giovedì

IL VINO DI ROMA - 3000 anni di storia, tradizioni e cultura.

Domus Talenti, via delle Quattro Fontane, 113 - Roma

17 dicembre 2009 – 10 gennaio 2010

L’inestimabile fortuna del vino di Roma è determinata da fattori territoriali e climatici ed ha una sua storia: si incentra nelle Colline Romane, ha punti di forza nella zona del “Cesanese” e del litorale Nord, nella zona di Cerveteri. Da queste parti il vino e la lavorazione dell’uva hanno radici anti­che: già tremila anni fa le città e le corti più pre­stigiose del mondo erano inondate dal nostro vino, in particolare quello di Frascati abbondava sulle tavole più ricercate della nobiltà romana, ostentando una certa rivalità nei confronti dei vini francesi. Ideata dal Comune di Roma, in collaborazione con il Sistema Colline Romane, l’esposizione Il vino di Roma – 3000 anni di storia, tradizioni e cultura vuole sostenere questa grande vocazione produttiva, esaltando gli aspetti qualitativi del prodotto odierno, quale frutto di un patrimonio di esperienze millenarie e fattore fortemente caratterizzante ed identificativo del territorio e della sua offerta.

L’inaugurazione è pre­vista per giovedì 17 dicembre alle ore 19.00 alla Domus Talenti di Roma, in via delle Quattro Fontane 113, dove la mostra resterà aperta ad ingresso libero fino alla cerimonia di chiusura di domenica 10 gennaio 2010. Un percorso articolato in quattro periodi storici attraverso reperti archeologici, testimonianze letterarie, ricostruzioni d’epoca, pannelli, elementi multimediali, per far conoscere un territorio ed il suo prodotto più celebre: il vino nell’epoca pre­romana e romana, il vino delle abbazie e dei monasteri, il vino dei principi, la viticoltura moderna e i vini del III millennio. Il 22 e il 29 dicembre e il 10 gennaio sono pre­viste degustazioni gratuite per permettere ai visitatori di assaporare il vino di Roma.

“Il vino di Roma può rappresentare un grande biglietto da visita per la nostra città - ha detto Pietro Di Paolo, delegato del sindaco di Roma alle Politiche agricole, durante la conferenza stampa di pre­sentazione, stamani in Campidoglio - è neces­sario lavorare su due direttrici: l’eccellenza e la promozione del marchio. Occorre quindi ripartire da una tradizione, quella del vino, per conquistare ampie e nuove fette di mercato”.

IL VINO DI ROMA - 3000 anni di storia, tradizioni e cultura
Domus Talenti, via delle Quattro Fontane, 113 - Roma
17 dicembre 2009 - 10 gennaio 2010
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 - 24 e 31 dicembre fino alle ore 15.00
Chiuso 25 e 26 dicembre, 1 gennaio

mercoledì

Giustizia. Qualcosa per cui crederci.... grazie

Editoriale di Vincenzo Donvito 16 dicembre 2009 8:27

Uno dei cavalli di battaglia del Governo in carica e' la riforma della Giustizia. Governo e opposizione si stanno accapigliano per arrivare, al momento, a nulla. Proposte anche giuste, come in teoria e' il processo breve, sono impantanate negli equilibri della politica e nella -chiamiamola cosi'...- dialettica governo/opposizione.
L'ormai mitico “ad personam”, riferito ai vantaggi che da queste riforme ne trarrebbe il presidente del Consiglio dei ministri, e' visto come un ostacolo a qualunque proposta, mentre -sempre in teoria- se una singola persona ne trae vantaggio perche' poi il vantaggio sia diffuso, perche' non accettare queste leggi?
Il cosiddetto lodo Alfano, bocciato dalla Corte Costituzionale, e' diventato occasione, per buona parte degli esponenti della maggioranza, per indicare la medesima Corte come un ricettacolo di cospiratori che vorrebbe far fuori Silvio Berlusconi in particolare e, piu' in generale, la fedele compagine governativa. Una Corte che, alcuni degli stessi attuali difensori, in altre occasioni a loro sgradite, non hanno avuto remore ad apostrofare negativamente. Fino a Marco Pannella che -ieri come oggi, quindi sempre coerente- non ha mai smesso di definire la Corte come “cupola della mafiosita' partitocratica”... e non credo che qualcuno possa apostrofare il leader radicale come eversivo di destra o di sinistra.
Un terreno, quello della Giustizia, minato, difficile e, senza il dovuto senso dello Stato, facilmente strumentalizzabile.
Quando il presidente Berlusconi tuona contro i giudici e il loro potere, a parte i “politici” che sembrano solo ragionare con l'occhio alla propria fazione (con rare eccezioni come sopra), il cittadino cosiddetto comune non e' in grado di giudicare se non ha fatto una qualche esperienza nelle aule di tribunale. E chiunque lo abbia fatto ne parla male, a livelli drammatici.

I CONTENUTI DELLA NUOVA LEGGE TUTELA DO E IG

Il nuovo decreto legislativo su «Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini» modifica la legge 164 del 1992 in particolare - come si legge nella premessa - «per adeguarla alle profonde innovazioni apportate dalla nuova Ocm vino», ma anche «per tenere conto delle attuali esigenze degli operatori e delle nuove sfide dei mercati».
In particolare, il nuovo decreto legislativo mira ai seguenti obiettivi: preservare e promuovere l'elevato livello qualitativo e di riconoscibilità dei vini a denominazione di origine e di indicazione geografica; ridefinire il ruolo del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini (che sarà anche pressoché dimezzato nei suoi componenti, passando da 40 a 18); assicurare strumenti per la trasparenza del settore vitivinicolo e la tutela dei consumatori e delle imprese rispetto ai fenomeni di contraffazione, usurpazione e imitazione; perseguire il massimo coordinamento amministrativo tra il ministero delle politiche agricole e le regioni; individuare le sedi amministrative e gli strumenti di semplificazione amministrativa in ordine agli adempimenti procedurali a carico dei produttori vitivinicoli, con la novità annunciata dal ministro Zaia dello Sportello unico; rivedere il sistema dei controlli e sanzionatorio. In particolare, i controlli saranno affidati ad Enti terzi e non più agli stessi Consorzi.
Le novità principali sono negli articoli 3, 12, 13 e 14.
L'articolo tre (classificazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche) sottolinea che, pur nel rispetto delle indicazioni comunitarie, si è salvaguardato il sistema piramidale di classificazione della legge 164/1992 e pertanto viene ribadito che le menzioni specifiche tradizionali italiane 'Denominazione di Origine controllata e garantita' (Docg), 'Denominazione di origine controllata' (Doc) e 'Indicazione geografica tipica' (Igt) costituiscono il fulcro della corrispondente classificazione italiana.
L'articolo 12 (Schedario viticolo) introduce una sostanziale semplificazione degli adempimenti procedurali a carico dei produttori attraverso la sostituzione degli strumenti attualmente gestiti dalle Regioni (Albo vigneti Do-elenco vigne Igt) con l'unico strumento dello Schedario viticolo comunque gestiti dalle Regioni.
Nell'articolo 13 (Controlli e vigilanza) si dispone che il controllo delle denominazioni protette e indicazioni geografiche viene affidato per la totalità delle sue fasi ad un unico soggetto, individuato dai produttori della Do e/o Ig e che sarà l'unico titolato all'attività di controllo.
L'articolo 14 (modalità di rivendicazione delle produzioni, riclassificazione, declassamenti) prevede infine un'unica denuncia di produzione annuale che annulla l'attuale decuplicazione della denuncia delle uve Do e Igt alle competenti Camere di Commercio.

lunedì

ROMA ANTICA PER 20 SESTERZI AL GIORNO

Un genere di teatro di strada molto apprezzato dagli intenditori è l'usanza di trascinare qualcuno in tribunale. Secondo il sistema romano fai-da-te di applicazione delle leggi, una volta fissato un appuntamento con il magistrato, la parte lesa deve assicurarsi che l'imputato si presenti davanti al giudice. Ovviamente, più debole è la tesi difensiva dell'imputato, più riluttante egli sarà a comparire in giudizio.

Per fare pressione sul convenuto, l'attore potrà ingaggiare uno specialista, che si siederà sotto la finestra dell'imputato, o sulla strada fuori dalla sua porta, e gli ululerà insulti e imprecazioni ben studiati, per la delizia dei passanti e la mortificazione della vittima. Qualora l'oggetto di tali attenzioni dovesse mettere il naso fuori dalla porta, verrà inseguito lungo la strada dal suo persecutore, che informerà a gran voce tutti quanti della villania dell'accusato, e del suo vigliacco rifiuto di difendersi davanti al giudice. Un accusato fermamente determinato pagherà diversi "infamatori" perché si diano il cambio e, tempo qualche notte insonne, anche i vicini inizieranno a fare pressioni.

Poiché la reputazione personale (la dignitas) ha un'enorme importanza per un Romano, è raro trovare un cittadino che riesca a tollerare a lungo simili trattamenti, specie se si considera che, più tarda a comparire in tribunale, più tutti si convinceranno che è colpevole, e lo tratteranno di conseguenza.

[Garzanti, Milano 2009, pagine 87-88-89]

Aggressione al Presidente Silvio Berlusconi

Care opposizioni oggi potete gioire, a forza di seminare odio avete scatenato la violenza; complimenti, spero che gli ITALIANI VERI Vi giudichino alle prossime elezioni.
Forza Presidente ed Auguri di pronta guarigione.

venerdì

Luka Karletto ha inviato un messaggio ai membri di Processo Eternit.

Grazie, grazie a tutti.

Oggi il processo è cominciato e l'attenzione di molti mass media era su Torino ed il dramma dell'amianto, grazie a tutto ciò ho visto al tg3 un bel servizio sul problema amianto nel Lazio, a dimostrare che il problema coinvolge tutti noi.
La la battaglia è solo all'inizio, spenti i riflettori arriveranno anche momenti difficili, ma grazie a tutti voi che vi siete iscritti a questo gruppo un primo risultato l'abbiamo portato a casa, veicolare ancor di più quella che la nostra parola d'ordine: GIUSTIZIA!
Sarà dura, ma con tutti voi vicini lo sarà un pò di meno.
Grazie ancora non lasciateci, o meglio, non lasciamoci soli.

http://www.studioservice.com/

giovedì

Eternit, apre il processo. Pullman da tutta Europa, pool legale internazionale per le parti civili.

