domenica 13 febbraio 2011

L'Ogm della sinistra è un guaio per il Paese.

Scritto da Giovanni Alvaro
Sabato 12 febbraio 2011
...Ne è passata abbastanza di acqua sotto i ponti per la sinistra del nostro Paese. Così abbastanza che si è convinti che si può tranquillamente passare da una posizione all’altra senza pagare dazio, che si può far strame di valori che hanno contribuito a formare intere generazioni, che si può usare a piene mani l’ipocrisia più vergognosa perché ‘il fine giustifica i mezzi’, e che per il “palazzo ‘d’inverno” si può sacrificare qualunque caposaldo della propria storia. Si, ne è passata tanta di acqua sotto i ponti e scorrendo ne ha cambiate tante di cose. Panta rei os potamòs, tutto scorre come un fiume era il pensiero di Eraclito e, quindi, tutto cambia. E i novelli eraclitiani della nostra sinistra, sull’altare della loro inconsistenza, ne hanno fatto di cambiamenti profondi e radicali, tanto da trasformare il loro stesso status politico, laico e morale. Senza alcuna vergogna son diventati forcaioli, intolleranti, settari, faziosi, bacchettoni e, incredibilmente, anche moralisti.
Loro che professavano l’amore libero, che cavalcavano la libertà sessuale, che facevano marciare le loro donne al ritmo di “l’utero è mio e lo gestisco io”, oggi sono irriconoscibili; loro che per difendere la democrazia, il Parlamento e le istituzioni repubblicane sostenevano ed alimentavano nel ’60 il movimento dei giovani con le magliette a strisce, oggi sperano in una operazione di palazzo che se non è un golpe tradizionale poco ci manca; loro che, dopo un momento di sbandamento, ebbero il coraggio di schierarsi contro le Brigate Rosse, oggi tollerano e coccolano, implicitamente legittimandoli, gli estremismi più violenti che normalmente fanno da incubatrice a percorsi abbastanza eversivi. Loro che… erano e che non sono più.
Loro che avevano un alto senso dello stato, che avevano chiare capacità d’analisi e sapevano ‘leggere’ il presente ipotizzando nettamente il futuro, sono diventati squallidi operatori politici di giornata. Tentano di barcamenarsi giorno per giorno senza badare a spese. Non si pongono la domanda principe del “che fare?” di leniniana memoria, né scartano l’estremismo, bollato da Lenin, nel 1920, come “malattia infantile del comunismo”, e pensano, sia conveniente “il tanto peggio tanto meglio”. Conveniente a chi? Non certo all’Italia.
Nella loro ingenuità, che dimostra la loro infima pochezza, sono convinti che basta mettere fuori gioco Berlusconi per ottenere quel disfacimento totale del popolo moderato dal quale trarre sicuro vantaggio, dimostrando così di non aver tratto alcun insegnamento dalla storia del nostro paese. L’ultimo in ordine di tempo è tutta la vicenda di Bettino Craxi con la parallela decapitazione dei partiti moderati ad opera di una falsa rivoluzione giudiziaria che, comunque, non è riuscita a consegnare il paese alla famosa “gioiosa macchina da guerra” messa in piedi da una sinistra ebbra di soddisfazione per la liquidazione degli avversari e la conseguente ipotetica presa del potere.
Un'armata sempre più squinternata, fosse solo per questo non ci tireremmo i capelli per la disperazione. La verità è che assieme al disfacimento della sinistra, ormai inarrestabile, si sta inoculando, in fette importanti dell’opinione pubblica, un virus che rischia di intossicare irreparabilmente il futuro del Paese. Nulla di grave se la sinistra fosse capace di esprimere quell’egemonia politica e culturale che le ha permesso di essere, in passato, una reale e consistente forza d’opposizione. Ma oggi non è più così.
La sinistra non solo non esprime più reali egemonie, ma è costretta a inseguire, civettare, addirittura copiare quanto fanno i personaggi che ella stessa ha contribuito a creare, o stare a ruota di movimenti direttamente collegati alle procure ideologizzate, e ai plotoni di gazzettieri implacabilmente schierati nel tentativo di distruzione del nemico Berlusconi. Pensare però che le azioni messe in campo non provochino reazioni di eguale intensità è un errore gravissimo.
Non capire qual è la deriva che si può imboccare è sintomo di completa cecità. Il pericolo, per la spaccatura del Paese, con tutto ciò che ne consegue, infatti, non viene dalla Lega, ma è la logica conseguenza dello scontro in atto, a cui la sinistra sta contribuendo egregiamente. Spetterà al popolo moderato, con Berlusconi, salvare l'Italia.

