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lunedì 20 dicembre 2021

Sarà questo il prossimo futuro ? di Roberto Vacca

2056: nuova società digitale - complessa, informata, positiva, 

 CLASS - 18 Dicembre 2021.

Oggi 7 Dicembre 2056 sono tornato al lavoro: integrare dati, pianificare, organizzare, controllare. Questi 30 giorni di vacanza mi hanno fatto bene. La vita nella Riserva è lenta: un tuffo all’indietro di mezzo secolo. I tre milioni di abitanti – i Semplici – stanno bene. Vivono all’antica, ma hanno auto, telefoni, televisione e antichi computer stand alone. La Riserva è popolata poco densamente, tranquilla, senza novità. Non fanno previsioni. Coltivano la terra e producono oggetti anche a mano. Risolvono con fatica problemi semplici. Sanno poco. Non sfruttano strumenti moderni, né reti telematiche. Si curano con mezzi antiquati e in media vivono solo 80 anni. Amano il loro ambiente protetto da noi. Non fanno ragionamenti complessi. Fra loro ci sono bravi artisti: ho anche comprato quadri e sculture. Non ci invidiano e ci chiamano “cervelloni”. Alcuni di noi - Normali - li chiamano “bisnonni”.

Ora sono tornato nelle vaste aree del mondo Normale. Usiamo tecnologie avanzate con alti rendimenti. Minimizziamo l’impiego di materiali. Ciascuno di noi ha un suo Polo personale connesso al sistema telematico (milioni di volte più potente e veloce del vecchio Internet) che copre il globo e permette a ogni utente di scambiare parole, immagini, dati, voce, musica con chiunque altro e con i Centri Intelligenti. Accediamo a tutta la conoscenza accumulata nella storia e aggiornata continuamente da sistemi automatici e dai Grandi Maestri. Seguiamo programmi interattivi di intrattenimento e di insegnamento e corsi di scienza, arte, storia, tecnologia, psicologia, letteratura. I Centri Intelligenti assicurano anche l’assistenza sanitaria. Diagnosticano le malattie, prescrivono le cure e, se necessario, organizzano interventi di medici e paramedici umani. Stiamo in buona forma e viviamo in media fino a 95 anni.

Molti di noi usano un Memento, un robot personale conversazionale che conserva idee e conoscenze private – la propria storia. Alcuni di noi considerano il Memento come un amico virtuale e perfino come uno psicoterapeuta. Ci parlano tanto a lungo e in modi così distorti che per loro è come una droga. Queste deviazioni inebrianti sono rare e scoraggiate. Sono tenute nascoste dagli ingenui che cadono in questi eccessi.

Ora il Polo nella mia stanza, crea immagini in 3D dei membri del mio gruppo che lavorano nelle loro case – vicine o in altri continenti. Sono in piccola scala. Quando uno parla, l’immagine ingrandisce, così apprezzo l’espressione del volto. Parliamo chinglish, cinese, cinitaliano. Ci scambiamo testi, basi dati, formule, diagrammi.

Ora seguiamo (e ottimizziamo) le procedure della rete interconnessa dell’energia mondiale gestita dal software della Grande Rete. Valutiamo i rendimenti. Decidiamo modifiche e innovazioni. L’energia è prodotta da eolico, idroelettrico, geotermico, maree, nucleare [piccole centrali sicure], termoelettrico gas e carbone. L’anidride carbonica prodotta viene scissa di nuovo in carbonio e ossigeno e in parte compressa e portata alle serre iperproduttive che producono alimenti per tutto il mondo. Non ci sono più esseri umani che soffrano la fame.

La Grande Rete contiene database con dati aggiornati di continuo su tutti i valori delle variabili, oltre che per l’energia, per trasporti, comunicazioni, commercio, miniere, stato delle popolazioni [concentrazioni, salute, attività]

Nel 2056 la famiglia, base della società, è un gruppo di persone in simbiosi con lo stesso supercomputer. Non sono significativi i vincoli di sangue, non ci sono rapporti gerarchici. Il loro numero è arbitrario e la distribuzione fra i sessi è casuale. I rapporti sessuali sono altrettanto frequenti fra membri di una stessa famiglia e di famiglie diverse.. Tutti i membri di una famiglia si considerano figli del computer. I bambini sono allevati da tutti, ma il computer svolge parte essenziale della loro educazione.

Il supercomputer registra in memoria: informazioni scientifiche e testi letterari, storia, tradizioni e aneddoti familiari, contabilità del patrimonio familiare e dati che i familiari gli affidano. È biblioteca, libro di testo, libro dei conti, consigliere e guida. Comunica con testi su carta o schermo e anche con le voci dei membri presenti e passati. Ha una personalità composta da quelle dei figli vivi e morti.

Alcune famiglie hanno orientamento scientifico, altre letterario. Altre esercitano attività commerciali, tecniche o manifatturiere. Le società industriali e commerciali non esistono più. Ogni struttura economica è una famiglia. Alcune famiglie, che producono automobili, aeroplani o computer hanno migliaia di figli. Fra loro non ci sono lotte di classe, né di potere. La società è stabile. Non esistono più razze umane diverse. La facilità delle migrazioni ha favorito la miscegenazione: le caratteristiche somatiche degli esseri umani in tutto il mondo sono uniformi. L'economia non ha più cicli di variazione. Le aziende familiari sono stabili, il tenore di vita è alto. Facciamo ricerca. Continuiamo a migliorare. 