Pubblicato da Marilena De Giorgio alle 09:00 in Cronaca

Sono attesi dieci pullman da Casale Monferrato ed altri da Rubiera, Cavagnolo e Bagnoli, altri da Francia, Svizzera e Belgio, uno da Milano, uno da Roma e uno da Ravenna. L'apertura del processo contro la Eternit, stamattina, presso il Palazzo di Giustizia, racchiude le speranze di 2.889 persone offese nella salute e anche delle centinaia di morti per infortunio nel nostro paese.
Ce lo diceva, ieri, Mirko Pusceddu della onlus Legami d'Acciaio - ex lavoratori e familiari vittime ThyssenKrupp di Torino, onlus che fa parte della Rete Nazionale per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro che oggi manifesta, a Torino, per tutte le vittime del lavoro.
Qualche giorno fa, furono 250 rose bianche deposte davanti all'ingresso della fabbrica dei morti - com'è chiamata - a ricordare chi non c'è più. Oggi, per l'apertura del processo, l'eco internazionale della vicenda travalica i confini nazionali, nela causa più grande mai celebrata dal Tribunale di Torino.
L'attività consueta del Palagiustizia rallenta il suo ritmo per affrontare l'emergenza del caso che potete ricostruire dai nostri precedenti post e, in parte, anche qui. La rete, come sempre più spesso accade, unisce. C'è un gruppo su Facebook dedicato al Processo Eternit, su Ning, su Youtube.
Nello screenshot in apertura, trovate l'organizzazione delle aule (da LaStampa.it) in Tribunale; il pubblico avrà a disposizione l'auditorium del palazzo della Provincia e potrà seguire il processo in video. ''E' l'occasione decisiva per cercare di ottenere la verita''', ha detto Bruno Pesce, coordinatore della Vertenza Amianto.
Romana Blasotti Pavesi, 80 anni compiuti, presidente dell'associazione che riunisce i familiari delle vittime della polvere killer, in un'intervista a Repubblica, ieri, ha dichiarato di volere solo giustizia. Ha perso il marito, nel 1982. Poi una sorella, una cugina, un nipote. E l'adorata figlia, per ultima, nel 2004.
Il processo dei numeri record vedrà un pool legale internazionale per le parti civili. Otto avvocati di cinque nazionalità difenderanno i familiari delle vittime che chiederanno un risarcimento agli imputati.
E' la prima volta che accade in Europa, in una causa per danni legati alla sicurezza e all'ambiente. Il processo dei record abbia inizio. E trovi la giusta fine.

martedì

Carlo De Benedetti ha deciso di portare in giudizio il Giornale

Lo scrive Alessandro Sallusti in prima pagina:
Carlo De Benedetti ha deciso di portare in giudizio il Giornale, con una causa civile esattamente come aveva fatto Silvio Berlusconi con la creatura dell’ingegnere, La Repubblica:
“Ieri l’editore ha querelato me e il Giornale: causa civile, come quella intrapresa dal Cavaliere all’inizio della rivolta. All’ingegnere non è andato giù che gli abbiamo ricordato che fu arrestato per tangenti e condannato per falso in bilancio. Non ha gradito che abbiamo sottolineato che il suo giornale stia trasformando in eroe il pentito Gaspare Spatuzza (quaranta omidici e sei stragi sulle spalle) pur di infangare questo governo. O forse non voleva che si sapesse di quella tessera numero uno del PD che spiega tante cose“.

giovedì

eGovernment: la Posta Elettronica Certificata è ormai un obbligo.

La PEC (Posta Elettronica Certificata) è ormai un obbligo per tutti i professionisti italiani. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Vidoni, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta ha ricordato che dal 29 novembre è infatti scaduto il termine entro il quale i professionisti avrebbero dovuto comunicare ai propri Ordini e collegi il loro indirizzo di Posta Elettronica Certificata (ex comma 7 dell’art.16 della Legge n.2/2009).
L'obiettivo della PEC è quello di semplificare i rapporti fra i professionisti e la Pubblica Amministrazione , riducendo tempi e costi delle comunicazioni. In particolare la PEC permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata con avviso di ricevimento. Grazie ad essa i professionisti possono gestire le comunicazioni ufficiali con gli Enti di Previdenza e, in generale, con la Pubblica Amministrazione centrale (indagini finanziarie con il Fisco, concorsi, ecc.) e con le Pubbliche Amministrazioni locali; inviare e ricevere contratti e fatture; sostituire le raccomandate A/R e tutti quei documenti che possono essere utilizzati in via legale (es. lettere di sollecito crediti, lettere di diffida, ecc.).
I circa due milioni di professionisti italiani che utilizzano la PEC sono gli apripista di questa iniziativa di informatizzazione e di digitalizzazione rivoluzionaria del Ministro Brunetta che già nei prossimi mesi sarà estesa anche a tutti i cittadini. A partire dal 2010 questo strumento verrà infatti utilizzato gratuitamente dalle nuove imprese, dai cittadini che ne faranno richiesta per dialogare con la Pubblica Amministrazione nonché dalle stesse Pubbliche Amministrazioni (che attiveranno una casella PEC per ogni registro).
Al fine di supportare i professionisti, i cittadini, le imprese e le Pubbliche Amministrazioni, il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione ha anche attivato il numero verde 800.254.009 per risolvere dubbi e chiarimenti sugli obblighi, sulle caratteristiche e sulle funzionalità della PEC. Il servizio è svolto da Linea Amica, il contact center della P.A. gestito dal Formez.

lunedì

RESPONSABILITÀ DEL DELEGATO ALLA SICUREZZA SUL LAVORO

CASSAZIONE PENALE:
RESPONSABILITÀ DEL DELEGATO ALLA SICUREZZA SUL LAVORO
Interessante pronuncia della Cassazione in materia di infortuni sul lavoro, nel caso di specie si tratta di un incidente occorso ad un lavoratore il quale - incaricato di eseguire la pulizia e la smerigliatura di una ringhiera - veniva attinto da una scheggia di ruggine penetratagli in un occhio, in quanto non era stato munito di occhiali idonei a proteggere gli occhi da schegge e materiali dannosi e non aveva ricevuto una adeguata informazione sui pericoli connessi allo svolgimento della propria attività lavorativa. La Cassazione ha confermato la pronuncia della Corte d'appello che a propria volta aveva confermato la condanna comminata dal Tribunale al dirigente comunale delegato dal Sindaco.
In particolare, la Cassazione, rispetto al motivo di ricorso secondo cui la delega conferita dal Sindaco pro tempore in materia di infortunistica e sicurezza sul lavoro non poteva ritenersi "pienamente valida e produttiva di effetti giuridici", perché non accompagnata dall'effettiva assegnazione, da parte del delegante, dei fondi necessari per l'espletamento delle funzioni delegate, ha affermato che: "Se anche fossero vere le circostanze dedotte nell'atto di gravame, non per questo verrebbe meno la responsabilità del delegato, poiché l'invalidità della delega in base al principio di effettività impedisce che il delegante possa essere esonerato da responsabilità ma non esclude la responsabilità del delegato che, di fatto, abbia svolto le funzioni delegate".
La Cassazione ha infatti ribadito che "Il delegato che ritenga di non essere posto in grado di svolgere le funzioni delegate (ovvero non si ritenga in grado di svolgere adeguatamente quelle funzioni) deve chiedere al delegante di porlo in grado di svolgerle e, in caso di rifiuto o mancato adempimento, rifiutare il conferimento della delega".

(Corte di Cassazione - Terza Sezione Penale, Sentenza 20 novembre 2009, n.44890:
Responsabilità del delegato alla sicurezza).

venerdì

“Business alla velocità della fiducia” Un Evento Storico !

Per la prima in Italia Stephen M.R. Covey, viene a illustrare il suo straordinario modello. Imprenditore, oratore e consulente in materia di Fiducia, Leadership ed Eccellenza nella Performance, autore del libro “La sfida della fiducia”, edito in Italia dalla Franco Angeli.

Covey ha creato un “modello” rivoluzionario di lavoro e azione che permette alle imprese di ridurre i costi e aumentare i risultati, sviluppando la fiducia interna e verso il mercato. In pochi anni è diventato uno dei punti di riferimento del management mondiale.

“Business alla velocità della fiducia” è un evento storico e si terrà l’ 11 e 12 dicembre 2009, a Roma.

L’evento è organizzato dalla Max Formisano Training ed è aperto a solo poche centinaia di persone, vi parteciperanno professionisti e responsabili aziendali oltre che i consulenti della crescita personale e professionale in Italia.

Per ogni Informazione potete collegarVi QUI'

giovedì

Si prega di attivare il Cervello prima di leggere !

LA LETTERA DEL CAPO INDIANO
La lettera sottostante è stata scritta dal Capo Indiano di Seattle nel 1854, in risposta all’offerta fattagli dal “Capo Bianco” a Washington di comprare la loro terra.
Negli ultimi anni la Natura ci ha mandato ogni tipo di messaggio (lo tsunami, l’uragano Rita, l’uragano Katrina, ecc.) per allarmarci e metterci all’erta sugli effetti collaterali della nostra incuria.
“Come si può comprare o vendere il cielo? L’idea suona strana per noi.

