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domenica 5 luglio 2015

I LAGUNARI UN'ECCELLENZA CHE CI INORGOGLISCE


Armi e Corpi dell'EsercitoPer tutti i nostri #amici, un video sui #lagunari del Reggimento "#Serenissima", una delle eccellenze dell'#EsercitoItaliano!Buona visione!"Come lo scoglio infrango, come l'onda travolgo"
Posted by Esercito Italiano on Venerdì 27 marzo 2015
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martedì 12 novembre 2013

Cinquant'anni fa a Kindu nel Congo belga, il massacro dei 13 caschi blu italiani

Gli uomini facevano parte del contingente dell'Onu inviato per sostenere le popolazioni coinvolte in una violenza guerra civile. L'11 novembre 1961 i militari portarono aiuti e rifornimenti da Leopoldville, ora Kinshasa, a Kindu dove caddero in un'imboscata di una delle fazioni in lotta. Disarmati, furono picchiati a sangue e poi abbattuti a colpi di mitra.
Erano disarmati, portavano le insegne dei caschi blu dell'Onu, ma questo non bastò a salvare i 13 aviatori italiani che nel novembre del 1961, non è chiaro se l'11 o il 12, vennero catturati nell'ex Congo belga da guerriglieri di una delle frazioni che si contendevano il controllo del Paese africano. Picchiati a sangue e portati giro per la cittadina di Kindu, vennero alla fine abbattuti a raffiche di mitra e poi letteralmente fatti a pezzi a colpi di machete. I loro corpi saranno poi trovati solo un anno dopo, composti e riportati in patria.

Fonte: IL GIORNALE - Articolo Completo QUI !

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Nassiriya. Cerimonia di ricordo anche a Comando Isaf di Kabul


(ASCA) - Roma, 12 nov - Dieci anni dopo, con una cerimonia sobria ma molto sentita da tutti, i militari italiani di stanza al comando Isaf a Kabul si sono raccolti in ricordo dei caduti della strage di Nassiriya.
“Oggi e’ una data dolorosa - ha detto il generale di corpo d’armata Giorgio Battisti, capo di stato maggiore della forza internazionale e Italian Senior National Representative parlando ai presenti - che ricorda, nel suo decimo anniversario, i nostri connazionali caduti in terra irachena. E’ doveroso ricordare loro e anche tutti gli altri caduti che le Forze Armate italiane hanno avuto negli anni nelle varie missioni internazionali. Noi tutti dobbiamo rammentare - ha quindi proseguito Battisti - che indossando la divisa siamo chiamati a onorare il nome dell’Italia nel mondo anche a costo della nostra vita”.
“Dobbiamo stringerci - ha continuato il generale, - in un grande abbraccio alle famiglie di questi morti: mogli, madri, padri, fratelli, figli che sono stati privati dell’affetto e del sostegno dei propri cari. Queste persone sono dei veri e propri eroi con la dignità del loro comportamento sono un esempio per tutti noi”.

Questa è una notizia dell’agenzia Asca.

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