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sabato 1 marzo 2014

La rocca di Cagliostro si sbriciola sotto la pioggia: una frana si stacca dalla rupe di San Leo

L’antico borgo ospitò Dante e San Francesco. Gli ambientalisti chiedono aiuto alla Protezione Civile.
Il primo boato qualcuno lo sente giovedì mattina. Nel pomeriggio, alle 17.40, il sindaco di San Leo, Mauro Guerra, scende dalla rocca: la parete nordest è intatta. Venti minuti dopo una nuvola di polvere avvolge la valle. «Una fetta di calcare di migliaia di metri cubi, forse 450 mila, è collassata su se stessa - racconta il primo cittadino -. I testimoni dicono che il ribaltamento è durato 15-20 secondi». Ieri mattina nuovi crolli, per fortuna non ci sono vittime, le abitazioni per ora sono salve, danneggiato solo un acquedotto rurale. 

Fonte: IL CORRIERE DELLA SERA - Articolo Completo QUI !

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lunedì 17 febbraio 2014

ALLERTA: Formaggi Francesi e Distribuzione Francese !




lunedì 2 dicembre 2013

Botulino nelle olive: l'allarme è della Regione Lazio

Rilevata una contaminazione in una confezione a marchio 
"Bel Colle"
A meno di un mese dal ritiro dei un lotto di acqua minerale da parte dei supermercati Conad, nuove notizie mantengono i consumatori all’erta. La Regione Lazio ha infatti pubblicato una nota in cui informa che l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna ha identificato una contaminazione da tossine del botulino in una confezione di olive dolci nere da 400gr a marchio “Bel Colle”.
L’ente ha specificato che la confezione era aperta, ma avverte i consumatori che in caso fossero in possesso del prodotto, se appartenente al lotto L 95-13 con scadenza 25/12/2013 e confezionato nello stabilimento di Fiano Romano (RM), Via Milano 35, non devono consumarlo e “possono restituirlo al punto vendita dove è stato acquistato”.
La tossina in questione, se ingerita, scatena sintomi come nausea, vomito, diarrea e forti dolori muscolari, cui si aggiungono vista annebbiata e sdoppiata, rallentamento e difficoltà di espressione, fatica ad ingerire e secchezza orale, debolezza muscolare che parte spalle e braccia per poi passare agli arti inferiori, con successiva paralisi. In primi disturbi possono comparire entro 3 ore dall'ingestione della tossina, ma possono trascorrere anche 15 giorni prima che si inizino a manifestare i sintomi dell’intossicazione, la cui gravità dipende dalla quantità di tossina ingerita. 
A produrre queste tossine è il Clostridium botulinum che può contaminare alcuni alimenti, in particolare carne e pesce in scatola, salumi, conserve e verdure sott’olio. Il rischio di contaminazione maggiore è quello dei prodotti preparati in casa senza seguire le regole igieniche e sanitarie necessarie per garantirne la sicurezza. In caso di contaminazione è possibile che il coperchio della confezione si rigonfi, ma non è detto che il cibo abbia un brutto aspetto o un cattivo sapore.
L’ultimo caso che ha catturato l’attenzione pubblica risale allo scorso luglio e riguarda decine di persone che si sono recate in ospedale a Genova temendo un’intossicazione da botulino in seguito al consumo di pesto confezionato. Le analisi condotte hanno però confermato che si è trattato di un falso allarme.

Fonte: Benessereblog
Via | Ansa
Foto | da Flickr di Flavio

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giovedì 7 novembre 2013

- Video non consigliato alle persone sensibili - Non distraeteVi con SMS mentre guidate !