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lunedì 25 maggio 2020

Puntare alla riduzione della popolazione mondiale - la nostra ultima speranza.

IMPLOSIONE DELLA POPOLAZIONE - di  Roberto Vacca - CLASS, 2/5/2020
Roberto Vacca
Per fare previsioni socio-economiche occorrono proiezioni sull'andamento  della popolazione nelle regioni considerate e, a largo raggio, nell'intero  pianeta. Si tenta di formularle da oltre 2 secoli. Nel suo saggio A Summary View of the Principle of Population, (1830), Malthus sostenne che la crescita esponenziale della popolazione era dimostrata dai censimenti americani dal 1790 al 1830: tasso annuale di crescita 3,08% annuo. Se fosse continuata a quel tasso, nel 2018 gli americani sarebbero stati 3,8 miliardi. Erano, invece, 329 milioni. Malthus, poi assumeva che i dati americani valessero per tutto il Mondo.
La popolazione mondiale crebbe molto nel 19° e nel 20° secolo. Era di un miliardo nel 1800. Crebbe ancora di 1 miliardo nei 127 anni seguenti e ancora di 1 miliardo dopo 32, 15, 13, 13, 11 anni (arrivando a 7 miliardi nel 2011). La crescita continua a rallentare, ma negli anni 60 e 70 del secolo scorso  P. Ehrlich scriveva di “bomba demografica” e il Club di Roma propugnava controllo delle nascite e freni allo sviluppo. 
Da anni non si parla più di tragedia della sovrappopolazione, altro che in certe regioni. Taluno, però, ancora sostiene che questo rischio sia uno dei più gravi che corriamo. Opinioni più caute sono suggerite dal fatto che la popolazione mondiale raddoppiò dal 1950 al 2010, ma in quei 60 anni la produzione di alimenti triplicò. Nel 1800 era in povertà estrema l’85% della popolazione  mondiale, ma solo il 50% nel 1950 e il 14% nel  2019.
Oggi il tasso di natalità medio nel mondo è di 18,5/anno per ogni 1000 abitanti e il tasso di mortalità è di 7,8/anno per ogni 1000 abitanti. Quindi l’aumento della popolazione e di circa l’1% all'anno. La speranza di vita alla nascita tende ovunque (più o meno rapidamente) verso gli 80 anni - o più. 
Considerare tendenze e tassi è interessante, ma non consente  di formulare previsioni quantitative affidabili e nemmeno di avanzare ipotesi interessanti. 
Natalità, mortalità, fertilità, speranza di vita, età mediana, tassi di mortalità dovuta a violenza, epidemie, guerre, catastrofi naturali, meteorologia, produzione agricola: sono fattori che influenzano i livelli di popolazione. Interagiscono gli uni con gli altri in modi complessi e poco prevedibili o modellabili. Possiamo cercare di intuire l’andamento della popolazione di certe regioni o del mondo. Però molti tipi di processo di sviluppo o declino si descrivono (producendo proiezioni plausibili e spesso accurate) con le equazioni di Volterra. Esse descrivono l’evoluzione di popolazioni biologiche, epidemie, artifatti umani, etc. e definiscono curve logistiche a S. Tipicamente una popolazione parte da valori minimi e comincia a crescere lentamente. Poi la crescita accelera fino a sembrare esponenziale. Quindi rallenta gradatamente quando entrano in azione fattori limitanti e raggiunge un valore massimo costante A - l’asintoto. Ho definito una procedura analitica e un software con cui individuare asintoto ed equazione della curva logistica  che meglio si adatta [con errore standard di pochi per mille] a una serie storica. Usando le statistiche fino al 1970, il massimo della popolazione mondiale risultava di 17,25 miliardi. Coi dati fino al 1994, l’asintoto diminuiva a 13,8 miliardi e con quelli fino al 2018 a 11,07 miliardi. L’analisi sembra confermare che ci avviamo verso una diminuzione della popolazione mondiale.
I rischi di carestie, guerre o catastrofi che uccidano decine di milioni di persone pare diminuiscano, dati i progressi della scienza e quelli, più lenti, della diplomazia. Resta il rischio massimo di una guerra nucleare scatenata anche per caso. Ricordiamolo e limitiamolo ancora. 

