Come potrebbe essere eletta presidente della Repubblica una donna che ha il marito sotto processo?
La Finocchiaro ha reagito a Renzi con parole di fuoco (‘’sei un miserabile’’), ma con ciò anche auto-escludendosi dalla corsa per il Quirinale.
Marini e Finocchiaro, quindi, sarebbero out.
Anche se per Marini - ex presidente del Senato, ex sindacalista, cattolico - ma con nessuna esperienza internazionale (all'estero non lo conosce nessuno) premono i cattolici del Pd (Fioroni, l’ex segretario Franceschini). Ma a questo punto le chances di Marini sembrano diminuite, di molto.
Chi resta nella rosa che Bersani dovrebbe consegnare a Berlusconi?
Bersani potrebbe anche, per non scontentare una parte del suo partito, inserire anche i nomi di Finocchiaro e Marini ma agli ultimi posti; ma a quanto pare Bersani dovrebbe sottoporre al Cavaliere una rosa ristretta, tre nomi al massimo.
In quest’ultimo caso, in testa alla lista potrebbe esserci Giuliano Amato; poi D’Alema; terzo Prodi.
Attenzione: benché inviso a Berlusconi, Bersani non può cancellare dalla rosa il nome di Prodi, perché mezzo partito desidera il Professore bolognese; e sa anche che i grillini il voto a prodi lo potrebbero dare.
Quindi la rosa di Bersani potrebbe essere fatta secondo questo ragionamento: caro Berlusconi, io ti propongo dei nomi, in testa alla rosa ti metto i primi due che possono essere a te graditi: Amato e D’Alema (o Marini, ma vedo difficoltà); terzo Prodi.
Se vuoi scegliere uno di questi, lo votiamo insieme. Ma non mi chiedere niente per quanto riguarda il governo. Quella è un’altra partita.
A questo punto ci potrebbe essere la rottura finale: se Bersani non garantisce a Berlusconi che il governo col Pdl o ministri di area Pdl si fa, allora si sfascia tutto; in tal caso ci saranno ovvie conseguenze. La conseguenza più probabile sarà che il PD, Monti e i cinque stelle voteranno il nome di Prodi.
E sarà guerra totale.
Questo scenario è probabile ma lo potrebbe diventare ancora di più se oggi dalle Quirinarie del 5 Stelle dovesse uscire il nome di Prodi da votare al Quirinale.
Ieri il guru dei 5 stelle Casaleggio ha fatto un giochino politico abbastanza contorto ma anche chiaro: ha detto che Prodi non è la prima scelta, ma se dalle Quirinarie dovesse uscire il nome del Professore bolognese, i cinque stelle lo voteranno.
Se così fosse, Bersani sarebbe tentato da questa strada: far eleggere Prodi dal Pd e dai 5 stelle e poi sperare di fare un governo, con l’appoggio dei 5 stelle (e l’aiuto di Prodi, che, essendo stato eletto dai grillini, avrebbe forse più di Napolitano qualche carta in più per convincere Grillo a far nascere un governo Bersani).
Se questo e’ lo scenario, c’è da considerare anche un fenomeno: i franchi tiratori.
Quello dei ‘’franchi tiratori’’ è un fenomeno tipico della Prima Repubblica, e in molte elezioni del Presidente della Repubblica ha fatto sentire la sua presenza.
I franchi tiratori si chiamano così perché, nel segreto dell’urna, ‘’sparano’’ il loro voto senza essere scoperti (dato che il voto è segreto), e lo sparano in modo diverso da quello che ha deciso il loro partito.
E così negli anni 60, 70,80 e 90, nelle elezioni del Presidente della Repubblica, è successo che il maggior partito, la Democrazia Cristiana, proponeva il suo candidato ufficiale, che poi però non veniva votato da tutto il partito, perché molti deputati e senatori - appunto franchi tiratori - lo pugnalavano alle spalle nel voto.
Due esempi fra tutti: nel 1964 la Dc propose il suo candidato - Fanfani - ma i franchi tiratori non lo votarono, e fu scelto Saragat, un socialdemocratico.
Nel 1992 la Dc propose il suo segretario - Forlani - ma i franchi tiratori (amici di Andreotti) non lo votarono, e così alla fine fu scelto Scalfaro.
La storia rischia di ripetersi: il PD non ha un candidato unico, un candidato che sia voluto da tutto il partito.
Se viene scelto D’Alema, i franchi tiratori potrebbero comparire; se viene scelto Marini, i renziani non lo votano; se viene scelta la Finocchiaro, i renziani non la votano; se viene scelto Amato, mezzo PD potrebbe non votarlo.
Forse è proprio Prodi - padre fondatore dell’Ulivo, così si chiamava il centrosinistra degli anni ’90 - e quindi padre fondatore e padre nobile del PD - che potrebbe in qualche modo unire il PD anche se non tutto il PD Ed è voluto anche da Renzi. I grillini in fondo lo voterebbero (ci sono rapporti antichi tra Prodi e Grillo, che dal professore di Bologna prese lezioni di economia; eppoi si sa che Casaleggio è in buoni rapporti con Prodi).
Insomma, dal punto di vista del curriculum, e dell’immagine, Prodi resta la scelta più prestigiosa, e avrebbe tutte le carte in regola per essere eletto:
- è stato due volte premier,
- ha battuto due volte Berlusconi,
- è stato presidente della Commissione europea,
- è economista,
- è cattolico (si dice che dopo due presidenti laici - Ciampi, Napolitano - tocca a un cattolico),
- ha un prestigio internazionale,
- l’Onu gli ha dato un incarico per l’AFRICA,
- Ha guidato due governi ( nel 1996 e nel 2006, ma divisioni nel suo stesso centrosinistra lo hanno fatto cadere: una volta Bertinotti, un’altra Mastella e Veltroni); quindi si aspetta anche un certo risarcimento politico.
Un altro profilo ugualmente prestigioso è quello di Amato.
Studioso di economia e istituzioni, due volte premier, ha un grande prestigio internazionale. Fa parte della Trilateral e dell’Aspen – due centri di potere internazionali e trasversali - parla inglese fluentemente (così come Prodi).
Ma, a differenza di Prodi, ha un’arma in più e una in meno:
l’arma in più è che piace al Cavaliere. Amato è stato braccio destro di Craxi e a Berlusconi ha risolto molti problemi, che riguardavano le autorizzazioni per le sue televisioni.
