sabato

Quirinale: prevale 'partito larghe intese', in calo Amato sale Letta premier

Ultimo aggiornamento: 20 aprile, ore 17:45  -  Fonte Adnkronos
Roma, 20 apr. (Adnkronos) - Mentre e' in corso lo spoglio per l'elezione del capo dello Stato, in Transatlantico, a Montecitorio, si parla solo del futuro governo. Tutti sono per le larghe intese e un esecutivo politico, ma sembrano essere in discesa le quotazioni di Giuliano Amato premier. Oltre al veto della Lega (''Mai con chi ha tolto i soldi alla gente'', ha avvertito Umberto Bossi), ci sarebbero forti resistenze anche nel Pd. Nelle ultime ore prende quota l'ipotesi di un governo guidato da Enrico Letta, gradito anche al Pdl. Almeno a quella parte di parlamentari azzurri che spinge per una grande coalizione e non vuole andare al voto. Per ora si tratta solo di voci non confermate. 
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Comunicato dal Sindaco: Finalmente completato l'iter Roma Capitale

             Cara cittadina, caro cittadino,

come forse saprai, il Governo ha definitivamente approvato il terzo e ultimo Decreto attuativo della riforma di Roma Capitale, mentre l'Assemblea Capitolina ha votato il nuovo Statuto.
Grazie a questa riforma, attesa da circa 30 anni, la Capitale non è più un comune come gli altri, ma un ente territoriale speciale dotato di maggiore autonomia, come altre importanti capitali internazionali, quali Washington, Londra o Berlino.
In particolare, l’Amministrazione di Roma Capitale disporrà di maggiori poteri nei seguenti settori:
•        definizione del Patto di stabilità e aumento dei finanziamenti statali necessari per i maggiori oneri derivanti dalle funzioni di Capitale della Repubblica;
•        valorizzazione dei beni storici, artistici, ambientali e fluviali;
•        sviluppo economico e sociale;
•        programmazione e promozione delle politiche per il turismo;
•        sviluppo urbano e pianificazione territoriale;
•        edilizia pubblica e privata;
•        organizzazione e funzionamento dei servizi urbani e di collegamento con i comuni limitrofi, con particolare riferimento al trasporto pubblico e alla mobilità;
•        protezione civile;
•        ulteriori funzioni delegate dalla Regione Lazio, mediante la legge regionale attesa a completamento della riforma.

Il nuovo Statuto prevede diverse novità in materia di tagli ai costi della politica, di trasparenza dell’azione amministrativa e di pari opportunità. Tra le tante, segnalo:
•        la riduzione del numero dei consiglieri dell’Assemblea Capitolina (da 60 a 48);
•        la riduzione del numero dei Municipi (da 19 a 15);
•        la parità di genere in Giunta (stesso numero di donne e uomini tra gli assessori);
•        la costituzione di un'agenzia indipendente a tutela dei diritti dei contribuenti.

Ti invito, in ogni caso, a consultare la versione integrale del testo dello Statuto sul portale di Roma Capitale, nella sezione “Trasparenza, valutazione e merito”, per apprezzare tutte le novità contenute nella nostra "carta costituzionale".
Ci tengo a sottolineare che l’approvazione del terzo decreto attuativo, come quella dello Statuto, sono avvenute con voto quasi unanime delle forze politiche presenti in Parlamento e in Assemblea Capitolina. Ciò è per me motivo di grande soddisfazione, un segnale forte, di unione e di responsabilità, per il bene di Roma.
Per questo ho voluto condividere questo importante traguardo con tutti voi.

