giovedì

Un Libro da non perdere di Fausto Passi.

"Maneggiare con cura" è l’avvertimento dell’autore a quanti volessero abbandonarsi all'avventura di leggere e scrivere questo particolarissimo libro.

Face to Face è infatti una novità editoriale: dopo una breve panoramica sui temi dell’amore la coppia, qualunque essa sia, guidata da precise istruzioni per l’uso procederà da sola nel cammino che porta alla scoperta di se stessa, mettendosi in gioco e co-scrivendo la propria storia. Dove? Sul libro stesso. Come? Semplicemente dando voce alle emozioni, ai desideri reconditi, ai pensieri inconfessati che sulla carta potranno finalmente prendere forma e sostanza. Il tutto rigorosamente sotto chiave, perché nessuno invada questo luogo-libro del tutto privato del quale ciascuno sceglierà il lato su cui scrivere.

Scoprirete così se il vostro partner è davvero quello giusto o se la persona della quale siete innamorati è uno sconosciuto che vale comunque la pena conoscere. Insomma, un vero e proprio Manuale per scoprire la cosiddetta Equazione dell’Amore. 

Per averlo Cliccate QUI !

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lunedì

I Tarocchi e il percorso iniziatico dell’Adepto tra le due colonne.

Nell’antico Egitto, l’Iniziando che volesse intraprendere la strada dei Misteri, veniva sottoposto a prove durissime e severissime, una delle prove consisteva nell’interpretazione di alcune tavole che rappresentavano il simbolismo dei 22 Arcani Maggiori dei Tarocchi, secondo le tradizioni sacre dell’Egitto. Con questo articolo mostrerò come il Cammino del massone si muova in parallelo al percorso iniziatico dei Tarocchi.
L’aspirante massone, dopo avere superato le tre prove (oltre la prima), viene accolto definitivamente nella Loggia con il grado di Apprendista. Oltre agli utensili di lavoro, scalpello e maglietto, che gli saranno indispensabili a modellare e squadrare la pietra grezza, gli vengono dati in dono tre elementi, fuoco, acqua, aria, per iniziare la prima parte della Grande Opera (l - Bagatto).
Racchiuso in un rigoroso silenzio inizia la propria trasformazione cercando di scoprire i misteri velati, osservando il lavoro dei Compagni e ascoltando le parole dei Maestri (2 - Papessa).
L’Apprendista, che tramite la sua iniziazione, ha destato il suo Io cosciente, cerca di ampliare il suo orizzonte e il suo potere intellettivo (3 - Imperatrice), che lo condurrà al riconoscimento del materiale (4 - Imperatore) e dello spirituale (5 - Papa), per raggiungere così la sua completezza.
Sarà, ora, in grado di potere operare quelle scelte che condizioneranno tutto il suo cammino (6 - Amanti). Ha infatti realizzato la sua spiritualità attraverso il sacrificio e la lotta, ha preso atto della sua dimensione corporea attiva e ora ha voglia di muoversi (7 - Carro), ma è anche consapevole che riceverà ciò che gli spetta in conseguenza al suo modo di essere e di agire (8 - Giustizia/Bilancia).
Ormai l’Apprendista, attraverso la presa di coscienza delle leggi, ha capito che c’è qualcosa di più importante e grande delle esteriori conquiste, che non potrà avanzare se non terrà conto della totalità dell’azione. L’adepto che ha percorso tutte le tappe, dopo aver acquistato i primi poteri sull’intuizione e sulla ragione, la volontà e la conoscenza, e dopo aver scelto e tracciato la sua via, con equilibrio tra irruenza e moderazione, ed essersi, poi, isolato nella meditazione della strada percorsa e sul grado di conoscenza raggiunto (9 - Eremita), ha, definitivamente, capito come in tutte le cose della vita vi sia un positivo ed un negativo e un’alternanza ciclica (10 - Ruota della fortuna).
La conoscenza delle Leggi Universali lo fa rilassare. Ora può guardare anche in alto e improvvisamente, in fondo alla sua colonna, scorge la statua di Ercole e capisce che ora, come fece Lui, può domare anche le forze più crude, senza bisogno di contrapporsi con la forza bruta, ma con l’intelligenza e con l’amore (11 - Forza).
Ercole è un figlio di Giove, come lui è un figlio del Dio Universale.
Qui si conclude il Ciclo della Via Dorica che ha portato, l’apprendista al possesso di una forza superiore, la potenza magica, esercitata domando la violenza con la dolcezza ed identificando il proprio volere individuale con la Volontà Universale.
Il tarocco, che fa da transizione dalla colonna di Boaz a quella di Jakin, è l’arcano maggiore (l’Appeso”- 12), simbolo di chi compie il sacrificio di se stesso, disposto a dimenticare ogni suo possesso ed ogni sua personale voglia. È’ anche il simbolo dello Zolfo rovesciato, che in Alchimia è l’ideogramma di un’acqua che abbia subito una serie completa di distillazioni purificatrici. Dal punto di vista iniziatico, si tratta dell’anima interamente purificata e fortificata dalle prove della vita.
