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mercoledì 5 giugno 2013

Agenzia delle Entrate - Circolari e Risoluzioni

Circolare n. 18/E del 29/05/13

La tassazione degli atti notarili - Guida operativa - Testo unico dell’imposta di registro, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131


Circolare n. 17/E del 29/05/13

Deducibilità dei canoni di leasing - Decreto legge 2 marzo 2012, n. 16


Circolare n. 16/E del 21/05/13

IVA. Prestazioni di servizi – Momento di ultimazione – questioni particolari attinenti al settore delle telecomunicazioni


Circolare n. 15/E del 10/05/13

Imposta di bollo applicabile agli estratti di conto corrente, ai rendiconti dei libretti di risparmio ed alle comunicazioni relative ai prodotti finanziari – Articolo 13, commi 2-bis e 2-ter, della Tariffa, parte prima, allegata al DPR 26 ottobre 1972, n. 642 – risposte a quesiti


Circolare n. 14/E del 09/05/13

Modello 730/2013 - Redditi 2012 - Assistenza fiscale prestata dai sostituti di imposta, dai Centri di assistenza fiscale per lavoratori dipendenti e dai professionisti abilitati


Circolare n. 13/E del 09/05/13

Risposte a quesiti riguardanti detrazioni, cedolare secca, redditi di lavoro dipendente e fondiari, IMU e IVIE


Circolare n. 12/E del 03/05/13

Commento alle novità fiscali - Decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, convertito, con modificazioni, dall’articolo 1, comma 1, della Legge 17 dicembre 2012, n. 221 recante “Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese”, nonché Legge 24 dicembre 2012, n. 228, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2013)”. Primi chiarimenti.


Risoluzione n. 38/E del 31/05/13

Istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello F24 Accise, delle somme dovute a seguito degli avvisi di liquidazione inviati ai sensi dell’ articolo 9 della legge 29 ottobre 1961, n. 1216


Risoluzione n. 37/E del 27/05/13

Istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello F24, del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, della tariffa e della maggiorazione - articolo 14 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214 e successive modificazioni


Risoluzione n. 36/E del 27/05/13

Istituzione della causale contributo per la riscossione, tramite modello F24, dei contributi a favore dell’Ente bilaterale EDILFORMA ITALIA - Ente paritetico nazionale per la formazione professionale e la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro nel settore dell’edilizia e affini


Risoluzione n. 35/E del 27/05/13

Istituzione della causale contributo per la riscossione, tramite modello F24, dei contributi a favore dell’Ente Bilaterale Federale EN.BI.F


Risoluzione n. 34/E del 27/05/13

Istituzione della causale contributo per la riscossione, tramite modello F24, dei contributi a favore dell’Ente Bilaterale Confederale EN.BI.C.


Risoluzione n. 33/E del 21/05/13

Istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite modello “F24” e “F24 EP”, dell’imposta municipale propria di cui all’articolo 13 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, relativa agli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D - articolo 1, comma 380, lettere f) e g), della legge 24 dicembre 2012, n. 228


Risoluzione n. 32/E del 15/05/13

Istituzione dei codici tributo per l’utilizzo in compensazione, tramite il modello F24, del credito d’imposta relativo al contributo di cui all’articolo 17-decies, comma 1, lettere a), c) ed e) del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134


Risoluzione n. 31/E del 09/05/13

Ridenominazione delle causali contributo per il versamento, tramite i modelli F24 e F24 Enti pubblici, dei contributi di spettanza dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS Gestione ex Inpdap)


Risoluzione n. 30/E del 09/05/13

Istituzione della causale contributo per il versamento, mediante modello F24, dei contributi a favore dell’Ente Bilaterale OPNC Organismo Paritetico Nazionale CONFAPI


Risoluzione n. 29/E del 09/05/13

Istituzione dei codici tributo per il versamento, tramite il modello F24 Accise, delle somme dovute a seguito del controllo automatizzato sull'imposta unica di cui al decreto legislativo 23 dicembre 1998, n. 504 e delle vincite prescritte e dei rimborsi non riscossi, relativi alla raccolta delle scommesse diverse da quelle ippiche e sportive, nonché da altri concorsi pronostici


Risoluzione n. 28/E del 09/05/13


Istituzione della causale contributo per la riscossione, tramite modello F24, dei contributi a favore dell’Ente Bilaterale Aziende Private E.BI.AP. 

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domenica 6 gennaio 2013

Chiarezza sulla maledetta IMU !

(da IL GIORNALE). Imu incostituzionale: ecco come riaverla.

Naturalmente sullo sfondo c'è la figura di Mario Monti, sulla quale Tremonti va giù duro: «L'Imu era stata introdotta dal governo Berlusconi, ma a partire dal 2014, a invarianza di gettito, senza toccare la prima casa e senza rivalutazione della rendita catastale. Una cosa ben diversa dall'Imu di Monti. Il quale quando dice che l'Imu è un frutto malvagio ereditato dice il falso. E facendo della moralità la sua bandiera politica, ciò è immorale». Tremonti stuzzica Monti e la sua formazione-matrioska («sviti Monti ed esce Casini, lo sviti ed esce Fini, lo sviti ed esce Montezemolo...»), si bea della sua sovraesposizione mediatica («più va in TV meglio è per noi»), irride la sua credibilità internazionale («è apprezzato perché fa gli interessi degli altri Paesi») e fingendo un lapsus definisce la sua l'«agenda Merkel».