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sabato 12 febbraio 2011

Manifestazione al Parlamento Europeo contro le agende UE senza Natale.

Il Vicepresidente del Parlamento europeo Roberta Angelilli, mercoledì 2 febbraio, ha accompagnato al Parlamento europeo a Bruxelles una delegazione dell’associazione di giovani del Pdl “Officina Futura” che ha manifestato contro il “Diario Europa”, l’agenda realizzata dalla Commissione europea che non menziona le festività cristiane, ma presenta i riferimenti a ricorrenze di altre religioni e feste laiche. Con indosso una maglietta con la scritta in italiano, inglese e francese, “Stop alle agende senza Natale”, i ragazzi, poco prima che avesse inizio la seduta Plenaria in programma, hanno iniziato a distribuire volantini con il messaggio “5 milioni di € per le agende senza Natale? No Grazie”.
“Il ‘Diario Europa’ non rispetta il principio di non discriminazione su base religiosa sancito dalla Carta dei diritti dell’Unione europea, questo è indecente in un momento storico in cui assistiamo in tutto il mondo ancora ad atti persecutori nei confronti di uomini e donne a causa della loro fede religiosa. Inoltre, questa vicenda presenta dei lati poco chiari che la Commissione europea ha il dovere di chiarire”, dichiara Il Vicepresidente del Pe Angelilli.
“Dopo aver manifestato alla sede della Commissione europea a Roma, siamo venuti a Bruxelles per ricevere delle risposte alle nostre domande: Chi ha approvato il progetto? Quali sono i parametri utilizzati che hanno permesso alla Fondazione “Generation Europe” di aggiudicarsi da otto anni l’appalto del “Diario Europa” ?”, dichiarano Jessica De Napoli e Holljwer Paolo dirigenti di Officina Futura.
L’associazione di giovani del Pdl Officina Futura ha lanciato una petizione online per chiedere al Presidente del Parlamento europeo Buzek di fare luce sulla vicenda che offende il comune sentire di milioni giovani europei.
L’iniziativa è stata sostenuta anche dal Vicepresidente Angelilli, che ha presentato due interrogazioni sottoscritte da circa un centinaio di deputati di tutti i gruppi politici dell’Europarlamento”.

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Colle: "Abbassare Toni in Politica".

"Oppure legislatura sarà a rischio".
Nuovo appello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad abbassare i toni dello scontro politico. Lo ha fatto durante l'incontro con Silvio Berlusconi venerdì sera. Il Colle ha ricordato la necessità di un sforzo di contenimento delle attuali tensioni, in caso contrario sarebbe a rischio "la stessa continuità della legislatura". Il Quirinale ha poi smentito l'ipotesi, da parte del premier, di "mobilitazioni e reazioni di piazza".
"Di un incontro istituzionale ovviamente riservato come quello tra il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio sono state date sulla stampa legittime libere interpretazioni e in qualche caso anche ricostruzioni fantasiose perfino con frasi virgolettate in effetti mai pronunciate da nessuno dei due interlocutori", si legge in una nota del Quirinale.
"Si è data particolare attenzione a quella che sarebbe stata la 'temperatura' del colloquio che ha in effetti visto il serio confronto tra rispettivi punti di vista e argomenti. Il Presidente della Repubblica ha insistito su motivi di preoccupazione, che debbono essere comuni, sull'asprezza raggiunta dai contrasti istituzionali e politici, e sulla necessità di un sforzo di contenimento delle attuali tensioni in assenza del quale sarebbe a rischio la stessa continuità della legislatura. Si smentisce - si legge ancora nel comunicato - nettamente che sarebbero state evocate dal Presidente del Consiglio ipotesi di mobilitazioni e reazioni di piazza che si e' escluso di aver voluto e voler sollecitare".

