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sabato
” SE USCITE DALL’EURO LA GERMANIA CROLLA E L’ITALIA VOLA” IL MINISTRO DELLE FINANZE TEDESCO SVELA LA VERITA’.
Ministro delle finanze tedesco: se uscite dall’Euro, la Germania crollerà.
Claudio Messora per byoblu.com
Theo Waigel è stato per dieci anni Ministro delle Finanze di Helmut Kohl. Il 21 giugno scorso ha rilasciato un’intervista a T-Online. Questo è un frammento delle sue dichiarazioni.
Intervistatore: “I sondaggi sull’uscita dalla UE mostrano che se si chiedesse ai francesi e ad altri, vincerebbe chi vuole uscire, con uno scarto minimo. Secondo lei da dove viene questa disaffezione per l’UE?”
Theo Waigel: “Al grado di sviluppo della globalizzazione e dei mercati aperti cui siamo arrivati – che non è più reversibile -, ci sono forze che si oppongono, sostenendo la necessità di ritornare ai confini e alle regolamentazioni nazionali, che prima funzionavano bene, per tornare ad appropriarsi delle proprie capacità decisionali“.
Intervistatore: “E cosa gli si può rispondere?”
Theo Waigel: Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco – che tornerebbe nuovamente in circolazione -. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale“.
L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sè che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni.
In Germania, invece, non si fanno problemi a dirlo con chiarezza. Anche perché hanno interessi opposti. Ci fu anche un pezzo dello Spiegel Online, che io riportai puntualmente sul blog, datato 13 giugno 2012 (ben 4 anni fa), che lo disse con altrettanta chiarezza:
« Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro. »
www.studiostampa.com
Claudio Messora per byoblu.com
Theo Waigel è stato per dieci anni Ministro delle Finanze di Helmut Kohl. Il 21 giugno scorso ha rilasciato un’intervista a T-Online. Questo è un frammento delle sue dichiarazioni.
Intervistatore: “I sondaggi sull’uscita dalla UE mostrano che se si chiedesse ai francesi e ad altri, vincerebbe chi vuole uscire, con uno scarto minimo. Secondo lei da dove viene questa disaffezione per l’UE?”
Theo Waigel: “Al grado di sviluppo della globalizzazione e dei mercati aperti cui siamo arrivati – che non è più reversibile -, ci sono forze che si oppongono, sostenendo la necessità di ritornare ai confini e alle regolamentazioni nazionali, che prima funzionavano bene, per tornare ad appropriarsi delle proprie capacità decisionali“.
Intervistatore: “E cosa gli si può rispondere?”
Theo Waigel: Gli si può rispondere in modo del tutto chiaro quali svantaggi ne scaturirebbero. Se la Germania oggi uscisse dall’unione monetaria, allora avremmo immediatamente, il giorno dopo, un apprezzamento tra il 20% e il 30% del marco tedesco – che tornerebbe nuovamente in circolazione -. Chiunque si può immaginare che cosa significherebbe per il nostro export, per il nostro mercato del lavoro, o per il nostro bilancio federale“.
L’euro conviene alla Germania, ecco perché ci restiamo dentro. Va da sè che se il marco diventasse sconveniente, la lira diventerebbe conveniente per i mercati, per gli investitori e per i consumatori. Queste cose i commentatori nazionali non ve lo dicono. Queste notizie ai telegiornali non passano. Per chi lavora la stampa italiana? Per chi lavora la politica italiana? Per l’Italia o per Berlino? Se lavorasse per gli italiani, interviste come queste sarebbero in prima pagina su tutti i quotidiani, in luogo dello spettro dell’inflazione, e la gente inizierebbe a trarne le conclusioni.
