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mercoledì 5 febbraio 2014

«Giustizia italiana lumaca a vita?»




lunedì 27 gennaio 2014

La settimana di passione della Giustizia Italiana




sabato 18 gennaio 2014

Finito l'incontro Renzi-Berlusconi. Più di due ore di faccia a faccia.

Berlusconi, in compagnia di Gianni Letta, è arrivato alla sede del Pd per incontrare Renzi e discutere della legge elettorale. Colloquio terminato dopo oltre due ore. E intanto l'esecutivo trema. 
Un incontro storico, una giornata cruciale per le sorti del governo Letta. Silvio Berlusconi, in compagnia di Gianni Letta, è arrivato puntualissimo alla sede del Partito Democratico per incontrare il segretario Matteo Renzi

lunedì 23 dicembre 2013

L’amministrazione della giustizia italiana? Spartita fra le correnti dei magistrati.




martedì 17 dicembre 2013

RINNOVAMENTO A DESTRA !




lunedì 2 dicembre 2013

GIUSTIZIA ALL'ITALIANA: CAUSA RINVIATA PERCHÉ «TROPPO GIOVANE»




martedì 5 novembre 2013

Riformare la Costituzione prima della legge elettorale

di Aldo A. Mola in Il Giornale del Piemonte.

Quale legge elettorale oggi conviene all’Italia? Il maggioritario? Il proporzionale? Il Parlamento annaspa, pungolato da chi dimentica che non serve una leggina ma, anzitutto, la riforma della Costituzione. Con buona pace di Benigni Roberto, uno dei tanti comici elevati a Maestri di Politologia, e degli Zagrebelsky, Rodotà ecc., la Carta del 1° gennaio 1948 non è affatto “la più bella del mondo”. A tacer d’altro, gli articoli 56 e 57 fissano il numero dei deputati e dei senatori (un errore che lo Statuto albertino si guardò bene dal commettere). Se se ne volessero uno in più o cento di meno, bisogna modificarla, con i tempi ben noti. Se si vuole eliminare il costosissimo CNEL (Consiglio dell’economia e del lavoro, un reliquato del corporativismo fascista, che fu cosa molto più seria), bisogna abolire l’art. 99…; e via continuando. E’ una Carta  con articoli bisognosi di toppe per evitarle sdruciture  e strappi.  
Dal 1848 al 1913 l’Italia non ebbe né proporzionale né maggioritario ma i collegi uninominali a doppio turno, dai quali scaturì la miglior classe dirigente della storia nazionale. Dal 1948 il  proporzionale fu il paravento del bipartitismo imperfetto (formula calzante  di Giorgio Galli): da un lato la Democrazia cristiana e suoi alleati, dall'altro il Partito comunista italiano. La coabitazione/spartizione venne aggiustata col varo delle Regioni, finite per metà sotto controllo dei comunisti e del Partito socialista, che era al governo a Roma con la DC ma in periferia col PCI (accadde anche in Piemonte, Campania…). Falso proporzionale, bipolarismo fattuale: un sistema rovinoso. La storia ora presenta il conto: molti nodi ingarbugliati. Come scioglierli? Nell'Italia attuale nessuno ha la spada di Gordio. Lo stesso Giorgio Napolitano ha una sola carta da sventolare: le dimissioni. Ma non fa paura, perché gli vengono chieste da settori dell’opposizione mentre crescono le perplessità di parti consistenti della stessa friabile maggioranza. 
Fonte: Blog - Luigi Pruneti - Articolo Completo QUI !

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venerdì 1 novembre 2013

La storia della legge elettorale (e della politica italiana)

65 anni di amore, odio e cambiamenti. D'Alimonte: "Per la paura di perdere, i partiti preferiscono non vincere". 
di Claudia Daconto
Proporzionale, maggioritario, proporzionale corretto dal premio di maggioranza: dal secondo dopo guerra in poi l'Italia ha sperimentato sistemi elettorali diversi. Quale ha funzionato meglio? E che tipo di legge elettorale è in grado di garantire, oggi, adeguata rappresentanza alle forze politiche e stabilità di governo? Tra le riforme cui l'esecutivo Letta avrebbe dovuto mettere mano fin dall'inizio, c'era anche quella per il superamento del cosiddetto Porcellum. Eppure, a sei mesi dal suo insediamento, e nonostante le larghe intese, nessun accordo è ancora stato trovato. Forse perché per la paura di perdere, nessuno cerca di vincere.

