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martedì 1 luglio 2014

Mistero che fa impazzire il web - Donna al cellulare nel 1928

Il Mistero che fa impazzire il web - Hollywood 1928 
scena con misteriosa donna con alla mano apparente cellulare 
girato nel fil The Circus versione integrale del 1928 
girato da George Clarke con Charlie Chaplin ...

lunedì 30 giugno 2014

ROMA: una giornata particolare a Vallelunga

con il "Mitico" Pilota Alfa Gian Luigi Picchi
LA 500 ESCE DAL BOX

LA 500 IN PISTA CON PICCHI

Gian Luigi Picchi controlla la 500

Picchi prova la Mercedes


un pezzo di storia Abarth e Giannini - Antonio Buttarazzi 
Antonio Buttarazzi e la 500 Steering Giannini
e l'amato ingegnere di tanti successi Vincenzo Marchionne
Tutti con la fantastica 500 Steering Giannini 
e Pierluigi Mancini di Elaborare che ha donato 
uno storico volante De Sanctis avuto dal babbo a Picchi.

domenica 29 giugno 2014

Sud Africa: come tornare indietro nella Storia !

Documentario, di qualche tempo fa, del dott. David Duke 
sul Genocidio Bianco in Africa del sud, 
sottotitolato in italiano. Titolo originale: 
"White Genocide in South Africa"

