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giovedì 14 aprile 2016

Un articolo drammaticamente interessante ed illuminante di Giuseppe Salomone.

L'analfabeta è, per dirla alla vecchia, colui che non sa leggere, scrivere e far di conto; quando ci siamo uniti, nel 1861, la media italiana era del...78% con punte massime del 91% in Sardegna e del 90% in Calabria e Sicilia e punte minime del 57% in Piemonte e del 60% in Lombardia, quadretto che la dice lunga su certe stravaganti interpretazione della Storia Risorgimentale. Questa piaga sembrerebbe essere stata debellata, ma gli studi recenti dimostrano che in realtà è stata soppiantata da una piaga ben peggiore. L'analfabeta infatti sa benissimo di esser tale ed è portato ad una sana diffidenza, quello che abbiamo oggi, grazie ad una pubblica istruzione che bada molto all'indottrinamento ed assai poco all'insegnamento, è l'analfabeta funzionale, paragonabile ad un bambino della seconda elementare, sa leggere, scrivere e far di conto ma si ferma li, non è in grado di comprendere a fondo ciò che legge, se e quanto legge, scrive in modo approssimativo e quanto al far di conto...appena finisce le dita è in grave difficoltà. Costui però è scolarizzato e quindi presume di sapere, ignora di aver semplicemente recepito in modo del tutto acritico delle informazioni alle quali è costretto ad aggrapparsi perché metterle in forse significherebbe mettere in forse se stesso. Costui è il terreno fertile creato ad arte dalla sinistra, dal 1948 egemone nelle scuole e nelle università ed è il vero nemico da battere perché non è e non sarà mai in grado di utilizzare in modo autonomo ed efficiente le proprie facoltà intellettuali. Secondo uno studio recente dello Human Development Report , l'Italia ha l'assai poco invidiabile primato mondiale nell'analfabetismo funzionale, così si chiama questa esiziale forma di ignoranza, con il 47% , in altri termini praticamente un italiano su due non legge e se legge non capisce ciò che ha letto. Secondo il Messico con un 43,2% e terza, ma assai lontana, l'Irlanda con appena il 22,6%...questo è il quadro drammatico che fa capire come ricostruire il nostro Paese richieda non meno di vent'anni, tanto ci vuole ad acculturare di nuovo una generazione. E se questo è drammatico dal punto di vista socio-politico, diventa un dato spaventoso se pensate ai risultati eclatanti raggiunti dalla robotica, di fatto già oggi molte attività umane che potrebbero essere adatti ad un analfabeta funzionale possono essere, peraltro meglio e con costi assai minori, dalle macchine. Gli esseri umani devono svolgere mansioni di livello decisamente più elevato e non alla portata di questi soggetti. Tradotto? O ci diamo da fare subito per combattere questa piaga, o siamo destinati ad un tasso di disoccupazione pari al 50% della popolazione e non per mancanza di posti di lavoro ma per mancanza di una qualche attività da far svolgere a degli...analfabeti funzionali... 

di Giuseppe Salomone

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sabato 14 novembre 2015

Riflessioni su Passato, Presente e Futuro !

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sabato 15 novembre 2014

Rassegna Stampa da Futuro Europa

Cronache dai Palazzi

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di Barbara Speca

Rassegna stampa estera

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di Jacqueline Rastrelli

Sottosegretario D’Onghia (PpI): Legge
Elettorale, soglie basse premiano solo la nomenklatura

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Vinitaly sbarca ad Hong Kong

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di Ilaria Carretta

Il sospetto (Film, 2012)

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di Gordiano Lupi

Sebastian Balfour
(LSE): Catalogna, uno scenario diverso dalla Scozia

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di Giovanni Puglisi

L’Europa 25 anni dopo quel Muro

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di Francesco Vinci

Parkey, l’App del parcheggio facile

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di Francesco Tempesta

L’Avana al restauro

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di Elvira Marasco

Le nuove Tigri Asiatiche

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di Giulia Cortese

Food, un’Italiano a New York

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di Francesco P. Mancini

Rosetta, l’Europa nel futuro

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di Giovanni Jannuzzi

Uruguay, al ballottaggio la
Svizzera del Sudamerica

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di Roberto Lovari

Camera di Consiglio

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di Antonfrancesco Venturini

Vittorio De Sica

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di Gordiano Lupi

Obama, già anatra zoppa?