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giovedì 8 novembre 2012

Residenza fiscale: come evitare la doppia imposizione


Ecco come si stabilisce la residenza fiscale, anche per chi risiede all'estero, così da evitare la doppia imposizione:
Le norme di riferimento.
Stabilire la propria residenza fiscale non sempre è scontato, soprattutto nel caso in cui quella fisica sia stata presa in un Paese estero: per evitare la doppia imposizione è dunque necessario determinare con certezza la residenza fiscale del contribuente, e a far luce giunge una sentenza (n. 87/1/12) della Commissione Tributaria Regionale della Liguria.
Per determinare la residenza fiscale di un individuo è necessario far riferimento ai suoi legami personali prima che agli interessi economici, pur ribadendo la necessità di effettuare un esame cumulativo di tutti gli elementi.
Il caso in esame riguardava un soggetto iscritto all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) formalmente residente nel Principato di Monaco ma i cui interessi economici sono localizzati prevalentemente nel territorio italiano.
Fonti giuridiche.
Sono sostanzialmente tre le fonti giuridiche che devono trovare accordo interpretativo sulla residenza fiscale: il diritto interno, quello convenzionale e l'AIRE.
Il diritto interno (articolo 2, comma 2, del Tuir), nel determinare la residenza fiscale di un individuo che ha trasferito la propria residenza all'estero prende in considerazione l'iscrizione all'Anagrafe della popolazione residente, il domicilio e la residenza e ritiene che la sola iscrizione all'AIRE non basti per escludere la residenza fiscale in Patria.
Il diritto convenzionale ispirandosi all'articolo 4 del modello Ocse, applica “a cascata” una serie di regole cosiddette “tie breaker rules”, compreso il possesso di un'abitazione permanente, e il domicilio quale centro di affari e interessi.
Ci sono poi le norme Comunitarie, nei casi in cui queste possono essere applicabili. In questi casi intervengono le direttive del Consiglio 83/182/Cee e 83/183/Cee volte a favorire la libera circolazione dei privati, residenti comunitari, all'interno della allora Comunità, eliminando gli scogli fiscali che esistevano precedentemente.
Queste forniscono una definizione della residenza normale di un individuo: il luogo dove si permane per almeno 185 giorni all'anno, in considerazione dei legami personali e professionali.
Viene però citato anche il caso in cui «una persona i cui legami professionali siano situati in un luogo diverso da quello dei suoi legami personali e che pertanto sia indotta a soggiornare alternativamente in luoghi diversi situati in due o più Stati membri», in questo caso «si presume che la residenza normale sia quella del luogo dei legami personali, purché tale persona vi ritorni regolarmente. Questa condizione non è richiesta allorché la persona effettua un soggiorno in uno Stato membro per l'esecuzione di una missione di durata determinata. La frequenza di un'università o di una scuola non implica il trasferimento della residenza normale».
Fonte: pmi.it

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giovedì 26 luglio 2012

ITALIA EQUA (non Equitalia)

Pagare le imposte? È un dovere. Ma uno Stato responsabile non può stroncare la vita dei suoi cittadini in un momento di recessione. Una buona amministrazione deve interpretare in prima persona le necessità del territorio non demandare a terzi. La ragionieristica non può prevalere sull’economia e sul risparmio: chiudiamo Equitalia.
La prima casa è un diritto del cittadino nonché un dovere dello Stato garantirlo. Per questo reputiamo l’Imu sulla prima abitazione un’imposta iniqua, perché va a incidere negativamente sulla stabilità. Nella tua casa ci sono i sacrifici della tua famiglia.
Da protestati a protestanti. Vogliamo un’amnistia per tutti coloro che iscritti nelle liste di cattivi pagatori (ma a volte creditori dello Stato) non riescono ad accedere al sistema creditizio. Per rilanciare l’economia, per un nuovo patto di sviluppo nazionale.
(di Aldo Atti).

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

lunedì 14 maggio 2012

EQUITALIA TI ODIO? QUANDO LO STATO E’ ARROGANTE E LADRO


AGENPRESS -  Equitalia e' nel mirino di alcuni gesti inconsulti di contribuenti, su se stessi e verso gli altri. Quelli che si fanno male da soli con i suicidi e quelli che pensano che una bombetta possa servire a far meglio comprendere la saturazione della sopportazione.
Sui suicidi umanamente ci turbiamo, mentre riteniamo stupidi e improduttivi gli atti di violenza contro le cose. Il turbamento umano e' anche politico, poiché e' innegabile che la causa che possa aver influito sulla decisione del singolo ha comunque radici di politica economica, e se una politica -anche se fosse considerata la migliore possibile- porta qualcuno a decidere di privarsi della vita, vuol dire che non va bene: la politica deve sempre offrire “chance”, a chiunque, foss'anche il più incallito delinquente. Se ciò non accade vuol dire o che queste “chance” non ci sono o che gli addetti non riescono a comunicarle a chi ne ha necessità. Se chi ci governa ha uno spiccato senso dello Stato, al primo segnale del genere deve subito agire, o rimediando alla mancanza di questa “chance” o cambiando chi e cosa non e' in grado di comunicare.
Per ora non accade nulla, pero'!! Un nulla terribile che fra breve avrà conseguenze ancora più disastrose. Con la chiusura di Equitalia a fine anno e il passaggio delle competenze per la riscossione ai Comuni, questi ultimi, sicuramente piu' vicini ai cittadini che non i marmorei funzionari di Attilio Befera *, saranno più facile e diffuso bersaglio rispetto agli attuali uffici di Equitalia.
O c'e' qualche incapace bizzarro che creda sia sufficiente la repressione, nonché la difesa armata (a quando l'Esercito, da impegnare come si fa in Afghanistan...), degli “obiettivi sensibili” per scoraggiare malintenzionati?
Eppure la soluzione e' semplice, e ci sono anche diversi progetti di legge in Parlamento che vanno in questo senso. Perché le imposte non pagate devono raddoppiare e perché su di esse devono gravare interessi del 10% ogni sei mesi? Tutti soldi che vanno a quello Stato che per prassi normale, e senza particolari aggravi, non rimborsa il dovuto nei termini (vedi Iva), e chi riesce ad ottenere qualcosa ci arriva solo dopo aver mobilitato mezzo mondo (1).
Sarebbe una decisione che farebbe la differenza tra uno Stato arrogante e vessatore e uno Stato ordinatore. Perché non si procede?

