ANZIANI PICCHIATI E SEQUESTRATI PER TRE ORE"ZITTA che ti ammazzo!". Ancora una volta due nostri anziani PICCHIATI e DERUBATI nella loro abitazione.L'aggressore? Straniero. Concidenze? No, nell'Italia "buonista" entrano cani e porci perché NESSUNO PAGA.
Pubblicato da Matteo Salvini su Martedì 2 febbraio 2016
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martedì
ANZIANI PICCHIATI E SEQUESTRATI PER TRE ORE
lunedì
Domani, 25 novembre, sarà la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne
Esperti, professionisti e
Autorità a confronto nella Sala Consiliare del I Municipio (ex XVII) per commemorare il
54° Anniversario del Sacrificio delle sorelle Mirabal.
In occasione
della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, martedì 25
Novembre p.v., dalle ore 10:00 alle 13:00, si terrà a Roma, presso la Sala
Consiliare del I Municipio (ex XVII) sita in
Circonvallazione Trionfale 19 (Rione Prati), il convegno: “Las Hermanas Mirabal - 54°Anniversario della Memoria
Storica” organizzato dall’American
Diplomatic Mission for International Relations, dal Comitato
Roma Capitale Italia Europa e dal Comune
di Roma - Assessorato Politiche Educative e Scolastiche del I Municipio in
collaborazione con l’Associazione Donne
per la Sicurezza Onlus, l’Associazione
Gol di Tacco a Spillo, l’Associazione
Italiana di Studio del Lavoro per il Benessere Organizzativo, l’Associazione Stars for Peace in the World,
Fondazione Ottavia, l’Associazione SLBIC, e lo Studio Scopelliti-Ugolini.
La
manifestazione, patrocinata dall’Assemblée
Citoyenne Européene, dal Ministero
della Donna della Repubblica Dominicana, dal Ministero dell'Educazione della Repubblica Dominicana, dall’Università Umanistica Las Americas,
dall’Accademia al Merito delle Nazioni
e dall’Istituto Diplomatico
Internazionale, è organizzata in memoria delle tre eroine
della Repubblica omonima, le sorelle Mirabal, a cui l’ONU nel 1999 ha dedicato
la Giornata Internazionale per la Lotta alla Violenza sulla Donna.
L’iniziativa rivolta alle
Istituzioni, alle Organizzazioni, alla pubblica opinione, si propone di
costruire un percorso di Rete Sociale finalizzato alla costituzione di un
Osservatorio Sociale del Pianeta Donna, dal lavoro, alla famiglia, alla scuola,
che si trasformi in uno stabile percorso di formazione permanente alla
prevenzione di ogni forma di discriminazione, alla cultura dell’inviolabilità di
genere, al rispetto delle identità culturali e religiose, per la formazione di
una identità culturale al femminile in senso europeo.
I saluti iniziali
saranno affidati a Jaime Roman Trujllo, presidente Comitato Roma Capitale Italia Europa;
a Khalid Chaouchi, presidente Commissione
Cultura Camera dei Deputati, a Wladimiro
Bodgoni, parroco della Basilica San Giuseppe al Trionfale, ad Alessandra Ferretti, assessore Politiche Educative e
Scolastiche del I Municipio e ad Andrea
Tasciotti, ambasciatore internazionale, vice presidente Assemblée Citoyenne
Européenne e responsabile
Dipartimento Nazionale relazioni Stato, Chiesa e Cooperazione Internazionale
D.C.
A
seguire i relatori che parleranno della figura muliebre e dei suoi molteplici
ruoli: sociale, istituzioni, famiglia, lavoro, cultura, sport, nobiltà,
sviluppo, moda e imprenditorialità. Ne discuteranno: Roberta Sibaud, vice presidente Associazione Donne per la Sicurezza
Onlus; Maria Tatangelo, vice
segretario nazionale vicario Relazioni Istituzionali e Internazionali D.C.; Marta Falaguasta, psicologa e
psicoterapeuta - Agenzia ATLAS; Maria Grazia de Angelis, presidente
AISL_O; Caterina Viola, curatrice
del progetto “Vento di Legalità”; Erica
Eramo, Associazione “Gol di Tacco a Spillo”; Alexandra d’Epiro Dusmet, principessa; Alexa Paulina Obando; Maria
Berardi, Associazione “Star for
Peace in the World” Onlus; Adele
Allegrini, presidente Fondazione Ottavia.