Ultimo aggiornamento ore 14:35

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venerdì 11 febbraio 2011

Mubarak si è dimesso, potere passa all'esercito.

Il vicepresidente egiziano Omar Suleiman ha annunciato in televisione che il presidente Hosni Mubarak ha rinunciato al suo mandato presidenziale e ha incaricato le forze armate di gestire gli affari dello Stato.
Segretario Pnd verso dimissioni.
Il segretario generale del Pnd (Partito nazionale democratico) sta per dimettersi. Lo riferiscono fonti vicine al partito.
Nuovi scontri.
Un manifestante è morto e venti sono rimasti feriti in uno scontro a fuoco con la polizia durante l'assalto ad una stazione di polizia a Rafah. Lo riferiscono fonti locali, indicando che il bilancio delle vittime potrebbe aggravarsi.
Annuncio a breve.
La televisione di stato egiziana riferisce che presto sarà diffuso un "importante" comunicato della presidenza.

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mercoledì 9 febbraio 2011

martedì 8 febbraio 2011

Incentivi imprese: contributi e fonti disponibili

di Alessandro Vinciarelli
Ecco i finanziamenti disponibili al momento per le piccole aziende, in attesa della riforma degli incentivi alle imprese che snellisca anche la burocrazia che grava sulle Pmi.
Alle imprese italiane mancano liquidità e facile accesso ai finanziamenti pubblici, in attesa della riforma degli incentivi nazionali alle imprese e le iniziative in atto non stanno fornendo il giusto contributo: burocrazia e oneri, che allontanano le Pmi dall'ottenimento dei fondi richiesti, finiscono per spegnere le speranze di troppe piccole aziende.
La riforma degli incentivi pubblici, annunciata dal ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani dovrebbe dunque semplificare procedure e norme, favorendo al contempo strumenti di applicazione immediata, come i voucher per le imprese.
Quali le misure da sfruttare oggi? Per il momento gli incentivi disponibili - che passano per Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - si riferiscono all'auto-imprenditorialità e l'auto-impiego per favorire l'occupazione, prevedendo contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati.
A questi si aggiungono le azioni per l'industrializzazione delle aree in crisi, agli investimenti per l'innovazione e quelli a beneficio dei progetti ad alto valore tecnologico.
In questo contesto da evidenziare anche le agevolazioni previste dal FIT (Fondo per l'innovazione tecnologica) e gli incentivi FAR (Fondo agevolazioni per la ricerca) per la ricerca industriale.
Infine, i provvedimenti operativi a sostegno dei processi di internazionalizzazione delle Pmi, ormai datati 2008, per lo sviluppo e il consolidamento nei mercati extra UE.

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Pirati somali attaccano petroliera italiana nell'oceano indiano. A bordo anche cinque connazionali.

La petroliera italiana Savina Caylyn, dell'armatore Fratelli D'Amato di Napoli, è stata attaccata alle ore 5.30 da pirati mentre era in navigazione nell' Oceano Indiano. Durante l'attacco sarebbero stati esplosi vari colpi di mitra e razzi, ma non risulterebbero feriti. Il mercantile è attualmente in mano ai pirati. A bordo della nave si trova un equipaggio composto da 5 italiani e 17 indiani.

Contro i pirati "marines" italiani a bordo delle navi merci (di Gianandrea Gaiani).