Fonte: Panorama - Articolo Completo QUI !

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domenica 22 settembre 2013

Fisco locale, è rivoluzione: i Comuni potranno usare il ruolo

equitalia

Con ‘Destinazione Italia’ gli enti locali potranno riscuotere i tributi e le altre entrate utilizzando direttamente il ruolo. Più morbido il trattamento dei ‘ritardatari’. Ma Equitalia rimane in gioco.

Il pacchetto fiscale contenuto in ‘Destinazione Italia‘ prende forma, nelle ore in cui il piano incassa il via libera dell’esecutivo. La commissione Finanze della Camera ha licenziato una serie di novità che nelle ambizioni del legislatore dovrebbero puntare verso l’unico vero obiettivo possibile, la crescita e il rilancio degli investimenti. Abbiamo già tratteggiato per sommi capi la riforma del catasto, con la revisione degli immobili non censiti, il passaggio ai metri quadri e al valore di mercato come marcatore catastale. Oltre a ciò, la delega fiscale porterà l’estensione agli enti locali della riscossione a mezzo ruolopiù tutele per chi paga a rate i debiti fiscali e ritocchi formali per il primo via libera alla codificazione dell’abuso del diritto. Si proverà anche a portare alla cassa anche i colossi multinazionali dell’informatica (Amazon, Google, Apple, ecc.) per fargli versare le imposte sulle attività italiane, in percentuale sui ricavi. È il cosiddetto ‘Emendamento Google’. 

giovedì 19 settembre 2013

ROMA: Attenti ad Equitalia ! Scommette sull'ignoranza dei contribuenti e tenta il colpo, violando 2 leggi.




mercoledì 18 settembre 2013

Una relazione da leggere con spirito scevro da pregiudizi !




sabato 14 settembre 2013

11 settembre 2013 - Le sanzioni amministrative in materia bancaria e finanziaria - incontro presso l'Associazione Nazionale fra le Banche Popolari.

L'attenta analisi dell'avv. prof. Francesco Carbonetti sulla vigente disciplina delle sanzioni amministrative in materia bancaria e finanziaria e il successivo nutrito dibattito hanno evidenziato la necessità di una riforma organica della materia, oggi caratterizzata da difformità e incoerenze. 
In particolare, occorre procedere a una delimitazione dei comportamenti sanzionati, da circoscrivere ai casi in cui gli interessi generali tutelati risultano effettivamente lesi. E' opportuno inoltre che destinatari delle sanzioni siano le persone giuridiche, anziché le persone fisiche, come già avviene nella disciplina antitrust e in quella assicurativa. Occorre infine rivedere radicalmente il sistema delle impugnazioni dei provvedimenti sanzionatori, per i quali la competenza andrebbe attribuita al neo costituito Tribunale dell'Impresa. 
Si rende pertanto urgente un intervento del Parlamento che dovrebbe attribuire al Governo una delega per un'ampia riforma della disciplina in questione". 

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domenica 25 agosto 2013

Le dieci piaghe della giustizia che l'Italia ora deve debellare

di Renato Brunetta

Dalla lunghezza dei processi ai privilegi dei magistrati, il Paese ha bisogno di una riforma radicale per rendere il sistema finalmente equo ed efficiente.
La giustizia in Italia non funziona. È un dato di fatto, inutile girarci attorno. Inutile nascondersi dietro i processi di Berlusconi: è solo una scusa per non fare una riforma fondamentale per il nostro Paese e che tutto il mondo ci chiede. Il programma iniziale di questa maggioranza prevedeva una riforma delle istituzioni che rafforzasse il potere politico, per poi procedere, con una rinnovata autorevolezza, alla riforma della giustizia. La strada ce l'ha indicata il capo dello Stato che, con le dichiarazioni a seguito della sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi, ha evocato il lavoro dei saggi da lui incaricati nell'aprile scorso per studiare i termini di una riforma della giustizia. Ma si può fare ancora di più: parallelamente alla riforma della giustizia, promuovere la raccolta firme per i referendum radicali, almeno un milione entro la fine di settembre 2013. La giustizia italiana va riformata da cima a fondo. 
L'Italia è il Paese con maggior necessità di interventi migliorativi nel settore della giustizia.

