martedì 24 dicembre 2013

"Sui marò il Colle ha dimenticato l'orgoglio nazionale"

La lettera di un ufficiale al presidente della Repubblica in merito al suo colloquio con i due marò.
Classe 1940, carrista e lagu­nare, il generale Alberto Fi­cuciello è sempre stato un uf­ficiale con la «U» maiusco­la.
Nato nella Venezia Giulia che non c’è più, è stato addetto militare a Londra e ha coordinato le missioni italiane in Albania, nell'ex Jugoslavia e in Afghanistan. Amante della scherma ha ri­coperto il ruolo di coman­dante Nato per il Sud Euro­pa. Il 12 novembre 2003 ha perso il figlio Massimo nella strage di Nassiriya reagen­do con grande dignità. Non è più in servizio, ma sui marò ha scritto quello che molti al­ti ufficiali sotto le armi pen­sano e non possono dire.
FBil

Illustre direttore,
mi riferisco all'articolo di Fausto Biloslavo su il Giornale di sabato 21 dicembre. Non credo che siamo pochi pazzi sognatori a voler credere nell'Italia in maiuscolo, quindi la vergogna per la vicenda dei marò dovrebbe essere una triste condizione diffusa, sulla quale doveva (e dovrà) ben riflettere chi ha consigliato quel collegamento certamente imbarazzante per il presidente della Repubblica (quello di Napolitano in teleconferenza con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per gli auguri di Natale, ndr), per la manifesta umiliante ammissione di impotenza nazionale. Sarebbe stato un rigurgito di orgoglio troppo ardito suggerire, invece, di apostrofare l'ambasciatore indiano magari durante l'incontro con il corpo diplomatico? Senza infrangere troppo pesantemente l'etichetta si sarebbe potuto dire, per esempio, che se si riesce a trattare con i peggiori terroristi il rilascio di connazionali rapiti, non dovrebbe risultare tanto difficile convincere una nazione dalla civiltà millenaria paladina della non violenza ad applicare il diritto internazionale... Ma forse i valorosi fucilieri del San Marco sentiranno invece propria la colpa principale, nel fatto di non essere temerari giornalisti o turisti irrispettosi degli avvisi di sicurezza, bensì soldati disciplinati e leali, difensori ammirevoli dell'onore residuo di uno Stato imbelle. 

Fonte: Il Giornale

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venerdì 20 dicembre 2013

Chiusura dell'apprezzatissimo intervento di Adriano Napoli (Destra di Base) all'ASSEMBLEA della FONDAZIONE AN