               I miei più cordiali saluti.
Il Sindaco

giovedì

La politica italiana spiegata agli stranieri: una "lezione" di chiarezza da parte di Mario Nanni

Scritto da Redazione | Creato 17 Aprile 2013

Mario NANNI
NARDO'- C'è una regola non scritta tra i giornalisti e gli scrittori, e persino Manzoni ne era un sostenitore. Per farsi capire da quanta più gente possibile, infatti, chi scrive dovrebbe immaginare di avere davanti una persona semplice, il pensionato avanti con gli anni, il vicino di casa, la pia donna che esce da chiesa. O lo straniero lontano dalla nostra cultura, magari un giapponese ospite in Italia.
Il grande giornalista dalle origini neritine, Mario Nanni, fornisce periodicamente una relazione sulla situazione politica italiana ai suoi interlocutori stranieri. Per questo motivo si tratta di una sintesi che può apparire didascalica ma per lo stesso motivo è chiarissima e comprensibile ai più. E' un regalo di Nanni ai neritini: graditelo!
VERSO IL RUSH FINALE IN UN CLIMA DI GRANDE CONFUSIONE
Sommario:
-  Come nel giallo di Agatha Christie, ‘’I dieci piccoli indiani’’: è ormai corsa all'eliminazione dei candidati, ma è anche gioco al massacro;
-  Crescono le chances di Prodi, Grillo probabile kingmaker, con Casaleggio dietro le quinte (ma non troppo);
-   Il rischio dei ‘’franchi tiratori’’ incombe sul PD come sulla Dc nella Prima Repubblica;
-   La scelta di Amato, visto come ‘’uomo della casta’’ o mister 31 mila euro ( di pensione mensile) sarebbe un gran regalo propagandistico a Grillo;
-   Un PD a rischio di implosione può essere ricompattato, in gran parte, o da Prodi o da D’Alema ( con l’inaspettato appoggio di Renzi).
-   La possibilità di un terzo nome (oltre Prodi e Amato): Rodotà, Bonino (che ha il ‘’vantaggio’’ di essere donna, ma sta in Parlamento da 36 anni!)
Come era prevedibile da qualche mese, l’Italia si trova in una situazione di impasse politico-istituzionale senza precedenti.
Sembra una situazione senza uscita: un sistema politico entrato ormai in crisi, i partiti spaccati e in crisi anch'essi un governo dimissionario ma che continua a governare, un governo nuovo che non si riesce a fare, un Parlamento paralizzato e disoccupato, in attesa di cominciare a lavorare. E infine un presidente della Repubblica che se ne va, e un presidente nuovo da eleggere.
MANCANO 48 ORE E IL BUIO E’ COMPLETO, O QUASI
Vediamo, a due giorni dal 18 aprile, quando il Parlamento in seduta comune comincerà a votare per il nuovo Capo dello Stato, qual è la situazione AGGIORNATA.
Cerchiamo di capire qual è in realtà il gioco politico dei due principali schieramenti.
BERLUSCONI:
il Cavaliere ha in testa principalmente due cose. La prima è garantirsi che al Quirinale NON SIA ELETTO un suo nemico ( Prodi o qualche altro personaggio che piace a Grillo: Zagrebelsky, Rodotà); poi, che si faccia un governo Pd-Pdl, o un governo con ministri di area Pdl dentro.
L’altro chiodo fisso di Berlusconi è tornare subito al voto: i sondaggi dicono che il centrodestra è avanti rispetto al centrosinistra, e che, se si votasse ora, il centrodestra potrebbe vincere sia alla Camera sia al Senato, e quindi non avrebbe le difficoltà, al Senato, che ha incontrato finora Bersani.
Nel suo tour di propaganda, come sabato a Bari, il Cavaliere ha visto che c’è un ritorno di entusiasmo e partecipazione del suo elettorato allo spirito del 1994, quando fondò Forza Italia. E’ un momento magico, per Berlusconi, e il Cavaliere lo vorrebbe sfruttare al massimo.