L’arma in meno è che, a differenza di Prodi, è visto di più come personaggio della casta ( ha una pensione di 31 mila euro mensili); come un personaggio a caccia di incarichi; e soprattutto su di lui c’è l’ombra di Craxi , e questo non gli giova (non gli giova neanche il fatto che da Craxi Amato si distaccò in modo giudicato ingeneroso: non andò ai suoi funerali, né si è mai recato ad Hammamet, sulla tomba del segretario socialista al quale Amato, pur uomo di grandi qualità, deve tutta la sua carriera).
Quindi: potrebbe essere Amato il futuro presidente della Repubblica, in caso di accordo Bersani-Berlusconi;
potrebbe essere Prodi, in caso di rottura.
MA CI PUÒ ESSERE UN NOME A SORPRESA!
La rosa dei nomi a sorpresa comprende: una donna (e l’unica sarebbe Emma Bonino, radicale, amica di Pannella, in Parlamento da 37 anni, ma alle ultime elezioni non è stata eletta); su di lei però ci potrebbe essere un veto del Vaticano; un veto ovviamente non esplicito o ufficiale, ma un veto di fatto: i cattolici del PD o del Pdl potrebbero non votarla (i franchi tiratori, appunto).
Un altro nome potrebbe essere del PD ( D’Alema, su cui però il PD si potrebbe spaccare: ma un recente incontro tra D’Alema e Renzi farebbe pensare a un accordo strategico tra i due per far fuori Bersani: D’Alema al Quirinale e Renzi al governo);
oppure il professor Stefano Rodotà, politico-professore, ma non visto come uomo della casta. Studioso, è stato deputato del partito della sinistra, vicepresidente della Camera, Garante della Privacy. E’ molto ben visto dal movimento 5 stelle.
Se oggi uscisse dal sondaggio finale delle Quirinarie il nome di Rodotà, per Bersani sarebbe una bella tentazione: farlo votare anche dal PD per agganciare i grillini.
Ma torniamo al punto di partenza: Bersani è in grado di tenere unito tutto il PD su un nome? Difficile. Sembra il gioco dell’oca. Si torna al punto di partenza.
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Mario NANNI |
Il grande giornalista dalle origini neritine, Mario Nanni, fornisce periodicamente una relazione sulla situazione politica italiana ai suoi interlocutori stranieri. Per questo motivo si tratta di una sintesi che può apparire didascalica ma per lo stesso motivo è chiarissima e comprensibile ai più. E' un regalo di Nanni ai neritini: graditelo!
VERSO IL RUSH FINALE IN UN CLIMA DI GRANDE CONFUSIONE
Sommario:
- Come nel giallo di Agatha Christie, ‘’I dieci piccoli indiani’’: è ormai corsa all'eliminazione dei candidati, ma è anche gioco al massacro;
- Crescono le chances di Prodi, Grillo probabile kingmaker, con Casaleggio dietro le quinte (ma non troppo);
- Il rischio dei ‘’franchi tiratori’’ incombe sul PD come sulla Dc nella Prima Repubblica;
- La scelta di Amato, visto come ‘’uomo della casta’’ o mister 31 mila euro ( di pensione mensile) sarebbe un gran regalo propagandistico a Grillo;
- Un PD a rischio di implosione può essere ricompattato, in gran parte, o da Prodi o da D’Alema ( con l’inaspettato appoggio di Renzi).
- La possibilità di un terzo nome (oltre Prodi e Amato): Rodotà, Bonino (che ha il ‘’vantaggio’’ di essere donna, ma sta in Parlamento da 36 anni!)
Come era prevedibile da qualche mese, l’Italia si trova in una situazione di impasse politico-istituzionale senza precedenti.
Sembra una situazione senza uscita: un sistema politico entrato ormai in crisi, i partiti spaccati e in crisi anch'essi un governo dimissionario ma che continua a governare, un governo nuovo che non si riesce a fare, un Parlamento paralizzato e disoccupato, in attesa di cominciare a lavorare. E infine un presidente della Repubblica che se ne va, e un presidente nuovo da eleggere.
MANCANO 48 ORE E IL BUIO E’ COMPLETO, O QUASI
Vediamo, a due giorni dal 18 aprile, quando il Parlamento in seduta comune comincerà a votare per il nuovo Capo dello Stato, qual è la situazione AGGIORNATA.
Cerchiamo di capire qual è in realtà il gioco politico dei due principali schieramenti.
BERLUSCONI:
il Cavaliere ha in testa principalmente due cose. La prima è garantirsi che al Quirinale NON SIA ELETTO un suo nemico ( Prodi o qualche altro personaggio che piace a Grillo: Zagrebelsky, Rodotà); poi, che si faccia un governo Pd-Pdl, o un governo con ministri di area Pdl dentro.
L’altro chiodo fisso di Berlusconi è tornare subito al voto: i sondaggi dicono che il centrodestra è avanti rispetto al centrosinistra, e che, se si votasse ora, il centrodestra potrebbe vincere sia alla Camera sia al Senato, e quindi non avrebbe le difficoltà, al Senato, che ha incontrato finora Bersani.
Nel suo tour di propaganda, come sabato a Bari, il Cavaliere ha visto che c’è un ritorno di entusiasmo e partecipazione del suo elettorato allo spirito del 1994, quando fondò Forza Italia. E’ un momento magico, per Berlusconi, e il Cavaliere lo vorrebbe sfruttare al massimo.
E infatti lo sfrutta in due modi: da una parte minacciando Bersani di voler andare alle elezioni di nuovo, sapendo che in tal caso Bersani e il Pd potrebbero perdere, e Bersani essere spazzato via; a meno che il Pd non decidesse di candidare premier Renzi. Minacciando le elezioni, Berlusconi in realtà preme su Bersani per convincerlo a fare quello che il Cavaliere desidera. Ma Bersani finora ha resistito, perché sa che mezzo partito non vuole una alleanza con il Cavaliere. Veramente, Bersani si trova in una situazione curiosa: se fa l’accordo con il Cavaliere il Pd si spacca; se non fa l’accordo con il Cavaliere, il Pd si spacca lo stesso. Questa situazione difficile spiega molto le difficoltà di movimento di Bersani, e anche il suo comportamento politico tenuto in questi 45 giorni (dopo le elezioni).
L’altro modo in cui Berlusconi sfrutta la minaccia delle elezioni è quello di tenere il suo partito costantemente mobilitato, come un esercito pronto alla battaglia. E infatti si parla di eventuali votazioni a giugno o, al massimo, entro il 20 luglio: queste le date possibili che sono state studiate al Ministero dell’Interno (al quale spetta organizzare e indire le elezioni). Ma restano, queste ipotesi di voto a giugno-luglio, possibili ma altamente improbabili: l’Italia è in una situazione economica e sociale drammatica, e quindi elezioni in giugno-luglio sarebbero il segno di un disastro dalle conseguenze imprevedibili. E poi, tranne Berlusconi che ha interesse a volere le elezioni perché i sondaggi lo premiano, nessun altro partito le vuole: non il Pd, perché significherebbe mandar via Bersani, e mettere Renzi alla guida ; né Monti, che vede diminuire i consensi al suo partito Scelta Civica; né soprattutto Grillo, che vede molte contestazioni nei suoi elettori alla linea finora tenuta e rischia di non prendere gli stessi voti che ha preso alle elezioni di febbraio (infatti i sondaggi segnano un calo dei voti).