...Vorrei quindi che fosse ben chiaro a tutti che qui QUI nessuno può o deve vantare titoli di primazia o di monopolio. E' Giusto che questa Forza debba essere impiegata di nuovo "attivamente" sullo scenario politico italiano, ma è giusto anche che, adottando questa linea, si tenga conto politicamente, prima che giuridicamente, che, in tutto questo periodo di latenza, una serie enorme di  associazioni, circoli, movimenti locali, fogli, siti e pubblicazioni hanno tenuto vivo il discorso della nostra continuità storica, umana e politica, mantenendo un contatto assiduo e diretto con l'opinione pubblica di destra... In questo contesto, ferme restando le posizioni acquisite e le Presenze che nessuno può disconoscere, io credo sia giusto riservare almeno una parte di questo Patrimonio a quell'arcipelago di realtà territoriali che, in vario modo ed a diversi livelli, hanno contribuito a tenere unito, collegato tutto il nostro ambiente e molta parte della nostra base militante. Ovviamente questo non dovrebbe avvenire con criteri casuali, ma in base a criteri rigorosi di accertamenti, di requisiti certi. Una scelta come questa nobiliterebbe questa assemblea e sono certo suonerebbe come un segnale di Adunata e di ri-aggregazione del nostro popolo che in maggioranza non ha aderito e votato nessuno dei partiti di ex AN oggi presenti. Sarebbe certo un enorme passo in avanti verso la risoluzione definitiva della Diaspora della Destra Italiana che dura ormai da troppo tempo. Vi prego di non sottovalutare questo aspetto, perché una decisione che non avesse il sapore della coralità e della Ricerca dell'Unità...una decisione che privilegiasse solo "i primi della classe"... suonerebbe oggi dissonante e stonata dentro e fuori dal nostro ambiente. Oggi è tempo di correggere gli errori del passato e ricercare l'intesa vera, senza escludere nessuno, né moralmente e né formalmente. Mi sono permesso di rappresentarvi il mio pensiero in questa sede, con la certezza di affermare concetti assolutamente basilari e di buon senso, con la speranza che questi concetti trovino la vostra pronta e piena accoglienza, in linea di principio, ma anche e soprattutto  sul terreno delle decisioni che verranno, spero, concordate e che scaturiranno da questa assemblea. Ove tuttavia non ci si intendesse muovere in questa direzione deve essere chiaro che al fine di avversare ogni linea monopolistica o verticistica, si avvierà ogni forma possibile di resistenza politica, informativa e giuridica in ogni sede praticabile e accessibile. Io, sono convinto che ciò non sarà necessario e che il buon senso e la memoria storica del nostro glorioso percorso politico riusciranno infine a illuminare le vostre menti in modo tale da consentire al decoro, alla dignità e al rispetto di ritornare a brillare sul nuovo cammino e sul futuro di Alleanza Nazionale." 

Fonte: Destra di Base - Articolo Completo QUI !

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Gli Auguri più sinceri da Fabio Schiuma !

Buongiorno, salve, ciao, buonasera...insomma, eccomi qui a riscrivere dopo circa sei mesi dalla campagna elettorale delle ultime elezioni comunali di Roma Non posso negare sia stato, politicamente parlando, il periodo più brutto della mia vita: la delusione è stata forte, anche se per me resta il ricordo di una campagna bellissima, sebbene ne sia uscito sconfitto.
Da giugno infatti non sono più consigliere comunale di Roma, dopo aver avuto l'onore di esserlo dal 1997 al 2012 (eccetto una breve parentesi): credo di aver fatto sempre il mio dovere, innanzitutto rinunciando ai privilegi, quali macchina blu e rimborsi lavorativi, e poi facendo battaglie per il diritto alla casa e al lavoro, per la ristrutturazione scolastica, per la sicurezza e il decoro urbano.
Ho perso per la prima volta una campagna elettorale, dopo quattro vittorie e 15.000 voti presi, anche se restano forti dubbi sulle preferenze che mi sono mancate, viste anche evidenti difformità (per esempio: su 450 amici che mi hanno subito inviato l'SMS per comunicarmi di avermi votato nella sezione X, ben 216 non mi risultano...): in merito a luglio ho presentato così una denuncia per brogli elettorali contro ignoti e fortunatamente non è stata archiviata, ma sono state avviate dal giudice le indagini preliminari, i cui esiti dovrebbero a breve esser resi noti, con i tempi della giustizia italiana.
Resta il fatto, scrivevo sopra, che io abbia perso, ma conservo intatta la mia dignità e il mio onore: come indipendente di destra, ho potuto attaccare il consociativismo presente in aula Giulio Cesare e difendere i valori della mia destra sociale.
Fabio Schiuma non è stato mai in vendita per una poltrona e se ho pagato anche questo, ne vado fiero. 
Sono stati quindi mesi difficili, ma molti dei amici di Riva Destra sono restati al mio fianco, cosicché sto riprendendo il mio impegno di cittadino che crede nella Politica e si batte per il rinnovamento della stessa e per la riconquista della sovranità popolare.
Nell'inviare allora, insieme al Consigliere Regionale Fabrizio Santori, i miei PIU' SINCERI AUGURI di un BUON NATALE e FELICE ANNO NUOVO, ecco dove sono reperibile, impegni di lavoro permettendo:
- Telefono cellulare: 335.6087.665
- Facebook: profilo https://www.facebook.com/fabio.schiuma  
- Pagina: https://www.facebook.com/RivaDestraPaginaUfficiale
- Sito WEB: http://www.rivadestra.it/

Barnard: "Con l'euro, interessi elevati e tassazione alle stelle" - 18/12/13

giovedì 19 dicembre 2013

Comunismo-Nazismo - Pace e Dialogo a Cervello Inserito !

