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sabato 29 giugno 2013

Semplificazioni per PMI su Privacy e Fisco

Il Ddl Semplificazioni del Governo Letta preannuncia tante novità per le PMI: ecco quelle su Fisco e Privacy.
La bozza del Ddl Semplificazioni approvata dal Governo Letta prevede novità interessanti per le PMI fino a 250 dipendenti, in termini di adempimenti per la Privacy ed in materia di Fisco.

=>Leggi il Ddl Semplificazioni

Privacy
Da una parte, il Governo va giù pesante sugli adempimenti relativi alla sicurezza e la riservatezza dei dati e delle informazioni con pene più severe per i recidivi e chi non rispetta le misure di sicurezza. Dall’altra, la mano diventa più leggera per le PMI, soprattutto se con meno di 15 dipendenti, aprendo però le porte a considerazioni sulle falle che questa maggiore flessibilità rischia di aprire:

=> Leggi dell’allarme Privacy del Garante sul Ddl Semplificazioni 

Fonte: PMI - Articolo Completo qui !

www.studiostampa.com

giovedì 8 novembre 2012

Residenza fiscale: come evitare la doppia imposizione


Ecco come si stabilisce la residenza fiscale, anche per chi risiede all'estero, così da evitare la doppia imposizione:
Le norme di riferimento.
Stabilire la propria residenza fiscale non sempre è scontato, soprattutto nel caso in cui quella fisica sia stata presa in un Paese estero: per evitare la doppia imposizione è dunque necessario determinare con certezza la residenza fiscale del contribuente, e a far luce giunge una sentenza (n. 87/1/12) della Commissione Tributaria Regionale della Liguria.
Per determinare la residenza fiscale di un individuo è necessario far riferimento ai suoi legami personali prima che agli interessi economici, pur ribadendo la necessità di effettuare un esame cumulativo di tutti gli elementi.
Il caso in esame riguardava un soggetto iscritto all'AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero) formalmente residente nel Principato di Monaco ma i cui interessi economici sono localizzati prevalentemente nel territorio italiano.
Fonti giuridiche.
Sono sostanzialmente tre le fonti giuridiche che devono trovare accordo interpretativo sulla residenza fiscale: il diritto interno, quello convenzionale e l'AIRE.
Il diritto interno (articolo 2, comma 2, del Tuir), nel determinare la residenza fiscale di un individuo che ha trasferito la propria residenza all'estero prende in considerazione l'iscrizione all'Anagrafe della popolazione residente, il domicilio e la residenza e ritiene che la sola iscrizione all'AIRE non basti per escludere la residenza fiscale in Patria.
Il diritto convenzionale ispirandosi all'articolo 4 del modello Ocse, applica “a cascata” una serie di regole cosiddette “tie breaker rules”, compreso il possesso di un'abitazione permanente, e il domicilio quale centro di affari e interessi.
Ci sono poi le norme Comunitarie, nei casi in cui queste possono essere applicabili. In questi casi intervengono le direttive del Consiglio 83/182/Cee e 83/183/Cee volte a favorire la libera circolazione dei privati, residenti comunitari, all'interno della allora Comunità, eliminando gli scogli fiscali che esistevano precedentemente.
Queste forniscono una definizione della residenza normale di un individuo: il luogo dove si permane per almeno 185 giorni all'anno, in considerazione dei legami personali e professionali.
Viene però citato anche il caso in cui «una persona i cui legami professionali siano situati in un luogo diverso da quello dei suoi legami personali e che pertanto sia indotta a soggiornare alternativamente in luoghi diversi situati in due o più Stati membri», in questo caso «si presume che la residenza normale sia quella del luogo dei legami personali, purché tale persona vi ritorni regolarmente. Questa condizione non è richiesta allorché la persona effettua un soggiorno in uno Stato membro per l'esecuzione di una missione di durata determinata. La frequenza di un'università o di una scuola non implica il trasferimento della residenza normale».
Fonte: pmi.it