Se non possediamo la freschezza dell’aria e l’effervescenza dell’acqua, come possiamo comprarle?
Ogni parte della terra è sacra, per la mia gente. Ogni splendente ago di pino, ogni spiaggia sabbiosa, la foschia nei boschi oscuri, ogni insetto che ronza è sacro nella memoria e nell’esperienza della mia gente. La linfa che scorre negli alberi porta le memorie dei pellerossa.
L’uomo bianco, dimentica il paese della sua nascita quando muore e va a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai la nostra bellissima terra, perché è la madre dei pellerossa. Siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cervo, il cavallo, la grande aquila; questi sono nostri fratelli. Le creste rocciose, l’erba nei prati, il calore del corpo del pony, e l’uomo - tutti appartengono alla stessa famiglia.
Così, quando il Grande Capo di Washington dice che desidera comprare la nostra terra, sta chiedendo molto da noi. Il Grande Capo dà la sua parola che ci riserverà un posto in modo che potremo vivere comodamente tra di noi. Lui sarà il nostro padre e noi saremo i suoi figli. Noi considereremo la sua offerta di acquisto della nostra terra. Ma non sarà facile. Perché questa terra per noi è sacra.
Questa acqua splendente si muove nei rivoli e nei torrenti che non sono semplicemente acqua, ma il sangue dei nostri antenati. Se vendiamo a voi la terra, dovrete ricordare che è sacra, e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni riflesso nelle acque chiare dei laghi racconta di eventi e memorie nella vita della mia gente. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre di mio padre.
I fiumi sono i nostri fratelli, essi placano la nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e sfamano i nostri figli. Se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare, e insegnare ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri fratelli, e anche i vostri, e dovete quindi concedere loro la gentilezza che concedereste ad un fratello.
Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri modi. Una porzione di terra è la stessa di quella successiva, perché egli è uno straniero che arriva durante la notte e prende dalla terra qualsiasi cosa egli abbia bisogno.
La terra non è sua sorella ma il suo nemico, e quando l’ha conquistata, l’uomo bianco passa oltre. Egli lascia dietro di sé la tomba del proprio padre, e non gli interessa altro.
Egli rapisce la terra dai suoi figli. La tomba del padre e i diritti di nascita dei propri figli sono dimenticati. Tratta sua madre, la Terra e suo fratello, il Cielo, come oggetti che può comprare, saccheggiare, vendere come pecore o perle.
Il suo appetito divorerà la terra e lascerà solo il deserto dietro di sé.
Io non lo so. I nostri modi sono differenti dai vostri. La vista delle vostre città fa male agli occhi del pellerossa. Ma forse il pellerossa è un selvaggio e non comprende.
Non c’è un posto calmo nella città dell’uomo bianco. Non c’è un posto per ascoltare le foglie crescere durante la primavera o per ascoltare il frusciare delle ali di un insetto. Ma forse è perché io sono selvaggio e non comprendo. La confusione sembra soltanto un insulto per le orecchie. E cosa c’è di vivo se un uomo non riesce a sentire il canto solitario di una cicala o le discussioni delle rane attorno al loro stagno nella notte? Ma sono un pellerossa e non comprendo. L’indiano preferisce il suono debole del vento che si agita sulla superficie dello stagno e l’odore del vento stesso, pulito da una pioggia di metà giornata o profumato dall’essenza dei pini.
L’aria è preziosa per i pellerossa, perchè tutte le cose condividono lo stesso respiro - la bestia, l’albero, l’uomo, tutti loro condividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non sembra notare l’aria che respira. Come un uomo morente da vari giorni, è intorpidito dalla puzza. Ma se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare che l’aria è preziosa per noi, che l’aria condivide il suo spirito con tutta la vita che supporta. Il vento che diede a nostro nonno il suo primo respiro riceve anche il suo ultimo sospiro. E se vendiamo a voi la nostra terra, la dovrete tenere da conto e considerare sacra come il posto dove ogni uomo può gustare l’odore del vento addolcito dai fiori di prato.
Considereremo quindi la vostra offerta di comprare la nostra terra, e se decideremo di accettare, dobbiamo porvi una condizione. L’uomo bianco deve trattare le bestie di questa terra come suoi fratelli.
Sono un selvaggio e non comprendo nessun altro modo. Ho visto un migliaio di bufali putrefatti nella prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli ha sparato da un treno in corsa. Sono un selvaggio e non comprendo come il cavallo fumante d’acciaio possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per sopravvivere. Cosa è l’uomo senza le bestie? Se tutte le bestie non ci fossero più, l’uomo morirebbe dalla grande solitudine del suo spirito. Perché qualsiasi cosa succede ad una bestia, molto presto accade all’uomo. Tutte le cose sono connesse.
Voi dovete insegnare ai vostri figli che il suolo sotto i loro piedi è fatto dalla cenere dei nostri nonni. In modo che essi rispettino la terra.
Dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite dei nostri amici e parenti. Insegnate ai vostri figli quello che abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra Madre. Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. Se l’uomo sputa in terra, sputa su se stesso.
Questo è ciò che conosciamo. La terra non sembra appartenere all’uomo. E’ l’uomo che appartiene alla terra. Questo è ciò che sappiamo. Tutte le cose sono connesse come il sangue che unisce una famiglia.
Tutte le cose sono connesse.
Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. L’uomo non tesse la tela della vita. E’ solo un filo di essa. Qualsiasi cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui come fossero amici, non può esentarsi dal destino comune.
Potremmo essere fratelli, dopo tutto dovremmo vedere. Una cosa sappiamo, che l’uomo bianco potrebbe un giorno scoprire che il nostro Dio è lo stesso Dio.
Potreste pensare ora che tu possiedi Lui così come vuoi possedere la nostra terra. Ma non puoi. Egli è il Dio dell’uomo, e la Sua compassione è uguale per il pellerossa e per il bianco. Questa terra è preziosa anche per Lui. E danneggiare la terra vuol dire ammucchiare disprezzo per il suo Creatore. Anche i bianchi non ci saranno più, forse accadrà prima a loro che ad altre tribù. Contaminate i vostri letti e una notte soffocherete nei vostri rifiuti.
Ma nella vostra morte brillerete lucenti, infuocati dalla forza del Dio che vi ha portati su questa terra e per qualche scopo speciale via ha dato dominio sulla terra e sui pellerossa. Questo destino è un mistero per noi, perché non comprendiamo… quando il bufalo selvaggio sarà massacrato, i cavalli selvaggi addomesticati, gli angoli segreti della foresta violati e la vista delle colline rovinata dai cavi parlanti, cosa resterà? Sarà la fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.

Ma siamo selvaggi.. e non comprendiamo.


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Amo quel Dio che ha creato gli Uomini e non quel Dio che gli Uomini hanno creato.

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domenica

UNA BELLISSIMA LETTERA DI UN GIOVANE RAGAZZO CALABRESE

RICEVO E PUBBLICO UNA BELLISSIMA LETTERA DI UN GIOVANE RAGAZZO CALABRESE
Lorenzo Conti 20 novembre alle ore 23.13
ANDREA BRUNI è un giovane ragazzo di Aiello Calabro che si è impegnato per migliorare la nostra amatissima Italia.
Pubblico questa lettera, non perchè parla di me, ma per gli alti valori morali espressi e per i valori manifestati.
AIELLO CALABRO – sembra che il Sindaco Iacucci non abbia compreso il senso della denuncia del dott. Lorenzo Conti.
È ovvio che il problema di fondo non è se o meno il Comune di Aiello Calabro abbia acquistato con soldi pubblici i libri di Barbara Balzerani.
Tuttavia, anche se come dichiara in una nota il nostro Sindaco, il comune di Aiello Calabro non ha acquistato libri dalla terrorista, è innegabile che la nostra amministrazione ha fornito alla stessa la piazza, il mercato ed ha sponsorizzato il libro attraverso manifesti, che a mio parere è ancora più grave.
Il problema di fondo, che il Sindaco di Aiello Calabro ha sorvolato con astuzia politica, è se è corretto o meno da un punto di vista etico - morale che le istituzioni “celebrino” i protagonisti del terrorismo brigatista. Mi sarei aspettato dal nostro primo cittadino, che si definisce “uomo di Stato e delle Istituzioni”, un riconoscimento amministrativo all’amico Lorenzo Conti, figlio di un Sindaco che può essere considerato un eroe positivo, in quanto rifiutò la scorta per evitare l’ennesima strage di innocenti.
Invece nemmeno una stretta di mano, un saluto all’amico Lorenzo che da Firenze per la prima volta è venuto nel nostro Comune.
Il dott. Iacucci, non ha avvertito l’esigenza morale ed istituzionale di dare il benvenuto ad un figlio di un suo collega, vittima del terrorismo brigatista, nella sua comunità.
Voglio sottolineare infatti che al convegno che l’UDC locale ha organizzato sul tema “gli anni di piombo, dalla parte delle vittime” era completamente assente l’amministrazione comunale, che invece era presente in blocco alla manifestazione con la terrorista Balzerani, che dal carcere rivendicò l’assassinio di Lando Conti.
È strano che il Sindaco di Aiello Calabro abbia sentito l’esigenza di chiarirsi con il COISP quando invece non ha sentito il bisogno di chiarirsi con l’amico Lorenzo Conti, come è strano che ha ospitato con soldi pubblici la terrorista Barbara Balzerani e poi ha snobbato l’amico Conti come se fosse il peggiore dei criminali.
Tutto questo fa riflettere e mi domando se l’amministrazione comunale di Aiello Calabro sia dalla parte delle vittime oppure dalla parte dei terroristi.

Andrea Bruni

Commissario Giovani Udc di Aiello Calabro

Giancarlo Bertollini 20 novembre alle ore 23.57
Come dicevo gradirei essere autorizzato a rilanciare questa lettera con un Comunicato Stampa. Ragazzi come questo ci fanno sperare in un futuro migliore. A presto, con gli Auguri più sinceri di grandi riconoscimenti.

Fonte: http://www.studiobertollini.com/

Condividi Lorenzo Conti 22 novembre alle ore 19.56

Autorizzazione concessa e grazie, grazie di cuore per tutto.

mercoledì

OMAT ROMA, I PRIMI COMMENTI

Ci perviene il seguente Comunicato curato da Stefano Foresti (ITER) che volentieri pubblichiamo.