I CRIMINI DEL COMUNISMO
Se un tempo erano pagati per disinformare, oggi a sinistra si segnalano professori per la loro imbarazzante ignoranza. E' di pochi giorni fa un articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica di Tabucchi, autore tanto in voga e pompato dall'intellighenzia di sinistra, che tranquillamente si è preso il lusso di dichiarare che Gramsci fosse morto in carcere.
E' evidente che dinanzi a simili mistificazioni si comprende anche perché sia abilmente taciuto da questi "professionisti della menzogna" la vera essenza del patto Molotov-Ribbentrop che nel 1939 ha sancito la nascita dell'asse nazi-comunista e che diede il via libera a Hitler per l'eliminazione degli ebrei. Fu in quel frangente che Stalin, in segno di concordia, si permise di offrire in "regalo" ad Hitler tutti gli ebrei internati nei gulag. Questo è un dato storico, provato, inconfutabile: la persecuzione degli ebrei partì con il benestare di Stalin, dei comunisti. Innegabile a tal punto che nei libri di storia non v'è menzione alcuna. All'epoca, inoltre, Hitler non doveva di certo apparire come un mostro dai "benpensanti rossi", visto che esiste un saggio vergognoso di Palmiro Togliatti per il quale il patto fu la conseguenza dell'aggressione ai danni della Germania compiuta da Francia e Gran Bretagna. 

Fonte: LA STORIA NEGATA - Articolo Completo QUI !