mercoledì 27 febbraio 2019

Dimenticare Hegel, di Roberto Vacca, pubblicato da SKORPIO il 25/2/2019

Prof. Roberto Vacca
“Hegel, il Grande Filosofo, era un ciarlatano testa-piatta, insipido, nauseante, illetterato. Raggiunse il sommo dell’audacia scribacchiando pagine folli e prive di senso.”
Se questa opinione di Schopenhauer fosse stata ascoltata, molte scuole e accademie non sarebbero state tristemente dominate da tanti hegeliani. Benedetto Croce (hegeliano) concludeva un suo saggio del 1907 sostenendo che prima di criticare Hegel bisogna leggere i suoi libri. Aveva ragione. Io, invece, commisi il grave errore, di pubblicare più di una volta le righe seguenti (che avevo tratto da vari siti in rete) di cui ignoro l’autore originale:
Hegel nel 1801 scrisse una dissertazione dottorale in cui dimostrava che - per ragioni logiche - nel sistema solare ci dovevano essere 7, e solo 7, pianeti: intanto l’astronomo Piazzi a Catania ne scopriva un ottavo:  il piccolo pianeta  Cerere.
Non avevo letto quella dissertazione di Hegel. Ora ne ho letto gli oltre 20.000 caratteri e faccio ammenda. Nella Parte III Hegel scrive che le distanze dei pianeti dal sole suggeriscono una progressione aritmetica “di cui la filosofia non si interessa” e nota che nella successione manca un pianeta che dovrebbe esserne il quinto membro sito fra Marte e Giove - come Cerere. Dunque la scoperta di Piazzi non dovette sorprenderlo. Aveva trovato quella progressione -approssimativa: 1, 2, 3, 4, 9, 8, 27 - nel dialogo di Platone “Timeo” - e aveva sostituito 16 a 8  per far tornare i conti. Si rendeva conto del fatto che i conti del Timeo non si riferivano affatto ai pianeti. Sosteneva, però, che quelle regolarità non possano essere solo un dato sperimentale: “i numeri della natura non possono  essere alieni dalla ragione”. Questa sua frase è priva di senso ed era insensato anche cercare razionalità nel vecchio testo platonico - pieno di assurdità come “gli uccelli discendono da uomini i cui capelli sono diventati penne”; “i quadrupedi discendono da uomini non filosofi”.
La dissertazione contiene asserzioni folli, come “la filosofia può dedurre a priori ciò che il metodo sperimentale cerca di scoprire da esperimenti con successi falsi e infruttuosi.”
Hegel, dunque, ha fatto ben di peggio di quanto gli attribuiva quel disinformato critico anonimo. Prendeva in giro Newton, senza averne capito le innovazioni logico-sperimentali con cui creò la scienza moderna. Usava i termini “forze centrifughe e centripete”, “potenziale”, “linea”, “magnetismo”, “materia morta”, “attrazione”, “impulso”, “coesione” - senza aver capito le definizioni dei fisici di alcuni termini, e senza definirne altre. 
Le rare affermazioni comprensibili che scrive, sono false. Esempio: “la forza di gravità è maggiore all'equatore e alle basse latitudini”. Invece è minore a causa della maggior distanza dal centro della  terra e della maggior forza centrifuga. Hegel sostiene che alle alte latitudini “c’è meno materia” - come se la forza di gravità fosse perpendicolare all'asse terrestre e non diretta verso il baricentro. Altro esempio: “il peso di un corpo dipende dalla sua forma oltre che dalla sua massa”.
Non si può parlare di falsità, quando le frasi della dissertazione sono prive di senso comune come le seguenti:
“Il tempo quando riferisce la sua propria produzione allo spazio, genera una linea: è lo spirito che genera sé stesso - anche se in forma soggettiva - e si rivela in sé stesso, assumendo forma completa e naturale, transitando nel proprio opposto, lo spazio e generando il piano, privo di ogni altra differenza, dato che non ne abbiamo asserita alcuna, a parte l’estensione e la mente, ed è un quadrato”.
“Un  corpo, dopo tutto, non è altro che la manifestazione di una forza fisica o di un’idea vera.”
“La scienza  della meccanica non offre altro concetto di base della materia, se non la morte che chiama “inerzia” o indifferenza sia al moto, sia alla quiete.”
Hegel è stato annientato da V. Pareto, nella “Sociologia Generale”, da K. Popper in “La società aperta e i suoi nemici”. 
Quanto scrivo sopra aggiunge chiodi alla sua cassa da morto. Ho riletto passi della sua “Enciclopedia  delle scienze filosofiche”. In centinaia di pagine le frasi prive di senso sono molte. Non vale la pena di individuarle e citarle. Meglio ignorarle.
Alcuni studiosi  di fama hanno analizzato analogie e derivazioni degli scritti di Hegel da testi ermetici. Sono risaliti a Giordano Bruno e ad altri. Mettere in luce le antiche ispirazioni di queste assurdità potrà essere divertente per qualcuno. È più utile combattere le insensatezze che continuano a essere proposte. Procedere sulla via della ragione è arduo e crea avversari e nemici. Io ed altri riteniamo sia l’unica possibile.

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mercoledì 14 novembre 2018

Kronos, l’origine del tempo - 181112 - L’Orologio.

Roberto Vacca
Più di tremila anni fa, i greci vedevano un mondo simile al nostro. Coltivavano la terra, costruivano, avevano capito varie cose. Si chiesero da dove venisse tutto ciò. Le cose più grandi che vedevano erano cielo e terra: Urano e Gaia. Era plausibile l’opinione che le cose grandi avessero prodotto tutte le altre. 
Come altri popoli, inventarono il concetto di divino; potente, creatore. Urano e Gaia si accoppiarono e produssero i Titani: Okeanos, Ceo, Crios, Iperione, Iapeto, Teia, Rea, Mnemosine, Temis, Foibe, Tethis, Kronos. Urano divorò molti dei suoi figli, ma fu castrato da Kronos e forzato a rivomitarli vivi. Okeanos creò il mare. Altri titani crearono memoria, paura, avidità. Kronos si accoppiò con la sorella Rea e generò Zeus, padre degli dei ben noti.
Kronos (o un altro dio omonimo) creò il tempo e lo simboleggiava. Più tardi fu rappresentato come decrepito. Contava anni, giorni e ore – “Ora” è parola greca. Agli inizi  di quella civiltà, le idee erano confuse. Ci vollero secoli  perché i ragionamenti migliorassero. La rozza definizione dei quattro elementi [terra, acqua, aria e fuoco] fu conservata per quasi due millenni. Intanto Euclide sviluppava  la geometria con i suoi teoremi. Altri grandi - cominciavano a creare la matematica e la fisica. Archimede, il genio più grande, scopriva anche il calcolo infinitesimale e tanto altro. Il problema dell’origine del tempo non veniva affrontato.