Seguirà una
serie di iniziative contro la violenza sulle donne dal titolo “100 giorni di
idee e progetti” a cura di: Evaldo Cavallaro, psicologo e psicoterapeuta; Marco Strano, presidente Associazione
Crime Cafè; Mariangela Benzi,
amministratrice unica Ellisse srl; Enrica
Cammarano, giornalista; Oriana
Ippoliti, Consiglio Nazionale delle Ricerche; Emanuela Romeo, project manager e formatrice; Tatiana Nogailic, presidente Associazione Assomoldave; Marisela Lourdes Espinoza, Consiglio
di Consulta Consolato del Perù in Roma;
Rita Perez Landicho, presidente OFW Italia;
Khantie de Silva, presidente
Associazione SLIBC.
Modererà Lillo Bruccoleri, avvocato.
La partecipazione all’evento è libera e gratuita.
____________________________
Info e contatti:
Studio Scopelliti-Ugolini
+39 349 5487 626
“Las Hermanas Mirabal - 54°Anniversario della Memoria
Storica”
L'Onu, su indicazione nel 1981 di un gruppo di donne
riunitesi in un consesso femminista a Bogotà, con risoluzione 54/134 del 1999,
ha designato il 25 novembre come Giornata Internazionale per l'eliminazione
della violenza contro le donne invitando le Istituzioni e le Organizzazioni
a porre in atto iniziative di contrasto ad ogni violenza di genere. La Giornata Internazionale contro la violenza
sulle donne che oggi si celebra prende le mosse dal sacrificio, consumatosi
nella Repubblica Dominicana, di tre giovani donne che furono assassinate il 25
novembre del 1960 perché si erano opposte alla tirannia del brutale governo di
Rafael Leonidas Trujillo. Maria Argentina Minerva, Antonia Maria Teresa e
Patria Mercedes, meglio conosciute come le sorelle Mirabal, intercettate
dagli uomini del dittatore mentre si dirigevano a trovare i propri mariti in un
carcere del Paese latino americano, furono portate nei campi, vennero uccise a
bastonate, riportate in una macchina che fu spinta in un burrone per simulare
una loro morte casuale. La vicenda, che da lì a poco si diffuse dalla piccola
Ojo de Agua, nella provincia di Salcedo, in tutto il mondo, è divenuta il
triste emblema delle violenza maschile che, ancora oggi, 54 anni dopo
quell'accadimento, continua a perpetuarsi in tutto il mondo, anche in quello
più civilizzato, declinandosi dal femminicidio alla violenza fisica, dallo
stalking allo stupro, dalle violenze domestiche fino al mobbing sui posti di
lavoro. Tutte espressioni distorte del potere diseguale tra donne e uomini che
si esplica non solo nella ferocia degli atti ma anche, subdolamente, in una
molteplicità di manifestazioni silenziose. Le sorelle Mirabal sono così
divenute l’icona delle vittime di ogni forma di violenza perpetrata conto le
donne di tutto il mondo e di tutti i tempi.
mercoledì
Passato e Presente. Quali sono i dittatori che hanno ucciso più persone?
Il primo è Mao, seguito da Stalin e Hitler.
Spesso quando pensiamo ad un dittatore balza alla mente il nome di Adolf Hitler. Ma nella storia dell’umanità si sono susseguiti tanti tiranni e a giudicare dall’infografica qui accanto, intitolata “Which dictator killed the most people?”, il “Fuhrer” non è stato quello ad aver mietuto più vittime.
In prima posizione infatti c’è Mao Tse-Tung: l’ex presidente del Partito Comunista Cinese, dal 1943 al 1976 è stato responsabile della morte di 78 milioni di persone. Dopo di lui, con 23 milioni di morti, c’è Josif Stalin, segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1922 al 1953.
