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sabato 26 marzo 2011

Calano ancora i consumi di vino in Italia: un studio di Vinexpo Iwsr

Interessanti risultati di uno studio sul mercato del vino e degli alcolici e sulle prospettive in vista del 2014 condotto dal salone Vinexpo che creato nel 1981 per iniziativa della Camera di Commercio e dell'Industria di Bordeaux, si è affermato di edizione in edizione (intelligentemente biennale) come il più grande salone professionale a livello mondiale per gli operatori del settore dei vini e degli alcolici.
Nel 2011, Vinexpo festeggia dunque I suoi primi 30 anni, fatti di successi, innovazione, adeguamento alle necessità di sviluppo internazionale degli attori del settore del vino e degli alcolici.
Lo studio ha analizzato trend e prospettive internazionali, ma ha riservato un occhio di riguardo anche all'Italia del vino, di cui ha fornito le seguenti coordinate:
2° produttore di uva da vino; (o primo ?)
1° consumatore mondiale di vini fermi in termini di volume (5° in termini di valore);
5° consumatore mondiale di vini frizzanti;
6° mercato mondiale in termini di consumo di vini commercializzati a più di 10 dollari (7,19€) la bottiglia;
1° mercato mondiale per il consumo di vini commercializzati a meno di 5 USD (3,59 €) la bottiglia;
1° esportatore mondiale di vino in termini di volume e secondo in termini di valore.
La notizia è che dopo aver stabilito un record nel 2007, il consumo di vino in Italia segna il passo.
Il consumo italiano di vino ha raggiunto i 308 milioni di casse da 9 litri nel 2010, registrando una diminuzione dello 0,3% rispetto al 2009 e di circa l'1% rispetto al record di consumo (311,378 milioni di casse) registrato secondo lo studio VINEXPO / the iwsr nel 2007.
Tuttavia, nel 2010 l'Italia ha confermato il suo posizionamento di primo paese consumatore mondiale di vino. Fra il 2010 e il 2014 lo studio VINEXPO prevede che il consumo degli italiani dovrebbe stabilizzarsi (-0,6 %) e che a partire dal 2012 l'Italia dovrebbe perdere la sua leadership mondiale a vantaggio degli Stati Uniti.
Molto meglio, mentre i consumi interni calano, vanno le cose per le esportazioni di vini italiani, che hanno raggiunto i 212,3 milioni di casse da 9 litri nel 2009, segnando un aumento del 31,5 % rispetto al 2005 e confermando i produttori italiani come i primi esportatori mondiali in termini di volume davanti a Spagna e Francia.
Nello stesso periodo le esportazioni verso la Germania (primo mercato d'esportazione per i vini italiani), il Regno Unito (secondo mercato) e gli Stati Uniti (terzo mercato) sono aumentate sensibilmente. Esse hanno registrato netti aumenti in Canada e nei Paesi Bassi ma anche in Asia e in modo particolare in Cina.
C'è un aspetto da considerare però, ovvero che se i vini italiani restano i più esportati nel Mondo in termini di volume, la Francia si conferma quale primo paese esportatore per valore (7,69 miliardi di euro realizzati nel 2009 dalle esportazioni di vini francesi contro i 4,41 miliardi di euro realizzati dai vini italiani).
L'Italia si conferma poi quale il primo mercato mondiale per il consumo di vini commercializzati a meno di 5 USD (3,59 €) la bottiglia ma solo l'8° mercato per i vini venduti fra i 5 USD ( 3,59 € ) e 10 USD (7,19 € ) e il 6° per quelli venduti a più di 10 USD (7,19 €) la bottiglia.
Lo studio VINEXPO/the iwsr prevede tuttavia che fra il 2009 e il 2014 i volumi consumati a meno di 5 USD la bottiglia dovrebbero retrocedere (-2,7 %) mentre quelli che si collocano fra i 5 USD e i 10 USD dovrebbero conoscere un incremento (+ 10,5 %) di consumo.
Già finita la moda dei rosati?
Un altro elemento molto interessante lo studio di Vinexpo mette in rilievo: una sorta di ristagno, se non una fine della "moda" dei vini rosati che si era evidenziata negli anni scorsi: nel 2010 Il consumo di vini rosati ha rappresentato solo 4,1 milioni di casse da 9 litri, pari all'1,3 % del consumo di vini fermi mentre a livello mondiale esso rappresenta circa il 10 % dei consumi. Questa tipologia di consumo è inoltre in ribasso (- 8,5% rispetto al 2005) mentre registra una forte crescita a livello mondiale. In Italia, terra di rosati, il consumo di vini fermi si ripartisce fra i vini rossi (50,2 % del consumo) e i vini bianchi (48,5%).
Franco Ziliani

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 23 marzo 2011

No alla liberalizzazione dei vigneti.

L'Italia chiederà a Bruxelles di rivedere il regolamento europeo che prevede dal 2015 la liberalizzazione degli impianti di nuovi vigneti, cancellando così l'attuale sistema delle licenze produttive. Lo ha affermato il ministro Giancarlo Galan, sottolineando «la preoccupazione per gli effetti che potrebbero derivare da questa decisione. Occorre fornire ai produttori adeguate certezze di conservazione di quel valore di sistema che fino a oggi ha consentito lo sviluppo del "Vino Made in Italy".

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 23 febbraio 2011

Eco-Sostenibilità nelle imprese vinicole.

23 Febbraio 2011 - 18:15
Anche nel mondo vitivinicolo sta crescendo la consapevolezza che un'attività "eco-sostenibile" sia non solo necessaria per preservare l'ambiente, ma rappresenti al tempo stesso un'opportunità di crescita delle imprese. Se ne parla oggi, Mercoledì 23 febbraio, alla conferenza "Eco-sostenibilità e vantaggio competitivo nelle imprese vinicole" presso il Centro Congressi PalaExpo di Veronafiere.Si moltiplicano, infatti, nelle cantine gli esempi che vanno in questa direzione: dal fotovoltaico alle biomasse, dal risparmio idrico agli imballaggi riciclati per finire con l'agricoltura sostenibile e le misure per il risparmio energetico. E.on Energia e Vinitaly intendono dare un impulso al dibattito organizzando questo evento che vede un primo momento dedicato alle tematiche scientifiche ed economiche e un secondo in cui si presentano le esperienze di alcune aziende vinicole dell'eccellenza italiana, che hanno saputo sfruttare scelte eco-sostenibili per il miglioramento delle loro performance.