lunedì 26 maggio 2014

Malgrado l'Europa. Quando l'Italia seppe farsi da sé

di Aldo A. Mola, Il Giornale del Piemonte, 25 Maggio 2014 

L' “Europa” non ha mai voluto l'indipendenza, l'unità e la libertà degli italiani. Gli italiani se la sono conquistata con generazioni di patrioti che lottarono contro i dominatori stranieri. L'Italia è nata malgrado l'Europa. E' risorta  dal passato perché dopo secoli di servitù rifiutò di essere ancora a noleggio (“Franza e Spagna pur che se magna”), prona agli Asburgo, ai Borbone, alla Germania, agli Inglesi e alle scorrerie dei “turchi”... Gli italiani  scoprirono  di essere italiani. Vollero esserlo. L' “europeismo” attuale è una menzogna, perché esclude l'immenso spazio della Russia, che è europea  non meno (e forse più) di  tante plaghe dell'Occidente. Questa Europa rimane vittima della divisione che le venne imposta da Stalin e dagli Stati Uniti d'America. Perciò le attuali istituzioni “europee” sono screditate. L'“Europa” che oggi chiede il voto dei cittadini è meno unita di quanto lo fosse  due secoli fa, ai tempi di Napoleone I e di Alessandro I di Russia. E' la peggiore possibile: nessuna politica estera unitaria e quindi nessuna politica militare. Lo vediamo  da quanto abbiamo fatto (o non sappiamo fare) dall'Africa  centro-settentrionale al Vicino e Medio Oriente. Questi sono i fatti. Oggi sono i cittadini a poter imprimere una  svolta. Con il voto. 
  Veduta dall'alto l'Italia è una piccola parte dell'“aiola che ci fa tanto feroci”. I suoi abitanti ci vivono tanto bene da divenire indifferenti al giudizio che ne danno gli stranieri. Così, però, lasciano che la memoria e l'attualità del loro Paese vengano retrocesse a sipario per le imprese di attori stranieri.  E' l'Italia che si sbrana e si espone allo scherno altrui: quella dei manzoniani “polli di... Renzi”.
  Ce lo ricorda Frederick C. Schneid in La Campagna franco-piemontese del 1859, poderosa opera pubblicata dall'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito (*). Secondo gli storici di lingua inglese – oggi dominanti, anche attraverso la divulgazione televisiva e i supporti informatici –  l'Ottocento ha avuto due soli eventi dominanti: la Guerra di Secessione negli Stati Uniti e quella franco-germanica del 1870-71. la seconda guerra mondiale. Le vicende europee, inclusa la prima guerra mondiale, suscitano scarso interesse: una babele di Imperi decadenti, stati fantoccio, popoli d'incerto profilo, movimenti ideologici, un caleidoscopio che spazientisce chi cerchi una sintesi elementare.    
   In quell'ottica rimane del tutto marginale la guerra che nell'aprile-luglio 1859 gettò le basi del regno d'Italia. Secondo i più, fu un conflitto meramente franco-austriaco. Il regno di Sardegna  non vi compare affatto o figura solo quale comparsa. Non perché così siano i fatti, ma perché non li abbiamo saputi raccontare, spiegare, valorizzare nella loro esatta portata, a differenza di quanto fecero gli storici e i memorialisti (politici, militari, diplomatici) d'Oltralpe: dal prussiano Helmuth con Moltke  allo svizzero Ferdinand Le Comte, al francese César Bazancourt  che ne scrissero “a ferro caldo”. La Relazione ufficiale “italiana” comparve mezzo secolo dopo.  
   Schneid non si lascia invischiare dal mito e dalle ideologie. Fissa i capisaldi per una lettura rigorosa degli eventi. Compresa e messa a frutto la sconfitta nella guerra  del 1848-1849, il Regno di Sardegna lavorò sodo a preparare la riscossa: diplomazia, organizzazione del territorio (fondamentale la rete ferroviaria), ricerca di credito bancario e soprattutto ammodernamento dello strumento militare. A differenza di quanto si narra nei manuali, la guerra non fu affatto “improvvisata”. Gli accordi di Plombières tra Camillo Cavour e Napoleone III furono perfezionati con un'imponente  sequenza di convenzioni militari e di intese diplomatiche, incluso il trattato segreto franco-russo del 3 marzo 1859, generalmente trascurate dalla storiografia che tace o sottovaluta il ruolo di Vittorio Emanuele II (non  solo come persona, ma anche  quale Istituzione, la monarchia: interlocutrice unica degli altri sovrani d'Europa) e sopravvaluta invece cospiratori, avventurieri, mestatori.
  Dopo il 1849 Vienna continuò ad avere nel Lombardo-Veneto più consensi di quanti ne avesse in Ungheria, Boemia, Polonia... Il fallimento del moto milanese del 1853 lo confermò.  Per raggiungere indipendenza e unione (lega degli Stati? federazione? Unificazione?...) l'Italia dunque non poteva “fare da sé”.  Schneid  documenta la pianificazione e la preparazione della campagna d'Italia. Napoleone III doveva mostrare che la Francia non era più quella sconfitta a Lipsia e a Waterloo (1813-181) ma una potenza capace trasferire in pochi giorni 150.000 uomini nella pianura padana e di battervi l'esercito più potente d'Europa. Non gli occorreva troppo spargimento di sangue. Perciò, a differenza di quanto era avvenuto in tutt'Europa nel 1848-1849, la guerra non venne combattuta nelle città: niente insurrezioni, espugnazioni, barricate. Bastava dimostrare l'efficienza della macchina militare, sia con l'impiego di reparti di élite (trasferiti mesi prima dall'Algeria: dovevano combattere contro soldataglia usa alle peggiori efferatezze), sia con il dominio nella comunicazione e l'impiego dell'artiglieria, decisamente superiore a quella austriaca: come si vide a Montebello e, ancor più, a Magenta e a Solferino.
  A San Martino, il 24 giugno 1859, il regno di Sardegna provò che gli italiani sapevano battersi. Avevano il loro progetto. Allarmato dalla mobilitazione del regno di Prussia  sul Reno, Napoleone III puntò immediatamente all'armistizio con Francesco Giuseppe d'Asburgo. Cavour non comprese che quell'Italia non poteva fare da sé. L'Europa voleva certezze e poteva averle solo dal monarca e dai militari, compreso Giuseppe Garibaldi che per assumere il comando dei cacciatori delle Alpi aveva indossato la divisa di generale. La pace di Zurigo fu trattata da diplomatici, non da cospiratori. 
  Contrapposte dai rispettivi interessi le grandi potenze rimasero paralizzate. In quell'incertezza si incuneò l'iniziativa politico-diplomatica-cospirativa che in pochi mesi condusse ai plebisciti del marzo 1860, all'impresa garibaldina del maggio 1860 e all'irruzione di Vittorio Emanuele II nello Stato pontificio e, di seguito, in quello di Francesco II di Borbone, i cui elettori pochi giorni dopo dichiararono di volere “l'Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele  re costituzionale  e suoi legittimi discendenti”.  La “Borbonia Felix”  (di cui scrive  Renata De Lorenzo, ed. Salerno) aveva concluso il suo corso.  Profittando dell'inerzia dell'Europa gli italiani seppero fare e farsi da sé e in mezzo secolo compirono progressi giganteschi. L'Italia si levò di dosso i panni carnevaleschi che per secoli le erano state imposti dai dominatori stranieri e si erse protagonista di storia. grazie soprattutto allo strumento militare. Garibaldi presiedette l'Istituto Nazionale del Tiro a Segno: punto d'incontro tra monarchia, istituzioni e volontariato.
   E' importante che a ricordarcelo sia uno storico d'oltre Atlantico come Frederick Schneid in quest'opera dedicata al figlio, Craig, che “ha camminato con lui a Solferino e a San Martino”. Un esempio da imitare.