www.studiostampa.com

giovedì 23 febbraio 2012

Guardonismo Fiscale

da il Legno Storto
Ora che i redditi dei ministri sono stati pubblicati cerchiamo di capire la differenza che passa fra la trasparenza e il guardonismo fiscale. Posto che quello praticato in Italia è un esercizio che rientra nella seconda categoria: si compongono le liste, si stilano le classifiche, si sbircia per sapere quanto è ricco questo o quello. Funziona così per i ministri, come per i parlamentari. Ma, appunto, non funziona. Non serve a niente. Mero esercizio d’inutile curiosità. Espletato il compito ci si sente più leggeri, si proclama l’avvento dell’onesta visibilità, s’inneggia ai nuovi costumi. Invece non è cambiato un bel niente.
Prendete le dichiarazioni diramate ieri: ce ne fossero due compitate con il medesimo criterio! Ciascuno mette quello che gli pare: alcuni i redditi dell’anno scorso, altri quelli di quello in corso, altri del prossimo. Che ci si fa, con roba simile? E la responsabilità dell’inconcludenza non è di questi ministri, cui, semmai, va riconosciuta la buona volontà. Ma la trasparenza di un Paese non può dipendere dalla buona volontà. C’è un vizio culturale di fondo: si raccontano le storie personali come se il pubblico fosse una giuria penale, si raccolgo i redditi e i patrimoni come se chi li legge dovesse vestire i panni del giudice tributario. Si aggiunge che la ricchezza non è una colpa, laddove dovrebbe essere un merito. Il tutto senza alcuna attenzione a come si dovrebbero aggregare, pubblicare e utilizzare quei dati, quindi senza alcun rispetto per la trasparenza che aiuta la democrazia.
Perché è interessante sapere come e di cosa vive chi governa e chi legifera? Perché è rilevante conoscere i suoi interessi e quelli con i quali è giunto in contatto. E’ rilevante sapere se (è un’ipotesi) il nuovo ministro della difesa ha lavorato con chi fabbrica armi, e non perché sia positivo o negativo in sé, ma perché è giusto conoscere il retroterra delle scelte che saranno fatte. Non serve a nulla sapere quanto Tizio ha guadagnato l’anno scorso, ma è interessante sapere come si sono evoluti i suoi redditi negli ultimi dieci anni (perché se l’ultimo la sua ricchezza s’è moltiplicata, o improvvisamente annientata, se ne può ragionare circa gli interessi o i trucchi con i quali si è avvicinato all’incarico pubblico). Anche qui, non perché ci sia qualche cosa di male, ma perché è bene sapere. La funzione di quei dati non è inquisitoria, ma al servizio della pubblica consapevolezza.
Il giudizio che compete al cittadino è quello elettorale. Se le persone di cui si pubblicano i redditi non si sono mai candidate o non intendono farlo, a che scopo gira l’informazione? E’ evidente che se c’è qualche cosa di sospetto l’accertamento non deve essere fatto al bar, né la democrazia ci guadagna continuando ad alimentare le letterature castali e il diffondersi dei refoli calunniosi. Faccio osservare che gli scandali, o presunti tali, non originano mai da quei dati, ma nascono prima o, comunque, indipendentemente. Ed è bene così (meglio sarebbe non averne, ma è impossibile), perché ciò che si fornisce al pubblico non sono indizi di reato, ma strumenti di conoscenza.
Il reddito di un anno e il patrimonio fotografato ad un determinato istante, non è uno strumento di conoscenza. Alimenta il guardonismo, il gusto morboso di spiare la fortuna altrui (talora coltivando l’invidia, quindi la rabbia, talaltra la devota ammirazione, due sentimenti egualmente animali). Se poi, per giunta, i dati sono disomogenei e affidati alla fantasia di ciascuno (mi spiegate come si fa ad accertare la veridicità di un reddito futuro?), allora siamo al gargarismo.
Vediamo il lato positivo: si è affermato un costume. Sia reso merito al governo Monti. Adesso, però, si cerchi di dargli un minimo di razionalità e funzionalità. Ho una proposta: chi accetta incarichi pubblici accetta anche la pubblicazione delle proprie dichiarazioni nel quinquennio o decennio precedente, depurate dei dati strettamente personali (esempio: figli a carico). Chi ha da temere, se ne stia a casa.
di Davide Giacalone: www.davidegiacalone.it
Pubblicato da Il Tempo 

mercoledì 30 novembre 2011

Equitalia e Mostruosità ! Esperienza Personale !