E infatti lo sfrutta in due modi: da una parte minacciando Bersani di voler andare alle elezioni di nuovo, sapendo che in tal caso Bersani e il Pd potrebbero perdere, e Bersani essere spazzato via; a meno che il Pd non decidesse di candidare premier Renzi. Minacciando le elezioni, Berlusconi in realtà preme su Bersani per convincerlo a fare quello che il Cavaliere desidera. Ma Bersani finora ha resistito, perché sa che mezzo partito non vuole una alleanza con il Cavaliere. Veramente, Bersani si trova in una situazione curiosa: se fa l’accordo con il Cavaliere il Pd si spacca; se non fa l’accordo con il Cavaliere, il Pd si spacca lo stesso. Questa situazione difficile spiega molto le difficoltà di movimento di Bersani, e anche il suo comportamento politico tenuto in questi 45 giorni (dopo le elezioni).
L’altro modo in cui Berlusconi sfrutta la minaccia delle elezioni è quello di tenere il suo partito costantemente mobilitato, come un esercito pronto alla battaglia. E infatti si parla di eventuali votazioni a giugno o, al massimo, entro il 20 luglio: queste le date possibili che sono state studiate al Ministero dell’Interno (al quale spetta organizzare e indire le elezioni). Ma restano, queste ipotesi di voto a giugno-luglio, possibili ma altamente improbabili: l’Italia è in una situazione economica e sociale drammatica, e quindi elezioni in giugno-luglio sarebbero il segno di un disastro dalle conseguenze imprevedibili. E poi, tranne Berlusconi che ha interesse a volere le elezioni perché i sondaggi lo premiano, nessun altro partito le vuole: non il Pd, perché significherebbe mandar via Bersani, e mettere Renzi alla guida ; né Monti, che vede diminuire i consensi al suo partito Scelta Civica; né soprattutto Grillo, che vede molte contestazioni nei suoi elettori alla linea finora tenuta e rischia di non prendere gli stessi voti che ha preso alle elezioni di febbraio (infatti i sondaggi segnano un calo dei voti).
BERSANI:
Il segretario del PD mantiene la sua linea, e l’ha chiarita anche nell'incontro dei giorni scorsi con Berlusconi. La linea è questa: intanto separare la elezione del Presidente della Repubblica dalla questione governo; mentre Berlusconi, si sa, le vuole collegare.
Bersani ha cercato di impostare il discorso con Berlusconi cominciando dalla questione Quirinale: cerchiamo di trovare un nome che sia gradito a entrambi gli schieramenti. Scegliamolo da una lista o rosa di nomi. Ma qui è nato il primo ostacolo. Berlusconi ha chiesto: questa lista chi la prepara? Io, ha detto Bersani, io preparo una rosa di nomi e il Pdl ne sceglie uno di suo gradimento.
Su questo punto, Berlusconi ha cercato di resistere, ma poi ha detto: va bene, possiamo votare anche un nome di sinistra, purché non sia ostile a noi. (e si sa chi Berlusconi consideri ostile).
LA ROSA DI NOMI
Per la rosa di nomi, sta succedendo quello che succede nel romanzo giallo di Agatha Christie, ‘’I dieci piccoli indiani’’: in quel romanzo tutti e dieci vengono fatti fuori a uno a uno.
E così sta succedendo per i candidati alla Presidenza della Repubblica.
Anna Finocchiaro e Franco Marini sembrerebbero ormai eliminati, dopo l’attacco feroce e frontale sferrato da Renzi. La critica di Renzi, discutibile o no, è però coerente con le idee del sindaco di Firenze, che le espresse già al tempo delle primarie , specialmente l’idea della ‘’rottamazione’’, cioè del mettere da parte personaggi politici che abbiano ormai troppi anni di politica sulle spalle: Marini, infatti, per essere candidato alle politiche ha dovuto chiedere una deroga al partito, ed è stato peraltro bocciato dagli elettori; la Finocchiaro aveva chiesto anch’ella una deroga, l’aveva ottenuta ed è stata votata in Puglia, non in Sicilia, che è la sua terra.
Inoltre è stata attaccata - da Renzi - per una questione di immagine e di stile ( farsi accompagnare all’Ikea dalla scorta che trascina il carrello della spesa), che richiama privilegi di casta ( sappiamo quanto è forte la polemica contro la casta- così viene chiamata la categoria dei politici accusati di privilegi). La Finocchiaro è poi stata accusata anche dai giornali di avere il marito sotto processo per truffa alla Regione Sicilia. Come potrebbe essere eletta presidente della Repubblica una donna che ha il marito sotto processo?
