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martedì 30 maggio 2017

IL VINO...La mia Vita da oltre 50anni !

Vorrei sottolineare che nelle Gallie i primi impianti dovrebbero essere stati fatti da alcuni coloni Greci, poi dagli antichi Romani che, quando montavano il "Castrum" avevano una priorità nel piantare i Vitigni e l'Insalata Romana (''questo ci dice che già sapevano che il Campo sarebbe durato anni, la Vite inizia a dare i primi frutti dopo tre anni''). 
I Vitigni piantati, che originano sui colli della Toscana Centrale, possono essere così inquadrati:
  • ''Predicato di Biturica'' (Cabernet Sauvignon). 
  • ''Predicato di Muschio'' (Chardonnay) 
  • ''Predicato del Selvante'' (Sauvignon)
  • ''Predicato di Cardisco'' (Sangiovese)
Questo per dovere di chiarezza sulle origini non "Francesi". 

                 Giancarlo Bertollini





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giovedì 29 dicembre 2016

Capodanno: storia, origini, riti, usanze e leggende.

IL PRIMO GIORNO DELL’ANNO NEL MONDO
Lenticchie, botti, frutta e tradizioni dei diversi Paesi del Globo.
In tutto il mondo si festeggia il Capodanno: per ogni Paese esistono diverse usanze, pagane o religiose, a cui occorre far fede per portare fortuna al nuovo anno che arriva. La mezzanotte segna un momento di passaggio che ricorda al mondo la fine di qualcosa e l'inizio di un nuovo percorso da fare. Tutti i simboli e le usanze di Capodanno hanno radici storiche molto antiche e radicate che spesso non sono conosciute. Perché ci si veste di rosso? Perché ci si bacia sotto il vischio? Perché porta bene mangiare le lenticchie o il melograno? Perché si sparano i botti? Perché si gettano le cose vecchie? Andiamo a scoprirlo...

IL CAPODANNO. Capodanno è il primo giorno dell'anno. Nel mondo moderno il Capodanno cade il 1º gennaio del Calendario Gregoriano in uso ai fini civili in tutto il globo. Nella larghissima maggioranza degli Stati è un giorno di festa. Il 1 gennaio cade anche la festa solenne dedicata alla Madre di Dio.

ORIGINI E STORIA DEL CAPODANNO. Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno. Per i Babilonesi il nuovo anno cominciava con la rinascita della Terra, cioè con la primavera. Ecco come si è arrivati a festeggiare il nuovo anno il 1 gennaio: fu Giulio Cesare, nel 46 a.c., a creare il "Calendario Giuliano" che stabiliva che l'anno nuovo iniziasse il primo gennaio. Il primo di gennaio i Romani usavano invitare a pranzo gli amici e scambiarsi il dono di un vaso bianco con miele, datteri e fichi, il tutto accompagnato da ramoscelli d'alloro, detti strenne, come augurio di fortuna e felicità. Il nome strenna derivava dal fatto che i rami venivano staccati da un boschetto della via sacra ad una dea di origine sabina: Strenia, che aveva uno spazio verde a lei dedicato sul Monte Velia. La dea era apportatrice di fortuna e felicità; il termine latino "strenna", presagio fortunato, deriva probabilmente proprio dalla dea. Nel Medioevo molti Paesi europei usavano il Calendario Giuliano, ma vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno. Tra queste per esempio il 1 marzo (capodanno nella Roma repubblicana), il 25 marzo (Annunciazione del Signore) o il 25 dicembre (Natale). Solo con l'adozione universale del Calendario Gregoriano (dal nome di papa Gregorio XIII, che lo ideò nel  1582), la data del 1 gennaio come inizio dell'anno divenne infine comune. 

LENTICCHIE A MEZZANOTTE. Uno dei riti più conosciuti in tutta Italia è quello di mangiare le lenticchie allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Questa usanza sembra che favorisca l'abbondanza e la ricchezza: i legumi, infatti, sono considerati un cibo in grado di nutrire e di opporsi alla fine del tempo in vista di una generazione di prospettive valide per il futuro. In sostanza l'affermazione della vita contro quella che sembra essere una fine che suscita paure ataviche.

I BOTTI DI CAPODANNO. Anche i "botti" di Capodanno sono la manifestazione della volontà di allontanare le forze del male e gli spiriti maligni che si scatenano in un momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno, dalla fine all'inizio del tempo. I "botti" oggi rappresentano anche l'allegria per l'arrivo del nuovo anno.

