I BRIGATISTI ROSSI SI SONO TUTTI “SISTEMATI” DISCRETAMENTE … MA PERCHE’ MAI NESSUNO INDAGA SULL’ATTIVITA’ DI QUESTE COOPERATIVE E SUGLI INCARICHI CHE RICEVONO DAGLI ENTI PUBBLICI? … MA IN ITALIA INTERESSA SOLO QUELLO CHE BERLUSCONI FA A CASA SUA???
Corrado «Federico» Alunni Fondatore Br, 58 anni, arrestato nel 1978 dopo esser passato nelle Formazioni comuniste combattenti. Nel 1980 tenta la fuga da San Vittore insieme a Vallanzasca, nel 2003 scrive un libro con altri autori («La rapina in banca, storia, teoria, pratica»), da anni è fuori di galera, lavora in una cooperativa informatica. Vittorio «Alvaro» Antonini Già responsabile della colonna romana Br, coinvolto nel sequestro Dozier, arrestato nel 1985, è in semilibertà dal 2000. Ogni giorno entra ed esce di prigione per lavorare all’esterno. Presiede l’associazione culturale Papillon-Rebibbia promotrice della protesta che nel 2004 si è allargata a tutte le carceri d’Italia. Ha avuto l’onore di essere convocato a Montecitorio dalla commissione-giustizia per discutere dei problemi delle galere. Smentì di esser stato perquisito in cella dopo l’omicidio D’Antona. Lauro Azzolini Membro esecutivo delle Br nel processo Moro, 62 anni, tre ergastoli, l’uomo che sparò a Montanelli, è libero. Da semilibero ha iniziato a lavorare in una coop che si occupa di non-profit, settore disabili, per la Compagnia delle Opere. Barbara Balzerani Svariati ergastoli, ai vertici delle prime Br-Pcc, autrice del libro «Compagna Luna» per Feltrinelli, ha lavorato con la coop Blow Up di Trastevere specializzata nell’informatica musicale. Arrestata nel 1985 ottiene i primi permessi agli inizi degli anni Novanta. Silvia Baraldini Condannata dalla giustizia americana a 43 anni di galera per associazione sovversiva, è uscita per motivi di salute ottenendo, il 27 dicembre 2002, una collaborazione con la giunta Veltroni. A caldeggiare il rinnovo del contratto di consulenza sul lavoro femminile, nel 2003, fu l’assessore Luigi Nieri di Rifondazione comunista. L’associazione delle vittime ha presentato denuncia in procura. Marco Barbone L’assassino del giornalista Walter Tobagi si è pentito ed è tornato libero. Lavora in una tipografia a Milano. Cecco Bellosi Ex componente della colonna Walter Alasia, in manette nel 1980, condannato a 12 anni, libero nel 1989. Presiede un centro di recupero di tossicodipendenti a Nesso che collabora con l’associazione Lila. Vittorio Bolognese Colonnello delle Br-Partito Guerriglia, è in semilibertà dal settembre 2000. Ha lavorato come operatore informatico alla coop romana Parsec dove ha trovato Pancelli, Piccinino e altri ex irriducibili. Franco Bonisoli Brigatista del commando di via Fani, ergastolano, 13 anni di carcere, dissociato, è libero. Ha fatto il grafico in una Coop di Sesto San Giovanni, lavora in una società di servizi ambientali. Paola Besuschio Il suo nome venne fatto dalle Br durante il sequestro Moro, era detenuta, ne volevano la liberazione in cambio del leader dc. Lavora in una cooperativa statistica. Anna Laura Braghetti Ex compagna di Prospero Gallinari, è coinvolta nell’omicidio del giudice Vittorio Bachelet, è la carceriera di Aldo Moro in via Montalcini, nota come «signora Altobelli»: condannata al carcere a vita. Ha scritto alcuni libri, dal 1994 lavora tutti i giorni all’organizzazione di volontariato vicina ai Ds, «Ora d’Aria» che si interessa alle problematiche dei detenuti. Nel 2002 ottiene la condizionale. Paolo Cassetta Esponente tra i più duri del partito armato, raffica di condanne alle spalle, è semilibero da un bel pezzo. Lavora stabilmente alla coop 32 dicembre, collegata al Centro Polivalente circoscrizionale intorno a cui gravitano vecchie conoscenze degli anni di piombo, come Bruno