La Finocchiaro ha reagito a Renzi con parole di fuoco (‘’sei un miserabile’’), ma con ciò anche auto-escludendosi dalla corsa per il Quirinale.
Marini e Finocchiaro, quindi, sarebbero out.
Anche se per Marini - ex presidente del Senato, ex sindacalista, cattolico - ma con nessuna esperienza internazionale (all'estero non lo conosce nessuno) premono i cattolici del Pd (Fioroni, l’ex segretario Franceschini). Ma a questo punto le chances di Marini sembrano diminuite, di molto.
Chi resta nella rosa che Bersani dovrebbe consegnare a Berlusconi?
Bersani potrebbe anche, per non scontentare una parte del suo partito, inserire anche i nomi di Finocchiaro e Marini ma agli ultimi posti; ma a quanto pare Bersani dovrebbe sottoporre al Cavaliere una rosa ristretta, tre nomi al massimo.
In quest’ultimo caso, in testa alla lista potrebbe esserci Giuliano Amato; poi D’Alema; terzo Prodi.
Attenzione: benché inviso a Berlusconi, Bersani non può cancellare dalla rosa il nome di Prodi, perché mezzo partito desidera il Professore bolognese; e sa anche che i grillini il voto a prodi lo potrebbero dare.
Quindi la rosa di Bersani potrebbe essere fatta secondo questo ragionamento: caro Berlusconi, io ti propongo dei nomi, in testa alla rosa ti metto i primi due che possono essere a te graditi: Amato e D’Alema (o Marini, ma vedo difficoltà); terzo Prodi.
Se vuoi scegliere uno di questi, lo votiamo insieme. Ma non mi chiedere niente per quanto riguarda il governo. Quella è un’altra partita.
A questo punto ci potrebbe essere la rottura finale: se Bersani non garantisce a Berlusconi che il governo col Pdl o ministri di area Pdl si fa, allora si sfascia tutto; in tal caso ci saranno ovvie conseguenze. La conseguenza più probabile sarà che il PD, Monti e i cinque stelle voteranno il nome di Prodi.
E sarà guerra totale.
Questo scenario è probabile ma lo potrebbe diventare ancora di più se oggi dalle Quirinarie del 5 Stelle dovesse uscire il nome di Prodi da votare al Quirinale.
Ieri il guru dei 5 stelle Casaleggio ha fatto un giochino politico abbastanza contorto ma anche chiaro: ha detto che Prodi non è la prima scelta, ma se dalle Quirinarie dovesse uscire il nome del Professore bolognese, i cinque stelle lo voteranno.
Se così fosse, Bersani sarebbe tentato da questa strada: far eleggere Prodi dal Pd e dai 5 stelle e poi sperare di fare un governo, con l’appoggio dei 5 stelle (e l’aiuto di Prodi, che, essendo stato eletto dai grillini, avrebbe forse più di Napolitano qualche carta in più per convincere Grillo a far nascere un governo Bersani).
Se questo e’ lo scenario, c’è da considerare anche un fenomeno: i franchi tiratori.
Quello dei ‘’franchi tiratori’’ è un fenomeno tipico della Prima Repubblica, e in molte elezioni del Presidente della Repubblica ha fatto sentire la sua presenza.
I franchi tiratori si chiamano così perché, nel segreto dell’urna, ‘’sparano’’ il loro voto senza essere scoperti (dato che il voto è segreto), e lo sparano in modo diverso da quello che ha deciso il loro partito.
E così negli anni 60, 70,80 e 90, nelle elezioni del Presidente della Repubblica, è successo che il maggior partito, la Democrazia Cristiana, proponeva il suo candidato ufficiale, che poi però non veniva votato da tutto il partito, perché molti deputati e senatori - appunto franchi tiratori - lo pugnalavano alle spalle nel voto.
Due esempi fra tutti: nel 1964 la Dc propose il suo candidato - Fanfani - ma i franchi tiratori non lo votarono, e fu scelto Saragat, un socialdemocratico.
Nel 1992 la Dc propose il suo segretario - Forlani - ma i franchi tiratori (amici di Andreotti) non lo votarono, e così alla fine fu scelto Scalfaro.
La storia rischia di ripetersi: il PD non ha un candidato unico, un candidato che sia voluto da tutto il partito.