LANCIARE I COCCI A MEZZANOTTE. L'usanza più caratteristica come rito di eliminazione del male, fisico e morale, che si è accumulato nell'anno trascorso è quella di lanciare i cocci a mezzanotte. Questa usanza è diffusa in diverse parti d'Italia ed è ancora viva nelle grandi città come Napoli e Roma.

L'UVA PASSA. La tradizione vuol che oltre alle lenticchie anche la scelta di mangiare dell'uva passa nel corso della notte di Capodanno porti soldi in abbondanza nel nuovo anno.

LE STRENNE. Un altro elemento propiziatorio è dato dalle strenne: ricevere molti regali, infatti, accumulerà l'abbondanza per tutto l'anno. L'uso presso i romani si chiamava "streniarum commercium". In varie regioni, durante la notte di Capodanno, gruppi di giovani vanno per le strade a cantare la "strenna", con gli auguri di un felice anno nuovo e la richiesta di doni.

I "PRODIGI". Durante il Capodanno, in diverse regioni d'Italia, vengono rievocati i prodigi. A Pettorano sul Gizio, in Abruzzo, vi è la credenza che, nel preciso momento in cui scocca la mezzanotte di Capodanno, l'acqua del fiume si arresti e diventi d'oro, e subito dopo torni a scorrere come prima. Una donna ignara del prodigio, si trovò ad attingere proprio in quell'attimo e invece dell'acqua portò a casa la conca piena d'oro.

LA PRIMA PERSONA CHE SI INCONTRA PER STRADA. Allo scoccare della mezzanotte è importantissima la prima persona che si incontra per strada. È di buon augurio, infatti, incontrare un vecchio o un gobbo, mentre se si incontrerà un bambino o un prete si avrà disgrazia. La ragione di queste credenze è nel principio dell'analogia: il vecchio vuol dire che si vivrà a lungo; il gobbo porta bene sempre, tanto più nel giorno in cui tutte le forze hanno il massimo potere. In Piemonte, invece, porta fortuna incontrare un carro di fieno o un cavallo bianco.

LAVORO O RIPOSO? In Abruzzo porta bene che le donne diano inizio a quante più faccende è possibile fare, mentre in altre regioni il primo dell'anno deve trascorrere in riposo, altrimenti si lavorerà per tutto l'anno. 

I PRIMI 12 GIORNI DEL NUOVO ANNO. Un'altra tradizione diffusa è legata alle "calende": si ritiene, infatti, che dal tempo che farà nei primi dodici giorni dell'anno si possa prevedere quello che farà nei dodici mesi. In alcune regioni, come il Friuli Venezia Giulia, si cerca una conferma estendendo l'osservazione ai successivi dodici giorni, ossia fino a San Paolo, facendo però riferimento ai corrispondenti dodici mesi in senso inverso. Delle calende si hanno testimonianze bizantine fin dal secolo X d.c.

PREVISIONE DEL PREZZO DEL GRANO. Un altro pronostico è quello dei contadini per prevedere quale sarà il prezzo del grano. I contadini, infatti, prendono dal pagliaio una spiga, di cui scelgono dodici chicchi e li pongono sul focolare entro un cerchio di brace. Se il chicco abbinato a un mese salta in avanti, il prezzo del grano in quel mese aumenterà: se all'indietro, diminuirà.

BACIARSI SOTTO IL VISCHIO. Un'altra tradizione ancora molto seguita è quella di baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio. A mezzanotte, come brindisi speciale, il bacio sotto al vischio con la persona amata vi porterà amore per tutto l'anno. Il vischio è una pianta benaugurale che dona prolificità sia materiale che spirituale. Sacro ai popoli antichi, i Druidi lo usavano nei sacri cerimoniali e nelle celebrazioni di purificazione, mentre i Celti ritenevano che quest'arboscello nascesse dove era scesa una folgore e che una bevanda particolare composta di questa pianta fosse un potente elisir contro la sterilità.

VESTIRE BIANCHERIA INTIMA ROSSA. La tradizione italiana segue anche l'usanza di vestire della biancheria intima rossa la sera di Capodanno. Si tratta di un modo per attirare i buoni auspici per il nuovo anno. Per il cenone dunque è d'obbligo un intimo color rosso sia per gli uomini che per le donne. Gli antichi romani lo indossavano come simbolo di sangue e guerra per allontanare la paura. Oggi è diventato un auspicio di fortuna per il nuovo anno.