* Presidente di Equitalia, nonché direttore dell'Agenzia delle Entrate
(1) oltre l'esempio dell'Iva che in questi giorni sembra che lo Stato faccia un piacere perche' dovrebbe cominciare a rimborsare una parte di debiti atavici, ci sono anche le piccole e apparentemente insignificanti vessazioni quotidiane. Un esempio fiorentino: sono migliaia i cittadini che fanno ricorso e vincono contro le multe degli autovelox illeciti, e il giudice spesso condanna il Comune anche al rimborso di quei 37 euro di contributo unificato che il ricorrente ha dovuto pagare per usufruire dei servizi del giudice di pace. La legge dice che le sentenze vanno onorate entro 30 giorni, ma il Comune di Firenze non lo fa mai, se non, scaduti i 30 giorni, si vede arrivare una raccomandata A/R da parte di chi ne ha diritto, e solo con le minacce di una causa in merito, si decide a rimborsare.... bell'esempio....

Vincenzo Donvito, Presidente Aduc

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

sabato 7 gennaio 2012

E COSI' IL "TASSATOR CORTESE" CI HA FREGATI !!!

(Agenpress- Ancora una volta siamo stati presi in giro, sia da Monti che dai politici. Il "tassator cortese"  eletto da Napolitano nuovo premier lo aveva detto. Taglio ai costi della politica. Lo aveva detto e non lo ha fatto. Aveva nominato una commissione con il  il compito di dimostrare che gli onorevoli italiani guadagnano meno dei colleghi europei ed invece non hanno potuto farlo perché gli onorevoli italiani in realtà guadagnano di più rispetto alla media europea.
In soldoni parliamo di oltre 16.000 euro al mese per i Parlamentari italiani, ben più di francesi (13.500), spagnoli (4.630), ma anche tedeschi (12.600), olandesi (10.000), austriaci (8.650). Lo comunica il rapporto pubblicato sul sito della Funzione pubblica.
I politici italiani hanno risposto che “l’ammontare netto dell’indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulta inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento”.
Il leader dell'IDV,  Antonio Di Pietro ha inviato una lettera al presidente del Consiglio, Mario Monti, per chiedere al governo un intervento immediato sull`abbattimento dei costi della politica.
"Come certamente Ella ricorderà  i Gruppi Parlamentari dell'Italia dei Valori hanno inteso conferire a Lei ed al Suo Governo una fiducia motivata, formalmente depositata in Parlamento, fondata su contenuti chiari, precisi ed inequivocabili. Parte essenziale della nostra fiducia era basata sulla significativa decurtazione dei costi della politica e sull'equità sociale. L'opera di razionalizzazione istituzionale rappresenta, infatti, una "questione di credibilità" dinanzi all'Italia e non solo si rivela urgente sotto il profilo finanziario, ma si rende necessaria per tentare di riavvicinare i cittadini alle istituzioni, vista la delicata fase che sta attraversando il Paese".
Di Pietro cita il discorso programmatico di Monti in Parlamento. "Lei ebbe a dichiarare che: 'Di fronte ai sacrifici che sono stati e che dovranno essere richiesti ai cittadini, sono ineludibili interventi volti a contenere i costi di funzionamento degli organi elettivi'. Tale ineludibilità - continua il leader dell'Idv - implica necessariamente un immediato, efficace e reale intervento in tal senso, partendo da tutto ciò che è possibile fare subito, dando così al Paese il buon esempio".
E` importante - continua  Di Pietro - che la parola 'equità' da Lei usata trovi una coerenza tra il dire e il fare del governo, in particolare sulla riduzione dei costi della politica, anche con provvedimenti legislativi urgenti. Questo, nella piena consapevolezza che i cittadini, martoriati ed angosciati dalla perdurante crisi economica e dall`ultima manovra finanziaria, possano riscontrare un cenno di dignità da parte delle Istituzioni repubblicane. Sappiamo bene che alcuni provvedimenti non rientrano nelle competenze del governo, ma la maggior parte di essi possono essere presi in considerazione".
Alle proteste dei cittadini e della stampa Monti risponde: "la competenza appartiene alle Camere e non esistono poteri sostitutivi da parte del governo". 
E' come dire se i politici vogliono suicidarsi!!!! E' possibile che per tagliare i privilegi dei politici debbono essere i politici stessi? Perché Monti non ci ha chiesto se siamo disposti ad essere tassati? Avremmo risposto di no. Come può pensare, il "tassator Cortese" di chiedere ai politici di tagliarsi i privilegi!! Non lo faranno mai!
E intanto l'Italia va a rotoli. E intanto la crisi uccide. E intanto quei politici che hanno ridotto l'Italia in mutande, godono di privilegi costosissimi e di stipendi altissimi, che nulla hanno a che vedere con la cruda realtà della vita sociale italiana, vittima di una politica ingorda, incapace di assumersi le responsabilità dei guai e dei danni che ha combinato.
E intanto Monti volta le spalle agli italiani e porge la guancia ai politicanti da quattro soldi che siedono in Parlamento.
Maria Conti 

venerdì 6 gennaio 2012

Partite IVA inattive: la nuova scadenza fiscale del Milleproroghe

Tra le scadenze fiscali rinviate dal Dl Milleproroghe c'è anche la chiusura delle partite IVA inattive, da effettuare tramite modello F24 con il versamento di una mini sanzione.