Nel 1854 nel suo libro "Le leggi del pensiero" il matematico inglese George Boole usò l'algebra della logica, da lui inventata, per trasformare in formule i ragionamenti del teologo Samuel Clarke, di cui accettò due tesi antitetiche, considerate le sole possibili. La prima è "L'universo è sempre esistito". La seconda: "L'universo ha cominciato a esistere in un certo momento del passato - ed è stato creato da un altro essere." Sebbene nessuno avesse mai visto creare alcunché dal nulla, Boole ritenne di aver dimostrato logicamente l’esistenza di un creatore onnipotente, necessario, intelligente, eterno, infinito. Altri  notoriamente,  dissentono. 

Siamo abituati a considerare il nostro mondo come esistente in 3 dimensioni geometriche: altezza, larghezza e profondità. Chi sa di geometria, parla di 3 assi perpendicolari fra loro: x,  y  e  z.  Poi c'è la quarta dimensione: il tempo. La elettrodinamica quantistica suggerisce ora che il mondo sia costituito sempre da 4 dimensioni, solo 2 delle quali, però, sono spaziali - geometriche. Le altre 2 sono dimensioni temporali, ma non sono reali: sono immaginarie o complesse [in senso matematico!].
I numeri complessi possono definire la distanza fra due punti nello spazio-tempo - separati da una lunghezza reale (in metri) e da un tempo immaginario (in  i-secondi). Il tempo reale in cui crediamo di esistere e di cui parliamo è, forse, un'illusione. Il tempo vero sarebbe quello a due dimensioni immaginarie. Non avrebbe più senso parlare, allora, di un inizio del tempo, ne di alcun punto singolare come quello corrispondente all'evento iniziale del Big Bang avvenuto circa 15 miliardi di anni fa e che taluno identifica con la creazione del mondo. L'universo ci apparirebbe come sempre esistito, senza discontinuità, confermando la prima fra le due tesi di Boole. Questo non implica che sia immutabile. Possiamo considerarne le evoluzioni come transizioni su una superficie continua, simili al passaggio dal polo Nord al polo Sud del nostro pianeta.
E' accertato, infatti, che l'universo si sta espandendo: e i fisici sono capaci di rispondere a domande come :"Quale è la probabilità che l'universo si espanda alla stessa velocità in tutte le direzioni quando la sua densità ha il valore attuale (che sappiamo calcolare)?"  Questa probabilità è alta. Il fatto che l'universo si espanda alla stessa velocità in ogni direzione è confermato dall'osservazione che la radiazione di fondo (costituita da microonde) è quasi costante in ogni direzione.
E torniamo al tempo. E’ rilevante la domanda: "Il tempo ha avuto un inizio oppure no?" Con le analisi e le considerazioni dei cosmologi moderni non ci avviciniamo a una risposta soddisfacente. È interessante che una matematica piuttosto semplice come quella dei numeri complessi (nota a tutti gli elettrotecnici che si occupano di correnti alternate) possa servire per dare un senso comprensibile ad affermazioni come "Esistono due dimensioni temporali immaginarie" che, altrimenti, ci sfuggirebbero del tutto.
Da quanto ho scritto qui non si possono trarre conclusioni semplici. Non si possono nemmeno intuire cose vere e interessanti sulla genesi dell'universo. Fisici famosi hanno detto che il tempo non esisteva prima del Big Bang. Per capire che intendano, bisognerebbe studiare a lungo e, forse, non basterebbe.
Ma torniamo a parlare in modo semplice. È ragionevole ritenere che qualche cosa ci sia sempre stato. Se quelle cose non avessero subito alcun cambiamento, un osservatore ideale  non avrebbe potuto concepire il tempo. Non sembra plausibile che un universo sia stato a lungo immutabile, in”fermo immagine”, per poi cominciare a variare. Anche il tempo ci sarebbe sempre stato. Per capire meglio dovremmo studiare molto di più - o chi ha già studiato dovrebbe riuscire a spiegarci meglio. 