La fregata della Marina militare Zeffiro, che si trova in Oceano Indiano nell'ambito della missione antipirateria dell'Unione europea Atlanta, si sta dirigendo nell'area dove è avvenuto l'attacco che raggiungerà in un paio di giorni, essendo distante circa 500 miglia.
India, ieri catturati 28 pirati somali.
Resta alto, dunque, l'allarme per la pirateria marina. Ieri sono arrivati a Mumbai 28 pirati somali catturati domenica 6 febbraio dalla Marina indiana dopo uno scontro a fuoco al largo dell'arcipelago delle Laccadive. Gli uomini erano a bordo di un peschereccio thailandese che era stato sequestrato circa sei mesi fa insieme a 24 pescatori tenuti come ostaggi. La cattura era avvenuta sabato sera. La «nave madre» usata dai pirati per lanciare le incursioni era la thailandese Prantalay.
Lo scorso 28 gennaio, nello stesso tratto di mare, erano stati arrestati dagli indiani altri 15 pirati, tra cui 12 di cittadinanza somala, che saranno processati in India.

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domenica 6 febbraio 2011

Stralcio della comunicazione del nostro Presidente

Il nostro governo in questa prima metà della legislatura, nonostante la crisi economica internazionale e le difficoltà derivanti dalla particolare conflittualità della politica italiana, ha conseguito molti risultati: ha tenuto i conti in ordine, ha abrogato l'ICI, ha preservato la pace sociale aiutando tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro, ha condotto con successo un'azione di forte contrasto alle organizzazioni criminali come non era mai successo nella storia della Repubblica, ha fermato l'immigrazione clandestina, ha realizzato molte riforme a partire dalla scuola all'università, al federalismo, ha aiutato le aziende con la diminuzione delle imposte sugli straordinari, con la moratoria sui debiti, con lo spostamento del versamento dell'IVA al ricevimento del pagamento della fattura, ha difeso bene gli interessi dell'Italia in Europa e nel mondo, ha procurato importanti commesse internazionali alle nostre aziende, e infine non ha mai aumentato le tasse, non ha mai messo le mani nelle tasche dei cittadini.


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venerdì 4 febbraio 2011

ALGERIA: FONTI SICUREZZA, TURISTA ITALIANA RAPITA NEL SAHARA

(AGI) - Algeri, 4 feb. - Una turista italiana e' stata rapita nel sud dell'Algeria insieme al suo autista e ad una guida. Lo hanno riferito fonti della sicurezza. La donna sarebbe Maria S., 53 anni, ed e' stata bloccata a 170 chilometri da Djanet.
L'Unita' di crisi della Farnesina sta verificando la notizia che era stata riferita inizialmente dal quotidiano Echourouk, citando "fonti sicure". La donna era entrata nel Paese il 20 gennaio e sarebbe dovuta tornare in Italia il 22 febbraio.
Fonti citate dal quotidiano credono che sia stata portata nel Niger e che il sequestro possa essere legato a gruppi terroristici che operano nella zona. La Farnesina ha ricordato che da tempo sono sconsigliati i viaggi nel sud-ovest dell'Algeria. (AGI) .

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Convegno Rete Liberal

Caso Battisti

giovedì 3 febbraio 2011

Mozione approvata: più incentivi alle PMI

di Noemi Ricci
Approvate ieri alla Camera tutte le mozioni presentate, sia quella volta a dare più sostegno alle Pmi sia quelle che mirano a moltiplicare le iniziative per il rilancio dell'economia, che come noto passa in larga parte per il business delle piccole e medie imprese (94,8% del tessuto imprenditoriale e fonte di occupazione per il 50% della popolazione lavorativa). Ora il Governo si dovrà impegnare per avviare un processo di riforma complessiva del sistema tributario e per ridurre la pressione fiscale, che affligge soprattutto le Pmi.
In più dovranno essere intraprese iniziative che garantiscano alle Pmi ulteriori detassazioni (ad esempio con misure come il rinnovo agevolato di macchinari e attrezzature attuato con la Tremonti-ter.
Focus anche sulla riforma degli incentivi alle imprese: destinare il 50% delle risorse alle micro-imprese e piccole aziende; riservare una quota maggior di risorse ai progetti di imprenditoria giovanile e femminile; sostenere i distretti produttivi italiani.
E ancora: proseguire il processo di informatizzazione e semplificazione dei procedimenti amministrativi per snellire tempi e modalità di esecuzione di obblighi e adempimenti a carico delle imprese; maggior tutela per il Made in Italy e pagamenti più celeri da parte dei creditori modificando l'attuale disciplina e dando piena attuazione alla nuova direttiva europea in materia.
La mozione pro-Pmi (Lega Nord) ha richiesto anche un monitoraggio delle condizioni di accesso al credito per le piccole e medie imprese in vista di Basilea 3, per scongiurare la probabile stretta creditizia e l'aumento dei tassi di interesse che ne conseguiranno.