Adolf Hitler invece è terzo, con 17 milioni di vittime 11 anni. Dopo di lui un dittatore che in pochi ricordano, nonostante la sua crudeltà. Si tratta di Re Leopoldo II del Belgio, che dal 1865 al 1909 uccise circa 15 milioni di congolesi. Numeri che fanno venire i brividi. Anche se poco importa, in fondo, chi sta prima dell’altro, poiché non bastano dei semplici numeri per descrivere la vergognosa storia di un dittatore.
Fonte: IL NUMERO ZERO
www.studiostampa.com
Spesso quando pensiamo ad un dittatore balza alla mente il nome di Adolf Hitler. Ma nella storia dell’umanità si sono susseguiti tanti tiranni e a giudicare dall’infografica qui accanto, intitolata “Which dictator killed the most people?”, il “Fuhrer” non è stato quello ad aver mietuto più vittime.
In prima posizione infatti c’è Mao Tse-Tung: l’ex presidente del Partito Comunista Cinese, dal 1943 al 1976 è stato responsabile della morte di 78 milioni di persone. Dopo di lui, con 23 milioni di morti, c’è Josif Stalin, segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica dal 1922 al 1953.
Adolf Hitler invece è terzo, con 17 milioni di vittime 11 anni. Dopo di lui un dittatore che in pochi ricordano, nonostante la sua crudeltà. Si tratta di Re Leopoldo II del Belgio, che dal 1865 al 1909 uccise circa 15 milioni di congolesi. Numeri che fanno venire i brividi. Anche se poco importa, in fondo, chi sta prima dell’altro, poiché non bastano dei semplici numeri per descrivere la vergognosa storia di un dittatore.
Fonte: IL NUMERO ZERO
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martedì
venerdì
CAMPO DE' FIORI, SCHIUMA: NO SQUADRISMO ANTISEMITA, MOVIDA VIOLENTA
(OMNIROMA) Roma, 23 NOV - "Farei molta attenzione prima di 'titolare a effetto' ed etichettare la rissa dell'altra notte a Campo de' Fiori 'squadrismo antisemita', sentimento ripugnante e unanimemente condannato, ma penserei più al solito episodio delinquenziale della violenta movida romana, riconducibile al limite alla trasversale alleanza tra 'pseudo' laziali e romanisti, contro i tifosi inglesi, con i quali non corre buon sangue dagli episodi di Londra. Certi giornali potrebbero invece evidenziare le politiche 'all'aspirina' messe in campo sul problema della movida notturna, ove manca professionalita' e pianificazione: Roma 'by night' non e' solo pericolosa, ma soprattutto fuori controllo e triste. Di certo non all'altezza delle altre metropoli europee". Lo dichiara in una nota il consigliere comunale Fabio Sabbatani Schiuma, Presidente del gruppo 'Il Popolo della Vita - Trifoglio'.
red231036 NOV 12
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red231036 NOV 12
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giovedì
Ordine degli Avvocati di Reggio Calabria
Parte da Reggio Calabria un’iniziativa sociale molto utile per le donne che
subiscono violenza. La commissione regionale Pari opportunità ha firmato una
convenzione con l’Ordine degli avvocati
della città dello Stretto per creare una lista di professionisti disponibili a offrire assistenza gratuita alle donne che non potrebbero altrimenti costituirsi in giudizio nei processi per violenza.
E’ proprio questo, ha rilevato la presidente della commissione regionale Pari opportunità Giovanna Cusumano, uno dei problemi principali che rallenta la decisione delle donne di denunciare i soprusi. Un terzo su tre, secondo i dati, subiscono
violenze sotto diverse forme dai loro compagni.
La convenzione impegna l’Ordine degli avvocati di Reggio Calabria, presieduto da Alberto Panuccio, a chiedere chi tra i propri iscritti offre il proprio aiuto. Si tratta di una innovazione nella società, che invita i professionisti del foro a rendersi disponibile - è il caso di dirlo - per una giusta causa.