Aldo A. Mola dal Blog di Luigi Pruneti

(*)  Voluta dal Capo dell'Ufficio Storico SME, col. Antonino Zarcone, l'Opera è in lingua inglese e in italiano: a doppio taglio.

Il Giornale del Piemonte 25.05.14 Il Giornale del Piemonte 25.05.14 [2.160 Kb]

www.studiostampa.com

mercoledì 30 aprile 2014

ROMA: CONVEGNO SULLA VIA FRANCIGENA !

Cultura e Spiritualità all’UNAR di Roma per la presentazione del convegno:
“Spiritualità e Conversione nel Patrimonio di San Pietro in Tuscia: 
la Via Francigena negli anni giubilari”


Domenica 4 Maggio p.v., alle ore 16:30, si terrà presso l’UNAR (Unione delle Associazioni Regionali di Roma e del Lazio) in via Ulisse Aldrovandi 16, il convegno “Spiritualità e Conversione nel Patrimonio di San Pietro in Tuscia: la Via Francigena negli anni giubilari” organizzato dall’Associazione della Tuscia in collaborazione con lo Studio Scopelliti-Ugolini.
Patrocinato dall’UNAR, l’evento si propone di raccontare la via Francigena, uno dei principali e più famosi itinerari di fede, e il territorio viterbese, ripercorrendo le tappe più significative della sua storia. L’argomento è strettamente connesso ai pellegrinaggi che, soprattutto in epoca medievale e moderna, venivano intrapresi in occasione degli anni giubilari; il percorso religioso, tuttavia, non è che il punto di partenza per riscoprire e valorizzare le bellezze artistiche e naturali, nonché le tradizioni locali di un territorio, come quello della Tuscia, che ha molto da offrire ai suoi visitatori. 

I saluti iniziali saranno affidati a Daniele Sabatini, consigliere regionale del Lazio, a Pasquale Mastracchio, presidente UNAR e ad Alessandro Carnevali, segretario generale UNAR; a seguire i relatori Valentina Berneschi, storica viterbese; Alfredo Cento, docente di storia delle religioni presso l’Istituto Teologico di Viterbo, e Michele Trimarchi, economista della cultura.

Moderatore del convegno Emanuele Verghini, presidente dell’Associazione della Tuscia.


A seguire un vin d’honneur e degustazioni di prodotti tipici della Tuscia gentilmente offerti da: Coopernocciole; Magna Tuscia; Cantina di Montefiascone; Cimina Dolciaria; Soc. Coop. Il Sambuco; Pasticceria Casalini; Agriturismo L’Antica Fattoria; Az. Agricola Pian di Vico; Az. Agricola Scatolini.