Seghetti e Cecilia Massara. Geraldina Colotti Militante delle Ucc, ex insegnante di filosofia, ferita in un conflitto a fuoco nel gennaio del 1987, ha lavorato alla coop romana 32 dicembre, oggi è impiegata al quotidiano Il Manifesto dove lavora anche l’ex bierre Francesco Piccioni, semilibertà dal 1999. Anna Cotone Ex bierre del feroce Partito Guerriglia, coinvolta nel sequestro dell’ex assessore dc Ciro Cirillo, arrestata nel 1982, in semilibertà da anni, lavora dal 2002 nella segreteria politica dell’europarlamentare di Rifondazione comunista, Luisa Morgantini. Renato Curcio Fondatore e ideologo delle Br, gira l’Italia facendo conferenze in scuole, università, consigli comunali, presenta i suoi libri ai festival dei partiti. In tv, sulla berlusconiana Canale 5, è arrivato a dire che le vittime degli anni 70 sono i suoi compagni di lotta morti sul campo. Da dieci anni è a capo della coop editoriale «Sensibili alle foglie» che si occupa di studi sulla lotta armata, carcere e droga, tema quest’ultimo cavalcato da don Gallo, il parroco antagonista di Genova, che ha presentato il libro edito da Curcio insieme a Dario Fo. Condannato a 30 anni, ne ha scontati 24, è semilibero dal 1993. Alessandra De Luca Anche lei brigatista nel processo Moro, è in semilibertà da tempo. È stata candidata col partito di Bertinotti alle regionali del Lazio, ma non ce l’ha fatta (n.d.r. PER FORTUNA!). Roberto Del Bello Ex brigatista della colonna veneta, condannato a 4 anni e 7 mesi per banda armata, oggi lavora al Viminale come segretario particolare di Francesco Bonato, sottosegretario agli Interni per Rifondazione comunista. Sergio D’Elia Dirigente di Prima linea, sconta 12 anni di carcere. Liberato e ottenuta la riabilitazione, entra nel partito radicale. Nel 2006 viene eletto alla Camera nella lista della Rosa nel Pugno e diventa segretario d’aula di Montecitorio. Fra polemiche e proteste. Adriana Faranda Fa parte della direzione strategica delle Br, aderisce presto alla «dissociazione» guadagnando la libertà. Viene rilasciata nel 1990 e affidata all’opera di don Calabria dove lavora al computer. Scrive libri, ha fatto la fotografa. Finisce al Costanzo Show, e sono polemiche infinite. Diego Fornasieri Insieme ad altri ex detenuti è attivo nel non-profit attraverso la cooperativa sociale di prodotti biologici «Arete». Guerrigliero di Prima linea, incassa una condanna a 30 anni nel 1983. Libero. Alberto Franceschini. Fondatore con Curcio delle Brigate rosse, nel 1983 si dissocia. Oggi lavora a Roma con la Braghetti all’associazione per detenuti «Ora d’Aria». Condannato a più di 50 anni di galera, esce dal penitenziario nel 1992 dopo 17 anni di reclusione. Scrive libri, partecipa a conferenze. Prospero Gallinari Membro del commando che sparò alla scorta di Moro in via Fani, responsabile della «prigione del popolo», è libero da tantissimi anni per problemi di cuore. Claudia Gioia Primula rossa delle Unità Comuniste Combattenti subisce una sentenza a 28 anni di prigione per il delitto del generale Giorgieri e per il ferimento dell’economista Da Empoli. È in libertà condizionale dal gennaio 2005. Nel 1991 finisce intercettata mentre parla, in cella, col br Melorio di un tentativo di ricostituzione delle Ucc. Eugenio Pio Ghignoni Brigatista coinvolto e condannato nel processo Moro, è il responsabile della Direzione Affari Generali dell’Università Roma Tre, cura la sicurezza… Maurizio Jannelli Già capocolonna romano delle Br, ergastolo per vari crimini (tra cui la strage di via Fani) ha lavorato alla Rai come autore a partire dal 1999. Per il Tg3 ha seguito «Il mestiere di vivere», «Diario Italiano», «Residence Bastogi», fa parte dello staff della trasmissione sportiva «Sfide». Ha scritto «Princesa», libro