Secondo quanto prevede lo schema della convenzione, le richieste di adesione dovranno pervenire dai componenti del comitato pari opportunità, in possesso di maturata esperienza in reati di violenza sulle donne, le domande dei componenti che intendono offrire la loro prestazione professionale dovranno essere inviate alla segreteria del consiglio dell’Ordine degli avvocati entro trenta giorni. Il Consiglio dell’Ordine nominerà quindi due componenti del comitato pari opportunità, quali coordinatori tra la commissione regionale, il
cliente e l’avvocato. Il coordinatore raccoglierà la segnalazione del caso, proveniente dalla commissione regionale Pari opportunità e provvederà ad affidare l’incarico professionale, secondo regolare turnazione, indicando al professionista con una settimana di preavviso l’ora e il giorno dell’incontro, che si terrà negli uffici della commissione regionale. All’esito della consulenza, l’avvocato incaricato farà pervenire al coordinatore la scheda con il parere formulato a favore del cliente.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
della città dello Stretto per creare una lista di professionisti disponibili a offrire assistenza gratuita alle donne che non potrebbero altrimenti costituirsi in giudizio nei processi per violenza.
E’ proprio questo, ha rilevato la presidente della commissione regionale Pari opportunità Giovanna Cusumano, uno dei problemi principali che rallenta la decisione delle donne di denunciare i soprusi. Un terzo su tre, secondo i dati, subiscono
violenze sotto diverse forme dai loro compagni.
La convenzione impegna l’Ordine degli avvocati di Reggio Calabria, presieduto da Alberto Panuccio, a chiedere chi tra i propri iscritti offre il proprio aiuto. Si tratta di una innovazione nella società, che invita i professionisti del foro a rendersi disponibile - è il caso di dirlo - per una giusta causa.
Secondo quanto prevede lo schema della convenzione, le richieste di adesione dovranno pervenire dai componenti del comitato pari opportunità, in possesso di maturata esperienza in reati di violenza sulle donne, le domande dei componenti che intendono offrire la loro prestazione professionale dovranno essere inviate alla segreteria del consiglio dell’Ordine degli avvocati entro trenta giorni. Il Consiglio dell’Ordine nominerà quindi due componenti del comitato pari opportunità, quali coordinatori tra la commissione regionale, il
cliente e l’avvocato. Il coordinatore raccoglierà la segnalazione del caso, proveniente dalla commissione regionale Pari opportunità e provvederà ad affidare l’incarico professionale, secondo regolare turnazione, indicando al professionista con una settimana di preavviso l’ora e il giorno dell’incontro, che si terrà negli uffici della commissione regionale. All’esito della consulenza, l’avvocato incaricato farà pervenire al coordinatore la scheda con il parere formulato a favore del cliente.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
mercoledì
ITALIA-SERBIA - Fermati i responsabili degli incidenti.
Preso anche il teppista mascherato.
Dopo una notte di violenze sono stati portati in questura a Genova gli ultrà serbi che hanno messo a ferro e fuoco la città. Tra i 17 arrestati c'è l'uomo incappucciato che ha guidato il lancio di petardi e fumogeni costringendo all'annullamento del match.
GENOVA - Sono stati arrestati i teppisti responsabili degli scontri a Genova in occasione dell'incontro tra Italia e Serbia per le qualificazioni a Euro 2012. Tra i fermati c'è anche l'uomo incappucciato che, salito sulle barriere divisorie dello stadio Marassi, aveva guidato il lancio di petardi e fumogeni che ha portato all'annullamento della partita. A quanto si apprende, dopo ore di tensione con la polizia italiana, i serbi sono stati convinti a salire sul pullman che avrebbe dovuto ricondurli in patria. Le forze dell'ordine hanno invece scortato il mezzo verso la questura. Secondo i responsabili dell'ordine pubblico, "è stato evitato un altro Heysel". La polizia autostradale nella notte ha predisposto un piano di evacuazione dei pullman degli altri tifosi serbi, e il deflusso si è completato regolarmente.
FERMATE 17 PERSONE - Le persone fermate sarebbero 17, altre 35 sono state denunciate, oltre cento sono in via di identificazione attraverso i fermati della Digos. Ivan Bogdanov, questo il nome dell'uomo incappucciato le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, è stato scovato dagli agenti nel vano motore di uno dei pullman dei tifosi nel quale aveva tentato di nascondersi. Le forze dell'ordine lo hanno identificato grazie a un tatuaggio: sul braccio dell'ultrà trentenne è impressa infatti la data 1389, che ricorda la battaglia della Piana dei Merli contro i Turchi, mito fondante dello spirito ultranazionalista serbo. Vari i reati contestati, dal danneggiamento al lancio di oggetti pericolosi alla resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Tra gli arrestati c'è anche un ragazzo italiano che stava attaccando i tifosi serbi con una spranga.