Si è conclusa la principale manifestazione italiana sulla gestione elettronica di documenti e informazioni: ecco i primi dati consuntivi e le dichiarazioni a caldo di chi ha partecipato. Milano, 17 novembre 2009 - All’indomani dell’edizione romana di OMAT, tenutasi l’11 e 12 novembre presso il Crowne Plaza Roma - St. Peter’s hotel, sono molti i motivi di soddisfazione.
Innanzitutto, i numeri: OMAT Roma 2009 ha fatto registrare 919 presenze complessive nei due giorni, con un aumento del 12% rispetto a OMAT Roma 2008.  641 presenze singole: + 9%  45 espositori e sponsor
64 relatori, di cui il 48% accademici, tributaristi, consulenti e coinvolti nella stesura delle norme.
Da sempre fiore all’occhiello di OMAT, il programma convegnistico ha potuto contare quest’anno più che mai sull’apporto di moderatori e relatori di altissimo livello. Rappresentanti delle istituzioni, accademici, giuristi, tecnici e dirigenti delle maggiori aziende del settore hanno permesso ai partecipanti di tornare in ufficio con molti dubbi in meno e tanti esempi di successo in più.
In particolare, grande successo per la sessione di apertura (intitolata Come gestire il patrimonio di dati e informazioni digitali per generare efficienza, innovazione e competitività), la sessione sulla normativa, le due sessioni dedicate alla conservazione e la sessione di chiusura sulla fatturazione elettronica.
Le aziende espositrici hanno presentato soluzioni concrete e all’avanguardia a un pubblico estremamente profilato, competente e, quindi, molto ricettivo.
Da ultimo, la soddisfazione di aver celebrato nel migliore dei modi un’edizione particolarmente importante, in quanto ha coinciso con il ventesimo anno di attività di OMAT: un record assoluto per il settore del document management in Italia.
Domenico Piazza, senior partner di ITER (la società organizzatrice), ha dichiarato:
La gratificazione maggiore è stata quella di vedere tutti i nostri partner e i visitatori decisamente soddisfatti, e di questi tempi non accade spesso. Il domani è nelle mani degli dei, ma noi siamo dei bravi "indovini" e ci stiamo impegnando al massimo per capire le esigenze dei manager di oggi che vogliono capire il domani. Possiamo per ora anticipare una considerazione: OMAT Milano 2010 arriva dopo 20 anni di successi; finito il primo si inizia il secondo ventennio, quindi OMAT Milano 2010 è proprio un appuntamento da non perdere e noi faremo di tutto per farvelo apprezzare.

martedì

Niente più D.O.C. ed I.G.T. ma solo D.O.P. ed I.G.P.

ULTIMISSIME VINI

Niente più D.O.C. ed I.G.T. ma solo D.O.P. ed I.G.P.
“ Cosa rischiano le nostre Aziende con l’entrata in vigore del Sistema di Classificazione Vini previsto dalla COMMISSIONE EUROPEA?”.
Confidiamo nel Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia che, anche se non ne ha bisogno, stimoliamo ad intervenire sulla Commissione Europea per salvaguardare al meglio le nostre Imprese, chiarendo le Opportunità/Rischi insiti nel nuovo Sistema divenuto realtà a partire dal 1° agosto 2009.

N.B.
La legge è operativa e siamo ormai a dicembre 2009.
La discussione è aperta per le possibili variazioni nell’elenco delle DOC, DOCG ed IGT che dovranno confluire (Tutte ?) delle nuove DOP ed IGP.

                                                     Studio Service di G.Bertollini
http://www.studioservice.com/

lunedì

Cena della Tradizione a Zagarolo

Cena con spettacolo musicale della tradizione contadina
Palazzo Rospigliosi - Zagarolo.
Sabato 28 novembre 2009 ore 20,00
Alla Scoperta dei Gusti di "Una Volta" con "Antichi Sapori" organizzata dall'Associazione Culturale "Amici di Zagarolo"
Col Patrocinio del Comune di Zagarolo.
La Prenotazione è Obbligatoria entro Giovedì 26 novembre.
Potete chiamare direttamente l'Associazione
al n. 338.4075.835

venerdì

Una buona Notizia sugli Uffici Stampa

Roma, 13/11/2009 Trovata la soluzione, in esterno, per le Aziende che possono avere un Ufficio Stampa senza i costi interni, spesso non alla portata.

L’attivazione esterna di un “UFFICIO STAMPA ON LINE” cosi' concepito, ha un costo che non supera quello del Cappuccino, addirittura inferiore anche agli abbonamenti di agenzie che offrono la sola consultazione delle notizie e non il loro lancio. Ovviamente ogni notizia, prima di essere on-line, dovrà essere scritta, vagliata ed approvata dal Cliente nel rispetto dei Codici Deontologici per assunzione di responsabilità e Manleva dello Studio esterno.

RASSEGNA STAMPA.
Per quanti hanno necessità di avere una Rassegna Stampa, è oggi possibile selezionare dalle maggiori testate le notizie di interesse, impaginandole in formato A4 personalizzato, girarle e/o pubblicarle sul Sito del Cliente ad un costo contenutissimo. Decisamente da valutare con attenzione.

Per ogni informazione : http://www.studiobertollini.com/contatti.html

I Siti: http://www.studiobertollini.com/  -  http://www.studioservice.com/

I Comunicati Stampa

mercoledì

Business alla Velocità della Fiducia

Una soluzione alla crisi: ridurre i costi e velocizzare
risultati, creando e trasmettendo

maggiore fiducia.

Che impatto ha la fiducia all’interno di un’organizzazione?

La mancanza o lo scarso livello di fiducia, rendono le persone scontente, insoddisfatte e demotivate, rallentano o frenano le relazioni e i rapporti personali e professionali, aumentano i costi e la “burocrazia”, creano atteggiamenti ostili, generano scontri aspri, posizioni difensive. Tutto questo incide direttamente su energie e tempo e quindi sui costi.

Come fare per creare e trasmettere fiducia totale?

A questa domanda risponderà Stephen M.R. Covey nel seminario “Business alla Velocità della Fiducia”, in programma a Roma (Hotel Radisson Blu, Via Filippo Turati, 171) l'11 e 12 dicembre 2009.
Covey - imprenditore, oratore e consulente in materia di Fiducia, Leadership ed Eccellenza nella Performance - ha creato un “modello” rivoluzionario di lavoro e azione che permette alle imprese di ridurre i costi e aumentare i risultati, sviluppando la fiducia interna e verso il mercato. In pochi anni è diventato uno dei punti di riferimento del management mondiale.
Sotto la sua guida, la Franklin Covey diventa la più grande società di sviluppo di leadership nel mondo, fino ad entrare a far parte dell’Inc.500, espandersi in oltre 40 paesi e portare il valore per gli azionisti da 2,4 milioni fino a 160 milioni di dollari.

Ora, per la prima volta, Sthephen M.R. Covey viene in Italia a illustrare il suo modello rivoluzionario.

Secondo lo stesso Covey “La Fiducia è la competenza chiave della Leadership. La fiducia è davvero l’unica cosa che cambia tutto e non c’è mai stato un momento in cui sia stato tanto importante che le persone creino, ricostruiscano, trasmettano la fiducia a tutti i livelli quanto nella nuova società globale di oggi”.
Creare e trasmettere maggiore fiducia permette inoltre di motivare e responsabilizzare le persone, aumentare la produttività, avere relazioni più stimolanti e positive con gli altri, utilizzare al meglio due risorse di inestimabile valore: energie e tempo.

Organizzatore dell’evento è la “Max Formisano Training”, azienda all’avanguardia
nella formazione manageriale.


Per maggiori info: 06.67.92.112. - Web :  www.maxformisano.it/stephencovey

martedì

L'Istituto del Vino Italiano di Qualita' Grandi Marchi diventa partner dell'IMW

(AGI) - Roma, 19 nov. - Primo ingresso italiano nell'accademia mondiale della viticoltura e dell'enologia. L'Istituto del Vino Italiano di Qualita' Grandi Marchi diventa partner dell'IMW, The Institute of Masters of Wine, la prestigiosa istituzione londinese ( 277 i membri selezionati in tutto il mondo) che da piu' di cinquant'anni si occupa di formare i piu' qualificati esperti internazionali di vino.


Con questo accordo l'Istituto del Vino Italiano di Qualita' Grandi Marchi - anni di storia ed un fatturato di 500milioni di euro nel 2008 - avra' per la prima volta un ruolo attivo nei programmi di istruzione e formazione a livello internazionale. Le diciassette firme icona della qualita' enologica nazionale (Biondi Santi spa, Michele Chiarlo, Ambrogio e Giovanni Folonari, Pio Cesare, Tenuta San Guido, Ca' del Bosco, Umani Ronchi, Carpene' Malvolti, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Alois Lageder, Rivera, Jermann, Donnafugata, Marchesi Antinori, Tasca D'Almerita) svilupperanno infatti programmi ufficiali di studio per i futuri professionisti del settore vitivinicolo con percorsi dedicati al vino italiano, degustazioni internazionali, visite guidate e simposi. Parola d'ordine, diffondere la cultura della qualita' e della scienza del vino con collaborazioni prestigiose e selezionate. I Master of Wine diplomati all?accademia guideranno le degustazioni internazionali dei Grandi Marchi, partecipando anche agli eventi che l'Istituto promuove nel mondo presso i target di stampa specializzata, sommelier, opinion leader e soci dell'IMW.

Per il presidente dell'Istituto Grandi Marchi, Piero Antinori: "La competitivita' e' da tempo una condizione necessaria per sopravvivere anche nel settore vitivinicolo, dove la concorrenza si fa sempre piu' agguerrita e non c?e' piu' spazio per l?improvvisazione. Per questo servono nuovi strumenti e percorsi internazionali per affermare la leadership italiana nel mondo". Opinione condivisa anche Lynne Sherif, vice presidente dell'Istitute of Masters of Wine, secondo il quale "la comunita' mondiale di IMW trarra' beneficio dal poter lavorare a stretto contatto con il gruppo prestigioso rappresentato dall'Istituto Grandi Marchi". Tokio (24 novembre) e Seoul (26 novembre) saranno le prime citta' ad ospitare i corsi di formazione e di degustazione guidata firmati da Istituto Grandi Marchi e Masters of the Wine. I primi appuntamenti della collaborazione Istituto Grandi Marchi e Master of the Wine si svolgeranno a Tokio (24 novembre) e a Seoul (26 novembre).

Pericolo AMIANTO !!!