PMI - Alessandro Vinciarelli -

Partite IVA inattive, con il decreto Milleproroghe (D.L. n. 216/2011) la scadenza fiscale per la loro chiusura è stata rinviata al 31 marzo 2012, invece del 4 ottobre 2011 inizialmente prevista.
Per la precisione, la proroga di 6 mesi è contenuta nell’art. 29 del D.L. MIlleproroghe e in realtà la scadenza fiscale slitterà al 2 aprile 2012, cadendo il 31 marzo di Sabato.
Modello F24 - codice tributo 8110
I titolari di partite IVA inattive sono chiamati a questo adempimento e dovranno versare la cifra di 129 euro tramite modello F24 “Elementi identificativi”, utilizzando il codice tributo 8110.

Si tratta della mini sanzione prevista per coloro che non hanno presentato al fisco la relativa documentazione per almeno tre anni oppure che allo stato attuale non svolgono alcuna attività.

Nessuna documentazione al Fisco

Non è invece richiesta la presentazione all’Agenzia delle Entrate delladichiarazione per la cessazione dell’attività, per effetto delle recenti misure sulla semplificazione di processo. 

lunedì 3 ottobre 2011

Garante: tutela dei contribuenti nei rapporti con il Fisco.

di Nicola Santangelo.
Nei rapporti tra contribuenti e Fisco esiste un organo collegiale autonomo, presente presso ogni Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate, il cui obiettivo è quello di tutelare il cittadino nei confronti dell’Amministrazione Finanziaria: il Garante del Contribuente.
Istituito con la legge 212 del 27 luglio 2000, il Garante del Contribuente è composto da tre membri scelti fra notai, magistrati, docenti universitari, dirigenti dell’Amministrazione Finanziaria, ufficiali della Guardia di Finanza a riposo da due anni nonché avvocati, commercialisti o ragionieri anch’essi a riposto da due anni. I loro incarichi hanno durata quinquennale prorogabile senza limitazione alcuna.
Il riferimento alle direzioni regionali o provinciali dell’Agenzia delle Entrate non si deve considerare come una collocazione dell’organo all’interno della struttura della stessa Agenzia né come una sua dipendenza funzionale anche se, in effetti, è compito delle Entrate assicurare al Garante le risorse necessarie al suo funzionamento.
Qualsiasi contribuente che rileva disfunzioni, irregolarità, scorrettezze, prassi amministrative anomale o irragionevoli ovvero qualsiasi altro comportamento che potrebbe pregiudicare il rapporto di fiducia tra Amministrazione Finanziaria e cittadini, può rivolgersi al Garante presentando una segnalazione per iscritto in carta libera.
Sulla base delle comunicazioni ricevute il Garante del Contribuente presenta una richiesta di chiarimenti agli uffici competenti i quali devono rispondere entro 30 giorni e, nell’eventualità, attiva le procedure di autotutela volta a determinare l’annullamento d’ufficio, totale o parziale, di atti di accertamento o riscossione che risultano illegittimi o infondati. Al termine dell’attività svolta ne comunica l’esito alla Direzione Regionale o al comando di zona della Guardia di Finanza competente, agli organi di controllo e al contribuente che ha presentato la segnalazione.

IL VOSTRO UFFICO STAMPA

venerdì 30 settembre 2011

Nulle le cartelle esattoriali via posta: la Giurisprudenza conferma.

di Roberto Grementieri
Una recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce (sent. CTP n.197/05/11) si allinea ad altre precedenti pronunce di altri Giudici tributari, secondo le quali risulta addirittura inesistente la notifica della cartella inviata a mezzo posta direttamente dai dipendenti di Equitalia e senza l’ausilio dei soggetti individuati dalla legge:
   1. gli Ufficiali della riscossione;   
   2. gli Agenti della Polizia Municipale;
   3. i Messi Comunali, previa convenzione tra Comune e Concessionario;
   4. altri soggetti abilitati dal Concessionario nelle forme previste dalla legge.
La Commissione Tributaria di Lecce ha già chiarito in precedenti occasioni che la notifica degli atti ad opera del concessionario della riscossione non può essere simile a quella dell’Agenzia delle Entrate, dove invece è ammesso l’invio diretto dei propri atti per posta.
Ciò deriva dal fatto che per l’Amministrazione finanziaria si applica la legge n.890/82, dove l’art. 14 prevede “la notifica degli avvisi e degli altri atti che per legge devono essere notificati al contribuente anche a mezzo della posta direttamente dagli uffici finanziari”. Detta previsione, però, è chiaramente riservata agli uffici che esercitano potestà impositiva, con esclusione degli agenti della riscossione che sono preposti solo alla fase riscossiva.
Peraltro, l’attuale articolo 26, come appunto sostituito dall’art. 12 del D.lgs. n.46/99, ora dispone che “la cartella è notificata dagli ufficiali della riscossione o da altri soggetti abilitati dal concessionario nelle forme previste dalla legge ovvero, previa eventuale convenzione tra comune e concessionario, dai messi comunali o dagli agenti della polizia municipale. La notifica può essere eseguita anche mediante invio di raccomandata con avviso di ricevimento”.
Proprio per tale motivo, i giudici di Lecce nella sentenza in oggetto chiariscono che la cartella inviata per posta è illegittima poiché «… l’art. 26 … nella formulazione successiva alla riforma della riscossione mediante ruolo (DLgs 46/99 e Dlgs 112/99) ha riservato agli uffici che esercitano potestà impositiva (e quindi solo all’Agenzia delle Entrate) la possibilità di notificare avvisi e altri atti anche a mezzo posta …».
Pertanto, qualora dovesse risultare l’invio delle cartelle per posta direttamente da parte del concessionario (attraverso suoi dipendenti sprovvisti dei requisiti previsti dalla legge) gli atti sono da ritenersi inesistenti.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì 23 settembre 2011