su un transessuale suicida. Dal 2003 è in condizionale. Natalia Ligas Nome di battaglia «Angela», la dura delle Br-Partito Guerriglia che partecipò al massacro di piazza Nicosia a Roma, ergastolana, permessi premio a partire dal 1998, dal 2000 è semi-libera nonostante non si sia mai dissociata. Maurizio Locusta Partecipa al delitto Giorgieri (24 anni di pena), viene estradato dalla Francia nel marzo 1988, dopo qualche anno esce ed è assunto alla fondazione Lelio Basso-Issoco come «assistente di sala consultazione». Francesco Maietta Ex militante delle Ucc, condanne pesantissime, lavora part time in un ente importante dal 1990. Si è sposato nel 1998 a Ostia con una ragazza della Caritas. Tra gli invitati, il presidente emerito Francesco Cossiga. Corrado Marcetti Ex di Prima linea, oggi è direttore della Fondazione Michelucci a Fiesole. Nadia Mantovani Dissociata, condannata a 20 anni per appartenenza alle Br, ottiene la condizionale a gennaio ’93 quando sconta due terzi della pena. Ex fidanzata di Renato Curcio, è tra le fondatrici dell’associazione per il reinserimento dei detenuti «Verso Casa». Il 23 agosto 2004 la sua performance sugli anni di piombo al meeting di Rimini ha riscosso molto successo tra il pubblico di Cl. Mario Moretti Il numero uno delle Br, leader della direzione strategica, partecipa al sequestro Moro, dopo 17 anni di carcere, 9 di clandestinità e 6 ergastoli, nel 1994 ottiene il permesso di andare alla Scala. Una volta fuori, in lavoro esterno, si occupa di volontariato. Esperto di informatica partecipa alla fondazione della Cooperativa Spes composta da ex irriducibili dissociati. La coop ottiene vari contributi, anche dalla Regione Lombardia, insieme all’associazione «Geometrie variabili» cerca «forme di lavoro non alienanti per i detenuti». Scrive libri. Valerio Morucci L’ex postino delle Br durante i 55 giorni del caso Moro, scontati 17 anni di prigione, dissociato, è libero. Autore di libri di successo (l’ultimo, «La peggio gioventù») vincitori di premi letterari con «Il collezionista» (la VI edizione di «Esperienze in giallo») lavora come consulente informatico Roberto Ognibene. Gode dei benefici dovuti alla legge sui dissociati e lavora come impiegato al Comune di Bologna. Ave Maria Petricola Quest’anno la Provincia di Roma ha assunto quest’ex pentita brigatista, nome ricorrente al processo Moro, come responsabile del centro di Torre Angela, VII municipio della Capitale, che trova lavoro ai disoccupati. Amnistiata nel 1987, nel 2004 la ritroviamo nella lista degli assistenti sociali regionali Remo Pancelli Killer dell’ala militarista delle Br «Colonna 28 marzo», l’ex dipendente delle Poste del sequestro D’Urso, viene bloccato dai carabinieri il 7 giugno del 1982. Pluricondannato, è inserito in una coop sociale (che ha ospitato altri ex terroristi rossi) Marco Pinna Soldato della colonna sarda delle Br, è vicepresidente della coop ambientale «Ecotopia». Susanna Ronconi Storica figura del troncone toscano di Prima Linea, lavora al Gruppo Abele di Torino dove ha la responsabilità delle cosiddette «Unità di strada». Nel 1987 guadagna il primo permesso-premio per la sua dissociazione. È stata consulente di Asl e Comuni del nord Italia, collabora alla pubblicazione del «Rapporto sui diritti globali» a cura dell’associazione Informazione&Società per la Cgil Nazionale. Un’interrogazione di Gasparri (An) e Giovanardi (Ccd) la segnalano come beneficiaria di una consulenza da parte dell’allora ministro Livia Turco.