Qui Roma - Equitalia & C.
Mi chiedono soldi, anche di rate su importi che non devo e mi minacciano per averli ma nessuno ascolta le mie ragioni, non ultima l’Agenzia delle Entrate che, con l’Ufficiale Giudiziario, mi chiede arretrati per i rifiuti e per alcune multe di quando avevo la macchina (venduta anche quella), multe che all'epoca ho impugnato davanti al Giudice di Pace vincendo ed ottenendone l’annullamento, per poi scoprire che le istituzioni non si parlano e che dovevo notificare io le sentenze alle stesse in Via Ostiense, cosa che ho fatto, scoprendo poi che il Comune non ne comunica l’avvenuto sgravio e che l’Agenzia delle Entrate procede comunque; sono andato più volte all’Agenzia delle Entrate di Competenza (Roma 2 in Largo MOSSA, 8) per sentirmi dire che loro non sentono ragioni fino a quando il Comune non comunica lo sgravio e quando sono riuscito con le mie rimostranze a parlare con un “signore” non meglio identificato, col braccio destro “offeso” (qualificatosi come dirigente) mi sono sentito dire, col sorrisetto beffardo di chi gode delle disgrazie altrui, “tanto noi procediamo comunque e non ci interessa che Lei ci faccia vedere le sentenze di sgravio, perché a NOI ci può fermare solo il Comune e non i Giudici”.
Questo è, forse, tutto. Un Grazie sincero per quanto vorrete e potrete fare.

                                                          Giancarlo Bertollini

EQUITALIA - Stop al fisco killer.
Comunicato Stampa dell'Unione Nazionale Consumatori.
Roma, 22 luglio 2011 - “Le sedi dell’Unione Nazionale Consumatori collaboreranno con l’associazione ‘E’ qui l’Italia?’ di Alberto Goffi, nella battaglia contro gli abusi di Equitalia”. E’ quanto dichiara Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC).
“La battaglia contro il fisco killer riguarda tutti e merita il nostro impegno -dichiara l’avvocato Dona- soprattutto in un momento così delicato per il futuro del Paese: uno Stato che va contro i cittadini è un’equazione inaccettabile, soprattutto se a farne le spese sono i contribuenti onesti. Con questa collaborazione, che nasce dall’iniziativa del nostro Comitato di Torino -prosegue il Segretario generale- vogliamo dire stop agli abusi di Equitalia”.
L’Unione Nazionale Consumatori invita tutti i cittadini coinvolti in un contenzioso con Equitalia a segnalare la loro situazione inviando un’email all’indirizzo consulenza@consumatori.it specificando nell’oggetto ‘Gerit-Equitalia’.
Unione Nazionale Consumatori.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

martedì 25 ottobre 2011

Equitalia: tre numeri verdi, linee operative 24 ore su 24

Assistenza telefonica capillare 7 giorni su 7. Un canale dedicato in ciascuna area geografica per rendere sempre più facile e trasparente il rapporto con i cittadini.
Tre numeri verdi per garantire assistenza e informazioni ai cittadini. Dopo il processo di riorganizzazione iniziato lo scorso luglio che, con la nascita di Equitalia Nord, Equitalia Centro ed Equitalia Sud, ha semplificato la struttura della riscossione, sono state attivate tre linee telefoniche, una per ogni area geografica di competenza degli agenti della riscossione.
Le linee sono operative tutti i giorni, 24 ore su 24, anche nel weekend. È possibile parlare direttamente con un operatore dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 18. Nelle altre fasce orarie e il Sabato e la Domenica, invece, si potranno avere le informazioni sui principali servizi tramite risponditore automatico.
Ecco i numeri di telefono attivati:
Equitalia Nord
800.927.940 numero verde gratuito da telefono fisso
06 72277017 da telefono cellulare o dall’estero (secondo piano tariffario)
Equitalia Centro, Equitalia Sardegna, Equitalia Marche ed Equitalia Pragma
800.236.876 numero verde gratuito da telefono fisso
06 72277020 da telefono cellulare o dall’estero (secondo piano tariffario)
Equitalia Sud ed Equitalia Basilicata
800.422.687 numero verde gratuito da telefono fisso
06 72277006 da telefono cellulare o dall’estero (secondo piano tariffario)
Equitalia Trentino Alto Adige-Südtirol: in attesa di adottare lo stesso numero di Equitalia Nord, c’è il numero 0471 294776, attivo con operatore dalle 8 alle 13 e dalle 14.30 alle 16.30 (secondo piano tariffario).
I tre nuovi numeri si affiancano agli oltre 350 sportelli attivi sul territorio nazionale e al servizio per il cittadino “Scrivi all’Assistenza Contribuenti”, disponibile sul sito www.gruppoequitalia.it .
Fonte: nuovofiscooggi.it

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

lunedì 5 settembre 2011

...Manovra correttiva: tra necessità e opportunità.