MANGIARE 12 CHICCHI D'UVA. In Spagna c'è la tradizione di mangiare alla mezzanotte dodici chicchi d'uva, uno per ogni rintocco dei dodici scoccati da un orologio (il principale è quello di Puerta del Sol a Madrid).

APRIRE LA PORTA DI CASA. In Russia, dopo il dodicesimo rintocco, si apre la porta di casa per far entrare l'anno nuovo.

I MELOGRANI E L'UVA. Sono i frutti che non devono mancare sulla tavola del cenone di Capodanno. Sembra che portino fortuna...anche solo a guardarli. Il melograno simboleggia la fedeltà coniugale ed è di buon auspicio mangiarne per Capodanno. La leggenda narra che Proserpina, dopo aver mangiato questo frutto, sia stata condannata a passare il resto della vita nell'Ade, insieme a Plutone suo sposo.

GETTARE LE COSE VECCHIE. In segno di cambiamento con l'arrivo del nuovo anno è di buon augurio gettare le cose vecchie.

IL CAPODANNO IN ECUADOR ED IN PERU'. In Ecuador ed in Perù si esibiscono fuori la propria abitazione dei manichini di cartapesta, ed a mezzanotte vengono bruciati per le strade.

IL CAPODANNO IN GIAPPONE. In Giappone, prima della mezzanotte, le famiglie si recano nei templi per bere sakè ed ascoltare 108 colpi di gong che annunciano l'arrivo di un nuovo anno (si ritiene che il numero dei peccati che una persona commette in un anno sia questo ed in questo modo ci si purifichi).

IL CAPODANNO IN GERMANIA. In Germania il Capodanno si festeggia in maschera come a Carnevale.

IL CAPODANNO IN INDIA. In India il Capodanno non può essere festeggiato in casa: è obbligatorio uscire in strada.

IL CAPODANNO IN ROMANIA. A Capodanno in Romania si fanno gli auguri agli animali. In questo Paese sono ancora vive antiche usanze e credenze popolari, ad esempio in alcune zone si crede ai folletti e alle fate, si seguono riti propiziatori con pane, acqua o elementi semplici. In molti casi la tradizione è legata alla natura, come nel caso della notte di San Silvestro. A Capodanno in Romania è infatti buona usanza parlare con gli animali che si incontrano facendo loro gli auguri per il nuovo anno.

IL CAPODANNO IN GRECIA. In Grecia c'è l'usanza che il primo ad entrare in casa deve rompere un melograno a terra.

IL CAPODANNO IN SUDAMERICA. In Sudamerica c'è l'usanza di mangiare chicchi d'uva e di esprimere dodici desideri: uno per ogni mese dell'anno. In Brasile invece è d'obbligo indossare vestiti bianchi o dorati.

di Gioia Maria Tozzi

N.B.
Trattandosi di un articolo di particolare interesse per una migliore informazione, lo abbiamo semplicemente ripubblicato ai sensi delle normative vigenti:

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venerdì 24 giugno 2016

INFIORATA STORICA DI ROMA 28 E 29 GIUGNO 2016

VI Edizione dell’Infiorata storica della Capitale. Torna la manifestazione organizzata dalla Pro Loco Roma Capitale, il tassello più popolare della storia di Roma che lega la comunità al territorio. 
Una festa storica che conserva intatta ancora oggi la sua bellezza nel tripudio di colori e nell'esaltazione dell’arte.
La tradizionale Infiorata, nata proprio a Roma nella prima metà del XVII secolo, si terrà in piazza Pio XII e in via della Conciliazione il 28 e il 29 giugno, in onore del Santo Padre, in occasione della festa dei SS. Pietro e Paolo, i Patroni della Capitale. Fedeli e visitatori potranno ammirare la bellezza variopinta di un'antica celebrazione, caratterizzata dall’esposizione di quadri realizzati con petali di fiori freschi, secchi, trucioli di legno, una vera e propria mostra a cielo aperto che allieterà i fedeli durante la Santa Messa e l’Angelus recitato da Papa Francesco.
Diverse le novità di quest'anno: la partecipazione, con costumi disegnati da Michelangelo de “I Fedeli del Campidoglio”, provenienti da Vitorchiano, una memorabile rievocazione storica e lo spettacolo degli Sbandieratori “Draghi di Castel d'Ariano”.
Presiederanno all'iniziativa i Rappresentanti del Comitato Organizzatore, Lucia Rosi, Presidente della Pro Loco Roma Capitale, Mauro Abbondanza, Responsabile Comunicazione Pro Loco Roma Capitale e i giovani del Servizio Civile Nazionale UNPLI affidati alla Pro Loco Roma Capitale. Saranno presenti i Rappresentanti Istituzionali del I Municipio Roma Capitale, della Regione Lazio e dell’UNPLI, Unione Nazionale Pro Loco d’Italia. La manifestazione, patrocinata dalla Regione Lazio e da Roma Capitale I Municipio, convoglia ogni anno decine di migliaia di persone che attestano l’importanza di coniugare questa antica tradizione con la valorizzazione e promozione del patrimonio culturale.
L’Infiorata rappresenta un evento di ampio respiro per la promozione turistica della capitale, un appuntamento fisso da non perdere, un’iniziativa culturale per ritrovare la bellezza delle nostre radici, mettere in luce la particolarità dell’artigianato floreale, rilanciare la creatività e rivalutare il patrimonio della Capitale nella splendida cornice di Piazza Pio XII.
L’iniziativa ha l’intento di mostrare le diversificate esperienze artistiche di tappeti di Arte Effimera, di difenderne la secolare tradizione e promuoverne peculiarità nel mondo. Una meravigliosa kermesse da non perdere.

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giovedì 17 marzo 2016

Federico II in 3 minuti !

Federico II in 3 minutiFederico II in 5 minuti
Pubblicato da Siciliae Regnum su Martedì 15 marzo 2016
Essendo stato, Castel del Monte, probabilmente concepito quale luogo di iniziazione per i Cavalieri Templari, le probabilità che Federico II non lo frequentasse risultano particolarmente elevate. Pertanto TUTTA la storiografia ufficiale andrebbe rivista !
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sabato 19 dicembre 2015

Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria

Prof. Nicola Marinosci
Una giornata affascinante passata con due amici fraterni e una guida d'eccezione. 
Oggi siamo andati a visitare la Porta Alchemica (detta anche Magica) di Piazza Vittorio, superstite della, ahinoi, distrutta villa del Marchese Massimiliano Palombara dove si studiava come trasformare il piombo in oro. A seguire siamo andati al Museo di S. Spirito in Sassia dove ci attendeva il Prof. Nicola Marinosci, del Consiglio di Reggenza dell'Accademia di Storia dell'Arte Sanitaria, già Direttore Sanitario della Croce Rossa Italiana, che ci ha guidati in una dotta visita delle varie sale ricche di storia, di strumenti e reperti (custodisce il probabile Cranio di Plinio il Vecchio) fino alla incredibile Sala dell'Alchimista con la ormai storica riproduzione della Porta Alchemica di Piazza Vittorio.
Sala dell'Alchimista
Porta Magica - S.Spirito 


Cranio di Plinio il Vecchio?
Dalla Porta Magica al Quadrato Magico !?!





martedì 30 giugno 2015

75 anni fa nei cieli di Tobruch l’ultimo volo di Italo Balbo: un eroe italiano.