Questo che segue è un video molto forte, fatto dalla polizia inglese 
per sensibilizzare i ragazzi a NON messaggiare mentre si guida, 
anzi a non distrarsi proprio, perché le conseguenze sono catastrofiche. 
E non pensiate che il video sia “esagerato” purtroppo è proprio quello che potrebbe accadere.

martedì 15 ottobre 2013

Lazio, parte la campagna anti-influenza: oltre un milione di dosi gratuite di vaccino

Un milione e 120mila dosi di vaccino antinfluenzale saranno disponibili gratuitamente da domani fino al 31 dicembre negli studi dei medici di famiglia, dei pediatri e nei servizi delle ASL. è la campagna di vaccinazione lanciata stamani dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, con il capo della cabina di regia regionale della Sanità Alessio D'Amato e il segretario regionale della Fimmg, il sindacato dei medici di base, Pierluigi Bartoletti. 

Fonte: IL MESSAGGERO - Articolo Completo QUI !

VACCINI e ISTITUZIONI: Meritano ancora la nostra FIDUCIA ?!?

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mercoledì 17 luglio 2013

Acqua nel casco, paura per Parmitano nello Spazio

L’astronauta italiano costretto a interrompere la «passeggiata» all’esterno della stazione internazionale. Messaggio su Twitter: «Grazie a tutti per avermi avuto nei loro pensieri»
La rottura improvvisa del «drink pack», il serbatoio che contiene l’acqua potabile per gli astronauti durante le attività extraveicolari, non si era mai verificata nelle precedenti 170 «passeggiate spaziali». Quella odierna, che ha visto impiegato il cosmonauta italiano Luca Parmitano («ho tanta acqua nel casco, l’ho assaggiata e non si tratta di acqua potabile», ha comunicato Parmitano al centro di controllo di Houston mentre si trovava ancora nello spazio) e quello americano Chris Cassidy, è stata la seconda attività extraveicolare più breve della storia causata da avarie con uscita degli astronauti dalla Stazione Spaziale Internazionale.
«Thanks for all the positive thoughts! Ringrazio tutti per avermi avuto nei loro pensieri!». Con questo messaggio sul proprio account Twitter Parmitano ha ringraziato tutti coloro i quali hanno seguito con attenzione e partecipazione la sua disavventura, mentre eseguiva la seconda passeggiata nello spazio fuori dalla Stazione spaziale internazionale (Iss). Una perdita di acqua nel suo casco, che gli è finita nel naso, negli occhi e in bocca, ha infatti costretto la Nasa a interrompere le operazioni e far tornare lui e il collega Chris Cassidy all’interno della Iss. Parmitano non ha perso l’ironia in seguito all’inconveniente, scrivendo pochi minuti dopo un altro tweet indirizzato all’Agenzia spaziale italiana, in cui afferma di essere «sano... come un pesce». Luca Parmitano può essere seguito su Twitter con il nome astro_luca.

IL TEMPO: Redazione online

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lunedì 10 giugno 2013

Il kebab è nocivo: ecco perchè

Il kebab, di origine araba ma ormai diffusissimo in tutta Europa, è in realtà nocivo per la salute dell’essere umano.
Il kebab, divenuto un alimento da pasto veloce per molti europei, contiene degli ingredienti che spesso ignoriamo: si tratta infatti di carne composta da polmoni, intestino, lingua, occhi, scarti di macelleria, denti, ossa, sale e grasso animale. Detto così addirittura sembrano ingredienti tratti da un ricettario di qualche strega. 