(n.d.r. la stroia recente la sappiamo…) Giovanni Senzani Il «criminologo» delle Br-Partito Guerriglia, irriducibile fino al midollo, già sospettato di essere il Grande Vecchio del sequestro Moro, ergastolano per l’omicidio del fratello del pentito Patrizio Peci, esce nel 1999 in semilibertà ma un anno dopo è dietro la scrivania di un centro di documentazione della Regione Toscana denominato «Cultura della legalità democratica» e inserito nel progetto Informacarcere. Nel 2001 si è scoperto che il centro poteva clonare tutti gli atti, anche quelli segreti, della commissione parlamentare sulle stragi. È coordinatore della casa editrice di sinistra Edizioni Battaglia. Marco Solimano Ex di Prima linea, oggi è consigliere dei Ds al Comune di Livorno. Da circa dieci anni è assistente volontario al carcere di Livorno come responsabile Arci. Nicola Solimano. Ex di Prima linea, condannato a 22 anni lavora alla Fondazione Michelucci di Fiesole, costituita nel 1982 dalla Regione Toscana e dai Comuni di Pistoia e Fiesole. È stato consulente della Regione Toscana per la nuova legge a tutela dei popoli Rom e Sinti e fra i coordinatori di un campus internazionale nell’ambito dell’iniziativa regionale Porto Franco, per conto dell’Assessorato alla cultura della Regione Tiziana Cecchetti che schifo 18 hours ago · LikeUnlike ·
Di: Giovanni Salamone
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
domenica
ROMA: INGV CONVOCA BRAIN STORM SU PREDIZIONE TERREMOTO DELL'11
DOMANI INCONTRO NELLA SEDE DELL'ISTITUTO Roma, 8 mag. - (Adnkronos) - L'11 maggio 2011 è considerato da molti come il giorno in cui a Roma si scatenerà un devastante terremoto, sulla base della teoria di Raffaele Bendandi, lo studioso italiano da molti definito 'pseudoscienziatò e morto nel 1979, che elaborò una sua propria teoria sulla natura dei terremoti e sulle cause che li determinano.
Ora, la sua predizione di un catastrofico sisma nella Capitale che dovrebbe scatenarsi mercoledì prossimo, è diventato oggetto di un veloce tam-tam su Internet. Ma i sismologi non ci stanno e vogliono dire la loro sulla predizione di Bendandi. «L'11 maggio in Italia avverranno probabilmente circa 30 terremoti. Questo infatti è il numero medio di eventi sismici che vengono rilevati quotidianamente nel nostro paese» affermano gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che domani hanno programmato un brain storm sull'argomento presso la sede dell'Ingv, per trasformare questa occasione in una giornata di informazione sismica. E, soprattutto, per sollecitare, ancora una volta, politiche di prevenzione sul rischio sismico in Italia. Durante l'incontro i sismologi illustreranno infatti la dimensione del problema dei terremoti in Italia e nel mondo, come possiamo difenderci e qual è il contributo della ricerca nella mitigazione del rischio sismico. (segue) (Ada/Pn/Adnkronos) 08-MAG-11 14:48
Ora, la sua predizione di un catastrofico sisma nella Capitale che dovrebbe scatenarsi mercoledì prossimo, è diventato oggetto di un veloce tam-tam su Internet. Ma i sismologi non ci stanno e vogliono dire la loro sulla predizione di Bendandi. «L'11 maggio in Italia avverranno probabilmente circa 30 terremoti. Questo infatti è il numero medio di eventi sismici che vengono rilevati quotidianamente nel nostro paese» affermano gli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che domani hanno programmato un brain storm sull'argomento presso la sede dell'Ingv, per trasformare questa occasione in una giornata di informazione sismica. E, soprattutto, per sollecitare, ancora una volta, politiche di prevenzione sul rischio sismico in Italia. Durante l'incontro i sismologi illustreranno infatti la dimensione del problema dei terremoti in Italia e nel mondo, come possiamo difenderci e qual è il contributo della ricerca nella mitigazione del rischio sismico. (segue) (Ada/Pn/Adnkronos) 08-MAG-11 14:48
venerdì
Centrali nucleari: il test di sicurezza preveda l'eventuale caduta di un aereo.