L’enorme modernizzazione della Libia fatta da Balbo.
In Africa Balbo si gettò a capofitto nella riorganizzazione della colonia, favorendo l’afflusso di immigrati italiani e seguendo una politica di pacificazione e di integrazione con i musulmani locali. Fondò città, villaggi, costruì strade (tra cui i 1800 chilometri della via Balbia) e strutture sanitarie, aumentando il benessere e il livello di vita delle popolazioni libiche. Accusato falsamente di aver speso troppi soldi in opere pubbliche, la Ragioneria dello Stato dette successivamente atto a Balbo di aver speso i soldi con grande oculatezza e – ovviamente – di non essersi arricchito su questi ingenti lavori. In questi anni di ulteriori successi, Balbo vide negativamente l’avvicinamento dell’Italia alla Germania, non applicò le leggi razziali sugli ebrei di Libia, predicò la neutralità nel tremendo conflitto mondiale che stava approssimandosi. Ma, allo scoppio della guerra, era alla testa dei suoi uomini per fare il proprio dovere. Si distinse in alcune azioni coraggiose nei primi giorni di guerra, fino a che quel 28 giugno si levò in volo da Derna per raggiungere il campo di Tobruch. Erano due S.M. 79, uno pilotato da Balbo e l’altro, che si salvò, dal maggiore Felice Porro. A bordo dell’aereo di Balbo c’erano il maggiore Ottavio Frailich, il capitano Gino Cappannini, il maresciallo Giuseppe Berti. Oltre all’equipaggio erano a bordo anche il maggiore Claudio Brunelli, i tenenti Cino Florio e Lino Balbo, il console della Milizia Enrico Caretti e il già citato capitano Nello Quilici. Verso le 17,30, in prossimità dell’aeroporto di Tobruch, Balbo vide due colonne di fumo dovute a un bombardamento inglese avvenuto pochi minuti prima. Dette l’ordine di atterrare ma senza avvisare a terra. Fu scambiato sia dalle nostre contraeree sia dalla nave San Giorgio, sia - si è appreso nel 2006 - da un nostro sommergibile, il Marcantonio Bragadin, per uno degli aerei inglesi che avevano effettuato il bombardamento, e colpito. Sembra che la raffica micidiale fosse arrivata proprio dalla torretta del sommergibile, che in seguito ripartì in fretta. Lo sgomento in Italia e nelle colonie fu enorme: fu dichiarato il lutto nazionale e Balbo e i suoi commilitoni furono portati in corteo a Bengasi e poi a Tripoli, dove fu sepolto. In Libia Balbo rimase fino al 1970, anno in cui, in seguito all'ondata di cieco nazionalismo di Gheddafi, le spoglie furono traslate in Italia e portate a Orbetello, dove tuttora Balbo riposa. 

di Antonio Pannullo - Articolo Completo QUI !

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martedì 23 giugno 2015

Attualità di Giuseppe Mazzini a 210 anni dalla nascita. Un convegno dell'Associazione Mazziniana Italiana.