Articolo Completo - Qui

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mercoledì 10 aprile 2013

La fregatura delle lampadine a basso consumo

By Edoardo Capuano - Fonte: ECplanet
La retorica della lampadina fluorescente continua. Da più di un decennio continuiamo ad attribuirle un ruolo salvifico nella lotta ai cambiamenti climatici, senza renderci conto delle innumerevoli problematiche sotto il profilo della salute e dello stesso ambiente.
Ci siamo già occupati del tema su Terra Nuova di gennaio, scatenando non poche perplessità. Adesso l'argomento viene affrontato anche da Aduc e riportato su Il Consapevole, attraverso la diffusione di ulteriori pubblicazioni scientifiche e di un appello lanciato da David Price, coordinatore della Spectrum Alliance, nell’ambito della più vasta campagna di sensibilizzazione in Europa sulle conseguenze sulla salute originate dall'uso di questo genere di illuminazione.
Sono messe al bando in tutta l'Unione Europea le lampadine a incandescenza per fare spazio a quelle a minor consumo energetico. Ma a quale costo?
Le lampadine fluorescenti compatte -LFC- (note come lampadine a basso consumo energetico) possono infatti provocare invece ulteriori gravi danni a fasce di popolazione affette da patologie quali il Lupus, forme di dermatite o eczema, elettrosensitività, autismo, epilessia, emicrania, alcuni tipi di porfiria, e molte altre ancora che possono soffrire gravi e dolorose reazioni all'illuminazione a basso consumo.
Queste beneamate lampadine, distribuite a destra e manca da associazioni ambientaliste e da fornitori di energia elettrica (già questo dovrebbe far pensare), presentano purtroppo tre principali problemi: le radiazioni elettromagnetiche, il mercurio e le radiazioni UV. Riportiamo uno stralcio dell'articolo pubblicato su Il consapevole e la rivista Icaro.
Radiazioni Elettromagnetiche.
Misurazioni eseguite dimostrano che le LFC generano potenti campi elettromagnetici a poca distanza dalla sorgente, fino ad un metro di distanza. Il centro indipendente di ricerche francese CRIREM (Centre de recherche et d´information sur les rayonnements electromagnetiques) sconsiglia pertanto di utilizzare lampadine a basso consumo energetico a brevi distanze, come ad esempio per illuminare i comodini delle camere da letto o le scrivanie. La messa al bando delle lampadine ad incandescenza porterà quindi ad un aumento delle persone sottoposte ad alti livelli di radiazioni elettromagnetiche.
Esistono, inoltre, indicazioni che il campo elettromagnetico generato dalle LFC può viaggiare all'interno dei cavi elettrici esponendo le persone alla così detta “elettricità sporca” in tutta l'abitazione. Uno studio pubblicato nel giugno del 2008 dall'American Journal of Industrial Medicine segnalava che questa elettricità sporca aumenta di 5 volte il rischio di contrarre il cancro. L’effetto dannoso dell'elettricità sporca e stato evidenziato anche dalle ricerche condotte dalla ricercatrice canadese Marta Havas.
Le lampade alogene a basso voltaggio (12V) possono anch'esse essere dannose a causa del campo elettromagnetico generato dal trasformatore. Ciò succede in particolare con le radiazioni emesse dai “trasformatori elettronici” che possono contaminare anche le condutture generando elettricità sporca. Le lampade alogene a 220 V non hanno invece questo effetto.
Mercurio.
Le LFC contengono da 3 a 5 mg di mercurio, una sostanza estremamente tossica per il cervello, il sistema nervoso, i reni ed il fegato. Sebbene si dica che le LFC hanno un basso contenuto di mercurio, questo quantitativo è più che sufficiente a causare seri danni alla salute. In modo particolare sono a rischio le donne in stato di gravidanza ed i bambini piccoli, poiché il mercurio influisce sullo sviluppo del cervello e del sistema nervoso del feto e del neonato.
Valutazioni eseguite dimostrano che quando una lampadina a basso consumo si rompe i vapori di mercurio si diffondono e le emissioni superano di gran lunga i livelli di sicurezza per svariate settimane dalla rottura. Le lampadine che non vengano smaltite correttamente potrebbero rompersi nei camion della spazzatura, diffondendo i vapori di mercurio sulla città, o finire nelle discariche dove il mercurio può contaminare aria, acqua e suolo. Di conseguenza, la messa al bando delle lampadine ad incandescenza ed il conseguente aumento dell’utilizzo delle LFC porterà centinaia di chilogrammi di mercurio direttamente nelle nostre case e nelle nostre strade.
Radiazioni-UV.
Le LFC senza il doppio guscio protettivo (ed anche alcuni tipi di lampade alogene) emettono radiazioni UV-B e tracce di UV-C. È ben noto che questo tipo di radiazioni sono dannose per la pelle (i.e. tumore della pelle) e per gli occhi (i.e. cataratta). Diversi studi, infatti, dimostrano che le lampade fluorescenti aumentano il rischio di contrarre tumori della pelle.
La British Association of Dermatologists sostiene che le persone che soffrono di alcune malattie della pelle o che sono sensibili alla luce accusano un aggravamento dei loro sintomi in conseguenza dell’uso di lampadine a basso consumo energetico. Perfino individui senza problemi cutanei preesistenti possono sviluppare sul viso sintomi allergici e/o lesioni simili alle ustioni da sole.
La protezione supplementare del doppio guscio sulle LFC può circoscrivere il problema delle radiazioni UV, ma fintantoché saranno vendute LFC senza doppia protezione, le razioni UV continueranno ad essere un alto fattore di rischio.
Ulteriori problemi.
Altri problemi correlati all’uso delle LFC comprendono il tremolio della luce - che può provocare mal di testa, affaticamento della vista e problemi di concentrazione - e l’alta percentuale della componente blu della luce che, come è risaputo, diminuisce la produzione di melatonina, che a sua volta può causare disturbi del sonno, tumori, attacchi di cuore.
Cosa fare?
Ricordiamo altresì che si stanno diffondendo altre tecnologie, sicuramente più efficienti, come l'illuminazione a led, che risolvono in parte tutti questi problemi. Dobbiamo anche ricordare che la luce migliore rimane la luce naturale, che potremmo sfruttare al massimo anche all'interno delle nostre abitazioni. Per il resto potremmo continuare ad usare le lampadine fluorescenti con maggiore coscienza e parsimonia, ricordandoci di smaltirle in modo corretto. Una vecchia lampada ad incandescenza se accesa con moderazione potrà darci sicuramente una luce più calda e gradevole. Se poi volete seriamente risparmiare energia cominciamo dall'isolare bene le abitazioni, l'illuminazione per le nostre case assorbe appena il 15 per cento dei consumi energetici. Per ridurre le emissioni è sicuramente prioritario risparmiare sull'energia necessaria al riscaldamento e raffrescamento degli edifici.
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martedì 7 agosto 2012