PMI in crisi nera: ultimatum da Federlazio.

di Redazione PMI.it
Indagine Federlazio:
Pmi sull'orlo del baratro, tra fallimenti, disoccupazione e crediti della PA bloccati.
«Siamo pronti a scendere in campo da oggi e a fare le serrate» ha annunciato il presidente di Federlazio, Maurizio Flammini, commentando i dati dell'indagine congiunturale (primo semestre 2011) sulle Pmi del Lazio. Un ultimatum al governo locale dettato dall'emergenza di poter avere accesso al credito, e soprattutto di incassare i crediti vantati dalle Pmi nei confronti della Pubblica Amministrazione.
Il PIL del Lazio è stimato in calo nel 2011 a 0,9% e, se le Pmi della regione a giugno si dichiaravano pronte a investire, con il precipitare degli eventi (crisi dei mercati e tagli drastici in manovra finanziaria), oggi lo scenario è radicalmente mutato.
Il problema più urgente è quello dell'occupazione. «Nella sola edilizia di Roma le previsioni sono di 3mila esuberi da qui a dicembre, un dato enorme». Il tasso di disoccupazione segue un trend di crescita dal 2008 e non accenna ad arrestarsi. In termini di chiusura aziende, poi, i fallimenti nel Lazio, da gennaio 2011, quasi equiparano nel numero quelli del biennio 2008-2010 (18.547).
L'emergenza individuata da Federlazio, dunque, è quella dei ritardi nei pagamenti della P.A. alle Pmi, «tra le prime lamentele degli imprenditori». La replica di Renata Polverini, governatrice del Lazio, lascia poche speranze: non ci sono i soldi.
«Chiediamo la compensazione tra crediti e debiti verso la pubblica amministrazione. [...] Chiediamo che venga accelerata la vendita del patrimonio immobiliare che potrebbe mettere in moto uno sviluppo virtuoso. [...] Le aziende di rifiuti potrebbero sbloccare un miliardo di investimenti da oggi. Quello che abbiamo chiesto in cambio è l'adeguamento delle tariffe e la stabilità dei pagamenti».

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

lunedì 5 settembre 2011

...Manovra correttiva: tra necessità e opportunità.

Lunedì 05 Settembre 2011 12:08 .
Si susseguono le proposte di modifica alla manovra economica di Ferragosto, tra molteplici ripensamenti e la volontà di incidere, finalmente in maniera strutturale, sui conti pubblici.
Nonostante appaia evidente la difficoltà della maggioranza di procedere compatta nel delineare una credibile proposta di intervento, alcuni spunti interessanti si possono cogliere nelle dichiarazioni dei vari attori della scena politica italiana, nonché dagli emendamenti presentati dal governo.
Ci riferiamo alle sempre più frequenti dichiarazioni di condivisione di una politica di spostamento della pressione fiscale da diretta ad indiretta e del doveroso (ma quanto mai tardivo) riconoscimento che l’evasione è una distorsione peculiare del nostro sistema socio-economico sulla quale è sempre più necessario intervenire.
Non volendo entrare nel merito dell’impianto complessivo della manovra così come licenziata dal governo (ed essendo impossibile ad oggi immaginare quale sarà il risultato finale a seguito delle centinaia di emendamenti presentati dalle stesse forze di maggioranza) soffermiamoci per alcune brevi considerazioni in merito a due questioni: la dichiarazione del premier sulla possibilità di innalzare l’IVA al 22% e l’inasprimento delle sanzioni penali contro i maxi-evasori prevista dall’emendamento predisposto dal ministro Tremonti.
Le due proposte, se non fossero dettate dalla necessità di dover porre rimedio urgentemente alle aspettative dei mercati finanziari e della BCE e di arginare lo scontento montante dei diversi ceti produttivi colpiti dal contributo di solidarietà, potrebbero configurarsi quale primo tassello di una strategia di mutamento di rotta nel rapporto fisco-contribuente.
La grave congiuntura economica che stiamo attraversando, può rappresentare, per una classe politica coraggiosa e lungimirante, l’opportunità di poter finalmente cambiare le regole del gioco in campo fiscale, che prevedono un tacito accordo tra stato e contribuente per il quale, a fronte di un regime inquisitorio e di disprezzo perfino delle guarentigie fissate con legge dello stato (legge 212/2000 cd. Statuto dei diritti del contribuente), si tollerano comportamenti elusivi ed evasivi ai quali non viene riconosciuto un particolare status di pericolosità sociale e pertanto sanzionati blandamente.
L’aumento delle aliquote IVA deve necessariamente inquadrarsi in un piano organico di spostamento dell’imposizione da diretta (che colpisce il reddito prodotto e pertanto ha una valenza recessiva) a favore di quella indiretta e deve essere giocoforza accompagnato da misure di riduzione del carico fiscale sui redditi di lavoro tramite l’incremento di deduzioni o detrazioni per gli acquisti di beni e servizi con particolare riguardo ai settori in cui la percentuale di sommerso è più elevata. Gradualmente potranno inoltre inasprirsi i regimi sanzionatori penali a carico degli operatori economici che porranno in essere operazioni illecite. Si potrà pertanto beneficiare permanentemente di maggiori entrate legate non ad un aumento della pressione fiscale ma ad una concreta azione anti-evasione.
Si tratta di una scommessa di lungo periodo poiché non si tratta di modificare una norma, bensì la mentalità di un’intera nazione.
Di tutto ciò non sembra ravvisarsi traccia nel comportamento della nostra classe politica che, tra proposte di dubbia costituzionalità e di chiara matrice propagandistica, sta palesando una preoccupante inadeguatezza nel fronteggiare la congiuntura negativa e nel tracciare un percorso di uscita dalle secche in cui si trova il nostro sistema produttivo.
Roberto Nicoletti