Articolo del 3 novembre 2009

ENASARCO
Grondaie in V.le degli Ammiragli, 119 - 00136 Roma - Invito a RIMUOVERE !!!
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«Almeno 500 dipendenti della ex compagnia di bandiera Alitalia e delle società di manutenzione da essa controllata hanno respirato amianto» è la denuncia dell’avvocato Ezio Bonanni, da anni in prima linea al fianco delle vittime esposte alla fibra killer. Alcuni giorni fa il tribunale di Napoli ha rigettato l’archiviazione del caso di un impiegato Atitech (le officine di Alitalia) deceduto per mesotelioma nel 2006. Il giudice, ha riconosciuto l’esposizione e chiesto che si indaghi ancora. E già qualche mese fa, la Corte di Appello di Roma aveva condannato l’Inps a riconoscere i benefici previdenziali a un altro lavoratore Alitalia. Dunque qualcosa si muove anche nell’aviazione che è il meno noto tra i settori lavorativi dove l’amianto è stato lavorato, maneggiato, respirato.

Nel 2001 l’Alitalia aveva invitato le officine a rimuovere le parti in amianto ma come si legge nella perizia dell’ingegner Giorgio Onori, almeno fino a 4 anni fa l’amianto era lì: “nel 2005, racconta Onori, non esisteva un ambiente protetto, nelle officine di Fiumicino c’erano bidoni con amianto senza protezioni”.E ora? La —Cai scarica le responsabilità sull’ex società—, ora in liquidazione, ma —la vecchia Alitalia risponde che “il parco veicoli è smembrato e non ci sono più i tecnici per aggiornare i dati agli ultimi 4 anni”.—
Dunque, non si hanno dati né risposte. L’unica certezza è la pericolosità dell’amianto che in Italia, dal 92 è stato messo al bando. Eppure la sua presenza nel Paese è ancora massiccia, respiriamo amianto in città, vicino alle fabbriche e alle discariche ma soprattutto sul posto di lavoro. Basti pensare all’Eternit di Casale Monferrato dove sono morti migliaia di operai e spesso anche i loro familiari, così come alla ex Italcantieri di Monfalcone dove il primo dicembre si aprirà il processo per una ventina di dirigenti per omicidio colposo di 21 operai deceduti. Ma la fibra non risparmia neanche le scuole: l’allarme ha infatti riguardato la scuola Villa Flaminia di Roma, dove i tetti di amianto delle ex caserme adiacenti all’istituto saranno messi in sicurezza a partire da martedì, dopo due anni di inascoltate denunce da parte delle famiglie. Stessa storia a Crotone dove la procura della Repubblica ha scoperto la presenza di amianto non solo in due scuole ma anche nell’ospedale.

Una marea di casi e processi infiniti che molte volte, proprio per i lunghi termini, restano impuniti: è il caso di Silvio la cui battaglia va avanti da troppo tempo, 10 anni. I suoi genitori sono morti per le maledette fibre respirate alla Fibronit nel milanese dove sono morte più di mille persone. Molte accuse di omicidio colposo sono ormai cadute in prescrizione compresa quella che riguarda suo padre.

VINO E SALUTE: L'INTERVENTO DEL PROF ATTILIO GIACOSA

07/11/2009

VINO E SALUTE: L'INTERVENTO DEL PROF ATTILIO GIACOSA / Da Studio Bertollini
Il professor Attilio Giacosa è Direttore del Dipartimento di Gastroenterologia del Policlinico di Monza

Che il bere un buon bicchiere di vino sia un piacere, tutti sono d’accordo. Per contro, pochi sanno che bere vino con moderazione non solo non fa male, ma addirittura allunga la vita e riduce il rischio di sviluppare varie malattie. Quindi bere vino in modo corretto e consapevole rappresenta un vantaggio salutistico rispetto all’essere astemi.

Appare doveroso sottolineare questi concetti proprio adesso, epoca nella quale si assiste ad una criminalizzazione indiscriminata di tutte le bevande alcoliche in virtù degli effetti nocivi sulla salute e sulla guida automobilistica. A questo riguardo occorre effettuare un duplice distinguo.

In primo luogo bisogna sottolineare che l’abuso di alcolici, indistintamente dalla loro natura, è sempre nocivo, sia per i danni dell’assunzione acuta (ebbrezza, torpore, incoerenza logica) sia per quelli correlati all’eccesso cronico (etilismo, malattie del fegato e altri organi). In seconda istanza è bene ricordare la differenza tra vino e altre bevande alcoliche: tutti sappiamo infatti che le stragi del sabato sera non sono certo dovute ad un buon bicchiere di vino consumato durante la cena! Il messaggio nuovo è legato a molti studi scientifici e osservazioni epidemiologiche sugli effetti benefici del consumo abituale e moderato di vino. Il vino è stato studiato sia come bevanda che mediante analisi dettagliata dei molti composti bioattivi ivi contenuti.

Fra i vari principi attivi identificati nel vino, quello più noto è il resveratrolo. Questa sostanza è un antiossidante presente soprattutto nel vino rosso, che avrebbe la capacità di migliorare l’efficienza cellulare attraverso il potenziamento dell’attività mitocondriale, la “centralina” energetica delle cellule. Alcune ricerche sugli animali sembrano dimostrare che il resveratrolo favorisce la longevità, migliora il controllo del diabete, ritarda la comparsa del morbo di Alzheimer e produce un effetto protettivo su cuore e circolazione. A Newcastle, in Inghilterra, è in corso uno studio sperimentale volto proprio a verificare l’effetto del resveratrolo in pillola su pazienti affetti da gravi disturbi mitocondiali, ma altri studi sono all’orizzonte per valutare la possibilità di rallentamento dell’invecchiamento umano.

Sul tema dell’invecchiamento, grande scalpore fece la pubblicazione di un importante studio realizzato nel 1995 a Copenhagen. Questa ricerca, conosciuta come “studio danese”, è stata effettuata su più di 6000 maschi e 7000 femmine in età adulta ed ha dimostrato che il rischio di morire si abbassa fra chi consumava vino con moderazione, rispetto agli astemi e ai forti bevitori. Ma ciò che è altrettanto importante è che questo vantaggio non si verifica fra chi consumava birra o superalcolici.

La ricchezza del vino in polifenoli, dotati di spiccata azione antiossidante (ovvero della capacità di bloccare i radicali liberi nocivi che si formano nell’organismo), costituisce una importante barriera di difesa nei confronti dei danni cardiovascolari. Gli effetti sono rappresentati innanzitutto dalla riduzione della formazione di placche arteriosclerotiche nelle arterie e di conseguenza minor rischio di malattia delle coronarie e infarto cardiaco. Fra i vari polifenoli, sono le procianidine i primattori presenti nel vino. Il loro effetto è talmente significativo che questi composti sono oggi utilizzati dalla industria farmaceutica per la preparazione di farmaci attivi nelle malattie vascolari, sia venose che arteriose.

A questo risultato benefico partecipa anche l’aumento della produzione di ossido nitrico osservata in chi beve abitualmente vino. L’ossido nitrico riduce l’aggregazione delle piastrine, rendendo difficile la formazione di trombi e l’“occlusione” delle arterie. Il vino poi aumenta la formazione di colesterolo buono (Hdl) e riduce la presenza e la attività del colesterolo Ldl (quello “cattivo”), con innegabili effetti benefici in campo cardiovascolare. Un’altra area di grande interesse è rappresentata dalle problematiche neurologiche. Il consumo corretto e abituale di vino appare statisticamente correlato ad una riduzione del rischio di sviluppare ictus, cioè infarto cerebrale, e Tia (episodi di ischemia cerebrale transitoria, con perdita per tempo molto breve di alcune funzioni motorie o della capacità di parlare correttamente). Altri interessanti dati in corso di analisi sono quelli legati alla possibilità di ridurre il rischio di gravi degenerazioni cerebrali (morbo di Alzheimer, demenza senile). Numerose ricerche documentano che il regolare consumo di vino ha effetti favorevoli sia sulla frequenza con cui il morbo di Alzheimer si manifesta, sia sull’età di insorgenza, che viene ritardata di almeno tre anni (in un importante studio condotto sull’argomento).

Il vino, quindi, non per curare le malattie, ma per prevenire e ridurre il rischio di sviluppare molti gravi disturbi cardiovascolari e neurologici. Per ottenere questi effetti, certo è che il consumo abituale e corretto di vino è ampiamente da preferire al ricorso ad una pillola contenente principi attivi derivati dal vino. Resta il problema della giusta dose di vino, volta a garantire gli effetti ora menzionati. A questo riguardo i ricercatori impegnati nel settore hanno identificato in due bicchieri al giorno la quantità ottimale per la popolazione di sesso maschile. Il vino, coniugato al femminile, prevede invece una dose leggermente inferiore (un bicchiere), in virtù di differenze metaboliche ed epidemiologiche.

Il vino dunque non solo come bevanda ricca di gusto e piacere, ma anche come fonte di salute e di potenzialità preventiva. Il vino che non solo non fa male, ma addirittura fa bene. Bere vino, dunque, anziché essere astemi, se si vuole proteggere la salute. Ed è proprio questo si deve valorizzare e diffondere fra produttori e consumatori di vino. Infatti soltanto l’informazione precisa e puntuale e l’educazione al consumo consapevole di vino possono promuovere serenità e fiducia fra vignaioli e produttori e soprattutto tranquillità e salute fra i consumatori.

lunedì

H1N1: IL GRANDE BLUFF ???

Dichiarazione che non lascia dubbi su cosa sia sensato fare in merito al vaccino dell influenza suina !

Cosa dire ?  Informiamoci al meglio e decidiamo con la nostra testa !

Lavoratori di Serie "B"

Comunicato appena pervenuto che, in nome del "GIORNALISMO",
và verificato e poi diffuso col massimo impegno !

AGILE (ex EUTELIA)
COME LICENZIARE 9000 PERSONE SENZA CHE NESSUNO SE NE ACCORGA !!!
E' iniziato il licenziamento dei primi 1200 lavoratori di :
OLIVETTI-GETRONICS-BULL-EUTELIA-NOICOM-EDISONTEL TUTTI CONFLUITI IN:
AGILE s.r.l. ora Gruppo Omega

Agile ex Eutelia è stata consegnata a professionisti del FALLIMENTO.
Agile ex Eutelia è stata svuotata di ogni bene mobile ed immobile.
Agile ex Eutelia è stata condotta con maestria alla perdita di commesse e clienti .

