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martedì 22 novembre 2022
Tutte le misure contenute nella legge di Bilancio del governo Meloni.
sabato 30 aprile 2022
mercoledì 27 gennaio 2021
venerdì 15 gennaio 2021
domenica 10 gennaio 2021
Assalto al Campidoglio, Meloni: «Condanno le violenze ma non accetto lezioni».
La lettera della presidente Fratelli d’Italia al «Corriere» dopo le polemiche politiche sull’assalto a Capitol Hill Mercoledì da parte dei suprematisti bianchi.
di Giorgia Meloni
Gentile direttore,
negli Stati Uniti sono accaduti, in queste ore, eventi clamorosi e gravissimi, culminati in una surreale irruzione nella sede del Congresso americano che ha causato diversi morti. Un quadro scioccante. Eppure per molti, in Italia, sembra tutto semplice. La tesi sostenuta, in sostanza, è: negli Usa c’era un dittatore pazzo che è stato sconfitto, ora ha vinto il bene sul male ma Giorgia Meloni non ha preso sufficientemente le distanze dal mostro Trump. A volte invidio chi ragiona in modo così banale, se non altro perché a fine giornata non rischia l’emicrania per aver fatto lavorare il cervello.
Rispondo per punti alle stupidaggini che ho letto sul mio conto.
1. Non faccio parte in alcun modo dei «condannatori di violenza un tanto al chilo», quelli per i quali la violenza è giustificata se è di sinistra ed è uno scandalo se arriva da chi è contro la sinistra. Non ho mai avuto timidezza nel condannarla, perché la violenza è violenza, ed è sempre una implicita ammissione di inferiorità. È stato così anche stavolta, come le tante altre nelle quali ho denunciato violenze su cui quelli che oggi pontificano tacevano colpevolmente. Davvero sono sfuggite le recenti immagini delle devastazioni prodotte dai Black Lives Matter? E se si considera legittimo che possa pagare con la vita chi assalta le istituzioni— come accaduto a Washington — perché a chi si scagliava con un estintore contro le nostre forze dell’ordine sono state dedicate aule del Parlamento italiano? Non c’è una violenza giusta e una sbagliata, come una sinistra disperata ormai teorizza, e finché su questo non sentirò parole chiare, non accetto lezioni.
2. Ho scritto che le violenze dovevano cessare «come chiesto dal Presidente Trump» perché quando ho pubblicato il post Trump e altri del suo staff avevano già chiesto ai manifestanti di tornare a casa in pace, e mi pareva rilevante che a fare questo invito fossero coloro che più di tutti potevano essere ascoltati dai manifestanti. Ma evidentemente, in Italia, interessa più alzare il livello dello scontro che non placare gli animi. Aggiungo che a parere mio quelle violenze non rafforzavano certo la posizione di Trump e di chi contesta la regolarità delle elezioni. Valutazione forse troppo complessa per chi si limita a dividere il mondo tra buoni e cattivi.
3. «Trump è colpevole perché non vuole accettare il risultato elettorale». Personalmente, sono convinta che la volontà popolare vada rispettata sempre. Io. Ma lo pensa anche la sinistra? Non mi sembra, visto che teorizza da tempo che la quale la democrazia, in fondo, non possa che essere oligarchia, e se il popolo sbaglia e vota «male», allora è un dovere civico adottare delle contromisure. Tipo governare da dieci anni in Italia pur non avendo mai vinto le elezioni. Oppure tentare di rovesciare in qualsiasi modo Trump, richiesta di impeachment compresa.
4. «È un momento grave, è in gioco la democrazia». Su questo sono d’accordo, mi sorprende però che alcuni pericoli per la nostra democrazia siano sistematicamente taciuti, come il fatto che i giganti del web, società private, si arroghino il diritto di sostituirsi alla magistratura, alle istituzioni e alla costituzione americana oscurando e zittendo il Presidente Usa. Veramente non si vedono i rischi che questo comporta?
5. Non mi sono mai definita trumpiana, blairiana, putiniana, macroniana o merkeliana. Non ho mai fatto la cheerleader di nessuno. No, questo lo hanno fatto altri in Italia. Certo, da presidente dei conservatori europei, partito che ha tra i propri affiliati anche i Repubblicani, mi sento vicina alla loro visione politica e non ho fatto mistero di preferire Trump rispetto alla Clinton o a Biden, perché condivido in buona parte la sua visione economica e perché sul piano della difesa dell’interesse nazionale italiano — unico metro con il quale, da patriota, guardo la politica estera — ritengo che la dottrina Obama-Clinton (e dunque Biden) di sostegno alle primavere arabe e al fondamentalismo sunnita abbia prodotto per noi enormi disastri.