  1. Il numero di casi pendenti
  2. Processi troppo lunghi
  3. Un costo esagerato
  4. Un budget troppo alto
  5. Salari e stipendi
  6. Una scarsa «accountability»
  7. Meritocrazia zero
  8. Avanzamenti di carriera
  9. E la responsabilità civile?
10. Da zero a uno: meno di 0,5

Fonte: IL GIORNALE - Articolo Completo QUI

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Ultimo treno per la giustizia

Pannella e il Cav. Un vecchio savio matto e un macchinista senza agibilità. Ma loro possiedono l’unico salvacondotto che conti per l’Italia. Riformare la magistratura, che non si lascerà mai riformare.
Va a finire - non sarebbe la prima volta - che il più savio di tutti è un vecchio matto con gli occhi spiritati da sciamano e la coda di cavallo. 
Marco Pannella sta offrendo, con i referendum, il biglietto per l’ultimo treno. Non certo l’ultimo treno per Berlusconi, che non ha più neppure il passaporto, e il cui potente salvacondotto si è rivelato fantomatico più dell’arma segreta di Hitler. No, il fischio del capostazione annuncia l’ultimo treno per la riforma della giustizia, il solo salvacondotto che conti per l’Italia, il “grande veicolo” su cui salire tutti. L’ultimo, si badi: non ci saranno a breve altre partenze, e a quel punto toccherà farsela a piedi, e ci vorranno anni o decenni. Non si annuncia come un viaggio comodo: la destinazione è incerta, le rotaie dissestate, il percorso disseminato di strettoie, ponti scricchiolanti e carcasse lasciate a marcire sui binari. Ma è la sola via possibile, o almeno la più realistica. Perché se è vero, come ha scritto Angelo Panebianco, che un potere forte e unito (la magistratura) non si lascerà mai riformare da un potere debole e diviso (la politica), ne consegue che l’unica flebo per iniettare in tempi brevi vigore e legittimità al potere cagionevole è un mandato popolare inequivocabile. 

Fonte: IL FOGLIO - Articolo Completo QUI

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mercoledì 14 agosto 2013

Così com'è la giustizia amministrativa blocca l’Italia

Opere bloccate e ritardi: i tribunali amministrativi vanno sostituiti da arbitrati, come in Europa. 
Ci sono due termini che sempre più spesso viaggiano in coppia: tribunali amministrativi e bloccato. Infrastrutture, norme, porti e ciò che di primo acchito sembra essere una riforma. Il Tar ha bloccato l’uso esclusivo della lingua inglese in un’università del Nord Italia, ha bloccato la costruzione in Sicilia di uno dei quattro pilastri del Muos, il sistema radaristico americano in grado di estendere i principi dell’homeland security a mezzo mondo e perfezionare la gestione del personale militare nei teatri di guerra. Il Tar ha bloccato la costruzione della linea ferrata Rho-Malpensa, il treno dell’Expo.
Sono solo alcuni esempi di sentenze. Tutte in divenire. Perché poi le Amministrazioni impugnano e l’incertezza si trasforma in prassi. Finendo col nascondere agli occhi degli italiani la vera essenza della giustizia amministrativa: la tutela del cittadino dagli abusi del pubblico. Fine che si persegue con l’indipendenza del processo nel quale, rubando le parole al francese Jean Rivero, gli organi della giustizia amministrativa non siano più i giudici della legalità amministrativa, ma i giudici amministrativi della legalità.