Che cos'è il sentimento Repubblicano del Dovere ?
Luca Bagatin e Mario Di Napoli
Presidente dell'Associazione Mazziniana Italiana
Che cosa può insegnarci ancora oggi, nel 2015, Giuseppe Mazzini ?
Giuseppe Mazzini questo sconosciuto o, meglio, conosciuto solo superficialmente come uno dei propugnatori e fautori dell'Unità d'Italia, che, ad ogni modo, fu anche filosofo, grande pensatore illuminato, teosofo, democratico in un periodo storico nel quale la democrazia era pressoché assente.
Mazzini che, rivolgendosi agli operai italiani, insegnava che i Doveri, prima ancora della pretesa dei diritti, erano la chiave di volta per una società di liberi, eguali, per una civiltà ove a prevalere fosse il sentimento spirituale dell'amore fraterno, del libero scambio umano e non del mero e freddo scambio economico, con tutto ciò che ne consegue in termini di egoismo ed accumulazione della ricchezza.
Mazzini, colui il quale criticò pesantemente tanto il marxismo quanto il liberalismo, proponendo una terza strada, contrassegnata dall'associazionismo e dalla cooperazione.
Di tutto questo e di molto altro, si è parlato sabato 20 e domenica 21 giugno scorsi, presso la Sala Margana di Piazza Margana a Roma, grazie ad un interessante convegno organizzato dall'Associazione Mazziniana Italiana, presieduta dal dott. Mario Di Napoli ed alla presenza del prof. Sebastiano Maffettone, filosofo di formazione liberale.
Il Presidente Di Napoli ha esordito sottolineando il contesto nel quale ci troviamo a vivere e ad operare. Un contesto dalle molteplici crisi (economiche, sociali, etiche...).
Il prof. Maffettone ha focalizzato invece l'attenzione su ciò che egli ritiene essere la radice della crisi, ovvero la crisi dell'etica pubblica, della presenza di persone che sono ormai complessivamente sfiduciate, di persone che hanno perduto il senso del rapporto fra merito e impegno e quindi che hanno smesso di credere nella possibilità di investire sul cosiddetto “capitale umano”. E ciò ha dunque portato la nostra società a ricercare facili “scorciatoie” e quindi ad un sistema di corruzione diffusa.
“Contro la corruzione servono degli ideali”, questa la ricetta del prof. Maffettone, per quanto egli prosegua affermando che “è difficile costruirsi degli ideali in un mondo già corrotto”, ma, ad ogni modo, egli ritiene che è proprio in presenza di molteplici crisi - la fine della Seconda Guerra Mondiale ed il successivo boom economico insegnano - che l'individuo propende verso il miglioramento di sé.
In questo senso Mario Di Napoli ha parlato di “mazzinianesimo come ideologia della crisi” in quanto formatosi in un periodo di forti sconvolgimenti storico-politici e dunque nella necessità di un ritorno ai Doveri dell'Uomo mazziniani, in quanto ciascuno ha il dovere di conquistare - con le proprie forze - la propria libertà attraverso, dunque, una vera e propria filosofia dell'azione.
Milena Mosci ha aperto poi la discussione facendo presente che il progresso dell'individuo è un processo molto lento ed in termini di etica pubblica, di etica del dovere, occorre non già fare bene qualche cosa semplicemente per averne un riconoscimento e/o comunque un tornaconto personale, ma in quanto utile proprio allo stare bene con sé stessi e con la propria intima coscienza.
Alla discussione ho voluto partecipare anch'io, come militante mazziniano e garibaldino da sempre, facendo presente che quella che viviamo sembra essere piuttosto una crisi umana, di valori umani che sono sempre più assenti. Una crisi di sentimenti, sui quali proprio Mazzini - peraltro teosofo e spiritualista come Garibaldi - faceva leva, contrapponendoli al piacere effimero ed alle facili conquiste. In questo senso ho parlato del pensatoio che ho fondato due anni fa, “Amore e Libertà”, di cui uscirà a breve un saggio, che ha per simbolo Anita Garibaldi, una donna, una rivoluzionaria brasiliana morta in Italia a soli ventotto anni per amore della libertà e dei popoli oppressi. Un pensatoio, “Amore e Libertà”, che ha fra i suoi ispiratori, oltre ai Garibaldi ed a molti altri, anche e proprio Giuseppe Mazzini. Ho proseguito facendo poi presente che, molto probabilmente, oggi, Mazzini e Garibaldi non si riconoscerebbero in questa Unione Europea e la combatterebbero liberandola dalla tirannia del danaro e dall'egoismo dei governi, dei banchieri, della BCE, delle multinazionali e del Fondo Monetario Internazionale, attraverso un recupero di quei principi cardine della Prima Internazionale dei Lavoratori del 1864 che loro contribuirono a fondare, principi fondati sulla cooperazione, sulla fratellanza e sull'autogestione della cosa pubblica e delle imprese. Superando, di fatto, la concezione marxista e liberale che tendono purtroppo a mercificare e ad economicizzare ogni processo: umano, civile, storico, politico.
Il convegno è poi proseguito con gli interventi di Giovanni Vetritto della rivista Critica Liberale, il quale ha tentato di trovare una chiave di confronto e di sintesi fra il pensiero liberale classico e quello repubblicano mazziniano; di Pietro Finelli, esponente di spicco dell'Associazione Mazziniana Italiana e di molti altri iscritti e simpatizzanti fra i quali quello di Federico Picca Orlandi, esponente dello scoutismo laico - non fattosi fagocitare da quello cattolico - il quale ha posto la necessità di una sinergia fra associazioni scout laiche o comunque fra associazioni che si occupano di valori umani, e l'Associazione Mazziniana Italiana, proprio allo scopo di diffondere cultura, educazione e formazione che vada poi ad incidere nell'etica pubblica.

di Luca Bagatin - Fonte IL CANNOCCHIALE

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giovedì 16 aprile 2015

Leonardo Da Vinci il paradigma del genio italico.

Nel borgo di Vinci, situato tra Empoli e Pistoia, nasce Leonardo, destinato a diventare il paradigma del genio italico. A sedici anni entra nella bottega di Andrea del Verrocchio. Nel 1480 fa parte del gruppo di artisti riuniti attorno a Lorenzo il Magnifico, ma ben presto lascia Firenze per Milano, dove si presenta al Duca Ludovico Sforza come uomo di scienza, ingegnere e ideatore di macchine belliche. L’eclettismo di Leonardo è la cifra distintiva del suo genio e incarna lo spirito universalista della sua epoca. 

Fonte: Rai Storia

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martedì 7 aprile 2015

L'annuncio: "Ho trovato la tomba di Gesù Cristo".

