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venerdì 27 settembre 2013

"I poteri forti distruggono gli stati nazionali in Europa e Medio Oriente"

Stiamo assistendo alla disgregazione degli stati nazionali sia in Medio Oriente con l'esplosione di conflitti etnico-confessionali e in Europa con la perdita della sovranità monetaria e legislativa. 
E' una strategia promossa dai poteri forti finanziari globalizzati. 
(Magdi Cristiano Allam, Bruxelles). 

domenica 22 settembre 2013

ANDAMENTO: il 476 d.C. nel futuro dell'Europa

di Gianni Pardo
Roma fu la capitale del più grande impero del mondo antico. La sua civiltà e le sue istituzioni furono talmente ammirate che sembrarono indistruttibili. Nel IV o nel V sec.d.C., quando già era vecchia di undici secoli, perfino quelli che le facevano la guerra tendevano ad assimilarsi alla sua civiltà, e a farne parte. I romani consideravano i singoli problemi come mali momentanei che forse il tempo avrebbe guarito.
Le cose invece piano piano peggioravano. La conclusione non poteva che essere la catastrofe e tuttavia, dal momento che il tempo passava e la catastrofe non si verificava, si sopravviveva in attesa degli sviluppi. Finché, nel 410, Alarico mise a sacco la città. Fu un avvertimento che non poteva essere ignorato, ma non si vedeva quale risposta si potesse dare: sarebbe stato necessario resuscitare quei romani guerrieri e patrioti che si erano ripresi persino dopo la sconfitta di Canne. La vita riprese a scorrere, forse si sperò che il destino decidesse autonomamente di salvare Roma, e invece arrivò Odoacre.
Quando il male progredisce, il passare del tempo non deve rassicurare. Una malattia asintomatica non è per questo meno grave: bisogna curarsi come se si stesse soffrendo molto e solo uno sciocco non lo farebbe, con la scusa che sta benissimo. A tutto questo si pensa mentre in Europa siamo in una situazione non dissimile da quella di Roma durante la decadenza. Da un lustro abbondante vediamo la crisi aggravarsi e da un lustro abbondante ci limitiamo ai palliativi. Ognuno spera che la tegola cada sul prossimo governo.
Il nostro tumore (maligno?) si chiama euro e i suoi guasti sono evidenti. Purtroppo ogni rimedio sembra peggiore del male. Se lo si annulla, può darsi che alcuni Stati molto indebitati falliscano. E mentre loro precipiterebbero in tragiche crisi economiche, cesserebbero di rimborsare i titoli detenuti dagli altri Stati, fino a provocare la crisi anche da loro. 

Fonte: LsBlog - Articolo Completo QUI

Riepilogo su: Euro, Europa, Unione Europea e Stati Uniti d'Europa QUI

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giovedì 19 settembre 2013

Euro, Europa, Unione Europea e Stati Uniti d'Europa ! Diamoci un Governo Forte, Credibile, Serio e usciamone, prima che sia troppo tardi (forse già lo è). Questa Europa ci sta Uccidendo !




sabato 27 luglio 2013

ITALIA: Situazione Debito Commentata !

Governo, sempre Forte con i Deboli e sempre Debole con i Forti ! 
I conti sono destinati a peggiorare sempre fino al nostro fallimento, anche dissanguando completamente il popolo (e lo stanno facendo). Se non siamo TITOLARI della Moneta non possiamo guidare ne inflazione, ne svalutazione. I SOLDI LI STIAMO COMPRANDO DA UN PRIVATO E NON POTREMO MAI PAGARLI PERCHÉ IL FORNITORE APPLICA UN TASSO CHE DOVREMMO PAGARE CON ALTRI SOLDI STAMPATI CON ALTRO TASSO ! Se poi si preferisce far finta di non capire, tentando di dare la colpa sempre all'avversario politico e mai al meccanismo perverso che ha una precisa DATA di inizio e delle chiare FIRME sugli accordi, possiamo solo augurarci di morire presto per abbreviare l'agonia !

Euro, Europa, Unione Europea e Stati Uniti d'Europa !

martedì 9 luglio 2013

Fmi: rilaciare crescita in Eurozona

Lagarde, Eurozona vulnerabile finché manca crescita.

(ANSA) - NEW YORK, - Rilanciare la crescita e l'occupazione e' un ''imperativo'' per l'area euro. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). La zona euro e' ''ancora vulnerabile'' alle tensioni a causa della ''scarsa crescita'': lo ha detto il direttore generale Christine Lagarde al termine dell'eurogruppo.

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mercoledì 1 maggio 2013

Nuovo look per i 5 euro dal 2 maggio

Dopo 11 anni l'euro si rinnova: arriva una nuova serie delle banconote, a partire dal biglietto da 5 euro. La nuova serie di banconote sarà chiamata "Europa", avrà una effige dell'Europa con una figura della mitologia greca e con l'iscrizione delle origini del Vecchio Continente. Le banconote verranno introdotte gradualmente nei prossimi anni, iniziando col taglio da 5 euro dal 2 maggio.
Gli altri tagli da 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro verranno messi in circolazione gradualmente nel corso di diversi anni e l'introduzione avverrà in ordine progressivo. Alla banconota da 5 euro seguirà il biglietto da 10. Inizialmente, la prima serie circolerà insieme alle nuove banconote, ma sarà progressivamente ritirata dalla circolazione e infine dichiarata fuori corso. La serie 'Europa', spiega la Bce, è una evoluzione della prima serie. Le banconote avranno gli stessi disegni della serie precedente, ispirata al tema 'Epoche e stili', e gli stessi colori dominanti, ma le caratteristiche di sicurezza sono state perfezionate rendendo l'euro più sicuro e più difficile da falsificare. Oltre al ritratto di 'Europa' nella filigrana e nell'ologramma, infatti, le cifre avranno una colorazione brillante. Muovendo la banconota, la cifra brillante produce l'effetto di una luce che si sposta in senso verticale. Nella banconota da 5 euro la cifra cambia colore, passando dal verde smeraldo al blu scuro. Giovedì, comunque, l'aspetto del nuovo taglio da 5 euro sarà svelato in tutti i suoi elementi. 
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sabato 28 luglio 2012