Se viene scelto D’Alema, i franchi tiratori potrebbero comparire; se viene scelto Marini, i renziani non lo votano; se viene scelta la Finocchiaro, i renziani non la votano; se viene scelto Amato, mezzo PD potrebbe non votarlo.
Forse è proprio Prodi - padre fondatore dell’Ulivo, così si chiamava il centrosinistra degli anni ’90 - e quindi padre fondatore e padre nobile del PD - che potrebbe in qualche modo unire il PD anche se non tutto il PD  Ed è voluto anche da Renzi. I grillini in fondo lo voterebbero (ci sono rapporti antichi tra Prodi e Grillo, che dal professore di Bologna prese lezioni di economia; eppoi si sa che Casaleggio è in buoni rapporti con Prodi).
Insomma, dal punto di vista del curriculum, e dell’immagine, Prodi resta la scelta più prestigiosa, e avrebbe tutte le carte in regola per essere eletto:
-   è stato due volte premier,
-   ha battuto due volte Berlusconi,
-   è stato presidente della Commissione europea,
-   è economista,
-   è cattolico (si dice che dopo due presidenti laici - Ciampi, Napolitano - tocca a un cattolico),
-   ha un prestigio internazionale,
-   l’Onu gli ha dato un incarico per l’AFRICA,
-   Ha guidato due governi ( nel 1996 e nel 2006, ma divisioni nel suo stesso centrosinistra lo hanno fatto cadere: una volta Bertinotti, un’altra Mastella e Veltroni); quindi si aspetta anche un certo risarcimento politico.
Un altro profilo ugualmente prestigioso è quello di Amato.
Studioso di economia e istituzioni, due volte premier, ha un grande prestigio internazionale. Fa parte della Trilateral e dell’Aspen – due centri di potere internazionali e trasversali - parla inglese fluentemente (così come Prodi).
Ma, a differenza di Prodi, ha un’arma in più e una in meno:
l’arma in più è che piace al Cavaliere. Amato è stato braccio destro di Craxi e a Berlusconi ha risolto molti problemi, che riguardavano le autorizzazioni per le sue televisioni.
L’arma in meno è che, a differenza di Prodi, è visto di più come personaggio della casta ( ha una pensione di 31 mila euro mensili); come un personaggio a caccia di incarichi; e soprattutto su di lui c’è l’ombra di Craxi , e questo non gli giova (non gli giova neanche il fatto che da Craxi Amato si distaccò in modo giudicato ingeneroso: non andò ai suoi funerali, né si è mai recato ad Hammamet, sulla tomba del segretario socialista al quale Amato, pur uomo di grandi qualità, deve tutta la sua carriera).
Quindi: potrebbe essere Amato il futuro presidente della Repubblica, in caso di accordo Bersani-Berlusconi;
potrebbe essere Prodi, in caso di rottura.
MA CI PUÒ ESSERE UN NOME A SORPRESA!
La rosa dei nomi a sorpresa comprende: una donna (e l’unica sarebbe Emma Bonino, radicale, amica di Pannella, in Parlamento da 37 anni, ma alle ultime elezioni non è stata eletta); su di lei però ci potrebbe essere un veto del Vaticano; un veto ovviamente non esplicito o ufficiale, ma un veto di fatto: i cattolici del PD o del Pdl potrebbero non votarla (i franchi tiratori, appunto).
Un altro nome potrebbe essere del PD ( D’Alema, su cui però il PD si potrebbe spaccare: ma un recente incontro tra D’Alema e Renzi farebbe pensare a un accordo strategico tra i due per far fuori Bersani: D’Alema al Quirinale e Renzi al governo);
oppure il professor Stefano Rodotà, politico-professore, ma non visto come uomo della casta. Studioso, è stato deputato del partito della sinistra, vicepresidente della Camera, Garante della Privacy. E’ molto ben visto dal movimento 5 stelle.
Se oggi uscisse dal sondaggio finale delle Quirinarie il nome di Rodotà, per Bersani sarebbe una bella tentazione: farlo votare anche dal PD per agganciare i grillini.
Ma torniamo al punto di partenza: Bersani è in grado di tenere unito tutto il PD su un nome? Difficile. Sembra il gioco dell’oca. Si torna al punto di partenza.