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ECO - Vino, Confagricoltura: Nota dolente il calo dei consumi interni.

Ma rimane la prima voce dell'export alimentare made in Italy con 3,5 Mld di euro
Roma, 1 feb (Il Velino) - Riduzione del consumo interno, riforma Ocm, eccessiva frammentazione delle aziende italiane e troppe denominazioni, che difficilmente saranno difendibili in Europa. Sono alcuni dei punti affrontati da Confagricoltura nel corso del Focus dedicato al vino che si è tenuto a Palazzo della Valle. Per quanto riguarda il consumo pro capite è stato ricordato che nel nostro paese è sceso dai 55 litri a persona nel 1995 ai 40 litri pro capite, sotto i 20 milioni di ettolitri, con un mercato sempre meno remunerativo, mentre il vino resta la prima voce dell’export alimentare italiano, con 3,5 miliardi di euro. Inoltre il 24 per cento degli italiani ha diminuito il consumo fuori casa e il 7 per cento ha sostituito il vino con bevande a più bassa gradazione alcolica. “A fronte una ripresa sui mercati esteri – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni – desta preoccupazione fra i nostri produttori il calo dei consumi interni. Occorre ridisegnare la filiera che conta imprese polverizzate e 504 denominazioni che forse sono troppe per poter essere difese. I nostri prodotti hanno subito una vera e propria aggressione da parte dei paesi emergenti con prodotti da fasce di prezzo molto più basse. Noi dobbiamo puntare su vini legati al territorio”. Vecchioni ha poi aggiunto che alcune norme hanno creato criticità al consumo di alcol specie nel mondo della ristorazione. “Noi diciamo sì a un consumo consapevole ma anche sì a un consumo di prodotto caratterizzato dalla qualità”.
Per quanto riguarda la frammentazione, è stato ricordato che si contano 770 mila aziende con una superficie media di 2,15 ettari per vini Docg e Doc e di 0,64 ettari per vini Igt e comuni. Poi la riforma Ocm: si è discusso dello stop a partire dal 2012 dei fondi per chi utilizza mosti concentrati, dei vini varietali e dei diritti di impianto. Al dibattito è intervenuto anche il capo dipartimento del ministero delle Politiche agricole Mario Catania: “Gli indicatori dicono che siamo usciti meglio di altri da una fase di mercato problematica, senza aver ridotto i prezzi o i volumi che sono rimasti sulle posizioni storiche. I problemi - ha aggiunto Catania - sono sul mercato interno: continua un trend di riduzione dei consumi riconducibile anche a un cambiamento di stili di vita. Servono politiche a tutto tondo per rilanciare questo prodotto dal valore incommensurabile”. Parlando della riforma del mercato comune il rappresentante del Mipaaf ha detto che “Il prossimo anno sparirà il sostegno ai mosti e non ci sono spazi per riaprire la trattativa a Bruxelles. C’è invece spazio per riaprire il negoziato sul regime dei diritti di impianto”. Un aspetto affrontato anche da Vecchioni: “Vale la pena riaprire il confronto sulle misure che regolano le produzioni con ordino di reimpianto. All’inizio la Commissione europea sembrava orientata a una liberalizzazione. Il Copa Cogeca si era detto contrario e anche Confagricoltura ritiene che questa misura debba essere procrastinata a dopo il 2015”.
(Federica Rogai)

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La città che resiste.