Moderatore: Katy Mandurino, Il Sole 24 Ore
Conferenza:
Indirizzo di saluto delle Autorità e di Giovanni Mantovani Direttore Generale della Fiera di Verona.
Giacomo Mojoli, giornalista, docente universitario, socio fondatore di "Slow Food"
Fabio Renzi, Segretario generale "Fondazione Symbola"
Prof. Attilio Scienza, Professore Ordinario di Viticoltura presso la Facoltà di Agraria della Università di Milano
Enrico Morandi, Direttore Sales Large Clients E.ON Energia
Tavola rotonda:
Renzo Cotarella, Amministratore Delegato Marchesi Antinori
Lorenzo Biscontin, Direttore marketing Santa Margherita Wine Group
Filippo Carletti, Direttore Generale Azienda agricola Arnaldo Caprai
Alessio Planeta, Amministratore Delegato Azienda Planeta
Arturo Ziliani, Gruppo Berlucchi
Per informazioni alla stampa telefonare al numero: 339 6668750
di Marilisa Romagno

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 9 febbraio 2011

giovedì 3 febbraio 2011

ECO - Vino, Confagricoltura: Nota dolente il calo dei consumi interni.

Ma rimane la prima voce dell'export alimentare made in Italy con 3,5 Mld di euro
Roma, 1 feb (Il Velino) - Riduzione del consumo interno, riforma Ocm, eccessiva frammentazione delle aziende italiane e troppe denominazioni, che difficilmente saranno difendibili in Europa. Sono alcuni dei punti affrontati da Confagricoltura nel corso del Focus dedicato al vino che si è tenuto a Palazzo della Valle. Per quanto riguarda il consumo pro capite è stato ricordato che nel nostro paese è sceso dai 55 litri a persona nel 1995 ai 40 litri pro capite, sotto i 20 milioni di ettolitri, con un mercato sempre meno remunerativo, mentre il vino resta la prima voce dell’export alimentare italiano, con 3,5 miliardi di euro. Inoltre il 24 per cento degli italiani ha diminuito il consumo fuori casa e il 7 per cento ha sostituito il vino con bevande a più bassa gradazione alcolica. “A fronte una ripresa sui mercati esteri – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni – desta preoccupazione fra i nostri produttori il calo dei consumi interni. Occorre ridisegnare la filiera che conta imprese polverizzate e 504 denominazioni che forse sono troppe per poter essere difese. I nostri prodotti hanno subito una vera e propria aggressione da parte dei paesi emergenti con prodotti da fasce di prezzo molto più basse. Noi dobbiamo puntare su vini legati al territorio”. Vecchioni ha poi aggiunto che alcune norme hanno creato criticità al consumo di alcol specie nel mondo della ristorazione. “Noi diciamo sì a un consumo consapevole ma anche sì a un consumo di prodotto caratterizzato dalla qualità”.
Per quanto riguarda la frammentazione, è stato ricordato che si contano 770 mila aziende con una superficie media di 2,15 ettari per vini Docg e Doc e di 0,64 ettari per vini Igt e comuni. Poi la riforma Ocm: si è discusso dello stop a partire dal 2012 dei fondi per chi utilizza mosti concentrati, dei vini varietali e dei diritti di impianto. Al dibattito è intervenuto anche il capo dipartimento del ministero delle Politiche agricole Mario Catania: “Gli indicatori dicono che siamo usciti meglio di altri da una fase di mercato problematica, senza aver ridotto i prezzi o i volumi che sono rimasti sulle posizioni storiche. I problemi - ha aggiunto Catania - sono sul mercato interno: continua un trend di riduzione dei consumi riconducibile anche a un cambiamento di stili di vita. Servono politiche a tutto tondo per rilanciare questo prodotto dal valore incommensurabile”. Parlando della riforma del mercato comune il rappresentante del Mipaaf ha detto che “Il prossimo anno sparirà il sostegno ai mosti e non ci sono spazi per riaprire la trattativa a Bruxelles. C’è invece spazio per riaprire il negoziato sul regime dei diritti di impianto”. Un aspetto affrontato anche da Vecchioni: “Vale la pena riaprire il confronto sulle misure che regolano le produzioni con ordino di reimpianto. All’inizio la Commissione europea sembrava orientata a una liberalizzazione. Il Copa Cogeca si era detto contrario e anche Confagricoltura ritiene che questa misura debba essere procrastinata a dopo il 2015”.
(Federica Rogai)

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domenica 30 gennaio 2011

Parte a Roma il 1° Corso Vini 2011

Data Partenza - Ora lunedì 21 febbraio · 20.00 - 22.00
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Luogo SHA Bar - Roma, Via Pietro Borsieri,7 - 00195
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Creato da Consulenze & Formazione
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Ritrovo di Amici ed Appassionati della Cultura del Vino e della Birra.
Parte il 1° Corso VINI
Il corso verrà tenuto da Giancarlo Bertollini, conosciutissimo esperto del settore, col supporto di un filmato ministeriale su: Vino, Salute e Piacere; filmato che sarà consegnato su DVD in OMAGGIO a tutti i partecipanti, unitamente a DISPENSE ed ATTESTATO.
Il 1° Seminario di VitiViniColtura (9 incontri).
Inizia Lunedì 21 febbraio alle ore 20 in punto e proseguirà per 9 Lunedì presso lo Sha Bar in Via P. Borsieri, 7 - Roma.