Italia Torni alla Lira! La Salvezza Fuori da Euro

Fonte: http://www.professionefinanza.com/scheda.php?id=6275 
Italia e Irlanda hanno più motivo di lasciare la zona euro rispetto alla Grecia. Le rispettive economie ne beneficerebbero. Questa la conclusione cui è giunta Bank of America (BofA) Merrill Lynch. Un ritorno alla lira salverebbe il paese. 
L’ITALIA, il cui rating sovrano è stato declassato di due tacche de Moody’s, potrebbe trovare la salvezza fuori dalla zona euro? Il paese, secondo l'agenzia di rating statunitense, è esposta al pericolo di contagio di Grecia e Spagna, e al rischio di non essere in grado di ottenere finanziamenti dai mercati dei capitali a causa di una crescita debole e di un tasso di disoccupazione elevato. Eppure Venerdì, l'Italia non ha avuto difficoltà a collocare 5,25 miliardi di euro sui mercati obbligazionari nel corso dell'asta Btp.
MENTRE molti esperti si aspettano una "Grexit", "gli investitori sottovalutano la volontà di un paese di uscire dalla zona euro. David Woo e Athanasios Vamvakidis, due strateghi esperti di mercato dei cambi presso Bank of America Merrill Lynch hanno concluso che l'Italia sarebbe il paese che maggiormente beneficerebbe di una simile operazione tra gli i 11 paesi che hanno adottato la moneta unica.
APPLICANDO una analisi costi-benefici, gli analisti hanno stabilito una classifica rispondendo a quattro domande.
- Quali sono le possibilità di uscire in maniera ordinata?
- Quali sono gli effetti di un'uscita sulla crescita economica?
- Quali sono gli effetti sui tassi di prestito?
- Qual è l'impatto sul bilancio economico del paese?
NEL PRIMO CASO, in cui sono considerati lo stato del bilancio pubblico e di quello corrente come misure del rischio di uscita senza una grave crisi nel settore, l'Italia occupa il terzo posto. Il paese è in effetti l'unico a realizzare un avanzo primario insieme alla Germania, che si colloca al primo posto mentre la Francia è nona, come l'Irlanda.
PER LA SECONDA DOMANDA, che si basa sull'evoluzione delle esportazioni in caso di un effetto di cambio più favorevole, l'Irlanda potrebbe trarre i maggiori benefici con un incremento del 7% della sua produzione, l'Italia seguirebbe con il 3%. La Germania sarebbe particolarmente penalizzata con una riduzione dell'11% della sua produzione. La Francia si colloca al quinto posto con un guadagno dell'1%.
SUL TERZO PUNTO, relativo ai rendimenti dei titoli, la Grecia si prende una rivincita: il paese trarrebbe infatti vantaggio da un'uscita, con una diminuzione del tasso di ben 2.200 punti base (bps), logicamente seguita da Portogallo e Irlanda, i tre paesi che hanno più accesso ai mercati dei capitali. L'Italia è al quinto posto (- 20 bp) davanti alla Spagna (-80 bps). La Germania avrebbe molto da perdere, con un aumento dei tassi di interesse di 80 bps.
INFINE, per quanto riguarda il bilancio del paese, stabilito tenendo conto della posizione netta d’investimento estero e applicando un deprezzamento della valuta, l'Irlanda si collocherebbe al primo posto, mentre la Germania all'ultimo.
COMBINANDO questi quattro criteri, Italia e Irlanda si classificano al primo posto, mentre la maglia nera spetta alla Germania. In altre parole, la Germania, che potrebbe facilmente uscire dalla zona euro, non avrebbe alcun interesse a farlo, perché si troverebbe ad affrontare una crescita più debole, oneri finanziari più elevati mentre i suoi bilanci accuserebbero un duro colpo. Al contrario, per l'Italia un ritorno alla lira sarebbe persino auspicabile in quanto si tradurrebbe in maggiore competitività, più crescita e migliori finanze pubbliche L’ANALISI mette inoltre in luce come “mentre la Germania potrebbe ‘corrompere’ l’Italia a rimanere nella zona euro ed evitare le conseguenze di una uscita, la possibilità che ciò accada è limitata. Questo perché l’Italia ha più motivi rispetto alla Grecia di uscire e ogni compensazione potrebbe divenire troppo costosa per la Germania oltre al fatto che gli italiani potrebbero essere più riluttanti dei greci ad accettare le condizioni per rimanere”.
PRIMA di riflettere su un possibile abbandono di un paese si dovrebbe forse pensare a ciò che si vuole fare a (e con) questa moneta unica. Serve una maggiore integrazione europea (Italia compresa) o il crollo di Eurolandia potrebbe risolvere i problemi di molti paesi? 


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