6. E veniamo all’aspetto più grottesco di questa vicenda. In queste ore Donald Trump viene dipinto dalla sinistra come un dittatore, un malato di mente, un uomo pericoloso da mettere al bando. Qualcosa mi sfugge. Parliamo dello stesso Trump considerato strategico nella nascita del Governo Conte bis, con il famoso tweet nel quale sperava di continuare a lavorare con «Giuseppi»? Lo stesso Trump che veniva ringraziato da ministri del governo italiano per aver chiesto di investire in Italia, con accanto Conte sorridente, entusiasta di quel supporto? Sono colpita dalla superficialità della nostra classe dirigente. Non è mai prudente entrare nelle questioni interne di uno Stato estero, a maggior ragione quando si parla delle dinamiche democratiche della prima potenza al mondo. Non mi è sfuggito, ad esempio, che il Presidente Mattarella abbia preferito un cauto silenzio sulla vicenda. Ma se proprio si vuole entrare a gamba tesa, allora si deve comprendere il peso delle parole che si pronunciano, e le conseguenze che comportano. La domanda che faccio a tutti i politici italiani che oggi dipingono Trump come un mostro è: se tra quattro anni si dovesse per caso ricandidare, e dovesse vincere le elezioni, quali saranno le vostre contromisure? Chiederete all’Onu che gli Usa siano dichiarati Stato canaglia? Porterete l’Italia fuori dalla Nato per non condividere le scelte con un tale, impresentabile, figuro? E se pensate questo di Trump, perché non avete reagito in questi anni, preferendo un vigliacco silenzio? Serietà signori. Voi dovreste rappresentare gli interessi di una Nazione che agli Stati Uniti è legata a doppio filo, chiunque la guidi, e non potete permettervi di confondere la geopolitica col tifo da stadio. Ci sarebbero molte altre cose da dire direttore, ma non voglio abusare della vostra disponibilità. Posso solo augurarmi che l’Italia torni ad avere quanto prima una classe politica seria e degna.
lunedì 14 dicembre 2020
La Gazzetta Tricolore: Ultima Edizione !
martedì 1 dicembre 2020
Su Ciociaria Oggi una splendida Giorgia Meloni.
Dal suo ufficio, all'ultimo piano del palazzo che ospita i gruppi della Camera, a due passi da Montecitorio, si domina tutta Roma. Una vista mozzafiato che regala un orizzonte vasto come quello di chi occupa quelle stanze:
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia e leader dei Conservatori europei, una delle politiche più influenti, non solo in Italia. Il Covid oggi le impone di preoccuparsi della gestione dell'emergenza (non risparmiando critiche al governo), il futuro la disegna come regina di un'Italia diversa, magari alla guida di quella "confederazione del centrodestra" proposta in risposta alla federazione dei gruppi parlamentari ipotizzata da Matteo Salvini. In questa intervista parla di tutto, partendo da un fatto: «Io sono Giorgia Meloni, non sono populista, non faccio la cheerleader di nessuno e non inseguo modelli. Semmai, lavoro per costruire e affermare un modello italiano e di FdI».
giovedì 29 ottobre 2020
martedì 27 ottobre 2020
martedì 29 settembre 2020
Una Donna che, al di là del credo politico, onora l'Italia.
Giorgia Meloni: Ieri ho avuto il grande onore di essere stata eletta Presidente di ECR, il partito dei conservatori europei che raggruppa più di 40 partiti europei e occidentali. Ringrazio la famiglia dei conservatori per la grande fiducia che mi è stata data. Continueremo insieme a lavorare e a batterci per un’Europa confederale di Stati Liberi e Sovrani. Fratelli d’Italia è sempre più protagonista nel quadro politico internazionale: contro lo strapotere dei tecnocrati e dei burocrati, per costruire un’Europa che sappia difendere la sua identità e quella delle Nazioni che la compongono. Un’Europa di Patrioti.
Tutta Riva Destra si associa agli Auguri più sentiti di buon lavoro e di sempre Grandi Successi.
Un particolare e commosso augurio dalle fantastiche Donne di Riva Destra che, da sempre, sostengono le battaglie di Giorgia Meloni.
sabato 12 settembre 2020
GIORGIA MELONI SEMPRE PIU’ LEADER. RIVA DESTRA PRONTA AL VOTO E ALLA PIAZZA.
Tre domande a Fabio Schiuma, fondatore del movimento federato a Fratelli d’Italia.
Con l’avvicinarsi delle elezioni regionali di settembre facciamo il punto con Fabio Sabbatani Schiuma, fondatore del movimento Riva Destra, federato a Fratelli d’Italia, e dirigente nazionale del partito guidato da Giorgia Meloni.
Un’estate rovente, non solo per il clima, ma per un’Italia angosciata dal covid19 e che si appresta al voto di settembre.
Siamo al doppiaggio di Capo Horn (per i velisti l’equivalente dello scalare il monte Everest). Oggi più che mai dobbiamo a tutti i costi combattere e riprendere in mano il nostro futuro, contro i nuovi manipolatori dell’economia degli stati, della finanza mondiale e della dimensione etica e umana: ci vogliono numeri e non persone. La nostra speranza si chiama indiscutibilmente Giorgia Meloni: in due anni ha ricostruito la destra italiana, allargandola anche a nuove esperienze, ma mantenendo le radici saldamente a destra. Gode di grande e crescente popolarità, sta conquistando il panorama internazionale, ha un progetto politico chiaro e netto.