Roberto Vacca

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martedì 21 giugno 2016

INTRODUZIONE ALLA STUPIDITA' - di Roberto VACCA

Se non stiamo attenti, siamo tutti stupidi, almeno ogni tanto. Alcuni di noi sbagliano spesso. A cose fatte, riconosciamo gli stupidi errori altrui più facilmente dei nostri. E' un primo passo per evitarli. L'argomento è importante, ma i pareri si dividono subito. Quindi è difficile formulare teorie sulla stupidità. Ci provò Carlo M. Cipolla, grande storico di economia industriale, innovazione, creazione e declino degli imperi. Nel suo Allegro, ma non troppo (Il Mulino 1988) propose "Leggi fondamentali della stupidità umana". La prima legge è: "Ognuno di noi sottovaluta sempre il  numero di stupidi in circolazione". La seconda: "La probabilità che una persona sia stupida è indipendente da ogni altra sua caratteristica". Si sente che l'approccio è in parte giocoso. Il testo è meno felice degli altri di Cipolla. Ha discusso queste tesi Giancarlo Livraghi in una serie di saggi acuti, disponibili su www.gandalf.it/stupid ma è opinabile se certe persone siano stupide o no, quindi teorizzare in merito è stancante.
Meno serio, talora assurdo, ma più divertente perché pieno di esempi, è il libro di Walter B. Pitkin: "Una breve introduzione alla storia della stupidità umana" (1932): una rassegna di errori e follie famose di oltre 500 pagine. E' un minestrone di informazioni storiche e culturali, citazioni, classificazioni improvvisate, notizie insolite. E' scritto con passione e sfocia spesso in invettive, a volte felici, a volte infondate. I difetti di Pitkin vengono redenti nelle ultime pagine del libro da folgorazioni profetiche sorprendenti e poco note di cui cito qui passi salienti.
Pitkin insegnava alla Columbia University. Pubblicò "L'arte di imparare" (un manuale pieno di efficace buon senso) e "La vita comincia a 40 anni", che diventò una battuta standard che si sente ripetere anche oggi.
Con la sua foga Pitkin prese per buone anche teorie assurde, o molto criticabili. Ad esempio, accetta come assodata la teoria che i negri siano meno intelligenti dei bianchi. Poi specifica che il problema non esiste in USA - perchè non ci sono quasi negri. Sarebbero quelli di razza pura ad essere stupidi: basta che abbiano un po' di sangue bianco per essere intelligenti come gli altri. Poi specifica: anche i bianchi non sono proprio intelligenti - in stragrande maggioranza sono stupidi.
Sono gradevoli i passi in cui Pitkin attacca personaggi famosi. Troviamo, quindi, elenchi delle stupidaggini fatte o dette da: Alessandro Magno, dagli scienziati greci (incapaci a formulare l'algebra), dagli antichi Romani, da Napoleone, dai banchieri, dagli inglesi, dal Presidente Hoover (che dichiarò salda e prospera l'economia USA due giorni prima del crollo di Wall Street del 1929), da Mussolini (che voleva ricreare l'impero e far crescere di 20 milioni la popolazione italiana), da Hitler che (un anno prima di andare al potere) si proponeva già di uccidere gli ebrei fra cui Einstein. Un posto speciale spetta a W.N. Doak, Secretary of Labor nel 1931, che attribuiva i suoi successi a una patata magica che si portava sempre dietro. Fanno la figura degli stupidi i militari: gli ammiragli tedeschi che costruirono pochi U-boot nella prima guerra mondiale, gli inglesi che fallirono a Gallipoli e tanti altri.
Pitkin fustiga la stupidità di papa Pio XI che nell'enciclica Quadragesimo Anno propugna giustizia sociale ed equa ripartizione della ricchezza. Scrive: "Non capisce che la prosperità non si raggiunge a meno che si diffonda il controllo delle nascite", commento inatteso - nel 1932. Curioso: apprezza Lenin "che cercò di liberare i russi dall'oppressione della religione capitalistica e del capitalismo religioso". Gli trovava la scusante di aver guardato il mondo attraverso gli sfocati occhiali della metafisica marxista e ne ignorava le estreme violenze. Stranamente fustiga Walt Whitman (pigro e ignorante), poeta che era invece civile e che molti di noi amano molto. Non combatte apertamente la religione, ma critica duramente le credenze gratuite nelle leggende. E fustiga gli scienziati che eccellono nel loro settore e poi sostengono gratuitamente che le loro scoperte confermano le credenze religiose che, quando erano bambini, impararono da preti e governanti.
Come rimediare alla stupidità? Qui Pitkin diventa profetico.  Dice: "Abbiamo avuto grandi successi nel produrre energia meccanica, luce e suoni. Riusciremo presto a migliorare i nostri sensi." E preconizza l'invenzione di sensori infrarossi per vedere al buio e di radar per guidare aerei nella notte a 120 km/h. Ma, dopo i super-sensi avremo la Super-macchina: Pitkin intuì l'avvento dei computer ben 5 anni prima che Claude Shannon inventasse la teoria della commutazione su cui si fonda il progetto dei circuiti digitali. La cosa è straordinaria perché Pitkin non conosceva nemmeno l'algebra di Boole (usata da Shannon), né i tentativi di Charles Babbage, cita solo una macchinetta logica realizzata da W.S. Jevons (venuto dopo Boole e più noto come economista).
Ecco alcune citazioni dal libro: "La meccanizzazione della memoria sarà lo stadio finale della guerra dell'uomo contro la stupidità. Comincerà l'era della Super-Mente. ... La Super-Mente sarà costituita da centinaia di apparecchiature capaci di eseguire su grande scala tutte le operazioni di associazione, analisi, inferenza e sintesi che la nostra mente svolge su scala minima.  ....  Dopo Jevons, uomini che combinano i doni del matematico e l'abilità dell'inventore meccanico hanno fatto progressi sorprendenti verso questa macchina suprema. Hanno costruito l'integrafo che risolve problemi di matematica superiore non solubili nemmeno dai matematici più abili - tanto da superare lo stesso Einstein. .... Il pensiero meccanizzato è cominciato: entro un secolo sarà tanto usuale quanto lo è oggi l'automobile. In questa imminente era felice, nessuna persona colta sarà tanto sciocca da riflettere solo col suo cervello su come investire i suoi soldi, migliorare la propria azienda o destinare i fondi pubblici. .... Credo fermamente che affidando l'amministrazione di una città a un gruppo di economisti e matematici, in grado di meccanizzarla, si potrà risolvere almeno la metà dei problemi  con alta precisione. ... Entro il 2500 le macchine risolveranno tutti i nostri problemi economici. L'inquilino della Casa Bianca sarà, allora, soltanto ufficialmente addetto a premere bottoni - grazie a Dio! .... Verrà, quindi, l'era finale, la sola che meriterà il nome di civilizzazione. "La stupidità umana sarà minimizzata. Gli errori rimarranno solo nell'uso e nel progetto delle macchine. L'uomo finalmente emergerà dalla giungla."
Erano i problemi economici che più assillavano Pitkin, in tempo di profonda depressione economica. Notevole che indicasse gli errori nell'uso dei computer come rischio futuro e grave. Alcuni di noi ne sono ben consci - più di 80 anni dopo.