Per Info ed Iscrizioni - Tel. 06.3972.1551 - e-Mail: info@studioservice.com
Termine ultimo delle prenotazioni Lunedì 14 febbraio 2011 e ricordate che i posti sono realmente limitati.
Il costo complessivo è contenuto in €. 330,00 più IVA, per partecipante, con uno sconto del 10% per le prime 10 prenotazioni On-Line e per le convenzioni in atto. (Enti, Ordini, Associazioni, Etc.).
Per quanti hanno già partecipato ai corsi precedenti ed intendono seguire il nuovo corso come "Ripetenti", il costo viene contenuto in €.120,00.
La cena finale e la fornitura dei materiali (Cartellina con Dispense ) sono ovviamente incluse.
Pagamento IVA esclusa:
Acconto alla conferma/iscrizione…€.100,00 - Saldo ad inizio corso.
Per l’iscrizione dovete cortesemente comunicare il vostro Nome, Cognome, Indirizzo e-Mail e numero di Cellulare, con la seguente dicitura:
Iscrizione CORSO VINI del 21 febbraio.
“Con la presente autorizzo il trattamento dei miei dati personali, ai sensi della L. 675/1996”. 

Qui l'Evento su Facebook !

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venerdì 14 gennaio 2011

Unita' d'Italia - il Barolo di Cavour ne diventera' il simbolo.

Roma, 4 gen. - (Pronto Italia) - Il ministro dell'Agricoltura Giancarlo Galan ha intenzione di riportare in auge il vino Barolo prodotto dalla vigna di Camillo Benso Conte di Cavour e di farne il simbolo dei 150 anni dell'Unita' d'Italia. ''Con l'auspicio che al piu' presto siano ristabilite sicurezza e serenita' a Roma, oggi profondamente turbata e ferita da attentati criminali, non posso non occuparmi di una questione che non solo mi ha incuriosito, ma mi ha fin da subito, dopo aver letto un articolo di Aldo Cazzullo, spinto a chiedere ulteriori informazioni e delucidazioni al sindaco di Grinzane Cavour, l'amico Franco Sampo'" scrive il ministro in una nota. "Il problema e' presto detto: il capostipite di tutti i ministri dell'Agricoltura italiana, cioe' a dire, uno dei fondatori dell'Unita' Nazionale, insomma, Camillo Benso Conte di Cavour, - spiega Galan - amava la sua terra. E nell'amare quella sua terra pare che lui stesso dette vita ad una vigna 'da cui ebbe inizio la storia di uno dei vini piu' prestigiosi al mondo', per dirla con Cazzullo".
Unità d'Italia.
"In sintesi, la vigna del Barolo che fu di Cavour, - afferma Galan - nonche' il castello che domina l'affascinante localita' piemontese, appartengono alla Fondazione Adele Alfieri di Sostegno. Si tratta di un ente pubblico la cui conduzione e' attualmente affidata alla scuola enologica di Alba". "Qual e' il problema allora? - si domanda il ministro - il problema consiste nel fatto che tutte le bottiglie del Barolo di Cavour fino all'annata 2003 sono state vendute e, in alcuni casi, i proventi sono stati devoluti ad attivita' benefiche. Tutto pero' si blocca a partire dall'annata 2004, nel senso che la Regione Piemonte acquisto' 2500 bottiglie del celebre vino annata 2004. A quel punto tutto si insabbia e la vicenda si ingarbuglia e cosi' enti locali, enti privati, fondazione e produttori di vino non sanno piu' che pesci prendere".
"Cio' che intendo fare e', - conclude il ministro dell'Agricoltura - in buona sostanza, dar vita ad un progetto, ovviamente assieme ai sindaci di Grinzane Cavour e di Alba e di tutti coloro che da anni seguono con interesse e passione le questioni legate alla vigna di Cavour, finalizzato a valorizzare in ogni modo possibile un Barolo che puo', magari con il diretto interessamento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, diventare il vino simbolo delle ricorrenze previste per i 150 anni dell'Unita' d'Italia. Mi auguro che nessuno abbia da ridire su di una simile candidatura, se non altro perche' il Piemonte e' il Piemonte e Cavour rappresenta per me il Risorgimento, la grande cultura politica Liberale, la civilta' dell'agricoltura intesa nel modo piu' alto''.

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lunedì 6 dicembre 2010

VINO: 'VALORITALIA', NEL 2010 300MILA PARERI CONFORMITA' AZIENDE

(AGI) - Roma, 5 dic. - Piu' di 300mila pareri di conformita' (o non conformita') emessi nel corso del 2010 che hanno interessato decine di migliaia di aziende vitivinicole, di trasformazione e imbottigliamento e piu' di dieci milioni di ettolitri di prodotto a D.O. (pari a circa il 20% della produzione italiana di una sola vendemmia o se si preferisce a 1.330.000.000 bottiglie da 0,75 litri. Sono alcuni dei dati del bilancio di un anno di attivita' di 'Valoritalia', diffusi dal presidente Riccardo Ricci Curbastro. "Il sistema dei controlli - aggiunge - non ha ancora espresso tutte le sue potenzialita' ma per quanto ci riguarda, possiamo dire che per 160 Denominazioni di Origine che rappresentano circa il 70% della produzione nazionale di vini di qualita', abbiamo acquisito la completa conoscenza dei volumi di uva prodotti in vendemmia, di vino ottenuto, di quanta parte e' stata imbottigliata e di quanto ammontano le giacenze e dove si trovano. Numeri che per ogni denominazione sono un patrimonio e una risorsa indispensabile per tutti i produttori, per programmare le proprie attivita' in maniera consapevole". Valoritalia nasce dall'esigenza di dare una risposta operativa nell'interesse dei produttori e di tutto il settore vitivinicolo italiano alle nuove norme stabilite da Bruxelles. Infatti l'Unione Europea ha imposto da agosto 2009 anche per l'Italia l'obbligo dell'applicazione di un sistema di controlli per la certificazione dei vini di qualita' completamente indipendente.
In Italia tale certificazione era attuata in forma sperimentale dai Consorzi di tutela, soggetti non piu' compatibili con l'obbligo della terzieta' dell'organismo di controllo.
Valoritalia, costituita per rispondere a queste nuove norme, e' un organismo di controllo nazionale e viene incaricato di effettuare i controlli per 160 Denominazioni di Origine che rappresentano circa il 70% della produzione nazionale di vini di qualita'. Va rilevato che l'entrata in vigore del nuovo sistema e' avvenuta il 10 agosto del 2009 quindi il passaggio delle competenze dai Consorzi di Tutela a Valoritalia e l'inizio della attivita' di moltissime Denominazioni, anche di grande importanza per volumi ed immagine, non e' stato accompagnato da un periodo di affiancamento o di transizione.
Ed e' stata questa la prima sfida vinta da Valoritalia: applicare questo nuovo sistema organizzando strutture e competenze senza interrompere o ritardare la certificazione e la commercializzazione delle DOCG e DOC italiane. La seconda sfida vinta, senz'altro importante, e' stata la salvaguardia di centinaia di posti di lavoro e della professionalita' ormai acquisita, che era ed e' una grandissima risorsa per il settore vitivinicolo italiano. A meta' gennaio, "Valoritalia presentera', oltre ai dati raccolti, proposte di applicazione delle nuove norme, al fine di semplificare gli oneri burocratici per le aziende ed il conseguente costo economico e contemporaneamente aumentare le garanzie di rispetto delle regole e di conoscenze delle nostre Denominazioni".(AGI) com/Mld