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martedì

Comunicato Stampa “Checco Durante Racconta Roma”

PRESENTAZIONE DI POESIE, NUMEROSE INEDITE,  DEL GRANDE POETA ROMANO CHECCO DURANTE, PRESSO IL MUSEO DI ROMA IN TRASTEVERE.
Venerdì 19 aprile
Roma, Museo di Roma in Trastevere, Piazza di Sant'Egidio
Ore 17:30
Venerdì 19 aprile, in occasione dei 120 anni dalla nascita, Marketing Power, agenzia di marketing e comunicazione, in collaborazione con la Pro Loco di Roma, presenta una raccolta di poesie, numerose delle quali inedite, del grande storico, attore e poeta romano Checco Durante.
L’intento della manifestazione è quello di rinnovare la memoria di un uomo che ha saputo raccontare un’epoca attraverso i suoi versi; interprete, sia sulla pagina che sul grande schermo della romanità più verace, quella dell’ironica noncuranza senza peli sulla lingua che da sempre contraddistingue gli abitanti di questa città. Durante la manifestazione, le poesie saranno recitate da famosi attori/doppiatori del cinema italiano, come Angelo Maggi e Francesco Prando, accompagnati da musica popolare romana, per favorire una moderna rappresentazione e riscoperta della Cultura di Roma.
Nel corso dell’evento verrà inoltre presentato un cofanetto contenente: 
- Un libro con 68 composizioni, alcune delle quali rappresentano un tesoro “archeologico” della  poesia romanesca, mai editate prima di oggi.
- Due CD audio con le stesse opere recitate e reinterpretate da grandi professionisti del mondo del doppiaggio e della recitazione.
Per l’alto valore culturale l’iniziativa ha ricevuto il Patrocinio da parte dell’Assessorato alle Politiche Culturale e Centro Storico di Roma Capitale, di Zetema e dei Musei in Comune.

Per ulteriori informazioni contattare Serenella De Cristofaro allo 06.8992.8530 oppure ad info@prolocoroma.it

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Aggiornamenti da: PMI !

Specifiche disponibili sul sito dell'Agenzia delle Entrate: i Comuni devono trasmettere i dati sugli immobili iscritti in Catasto utili per stabilire l'ammontare della TARES.
Per la Cassazione è valida la notifica delle cartelle di pagamento ad un qualsiasi familiare anche non più convivente, a meno che il contribuente non proceda ad una querela di falso.
In Microsoft Office 2013 torna la trasferibilità delle licenze su altri computer e, in caso di guasti, anche con frequenza superiore rispetto ai 90 giorni canonici.
Risparmiare nei processi di stampa aziendale è possibile, purché vengano selezionate soluzioni adeguate al proprio business: da HP la linea di stampanti Officejet Pro.
Messagenet Talk per Android è la prima App di mobile VoIP basata su WebRTC, il progetto che aggiunge al Web le comunicazioni in tempo reale.
Secondo la classifica mondiale del WEF, l’Italia è indietro in ambito Information Technology, soprattutto per quanto concerne banda larga e pc: scarsa la penetrazione delle tecnologie nel mercato del lavoro e in famiglia. 

lunedì

Per non dimenticare la, forse, unica verità ! 'A LIVELLA !