Al voto di settembre si presenta un centrodestra unito: basterà per vincere e mandare un altro segnale a questo governo, o servirà la piazza?
Intanto Giorgia Meloni e’ stata fondamentale per mantenere in piedi questa coalizione. Con coerenza e determinazione ha detto da subito ‘mai col PD e mai con i 5 stelle’ e oggi con la sigla del patto anti-inciucio fatto firmare da tutti i leader dello schieramento, lo ha reso invulnerabile. Servirà’ comunque una grande mobilitazione del popolo del centrodestra, ma anche qui lei e’ stata chiara: vinciamo e poi scendiamo in piazza. Siamo l’unica speranza per l’Italia.
Lei ha fondato 26 anni fa Riva Destra, primo storico circolo di Alleanza Nazionale, oggi movimento federato da due anni a Fratelli d’Italia. Qual’è il vostro ruolo?
Alleanza Nazionale si e’ suicidata, cannibalizzata dalle correnti e violentata dalle follie di chi l’ha guidata; noi nel nostro piccolo siamo rimasti in piedi, grazie ai valori irrinunciabili della destra sociale e al nostro essere una comunità militante, ove le parole d’ordine sono lealtà e onore. Abbiamo risposto all’appello di Giorgia Meloni due anni fa, quando si e’ spesa personalmente nel trasformare FdI in un partito più inclusivo e con lei stiamo crescendo anche noi in tutta Italia. Oggi anche mediante il dipartimento nazionale di FdI rivolto all’Associazionismo politico che mi ha affidato, contribuiamo ad allargare il perimetro elettorale del partito coinvolgendo personalità e realtà esterne e traghettando sindaci e consiglieri eletti in liste civiche verso il progetto di Giorgia Meloni. Crediamo in lei.
Fonte:
domenica 6 settembre 2020
Tribunale Brevetti, Meloni: “Roma tagliata fuori da tutto”.
Tribunale Brevetti, Meloni: “Roma tagliata fuori da tutto”. La leader della destra ha affidato all’Ansa un duro colpo alla storia della candidatura di Milano a sede per il Tribunale dei Brevetti: “Anche Fratelli d’Italia ha sostenuto la candidatura di Milano ad ospitare il Tribunale europeo dei brevetti, però bisogna considerare l’equilibrio generale e capire in questo contesto qual è il ruolo di Roma, che rischia di essere la grande dimenticata. Lo dice in un’intervista in apertura di prima pagina al Messaggero Giorgia Meloni. La Capitale “è assente da ogni partita per colpa di un sindaco inadeguato al suo ruolo e che ha fatto piombare la città nell'immobilismo assoluto”, aggiunge. La Roma “governata dai Cinquestelle è paralizzata, non attrae investimenti e non ha alcuna visione di sviluppo. Il risultato è “che la nostra città è tagliata fuori da tutto, con la complicità del governo giallorosso”. E “da una parte il sindaco e il M5s stanno dimostrando di essere preoccupati “più delle loro sorti personali” mentre il segretario del Pd “è ben felice di assistere al tracollo grillino a Roma”, pensando ne venga “un vantaggio per il suo partito”. E’ “un’ignobile guerra tra bande” sulla pelle di Roma”. Il declino della Capitale “è inaccettabile, e non intendiamo più sopportarlo”, dice Meloni. I fondi europei, potrebbero essere un’occasione per progetti su Roma ma “non credo affatto che la Raggi e i Cinquestelle siano all'altezza di questa sfida””. Un intervento non contro Milano dunque, ma contro un’Amministrazione romana che appariva indifendibile da tutti fino al colpo di scena della ricandidatura di Virginia Raggi.
martedì 1 settembre 2020
venerdì 17 luglio 2020
martedì 14 aprile 2020
🔴 Vi chiedo di prendervi pochi minuti per leggere questo messaggio. E, se lo condividete, di aiutarmi a diffonderlo. Giorgia Meloni
www.studiostampa.com
giovedì 2 gennaio 2020
Lollobrigida (Fdi): da Times ennesima dimostrazione solidità progetto Meloni.
"Il Times inserisce Giorgia Meloni tra i 20 personaggi che possono imprimere al nuovo anno un segno di svolta politica significativa.
L`ennesima dimostrazione della solidità del suo progetto, volto alla ricostruzione di una area conservatrice e sovranista realmente autorevole e credibile, capace di rappresentare l`unica vera alternativa alle sinistre e ai populismi italiani.
In Italia già da tempo Giorgia Meloni e Fratelli d`Italia stanno catalizzando sempre più consenso, finalmente anche sul piano internazionale si sta comprendendo la serietà e la coerenza del nostro percorso".
Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d`Italia alla Camera,
Francesco Lollobrigida.
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