Microchip nel cervello - Pericolo

Comunicare con la trasmissione del pensiero, controllare un essere umano attraverso l’alterazione e la manipolazione della sua mente è un’aspirazione antica, praticata soprattutto in Oriente. Sembrava che la via per raggiungere l’obiettivo fosse stata aperta prima nella Russia staliniana degli anni Trenta poi, dopo la guerra di Corea, quando i reduci dai campi di prigionia cinesi mostrarono strani comportamenti, battezzati “brainwashing” (lavaggio del cervello) dal funzionario della CIA Edward Hunter.
Ma se i tentativi di controllo del cervello umano rappresentano il passato, in tempo di “information container”, la raccolta continua e incessante di dati per il futuro è affidata allo sviluppo delle tecnologie a radiofrequenze (RFId - Radio Frequency Identification), applicabili all’essere umano e fruibili per ottenere informazioni utili in tempo reale. Sviluppando questo metodo, si potrebbe arrivare molto più lontano, soprattutto utilizzando la tecnologia delle frequenze elettromagnetiche del corpo umano.
Un futuro che, non molto vicino ma neppure troppo lontano, consentirà un flusso infinito di informazioni in tempo reale: addirittura la lettura del pensiero. è la prospettiva del terzo millennio, con un problema però: garantire la sicurezza delle informazioni e della loro trasmissione via etere preservando, nello stesso tempo, la privacy e l’integrità delle informazioni stesse.
(Foto da www.window.state.tx.us)