Se dovesse essere confermata, dire "notizia clamorosa" sarebbe decisamente riduttivo. 
Il geologo Aryeh Shimron ha dichiarato di aver rinvenuto "tracce inequivocabili" del sepolcro di Gesù. Sarebbe stato tumulato con sua moglie Maria Maddalena e suo figlio Judah. 
Il geologo Aryeh Shimron ha dichiarato di aver rinvenuto, a Gerusalemme, "tracce inequivocabili" del sepolcro di Gesù Cristo. Oltre ad indicare il luogo esatto in cui fu sepolto, la scoperta di Shimron proverebbe - il condizionale è d’obbligo -  che Gesù ha condiviso la sua tomba con sua moglie Maria Maddalena e suo figlio, Judah.
All’interno del sepolcro sono stati ritrovati diversi ossuari, sui quali sono state rinvenute delle iscrizioni recitanti le parole "Gesù figlio di Giuseppe", "Maria" ed altri nomi attribuili al Nuovo Testamento.  Secondo il geologo, il luogo della sepoltura di Gesù sarebbe la così detta Tomba di Talpiot, sito funebre scoperto nel 1980 e chiamato “L’ultima tomba di Gesù” in un documentario del 2007 diretto da James Cameroon. 
La faccenda dunque non è nuova. In passato molti studiosi hanno espresso perplessità su questa teoria, in quanto i nomi trovati all’interno delle tombe erano molto comuni all’epoca. Ma Shimron ha in mano altre informazioni. Secondo il geologo, infatti, un decimo ossuario sarebbe stato rubato e acquistato nel 1970 da un collezionista israeliano.
Si tratta di una tomba recante l’incisione: "Giacomo figlio di Giuseppe fratello di Gesù": un ossuario che secondo il geologo proverrebbe proprio da quel sepolcro. Lo stesso proprietario dell’ossuario ha detto al Times che Shimron "non è ancora giunto a risultati definitivi". La comunità scientifica ha invece spiegato che si esprimerà in merito solo dopo aver valutato i risultati di alcuni test eseguiti sull’ossario.

Fonte: Today
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sabato 21 febbraio 2015

Umberto Rapetto: l'ex ufficiale della finanza rimosso dall'incarico dopo aver indagato sulla truffa delle slot machine.


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giovedì 16 ottobre 2014

LA MASSONERIA ROMANA SVELA IL SUO TESORO: LA CULTURA !

Un ciclo di incontri aperti al pubblico racconta aspetti dei più famosi artisti che si sono avvicinati alla Massoneria.
Il prossimo Sabato, 18 ottobre alle ore 17.00, nella Sala Capranichetta di Piazza Montecitorio a Roma si terrà il primo incontro sugli artisti che nel corso del tempo hanno vissuto esperienze legate al mondo massonico. “ARS AD LAPIDEM”, questo il titolo della serie di appuntamenti, racconterà il percorso terreno dei tanti personaggi che si sono distinti nel campo delle arti. Si comincia con “La pietra e la piuma - I poeti”. L’ingresso è libero fino all’esaurimento dei posti.
L’introduzione è affidata a B. Nardacci e a raccontare i poeti è Q. Di Marco. I due si alterneranno con le letture di L. Monaco e S. Briccarello.
Il viaggio in questo mondo particolare porterà gli spettatori a scoprire aspetti poco conosciuti di personaggi che vanno da Foscolo a Carducci che fu tra l’altro sospeso dall’insegnamento e dallo stipendio per le sue posizioni socialiste e anticlericali; da un Pascoli amico dell’anarchico Andrea Costa e privato della borsa di studio per aver inneggiato all’attentato al Re Umberto I a un D’Annunzio primo testimonial per una pubblicità, da un Quasimodo impiegato in un grande magazzino e poi dipendente del Ministero dei Lavori Pubblici al Principe De Curtis in arte Totò, l’attore meno premiato del suo tempo, passando poi per l’irriverente Trilussa e un certo Casanova, riletto come intellettuale europeo al passo con i suoi tempi, per poi allargare l’orizzonte a Goethe, Neruda, Tagore, Coelho, Pessoa. La conclusione è prevista con la lettura di “Loggia Madre” di Kipling.
Questi eventi, organizzati e promossi dalla Regione Massonica Lazio degli A.L.A.M. (Antichi Liberi Accettati Muratori) hanno l’intento di proporre un uso del termine “massone” per un corretto utilizzo comune. Oggi dare del massone a una persona è percepito quasi come un’offesa ma resta difficile pensare di far questo nei confronti dei moltissimi premi nobel che hanno indossato il grembiulino o personaggi della storia italiana quali Garibaldi o il primo Sindaco di Roma eletto Nathan. Non ultimo e non meno noto quel giovane Mameli al quale dobbiamo l’Inno d’Italia e che forse scrisse l’incipit del testo intendendo rivolgersi ai “Fratelli (liberi muratori) d’Italia”. Una rilettura interessante e in alcuni casi sorprendente della nostra letteratura. 