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martedì 30 novembre 2010

I Vini Top 2010 secondo Wine Spectator

BEVERFOOD NEWS – Wine Spectator, la cosiddetta “Bibbia del Vino” per tutti gli esperti ed intenditori nel mondo, ha pubblicato la classifica dei migliori vini del mondo secondo le valutazioni degli esperti scelti dalla rivista. Sono nove i vini italiani (di cui ben sette toscani) a rappresentare l’Italia. Oltre al Flaccianello 2007 di Fontodi (ottavo in clasifica), unico nei primi 10, ci sono il Modus 2007 di Ruffino (25.mo posto ), il Brunello di Montalcino Terralsole 2004 (31.mo), l’Amarone della Valpolicella Classico 2006 di Zenato (36.mo), il Chianti Classico Riserva 2007 di Viticcio (40.mo), il Chianti Classico 2007 Castello d’Albola (47.mo), il Pinot Grigio 2008 di Attems (51.mo), il Chianti Rufina Castello di Nipozzano Riserva 2007 di Frescobaldi (65.mo) e il Nobile di Montepulciano 2007 di Avignonesi.

TOP TEN WINES 2010 W.S.:
1. Saxum (California, Usa) - James Berry Vineyard Paso Robles 2007
2. Two Hands (Australia) - Shiraz Barossa Valley Bella’s Garden 2008
3. Peter Michael (California, Usa) - Chardonnay Sonoma County Ma Belle-Fille 2008
4. Revana (California, Usa) - Cabernet Sauvignon St. Helena 2007
5. Altamura (California, Usa) - Cabernet Sauvignon Napa Valley 2007
6. Paul Hobbs (California, Usa) - Pinot Noir Russian River Valley 2008
7. Schild (Australia) - Shiraz Barossa 2008
8. Fontodi (Italia) - Colli della Toscana Centrale Flaccianello 2007
9. Carm (Portogallo) - Douro Reserva 2007
10. Clos des Papes (Francia) - Châteauneuf-du-Pape White 2009
Il miglior vino al mondo, secondo la valutazione della rivista americana, è il Saxum – James Berry Vineyard Paso Robles 2007 dalla California, che ha ottenuto il punteggio di 98/100 (valutazione espressa in centesimi). 5 dei primi 10 vini sono americani. Poi ce ne sono due australiani. Nei primi 10 si piazzano anche l’Italia (una etichetta), la Francia (1 etichetta) ed il Portogallo (1 etichetta). La compilazione delle valutazioni di Wine Spectator è basata sul motto “on quality, value, availability and excitement” (qualità, convenienza, disponibilità, reperibilità e capacità di emozionare), ma ogni anno suscita feroci polemiche soprattutto da parte degli esperti e critici europei. In generale viene rilevata la tendenza di Wine Spectator a privilegiare nella valutazione i territori emergenti del continente americano e australiano, penalizzando invece le zone storiche europee (Francia, Italia e Spagna).
Fra i 9 italiani nella top 100, la Famiglia Frescobaldi è l’unica ad aver piazzato due vini: Attems Pinot Grigio 2008 (51.ma posizione) e Chianti Ruffina del Castello Nipozzano Riserva 2007 (65.ma posizione). "Siamo decisamente entusiasti per questo importante riconoscimento – afferma Leonardo Frescobaldi, Presidente dell’omonima casa vitivinicola toscana –. La critica enologica ha premiato in questo modo la qualità di due tra i nostri migliori prodotti, un vino bianco (Attems) ed uno rosso (Nipozzano). Desidero ringraziare poi i nostri clienti, che hanno decretato il successo di questi vini acquistandoli ogni giorno". Attems Pinot Grigio 2008, è per di più l'unico vino bianco italiano ad essere stato inserito nella graduatoria 2010. Inoltre, è questo il quarto anno che Nipozzano Riserva conquista un piazzamento prestigioso nella Top 100 di Wine Spectator (già con le annate 2002, 2004 e 2005). Un successo ora confermato nel 2010 con il millesimo 2007. Infine, anche quest'anno Nipozzano Riserva è stato inserito nella categoria Smart Buy, di cui fanno parte i vini che si distinguono per l'ottimo rapporto qualità-prezzo.
per consultare la classifica completa dei top 100 di Wine Spectator cfr. http://assets.winespectator.com/wso/pdf/WSTop100AtAGlance2010s.pdf 