Articolo di Redazione.
Il commissario europeo per l'Energia, il tedesco Guenther Oettinger, parlando con il corrispondente del quotidiano austriaco Die Presse ha detto di volersi battere affinché tra le prove per la sicurezza degli impianti nucleari si valuti l'impatto di un aereo che cada su una centrale - eventualità finora mai contemplata.
"La valutazione sulla sicurezza dovrebbe rispondere anche a questa domanda, e io voglio una risposta. Nei prossimi giorni proporrò il tema ai ministri per l'Energia".
Il 29 aprile il commissario era in visita al cantiere del più grande impianto atomico europeo sull'isola finlandese Olkiluoto, dove si costruirà anche un deposito finale per le scorie.
Tre ostacoli al test sullo stress.
Nel disastro alla centrale giapponese Fukushima-Daiichi, il terremoto, e ancora di più il maremoto, avevano messo fuori uso i sistemi elettrici necessari a raffreddare i reattori, con conseguente parziale scioglimento del nucleo e fuoriuscita di una notevole quantità di materiale radioattivo. Il disastro ha indotto i governanti europei a chiedere alla Commissione e ai responsabili nazionali di verificare la sicurezza di tutti gli impanti. Tra due settimane dovrebbero essere pronte le regole per eseguire il test, in modo da cominciare prima dell'estate e far sì che, entro il 15 settembre, i gestori responsabili delle centrali possano fornire le loro conclusioni. Tuttavia la vicenda presenta più di un ostacolo. In primo luogo, c'è il rischio che, per motivi politici, le autorità nazionali si mettano d'accordo per adottare dei criteri talmente blandi da consentire a tutti gli impianti di superare l'esame, e così l'obiettivo verrebbe meno. Ne è un esempio il test di criticità per le banche europee nell'estate 2010. Lo superarono persino quelle irlandesi, ma tre mesi dopo quel Governo dovette chiedere i soldi all'Ue poiché il suo sistema bancario non aveva retto.
"Dobbiamo imparare la lezione dai test insufficienti sulle banche di questi ultimi anni", ha detto Oettinger "Io devo rispettare il fatto che la decisione pro o contro l'energia nucleare spetti ai singoli Stati membri. Ma questo settore può avere successo solo se la sicurezza degli impianti sarà garantita a livello europeo".
Con quest'argomento, il commissario ha introdotto il secondo ostacolo: se una centrale non supera il test della sicurezza la competenza è del singolo Stato membro; la Commissione non può imporre alcunché. "Non si dovrebbero prospettare scenari sul "se, allora" prima ancora di stabilire i criteri del test. Ma è chiaro che io mi aspetti analisi oggettive, seguite da valutazioni e conclusioni. Non si dovrebbero escludere interventi anche costosi, qualora fossero necessari, o addirittura la chiusura. Però questa responsabilità non potrà essere sottratta a nessuno Stato e a nessuna autorità regolatrice nazionale".
Il terzo ostacolo è che non dovrà far parte del test l'analisi sulla disponibilità d'intervento dei vigili del fuoco, della protezione civile e dell'esercito. "E' una richiesta legittima. Si può sempre accettare un punto di vista critico. Ma la cosa più importante è che il test si faccia comunque", conclude il commissario.
(articolo di Oliver Grimm per Die Presse del 29-04-2011. Traduzione di Rosa a Marca).