In Germania, invece, non si fanno problemi a dirlo con chiarezza. Anche perché hanno interessi opposti. Ci fu anche un pezzo dello Spiegel Online, che io riportai puntualmente sul blog, datato 13 giugno 2012 (ben 4 anni fa), che lo disse con altrettanta chiarezza:
« Con un’uscita dall’Euro e un taglio netto dei debiti la crisi interna italiana finirebbe di colpo. La nostra invece inizierebbe proprio allora. Una gran parte del settore bancario europeo si troverebbe a collassare immediatamente. Il debito pubblico tedesco aumenterebbe massicciamente perché si dovrebbe ricapitalizzare il settore bancario e investire ancora centinaia di miliardi per le perdite dovute al sistema dei pagamenti target 2 intraeuropei. E chi crede che non vi saranno allora dei rifiuti tra i paesi europei, non s’immagina neanche cosa possa accadere durante una crisi economica così profonda. Un’uscita dall’euro da parte dell’Italia danneggerebbe probabilmente molto più noi che non l’Italia stessa e questo indebolisce indubbiamente la posizione della Germania nelle trattative. Non riesco ad immaginarmi che in Germania a parte alcuni professori di economia statali e in pensione qualcuno possa avere un Interesse a un crollo dell’euro. »
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martedì
L’ Europa tedesca ci fa pagare la spocchia di Renzi.
L’ Europa tedesca ci fa pagare la spocchia di Renzi (Nessuno)
Pubblicato da IO NON VOTO Matteo Renzi su Venerdì 22 gennaio 2016
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domenica
L'INGANNO TEDESCO SPIEGATO DALLA SATIRA TEDESCA !
L'INGANNO TEDESCO SPIEGATO DALLA SATIRA TEDESCAEcco come hanno infinocchiato mezz'Europa, spiegato per filo e per segno... questi comici sono a dir poco MITICI!Seguici su Video Incredibili :D
Posted by Video Incredibili on Lunedì 27 luglio 2015
sabato
ITALIA-GERMANIA, LA PARTITA TRUCCATA.
Mi appare addirittura ingenuo l’approccio con il quale i sostenitori di questa Europa si aspettano, dall'Europa stessa, un’apertura alla richiesta, del nostro Governo, di ottenere deroghe e agevolazioni per fare ripartire l’economia italiana.
Si pretenderebbe che la Germania ci agevolasse nel farci risalire la china, favorisse la ripresa della nostra produttività, ci aiutasse a ritornare competitivi sul piano internazionale.
Veramente un pensiero assurdo, la Merkel dovrebbe, secondo il pensiero di quei tanti Italiani europeisti, favorire qualcosa che per la Germania potrebbe rivelarsi essenzialmente solo un danno economico.
Ai teutonici condomini Europei la nostra crisi manifatturiera non può che fargli piacere, un rating Italiano molto basso che favorisca l’acquisto del nostro debito pubblico con interessi molto alti è una grande opportunità, una Nazione debole la preferiscono ad una Nazione solida e ricca che potrebbe interferire sui loro piani di predominio continentale.
Il peccato è originale, durante il parto dell’idea di un Europa unita si è pasticciato troppo e non so fino a che punto in buonafede.
Pensare di equiparare e pretendere le stesse performance economiche da Stati tanto diversi tra loro, con regole fiscali e leggi economiche diversissime, era l’inizio di un disastro annunciato.
Obbligo per tutti di adeguarsi al valore stabilito convenzionalmente per l’Euro, ma nessun obbligo ad adottare lo stesso regime fiscale, lo stesso costo per il lavoro, adeguare le infrastrutture ad uno standard comparabile tra gli stati dell’unione.
Un vero disastro, un confronto tra forze sbilanciatissime tra loro, la certezza che chi si fosse trovato in vantaggio ai nastri di partenza avrebbe mantenuto questo vantaggio per sempre.
A queste regole scritte male, o forse benissimo se le guardiamo dal punto di vista di chi scientificamente aveva previsto questi sviluppi degli avvenimenti, non dimentichiamoci di aggiungere il colpo di grazia a qualunque speranza di un futuro dell’unione europea: l’arbitro è assolutamente di parte, l’arbitro tifa per una sola squadra, l’arbitro farà di tutto per impedire il rilancio di Nazioni in crisi, l’arbitro ha tutto l’interesse a godere dei vantaggi che potrà ottenere per la sua Nazione tenendo alle corde gli avversari.