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì 19 agosto 2011

Nella nuova manovra il riconoscimento dei rapporti di lavoro con Partita Iva. Con quali conseguenze?

Ne parla Dario Di Vico nel Corriere della Sera del 17 agosto 2011, nell’articolo Il fronte del no diviso sull’IVA, che riporta le perplessità di Acta. Si legge nell’articolo:
Una novità contenuta nel decreto e finora rimasta inosservata è l’ espresso riconoscimento – contenuto nell’ articolo 8 secondo comma – dei rapporti di lavoro con partita Iva. È la prima volta che il legislatore ne parla ma la scelta fatta è di rinunciare (almeno per ora) a uno Statuto del lavoro autonomo e demandare la regolamentazione di questo particolare rapporto di lavoro alla contrattazione aziendale/territoriale. «Il governo ha deciso di includere le partite Iva alla pari del lavoro dipendente? – si chiede Anna Soru, presidente di Acta, l’ associazione del terziario avanzato. – Ma come si fa? È possibile solo per le situazioni in cui il lavoratore con partita Iva svolge attività analoghe a quelle dei dipendenti». Ma pensiamo a una consulenza di marketing o di organizzazione aziendale o alla creazione di un sito web, come potrà essere regolata dalla contrattazione aziendale, sulla base di quali parametri? E quali sono le parti sociali che rappresenterebbero le partite Iva? I sindacati confederali, forse? Tutti interrogativi che formulati da Acta riportano però alla più generale difficoltà del governo di ritrovare il bandolo della matassa del rapporto con i ceti medi. Si procede a tentoni nel buio e il rischio di inciampare, non una ma più volte, è altissimo.
E’ un modo per evitare di intervenire fattivamente? Prima un rincorrersi di statuti annunciati e mai realizzati (statuto dei lavori, statuto del lavoro autonomi), ora un rinvio alla contrattazione aziendale/territoriale, che non è chiaro come potrà agire.
Perchè non partire da qualche regola base che, ad esempio, tuteli efficacemente (al pari di quanto avviene coi dipendenti) i diritti del lavoratore autonomo nei confronti del committente che fallisce, che non paga o che ritarda i pagamenti? Anche quando il cliente è la Pubblica Amministrazione.
                                                                                                                               ACTA
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

martedì 16 agosto 2011

Manovra bis: il testo.

di Redazione PMI.it
I tagli previsti dalla nuova manovra finanziaria volta al pareggio di bilancio entro il 2013:
tutte le misure in sintesi.
In vigore la manovra finanziaria bis da 45,5 miliardi di euro volta al pareggio di bilancio nel 2013: definita d'urgenza da Berlusconi e Tremonti per contrastare il precipitare degli eventi, il decreto è stato firmato dal Napolitano e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ricevendo anche l'approvazione da Bruxelles. [leggi e scarica il testo integrale del decreto legge n.138 del 13 agosto 2011 "Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo"]

Vediamo i nuovi tagli che ci attendono da qui ai prossimi due anni.
(20 mld nel 2012 e 25,5 mld nel 2013).
La manovra bis si focalizza sulla tassazione sui redditi (prelievo di solidarietà) anche nel settore privato e sulle rendite finanziarie, nonchè sull'anticipo della stretta sulle pensioni, sull'abolizione dei ponti per le festività, sul posticipo di TFR e tredicesime per i dipendenti pubblici, sul monitoraggio dei flussi finanziari e delle fatture, sui tagli agli enti pubblici e ai costi della politica tramite riduzione di personale e accorpamenti di province e comuni.
Tassazione sulle rendite.
La manovra voluta da Berlusconi e Tremonti incrementa le tasse sulle rendite finanziarie dal 12,5% ben il 20% (esclusi i titoli pubblici), andando a penalizzare direttamente i piccoli e medi imprenditori.
Contributo di solidarietà sui redditi.
Entrata in vigore la manovra bis, per il 2011-2013 nel settore privato, per i redditi sopra i 90mila euro si dovrà pagare un'imposta del 5%. Si arriva a ben il 10% per i redditi sopra i 150mila euro.
Transazioni.
Il tracciamento dei flussi finanziari si fa più rigiso: per contrastare l'evasione fiscale da ora in poi non si potranno effettuare transazioni in contanti oltre i 2.500 euro.
Fatture e studi di settore.
Il monitoraggio delle fatture subirà un giro di vite e le sanzioni si inaspriranno per chi non emetterà fattura, con il rischio di vedersi chiudere l'attività. La manovra prevede anche una rimodulazione degli studi di settore.
Pensioni.
La manovra finanaziaria bis prevede un anticipo al 2015 dell'innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia delle donne (a 65 anni a partire dal 2015 invece che dal 2020), con un andamento progressivo.
TFR e tredicesime.
I dipendenti statali subiranno un ritardo fino a due anni per l'erogazione del trattamento di fine rapporto, con possibili slittamenti anche per le tredicesime se non si riuscirà a raggiungere gli obiettivi prefissati per la riduzione della spesa.
Ponti e festività.
Le festività laiche saranno accorpate alle domeniche, così da incrementare la produttività, a scapito dei consueti ponti.
Riduzione degli Enti.
In manovra bis c'è anche la riduzione drastica del numero delle piccole province italiane e l'accorpamento di numerosi comuni sotto i mille abitanti, al fine di abbattere significativamente il numero di consiglieri e di assessori.
Costi della politica.
Prevista l'abolizione dei voli blu e dei viaggi in classi non economy per tutti i politici, gli amministratori pubblici, i dipendenti dello Stato e i componenti di enti.
Accise Tabacchi.
Nella manovraa è contenuta anche una misura volta al rincaro delle accise sui tabacchi.
Il decreto-legge «individua immediate misure per la stabilizzazione finanziaria, per favorire lo sviluppo, a sostegno dell ' occupazione, per la riduzione dei costi degli apparati istituzionali, nonché in materia di liberalizzazione di attività economiche».