I FERITI SONO 16 - Negli incidenti, iniziati già prima del match e proseguiti per tutta la notte, sono rimaste ferite 16 persone, tra cui anche due carabinieri. Agli ultrà serbi sono stati sequestrati bastoni, spranghe e coltelli. Secondo fonti interne alla questura i carabinieri feriti, appartenenti al Battaglione Liguria, non hanno riportato lesioni gravi. Tra gli ultras, uno solo è stato ricoverato.
NAZIONALE SERBA PARTITA - Nella notte, è rientrata a Belgrado anche la nazionale di calcio serba. I calciatori hanno espresso grande rammarico per quanto accaduto allo stadio Luigi Ferraris, ma si sono astenuti dal fare ulteriori commenti sul comportamento dei presunti tifosi serbi. "Non erano venuti soli a Genova", ha osservato da parte sua il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic, confermando in sostanza quanto da lui detto ieri sera a Genova subito dopo la sospensione della partita: per Karadzic infatti si sarebbe trattato di un piano preordinato della tifoseria ultras per creare incidenti e far saltare l'incontro.
SCUSE AMBASCIATORE - Questa mattina sono arrivate le scuse dell'ambasciatore serbo: "Questi teppisti non rappresentano i sentimenti nel comportamento del popolo serbo": "ci vergogniamo e ci scusiamo". E' quanto ha detto l'ambasciatore serbo a Roma, la signora Sanda Raskovic-Ivic, parlando con i giornalisti a margine di un convegno a Belgrado.
SINDACO: "CHI LI HA FATTI ENTRARE?" - "Mi domando una cosa: chi ha permesso a questi disgraziati di entrare in Italia?". E' quanto si chiede il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ancora scossa per quanto accaduto ieri sera, in occasione della gara, mai disputata, tra gli azzurri e la Serbia. "Va fatta chiarezza. Non è possibile distruggere un pezzo di città, oltre che portare un'ombra ancora più pesante sul calcio, per non aver saputo prevenire. Secondo me, è mancata a monte la capacità di individuare questi delinquenti". La Vincenzi rivela tra l'altro che "diverse ore prima, alcune centinaia di questi che non possono chiamarsi tifosi si sono radunati. Dopo una fase iniziale in cui sembravano chiassosi, scomposti ma non particolarmente delinquenziali, hanno cominciato a correre, sono volate bottiglie, sono stati imbrattati muri preziosi di palazzi antichi e hanno cominciato a fare i loro bisogni ovunque". Il sindaco si era anche messo in contatto con la questura "e mi sono sentita dire che gli agenti erano lì ma che quelli erano dei delinquenti e si doveva evitare che finisse in tragedia. Ho capito che c'era una linea morbida per evitare la tragedia"
SCHIFANI: "VOLTO PEGGIORE DELL'EUROPA" - "Quello che è accaduto ieri allo stadio di Genova, in occasione dell'incontro Italia-Serbia, alla presenza di molti ragazzi e di una scolaresca, mostra il volto peggiore di un'Europa ancora troppe volte attraversata dalla violenza di chi rifiuta la civiltà, la dignità, il rispetto della persona". Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani. (13 ottobre 2010)
Fonte: La Repubblica
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Dopo una notte di violenze sono stati portati in questura a Genova gli ultrà serbi che hanno messo a ferro e fuoco la città. Tra i 17 arrestati c'è l'uomo incappucciato che ha guidato il lancio di petardi e fumogeni costringendo all'annullamento del match.
GENOVA - Sono stati arrestati i teppisti responsabili degli scontri a Genova in occasione dell'incontro tra Italia e Serbia per le qualificazioni a Euro 2012. Tra i fermati c'è anche l'uomo incappucciato che, salito sulle barriere divisorie dello stadio Marassi, aveva guidato il lancio di petardi e fumogeni che ha portato all'annullamento della partita. A quanto si apprende, dopo ore di tensione con la polizia italiana, i serbi sono stati convinti a salire sul pullman che avrebbe dovuto ricondurli in patria. Le forze dell'ordine hanno invece scortato il mezzo verso la questura. Secondo i responsabili dell'ordine pubblico, "è stato evitato un altro Heysel". La polizia autostradale nella notte ha predisposto un piano di evacuazione dei pullman degli altri tifosi serbi, e il deflusso si è completato regolarmente.