Il gruppo Omega continua la sua opera di killer di aziende in crisi, l'ultima è Phonemedia 6600 dipendenti che subirà a breve la stessa sorte.

Questo l'appello dei lavoratori !!!

"Siamo una realtà di quasi 10.000 dipendenti e considerando che ognuno di noi ha una famiglia, le persone coinvolte sono circa 40.000 eppure nessuno parla di noi. Abbiamo bisogno di visibilità Mediatica, malgrado le nostre manifestazioni nelle maggiori città italiane (Roma - Siena Montepaschi - Milano - Torino - Ivrea - Bari - Napoli - Arezzo) e che alcuni di noi sono saliti sui TETTI, altri si sono INCATENATI a Roma in piazza Barberini, nessun Giornale a tiratura NAZIONALE si è occupato di noi ad eccezione dei TG REGIONALI e GIORNALI LOCALI.
NON siamo mai stati nominati in nessun TELEGIORNALE NAZIONALE perchè la parola d'ordine è che se non siamo visibili all'opinione pubblica il PROBLEMA NON ESISTE.
Dal 4 Novembre 2009 le nostre principali sedi sono PRESIDIATE con assemblee permanenti.
Se sei solidale con noi INOLTRA QUESTA MAIL ad almeno 10 amici nei prossimi 30 minuti, non ti costa nulla, ma avrai il ringraziamento di tutti i lavoratori e le Lavoratrici di Agile ex Eutelia che da mesi sono senza stipendio. Altrimenti questa azienda morirà !

Le Lavoratrici e i Lavoratori di Agile s.r.l. - ex Eutelia.

Enzo Tortora e la Responsabilità dei Magistrati !!!

Sembra registrato oggi e sono passati più di vent'anni !

martedì

A proposito del Crocefisso !

Quando si smetterà di trascurare le vittime considerandole, a volte, colpevoli ?
La tanto abusata parola LIBERTA' non è quella di negare i diritti degli altri ma di rispettarli facendo rispettare i propri. Solo un esempio: Chi chiede di togliere dalla vista un Simbolo Religioso, caro a molti, offende il loro Culto e la loro persona. Chi chiede di poter esporre tutti i Simboli Religiosi, per il rispetto del Credo di ognuno, dimostra di aver capito il termine RISPETTO. La Civiltà dell’illuminismo non può accettare la negazione del pensiero altrui ma deve difenderne il diritto di professarlo. In nome di uno Stato Laico si tende a farlo Ateo. Sempre nel Rispetto di tutti, nelle scuole di ogni ordine e grado, si dovrebbe sempre insegnare Storia delle Religioni e non Religione, ogni essere umano sarà poi in grado di seguire quella che più ritiene sua. Tempo fa qualcuno ha scritto qualcosa che voglio ricordare, prima di tutto a me stesso: la strada della crescita interiore è faticosa e solo con la Tolleranza ed il Rispetto per gli altri si potrà ottenere l’Uguaglianza; non certo continuando a chiederla senza riconoscerla e senza mai ricordare che: Si ascolta con le Orecchie ma si Sente con il Cuore. Si guarda con gli Occhi ma si Vede con il Cervello e che, per chi continua ad usare sempre e solo la Lingua e mai le Orecchie, la crescita si farà ancor più difficile sino a divenire una lontana Illusione.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì

Metodo Martinotti (Charmat) o Metodo Classico (Champenoise) ?!

Metodo Martinotti (Charmat) o Metodo Classico (Champenoise) !
Quanti conoscono la differenza ?

Quando chiediamo uno Spumante ad un Wine-Bar o ad un Ristorante e ci rivolgiamo ad una persona con un minimo di preparazione, dovremmo stare attenti se alla nostra richiesta di uno Spumante Metodo Classico (Champenoise) viene servito un Prosecco o alla richiesta di un Prosecco Metodo Martinotti (Charmat) viene servito un Brut Classico.

Tentiamo di fare chiarezza sulle differenze che contraddistinguono questi due metodi di spumantizzazione (Metodo Classico e Metodo Martinotti) che in Francia vengono denominati (Metoto Champenois e Metodo Charmat).

Fu il casalese Federico Martinotti, direttore per l’Istituto Sperimentale per l’Enologia di Asti, ad inventare negli anni venti il metodo di rifermentazione controllata in grandi recipienti, poi adottato dal francese Charmat.
Il francese Eugène Charmat costruì e brevettò tale attrezzatura, da qui il doppio nome, Metodo Martinotti-Charmat.

Il Metodo Martinotti permette di ottenere spumanti, spesso dolci, dalle caratteristiche note fruttate, per mezzo di recipienti a tenuta stagna tipo Autoclave. Questo metodo ha trovato larga diffusione in quanto più idoneo alla produzione di vini spumanti utilizzando vitigni aromatici o fruttati (Moscato o Prosecco). Infatti la lunga sosta su lievito tipica del Metodo Classico o Champenoise nuocerebbe all’espressione del profumo dei vini derivati dai suddetti vitigni. Le uve utilizzate possono essere quelle del metodo classico ma visto che il metodo ottiene colori più tenui, paglierino con vena verdolina, sapori più freschi e meno strutturati, profumi meno intensi, le uve più apprezzate sono il Moscato, il Prosecco, la Malvasia e non per ultima il Brachetto.

La sostanziale differenza è la spumantizzazione o meglio la presa di spuma che per il Metodo Martinotti (Prosecco) avviene in Autoclave (grande cisterna di acciaio, ermetica, che resiste alla pressione di 6-9 Atm, col controllo della temperatura, per poter gestire meglio la lavorazione), mentre per il Metodo Classico avviene in bottiglia. Per entrambe le lavorazioni viene preparata una base di vino fermo alla quale viene aggiunto il (liquore di tiraggio) costituito da vino base più lieviti selezionati e zucchero di canna, la quantità dello zucchero dipenderà dalla pressione che si vorrà far raggiungere allo spumante (ogni 4 grammi litro salirà un’Atm). I lieviti, nutrendosi dello zucchero, produrranno l’anidride carbonica (bollicine).

Inoltre a questa differenza ritenuta essenziale per la diversificazione dei due metodi esistono altre differenze che andranno a dare un contributo importante alla caratterizzazione organolettica dei due prodotti finali.

Nel Metodo Martinotti il tempo di spumantizzazione è breve (pochi mesi), viene fatto sotto controllo della temperatura e una volta spumantizzato e filtrato è pronto per l’imbottigliamento e la commercializzazione.
Nel Metodo Classico il tempo della fermentazione e più lungo, spesso vengono assemblate più annate e più vini per la base da spumantizzare, viene aggiunto il liquore di tiraggio (lieviti selezionati e zucchero) ed imbottigliato col tappo a corona per effettuare poi la sucessiva stappattura per l’eliminazione del deposito formato dai lieviti nel collo della bottiglia. Le bottiglie una volta tappate vengono accatastate e messe in orizzontale per un periodo da 1 a 4 o più anni. Dopo la Sboccatura (Degorgement) dove si eliminano i depositi, per ripristinare il livello giusto in bottiglia si procede all’aggiunta del liquore di spedizione (vino base con un grado zuccherino diverso) per distinguere lo spumante tra Brut, Extra Dry, Dry ecc. in aggiunta a questo vino base, qualche azienda, per dare al prodotto un carattere personale, aggiunge una piccola dose si distillato.

Da tutto ciò si può dire che un Prosecco è un vino più semplice, da bere spensieratamente, più fresco nei gusti e nella temperatura di servizio, fruttato, floreale con sentori di mela, pera, fiori d’acacia, bevuto come aperitivo, mentre il Metodo Classico è uno spumante più impegnativo, complesso, che può essere anche da tutto pasto, con sentori di frutta matura, agrumi, frutta esotica, floreale, crosta di pane e lieviti.

Bè, ora direi di passare all'assaggio, prima di un Prosecco di Cartizze (Collina di Eccellenza)
e poi di un Grande Brut Metodo Classico.

Un evviva per il bere consapevole, come sempre,
la Qualità è nemica della Quantità.

www.studiobertollini.com

Petizione - Basta con la Giustizia Lenta !

Potete firmare questa petizione ? : "Basta con la Giustizia lenta !"

Un Grazie sincero.

Seguite questo:

http://firmiamo.it/basta-con-la-giustizia-lenta

Grazie a tutti.
                                 Giancarlo Bertollini

mercoledì

LA PENSIONE ED I PROBLEMI

Il monito del governatore Draghi: è necessario alzare l'età pensionabile.


Per il numero uno di Bankitalia ciò è indispensabile.

TORINO (13 ottobre 2009) - "E' indispensabile un aumento significativo dell'età media effettiva di pensionamento". Così ha detto Mario Draghi. Per il governatore di Bankitalia, ciò è indispensabile "per assicurare prestazioni di importo adeguato a un numero crescente di pensionati".

"Superata la fase di emergenza - ha detto nella lezione al collegio Carlo Alberto di Moncalieri - resta la necessità di adeguare il sistema di ammortizzatori sociali a un mercato del lavoro diventato più flessibile". Lo ha detto il governatore di Bankitalia aggiungendo come in questo modo ''ne sarebbe favorita la mobilità del lavoro, accresciuta l'efficienza produttiva, rafforzata la tutela dei lavoratori, aumentata l'equità sociale''.

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Roma ottobre 2009

Giancarlo Bertollini

Bene Signori, a quando l'eliminazione fisica degli individui prossimi alla Pensione ?

Da oltre 15 anni svolgo solo lavori occasionali con Partita IVA e la Pensione, data per "Certa", l'ho vista allontanarsi man mano che mi avvicinavo all'età.
Ora ho 64 anni e compirò il mio sessantacinquesimo il 17 maggio del 2010 e continuo a sentir parlare di tutela ed equità, forse quella della Caritas.

Le "Protezioni", gli Ammortizzatori Sociali, i Cortei, i Sindacati e tutte le attività di intervento sono sempre puntate sui "Lavoratori" a stipendio, quelli che non hanno uno stipendio sono "Condannati a Morte".