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lunedì 29 novembre 2010

Esportazioni di Vino Italiano - Aggiornamento agosto 2010

I volumi hanno ripreso la crescita e siamo ora a 20.3 milioni di ettolitri su base annua e 1.4m per il mese di agosto. La parte volatile dei volumi restano i vini sfusi, che nel mese sono cresciuti del 25% e che restano poco sotto 6.6 milioni di ettolitri annui. Prosegue anche la ripresa degli spumanti che macinano sui volumi record mese dopo mese. Siamo ora a 1.75 milioni di ettolitri annui a 2.36 euro al litro: al precedente picco di meta’ 2009 eravamo arrivati a 1.5 milioni di ettolitri a 2.90 euro al litro. La qualita’ media del prodotto esportato e’ cambiata, presumibilmente trainata dalle categorie di spumante piu’ a buon mercato (Asti e, per certi versi, Prosecco).
Riusciremo a sostenere il ritmo? La rivalutazione dell’euro potrebbe leggermente minare l’andamento dei prossimi mesi (vi ricordo che il dollaro medio del terzo trimestre 2010 era intorno a 1.29 mentre oggi sta intorno a 1.36-1.37). La sensazione diffusa e’ che ci sia un livello di circa 1.40 che e’ un po’ un confine oltre il quale cominciano i problemi per gli esportatori europei. Di sicuro le esportazioni di vino imbottigliato verso gli USA si stanno riprendendo e stanno accelerando: siamo ora a +5% sui 12 mesi contro il +7% della categoria. Cioe’ ci sono 2 punti percentuali di differenza. A fine 2009 i dati erano molto diversi: l’export USA era sotto del 9% rispetto a un calo del 3.5% della categoria dei vini imbottigliati.
Se gli USA stanno accelerando, la Germania sta decelerando, perlomeno sui vini fermi. Le esportazioni di vino imbottigliato sono a +3% nei 12 mesi ma negli ultimi 6 mesi ben 4 hanno segnato un valore negativo (-4% ad agosto). Lo stesso accade sui vini sfusi, dove il ritmo sui 12 mesi oggi segna un -9% (agosto stabile) rispetto a un livello piu’ o meno stabile di inizio anno. Nel segmento dei vini spumanti invece sta succedendo il contrario e ad agosto 2010 il valore delle esportazioni cresce del 20%, quello degli ultimi 12 mesi del 18%. Un rimbalzo essenzialmente spinto dai volumi.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

giovedì 25 novembre 2010

La Federazione italiana vignaioli indipendenti dichiara battaglia all’etilometro.

Riceviamo e pubblichiamo questa nota della Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti, che si dichiara di avere "pronta una denuncia sulla inaffidabilità dell’etilometro, in uso alle Forze dell’Ordine, da inviare al Ministero dei Trasporti".
Di seguito il comunicato.
Costantino Charrère, presidente della Fivi, Federazione italiana vignaioli indipendenti, è sulle barricate da settembre come promotore della battaglia contro l’etilometro, dal 13 novembre diventato obbligatorio (sotto forma di “precursore alcolemico”) anche per i locali che somministrano alcolici dopo la mezzanotte.
Dopo la conferenza stampa di settembre che ha puntato i riflettori ufficialmente sull'inaffidabilità dell’etilometro, la Federazione intende proseguire con forza la sua battaglia contro il Draeger 7110 MK – strumento in dotazione alle Forze dell’Ordine per i controlli su strada - non idoneo a svolgere il compito per cui è stato introdotto, ossia il livello della concentrazione di alcol etilico nel sangue.
“Per sostenere scientificamente la nostra battaglia, ci siamo rivolti ad un luminare come Michael Hlastala, professore emerito in Fisiologia, Biofisica e Medicina dell’Università dello Stato di Washington – prosegue Costantino Charrère – la cui analisi ha sottolineato le imprecisioni legate all'uso dell’etilometro e all’inadeguatezza di questo strumento per la rilevazione dello stato di ebrezza ”.
Oggi, dopo l’introduzione di questo strumento, chi subisce l’attacco più pesante è il vino, considerato più pericoloso della stessa droga e di altre cause, prima fra tutte l’alta velocità. Ecco perché è pronta una denuncia da inviare ala Ministero dei Trasporti per fare chiarezza sui dati e le statistiche sugli incidenti della strada, in modo che il vino possa avere una giusta collocazione nell’incidenza delle sciagure stradali e non continuare ad essere visto come un capro espiatorio.
Per ribadire gli intenti della Federazione, il professor Hlastala sarà presente al prossimo Boroli Wine Forum che si terrà il prossimo 26 novembre presso la Cantina La Brunella di Castiglione Falletto (Cuneo).

giovedì 11 novembre 2010

IL VINO TIRA LA RIPRESA

ASSOENOLOGI: SUPERATA LA CRISI, +7% DEL VALORE DELL'EXPORT IN 7 MESI
Il vino italiano sta uscendo dalla crisi e le esportazioni nei primi sette mesi hanno registrato una crescita del 4% in volume e del 6,9% in valore, conquistando anche i consumatori asiatici, con una crescita di volumi del 74% e del 60% sui mercati dell'Estremo Oriente. Così il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli, commenta le conclusioni dell'Ufficio Studi dell'associazione sui dati dell'export a luglio dell'Istat, sottolineando come «la crisi economica sembra essere ormai alle spalle» e come l'export sia diventata l'ancora di salvezza a consumi interni che invece perdono progressivamente smalto.
Dopo aver accusato il colpo di una redditività in calo nel 2009 (-6,5% in valore) il vino italiano - spiega Martelli - rialza la testa al traino soprattutto della domanda boom per le bollicine italiane: da gennaio a luglio lo spumante ha segnato un +21% nei volumi e +10,3% in valore. Mentre il vino imbottigliato ha riportato +4% in volume e +8,4% in valore e quello sfuso consegne stabili ma una forte contrazione dei valori (-9,3%).
La domanda - prosegue Assoenologi - è stabile nell'Unione Europea, che detiene una quota prossima al 54% dell'intero export, mentre sono in forte ripresa i Paesi Terzi che assorbono il rimanente 46%. Oltre all'Estremo Oriente il vino italiano sbanca in Nord America (+12,3% in valore e +9,2% in valore), nei Paesi extra Ue (+14% in valore e +5% in volume) e in Sudamerica (+54% in volume e +47% in valore), Brasile in testa (+72%).
I mercati esteri sono riusciti nel periodo considerato ad assorbire 450 mila ettolitri in più rispetto al 2009, offrendo una valvola di sfogo a un mercato interno saturo. Secondo Assoenologi nel 2015 i consumi interni scenderanno sotto la soglia dei 40 litri pro capite, con un calo di circa il 70% rispetto agli anni '70.
Le frequenti piogge che hanno caratterizzato settembre e ottobre hanno tolto la lode a una vendemmia complessivamente più che buona, come sottolinea Assoenologi. «L'andamento climatico degli ultimi due mesi - sottolinea Martelli - non ha portato ai livelli qualitativi auspicati a fine agosto». La quantità si conferma a 45,5 milioni di ettolitri di vino e mosti, praticamente uguale a quella del 2009 (45.800.000). Il Veneto (8.180.000 ettolitri) resta, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Si registra un aumento della produzione di tutte le regioni, fatta eccezione per la Toscana (-10%), l'Emilia Romagna (-5%), la Sardegna (-15%), il Friuli Venezia Giulia (-5%), il Trentino Alto Adige (-10%) e la Sicilia che segna un tonfo del 30% accusando, oltre a un calo fisiologico, l'abbandono attraverso i contributi comunitari di oltre 2.000 ettari di superficie vitata e la 'vendemmia verde' prevista dalle norme comunitarie (distruzione o eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, in modo da azzerare la resa dell'unità vitata) che ha riguardato circa 9.100 ettari di vigneto.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 27 ottobre 2010