FERMATE 17 PERSONE - Le persone fermate sarebbero 17, altre 35 sono state denunciate, oltre cento sono in via di identificazione attraverso i fermati della Digos. Ivan Bogdanov, questo il nome dell'uomo incappucciato le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, è stato scovato dagli agenti nel vano motore di uno dei pullman dei tifosi nel quale aveva tentato di nascondersi. Le forze dell'ordine lo hanno identificato grazie a un tatuaggio: sul braccio dell'ultrà trentenne è impressa infatti la data 1389, che ricorda la battaglia della Piana dei Merli contro i Turchi, mito fondante dello spirito ultranazionalista serbo. Vari i reati contestati, dal danneggiamento al lancio di oggetti pericolosi alla resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Tra gli arrestati c'è anche un ragazzo italiano che stava attaccando i tifosi serbi con una spranga.
I FERITI SONO 16 - Negli incidenti, iniziati già prima del match e proseguiti per tutta la notte, sono rimaste ferite 16 persone, tra cui anche due carabinieri. Agli ultrà serbi sono stati sequestrati bastoni, spranghe e coltelli. Secondo fonti interne alla questura i carabinieri feriti, appartenenti al Battaglione Liguria, non hanno riportato lesioni gravi. Tra gli ultras, uno solo è stato ricoverato.
NAZIONALE SERBA PARTITA - Nella notte, è rientrata a Belgrado anche la nazionale di calcio serba. I calciatori hanno espresso grande rammarico per quanto accaduto allo stadio Luigi Ferraris, ma si sono astenuti dal fare ulteriori commenti sul comportamento dei presunti tifosi serbi. "Non erano venuti soli a Genova", ha osservato da parte sua il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic, confermando in sostanza quanto da lui detto ieri sera a Genova subito dopo la sospensione della partita: per Karadzic infatti si sarebbe trattato di un piano preordinato della tifoseria ultras per creare incidenti e far saltare l'incontro.
SCUSE AMBASCIATORE - Questa mattina sono arrivate le scuse dell'ambasciatore serbo: "Questi teppisti non rappresentano i sentimenti nel comportamento del popolo serbo": "ci vergogniamo e ci scusiamo". E' quanto ha detto l'ambasciatore serbo a Roma, la signora Sanda Raskovic-Ivic, parlando con i giornalisti a margine di un convegno a Belgrado.
SINDACO: "CHI LI HA FATTI ENTRARE?" - "Mi domando una cosa: chi ha permesso a questi disgraziati di entrare in Italia?". E' quanto si chiede il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ancora scossa per quanto accaduto ieri sera, in occasione della gara, mai disputata, tra gli azzurri e la Serbia. "Va fatta chiarezza. Non è possibile distruggere un pezzo di città, oltre che portare un'ombra ancora più pesante sul calcio, per non aver saputo prevenire. Secondo me, è mancata a monte la capacità di individuare questi delinquenti". La Vincenzi rivela tra l'altro che "diverse ore prima, alcune centinaia di questi che non possono chiamarsi tifosi si sono radunati. Dopo una fase iniziale in cui sembravano chiassosi, scomposti ma non particolarmente delinquenziali, hanno cominciato a correre, sono volate bottiglie, sono stati imbrattati muri preziosi di palazzi antichi e hanno cominciato a fare i loro bisogni ovunque". Il sindaco si era anche messo in contatto con la questura "e mi sono sentita dire che gli agenti erano lì ma che quelli erano dei delinquenti e si doveva evitare che finisse in tragedia. Ho capito che c'era una linea morbida per evitare la tragedia"
SCHIFANI: "VOLTO PEGGIORE DELL'EUROPA" - "Quello che è accaduto ieri allo stadio di Genova, in occasione dell'incontro Italia-Serbia, alla presenza di molti ragazzi e di una scolaresca, mostra il volto peggiore di un'Europa ancora troppe volte attraversata dalla violenza di chi rifiuta la civiltà, la dignità, il rispetto della persona". Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani. (13 ottobre 2010)
Fonte: La Repubblica
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
venerdì
Attentato a Belpietro: è nato il terrorista qualunque.