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì 13 gennaio 2012

ANCHE GLI SCIENZIATI ATOMICI RAGIONANO IN MODO PECULIARE

Riporto qui sotto mia nota che ho mandato al blog "Clima & Dintorni"  curato
dai miei amici climatologi - e che hanno accettato e diffuso:
ANCHE GLI SCIENZIATI ATOMICI RAGIONANO IN MODO PECULIARE
Il Bulletin of Atomic Scientists pubblica da decenni l'ora segnata dal
Doomsday Clock  - orologio del giorno del giudizio. Questo disastro finale
fu fissato immaginosamente a mezzanotte. Le lancette di questo orologio
virtuale venivano avvicinate alle 24 tanto più quanto più numerose e
distruttive erano le armi nucleari e quanto più tesa era la situazione
internazionale, aumentando la probabilità di un olocausto nucleare.

Due giorni fa il Bulletin ha avanzato le lancette da sei a 5 minuti prima
della mezzanotte per i seguenti sintomi:
"clear and present dangers of nuclear proliferation and climate change, and
the need to find sustainable and safe sources of energy, world leads are
failing to change business as usual. Inaction on key issues including
climate change, and rising international tensions motivate the movement of
the clock."
"L'inazione su problemi chiave incluso il cambiamento climatico"  non ha
ovviamente alcun rapporto con un conflitto nucleare generalizzato [che
potrebbe far esplodere l'equivalente di 700 kg di TNT per ogni essere umano.
Triste confusione.

Al testo del Bulletin  si accede con il link:
http://www.thebulletin.org/content/media-center/announcements/2012/01/10/doo
msday-clock-moves-1-minute-closer-to-midnight
Roberto

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

martedì 7 giugno 2011

Cellulari possono provocare tumore secondo Oms: risposta produttori.

I campi elettromagnetici a radiofrequenza sono a possibile rischio cancerogeno per l'uomo: questo è quanto avrebbe stabilito un gruppo di 34 esperti dell'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (la Iarc) dell'Oms le radiofrequenze da cellulare potrebbero causare il cancro.
Si contano 5 miliardi di telefonini in tutto il mondo, solo in Italia quasi due a testa, circa 100 milioni di cellulari. La valutazione degli esperti si basa sia sui test sugli animali effettuati finora, sia sui dati degli studi epidemiologici sull'uomo e la classificazione fissa il rischio ad un terzo livello su una scala di 5 livelli, un livello che contiene altre sostanze di uso comune come ad esempio il caffè e i sottoaceti.
Dall'Istituto Superiore di Sanità si sottolinea, tuttavia, la necessità di studi ulteriori ma nel frattempo si diffondono raccomandazioni per limitare l'uso del telefonino, più che altro a scopo precauzionale, perché solo l'Oms può dare indicazioni di salute pubblica, e lo farà probabilmente tra due anni in un volume apposito sulle radiofrequenze.
Jonathan Samet, che ha coordinato il gruppo di lavoro, ha spiegato che le evidenze sono state giudicate limitate per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico, tumore del nervo uditivo, mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti. Per la Gsma, l'associazione che rappresenta gli operatori di telefonia mobile nel mondo lo studio dello Iarc suggerisce che un rischio è possibile ma non probabile.
Fonte: businessonline.it (Marcello Tansini)

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 9 marzo 2011

È ufficiale: il SISTRI operativo a giugno.

Il primo giugno entrerà in vigore a pieno regime il Sistri, il Sistema elettronico di controllo che consente la tracciabilità dei rifiuti speciali e pericolosi su tutto il territorio nazionale e di quelli solidi urbani nella regione Campania. Ad annunciarlo stamane a Roma il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Da: Alternativa Sostenibile.

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sabato 29 gennaio 2011

Egitto nella "bufera".

Caos Egitto, morti e feriti al Cairo Polizia blocca il Nobel El Baradei

Le vittime sarebbero tre e diversi i feriti. Gli agenti hanno impedito a El Baradei di partecipare alla manifestazione a Giza. Manifestanti fanno da scudo al premio Nobel e vengono picchiati dalle forze dell'ordine. Scontri e proteste in tutto il Paese, giornalisti aggrediti e arrestati dalla polizia. Bloccati accesso a internet, cellulari e sms. Interrotti da ieri sera anche Twitter e Facebook.
La tv di Stato egiziana cerca di lanciare messaggi rassicuranti.