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Novità e Normativa per le PMI

Scoraggiate dalla Riforma del Lavoro le nuove Partite IVA di persone fisiche, mentre aumentano quelle aperte da società di capitali, incentivate dalle nuove Srl a un euro: l'Osservatorio 2013.
IMU e TARES sono le tasse che più spaventano imprese e cittadini italiani, soprattutto per l’indeterminatezza su tempi e costi: ecco l'analisi degli importi attesi per quest'anno.
Entro il 2015 l’Italia dovrà programmare nuove manovre correttive per garantire il pareggio di bilancio, indipendentemente dalle prossime scelte sull’IMU: Monti difende l’Italia dal rischio di contagio ma invoca strategie sostenibili.
La BCE lancia l’allarme disoccupazione per l’Eurozona, che insieme alla crisi del credito rendono la situazione delle PMI nella UE critica e senza precedenti: servono riforme strutturali.
Da scaricare online il modello 730 editabile in PDF per la compilazione via web: una volta stampato, il modulo può essere presentato con le consuete modalità e scadenze 2013.
In occasione dello SMAU Business Padova, SAP presenta le proprie soluzioni SAP Business One, per ottimizzare e gestire in modo efficace i processi aziendali orientati al business.
Per facilitare la gestione aziendale dei Big Data, IBM presenta la sua strategia nell’area della tecnologia Flash, che consente di migliorare le velocità di accesso alle informazioni fino ai microsecondi. 

domenica

La crisi si batte con la qualità, certificati Iso 9001 per oltre 83mila aziende

+1,5% anche nel 2012 - supporto di Cna, Confapi e Confartigianato. 
Solo la Qualità ci può distinguere !
Roma, apr. (Adnkronos/Labitalia) - Poco più di 83.000 aziende e quasi 128.000 siti produttivi (uffici, stabilimenti, ecc.) dispongono di certificati Iso 9001. Dopo il forte sviluppo registrato fino al 2006, il numero di imprese certificate continua a crescere: +1,5% anche nel 2012, nonostante le gravi difficoltà che il tessuto produttivo sta attraversando. E' quanto emerge da uno studio realizzato dal Censis e da Accredia, l'Ente unico nazionale di accreditamento, con il supporto di Cna, Confapi e Confartigianato, che ha analizzato un campione di oltre 800 aziende prevalentemente di piccole e medie dimensioni.

Il rapporto, 'La domanda di certificazione di qualità nel sistema d'impresa', è stato presentato oggi, a Roma, da Francesco Estrafallaces, responsabile del settore Economia del Censis, e discusso da Federico Grazioli, presidente di Accredia, Tommaso Campanile, responsabile del dipartimento Ambiente e Competitività della Cna, Vincenzo Elifani, vicepresidente di Confapi, Marco Granelli, vicepresidente di Confartigianato, e Giuseppe De Rita, presidente del Censis.

La spesa delle imprese per la certificazione dei sistemi di gestione della qualità ammonta a 134 milioni di euro l'anno, pari all'1% degli investimenti complessivi in beni immateriali. Per pesare meglio il volume d'affari del settore è bene considerare, in aggiunta, anche i costi indiretti e gli investimenti che le imprese sostengono per arrivare al risultato della certificazione: dai costi per la consulenza a quelli per il personale specificatamente inquadrato per la gestione del sistema di qualità interno, agli investimenti necessari per migliorare i processi e le dotazioni infrastrutturali delle imprese. Si può stimare così che il giro d'affari complessivo si attesti attorno a un valore non inferiore a 500 milioni di euro l'anno.

Il mercato italiano della certificazione per la qualità viaggia ancora su cifre relativamente piccole, se si tiene conto del numero complessivo di aziende manifatturiere (500.000) e di imprese edili (813.000) da cui proviene la gran parte della domanda di certificati Iso 9001. Ma il potenziale di mercato è consistente, soprattutto se si considera il forte apprezzamento che le aziende esprimono nei confronti della certificazione.