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mercoledì
A Torino Venerdì 13 Maggio Anna Capurso parteciperà al SALONE INTERNAZIONALE DEL LIBRO dove presenterà il suo romanzo.
LA COCCARDA DELLA MIGLIORE
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Filosofia e Voglia di Felicità.
Ci sono solo due giorni all’anno in cui non possiamo fare niente: uno si chiama ieri, l’altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.
IL SENSO DELLA VITA.
Ogni giorno passato senza un sorriso e senza capire che ne rimane uno in meno da vivere è sprecato. Apprezziamo ciò che ci fa vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto.
LA FELICITA' E' A PORTATA DI MANO.
Basta desiderare ardentemente quello che si ha e non vivere disperandosi per quello che si vorrebbe.
Ricordiamoci sempre che Rispettare gli Altri significa Rispettare Noi stessi.
Android: numeri invariati rispetto al mese scorso.
Pubblicato: mercoledì 04 maggio 2011 da Claudia
Come ogni mese, Google ha comunicato tutti i numeri riguardanti la diffusione di Android nelle sue varie versioni. Prendere in considerazione queste cifre è sempre interessante per capire lo stato reale della frammentazione dell’OS, ovvero la disponibilità di più versioni dello stesso.
La situazione in Aprile non sembra essere mutata particolarmente rispetto al mese precedente: Android Froyo domina ancora il mercato con un aumento al 65.9% (rispetto al 63.9% di Marzo). Gingerbread (che in questo caso prende in considerazione sia Android 2.3 che 2.3.3 ) ha fatto un piccolo passo avanti dell’1 e del 3% rispettivamente. Honeycomb si attesta ancora allo 0.3%, cifra molto bassa dovuta alla specificità dell’OS, creato per i soli tablet. La versione di Android 2.1 Eclair è ancora presente sul 24.5% dei terminali, con una diminuzione di pochi punti rispetto ai mesi precedenti.
Le ormai “preistoriche” versioni Cupcake (Android 1.5) e Donut (Android 1.6) sopravvivono sul 2.3% e 3% rispettivamente dei terminali.
[Via AndroidCentral]
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Come ogni mese, Google ha comunicato tutti i numeri riguardanti la diffusione di Android nelle sue varie versioni. Prendere in considerazione queste cifre è sempre interessante per capire lo stato reale della frammentazione dell’OS, ovvero la disponibilità di più versioni dello stesso.
La situazione in Aprile non sembra essere mutata particolarmente rispetto al mese precedente: Android Froyo domina ancora il mercato con un aumento al 65.9% (rispetto al 63.9% di Marzo). Gingerbread (che in questo caso prende in considerazione sia Android 2.3 che 2.3.3 ) ha fatto un piccolo passo avanti dell’1 e del 3% rispettivamente. Honeycomb si attesta ancora allo 0.3%, cifra molto bassa dovuta alla specificità dell’OS, creato per i soli tablet. La versione di Android 2.1 Eclair è ancora presente sul 24.5% dei terminali, con una diminuzione di pochi punti rispetto ai mesi precedenti.
Le ormai “preistoriche” versioni Cupcake (Android 1.5) e Donut (Android 1.6) sopravvivono sul 2.3% e 3% rispettivamente dei terminali.
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lunedì
Aruba: ecco cos'è successo Venerdì
Aruba ha diramato una nota stampa nella quale ha ricostruito passo per passo l'incidente di Venerdì.
L'incidente di Venerdì che ha provocato un incendio nella sala server di Aruba ha avuto serie ripercussioni sul mondo del web italiano, in quanto molti siti e caselle di posta elettronica sono state off-line per diverse ore.