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lunedì 18 maggio 2015

Misure delle ore in Roma antica, Roberto Vacca, L’Orologio.

Gnomone Meridiana di Augusto
 - Montecitorio -
“Non ti posso dire un’ora certa: è più facile mettere d’accordo i filosofi che gli orologi.” Aveva scritto Seneca. Per molti secoli a Roma si distingueva solo la mattina (quando si potevano compiere certi atti legali) dal pomeriggio. Tre secoli prima della nostra era sia la mattina, sia il pomeriggio furono suddivisi ciascuno in due parti. Ma solo nel 263 a.C .Valerio Corvino Messalla riportò a Roma la meridiana che aveva preso a Catania da lui conquistata. L’orologio solare fu installato nel Foro. Era stato costruito per una latitudine di oltre 4 gradi più meridionale di quella di Roma e per un secolo i Romani lessero l’ora sbagliata. Solo nel 164 a.C. il censore Marcio Filippo fece installare una meridiana calcolata  per la latitudine di Roma. La più grande meridiana romana, fatta installare da Augusto, aveva per gnomone l’obelisco di Piazza Monte Citorio, alto più di 30 metri. Le indicazioni delle ore erano numeri in ottone incastonati nel pavimento della piazza (alcuni sono ancora visibili).
Con le meridiane e con gli gnomoni impiantati su lastre orizzontali. I Romani tracciarono le eclittiche e misurarono l’insolazione giornaliera, la cui durata divisero in dodici parti per il giorno e dodici per la notte. Le 24 ore avevano la stessa durata solo due volte l’anno - agli equinozi di primavera e di autunno. In inverno e autunno le ore diurne erano corte e quelle notturne erano lunghe. Era vero l’inverso in primavera ed estate. La tabella seguente mostra le durate delle 12 ore al solstizio di inverno e al solstizio  d’estate. Il 21 dicembre  il sole è visibile a Roma per poco meno di 9 ore; il 21 giugno è visibile per poco più di 15 ore.


Solstizio
d’inverno
Solstizio
d‘estate
ORA
 Da
 A
 Da
 A
Prima
  7:33
  8:17
  4:27
  5:42
Secunda
  8:17
  9:02
  5:42
  6:58
Tertia
  9:02
  9:46
  6:58
  8:13
Quarta
  9:46
10:31
  8:13
  9:29
Quinta
10:31
11:15
  9:29
10:44
Sexta
11:15
12:00
10:44
12:00
Septima
12:00
12:44
12:00
13:15
Octava
12:44
13:29
13:15
14:31
Nona
13:29
14:13
14:31
15:46
Decima
14:13
14:58
15:46
17:02
Undecima
14:58
15:42
17:02
18:17
Duodecima
15:42
16:27
18:17
19:33

La durata variabile delle ore era la causa principale delle incertezze citate da Seneca. Per diminuirle si diffusero gli orologi ad acqua – le clessidre: il cui nome in greco significa “oggetto che ruba l’acqua”. Nel I e nel II secolo della nostra erano di grande moda fra i ricchi. Il famoso Trimalcione (quello del pranzo gastronomico narrato da Petronio) aveva prescritto nel suo testamento che il sepolcro della sua tomba fosse alto cento piedi e avesse al centro una grande clessidra in modo che dovessero leggere il suo nome tutti quelli che volevano conoscere l’ora.
Per avere direttamente un’indicazione dell’ora secondo la successione citata, furono realizzate clessidre in cui porzioni della parete erano trasparenti ed erano incise con graduazioni valide per i vari mesi, da scegliere in base alla selezione prodotta da una meridiana.
Non risulta che nessun costruttore moderno di orologi abbia realizzato un misuratore del tempo atto a mostrare l’ora secondo la convenzione romana. Solo un genio originale e giocherellone come Claude Shannon (l’inventore della teoria matematica della comunicazione) poteva prendersi la pena di costruire un computer per eseguire operazioni aritmetiche fra numeri espressi con l’antico e complicato sistema di numerazione posizionale romano. I Romani non brillavano nella metrologia. Un bambino moderno sa calcolare subito che 51 x 63 = 3213. In Roma antica solo chi aveva fatto lunghi studi era capace di moltiplicare LI per LXIII per ottenere MMMCCXIII. 

lunedì 22 dicembre 2014

Il PIL diminuisce ? Di quanto ? Migliorarne i contenuti !