La qualità resta una parola chiave delle produzioni made in Italy. Anzi, viene considerata come una delle principali leve strategiche per operare nella fase di crisi. Più della metà delle imprese studiate dispone di una certificazione Iso 9001 e pochi sono i casi in cui la certificazione viene considerata uno strumento scarsamente utile a garantire maggiore efficienza. Il 73% delle strutture certificate ritiene anzi che l'Iso 9001 contribuisce a migliorare le prestazioni dell'azienda e a risparmiare sui costi. E il 14% considera questo tipo di certificazione come una scelta strategica che ha permesso di compiere un vero salto di qualità. Solo l'8% non attribuisce nessuna utilità alla certificazione e appena il 5% la considera un appesantimento burocratico.

In particolare, ai primi posti tra gli obiettivi di crescita, le imprese artigiane hanno segnalato di voler investire nel breve periodo su due aspetti specifici: il rafforzamento del controllo sulla qualità del prodotto e del processo produttivo, e il potenziamento del controllo della qualità sui principali fornitori.

Tra le motivazioni principali che spingono un'impresa a certificare il proprio sistema di gestione della qualità ci sono: la forza attrattiva del 'marchio' Iso 9001, la richiesta dei principali clienti dell'impresa affinché questa operi secondo precisi standard di qualità, la possibilità di partecipare a gare d'appalto, l'identificazione della certificazione come uno strumento di razionalizzazione dell'organizzazione aziendale.

La grande maggioranza delle imprese dello studio (l'88%) ritiene che il mercato riconosce alla certificazione Iso 9001 un valore aggiunto, rendendo l'azienda più credibile agli occhi dei clienti. Quasi il 60% ha iniziato a certificarsi per l'Iso 9001 e successivamente ha proseguito con altre tipologie di certificazione. L'Iso 9001, che in Italia è la forma di certificazione più diffusa, si conferma quindi come un importante apripista che consente agli organismi di certificazione pratiche di cross selling (ovvero la vendita di più servizi) e capace soprattutto di diffondere una maggiore 'cultura della qualità' nel sistema produttivo.

Però, per quasi l'80% delle aziende certificate analizzate, oggi ottenere un certificato Iso 9001 è relativamente facile e sarebbero pertanto necessari criteri selettivi più stringenti. E il 70% dei capi azienda intervistati ritiene che con il tempo subentra una relativa disillusione nei confronti dell'efficacia della certificazione. Gli aspetti che possono rendere più attraente la certificazione di qualità agli occhi delle imprese sono: la possibilità che all'Iso 9001 siano connesse automaticamente consistenti semplificazioni di tipo amministrativo, il contenimento dei costi della certificazione, l'obbligatorietà della certificazione per la partecipazione ai bandi di gara, l'alleggerimento degli obblighi burocratici richiesti per ottenere la certificazione.

Se la crisi economica si protrae e le strutture produttive più piccole sono quelle che soffrono maggiormente, gli investimenti in qualità possono essere strumenti utili per contrastare il trend negativo e riorganizzare le leve della competitività. Migliori politiche di diffusione della certificazione Iso 9001 sono oggi necessarie agendo su tasti differenti: dal prezzo di offerta del servizio a una migliore interlocuzione tra le imprese e gli organismi di certificazione.

Quasi l'80% delle aziende studiate si aspetta che l'organismo di certificazione sia in grado di fornire indicazioni utili a eliminare eventuali carenze organizzative dell'impresa. E circa un terzo del campione si aspetta che il certificatore conosca con esattezza il settore e la filiera in cui si colloca l'azienda presso cui si effettuano le verifiche necessarie per il rilascio dell’Iso 9001.

Nonostante alcune debolezze che spingono a ripensare le strategie di diffusione e di interlocuzione con le imprese, l'Iso 9001 resta lo strumento principe per una maggiore affermazione della 'cultura della qualità' nel sistema produttivo nazionale e un mezzo per il rafforzamento delle imprese di piccole dimensioni. Elevate competenze e capacità di dialogo con l'azienda divengono pertanto le leve su cui gli organismi di certificazione dovrebbero agire, anche per cercare di tenere aperti spazi di mercato oggi difficili da gestire a causa della crisi.

Fonte: LiberoQuotidiano.it

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