martedì 30 settembre 2014

Mistero nel Film di Charlot


mercoledì 30 luglio 2014

La storia nascosta della razza umana (doppiato in Ita)

Pubblicato il 21/lug/2013
CORREZIONE DI UN ERRORE DI TRADUZIONE: 
la mappa di piri reis ammiraglio turco è del 1200 1300...ed è una copia di una mappa conservata a suo tempo nella biblioteca di Alessandria.
Documentario in inglese doppiato in italiano, molto interessante.
Una serie di testimonianze documentate riguardanti oggetti incredibili, veri rompicapo per geologi, archeologi e studiosi in genere della storia della razza umana denominati OOPART, acronimo di "Out Of Place Artifact" 
(Trad. letterale: Artefatti fuori posto) 
intendendo ritrovamenti archeologici palesemente antichi, ma decisamente fuori dal contesto storico conosciuto 
(almeno per come ci vogliono far intendere la storia) 
che costringerebbero la riscrittura dei libri di scuola, dei saggi, dei testi universitari... commento tratto dal canale: http://www.youtube.com/user/Christian...
Fonte: canale youtube youtube.com/user/moksha75ar3
Traduzione: Heimskringla
Sottotitoli: moksha75ar

venerdì 11 luglio 2014

SE ERAVATE BAMBINI NEGLI ANNI ’50 ’60 e ’70 DOVETE LEGGERE !

 1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di sicurezza né airbag…
 2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo…
 3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo.
 4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte.
 5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco.
 6.- Bevevamo l’acqua dal tubo del giardino invece che dalla bottiglia dell’acqua minerale…
 7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a metà corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Sì, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto!
 8.- Uscivamo a giocare con l’unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari… cosicché nessuno poteva rintracciarci. Impensabile….
 9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il papà).
10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi.
11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare…
12.- Condividevamo una bibita in quattro… bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo.
13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, X box, Videogiochi , televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet … Avevamo invece tanti AMICI.
14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell’amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era lì e uscivamo a giocare.
15.- Si! Lì fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma.
16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia né di problemi di attenzione né d’iperattività; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva l’anno.
17.- Avevamo libertà, fallimenti, successi, responsabilità … e imparavamo a gestirli.

La grande domanda allora è questa:
Come abbiamo fatto a sopravvivere?
E a crescere e diventare grandi?

Se appartieni a questa generazione, condividi questo link con i tuoi conoscenti della tua stessa generazione…. e anche con gente più giovane perché sappiano come eravamo noi prima!

(Paulo Coelho

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giovedì 10 luglio 2014

Visto che le nuove mode giapponesi si ispirano a noi, ecco un filo di storia italiana !

DUCATI: il modello Scrambler era principalmente destinato al mercato americano. Subì continue modifiche fino al 1968, quando uscirono i veri Scrambler con i motori a "carter largo", prima nella versione 250 e 350 e poi, nel 1969, nella 450.
La serie Scrambler comprende alcune moto con testate Desmodromiche ed è stata oggetto di continui ritocchi tecnici fino all'ultimo, quando uscì di produzione nel 1974.
Le ragioni del successo commerciale dello Scrambler sono molteplici. Innanzitutto, il telaio eccezionale (fu usato persino per le corse in pista, cosa probabilmente mai successa prima nella storia del motociclismo) e poi il motore tagliato su misura per la sua funzione. Non era la moto più veloce dei suoi tempi, ma le prestazioni globali e la posizione di guida perfettamente centrata ne fecero una delle moto più godibili del periodo. Inoltre, era estremamente elegante, con le sue linee arrotondate, classiche e moderne insieme, e i colori vivaci a far contrasto con la ciclistica nera e il serbatoio cromato. 

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