IL FASCISMO e IL NAZISMO
Una delle mistificazioni introdotte negli ultimi sessant’anni e diventata una realtà accettata da tutti, come del resto la seconda grande mistificazione, la Resistenza, mostra il comunismo come antitetico e opposto al fascismo.
Il fascismo è descritto come l’ideologia del male, mentre il comunismo, suo antagonista, viene presentato come un’ideologia positiva, anche se con qualche ombra dovuta a però a deviazioni sul luminoso sentiero, con l’unico scopo di migliorare le condizioni di vita dei più deboli.
Queste due mistificazioni, ideate ed imposte dal PCI servivano a legittimare quest’ultimo e a facilitarne la presa del potere. Per i più svariati motivi (inizialmente la paura, successivamente il tornaconto) a tali tesi si sottomisero intere generazioni di intellettuali, anche non di osservanza comunista. D’altronde chi si fosse staccato dal coro era messo immediatamente al bando con conseguenze negative per la sua carriera.
In realtà comunismo e fascismo nascono dallo stesso ceppo, il fascismo non fu solo negativo e la Resistenza non fu una resistenza, ma un insieme di guerre civili.
Esamineremo tutte e tre le cose, cominciando appunto dalle radici comuni ai due movimenti politici.
A parte la provenienza politica di Mussolini (che da emigrante in Svizzera … (arrestato nel 1903 come agitatore socialista), torna in Italia e conquista in pochi anni la leadership dell’ala rivoluzionaria del PSI e poi la direzione dell’Avanti, prima di essere espulso dal partito per la sua decisione di appoggiare l’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale), la considerazione che rende affini i due partiti è la concezione che entrambi hanno dello Stato.
Entrambi i partiti, infatti, pongono lo Stato al di sopra dei cittadini e investono lo Stato stesso del compito di formare una nuova società ‘rieducando’ il popolo ai nuovi compiti cui è chiamato.
Il partito comunista punta alla classe operaia, scelta come modello della nuova società, il partito fascista alla media borghesia, individuandola come il motore della nazione.
Le analogie tra i due movimenti sono impressionanti.
Riporto alcune considerazioni, che condivido in tutto per tutto di Sergio Romano:
Entrambi non vogliono semplicemente conquistare voti o simpatie, come è nella natura di qualsiasi partito politico. Vogliono rifare la società, creare l’«uomo nuovo», impartirgli una solida educazione ideologica, inquadrarlo nelle organizzazioni del partito e trasformarlo in cittadino militante, pronto a mobilitarsi ogni qualvolta la casa madre decida di riempire le piazze e mostrare i muscoli della propria forza.
Vi è una evidente affinità tra le oceaniche adunate di piazza Venezia e i giganteschi comizi di piazza San Giovanni. Le parole pronunciate in quelle occasioni erano diverse, ma le liturgie e la regia erano straordinariamente simili: le «cartoline precetto» in un caso, gli autobus predisposti dai sindacati per gli operai delle fabbriche nell’altro.
Entrambi veneravano il loro capo: il ‘Duce’ per i fascisti, il ‘Migliore’ per i comunisti.
Ciascuno di questi due grandi partiti di massa dovette fare i conti con la realtà e venire a patti con le tradizioni e le abitudini della società italiana. Il fascismo conquistò il potere, ma fu costretto a spartirlo con la monarchia e con la Chiesa. Il comunismo conquistò una parte della società civile e delle grandi istituzioni culturali, ma si rese conto che gli italiani sarebbero rimasti, nonostante tutto, cattolici, familisti e profondamente legati ai beni che erano riusciti ad accumulare nel corso della loro esistenza. Questo successo parziale ebbe l’effetto di provocare nei militanti dei due movimenti l’attesa di un evento che avrebbe completato l’opera e soddisfatto pienamente le loro attese.
Nel partito di Mussolini vi fu sino alla fine una componente che non smise mai di attendere la «seconda ondata» della rivoluzione fascista. Nel partito di Togliatti vi furono coloro che auspicavano una nuova Resistenza, più radicale e decisiva di quella che veniva celebrata come pietra di fondazione della Repubblica.
Nella prefazione degli scritti di Eugenio Reale, un comunista che uscì dal partito dopo la rivoluzione ungherese, Antonio Carioti ricorda che i militanti, dopo la repressione sovietica a Budapest, fecero quadrato intorno a Togliatti e scrive: «Condizionati da un antico retaggio storico e dalla recente esperienza del regime fascista, molti italiani preferiscono avere con la politica un rapporto fideistico, chiedono di riconoscersi in un’autorità che offra loro certezze indiscutibili». Ecco perché fascismo e comunismo furono, come osserva ancora Carioti, «partiti chiesa». Si odiarono e si combatterono perché avevano straordinarie somiglianze, operavano su uno stesso terreno e cercavano di conquistare lo stesso popolo.
Questo spiega il travaso massiccio di fascisti nel PCI dopo il 1945.
E il fatto che gli intellettuali del partito comunista avevano quasi tutti iniziato la loro carriera nelle riviste fasciste o conquistato i loro primi allori nei Littoriali organizzati dal regime.
E lascia anche comprendere come fu possibile l’alleanza militare, nella seconda guerra mondiale, tra Hitler e Stalin, Nazismo e Comunismo. 

Fonte: RICORDARE - Articolo Completo QUI !

Fino a quando non capiremo che lo schierarsi tra Comunisti e Fascisti, Colpevolisti e Innocentisti è come (accantonando l'immane tragedia) dividersi tra Roma e Lazio o tra Coppi e Bartali; così facendo tutto continuerà a basarsi sul preconcetto e sul pregiudizio, dimenticando che le persone sciocche sono piene di certezze e le persone intelligenti sono piene di dubbi e che l’unica certezza che può avere l’Uomo è IL DUBBIO ! 

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G7: Intervento della nostra Presidente

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