BERSANI:
Il segretario del PD mantiene la sua linea, e l’ha chiarita anche nell'incontro dei giorni scorsi con Berlusconi. La linea è questa: intanto separare la elezione del Presidente della Repubblica dalla questione governo; mentre Berlusconi, si sa, le vuole collegare.
Bersani ha cercato di impostare il discorso con Berlusconi cominciando dalla questione Quirinale: cerchiamo di trovare un nome che sia gradito a entrambi gli schieramenti. Scegliamolo da una lista o rosa di nomi. Ma qui è nato il primo ostacolo. Berlusconi ha chiesto: questa lista chi la prepara? Io, ha detto Bersani, io preparo una rosa di nomi e il Pdl ne sceglie uno di suo gradimento.
Su questo punto, Berlusconi ha cercato di resistere, ma poi ha detto: va bene, possiamo votare anche un nome di sinistra, purché non sia ostile a noi. (e si sa chi Berlusconi consideri ostile).
LA ROSA DI NOMI
Per la rosa di nomi, sta succedendo quello che succede nel romanzo giallo di Agatha Christie, ‘’I dieci piccoli indiani’’: in quel romanzo tutti e dieci vengono fatti fuori a uno a uno.
E così sta succedendo per i candidati alla Presidenza della Repubblica.
Anna Finocchiaro e Franco Marini sembrerebbero ormai eliminati, dopo l’attacco feroce e frontale sferrato da Renzi. La critica di Renzi, discutibile o no, è però coerente con le idee del sindaco di Firenze, che le espresse già al tempo delle primarie , specialmente l’idea della ‘’rottamazione’’, cioè del mettere da parte personaggi politici che abbiano ormai troppi anni di politica sulle spalle: Marini, infatti, per essere candidato alle politiche ha dovuto chiedere una deroga al partito, ed è stato peraltro bocciato dagli elettori; la Finocchiaro aveva chiesto anch’ella una deroga, l’aveva ottenuta ed è stata votata in Puglia, non in Sicilia, che è la sua terra.
Inoltre è stata attaccata - da Renzi - per una questione di immagine e di stile ( farsi accompagnare all’Ikea dalla scorta che trascina il carrello della spesa), che richiama privilegi di casta ( sappiamo quanto è forte la polemica contro la casta- così viene chiamata la categoria dei politici accusati di privilegi). La Finocchiaro è poi stata accusata anche dai giornali di avere il marito sotto processo per truffa alla Regione Sicilia. Come potrebbe essere eletta presidente della Repubblica una donna che ha il marito sotto processo?
La Finocchiaro ha reagito a Renzi con parole di fuoco (‘’sei un miserabile’’), ma con ciò anche auto-escludendosi dalla corsa per il Quirinale.
Marini e Finocchiaro, quindi, sarebbero out.
Anche se per Marini - ex presidente del Senato, ex sindacalista, cattolico - ma con nessuna esperienza internazionale (all'estero non lo conosce nessuno) premono i cattolici del Pd (Fioroni, l’ex segretario Franceschini). Ma a questo punto le chances di Marini sembrano diminuite, di molto.
Chi resta nella rosa che Bersani dovrebbe consegnare a Berlusconi?
Bersani potrebbe anche, per non scontentare una parte del suo partito, inserire anche i nomi di Finocchiaro e Marini ma agli ultimi posti; ma a quanto pare Bersani dovrebbe sottoporre al Cavaliere una rosa ristretta, tre nomi al massimo.
In quest’ultimo caso, in testa alla lista potrebbe esserci Giuliano Amato; poi D’Alema; terzo Prodi.
Attenzione: benché inviso a Berlusconi, Bersani non può cancellare dalla rosa il nome di Prodi, perché mezzo partito desidera il Professore bolognese; e sa anche che i grillini il voto a prodi lo potrebbero dare.
Quindi la rosa di Bersani potrebbe essere fatta secondo questo ragionamento: caro Berlusconi, io ti propongo dei nomi, in testa alla rosa ti metto i primi due che possono essere a te graditi: Amato e D’Alema (o Marini, ma vedo difficoltà); terzo Prodi.
Se vuoi scegliere uno di questi, lo votiamo insieme. Ma non mi chiedere niente per quanto riguarda il governo. Quella è un’altra partita.
A questo punto ci potrebbe essere la rottura finale: se Bersani non garantisce a Berlusconi che il governo col Pdl o ministri di area Pdl si fa, allora si sfascia tutto; in tal caso ci saranno ovvie conseguenze. La conseguenza più probabile sarà che il PD, Monti e i cinque stelle voteranno il nome di Prodi.
E sarà guerra totale.
Questo scenario è probabile ma lo potrebbe diventare ancora di più se oggi dalle Quirinarie del 5 Stelle dovesse uscire il nome di Prodi da votare al Quirinale.
Ieri il guru dei 5 stelle Casaleggio ha fatto un giochino politico abbastanza contorto ma anche chiaro: ha detto che Prodi non è la prima scelta, ma se dalle Quirinarie dovesse uscire il nome del Professore bolognese, i cinque stelle lo voteranno.
Se così fosse, Bersani sarebbe tentato da questa strada: far eleggere Prodi dal Pd e dai 5 stelle e poi sperare di fare un governo, con l’appoggio dei 5 stelle (e l’aiuto di Prodi, che, essendo stato eletto dai grillini, avrebbe forse più di Napolitano qualche carta in più per convincere Grillo a far nascere un governo Bersani).
Se questo e’ lo scenario, c’è da considerare anche un fenomeno: i franchi tiratori.
Quello dei ‘’franchi tiratori’’ è un fenomeno tipico della Prima Repubblica, e in molte elezioni del Presidente della Repubblica ha fatto sentire la sua presenza.
I franchi tiratori si chiamano così perché, nel segreto dell’urna, ‘’sparano’’ il loro voto senza essere scoperti (dato che il voto è segreto), e lo sparano in modo diverso da quello che ha deciso il loro partito.