La partecipazione all'evento è libera e gratuita.
____________________________
 Info e  contatti:
Studio Scopelliti-Ugolini
+39 349.5487.626
scopelliti.ugolini@gmail.com 


lunedì 10 febbraio 2014

ESULI: PER NON DIMENTICARE !

Il video sul brano di Simone Cristicchi 
"Magazzino 18" sugli esuli d' Istria.
Dedicato alla grande sensibilità di Simone. 
Il brano e' tratto dall'ultimo cd di Cristicchi Album di Famiglia; 
le immagine trovate sul web. 

CINEMA: dal 14 febbraio "IL MISTERO DI DANTE", regia di Louis Nero

Dal 14 Febbraio 2014 esce nei cinema il nuovo attesissimo film del regista Louis Nero, una co-produzione internazionale con capofila la società indipendente torinese L’Altrofilm. 
Un viaggio sulle orme del sommo poeta il cui canto, ispirando ed elevando le menti, ha attraversato i secoli fino ai giorni nostri. 
Il Premio Oscar F Murray Abraham interpreta il ruolo di protagonista, una sorta di Alter Ego di Dante.

domenica 19 gennaio 2014

NAPOLI. RITROVATE IN UN RIFUGIO LE ARMI DELLE QUATTRO GIORNATE




lunedì 6 gennaio 2014

Generazioni, Secolo, Anno Zero !

Tra guerre circoscritte, moti, insurrezioni, ventate rivoluzionarie, la nascita dell'Italia unita e indipendente (al modico prezzo di conflitti brevi tra il 1848 e il 1870), la Pace resse e sembrava potesse davvero durare a tempo indeterminato, tanto più dopo il regolamento di conti fra la Gran Bretagna e gli Stati Uniti d'America (la feroce guerra del 1812-1813, con l'incendio di Washington e la vittoria britannica sugli americani a Crysler's Farm presso Detroit), la rivoluzione dell'America Latina contro Madrid e Lisbona e la dilatazione degli imperi coloniali. 
di Aldo A. Mola in Il Giornale di Piemonte, 05 Dicembre 2013

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sabato 4 gennaio 2014

L’ANTROPOLOGO SEMIR OSMANAGICH: “LA STORIA UMANA E’ TUTTA UNA MENZOGNA E NE ABBIAMO LE PROVE INCONFUTABILI !”

“La storia dell’umanità su questo pianeta è la più grande menzogna mai raccontata e scritta. Non vedo l’ora che la verità venga esposta e che i falsi libri di storia vengano bruciati! I mass-media sono complici di un insabbiamento di proporzioni epiche”. 
L’antropologo, Dott. Semir Osmanagich, fondatore del Parco Archeologico Bosniaco, il sito archeologico più attivo del mondo, dichiara che le prove scientifiche, ‘inconfutabili’, venute alla luce, sull’esistenza di antiche civiltà con tecnologia avanzata, non ci lasciano altra scelta se non quella di riscrivere la nostra storia, la storia dell’Umanità Terrestre. Un attento esame, su l’età di alcune strutture, rivela definitivamente che sono state costruite da civiltà avanzate di oltre 29.000 anni fa.
“Riconoscere che siamo testimoni di prove fondamentali dell’esistenza di antiche civiltà avanzate risalenti a oltre 29 mila anni fa, e facendo un attento esame delle loro strutture sociali, costringe il mondo a riconsiderare totalmente la sua comprensione sullo sviluppo della civiltà attuale e della sua storia”, spiega il Dott. Semir Osmanagich. “I dati conclusivi del 2008 riguardanti il sito della Piramide Bosniaca, e confermati quest’anno da diversi laboratori indipendenti che hanno condotto test al carbonio radiofonico, hanno rilevato che il sito risale a più o meno 29.400 anni fa, minimo”. 

mercoledì 23 ottobre 2013

SOLO LA CONOSCENZA RENDE LIBERI !




Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Una informazione che ritengo di dover diffondere.

L'Europa non è uno Stato.  È un continente geografico frazionato in Stati. Ognuno dei quali ha la sua storia, cultura, lingua, leggi, us...

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