Il vino italiano torna a crescere negli USA

BEVERFOOD NEWS - È partita con un ottimo riscontro la prima tappa 2010 del Vinitaly World Tour (che vede la presenza di oltre 60 aziende e di Unaprol per l’olio d’oliva extravergine) Il Tour vede la partnership del nuovo super store del food italiano, inaugurato da un mese e mezzo nella Grande Mela e già consacrato dal NY Times come luogo imperdibile. La chiave del nuovo format di Vinitaly all’estero è formazione alle imprese, incontri diretti e degustazione aperta ai consumatori.
Il 27 a Philadelfia e il 28 Washington le due prossime mete.
Il vino italiano torna a crescere negli USA, rafforza il binomio con la cucina del Belpaese, tra le più amate dagli americani, e vede all’orizzonte delinearsi un vero sistema di promozione, distribuzione e formazione al servizio delle aziende italiane e dei consumatori locali. L’8^ edizione del Vinitaly United States Tour ha tenuto a battesimo la nuova formula all’estero della più grande fiera al mondo dedicata al vino e ai distillati, che ogni anno si svolge a Verona (7/11 aprile 2011), attraverso la partnership con Eataly, inaugurato a Manhattan un mese e mezzo fa e già consacrato dal NY Times come luogo di culto per chi ama e vuol conoscere il food italiano, per dare servizi ad alto valore aggiunto agli espositori italiani da un lato, ai compratori e ai consumatori americani dall’altro, ottenendo un ottimo riscontro mediatico, di operatori professionali e consumatori. La chiave del nuovo format è formazione alle imprese, incontri diretti e degustazione aperta ai consumatori il cui ricavato, a New York, è stato devoluto alla American Cancer Society.
Oltre sessanta aziende di Vinitaly hanno incontrato a Eataly importatori, ristoratori, responsabili delle vendite al dettaglio, opinion leader, giornalisti ed esperi di pubbliche relazioni per comprendere come approcciare per la prima volta o consolidare e ampliare la propria presenza negli States. Quindi, il pomeriggio è stata la volta dell’incontro faccia a faccia con compratori e operatori del food, mentre la serata è stato il momento della conoscenza con i consumatori, che hanno potuto parlare con i produttori e assaggiare i vini più noti e trendy come l’Amarone, il Ripasso, il Prosecco, il Pinot Grigio, il Barolo, il Brunello di Montalcino o il Franciacorta, ma anche quelli da vitigni autoctoni che stanno riscuotendo un sempre crescente successo come il Sagrantino, il Nero d’Avola e molti vini campani, pugliesi e molisani. “La nuova formula di Vinitaly in the World - spiega Mantovani - è frutto dell’evoluzione delle conoscenze maturate in dodici anni di esperienza all’estero, del confronto con le esigenze delle aziende che ci hanno sinora assicurato la loro fiducia ed è forte dell’accordo raggiunto col Ministero delle politiche agricole, che prevede la possibilità di finanziare, con i fondi dell’Ocm vino, la partecipazione di consorzi, associazioni e singole aziende vitivinicole a tappe di Vinitaly nei Paesi terzi. La collaborazione con Unaprol per l’olio extravergine di oliva, Buonitalia Spa e, su alcuni specifici mercati, con l’Ice, insieme ad Eataly crea i presupposti per un sistema di promozione unitario e soprattutto per una maggiore penetrazione e distribuzione dei prodotti del Made in Italy.”
A New York seguono nei prossimi giorni le tappa di Philadelphia il 27 e Washington il 28 ottobre presso l’Ambasciata d’Italia.
+ info: Servizio Stampa Veronafiere - Tel.: + 39.045.829.82.42 – 82.85 – 82.90 -83.14 - pressoffice@veronafiere.it - http://www.vinitalytour.com/ - http://www.vinitaly.com/

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martedì 5 ottobre 2010

Miglior sommelier d'Italia 2010: vince Bonera, secondo Del Carlo.

Roma, 05 OTT (Il Velino) - Il titolo nazionale e' andato al lombardo Nicola Bonera, ma il secondo gradino del podio e le eccellenti prestazioni delle delegazioni toscane in semifinale sottolineano la grande validita' della scuola concorsi del Granducato. Secondo posto per il toscano Gabriele Del Carlo al concorso per il Miglior Sommelier d' Italia che si e' tenuto al Teatro Il Pavone di Perugia, in occasione del 44° Congresso Nazionale dell' Associazione Italiana Sommeliers. A precederlo in classifica e ad aggiudicarsi il Premio Franciacorta e' stato il lombardo Nicola Bonera, trentuno anni di Brescia, che lavora come wine consultant. Ventisei anni, lucchese, attualmente Sommelier al Ristorante George V del Four Seasons Hotel di Parigi, Gabriele Del Carlo ha dimostrato un' ottima preparazione e sicurezza nell' affrontare le numerose prove del concorso: degustazione descrittiva di tre vini alla cieca, riconoscimento di quattro distillati, descrizione e degustazione di un piatto con relativo abbinamento, una prova di accoglienza al ristorante con apertura di una bottiglia di Franciacorta (prova in lingua), abbinamento di un menu di sette portate con 5 vini italiani e 5 vini europei, decantazione di un vino e correzione di una carta dei vini piena di errori.  Gabriele Del Carlo si e' particolarmente distinto per la prova di classe e stile, raccogliendo consensi e ripetuti applausi per la prova in lingua. Dopo l' indimenticabile 1° posto raggiunto da Luca Martini (Arezzo) nel 2009, anche quest' anno la Scuola Concorsi Toscana ha ben figurato sul podio con Gabriele Del Carlo e con gli ottimi piazzamenti in semifinale delle altre promesse toscane come Valentina Merolli (Firenze) Miglior Sommelier della Toscana in carica, Andrea Balleri (Pistoia) e Daniele Arcangeli.