E così negli anni 60, 70,80 e 90, nelle elezioni del Presidente della Repubblica, è successo che il maggior partito, la Democrazia Cristiana, proponeva il suo candidato ufficiale, che poi però non veniva votato da tutto il partito, perché molti deputati e senatori - appunto franchi tiratori - lo pugnalavano alle spalle nel voto.
Due esempi fra tutti: nel 1964 la Dc propose il suo candidato - Fanfani - ma i franchi tiratori non lo votarono, e fu scelto Saragat, un socialdemocratico.
Nel 1992 la Dc propose il suo segretario - Forlani - ma i franchi tiratori (amici di Andreotti) non lo votarono, e così alla fine fu scelto Scalfaro.
La storia rischia di ripetersi: il PD non ha un candidato unico, un candidato che sia voluto da tutto il partito.
Se viene scelto D’Alema, i franchi tiratori potrebbero comparire; se viene scelto Marini, i renziani non lo votano; se viene scelta la Finocchiaro, i renziani non la votano; se viene scelto Amato, mezzo PD potrebbe non votarlo.
Forse è proprio Prodi - padre fondatore dell’Ulivo, così si chiamava il centrosinistra degli anni ’90 - e quindi padre fondatore e padre nobile del PD - che potrebbe in qualche modo unire il PD anche se non tutto il PD Ed è voluto anche da Renzi. I grillini in fondo lo voterebbero (ci sono rapporti antichi tra Prodi e Grillo, che dal professore di Bologna prese lezioni di economia; eppoi si sa che Casaleggio è in buoni rapporti con Prodi).
Insomma, dal punto di vista del curriculum, e dell’immagine, Prodi resta la scelta più prestigiosa, e avrebbe tutte le carte in regola per essere eletto:
- è stato due volte premier,
- ha battuto due volte Berlusconi,
- è stato presidente della Commissione europea,
- è economista,
- è cattolico (si dice che dopo due presidenti laici - Ciampi, Napolitano - tocca a un cattolico),
- ha un prestigio internazionale,
- l’Onu gli ha dato un incarico per l’AFRICA,
- Ha guidato due governi ( nel 1996 e nel 2006, ma divisioni nel suo stesso centrosinistra lo hanno fatto cadere: una volta Bertinotti, un’altra Mastella e Veltroni); quindi si aspetta anche un certo risarcimento politico.
Un altro profilo ugualmente prestigioso è quello di Amato.
Studioso di economia e istituzioni, due volte premier, ha un grande prestigio internazionale. Fa parte della Trilateral e dell’Aspen – due centri di potere internazionali e trasversali - parla inglese fluentemente (così come Prodi).
Ma, a differenza di Prodi, ha un’arma in più e una in meno:
l’arma in più è che piace al Cavaliere. Amato è stato braccio destro di Craxi e a Berlusconi ha risolto molti problemi, che riguardavano le autorizzazioni per le sue televisioni.
L’arma in meno è che, a differenza di Prodi, è visto di più come personaggio della casta ( ha una pensione di 31 mila euro mensili); come un personaggio a caccia di incarichi; e soprattutto su di lui c’è l’ombra di Craxi , e questo non gli giova (non gli giova neanche il fatto che da Craxi Amato si distaccò in modo giudicato ingeneroso: non andò ai suoi funerali, né si è mai recato ad Hammamet, sulla tomba del segretario socialista al quale Amato, pur uomo di grandi qualità, deve tutta la sua carriera).
Quindi: potrebbe essere Amato il futuro presidente della Repubblica, in caso di accordo Bersani-Berlusconi;
potrebbe essere Prodi, in caso di rottura.
MA CI PUÒ ESSERE UN NOME A SORPRESA!
La rosa dei nomi a sorpresa comprende: una donna (e l’unica sarebbe Emma Bonino, radicale, amica di Pannella, in Parlamento da 37 anni, ma alle ultime elezioni non è stata eletta); su di lei però ci potrebbe essere un veto del Vaticano; un veto ovviamente non esplicito o ufficiale, ma un veto di fatto: i cattolici del PD o del Pdl potrebbero non votarla (i franchi tiratori, appunto).
Un altro nome potrebbe essere del PD ( D’Alema, su cui però il PD si potrebbe spaccare: ma un recente incontro tra D’Alema e Renzi farebbe pensare a un accordo strategico tra i due per far fuori Bersani: D’Alema al Quirinale e Renzi al governo);
oppure il professor Stefano Rodotà, politico-professore, ma non visto come uomo della casta. Studioso, è stato deputato del partito della sinistra, vicepresidente della Camera, Garante della Privacy. E’ molto ben visto dal movimento 5 stelle.
Se oggi uscisse dal sondaggio finale delle Quirinarie il nome di Rodotà, per Bersani sarebbe una bella tentazione: farlo votare anche dal PD per agganciare i grillini.
Ma torniamo al punto di partenza: Bersani è in grado di tenere unito tutto il PD su un nome? Difficile. Sembra il gioco dell’oca. Si torna al punto di partenza.
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martedì
Comunicato Stampa “Checco Durante Racconta Roma”
PRESENTAZIONE DI POESIE, NUMEROSE INEDITE, DEL GRANDE POETA ROMANO CHECCO DURANTE, PRESSO IL MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE.
Venerdì 19 aprile
Roma, Museo di Roma in Trastevere, Piazza di Sant'Egidio
Ore 17:30
Venerdì 19 aprile, in occasione dei 120 anni dalla nascita, Marketing Power, agenzia di marketing e comunicazione, in collaborazione con la Pro Loco di Roma, presenta una raccolta di poesie, numerose delle quali inedite, del grande storico, attore e poeta romano Checco Durante.L’intento della manifestazione è quello di rinnovare la memoria di un uomo che ha saputo raccontare un’epoca attraverso i suoi versi; interprete, sia sulla pagina che sul grande schermo della romanità più verace, quella dell’ironica noncuranza senza peli sulla lingua che da sempre contraddistingue gli abitanti di questa città. Durante la manifestazione, le poesie saranno recitate da famosi attori/doppiatori del cinema italiano, come Angelo Maggi e Francesco Prando, accompagnati da musica popolare romana, per favorire una moderna rappresentazione e riscoperta della Cultura di Roma.
Nel corso dell’evento verrà inoltre presentato un cofanetto contenente:
- Un libro con 68 composizioni, alcune delle quali rappresentano un tesoro “archeologico” della poesia romanesca, mai editate prima di oggi.
- Due CD audio con le stesse opere recitate e reinterpretate da grandi professionisti del mondo del doppiaggio e della recitazione.
Per l’alto valore culturale l’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio da parte dell’Assessorato alle Politiche Culturale e Centro Storico di Roma Capitale, di Zetema e dei Musei in Comune.