Venerdì 01 Ottobre 2010 11:42
Personaggio a metà fra l'Uomo di Giannini e i sicari delle Br.
di RICCARDO CORSETTO (L'UNICO).
- Per una volta non vogliamo credere a Gianbattista Vico, maestro immenso di filosofia della Storia, e vogliamo invece credere che i suoi "corsi e ricorsi" siano solo una suggestione.
Però quello che ha vissuto il direttore di Libero Maurizio Belpietro rende difficile questo esercizio esorcizzante.
Ieri un uomo con una pistola in mano si è infilato nel condominio dove vive il noto giornalista. Addosso aveva una camicia della Guardia di Finanza.
Con quell'abbigliamento se avesse suonato alla porta, Belpietro gli avrebbe aperto certamente, guardando dallo spioncino.
Ma destino ha voluto che un agente della scorta - sotto la cui protezione Belpietro è da otto anni - si sia accorto del maleintenzionato prima che potesse mettere a segno il piano.
E' solo una fortuna che l'agente abbia preso le scale e non l'ascensore. Dopo aver accompagnato Belpietro fin dentro casa, ha rinunciato all'ascensore "per fumare una sigaretta". A questo punto l'incontro con un uomo di circa 40 anni, alto un metro e 80. Sotto la camicia da finanziere ha i pantaloni di una tuta. L'agente si vede puntare un'arma da fuoco contro e spara: tre volte.
Il direttore dall'interno del suo appartamento sente i colpi, quando già ha avuto l'ordine al telefonino: "Non uscire di casa, resta chiuso dentro".
Lo sconosciuto riesce a fuggire pare senza essere colpito. Non ci sono tracce di sangue. Ora in via Monti di Pietà, a Milano, dove vive il giornalista, sta lavorando la Digos.
E fin qui è cronaca.
L'UOMO QUALUNQUE MANDA A 'FANCULO' GIANNINI E STRIZZA L'OCCHIO A CURCIO.
Quel che preoccupa però sono gli effetti e le origini di questi episodi. Siamo riusciti a far passare l'attentato a Berlusconi come il gesto di un pazzo isolato, e riusciamo a sottovalutare non si sa con quale ingenua filosofia il fenomeno degli esagitati che infestano il web.
Un tempo il terrore politico era rappresentato graficamente attraverso murales nelle città d'Italia. Potevi imbatterti in minacce a carattere cubitale o in stelle a 5 punte sui muri di Firenze, Milano, Roma, Torino, Bologna. Oggi abbiamo post elettronici e basta navigare un qualsiasi social network per rendersi conto di quanta violenza potenziale ci sia in giro.
Ci siamo raccontati che si tratti di "violenza virtuale". I supporter dipietristi e grillini sono i primi a usare un linguaggio border line, dove non si capisce il limite tra il legittimo dissenso e l'intenzione minatoria.
Qualcuno dirà che siamo lontani dall'organizzazione criminale delle cellule armate anni '70. Questo è sicuro. Ma è anche vero che siamo davanti a un qualunquismo che scimmiotta il terrore. Basta farsi un giro sul web per accorgersi che l'Uomo Qualunque si è rotto i coglioni di essere "qualunquista" e allora va a lanciare statuette o treppiedi in testa al premier, va prendere il thé a casa Belpietro con una pistola. Inneggia a Lupo Luciano Liboni, e la sera si sollazza con la serie Romanzo Criminale dicendo che "fighi" 'sti qua.
Il terrorista qualunque è un personaggio purtroppo non mitologico nato dall'innesto dei cattivi maestri alla Grillo e Santoro (che mandando a fanculo gli avversari li costringono all'odio del popolo più che alla critica) e autori malati di sindrome di Stoccolma (che fa innamorare dei criminali) come il magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo. Insomma l'uomo qualunque manda a fanculo Giannini e se la fa con Franceschini, Curcio, e Cagol.