I marchi antichi dai grandi fatturati. Viaggio nelle aziende: dai biscotti al liquore fino al pecorino. Ecco i prodotti tipici che hanno fatto la storia della Capitale.
Natalia Poggi - IL TEMPO
Resistere a dispetto delle mode che passano, alle crisi economiche cicliche, alla globalizzazione, all'invasione «gialla» e alla concorrenza spietata. Resistere in nome della tradizione e della qualità, riuscendo a crearsi pure una nicchia all'estero, senza rinunciare all'innovazione. Stiamo parlando dei marchi storici della Capitale, quelli sopravvissuti al logorìo del tempo e che ormai si contano sulle dita di una mano.
Un manipolo di eroi che di padre in figlio, hanno preso le redini dell'azienda di famiglia, si sono rimboccati le maniche, l'hanno difesa, hanno investito, rischiato, affrontato e superato difficoltà. Sono quei marchi «cari» e familiari a tante generazioni di romani. Dai biscotti Gentilini (oggi al timone dell'azienda c'è Paolo Gentilini, nipote del fondatore) con un fatturato invidiabile di oltre ai 20 milioni di euro all'anno. Al Mistrà e alla Sambuca Romana Pallini (attualmente nella salde mani di Micaela Pallini, figlia di Virginio junior) che esporta in tutto il mondo, e che viaggia si cifre non dissimili. Tradizione sì ma con uno sguardo al futuro: l'obiettivo aprirsi una fetta di mercato sempre più grande in Cina. «Quello che a noi manca - ebbe a dire qualche anno fa Virginio Pallini - è la capacità di fare sistema e di supportare concretamente chi vuole espandersi laggiù». Qualcosa di simile lamenta anche Fabrizio Pizzetti dell'omonima poltrona Pizzetti che quest'anno festeggia i sessant'anni di attività.
«Partecipiamo alle fiere internazionali e con l'occasione ci facciamo conoscere ma ci fermiamo lì. E resta un viaggio di piacere perché in loco mancano uffici di rappresentanza che ci sostengono». Il rispetto della tradizione dà fiducia al consumatore in termini di qualità e genuità dei prodotti. Il pecorino romano Brunelli viene commerciato dal 1938 e si fregia del fatto di essere un prodotto locale. La maggior parte del latte di pecora, infatti, che è poi la materia prima del Pecorino Romano è raccolto dalle greggi selezionate dai pascoli dell'Agro-Romano, da ottobre a giugno, nel rispetto del ciclo naturale della pecora da latte. C'è poi un'altra chicca: come le forme di formaggio dell'antica Roma il Brunelli Dop ha la scorza nera a protezione del formaggio, simbolo della tradizione romana. Altro marchio storico: il salumificio Castelli con sede ai castelli Romani, appunto, che ha alle spalle quattro generazioni di norcini. Il salumificio è nato nel 1919 con Costantino Castelli.
Originariamente per la necessità di mantenere le carni di asini e cavalli anziani che, accompagnando il gregge, si azzoppavano durante il percorso della transumanza dalla pianura romana alle colline dei Castelli Romani. Gli animali necessariamente abbattuti, venivano tagliati a strisce ed appesi sopra dei fili di fronte al caminetto che permetteva l'essiccamento delle carni per prolungarne il mantenimento. Successivamente gli osti delle fraschette di Frascati, pensarono di insaporirle con peperoncino così i loro avventori consumavano più vino. Nacquero così le famose coppiette. Soltanto nel secondo dopoguerra la famiglia Castelli cominciò a produrre su scala industriale. Oggi con l'incremento dei wine bar le «coppiette» di Frascati, vanto dell'azienda, sono tornate richiestissime. Tutte queste imprese fanno parte di Uninidustria che rappresenta il 90% degli associati di Confindustria Lazio. Alcune di loro, dicevamo, fatturano un patrimonio netto di 20 milioni di euro. Un passato glorioso e un futuro raggiante.

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