Per ulteriori informazioni contattare Serenella De Cristofaro allo 06.8992.8530 oppure ad info@prolocoroma.it .
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Aggiornamenti da: PMI !
Specifiche disponibili sul sito dell'Agenzia delle Entrate: i Comuni
devono trasmettere i dati sugli immobili iscritti in Catasto utili per
stabilire l'ammontare della TARES.
Per la Cassazione è valida la notifica delle cartelle di pagamento ad un
qualsiasi familiare anche non più convivente, a meno che il contribuente non
proceda ad una querela di falso.
In Microsoft Office 2013 torna la trasferibilità delle licenze su altri
computer e, in caso di guasti, anche con frequenza superiore rispetto ai 90
giorni canonici.
Risparmiare nei processi di stampa aziendale è possibile, purché vengano
selezionate soluzioni adeguate al proprio business: da HP la linea di stampanti
Officejet Pro.
Messagenet Talk per Android è la prima App di mobile VoIP basata su
WebRTC, il progetto che aggiunge al Web le comunicazioni in tempo reale.
Secondo la classifica mondiale del WEF, l’Italia è indietro in ambito
Information Technology, soprattutto per quanto concerne banda larga e pc:
scarsa la penetrazione delle tecnologie nel mercato del lavoro e in famiglia.
lunedì
Novità e Normativa per le PMI
Scoraggiate dalla Riforma del Lavoro le nuove Partite IVA di persone
fisiche, mentre aumentano quelle aperte da società di capitali, incentivate
dalle nuove Srl a un euro: l'Osservatorio 2013.
IMU e TARES sono le tasse che più spaventano imprese e cittadini italiani,
soprattutto per l’indeterminatezza su tempi e costi: ecco l'analisi degli
importi attesi per quest'anno.
Entro il 2015 l’Italia dovrà programmare nuove manovre correttive per
garantire il pareggio di bilancio, indipendentemente dalle prossime scelte
sull’IMU: Monti difende l’Italia dal rischio di contagio ma invoca strategie
sostenibili.
La BCE lancia l’allarme disoccupazione per l’Eurozona, che insieme alla
crisi del credito rendono la situazione delle PMI nella UE critica e senza
precedenti: servono riforme strutturali.
Da scaricare online il modello 730 editabile in PDF per la compilazione
via web: una volta stampato, il modulo può essere presentato con le consuete
modalità e scadenze 2013.
In occasione dello SMAU Business Padova, SAP presenta le proprie soluzioni
SAP Business One, per ottimizzare e gestire in modo efficace i processi
aziendali orientati al business.
Per facilitare la gestione aziendale dei Big Data, IBM presenta la sua
strategia nell’area della tecnologia Flash, che consente di migliorare le
velocità di accesso alle informazioni fino ai microsecondi.
domenica
La crisi si batte con la qualità, certificati Iso 9001 per oltre 83mila aziende
+1,5% anche nel 2012 - supporto di Cna, Confapi e Confartigianato.
Roma, apr. (Adnkronos/Labitalia) - Poco più di 83.000 aziende e quasi 128.000 siti produttivi (uffici, stabilimenti, ecc.) dispongono di certificati Iso 9001. Dopo il forte sviluppo registrato fino al 2006, il numero di imprese certificate continua a crescere: +1,5% anche nel 2012, nonostante le gravi difficoltà che il tessuto produttivo sta attraversando. E' quanto emerge da uno studio realizzato dal Censis e da Accredia, l'Ente unico nazionale di accreditamento, con il supporto di Cna, Confapi e Confartigianato, che ha analizzato un campione di oltre 800 aziende prevalentemente di piccole e medie dimensioni.
Il rapporto, 'La domanda di certificazione di qualità nel sistema d'impresa', è stato presentato oggi, a Roma, da Francesco Estrafallaces, responsabile del settore Economia del Censis, e discusso da Federico Grazioli, presidente di Accredia, Tommaso Campanile, responsabile del dipartimento Ambiente e Competitività della Cna, Vincenzo Elifani, vicepresidente di Confapi, Marco Granelli, vicepresidente di Confartigianato, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
La spesa delle imprese per la certificazione dei sistemi di gestione della qualità ammonta a 134 milioni di euro l'anno, pari all'1% degli investimenti complessivi in beni immateriali. Per pesare meglio il volume d'affari del settore è bene considerare, in aggiunta, anche i costi indiretti e gli investimenti che le imprese sostengono per arrivare al risultato della certificazione: dai costi per la consulenza a quelli per il personale specificatamente inquadrato per la gestione del sistema di qualità interno, agli investimenti necessari per migliorare i processi e le dotazioni infrastrutturali delle imprese. Si può stimare così che il giro d'affari complessivo si attesti attorno a un valore non inferiore a 500 milioni di euro l'anno.
Il mercato italiano della certificazione per la qualità viaggia ancora su cifre relativamente piccole, se si tiene conto del numero complessivo di aziende manifatturiere (500.000) e di imprese edili (813.000) da cui proviene la gran parte della domanda di certificati Iso 9001. Ma il potenziale di mercato è consistente, soprattutto se si considera il forte apprezzamento che le aziende esprimono nei confronti della certificazione.
La qualità resta una parola chiave delle produzioni made in Italy. Anzi, viene considerata come una delle principali leve strategiche per operare nella fase di crisi. Più della metà delle imprese studiate dispone di una certificazione Iso 9001 e pochi sono i casi in cui la certificazione viene considerata uno strumento scarsamente utile a garantire maggiore efficienza. Il 73% delle strutture certificate ritiene anzi che l'Iso 9001 contribuisce a migliorare le prestazioni dell'azienda e a risparmiare sui costi. E il 14% considera questo tipo di certificazione come una scelta strategica che ha permesso di compiere un vero salto di qualità. Solo l'8% non attribuisce nessuna utilità alla certificazione e appena il 5% la considera un appesantimento burocratico.
In particolare, ai primi posti tra gli obiettivi di crescita, le imprese artigiane hanno segnalato di voler investire nel breve periodo su due aspetti specifici: il rafforzamento del controllo sulla qualità del prodotto e del processo produttivo, e il potenziamento del controllo della qualità sui principali fornitori.
Tra le motivazioni principali che spingono un'impresa a certificare il proprio sistema di gestione della qualità ci sono: la forza attrattiva del 'marchio' Iso 9001, la richiesta dei principali clienti dell'impresa affinché questa operi secondo precisi standard di qualità, la possibilità di partecipare a gare d'appalto, l'identificazione della certificazione come uno strumento di razionalizzazione dell'organizzazione aziendale.