Fonte: LINKIESTA - Articolo Completo QUI

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venerdì 2 agosto 2013

Berlushenko in prigione, giustizia italiota in stile ucraino

Serve una rivoluzione liberale, democratica, non violenta. Il programma minimo mi pare il seguente:
  1) abolire la farsa dell’inaugurazione dell’anno giudiziario in tutta Italia;
  2) separare le carriere di giudici e ppmm dalla culla alla tomba anche con norma costituzionale;
  3) sportello giudiziario unico per il cittadino con abolizione in Costituzione di tutte le magistrature speciali, a cominciare dalla randomica giustizia amministrativa, visto che lo stesso Sandulli confessava di trovare evanescente il confine tra diritto soggettivo e interesse legittimo, che serve solo a dar lavoro a decine di migliaia di avvocati in più e a dare migliaia di parrucche togate in più;
  4) principio dello ‘stare decisis’, del precedente vincolante, per far finire la buffonata della giustizia oscillante e in stato di ubriachezza. Quando il giudice di merito decide diversamente deve dichiarare perché il caso sia diverso dal precedente giurisprudenziale da cui si discosta;
  5) legge costituzionale che prevede un solo giudice monocratico per decidere tutti, dicansi tutti, i milioni di processi civili arretrati;
  6) responsabilità civile e penale dei magistrati disciplinata in Costituzione con norme speciali anti-pappa e ciccia tra colleghi;
  7) incompatibilità tra esercizio della professione forense e carica parlamentare per farla finita col partito degli avvocati denunciato da Piero Calamandrei;
  8) riserva di codice penale in Costituzione per sapere con certezza quali e quanti sono i reati (oggi nessuno conosce, nemmeno alcune procure, il reato di conferimento abusivo di cavalierati, avvenuto sotto il naso di importantissimi palazzi di potere);
  9) maggioranza assoluta per prevedere nuovi reati in Costituzione;
10) inappellabilità delle sentenze di assoluzione salvo nuove prove;
11) abolizione dell’azione penale obbligatoria tranne che per reati contro lo Stato, contro le pubbliche amministrazioni, per omicidio e violenza sessuale contro i minori;
12) totale abolizione degli incarichi extragiudiziali dei magistrati.
Sull'alto colle dicono che ora, dopo la condanna definitiva di Berlushenko, ci sono le condizioni per riformare la giustizia. Un po’ come se tre amici che fino a un minuto prima giocavano a tressette, col morto ancora caldo accanto, dicessero «finalmente possiamo giocare a traversone». Prepariamoci a lunghe file con le arance in mano per visite domiciliari ad Arcore o a Villa Certosa. Come in Ucraina.

Fonte: Notizie Radicali - Articolo Completo QUI

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martedì 11 giugno 2013

GIUSTIZIA: Processi sempre più lunghi e, in tempi di crisi, aumentano le cause di lavoro.

Presentato il IV Rapporto PIT Giustizia di Cittadinanzattiva
Otto anni e tre mesi la durata media di un processo penale, il doppio rispetto al 2010 e con punte di oltre 15 anni nel 17% dei casi. Ancora peggio in ambito civile dove, ad esempio, il 20% dei procedimenti si protrae dai 16 ai 20 anni. 
La crisi economica si riflette sulle cause avviate: nel civile si impennano le controversie in ambito lavorativo e previdenziale (dal 13% nel 2010 al 21,5% nel 2011) e quelle relative ai diritti reali (+6,5%). Nel penale, crescono i reati contro il patrimonio (34% rispetto al 19% del 2010).
E’ quanto emerge dal IV Rapporto PIT Giustizia presentato il 23 maggio al Senato della Repubblica da Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva. Il Rapporto nasce da un anno di ascolto dei cittadini che si sono rivolti al servizio di informazione, assistenza ed intervento PIT Giustizia (06.36718484, pit.giustizia@cittadinanzattiva.it
In testa alle segnalazioni dei cittadini le problematiche in ambito civile (con il 72%, nel 2010 erano il 78%), crescono le azioni giudiziarie avviate in ambito penale: si passa dal 16% del 2010 al 24% nel 2011. Ultime quelle che riguardano il settore amministrativo: 4% nel 2011, l’anno precedente erano il 6%.
E in tempi di crisi, non decolla nemmeno la giustizia low cost. Ad esempio, il gratuito patrocinio è accessibile solo al 2% di chi si è rivolto a Cittadinanzattiva (nel 2010 era l’11%), lo stesso Ministero della Giustizia conferma che tra 2008 e 2010 le richieste di accesso sono aumentate (da 113.384 a 115.237) ma le persone ammesse sono leggermente diminuite (da 98.541 a 98.018). La mediazione civile facoltativa è sfruttata solo nel 10% dei casi e quella obbligatoria risulta inefficace nel 65% dei casi, sostanzialmente per la mancata presenza della controparte.
 “La giustizia italiana rischia di restare prigioniera di interessi particolari, mentre i cittadini continuano a pagare lo scotto dell’inefficienza del sistema giudiziario”, afferma Mimma Modica Alberti, coordinatrice nazionale di Giustizia per i diritti-Cittadinanzattiva. “Le storie che i cittadini hanno raccontato al nostro servizio PIT sono accomunate da disorientamento e sconforto. Per questo crediamo che alcune riforme vadano fatte anche per liberare risorse a favore dei cittadini: innanzitutto, la revisione degli uffici giudiziari; la costituzione di apposite sezioni dei tribunali civili che gestiscano l’arretrato, anche richiamando magistrati ed avvocati in pensione; la depenalizzazione di alcuni reati penali che possono essere sanzionati con l’azione amministrativa, ad esempio gli illeciti edilizi di scarsa rilevanza; una azione per dare impulso alla mediazione, informando correttamente i cittadini e sanzionando Asl e strutture ospedaliere che non si presentano al tavolo. Fra le tante problematiche relative ai consulenti tecnici di ufficio (CTU, ad esempio i medici legali nei casi di cause per responsabilità medica, ingegneri o geometri nelle cause di proprietà) sicuramente vi è la necessità di fissare in 60 giorni i tempi massimi per la consegna dell’elaborato che serve al giudice per emettere sentenza ”.
Il Rapporto e le proposte sono disponibili sul sito web http://www.cittadinanzattiva.it/.
Rapporto fra cittadini ed avvocati. I cittadini che ci contattano richiedono per lo più informazioni su perché un processo dura troppo a lungo, su quali possono essere le strade per ottenere un giusto risarcimento per i danni subiti dal ritardo ingiustificato, o per segnalarci problemi con i legali. Su quest’ultimo punto, in particolare ci chiedono info su congruità delle parcelle, stato della pratica, decorrenza termini per denunce e ricorsi. 