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

lunedì 11 luglio 2011

90 giorni di tempo e 129 euro per chiudere le Partite Iva inattive.

L' Agenzia delle Entrate ha pubblicato oggi sul sito le disposizioni per l'addio agevolato alle partite Iva non utilizzate, con sanzioni ridotte e un percorso semplificato. I contribuenti che, pur essendo titolari di una partita Iva, non presentano la relativa dichiarazione da almeno tre anni oppure non svolgono alcuna attività hanno, dal 6 luglio, novanta giorni per chiudere la propria posizione, pagando solo una sanzione minima di 129 euro. La regolarizzazione potrebbe riguardare, secondo le stime dell'Agenzia, due milioni di partite Iva inattive.
Mettersi in regola è facile: basta pagare con il modello F24 «elementi identificativi», indicando il codice tributo 8110, la partita Iva da chiudere e l'anno di cessazione dell'attività. Chi non adotta questa misura rischia una multa che può arrivare fino a 2.065 euro.
La posizione va regolarizzata entro novanta giorni, calcolati a partire dal 6 luglio 2011, data di entrata in vigore del decreto legge n. 98/2011. Va ricordato che la norma di favore si applica a condizione che la violazione non sia stata già contestata con atto portato a conoscenza del contribuente.
Documenti Agenzia delle Entrate - Risoluzione 72E
Le istruzioni nel dettaglio.
I titolari di partita Iva che, sebbene obbligati, abbiano dimenticato di comunicare la cessazione della propria attività, entro i 30 gg prescritti dalla norma - articolo 35, comma 4, del Dpr 633/1972 - possono ora sanare la violazione versando spontaneamente, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto legge n. 98/2011, un importo pari a 129 Euro, somma che equivale al 25 per cento, cioè 1/4, della sanzione minima dovuta secondo la norma vigente.
In pratica, per aderire alla norma di favore è sufficiente provvedere al versamento tramite F24, entro 90 gg dalla data di entrata in vigore della legge, dell'importo di 129 Euro, indicando il codice tributo 8110, la partita Iva da chiudere, e l'anno di cessazione dell'attività. Nell'ottica della semplificazione non è necessario presentare anche la dichiarazione di cessazione attività, con il mod. AA7 (previsto per i soggetti diversi dalle persone fisiche) o il mod. AA9 (previsto per le imprese individuali e lavoratori autonomi), perché la chiusura della partita Iva verrà effettuata dall'Agenzia sulla base dei dati desunti dal modello F24 presentato.
Per i contribuenti che, benchè obbligati, hanno omesso di presentare a suo tempo la dichiarazione di cessazione attività e non colgono l'opportunità che il decreto legge 98/2011 ora concede, l'Agenzia può procedere alla chiusura d'ufficio della partita Iva, con una sanzione fino al massimo di 2.065 euro.

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mercoledì 20 aprile 2011

Pensioni INPS: pessimismo crescente tra i lavoratori.

di Noemi Ricci
Le pensioni INPS saranno insufficienti secondo i lavoratori italiani: sondaggio condotto su 600 laureati, dal quale emerge anche scarsa informazione.

Un futuro senza pensione INPS: suu 600 laureati italiani sotto i 35 anni intervistati da Comunità&Impresa nel sondaggio "Il rapporto tra i giovani italiani e la previdenza", il 75% la vede come un miraggio, il 60% pensa che i soldi versati a INPS e casse previdenziali finanzieranno la vecchiaia solo di dipendenti statali e politici.
Il 78% complessivo è sicuro che, anche se dovesse ricevere una pensione INPS, questa non basterà a soddisfare il fabbisogno economico della propria vecchiaia.
Il 73% del campione ritiene che gli Italiani nei prossimi 30-40 anni diventeranno mediamente più poveri, il 40% non è affatto fiducioso nei confronti del proprio futuro economico. Un pessimismo che invade tutti: il 75% dei laureati brevi, il 76% dei laureati magistrali e il 69% di chi ha un dottorato o un master è certo che l'INPS non ne avrà abbastanza anche per loro.
Pessimismo ma anche scarsa informazione: ad esempio, pochi conoscono o sanno come richiedere il riscatto della laurea (40%) e l'87% di loro non ha ancora aderito.
In generale prevale la disinformazione, con il 47% che ritiene di non dover versare i contributi all'INPS se opta per le pensioni private alternative. Il lavoro nero sembra essere una soluzione possibile per il 27% per tenere per sé almeno la metà dei contributi pensionistici.
Da un secondo sondaggio condotto sempre da Comunità&Impresa tra mille giovani tra i 16 e i 25 anni, al di là della loro istruzione, emerge un quadro molto simile: con l'84% che ha come principale preoccupazione quella di non riuscire trovare una fonte di reddito stabile, a seguire il non avere una pensione di anzianità adeguata (77%)
Il 63% parla spesso dei timori in questo senso a casa, il 20% avverte nella propria famiglia (il 54% in sé stesso) una mancata informazione sui sistemi pensionistici e previdenziali. Nonostante questo il 57% ritiene la propria famiglia il primo canale per informarsi sulla pensione, il 37% preferisce il web e il 31% i giornali.