La grande maggioranza delle imprese dello studio (l'88%) ritiene che il mercato riconosce alla certificazione Iso 9001 un valore aggiunto, rendendo l'azienda più credibile agli occhi dei clienti. Quasi il 60% ha iniziato a certificarsi per l'Iso 9001 e successivamente ha proseguito con altre tipologie di certificazione. L'Iso 9001, che in Italia è la forma di certificazione più diffusa, si conferma quindi come un importante apripista che consente agli organismi di certificazione pratiche di cross selling (ovvero la vendita di più servizi) e capace soprattutto di diffondere una maggiore 'cultura della qualità' nel sistema produttivo.
Però, per quasi l'80% delle aziende certificate analizzate, oggi ottenere un certificato Iso 9001 è relativamente facile e sarebbero pertanto necessari criteri selettivi più stringenti. E il 70% dei capi azienda intervistati ritiene che con il tempo subentra una relativa disillusione nei confronti dell'efficacia della certificazione. Gli aspetti che possono rendere più attraente la certificazione di qualità agli occhi delle imprese sono: la possibilità che all'Iso 9001 siano connesse automaticamente consistenti semplificazioni di tipo amministrativo, il contenimento dei costi della certificazione, l'obbligatorietà della certificazione per la partecipazione ai bandi di gara, l'alleggerimento degli obblighi burocratici richiesti per ottenere la certificazione.
Se la crisi economica si protrae e le strutture produttive più piccole sono quelle che soffrono maggiormente, gli investimenti in qualità possono essere strumenti utili per contrastare il trend negativo e riorganizzare le leve della competitività. Migliori politiche di diffusione della certificazione Iso 9001 sono oggi necessarie agendo su tasti differenti: dal prezzo di offerta del servizio a una migliore interlocuzione tra le imprese e gli organismi di certificazione.
Quasi l'80% delle aziende studiate si aspetta che l'organismo di certificazione sia in grado di fornire indicazioni utili a eliminare eventuali carenze organizzative dell'impresa. E circa un terzo del campione si aspetta che il certificatore conosca con esattezza il settore e la filiera in cui si colloca l'azienda presso cui si effettuano le verifiche necessarie per il rilascio dell’Iso 9001.
Nonostante alcune debolezze che spingono a ripensare le strategie di diffusione e di interlocuzione con le imprese, l'Iso 9001 resta lo strumento principe per una maggiore affermazione della 'cultura della qualità' nel sistema produttivo nazionale e un mezzo per il rafforzamento delle imprese di piccole dimensioni. Elevate competenze e capacità di dialogo con l'azienda divengono pertanto le leve su cui gli organismi di certificazione dovrebbero agire, anche per cercare di tenere aperti spazi di mercato oggi difficili da gestire a causa della crisi.
Fonte: LiberoQuotidiano.it
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Il rapporto, 'La domanda di certificazione di qualità nel sistema d'impresa', è stato presentato oggi, a Roma, da Francesco Estrafallaces, responsabile del settore Economia del Censis, e discusso da Federico Grazioli, presidente di Accredia, Tommaso Campanile, responsabile del dipartimento Ambiente e Competitività della Cna, Vincenzo Elifani, vicepresidente di Confapi, Marco Granelli, vicepresidente di Confartigianato, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
La spesa delle imprese per la certificazione dei sistemi di gestione della qualità ammonta a 134 milioni di euro l'anno, pari all'1% degli investimenti complessivi in beni immateriali. Per pesare meglio il volume d'affari del settore è bene considerare, in aggiunta, anche i costi indiretti e gli investimenti che le imprese sostengono per arrivare al risultato della certificazione: dai costi per la consulenza a quelli per il personale specificatamente inquadrato per la gestione del sistema di qualità interno, agli investimenti necessari per migliorare i processi e le dotazioni infrastrutturali delle imprese. Si può stimare così che il giro d'affari complessivo si attesti attorno a un valore non inferiore a 500 milioni di euro l'anno.
Il mercato italiano della certificazione per la qualità viaggia ancora su cifre relativamente piccole, se si tiene conto del numero complessivo di aziende manifatturiere (500.000) e di imprese edili (813.000) da cui proviene la gran parte della domanda di certificati Iso 9001. Ma il potenziale di mercato è consistente, soprattutto se si considera il forte apprezzamento che le aziende esprimono nei confronti della certificazione.
La qualità resta una parola chiave delle produzioni made in Italy. Anzi, viene considerata come una delle principali leve strategiche per operare nella fase di crisi. Più della metà delle imprese studiate dispone di una certificazione Iso 9001 e pochi sono i casi in cui la certificazione viene considerata uno strumento scarsamente utile a garantire maggiore efficienza. Il 73% delle strutture certificate ritiene anzi che l'Iso 9001 contribuisce a migliorare le prestazioni dell'azienda e a risparmiare sui costi. E il 14% considera questo tipo di certificazione come una scelta strategica che ha permesso di compiere un vero salto di qualità. Solo l'8% non attribuisce nessuna utilità alla certificazione e appena il 5% la considera un appesantimento burocratico.
In particolare, ai primi posti tra gli obiettivi di crescita, le imprese artigiane hanno segnalato di voler investire nel breve periodo su due aspetti specifici: il rafforzamento del controllo sulla qualità del prodotto e del processo produttivo, e il potenziamento del controllo della qualità sui principali fornitori.
Tra le motivazioni principali che spingono un'impresa a certificare il proprio sistema di gestione della qualità ci sono: la forza attrattiva del 'marchio' Iso 9001, la richiesta dei principali clienti dell'impresa affinché questa operi secondo precisi standard di qualità, la possibilità di partecipare a gare d'appalto, l'identificazione della certificazione come uno strumento di razionalizzazione dell'organizzazione aziendale.
La grande maggioranza delle imprese dello studio (l'88%) ritiene che il mercato riconosce alla certificazione Iso 9001 un valore aggiunto, rendendo l'azienda più credibile agli occhi dei clienti. Quasi il 60% ha iniziato a certificarsi per l'Iso 9001 e successivamente ha proseguito con altre tipologie di certificazione. L'Iso 9001, che in Italia è la forma di certificazione più diffusa, si conferma quindi come un importante apripista che consente agli organismi di certificazione pratiche di cross selling (ovvero la vendita di più servizi) e capace soprattutto di diffondere una maggiore 'cultura della qualità' nel sistema produttivo.