Sperare che ci consentano di sforare i bilanci per reperire risorse da investire nel rilancio della nostra economia è impensabile, i Tedeschi hanno tutto l’interesse a tenere a debita distanza il loro temibile concorrente manifatturiero, i Tedeschi guardano con simpatia il nostro Governo che continua a rastrellare soldi dalle tasche degli Italiani, alla fonte, prima che entrino nel virtuoso circolo dei consumi che potrebbero rilanciare produzione e occupazione.
L’arbitro Merkel non ci farà mai avvicinare alla porta per segnare qualche gol, l’arbitro tifa per la sua squadra.
L’inspiegabile è che, invece, in Italia ci sia ancora tanta gente che spera di poter uscire dalla crisi adeguandosi a queste regole manipolate da un arbitro venduto, continuando, disperatamente, a giocare questa partita truccata.
Giorgio Terzo Catalano-WORLDPRESS INTERNATIONAL24
www.studiostampa.com
Si pretenderebbe che la Germania ci agevolasse nel farci risalire la china, favorisse la ripresa della nostra produttività, ci aiutasse a ritornare competitivi sul piano internazionale.
Veramente un pensiero assurdo, la Merkel dovrebbe, secondo il pensiero di quei tanti Italiani europeisti, favorire qualcosa che per la Germania potrebbe rivelarsi essenzialmente solo un danno economico.
Ai teutonici condomini Europei la nostra crisi manifatturiera non può che fargli piacere, un rating Italiano molto basso che favorisca l’acquisto del nostro debito pubblico con interessi molto alti è una grande opportunità, una Nazione debole la preferiscono ad una Nazione solida e ricca che potrebbe interferire sui loro piani di predominio continentale.
Il peccato è originale, durante il parto dell’idea di un Europa unita si è pasticciato troppo e non so fino a che punto in buonafede.
Pensare di equiparare e pretendere le stesse performance economiche da Stati tanto diversi tra loro, con regole fiscali e leggi economiche diversissime, era l’inizio di un disastro annunciato.
Obbligo per tutti di adeguarsi al valore stabilito convenzionalmente per l’Euro, ma nessun obbligo ad adottare lo stesso regime fiscale, lo stesso costo per il lavoro, adeguare le infrastrutture ad uno standard comparabile tra gli stati dell’unione.
Un vero disastro, un confronto tra forze sbilanciatissime tra loro, la certezza che chi si fosse trovato in vantaggio ai nastri di partenza avrebbe mantenuto questo vantaggio per sempre.
A queste regole scritte male, o forse benissimo se le guardiamo dal punto di vista di chi scientificamente aveva previsto questi sviluppi degli avvenimenti, non dimentichiamoci di aggiungere il colpo di grazia a qualunque speranza di un futuro dell’unione europea: l’arbitro è assolutamente di parte, l’arbitro tifa per una sola squadra, l’arbitro farà di tutto per impedire il rilancio di Nazioni in crisi, l’arbitro ha tutto l’interesse a godere dei vantaggi che potrà ottenere per la sua Nazione tenendo alle corde gli avversari.
Sperare che ci consentano di sforare i bilanci per reperire risorse da investire nel rilancio della nostra economia è impensabile, i Tedeschi hanno tutto l’interesse a tenere a debita distanza il loro temibile concorrente manifatturiero, i Tedeschi guardano con simpatia il nostro Governo che continua a rastrellare soldi dalle tasche degli Italiani, alla fonte, prima che entrino nel virtuoso circolo dei consumi che potrebbero rilanciare produzione e occupazione.
L’arbitro Merkel non ci farà mai avvicinare alla porta per segnare qualche gol, l’arbitro tifa per la sua squadra.
L’inspiegabile è che, invece, in Italia ci sia ancora tanta gente che spera di poter uscire dalla crisi adeguandosi a queste regole manipolate da un arbitro venduto, continuando, disperatamente, a giocare questa partita truccata.
Giorgio Terzo Catalano-WORLDPRESS INTERNATIONAL24
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domenica
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