Grazie, Grazie di Cuore; che il Signore Vi salvi dal provare Cosa Significa.

                                                            Giancarlo Bertollini

www.studiobertollini.com

Comunicati Stampa 2009: Enogastronomia & Salute

Comunicati Stampa 2009: Enogastronomia & Salute

Energia & Dintorni - Siamo Realmente Informati ?

Non condivido le Tue idee ma lotterò fino alla morte affinché Tu
(come me) possa liberamente esprimere il Tuo Pensiero.
(Voltaire - Evelyn Beatrice Hall)

Centrali Nucleari.

Le bombe su Hiroshima e Nagasaki, con le migliaia di morti che provocarono e per le dolorose conseguenze genetiche che cagionarono, hanno rappresentato una delle manifestazioni più terribili della malvagità umana e tutti si augurano che una simile tragedia non abbia più a ripetersi. D'altra parte anche l’uso pacifico del nucleare come fonte energetica alternativa è ritenuta un reale pericolo per la salute e per l’ambiente, come in modo inequivocabile ha dimostrato l’incidente di Chernobyl.

Bilancio di un Disastro.
Siamo proprio sicuri che l’incidente avvenuto in vicinanza della piccola cittadina ucraina abbia rappresentato una delle peggiori sciagure in campo tecnologico? Non furono forse i media ad enfatizzare quel malaugurato episodio indubbiamente grave, ma non tanto come lo si vuol fare apparire? Prima di dare un giudizio definitivo di quel tragico evento cerchiamo di capire come ciò possa essere accaduto.
Innanzitutto bisogna chiarire che a quel disastro, che non potrebbe nemmeno definirsi "incidente", contribuirono numerose cause, la prima delle quali riguarda la costruzione della centrale, che era priva di alcune indispensabili strutture di sicurezza a cominciare dalla mancanza di una protezione di cemento armato sovrastante il reattore.
Con le più elementari regole di Sicurezza, ampiamente utilizzate in Occidente, l’energia nucleare si rivela una forma di energia sicura e affidabile e ciò è dimostrato proprio dall’incidente di Chernobyl. In cinquant’anni di nucleare quello successo nella centrale sistemata in vicinanza della cittadina ucraina, è il più grave che si sia mai verificato ed ha comportato una sessantina di morti. Nel frattempo gli incidenti nelle centrali in cui si fa uso dei combustibili fossili hanno provocato oltre 15.000 morti e perfino il sicuro ed ecologico idroelettrico ne ha causati 4.000. Se il nucleare avesse avuto lo stesso numero di vittime delle altre fonti energetiche la sua utilizzazione come fonte di energia sarebbe finita da un pezzo.
Bisogna inoltre tener conto dei rischi che si corrono nella estrazione dei combustibili fossili rispetto all’estrazione dei minerali di uranio. Lavorare in una miniera di uranio, fonte di energia nucleare, è dieci volte meno pericoloso che lavorare in una miniera di carbone, poiché quest'ultimo è in assoluto la fonte di energia che provoca più morti: 6-7 mila all’anno senza contare le vittime della silicosi che colpisce tutti i minatori.
Anche il gas naturale rappresenta un pericolo. Nel 1984 si verificò in Messico l’esplosione di diversi serbatoi di gas liquido che uccisero sul colpo 550 persone e ne ferirono 7000, sicché il suo trasporto potrebbe provocare il peggior incidente immaginabile. Qualora una nave metanifera che trasporta gas liquefatto a bassissima temperatura, in vicinanza della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e riversare in mare anche solo parte del suo carico, si provocherebbe una enorme nuvola fredda e densa di gas che spinta dai venti sulla terraferma potrebbe esplodere liberando una potenza paragonabile a quella di una bomba atomica.
Anche il petrolio ha causato ingenti danni che non sono solo quelli, peraltro gravissimi per l’ambiente, provocati dalle petroliere che hanno riversato in mare il loro contenuto sporcando le coste e uccidendo gli uccelli marini che, con il corpo imbrattato di catrame, non riuscivano più ad alzarsi in volo. Ai disastri ambientali vanno accostate anche le migliaia di morti avvenuta per l’esplosione di oleodotti e depositi con conseguenti incendi che hanno interessato le abitazioni poste in vicinanza dei grossi serbatoi di carburante. Perfino l’idroelettrico, può creare catastrofi imputabili a dissesti idrogeologici.
Certo, quello di Chernobyl non è stato l’unico incidente accaduto nelle centrali nucleari ma negli altri casi, fatta eccezione per uno solo di essi, si è sempre trattato di incidenti di piccola entità simili ai tanti che si verificano in centrali di altro tipo. Il 28 marzo del 1979 si verificò quello di Three Mile Island, località nei pressi di Herrisburg in Pennsylvania (USA) il più grave mai avvenuto prima di Chernobyl e il più grave in assoluto per i Paesi dell'occidente. Ebbene, in quella occasione non vi fu nemmeno un morto, non scoppiò la bolla di idrogeno che si formò nel reattore, a differenza di quanto avvenne a Chernobyl, né ci fu alcun incendio e la radioattività rilasciata nell’ambiente fu minima. Gli ufficiali sanitari della Pennsylvania e del vicino Stato di New York riferirono che una certa quantità di iodio radioattivo era stata rinvenuta nel latte, ma si trattava di una quantità minima solo leggermente superiore al limite di percezione strumentale. Tuttavia i costi della decontaminazione vennero stimati in miliardi di dollari ma i danni maggiori furono indiretti, in quanto dal giorno di quell’incidente ad oggi negli Stati Uniti non sono più state costruite centrali nucleari. In realtà quell’incidente ebbe anche aspetti positivi perché contribuì a rendere ancora più sicure le centrali esistenti che passarono da un utilizzo di meno del 60% ad oltre l’80%: come se fossero stati costruiti 30 nuovi reattori.
Attualmente nel mondo i reattori in attività sono 400 e producono il 17% dell’energia elettrica richiesta. In Europa le centrali nucleari sono 150 e soddisfano il 36 per cento del bisogno elettrico e la Francia, con l’80% di produzione di energia elettrica dal nucleare, ne detiene il primato.
Anche la disinformazione gioca un ruolo importante nel mettere in cattiva luce l’energia nucleare. Recentemente, in seguito al terremoto che ha colpito il Giappone danneggiando una centrale nucleare di quel Paese, si disperse nell’ambiente una certa quantità di acqua pesante. La TV nazionale diffuse la notizia che era fuoriuscita dalla centrale dell’acqua pesante radioattiva, ma quella che viene usata in alcune centrali nucleari non è radioattiva: essa serve semplicemente a rallentare i neutroni svolgendo le stesse funzioni che in altri impianti compie la grafite. In realtà il nucleare (se non ci sono incidenti) non induce inquinamento radioattivo di alcun genere; al contrario le centrali nucleari evitano che ogni giorno vengano immessi nell’atmosfera quasi due miliardi di tonnellate di anidride carbonica derivanti dall’uso dei combustibili fossili. Proprio questo tipo di gas, oltre a milioni di tonnellate di ossidi di zolfo e di azoto, molto pericolosi per la salute dell’uomo, è uno dei maggiori responsabili del cosiddetto effetto serra.
Il problema immediato più grave rimane quello dei rifiuti nucleari ma anche in questo caso la soluzione è stata trovata e se si è verificata qualche incomprensione ciò ha riguardato una cattiva informazione. In tutti i Paesi in cui si fa uso di nucleare sono stati individuati siti adatti per la conservazione delle scorie radioattive. Queste vengono prima “vetrificate”, cioè fuse insieme con vetro e zucchero, quindi chiuse in robusti recipienti di acciaio e sistemate in profondità della crosta terrestre in zone asciutte come sono, ad esempio, le cave di sale nelle quali, se ci fossero infiltrazioni d’acqua, il sale si scioglierebbe.
Se in Italia si ricavasse attraverso il nucleare l’elettricità che compriamo all’estero, prodotta dalla stessa fonte, la quantità di scorie generate in un anno potrebbero essere contenute in una ventina di cilindri di acciaio da sistemarsi in un sito sicuro che era stato individuato dagli esperti nella zona di Scanzano Jonico a 700 metri di profondità. A questo punto però è scattato il cosiddetto effetto “Nimby” (acronimo di Not in my backyard, cioè “Non nel mio giardino”). Nessuno vuole nelle proprie vicinanze depositi di scorie radioattive, ma nemmeno centrali nucleari o di altro tipo, termovalorizzatori, discariche a cielo aperto o qualsiasi altra struttura che possa allarmare la popolazione locale. Gli attivisti anti-nucleari si sono subito dati da fare per allarmare la popolazione locale allo scopo di intralciare la realizzazione di un ottimo sito per eliminare le poche scorie giacenti nelle tre centrali nucleari che non funzionano. Viene da pensare che se alcuni critici anti-nucleari riuscissero a provocare un incidente nucleare, sarebbero contentissimi di farlo.
Non tutte le scorie nucleari d'altronde sono da buttare: il cesio 137, ad esempio, è utilizzato per la radioterapia dei tumori. Altri elementi prodotti dalle reazioni di fissione servono per sterilizzare gli alimenti o per dare energia ai satelliti. Ma esistono anche alcuni prototipi di centrale nucleare nei quali l’uranio 238, che negli impianti in funzione viene considerato una scoria, è invece utilizzato per produrre energia. Si tratta dei cosiddetti reattori autofertilizzanti nei quali l’uranio 238, colpito da neutroni veloci, si trasforma in plutonio 239: un elemento che non esiste in natura e che viene usato come combustibile. I reattori autofertilizzanti così chiamati in quanto producono più combustibile di quanto ne consumino non si sono ancora affermati perché, ai costi attuali dell’uranio, sono più convenienti i reattori tradizionali; peraltro si deve pur citare l'esistenza del Superphoenix un progetto francese alla realizzazione del quale ha partecipato anche l’Italia.
Ci sono anche problemi di sicurezza in quanto il plutonio può essere impiegato, più facilmente dell’uranio, per costruire armi atomiche. L’uranio infatti per costruire bombe atomiche deve essere arricchito dell’isotopo 235 all’85% e non al solo 2 o 3 per cento. L’Iran è in grado di fare queste operazioni ed è proprio per questo motivo che la comunità internazionale non si fida delle dichiarazioni tranquillizzanti di quel governo.
Concludendo, il bilancio finale del disastro di Chernobyl dovrebbe essere di 32 vittime quasi immediate, altre 19 negli anni successivi, 15 bambini vittime di tumori alla tiroide su 4000 casi complessivi, oltre a 9000 possibili decessi nell’arco di 80 anni. Se, in ultima analisi, si confrontasse il numero dei morti accertati dell’incidente di Chernobyl con quello del disastro del Vajont in cui perirono in pochi minuti quasi 2000 persone vittime, è bene sottolinearlo, di una forma di energia “pulita” ed ecologica a differenza di quella nucleare che da molti viene giudicata “sporca” e inquinante, si vedrebbe che quest'ultimo è quasi irrisorio. Si è anche parlato di danni genetici ma il rapporto del Chernobyl Forum ha potuto accertare che nella zona colpita non vi è stato alcun aumento di alterazioni cromosomiche o malformazioni congenite.