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venerdì 25 marzo 2011

Federalismo fiscale: raggiunto accordo con le Regioni.

di Anna Fabi
Giovedì 24 marzo 2011
Il Governo ha trovato l'accordo con le Regioni per far ripartire l'iter di approvazione del Federalismo fiscale.
Federalismo Fiscale Regionale più vicino: raggiunto l'accordo Governo-Conferenza delle Regioni necessario per procedere alla fase due della riforma fiscale sul Federalismo in Italia. Dopo l'approvazione del Fisco Municipale, infatti, l'iter di era arenato perchè le Regioni avevano dichiarato nullo l'intesa dello scorso 16 dicembre, non avevo il Governo rispettato gli impegni economici presi.
«Il nostro giudizio sul decreto sul federalismo regionale torna ad essere positivo», ha dichiarato il presidente della Conferenza Vasco Errani.
Il nuovo accordo da 425 milioni di euro porterà nelle casse regionali i fondi promessi per il trasporto pubblico locale. La pre-intesa dei mesi scorsi con le Regioni, ipotizzava anche la fiscalizzazione del TPL e la revisione dei tagli previsti dal 2012 della manovra correttiva per le Regioni che rispettano il patto di stabilità.
I contenuti del nuovo accordo sono confluiti in una serie di emendamenti al decreto legislativo per il Fisco Regionale, votato questo pomeriggio in commissione bicamerale.
Gli altri punti previsti dal nuoivo accordo: revisione Irpef dal 2013 e non dal 2011 (possibilità di modificare le aliquote a livello regionale) e rinnovo ammortizzatori sociali in deroga per il 2011-2012.
Le istanze dell'opposizione? Che il federalismo regionale non porti tagli ai servizi e incremento delle tasse. Per evitare ostacoli in sede di voto, il ministro Calderoli ha accolto molte proposte del relatore di minoranza Francesco Boccia, nonostante la posizione contraria di Dario Franceschini, che ha evidenziato il ruolo politico del voto sul Federalismo.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

martedì 15 marzo 2011

Equitalia contro le Pmi: denuncia Confartigianato.

di Alessandro Vinciarelli
Confartigianato Imprese Crotone chiede un tavolo di confronto su Equitalia, evidenziando gravi criticità nel sistema esattoriale che penalizzano in primo luogo le Pmi.
Confartigianato Imprese Crotone si schiera contro Equitalia - società pubblica (Agenzia delle Entrate e INPS) incaricata di riscuotere tasse e contributi Inps e IVA, multe e canone Rai - per l'accanimento nei confronti delle Pmi. «La nostra Associazione condivide appieno gli sforzi per individuare e punire gli evasori. Tuttavia facciamo rilevare come negli ultimi tempi si è verificato un vero e proprio accanimento contro i contribuenti più piccoli, magari con debiti verso lo Stato di sole poche migliaia di euro».
Il sistema dei pagamenti delle cartelle esattoriali di Equitalia presenta criticità da risolvere per non compromettere la situazione delle imprese del territorio, già minata dalla crisi.
Una persecuzione effettuata da Equitalia nei confronti delle piccole imprese fatta di multe, canoni e Tarsu, che Confartigianato Imprese Crotone denuncia insieme alla percezione che la devastante recessione che le Pmi stanno vivendo sia ancora sottovalutata da molti.
«Non vogliamo arrivare a parlare di "caccia alle streghe". Sappiamo bene che la legge non può accorgersi della differenza tra i debitori, di chi ha evaso con dolo o meno ma certamente tra grandi e piccoli forse farebbe bene a farlo». Tuttavia, tra le criticità evidenziate, non si motiva l'interesse del 9% che intasca Equitalia su ogni debito contestato: «una vera e propria gabella che si calcola sull'importo già maggiorato delle sanzioni e non sul debito reale: in pratica più cartelle spediscono, più fanno incassi».
Per chi ha richiesto la rateizzazione dei debiti contributivi basta saltare anche un solo termine di pagamento, o effettuare un versamento inferiore a quello concordato per vedersi cancellato il beneficio e tutte le facilitazioni connesse; tra i vantaggi che scompaiono con l'inosservanza del piano di rateizzazione c'è anche il rilascio DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva)».
A tutto ciò si aggiunge la necessità dell'Agenzia delle Entrate di «scovare parecchi miliardi di euro che oggi le sfuggono» e per questo da quest'anno Equitalia avrà più potere andando ad agire in campi finora riservati all'Agenzia, quindi direttamente sui contribuenti con delle indagini finanziarie, «avrà poteri superiori perfino alla Guardia di Finanza».

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

G7: Intervento della nostra Presidente

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