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domenica 3 ottobre 2010

Attenzione al Pesce Crudo DEVE ESSERE SEMPRE SURGELATO !

Il consumo di pesce crudo è una pratica non molto diffusa nella cultura italiana (i frutti di mare, abitualmente mangiati crudi dagli abitanti dell'Adriatico meridionale, non sono pesci ma molluschi), ma in forte crescita grazie al fatto che la cucina giapponese è sempre più di moda.

Mangiare pesce crudo comporta sicuramente un maggior rischio di intossicazioni e infezioni causate da batteri patogeni, oppure di infezioni da parte di parassiti. Tutti lo sanno, ma in pochi conoscono i reali rischi, con il risultato che, quando si consuma pesce crudo, si incrociano le dita e ci si affida sostanzialmente al caso.
Il pesce crudo può essere contaminato da diversi microrganismi che provocano infezioni o tossinfezioni, come Listeria, Escherichia coli, Salmonella, tutti batteri che provocano problemi gastrointestinali problema relativo non solo al pesce crudo, ma anche ad altri alimenti come carni, latte crudo e derivati. Raramente, e solo in soggetti particolarmente deboli come bambini e anziani, queste infezioni possono mettere in pericolo la vita.
Il rischio maggiore per chi consuma pesce crudo si chiama Anisakis.
Che cos'è l'anisakis.
L'anisakis simplex è un nematode normalmente presente come parassita intestinale in numerosi mammiferi marini (delfini, foche, etc.) ed ospite intermedio, nel suo stadio larvale, di molti pesci tra cui tonno, salmone, sardina, acciuga, merluzzo, nasello e sgombro. L'anisakis è estremamente diffuso, poiché è presente in più dell'85% delle aringhe, nell'80% delle triglie e nel 70% dei merluzzi.
Questi nematodi migrano dalle viscere del pesce alle sue carni se, quando catturato, non viene prontamente eviscerato. Quando l'uomo mangia pesce infetto crudo, non completamente cotto o in salamoia, le larve possono impiantarsi sulla parete dell'apparato gastrointestinale, dallo stomaco fino al colon. Per difendersi dai succhi gastrici, attaccano le mucose con grande capacità perforante, determinando una parassitosi acuta o cronica. La parassitosi acuta da anisakis insorge già dopo poche ore dall'ingestione di pesce crudo e si manifesta con intenso dolore addominale, nausea e vomito.
Le forme croniche sono diverse, possono mimare svariate malattie infiammatorie e ulcerose del tratto intestinale oppure coinvolgere altri organi come fegato, milza, pancreas, vasi ematici e miocardio. Possibili anche reazioni allergiche fino allo shock anafilattico, a causa della sensibilizzazione alle proteine antigeniche termoresistenti del parassita.
La cura dell'anisakis richiede molto spesso l'intervento chirurgico, per asportare la parte dell'intestino invasa dai parassiti.
Come evitare l'anisakis.
Una circolare del ministero di sanità del 1992, ancora in vigore, obbliga chi somministra pesce crudo o in salamoia (il limone e l'aceto non hanno alcun effetto sul parassita) ad utilizzare pesce congelato o a sottoporre a congelamento preventivo il pesce fresco da somministrare crudo.
Infatti l'anisakis e le sue larve muoiono se sottoposti a 60 gradi di temperatura, oppure dopo 96 ore a -15° C, 60 ore a -20° C, 12 ore a –30° C, 9 ore a -40° C.
I pericoli maggiori provengono dai ristoranti e dal consumo casalingo. Purtroppo non tutti i ristoranti seguono queste indicazioni, poiché i casi sono in aumento e la causa è spesso da imputare ad alici marinate, evidentemente non sottoposte a congelamento preventivo.
Per evitare contaminazioni, consigliamo di seguire questi semplici consigli:
1) evitare il consumo di pesce crudo in ristoranti cinesi "travestiti" da giapponesi, che stanno proliferando in questi anni, a tal proposito consiglio di leggere questo articolo di Panorama;
2) evitare il consumo di alici marinate, se non preventivamente congelate (chiedere al gestore del ristorante);
3) nel consumo casalingo di pesce crudo, acquistarlo fresco e congelarlo per almeno 4-5 giorni nel congelatore a -18 gradi. Il pesce prontamente eviscerato (come il salmone di allevamento) è più sicuro di quello venduto con le viscere;
4) prestare particolare attenzione alle specie a rischio, come lo sgombro, le sardine, il tonno e il pesce azzurro in genere.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