Centrali TermoElettriche.
Uno studio del C.N.R., a firma di Nicola Armaroli e Claudio Po, pubblicato sulla rivista "Chimica ed industria" descrive quanti e quali inquinanti vengano scaricati in aria da centrali termoelettriche di dimensioni pari a quella presa in esame (760 MG/W): oltre 1.500.000 tonnellate/anno di Anidride carbonica CO2, gas il cui effetto serra è universalmente noto; oltre 1.500 tonnellate/anno di ossido di azoto NOx, pericoloso sia di per sé sia perché precursore dell'ozono, gas velenoso per gli esseri viventi; 290 tonnellate/anno di particolato (polveri fini) PM10, il più pericoloso degli inquinanti per la salute umana o formazione di polveri fini secondarie che, secondo dati dell'Agenzia Ambientale Europea, sono la parte preponderante del particolato fine prodotto dagli impianti energetici; oltre 200 tonnellate/anno di metano incombusto, gas ad effetto serra 21 volte più potente della CO2; o 126 tonnellate/anno di monossido di carbonio CO, gas notoriamente velenoso; oltre 90 tonnellate/anno di Ammoniaca NH3C; oltre 40 tonnellate/anno di formaldeide CH2O, fortemente cancerogena; o 9 tonnellate/anno di ossidi di zolfo SOx; o 47 tonnellate/anno di altri idrocarburi: benzene (cancerogeno) ed altri idrocarburi aromatici tossici o cancerogeni.

Centrali IdroElettriche.
Problemi ambientali possono essere costituiti dal fatto che gli sbarramenti (dighe) bloccano il trasporto solido dei fiumi (sabbie e ghiaie) alterando l'equilibrio tra l'apporto solido e l'attività erosiva nel corso d'acqua a valle (erosione del letto del fiume e, talvolta, "taglio dei meandri" per la maggiore velocità) fino al mare dove, per il diminuito o nullo apporto solido si assiste al fenomeno dell'erosione delle coste; per non parlare dell'impossibilità dei pesci di risalire la corrente per andare a depositare le uova, col conseguente rischio per la specie e quel che ne consegue. Grandi bacini idroelettrici inoltre possono in alcuni casi avere impatti ambientali e socio-economici di diversa entità o gravità sulle zone circostanti (modifica del paesaggio e distruzione di habitat naturali, spostamenti di popolazione, perdita di aree agricole, ecc.) e lo studio di fattibilità deve essere particolarmente accurato soprattutto per quanto concerne l'analisi puntuale della geologia dei versanti e delle "spalle" su cui si attesterà la diga non tralasciando alcun particolare. Solo così si potranno evitare tragedie quali quella che nell'autunno del 1963 sconvolse la valle del Vajont (cancellando la cittadina di Longarone e d altri due centri del fondovalle con 1970 vittime).
Il gestore di un impianto idroelettrico di potenza nominale superiore a 220 kW deve corrispondere agli enti pubblici locali (comuni, provincia e regione) i cosiddetti Canoni Idrici, per la concessione e lo sfruttamento di acque pubbliche.

Energia Alternativa.
Per fonte di energia alternativa si intende un modo di ottenere energia elettrica fondamentalmente differente da quella ottenuta con l'utilizzo dei combustibili fossili, che costituiscono le fonti "non rinnovabili".
Spesso tale classe di fonti energetiche viene confusa o assimilata a quella delle fonti di energia rinnovabile (che in inglese sono sinonimi) o anche a quella delle fonti energetiche in grado di permettere uno sviluppo sostenibile. In realtà le fonti di energia alternativa comprendono una classe più ampia di forme di produzione di energia comprendendo "qualunque" modo di produzione di energia che non avvenga mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Una differenza sostanziale ad esempio è la presenza fra le fonti alternative dell'energia nucleare, che non viene compresa nelle altre due classi.
Il termine divenne di uso comune negli anni '70, a valle delle crisi petrolifere del 1973 e 1979, che avevano fatto vedere in maniera chiara le problematiche poste da un mondo dell'energia troppo dipendente dal petrolio e, in generale, dall'approvvigionamento di fonti fossili.
Negli ultimi trent'anni sono state investite nella ricerca in tal senso molte risorse umane ed economiche. Nonostante ciò, uno dei problemi è rappresentato da conflitti d'interesse tra chi dovrebbe investire i fondi nella ricerca e chi produce attualmente l'energia o chi vende petrolio: di conseguenza vengono a mancare le alternative per il futuro.
Ad oggi sta aumentando, da parte di numerosi ricercatori la preoccupazione per il futuro energetico dell'umanità. Secondo modelli ritenuti generalmente validi come ad esempio il modello di Hubbert, sembra che il petrolio sia in fase di esaurimento (molti pensano che si stia superando il picco di Hubbert). Se ciò si rivelasse vero, provocherebbe delle ripercussioni enormi (alcuni parlano di ripercussioni catastrofiche) sull'economia, lo sviluppo e il sostentamento dell'umanità nei prossimi decenni (in particolare del mondo industrializzato, che maggiormente utilizza queste fonti), in quanto estremamente dipendenti dal petrolio. Una via indicata da molti per non incappare in questi eventi, è l'emancipazione dall'utilizzo del petrolio come fonte energetica, investendo risorse, ricerca e fondi nello sviluppo di fonti alternative di energia, che attualmente ricoprono una percentuale pari a circa il 20% della produzione energetica mondiale.

Risulta pertanto FONDAMENTALE procedere ad uno sviluppo che tenga sempre presente il FRAZIONAMENTO DEL RISCHIO, non facendosi illusioni di poter produrre energia senza rischi ma riducendoli al minimo, non consentendo a nessun tipo di produzione di superare il 15 max 20% del fabbisogno energetico. 

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Meeting "Economia dei Rifiuti"

Si sono conclusi ad Ischia, presso l'Hotel Continental Terme, i lavori del Forum Internazionale "Economia dei Rifiuti", organizzato da Polieco (Consorzio nazionale per il riciclaggio dei rifiuti a base di polietilene). I rifiuti non devono più essere un problema, ma una risorsa ed un'opportunità economica che vada a beneficio di tutta la collettività. E' necessario promuovere una nuova cultura della consapevolezza sulla tematica dei rifiuti, perché, così come è ora, il sistema di gestione dei rifiuti in Italia è economicamente insostenibile. In questi due giorni abbiamo dato vita ad una Cernobbio dei rifiuti, dove Governo, forze dell'ordine, pubbliche amministrazioni ed imprese possono individuare nuove soluzioni nella gestione dei rifiuti, nel rispetto della sostenibilità economica ed ambientale. Queste le dichiarazioni di Enrico Bobbio, presidente di Polieco, che ha aperto e chiuso il Forum Internazionale Economia dei Rifiuti. Al Forum, moderato dai giornalisti Oliviero Beha e Luca De Biase, hanno preso parte Alfonso Pecoraro Scanio, il direttore di Ambiente Italia Duccio Bianchi, l'economista Antonio Massarutto, l'on. Giovanni Fava, componente della Commissione Bicamerale d'inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti, impegnati nel dibattito dal titolo "Economia dei rifiuti, dai rifiuti ai materiali". L'analisi del Sistema dei rifiuti in Europa è affidata a Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, on. Paolo Russo, presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, Stefano Laporta commissario dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), Thomas Ruttler, federal ministry for the Environment, Nature conservation and nuclear safety(Germania). Sabato 26 settembre gli interventi dei relatori sono stati dedicati al dibattito su Quali alternative, soggetti, regole e modelli organizzativi. Hanno preso la parola Alberto Pierobon, membro della Segreteria Tecnica del Ministero dell'Ambiente, il presidente di Federambiente Daniele Fortini, Stefano Leoni, presidente di WWF Italia e Franco Pasquali, segretario generale di Coldiretti. I lavori si sono conclusi col dibattito su Etica dell'Economia dei Rifiuti, con gli interventi di Francesco Paolo Sisto, membro della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, del filosofo dell'università Ca' Foscari di Venezia Umberto Galimberti, dei magistrati Amedeo Postiglione e Donato Ceglie. Durante il Forum è stato inoltre presentato lo studio, curato da Swg, La gestione dei rifiuti in Italia, che evidenzia come la questione ambientale sia una delle maggiori preoccupazioni degli italiani, subito dopo le problematiche legate alla crisi economica. Dallo studio emerge anche che gli italiani individuano come rifiuti soprattutto quelli solidi urbani, nonostante questi siano solo il 19% del totale e ritengono di essere abbastanza informati sia in merito al tema della separazione dei rifiuti sia sul riciclo, ammettendo comunque di avere poche informazioni su come poi il rifiuto viene gestito. I cittadini italiani nel contempo si dichiarano consapevoli del valore dei materiali contenuti nei rifiuti e si dicono fortemente disponibili a partecipare ad un ciclo economico di gestione dei materiali riciclabili che li veda protagonisti e beneficiari. Per informazioni Comunicazione Polieco Traiano Bertollini cell. 3358413880 t.bertollini@libero.it http://www.studiobertollini.com/

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