L’economia è in crisi. Non ci sono soldi. L’ineguaglianza cresce: i ricchi diventano molto più ricchi e i poveri più poveri. Ci sono più disoccupati (specie giovani), aziende che perdono o riducono i profitti, negozi che chiudono, enti pubblici che non funzionano per mancanza di fondi. Non cresce la ricchezza che produciamo, ma la misuriamo male.
Fino a poche settimane fa sembrava che il PIL, il Profitto Interno Lordo. dovesse diminuire nel 2014 di poco più di metà dell’1%. I giornali titolavano: “Italia in ginocchio”; “Siamo il fanalino di coda dell’Europa”. Quest’ultima conclusione era confermata dalle previsioni di crescita di alcuni punti percentuali del PIL di Svezia, Estonia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Polonia, Romania, UK, Svizzera, Islanda. Ora sembra che il nostro PIL calerà forse solo dello 0,4% - ma il pessimismo dilaga ancora. Per capire se sia giustificato, definiamo i termini e analizziamo i numeri.
Il prodotto nazionale lordo è la somma di: profitti di imprese e individui, interessi, affitti, stipendi e salari, tasse indirette [cioè: entrate]. Si definisce in modo equivalente come la somma di consumi, investimenti, spese governative, più esportazioni e meno le importazioni . [cioè: spese]. Le spese devono essere identiche alle entrate – teoricamente. Il manuale di economia del Nobel Paul Samuelson (edizione 1980) le riporta per il 1978 con il valore (per gli USA) di 2.127,60 miliardi di dollari.
Domanda chiave: mentre ripetiamo che in Italia il PIL sta calando di circa metà dell’ 1%, con che precisione ne conosciamo il valore?
Finora non sapevamo rispondere. Ora, però,  S.B. Aruoba (Università del Maryland), F.X. Diebold e collaboratori (Università di Pennsylvania) e J. Nalewaik (Federal Research Board) hanno pubblicato un’analisi profonda e originale. [1] Il PIL è una misura poco precisa: i dati che lo compongono vengono talora trasmessi con ritardo o sono affetti da errori. Gli autori citati hanno desunto separatamente dai dati federali USA la somma delle entrate e la somma delle spese e hanno visto che sono diverse! Hanno utilizzato i dati di questa discrepanza per una analisi probabilistica, che permette di stimare le entità degli errori da cui questo importante parametro può essere affetto.
In modo pragmatico altri economisti hanno determinato le incertezze da cui sono affetti i valori del PIL di vari paesi. Fra questi, il centro di Ricerche dalla Banca Federale tedesca ha valutato gli errori nella determinazione del PIL della Svizzera dal 1980 al 2002. Il diagramma che segue, mostra che l’incertezza è di + 3%. Non ho trovato dati per il PIL italiano. È improbabile che venga determinato in modo più accurato di quello svizzero. Quindi non ha senso discutere su variazioni del valore del parametro che abbiano entità inferiore a quella dell’errore probabile da cui è affetto. Anche una variazione di pochi percento non è un tragedia. Ben diverso il caso della GRANDE CRISI: il prodotto interno USA nel 1929 era di 95,2 miliardi di dollari - nel 1933 fu quasi dimezzato a 48,6 miliardi. Il PIL italiano diminuì dal 1929 al 1933 solo del 5%, dato che l’economia era in prevalenza agricola.

Misura degli errori nella determinazione del PIL trimestrale della Svizzera dal 1980 al 2002 - Fonte: Kugler et al. Measurement errors in GDP  [2]

La stessa definizione del PIL implica paradossi ben noti. Quando si verifica un ingorgo stradale e migliaia di macchine immobili con il motore acceso consumano benzina senza utilità per nessuno, il PIL cresce. In generale: ogni volta che qualcuno produce beni che vengono acquistati da altri per sprecarli, il prodotto nazionale lordo cresce e tutti sembrano artificialmente un po’ più ricchi, mentre solo alcuni commercianti ne traggono vantaggio.
Ben più importante del valore assoluto del PIL è l’analisi del suo contenuto, della qualità dei prodotti e dei servizi, del relativo valore aggiunto  e dei fattori da cui dipendono.
La Commissione Europea ha pubblicato la classifica al 2013 dei 27 paesi dell’Unione in base al livello di innovazione raggiunto, espresso da un indice (compreso fra 0 e 1) funzione di 25 indicatori (lauree, ricerca scientifica, investimenti pubblici e privati in ricerca e sviluppo, brevetti, etc.) L’istogramma seguente illustra la situazione.