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di Giovanni Jannuzzi

Consiglio dell’Unione Europea, come funziona

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di Maurizio Donini

Milano, sviluppo e declino di un mito italiano

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di Andrea De Cillis

Pensioni al 10 del mese, l’INPS cambia tiro

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di Francesco Tempesta

Italia delle Regioni

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di Stefano Stefanini

SPID, la nuova frontiera
dell’Identità Digitale

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di Paolo Bianchi

Riforma elettorale, il Patto vacilla

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di Fabrizio Arnhold

Burkina Faso, il difficile arriva adesso

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di Jacqueline Rastrelli

Bestiario nazionale

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di Giovanni Jannuzzi

Stati Generali Green
Economy, il futuro è arrivato

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di Francesco P. Mancini




Lasciateci sognare

Lasciateci sognare

di Francesca Colica

lunedì 20 ottobre 2014

LA RIVA S’E’ DESTRA !


Ci siamo imbucati, si proprio imbucati. Alla porta abbiamo pronunciato la parolina magica ‘facebook’. E già, d'altronde la forza dei ‘rivadestraroli’, sta nella loro pagina sul social network ‘Energia Plurale’. Però i numeri ci sono: 20 mila e passa ‘mi piace’ e soprattutto 600.000 contatti settimanali - lo abbiamo scoperto dopo ascoltando i loro discorsi. 
Così potevamo essere uno dei tanti profili curiosi che hanno raccolto l’appello della riunione del comitato romano di Riva Destra, movimento nato come primo circolo di Alleanza Nazionale, dal capopopolo capitolino, Fabio Sabbatani Schiuma, ultradecano consigliere in Campidoglio, sempre all'opposizione, che dal suo scranno lanciava invettive contro i sindaci di sinistra, ma che non risparmiava neanche Aledanno, e che Veltroni cercava tra i suoi quando necessitava di difendersi da Storax, un tempo governatore del Lazio: ”ma tra noi un rompicoglioni come Schiuma non lo abbiamo?”, sentenziava Walter.
E oggi Schiuma sta sempre là ad arringare i suoi accoliti - dalla signora ben vestita al coatto di periferia, dall'ex grillino deluso all'ideologo di destra rautiana, dal commerciante in centro storico al loro portavoce siciliano in missione nella capitale: una colorita e rumorosa accozzaglia di ‘orfani della destra’, rancorosi con i colonnelli finiani che, a detta loro - ma non solo - la destra l’hanno cannibalizzata. Si parte verso le 19 in una sala ipertecnologizzata di quel di Trastevere alle pendici di Monteverde. Vai con la lettura delle adesioni dei rivadestraroli del varesotto e della (ex) rossa Umbria, che annunciano di cambiare i nomi dei gruppi consiliari in Riva Destra (saranno rimasti turbati dal flirt del Cav con Luxuria?…apperò!), con l’intervento del principe di turno, ossia di quell'aristocrazia romana nera semper fidelis e poi il collegamento ‘nientepopodimeno’ che con Berlino: non c’è Angela, ma un giovanotto regista e produttore cinematografico di Battiato, che parla di identità nazionale degli italiani all’estero e di una destra che non c’è più in Italia. E poi giù sotto con le bordate contro chi ha liquefatto il loro mondo e la voglia di ricostruire sulle macerie.
“Non siamo l’ennesimo partitino”, sentenzia Schiuma, “ma vogliamo riunire le tante destre disperse, nel non voto, nei grillini, nella Lega dell’altro Matteo”. E…tac, spunta pure il giovane consigliere regionale Fabrizio Santori, che di questa zona è il ras incontrastato in preferenze e voti, a salutare l’allegra - mica tanto però - brigata. Già perché il loro progetto è quello di trovare nuovi capi per la destra italica,visto che quelli del passato hanno fallito, i rivadestraroli de noantri hanno pure convinto il buon direttore de Il Tempo a inziare a intervistare le nuove leve sul territorio: l’omologo di Santori in Emilia Romagna, Galeazzo ‘ciano’ Bignami, il sindaco di Ascoli, quello di Perugia: tutti giovinastri di belle speranze tra i quali sperano di trovare il goleador che non c’è. Loro lo cercano nei vivai del territorio. Alla peggio, se alla prossima riunione troveremo qualche alleato nipponico…avranno ricostituito il Ro.Ber.To. (l’asse Roma - Berlino -Tokio, ndr). 

Articolo della Riunione su NOIROMA.TV

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