In un comunicato stampa Aruba ha ricostruito ciò che è successo. In pratica alle 04:30 di Venerdì, un corto circuito avvenuto all'interno degli armadi batterie a servizio dei sistemi UPS della Server Farm aretina di Aruba ha causato un principio di incendio: è immediatamente entrato in funzione il sistema di rilevamento incendi che in sequenza spegne il condizionamento e attiva il sistema di estinzione. Poiché il fumo sprigionato dalla combustione della plastica delle batterie ha invaso completamente i locali della struttura, il sistema ha interpretato la persistenza di fumo come una prosecuzione dell'incendio e ha tolto automaticamente l'energia elettrica. Aruba ha tenuto a chiarire che "nessun danno è stato arrecato ai server e agli storage che ospitano i contenuti dei nostri clienti e alle persone presenti in azienda. Non si è verificata alcuna perdita di dati".
L'azienda ha risposto all'evento in collaborazione con i vigili del fuoco di Arezzo, ma e' stato possibile accedere ai locali solo dopo due ore dall'estinzione dell'incendio a causa del fumo presente. Solo a questo punto il personale tecnico ha potuto attivare la prevista procedura di emergenza che ha consentito il ripristino in breve tempo dell'alimentazione di due delle tre sale server del data center: precisamente, alle 10:30 la prima sala server è tornata attiva, la seconda è stata rimessa in funzione attorno a mezzogiorno.
Alle 15:30 è stata ripristinata l'alimentazione completa dell'intera Server Farm. Oltre cento persone hanno lavorato per ridurre al minimo il disservizio.
I tecnici della società Eaton, fornitrice dei gruppi UPS, delle relative batterie e del servizio di manutenzione, stanno svolgendo le indagini necessarie ad individuare l'esatta causa del guasto. Inoltre, nonostante sia consuetudine installare le batterie all'interno del data center, per evitare il ripetersi di quanto accaduto, le batterie del data center di Arezzo e di tutti gli altri data center del Gruppo Aruba saranno installate in appositi locali, esterni e separati dalla struttura principale.
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L'incidente di Venerdì che ha provocato un incendio nella sala server di Aruba ha avuto serie ripercussioni sul mondo del web italiano, in quanto molti siti e caselle di posta elettronica sono state off-line per diverse ore.
In un comunicato stampa Aruba ha ricostruito ciò che è successo. In pratica alle 04:30 di Venerdì, un corto circuito avvenuto all'interno degli armadi batterie a servizio dei sistemi UPS della Server Farm aretina di Aruba ha causato un principio di incendio: è immediatamente entrato in funzione il sistema di rilevamento incendi che in sequenza spegne il condizionamento e attiva il sistema di estinzione. Poiché il fumo sprigionato dalla combustione della plastica delle batterie ha invaso completamente i locali della struttura, il sistema ha interpretato la persistenza di fumo come una prosecuzione dell'incendio e ha tolto automaticamente l'energia elettrica. Aruba ha tenuto a chiarire che "nessun danno è stato arrecato ai server e agli storage che ospitano i contenuti dei nostri clienti e alle persone presenti in azienda. Non si è verificata alcuna perdita di dati".
L'azienda ha risposto all'evento in collaborazione con i vigili del fuoco di Arezzo, ma e' stato possibile accedere ai locali solo dopo due ore dall'estinzione dell'incendio a causa del fumo presente. Solo a questo punto il personale tecnico ha potuto attivare la prevista procedura di emergenza che ha consentito il ripristino in breve tempo dell'alimentazione di due delle tre sale server del data center: precisamente, alle 10:30 la prima sala server è tornata attiva, la seconda è stata rimessa in funzione attorno a mezzogiorno.
Alle 15:30 è stata ripristinata l'alimentazione completa dell'intera Server Farm. Oltre cento persone hanno lavorato per ridurre al minimo il disservizio.
I tecnici della società Eaton, fornitrice dei gruppi UPS, delle relative batterie e del servizio di manutenzione, stanno svolgendo le indagini necessarie ad individuare l'esatta causa del guasto. Inoltre, nonostante sia consuetudine installare le batterie all'interno del data center, per evitare il ripetersi di quanto accaduto, le batterie del data center di Arezzo e di tutti gli altri data center del Gruppo Aruba saranno installate in appositi locali, esterni e separati dalla struttura principale.