In verde: 4 leader (Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia) - in celeste,: 10 innovatori di seconda classe, 11 innovatori moderati in giallo e 3 innovatori scarsi in arancione. La Svezia sta a 0,75. La media dei 27 Paesi sta a 0,55. L'Italia sta fra gli innovatori moderati a 0,44 – al 15° posto su 27  - dopo Estonia, Slovenia, Cipro – tutti sotto la media.
In Italia gli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo sono lo 0,53 del PIL (0,71 della media europea) e quelli privati sono lo 0,69 del PIL (0,52 della media europea). Questo divario dura da più di 30 anni. Non è solo questione di investimenti, ma di cultura media. La percentuale della popolazione che ha completato l’educazione terziaria è in Italia il 21,7%. La media europea è 35,8 %; Irlanda 51,1 %; Cipro, Lussemburgo, Lituania: 50%; UK 47,1%; Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Francia, Belgio: 44%. A livello più basso dell’Italia c’è solo la Turchia.
L’Italia è, dunque, carente nei livelli di istruzione e negli investimenti in ricerca e sviluppo particolarmente nel settore privato. I 4 Paesi europei più innovatori (Svezia, Danimarca, Germania, Finlandia) hanno un PIL pro capite del 25% più alto del nostro e il loro PIL cresce ogni anno di 4 punti percentuali più del nostro. Se innovassimo come loro ogni anno il PIL crescerebbe di 60 miliardi di Euro, rispetto ai quali certi risparmi di cui si parla molto (pure opportuni)– appaiono trascurabili.
Gli imprenditori, quindi, non hanno ragione di chiedere solo flessibilità negli adempimenti burocratici (che pure ci vuole). Devono raddoppiare gli investimenti in ricerca e sviluppo e assumere giovani eccellenti che producano invenzioni. Devono creare reti di collaborazione con industrie grandi e piccole, italiane e straniere. Lavoro e prosperità si creano studiando e inventando. 


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[1]  Aruoba, S.B.; Diebold, F.X.; Nalewaik, J.; Schorfheide, F.; Song, D. – Improving GDP Measurement: A Measurement-Error Perspective, Paper No.18954, Dec.5, 2014, National Bureau of Economic Research.

[2] Kugler, P.; Jordan. T.J.; Lenz, C.; Savioz, M.R. -  Measurement errors in GDP and forward-looking monetary policy: The Swiss case. –Studies of the Economic Research Centre, No 31/2004, Deutsche Bundesbank. 

lunedì 1 dicembre 2014

“Come imparare una cosa al giorno e non invecchiare mai” di Roberto Vacca - 2/12/2014

“Chi non è bello a 20 anni, forte a 30, ricco a 40 e saggio a 50, non sarà mai bello, né forte, né ricco, né saggio” - scrisse George Herbert. Forse era vero quattro secoli fa. Oggi stiamo meglio. Abbiamo capito parecchie cose. Viviamo il doppio di allora e questi anni aggiuntivi possiamo viverli bene - saggi e sani. In questo libro spiego come si fa.
Chi sei? La tua persona non è fatta solo del tuo corpo. È fatta soprattutto della tua mente con cui capisci il mondo, ti entusiasmi, ami persone e situazioni. Vivi bene e non declini col passare degli anni, se impari come funzionano: la natura, le macchine, le menti degli altri, la società - se impari come funzioni tu stesso. Se ci riesci, hai più potere e più gioia. Leggi questo libro e apprendi che a qualunque età puoi avere molti piaceri. Fra questi: inventare, sfoggiare e anche i piaceri dell’amore. Un ottantenne di oggi può essere vivace e scattante come un cinquantacinquenne di un secolo fa.
Capisci come stare sano. La medicina aiuta, ma possiamo aiutarci molto da soli. Anche se in tarda età siamo più deboli e fragili, in questo libro trovi regole e abitudini che ti fanno stare meglio. 
Per pensare cose giuste devi continuare a imparare. Uno dei modi per farlo è insegnare - ai figli, ai nipoti. Però il mondo cambia velocemente e loro spesso sono più rapidi di noi nell'adeguarsi. Assorbono idee avvincenti. Usano strumenti nuovi e macchine più efficienti. Per aggiornarti e non sentirti un sorpassato, impara tu da loro - anche dai nipotini.
Se la tua età anagrafica non è tanto avanzata, qui trovi consigli su come prepararti in tempo - l’età cresce inarrestabile. Impara anche come aiutare i più anziani. Devi parlarci in modo che ti capiscano. Potrai indurli a essere meno scorbutici. Se i loro interessi si risvegliano, se sono indipendenti e creativi. Risolvono problemi invece di crearli. 
Questo libro è una palestra. Suggerisce anche un’impresa benefica, civica e remunerativa. Ci sono da guadagnare profitti notevoli progettando e offrendo su Internet programmi, esercizi, videogiochi che funzionino come palestre mentali per gli anziani. È un’idea sviluppata e consigliata da neuro-scienziati famosi. Ce n’è bisogno. Gli over65 sono oggi più di 12 milioni – nel 2035 saranno 17 milioni (il 28% della popolazione).
Molti anziani, però, dopo aver letto questo libro, faranno  progressi tali che non  avranno bisogno di badanti. Diventeranno imprenditori. 
di Roberto Vacca
www.studiostampa.com

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