Però, per quasi l'80% delle aziende certificate analizzate, oggi ottenere un certificato Iso 9001 è relativamente facile e sarebbero pertanto necessari criteri selettivi più stringenti. E il 70% dei capi azienda intervistati ritiene che con il tempo subentra una relativa disillusione nei confronti dell'efficacia della certificazione. Gli aspetti che possono rendere più attraente la certificazione di qualità agli occhi delle imprese sono: la possibilità che all'Iso 9001 siano connesse automaticamente consistenti semplificazioni di tipo amministrativo, il contenimento dei costi della certificazione, l'obbligatorietà della certificazione per la partecipazione ai bandi di gara, l'alleggerimento degli obblighi burocratici richiesti per ottenere la certificazione.
Se la crisi economica si protrae e le strutture produttive più piccole sono quelle che soffrono maggiormente, gli investimenti in qualità possono essere strumenti utili per contrastare il trend negativo e riorganizzare le leve della competitività. Migliori politiche di diffusione della certificazione Iso 9001 sono oggi necessarie agendo su tasti differenti: dal prezzo di offerta del servizio a una migliore interlocuzione tra le imprese e gli organismi di certificazione.
Quasi l'80% delle aziende studiate si aspetta che l'organismo di certificazione sia in grado di fornire indicazioni utili a eliminare eventuali carenze organizzative dell'impresa. E circa un terzo del campione si aspetta che il certificatore conosca con esattezza il settore e la filiera in cui si colloca l'azienda presso cui si effettuano le verifiche necessarie per il rilascio dell’Iso 9001.
Nonostante alcune debolezze che spingono a ripensare le strategie di diffusione e di interlocuzione con le imprese, l'Iso 9001 resta lo strumento principe per una maggiore affermazione della 'cultura della qualità' nel sistema produttivo nazionale e un mezzo per il rafforzamento delle imprese di piccole dimensioni. Elevate competenze e capacità di dialogo con l'azienda divengono pertanto le leve su cui gli organismi di certificazione dovrebbero agire, anche per cercare di tenere aperti spazi di mercato oggi difficili da gestire a causa della crisi.
Fonte: LiberoQuotidiano.it
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sabato
La grande truffa del Telethon il professor Testard denuncia
Un vecchio articolo da non dimenticare! Francia. Telethon, 30 ore di richieste di doni.
Sono 25 anni che questa "grande fiera" televisiva continua...
Ecco cosa ne pensa un ricercatore, uno specialista in biologia della riproduzione.
La grande escroquerie du Téléthon Le professeur Testard dénonce une "mystification"
di Olivier Bonnet.
"E 'scandaloso. Il Telethon raccoglie annualmente tanti euro quanto il bilancio di funzionamento di tutto l'Inserm. La gente pensa di donare soldi per la cura. Ma la terapia genica non è efficace. Se i donatori sapessero che il loro denaro, prima di tutto è utilizzato per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese, o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, cambierebbero di parere. Il professor Marc Peschanski, uno dei architetti di questa terapia genica, ha dichiarato che abbiamo intrapreso un strada sbagliata. Si stanno facendo progressi nella diagnosi, ma non per guarire. Inoltre, anche se progrediamo tecnicamente, noi non comprendiamo molto di più la complessità della vita. Poiché non possiamo guarire le malattie, sarebbe preferibile cercare di scoprirne l'origine, prima che si verifichino. Ciò consentirebbe l'assoluta comprensione dell'uomo, di una certa definizione di uomo". In un'intervista con Medicina-Douces.com.
Jacques Testard, è direttore di ricerca presso l'Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica (Inserm), specialista in biologia della riproduzione, "padre scientifico" del primo bebè-provetta francese, e autore di numerose pubblicazioni scientifiche che dimostrano il suo impegno per una "scienza contenuta entro i limiti della dignità umana".
Fonte: il Sole24ORE.BlogSpot
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Sono 25 anni che questa "grande fiera" televisiva continua...
Ecco cosa ne pensa un ricercatore, uno specialista in biologia della riproduzione.
Jacques Testard |
di Olivier Bonnet.
"E 'scandaloso. Il Telethon raccoglie annualmente tanti euro quanto il bilancio di funzionamento di tutto l'Inserm. La gente pensa di donare soldi per la cura. Ma la terapia genica non è efficace. Se i donatori sapessero che il loro denaro, prima di tutto è utilizzato per finanziare le pubblicazioni scientifiche, ma anche i brevetti di poche imprese, o per eliminare gli embrioni dai geni deficienti, cambierebbero di parere. Il professor Marc Peschanski, uno dei architetti di questa terapia genica, ha dichiarato che abbiamo intrapreso un strada sbagliata. Si stanno facendo progressi nella diagnosi, ma non per guarire. Inoltre, anche se progrediamo tecnicamente, noi non comprendiamo molto di più la complessità della vita. Poiché non possiamo guarire le malattie, sarebbe preferibile cercare di scoprirne l'origine, prima che si verifichino. Ciò consentirebbe l'assoluta comprensione dell'uomo, di una certa definizione di uomo". In un'intervista con Medicina-Douces.com.
Jacques Testard, è direttore di ricerca presso l'Istituto Nazionale della Sanità e della Ricerca Medica (Inserm), specialista in biologia della riproduzione, "padre scientifico" del primo bebè-provetta francese, e autore di numerose pubblicazioni scientifiche che dimostrano il suo impegno per una "scienza contenuta entro i limiti della dignità umana".
Fonte: il Sole24ORE.BlogSpot
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venerdì
ANDROID: NOKIA, MICROSOFT E ORACLE DENUNCIANO GOOGLE
Fonte: pc-facile - Android - Articolo Completo |
La Commissione è nel mezzo di un'inchiesta per determinare se le pratiche di Google nel campo del search siano scorrette o meno. FairSearch, i cui membri sono tutti in qualche modo concorrenti di Google, spera di aumentare la pressione sul gigante di Mountain View al momento in cui la Commissione dovrà prendere una decisione. Ricordiamoci che Google ha già dovuto implementare delle modifiche, richieste dalla Commissione Europea, a causa del consolidamento delle privacy policy.
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mercoledì
Finanziamenti e Incentivi a Roma e nel LAZIO !
Made in Italy: al via “Excellence in Rome”
Prende il via il progetto “Excellence in Rome", iniziativa finanziata dalla Camera di Commercio di Roma e promossa da Cna, Confcommercio, Confesercenti e Unindustria per migliorare l'offerta turistica della Capitale e rilanciare il Made in Italy. => Leggi: incentivi internazionalizzazione PMI romane Le...
Incentivi internazionalizzazione PMI romane
La Camera di Commercio di Roma sostiene i percorsi di internazionalizzazione delle imprese locali, finanziando gli investimenti volti a potenziare la competitività nei mercati esteri.=> Internazionalizzazione PMI: bando UE per i Cluster Il bando pubblicato dalla CCIAA della Capitale si basa su quattro linee di...