Che ci piaccia o no è nato il Terrorista qualunque: d'accordo è disorganizzato ma è pericoloso come solo le schegge impazzite sanno essere (L'UNICO).
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
Personaggio a metà fra l'Uomo di Giannini e i sicari delle Br.
di RICCARDO CORSETTO (L'UNICO).
- Per una volta non vogliamo credere a Gianbattista Vico, maestro immenso di filosofia della Storia, e vogliamo invece credere che i suoi "corsi e ricorsi" siano solo una suggestione.
Però quello che ha vissuto il direttore di Libero Maurizio Belpietro rende difficile questo esercizio esorcizzante.
Ieri un uomo con una pistola in mano si è infilato nel condominio dove vive il noto giornalista. Addosso aveva una camicia della Guardia di Finanza.
Con quell'abbigliamento se avesse suonato alla porta, Belpietro gli avrebbe aperto certamente, guardando dallo spioncino.
Ma destino ha voluto che un agente della scorta - sotto la cui protezione Belpietro è da otto anni - si sia accorto del maleintenzionato prima che potesse mettere a segno il piano.
E' solo una fortuna che l'agente abbia preso le scale e non l'ascensore. Dopo aver accompagnato Belpietro fin dentro casa, ha rinunciato all'ascensore "per fumare una sigaretta". A questo punto l'incontro con un uomo di circa 40 anni, alto un metro e 80. Sotto la camicia da finanziere ha i pantaloni di una tuta. L'agente si vede puntare un'arma da fuoco contro e spara: tre volte.
Il direttore dall'interno del suo appartamento sente i colpi, quando già ha avuto l'ordine al telefonino: "Non uscire di casa, resta chiuso dentro".
Lo sconosciuto riesce a fuggire pare senza essere colpito. Non ci sono tracce di sangue. Ora in via Monti di Pietà, a Milano, dove vive il giornalista, sta lavorando la Digos.
E fin qui è cronaca.
L'UOMO QUALUNQUE MANDA A 'FANCULO' GIANNINI E STRIZZA L'OCCHIO A CURCIO.
Quel che preoccupa però sono gli effetti e le origini di questi episodi. Siamo riusciti a far passare l'attentato a Berlusconi come il gesto di un pazzo isolato, e riusciamo a sottovalutare non si sa con quale ingenua filosofia il fenomeno degli esagitati che infestano il web.
Un tempo il terrore politico era rappresentato graficamente attraverso murales nelle città d'Italia. Potevi imbatterti in minacce a carattere cubitale o in stelle a 5 punte sui muri di Firenze, Milano, Roma, Torino, Bologna. Oggi abbiamo post elettronici e basta navigare un qualsiasi social network per rendersi conto di quanta violenza potenziale ci sia in giro.
Ci siamo raccontati che si tratti di "violenza virtuale". I supporter dipietristi e grillini sono i primi a usare un linguaggio border line, dove non si capisce il limite tra il legittimo dissenso e l'intenzione minatoria.
Qualcuno dirà che siamo lontani dall'organizzazione criminale delle cellule armate anni '70. Questo è sicuro. Ma è anche vero che siamo davanti a un qualunquismo che scimmiotta il terrore. Basta farsi un giro sul web per accorgersi che l'Uomo Qualunque si è rotto i coglioni di essere "qualunquista" e allora va a lanciare statuette o treppiedi in testa al premier, va prendere il thé a casa Belpietro con una pistola. Inneggia a Lupo Luciano Liboni, e la sera si sollazza con la serie Romanzo Criminale dicendo che "fighi" 'sti qua.
Il terrorista qualunque è un personaggio purtroppo non mitologico nato dall'innesto dei cattivi maestri alla Grillo e Santoro (che mandando a fanculo gli avversari li costringono all'odio del popolo più che alla critica) e autori malati di sindrome di Stoccolma (che fa innamorare dei criminali) come il magistrato scrittore Giancarlo De Cataldo. Insomma l'uomo qualunque manda a fanculo Giannini e se la fa con Franceschini, Curcio, e Cagol.
Che ci piaccia o no è nato il Terrorista qualunque: d'accordo è disorganizzato ma è pericoloso come solo le schegge impazzite sanno essere (L'UNICO).
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