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lunedì 27 settembre 2010

Ancora sulla questione dell'etilometro

Intrigante interrogativo quello che si pone Alessandro Carlassare in un bel post, a proposito della vexata quaestio dell'etilometro, sul blog dei Saggi bevitori. Ricordando che "la patente viene ritirata a 0,51 perché si ritiene che oltre il limite di 0,50 una persona non abbia più un livello di efficienza e prontezza di riflessi tali da condurre in modo sicuro un veicolo: premesso che quello di 0,50 è dato stabilito in modo indicativo ed aleatorio (io a 0,51 sono molto meno pericoloso di mia zia, astemia, a 0,25) mi chiedo perché non ci si inventa una macchina che rileva quante ore di sonno arretrato e/o di stanchezza una persona può avere sulle spalle e dare la possibilità agli organismi preposti al controllo di ritirargli la patente per lo stesso motivo: scarso livello di efficienza e prontezza di riflessi".
In altre parole Carlassare si chiede "se posso essere più pericoloso io con limite a 0,51 mentre rientro a casa dal ristorante posto a 6 chilometri da dove abito oppure il mio vicino di casa che quest'estate, in camper, è partito da Barcellona ed in'unica tratta (fermandosi solo per far rifornimento di carburante) è rientrato a casa.... Ha percorso 1.230 chilometri partendo alle sette di mattina per aprire i cancelli di casa alle 21,45: 14 ore di guida e circa 40 minuti tra pause e fermate, chi tra i due?
Fossimo arrivati a casa nello stesso identico momento nella situazione sopra esposta sarei stato più pericoloso io oppure lui? Chi avrebbe avuto i riflessi maggiormente all'erta (come si dice in gergo pronti) per evitare un bimbo in bicicletta sbucato da una laterale nella quasi oscurità?". La risposta è ovvia: "Io non ho dubbi, il legislatore somaro neanche... (e purtroppo decide lui!) ma mentre io sono pragmatico lui è retorico!".
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giovedì 23 settembre 2010

La rivincita del Brunello

Il "Castello Romitorio" vince l'Internation Wine Challenge.
Cuoio, note di tabacco e viole con frutti rossi che dominano sul palato. I giudici dell'International Wine Challenge, prestigiosa competizione britannica, hanno dovuto assaggiare - rigorosamente alla cieca - oltre diecimila bottiglie prima di conferire al Brunello di Montalcino Riserva 2004 del Castello Romitorio il titolo di miglior rosso del mondo.
Un vino letteralmente d'artista, visto che nasce da terreni di prprietà di proprietà del pittore e scultore Sandro Chia, che nel 1984 tornò da New York per acquistare - nelle campagne del Senese - una tenuta di 180 ettari dominata dalle rovine di un castello, oggi restaurato pazientemente usando solo materiali di recupero.
L'International Wine Challenge ha premiato anche il Concerto Lambrusco Reggiano Doc, come miglior spumante per il rapporto qualità prezzo. Un altro segnale incoraggiante per un settore chiamato a confrontarsi con un mercato internazionale sempre più aggressivo. (Fonte: Regione Toscana).

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martedì 21 settembre 2010

L'etilometro è inaffidabile (ma allora bisogna cambiare prospettiva).

di Angelo Peretti L’etilometro è inaffidabile. Lo dice la Fivi, la Federazione italiana dei vignaioli indipendenti. L’ha annunciato a Milano, ieri. In una conferenza stampa. Parole pronunciate da Costantino Charrère, presidente dei vigneron italici (lui è quello de Les Crêtes: io che non bevo chardonnay e che non amo il legno, ma talvolta faccio un’eccezione per la sua Cuvée Bois).
Il fondamento della perentoria affermazione sta negli studi di un professore americano, Michael Hlastala, dell’Università dello Stato di Washington, che in contributo in video (foto qui in fianco) ha dichiarato che “l’etilometro non è da ritenersi attendibile perché dovrebbe essere perfezionato tenendo conto dei fattori che incidono in modo rilevante sul respiro”.
Può darsi, non so, posso crederci, ma non sono competente. Però i temi, a mio avviso, sono altri. E sono due.
Il primo: la Fivi fa bene a rompere gli schemi, vivaddìo. Fin più o meno tutti, nel mondo del vino, hanno mostrato una sorta di sacro timore a dire le cose che vanno dette. Ossia che dalla campagna proibizionistica, troppo spesso concentrata sul vino, c’è qualcuno che ci guadagna. “Oggi la nostra filiera – ha spiegato Charrère – vive una delle più grosse crisi strutturali che mai si siano verificate. Cala il consumo del vino per dare spazio ad altre bevande industriali anche eccitanti.