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lunedì 3 giugno 2013

Napolitano: la riforma elettorale va fatta, senza dover tornare al proporzionale

Non ci sono scuse o attenuanti. Per Giorgio Napolitano 18 mesi è un tempo appropriato per le riforme. E sul presidenzialismo? «Non parlo né oggi né mai», afferma, incontrando i giornalisti al Quirinale, preferendo non intervenire su una questione che investe direttamente il suo ruolo. Per quanto riguarda la durata (e la tenuta) dell'esecutivo Letta, il capo dello Stato, al suo secondo mandato, spiega che «il governo senza dubbio è a termine», per poi aggiungere che «assolutamente» non c'è una scadenza per l'esecutivo attuale di larghe intese. «Apprezzo la scelta dei partiti che comporta sacrifici», continua, facendo riferimento alla decisione di dare vita a un governo composito dal punto di vista politico, che ... 
Il Sole 24 Ore - leggi su http://24o.it/wGEcq

Ne parliamo da alcuni decenni ! (Montanelli)

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martedì 30 aprile 2013

Governo Letta: i programmi su IMU, IVA, lavoro e imprese

Camera dei Deputati
Sospensione rata IMU sulla prima casa a giugno, niente aumento IVA a luglio, politiche per il lavoro e l’imprenditorialità, sostegno alle PMI: ecco i punti chiave del discorso con cui il presidente del Consiglio Enrico Letta si è presentato alle Camere chiedendo la fiducia.
E tra le priorità per il mondo delle imprese, in particolare PMI, in programma c’è una nuova stagione di dialogo per sostenere competitività e crescita, semplificazioniburocratiche e fiscali, meno tasse sul lavoro, più incentivi.
Insieme alla crescita economica, i due focus saranno cambiamento e moralizzazione della politica come emerso dal voto di febbraio.
ministri non prenderanno lo stipendio aggiuntivo per l’incarico governativo ma solo l’indennità di parlamentare e tra le riforme istituzionali la prima sarà la legge elettorale.
Il tutto, inserito in una cornice europea dalla quale l’Italia non può e non deve uscire, mantenendo anzi il ruolo propulsivo dimostrato nell’ultimo anno e promuovendo quelle politiche di rinnovamento che sono necessarie per andare avanti sulla strada per una maggior integrazione europea (Letta ha parlato di Stati Uniti d’Europa).
Un discorso programmatico che non nasconde l’emergenza del momento (economica ma anche politica), e che ora sarà chiamato alla (non facile) prova dei fatti. Nel frattempo, analizziamo nel dettaglio i provvedimenti di politica economica annunciati da Letta. 

martedì 12 marzo 2013

SI ALLA RIFORMA DEI MUNICIPI !

Roma - Campidoglio
La delibera è stata approvata con 32 voti a favore, 4 contrari e 4 astenuti. La nuova struttura amministrativa del territorio comporta la ridefinizione dei confini esistenti, che sono attualmente 19: viene creata una 'city' che comprende un grande centro storico al quale si unisce la zona di Prati. In base alla delibera arrivata in aula vengono, infatti, unificati i Municipi I e XVII (Prati), II e III e cioè Trieste-Salario, Parioli e San Lorenzo, VI e VII (Pigneto e Alessandrino) e IX (Prenestino) e X, con la conseguente rinumerazione degli esistenti.
Fonte Roma Today
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