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domenica
IN FIAMME L'AMBASCIATA ITALIANA A TRIPOLI
AGI) - Algeri, 1 mag. - L'ambasciata italiana a Tripoli e' stata incendiata. Lo ha riferito alla Reuters un testimone. "E' stata data alle fiamme", ha raccontato, "vedo da qui il fumo".
La missione diplomatica italiana, come altre occidentali, e' vuota dal giorno dopo il voto con cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu diede il via all'operazione militare. Il Foreign Office sta verificando le notizie secondo cui anche la missione diplomatica britannica sarebbe stata bruciata.
La Farnesina ha confermato la notizia. "Stamattina", si legge in una nota, "si sono verificati attacchi vandalici contro gli edifici di alcune ambasciate straniere a Tripoli, tra cui anche l'ambasciata d'Italia. Nel condannare fortemente queste gravi e vili azioni si rileva che il regime di Gheddafi, nel mancare di assicurare la necessaria protezione alle missioni diplomatiche straniere a Tripoli, e' venuto meno ancora una volta ai propri elementari obblighi internazionali".
"Queste posizioni", prosegue la nota, "sono state rappresentate alle autorita' di Tripoli attraverso l'ambasciata turca che cura temporaneamente gli interessi italiani nella capitale libica. Gli attacchi contro gli edifici della nostra ambasciata non indeboliranno la determinazione dell'Italia a continuare la propria azione, insieme agli altri partners, a difesa della popolazione civile libica in ottemperanza alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite".
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La missione diplomatica italiana, come altre occidentali, e' vuota dal giorno dopo il voto con cui il Consiglio di sicurezza dell'Onu diede il via all'operazione militare. Il Foreign Office sta verificando le notizie secondo cui anche la missione diplomatica britannica sarebbe stata bruciata.
La Farnesina ha confermato la notizia. "Stamattina", si legge in una nota, "si sono verificati attacchi vandalici contro gli edifici di alcune ambasciate straniere a Tripoli, tra cui anche l'ambasciata d'Italia. Nel condannare fortemente queste gravi e vili azioni si rileva che il regime di Gheddafi, nel mancare di assicurare la necessaria protezione alle missioni diplomatiche straniere a Tripoli, e' venuto meno ancora una volta ai propri elementari obblighi internazionali".
"Queste posizioni", prosegue la nota, "sono state rappresentate alle autorita' di Tripoli attraverso l'ambasciata turca che cura temporaneamente gli interessi italiani nella capitale libica. Gli attacchi contro gli edifici della nostra ambasciata non indeboliranno la determinazione dell'Italia a continuare la propria azione, insieme agli altri partners, a difesa della popolazione civile libica in ottemperanza alla risoluzione 1973 delle Nazioni Unite".
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Formazione per il Fotovoltaico
Vittorio Adelfi - Ricordiamo che il giorno 02 Maggio, alle ore 15.30, si svolgerà presso la Sala Convegni dell'I.I.S. Telesi@, Viale Minieri nr.9, Telese Terme (BN), l'Evento Energia Solare e “rivoluzione energetica” in Italia, durante il quale sarà presenta...ta la I Edizione del Corso per Promotore Fotovoltaico organizzato dalla società "Il Delfino S.r.l.. Il corso è patrocinato oltre che dalla Regione Campania, anche dall'Associazione Nazionale di volontariato Ambientale e Protezione Civile N.O.V.A. Italia Onlus, che promuove ogni tipo di energia pulita, in quanto contraria al ricorso all'energia nucleare.
In via del tutto eccezionale, coloro che si iscriveranno al corso in occasione del suddetto evento, beneficeranno dello sconto convenzione di € 100.00,+ iva sulla quota di iscrizione.
Detto corso, si svolgerà dal 7 maggio al 16 luglio 2011.
Per confermare la partecipazione o richiedere maggiori informazioni sul Corso e sull'evento, il ns Ufficio Formazione è a disposizione ai seguenti recapiti:
-tel. 0824/975281
-fax 0824/901562
-e-mail: formazione@ildelfinosrl.it
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