Questo si somma a una campagna di denigrazione del vino che va a colpire quei consumatori moderati per i quali il vino è alimento”. E poi: “Combattere il consumo di alcol con il proibizionismo abbatte il consumo di vino, ma non delle altre bevande alcoliche più pericolose, che i giovani continuano a consumare”. Finalmente qualcuno che lo dice, fra i produttori. Perché, se c’è qualcuno che ci guadagna, ci sono altri che ci rimettono. Ci rimettono i vignaioli, i ristoratori, certo. Ma anche i bevitori moderati, che siccome son moderati in tutto, quando è venuto fuori l’incubo del ritiro della patente hanno smesso di ordinare vino al ristorante. Perché niente e nessuno li tutela e li aiuta a verificare se sono in regola o no. Perché sono coscienziosi, fin troppo. E intanto che loro fanno astinenza, i ragazzotti in discoteca e i delinquenti a piede libero si sballano di superalcolici e pasticche e polverine bianche e altro, e del wine in moderation ed altre formule del genere non gliene frega proprio niente, perché col vino non si sballa, o fa meno fashion farlo.
Seconda questione. Questa la dico io, e me ne assumo la responsabilità. Che l’etilometro sia attendibile o meno è interessante - anzi, è giusto - saperlo, ma insistere ha un rischio. Nel senso che anche se si dimostrasse che è una patacca, si troverebbe un altro strumento, e quando si dimostrasse (e lo si dimostrerebbe, prima o poi) che anche questo non va bene, allora non resterebbe che una soluzione: tolleranza zero. Esattamente il contrario di quel che occorrerebbe. Intendo dire che ritengo non utile combattere la campagna di demonizzazione del vino cercando di demonizzare lo strumento di controllo. Serve altro. Serve far cultura.
Sposo dunque le idee di Giancarlo Trentini, presidente dell’Osservatorio permanente su giovani e alcol, pure presente a Milano: bisogna cercare di capire “che cosa fare non in difesa, ma pro il consumo intelligente del vino”. E poi: “Per i produttori di vino sarebbe meglio puntare su una strategia più difficile: una battaglia a favore del vino si può sostenere se è nel nome dei valori piuttosto che sulla confutazione delle idee scientifiche”.
Come tradurre in pratica una simile indicazione? Non lo so. Ma credo che prima di tutto sia necessario un salto di mentalità da parte di chi fa vino e di chi ama berlo: suvvia, lavoriamo “per” e non “contro”. Allora, cambiando prospettiva, la soluzione la troveremo.
Intanto, brava Fivi, che comincia ad esser presente nella società. Senza peli sulla lingua, senza sudditanze. Magari un po’ artigianalmente (come si fa a lasciar dire al moderatore che “non si è mai visto un alcolizzato bere Sassicaia o Tignanello”?), ma ci si deve pur fare le ossa.
Avanti: la strada giusta, quella della consapevolezza, è stata imboccata.

mercoledì 1 settembre 2010

Alimenti e sofisticazioni !

Comunicato di Vincenzo Donvito 30 agosto 2010 16:47


Ultimamente, sulla sicurezza degli alimenti se ne stanno vedendo di tutti i... colori. Siamo partiti dalla mozzarella blu, poi la ricotta rossa, il pollo fluorescente, di nuovo la mozzarella a pallini rossi, poi il pesto che da rosso diventa verde e, infine, siamo approdati alla mozzarella rosa. Nel frattempo, siccome in merito spesso le autorita' navigano a vista, non ci sono risposte che ci rassicurino tranne una sui pallini rossi che ci ha detto che non fanno male anche se sono dovuti a cattiva conservazione, e un'ipotesi di un bimbo che aveva scritto coi pennarelli sulle gracili confezioni delle mozzarelle poi divenute blu... in alto mare.
Sempre nel frattempo, com'era prevedibile visto il clima diffuso di esaltazione delle pene e delle carceri ad ogni livello, le uniche proposte che vengono avanzate riguardano un aumento delle pene per chi si e' reso responsabile di queste presunte contraffazioni.
Evidentemente l'esperienza non insegna nulla. Basterebbe che chi dice di essere convinto che una multa piu' salata o la sospensione/ritiro delle autorizzazioni aziendali alla produzione sarebbero un toccasana, si ricordasse di quanto accade, per fare un esempio eclatante, col codice della strada: le norme ci sono e non vengono rispettate e fatte rispettare; tutti se ne rendono conto e, puntualmente, invece di fare investimenti per maggiori sistemi e personale di controllo, il legislatore ci regala pene piu' severe... che scalfiscono i problemi solo marginalmente, continuando a mantenere in piedi la piu' ampia e organizzata macchina di morte del nostro sistema moderno, la mobilita' privata.
Cosi' si vuole anche per i “colori impropri” di cio' che mangiamo? Nel caso, i delinquenti si organizzeranno meglio e presteranno maggiore attenzione a sistemi di contraffazione meno evidenti, piu' sicuri (per loro) e meno individuabili. La scienza e le conoscenze sono all'altezza di questo, perche' non dovrebbero farlo? Aziende che vivono sulla contraffazione esistono per questo, una loro conversione per la paura di “essere chiuse” o per una multa piu' salata, e' impensabile. Il crescente impoverimento della popolazione chiede un mercato piu' economico dove le aziende di prodotti non-contraffatti tardano nel fare offerte... e i delinquenti, invece, sono pronti e strutturati per rispondere a questa esigenza.
Certamente e' piu' facile aumentare una pena che non investire in maggiori controlli, ma il legislatore si dovrebbe porre una domanda: a chi giova che io continui solo a farmi propaganda e non affronti il problema alla radice? Domanda che -comprendiamo visto lo stato delle nostre istituzioni- difficile ad essere posta in modo diverso, ma noi siamo ottimisti.....

Nuovo Corso Vini !

giovedì 29 luglio 2010

IL VINO ITALIANO MOTORE DELLA RIPRESA

Il vino sarà il motore dell'export italiano.
Un interessante studio di BMPS
Il vino italiano sarà fra i motori della ripresa dell'export nazionale: lo afferma uno studio condotto dall'Area Research di Banca Mps, secondo cui il 2010 si è aperto con "il ritorno di un cauto ottimismo" sui mercati, grazie a una crescita delle esportazioni del vino made in Italy di oltre l'8% sia in termini di volume che di valore. A far segnare l'incremento più forte sono stati i paesi non europei (+16,4%), a fronte di un recupero più contenuto della Ue (+2,4%). Spicca il balzo della Cina, con un incremento in valore di oltre il 70%, come conseguenza del crescente ruolo del vino nella cultura alimentare cinese. In Asia il consumo del vino aumenta ad una velocità pari a 4 volte quella media mondiale, e tra il 2009 e il 2013 è prevista una crescita del 25%. "Fare sistema - afferma Bmps - mettersi insieme, attraverso ad esempio il modello delle reti di impresa, per affrontare i mercati, anche più lontani che presentano crescenti potenzialità di crescita, appare una delle opzioni più interessanti per le imprese". In Italia il settore vitivinicolo fattura 13,5 miliardi di euro all'anno, di cui 3,5 mld di export (la prima voce dell'export alimentare italiano), a cui si aggiungono circa 2 mld di indotto. (fonte Il Giornale)

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