Lunedì 05 Settembre 2011 12:08 .
Si susseguono le proposte di modifica alla manovra economica di Ferragosto, tra molteplici ripensamenti e la volontà di incidere, finalmente in maniera strutturale, sui conti pubblici.
Nonostante appaia evidente la difficoltà della maggioranza di procedere compatta nel delineare una credibile proposta di intervento, alcuni spunti interessanti si possono cogliere nelle dichiarazioni dei vari attori della scena politica italiana, nonché dagli emendamenti presentati dal governo.
Ci riferiamo alle sempre più frequenti dichiarazioni di condivisione di una politica di spostamento della pressione fiscale da diretta ad indiretta e del doveroso (ma quanto mai tardivo) riconoscimento che l’evasione è una distorsione peculiare del nostro sistema socio-economico sulla quale è sempre più necessario intervenire.
Non volendo entrare nel merito dell’impianto complessivo della manovra così come licenziata dal governo (ed essendo impossibile ad oggi immaginare quale sarà il risultato finale a seguito delle centinaia di emendamenti presentati dalle stesse forze di maggioranza) soffermiamoci per alcune brevi considerazioni in merito a due questioni: la dichiarazione del premier sulla possibilità di innalzare l’IVA al 22% e l’inasprimento delle sanzioni penali contro i maxi-evasori prevista dall’emendamento predisposto dal ministro Tremonti.
Le due proposte, se non fossero dettate dalla necessità di dover porre rimedio urgentemente alle aspettative dei mercati finanziari e della BCE e di arginare lo scontento montante dei diversi ceti produttivi colpiti dal contributo di solidarietà, potrebbero configurarsi quale primo tassello di una strategia di mutamento di rotta nel rapporto fisco-contribuente.
La grave congiuntura economica che stiamo attraversando, può rappresentare, per una classe politica coraggiosa e lungimirante, l’opportunità di poter finalmente cambiare le regole del gioco in campo fiscale, che prevedono un tacito accordo tra stato e contribuente per il quale, a fronte di un regime inquisitorio e di disprezzo perfino delle guarentigie fissate con legge dello stato (legge 212/2000 cd. Statuto dei diritti del contribuente), si tollerano comportamenti elusivi ed evasivi ai quali non viene riconosciuto un particolare status di pericolosità sociale e pertanto sanzionati blandamente.
L’aumento delle aliquote IVA deve necessariamente inquadrarsi in un piano organico di spostamento dell’imposizione da diretta (che colpisce il reddito prodotto e pertanto ha una valenza recessiva) a favore di quella indiretta e deve essere giocoforza accompagnato da misure di riduzione del carico fiscale sui redditi di lavoro tramite l’incremento di deduzioni o detrazioni per gli acquisti di beni e servizi con particolare riguardo ai settori in cui la percentuale di sommerso è più elevata. Gradualmente potranno inoltre inasprirsi i regimi sanzionatori penali a carico degli operatori economici che porranno in essere operazioni illecite. Si potrà pertanto beneficiare permanentemente di maggiori entrate legate non ad un aumento della pressione fiscale ma ad una concreta azione anti-evasione.
Si tratta di una scommessa di lungo periodo poiché non si tratta di modificare una norma, bensì la mentalità di un’intera nazione.
Di tutto ciò non sembra ravvisarsi traccia nel comportamento della nostra classe politica che, tra proposte di dubbia costituzionalità e di chiara matrice propagandistica, sta palesando una preoccupante inadeguatezza nel fronteggiare la congiuntura negativa e nel tracciare un percorso di uscita dalle secche in cui si trova il nostro sistema produttivo.
Roberto Nicoletti

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

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