martedì 10 novembre 2009

Pericolo AMIANTO !!!

Articolo del 3 novembre 2009

ENASARCO
Grondaie in V.le degli Ammiragli, 119 - 00136 Roma - Invito a RIMUOVERE !!!
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«Almeno 500 dipendenti della ex compagnia di bandiera Alitalia e delle società di manutenzione da essa controllata hanno respirato amianto» è la denuncia dell’avvocato Ezio Bonanni, da anni in prima linea al fianco delle vittime esposte alla fibra killer. Alcuni giorni fa il tribunale di Napoli ha rigettato l’archiviazione del caso di un impiegato Atitech (le officine di Alitalia) deceduto per mesotelioma nel 2006. Il giudice, ha riconosciuto l’esposizione e chiesto che si indaghi ancora. E già qualche mese fa, la Corte di Appello di Roma aveva condannato l’Inps a riconoscere i benefici previdenziali a un altro lavoratore Alitalia. Dunque qualcosa si muove anche nell’aviazione che è il meno noto tra i settori lavorativi dove l’amianto è stato lavorato, maneggiato, respirato.

Nel 2001 l’Alitalia aveva invitato le officine a rimuovere le parti in amianto ma come si legge nella perizia dell’ingegner Giorgio Onori, almeno fino a 4 anni fa l’amianto era lì: “nel 2005, racconta Onori, non esisteva un ambiente protetto, nelle officine di Fiumicino c’erano bidoni con amianto senza protezioni”.E ora? La —Cai scarica le responsabilità sull’ex società—, ora in liquidazione, ma —la vecchia Alitalia risponde che “il parco veicoli è smembrato e non ci sono più i tecnici per aggiornare i dati agli ultimi 4 anni”.—
Dunque, non si hanno dati né risposte. L’unica certezza è la pericolosità dell’amianto che in Italia, dal 92 è stato messo al bando. Eppure la sua presenza nel Paese è ancora massiccia, respiriamo amianto in città, vicino alle fabbriche e alle discariche ma soprattutto sul posto di lavoro. Basti pensare all’Eternit di Casale Monferrato dove sono morti migliaia di operai e spesso anche i loro familiari, così come alla ex Italcantieri di Monfalcone dove il primo dicembre si aprirà il processo per una ventina di dirigenti per omicidio colposo di 21 operai deceduti. Ma la fibra non risparmia neanche le scuole: l’allarme ha infatti riguardato la scuola Villa Flaminia di Roma, dove i tetti di amianto delle ex caserme adiacenti all’istituto saranno messi in sicurezza a partire da martedì, dopo due anni di inascoltate denunce da parte delle famiglie. Stessa storia a Crotone dove la procura della Repubblica ha scoperto la presenza di amianto non solo in due scuole ma anche nell’ospedale.

Una marea di casi e processi infiniti che molte volte, proprio per i lunghi termini, restano impuniti: è il caso di Silvio la cui battaglia va avanti da troppo tempo, 10 anni. I suoi genitori sono morti per le maledette fibre respirate alla Fibronit nel milanese dove sono morte più di mille persone. Molte accuse di omicidio colposo sono ormai cadute in prescrizione compresa quella che riguarda suo padre.

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