Tassa rifiuti: a Roma +53% in 5 anni
Per le imprese romane la tassa rifiuti ha subito un incremento record negli ultimi 5 anni, tanto da superare abbondantemente sia la media del Lazio sia quella nazionale, con un più 53%. => Rifiuti Roma: differenziata al 40% nel 2013 Una bolletta molto più che salata nonostante, proprio nella Capitale, la quota della raccolta...
Bando “Insieme per Vincere” per le PMI laziali
La Regione Lazio ha pubblicato il bando “Insieme per vincere”, destinato alle aggregazioni di imprese che presenteranno progetti volti a potenziare capacità innovativa, competitività e razionalizzazione dei costi. => Finanziamenti alle start-up innovative in Lazio Il bando prevede la concessione di contributi...
Credito agevolato alle PMI da Confartigianato Latina
Grazie a un accordo siglato tra Confartigianato Latina e Banca Artigiancassa/BNL, le imprese della Provincia potranno beneficiare di finanziamenti agevolati alle mirati a favorire liquidità e contrastare la crisi. => Imprenditori laziali occupano il Pantheon contro la crisi Un protocollo di...
CCIAA Roma: in crisi il 70% delle PMI
Un’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Roma mostra dati allarmanti per quanto riguarda la vitalità delle imprese locali: il 70% di queste è in piena crisi, stando ai dati diffusi dalla CCIAA inerenti il primo periodo del 2013. => Leggi perché le PMI chiedono prestiti per pagare IMU e altre tasse Secondo...
Apprendistato: incentivi alle PMI turistiche laziali
La Regione Lazio incentiva le assunzioni con contratto di apprendistato finanziando le PMI del settore turismo. => Leggi tutti gli incentivi per le assunzioni con apprendistato Il bando si rivolge infatti alle imprese del territorio disposte ad assumere apprendisti che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età al fine di ottenere la qualifica professionale di operatore della ristorazione e...
Start-up innovative: accordo FILAS- Roma Startup
Grazie all’accordo siglato tra Filas, Finanziaria Laziale di Sviluppo, e l’associazione Roma Startup, si aprono nuove vie per favorire lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali nella regione. => Start up innovative: Guida online di Infocamere Grazie agli interventi con Roma Startup si incentiveranno le...
Fotovoltaico: Roma è la città più solare d’Italia
Boom di impianti fotovoltaici nella Capitale, in cima alla classifica delle città italiane per diffusione di installazioni di impianti per la produzione di energia solare. => Green Economy: i nuovi bandi per le imprese Secondo la classifica diffusa dall’ufficio studi del Gruppo Ubisol, e stilata sui dati ufficiali...
Raccolta rifiuti Lazio: rischio paralisi per rinvio Tares
Sono venti i Comuni del Lazio a lanciare l’allarme in merito al rischio paralisi per la raccolta dei rifiuti locali, causata dal rinvio del primo versamento della Tares e, di conseguenza, al mancato pagamento del Consorzio Gaia per carenza di fondi. => Rifiuti Roma: differenziata al 40% nel 2013 Se i Comuni non pagano l’azienda...
La fregatura delle lampadine a basso consumo
By Edoardo Capuano - Fonte: ECplanet
La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo salvifico nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente.
Ci siamo già occupati del tema su Terra Nuova di gennaio, scatenando non poche perplessità. Adesso l'argomento viene affrontato anche da Aduc e riportato su Il Consapevole, attraverso la diffusione di ulteriori pubblicazioni scientifiche e di un appello lanciato da David Price, coordinatore della Spectrum Alliance, nell’ambito della più vasta campagna di sensibilizzazione in Europa sulle conseguenze sulla salute originate dall'uso di questo genere di illuminazione.
Sono messe al bando in tutta l'Unione Europea le lampadine a incandescenza per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?
Le lampadine fluorescenti compatte -LFC- (note come lampadine a basso consumo energetico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all'illuminazione a basso consumo.
Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell'articolo pubblicato su Il consapevole e la rivista Icaro.
Radiazioni Elettromagnetiche.
Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza. Il centro indipendente di ricerche francese CRIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all'interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l'abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall'American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro. L’effetto dannoso dell'elettricità sporca e stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas.
Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch'esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.
Mercurio.
Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.
Radiazioni-UV.
Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. È ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle.
La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico. Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole.
La protezione supplementare del doppio guscio sulle LFC può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma fintantoché saranno vendute LFC senza doppia protezione, le razioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.
Ulteriori problemi.
Altri problemi correlati all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce - che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione - e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.
Cosa fare?
Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l'illuminazione a led, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incandescenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole. Se poi volete seriamente risparmiare energia cominciamo dall'isolare bene le abitazioni, l'illuminazione per le nostre case assorbe appena il 15 per cento dei consumi energetici. Per ridurre le emissioni è sicuramente prioritario risparmiare sull'energia necessaria al riscaldamento e raffrescamento degli edifici.
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La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo salvifico nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente.
Ci siamo già occupati del tema su Terra Nuova di gennaio, scatenando non poche perplessità. Adesso l'argomento viene affrontato anche da Aduc e riportato su Il Consapevole, attraverso la diffusione di ulteriori pubblicazioni scientifiche e di un appello lanciato da David Price, coordinatore della Spectrum Alliance, nell’ambito della più vasta campagna di sensibilizzazione in Europa sulle conseguenze sulla salute originate dall'uso di questo genere di illuminazione.
Sono messe al bando in tutta l'Unione Europea le lampadine a incandescenza per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?
Le lampadine fluorescenti compatte -LFC- (note come lampadine a basso consumo energetico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all'illuminazione a basso consumo.
Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell'articolo pubblicato su Il consapevole e la rivista Icaro.
Radiazioni Elettromagnetiche.
Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza. Il centro indipendente di ricerche francese CRIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all'interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l'abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall'American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro. L’effetto dannoso dell'elettricità sporca e stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas.
Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch'esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.
Mercurio.
Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.
Radiazioni-UV.
Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. È ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle.
La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico. Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole.
La protezione supplementare del doppio guscio sulle LFC può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma fintantoché saranno vendute LFC senza doppia protezione, le razioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.
Ulteriori problemi.
Altri problemi correlati all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce - che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione - e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.
Cosa fare?
Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l'illuminazione a led, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incandescenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole. Se poi volete seriamente risparmiare energia cominciamo dall'isolare bene le abitazioni, l'illuminazione per le nostre case assorbe appena il 15 per cento dei consumi energetici. Per ridurre le emissioni è sicuramente prioritario risparmiare sull'energia necessaria al riscaldamento e raffrescamento degli edifici.
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