L’Alef (1 - Bagatto), sorretto dall'abnegazione e dall'umiltà, di chi sa di dover affrontare altre prove, si dispone a morire ritualmente, per rinascere ad una vita superiore conferita dal passaggio di grado (13 - Morte).
L’Apprendista, ormai acceso dal fuoco interno costruttivo e realizzativo, potrà ora passare all'Opera in Rosso per sviluppare la conquista del Sole, concreta e ragionata, che dovrà portare al superamento dei valori materiali, ma solo dopo averli conquistati, posseduti ed esercitati. Ciò che si trova nel recipiente lunare passa a quello solare, con il passaggio a Compagno (14 - Temperanza).
Durante l’Iniziazione gli vengono forniti altri strumenti utili per compiere l’Opera:
il REGOLO, la SQUADRA, il COMPASSO, che danno la possibilità di disegnare un progetto più grande o più piccolo, a secondo del valore di espansione che l’individuo è in grado di raggiungere; la LIVELLA per mettere in pieno assetto equilibrato ciò che viene costruito; la CAZZUOLA per amalgamare il materiale informative che durante l’apprendistato è stato recepito.
La sua Opera sarà ora quella di affrontare le tentazioni del mondo materiale, coloro che spingono a trascurare il bene comune per il beneficio individuale egoistico, il desiderio di affermarsi, l’istinto di conservazione e la sessualità. Ma l’uomo, che ha raggiunto un buon grado di sviluppo intellettivo, saprà come trasformare il vizio in virtù, non con frustrazioni e rinunce, ma con il rispetto del proprio corpo e delle proprie aspirazioni terrene che giovino alla sua vita senza nuocere agli altri, nel rispetto delle Leggi Universali (15 - Diavolo).
Gli vengono ricordati la “verità”, “l’agire corretto” e “il pensiero modesto” che sono il vero scopo dell’iniziazione, perché, chi costruisce una immagine falsa di sé con menzogne e immodestia, immancabilmente crollerà, come un edificio che non è stato costruito su solide fondamenta (16 - Torre).
Venere, dea della bellezza e dell’amore, lo sosterrà nel continuare le prove invitandolo a gustare le gioie delle conquiste ottenute, ma per godere dei suoi favori esige, in cambio, il coraggio di vivere e un armonioso lavoro al servizio degli altri (17 - Stelle).
Con intelligenza superiore, con discernimento e con equilibrio psichico, egli dovrà affrontare, ora, le insidie del buio, i propri fantasmi e le proprie e le false soluzioni che potrebbero presentarsi come facili scorciatoie della difficile via. Dovrà capire la necessita della fede e della purezza, senza, però permettere che, questa, diventi bigottismo e, che, l’ordine e l’obiettività materiale si trasformino in rigore e pignoleria. Il cammino è tortuoso e pieno di tranelli. All’inizio sembra andare in una direzione e poi svolta improvvisamente, ma se manterrà la mente aperta e la disponibilità ad accettare i cambiamenti di rotta, avrà la possibilità di rivedere e valutare gli obiettivi. Dopo aver raggiunto, anche, la capacita di discernimento dell’azione (18 - Luna), raggiungerà, finalmente, il Sole che è il trionfo della conoscenza e della ragione, la rinascita spirituale negli ideali raggiunti, la luce della coscienza e il calore dell’amore.
È la nascita dell’essere completo, nuovo, più maturo e più saggio  (19 - Sole).
Il Compagno che è riuscito a fondere in sé gli opposti del Fuoco e dell’Acqua, del maschio e della femmina, la ragione e l’intuizione dovrà essere pronto a morire, nuovamente, nei valori terreni per risorgere a quelli spirituali che gli permetteranno di continuare il viaggio, ma perché ciò accada, egli dovrà rendersi conto del suo passato e di ciò che è stato. Dovrà accettare i propri errori e i propri peccati, non solo contro di sé, ma anche contro gli altri.
Così potrà risorgere dalla morte iniziatica con spirito purificato, poiché ha spiritualizzato la materia e si è liberato delle sue schiavitù e debolezze  (20 - Giudizio).
Una volta raggiunto le Vette della conoscenza, l’Adepto si accorge che ci sono altre vette da scalare che ciò che pensava di avere conquistato non è nulla al confronto del lavoro che deve ancora fare. A questo punto, l’autocontrollo e la ragione possono vacillare, ma è consapevole che se non vuole accontentarsi di quella poca conoscenza che porta nella bisaccia, dovrà rimettersi in viaggio. Riprenderà quindi il Cammino. Da prima ondeggiante tra crepacci e precipizi, formati dagli impulsi e dalle tentazioni ancora non completamente eliminati, poi, improvvisamente, metterà un piede in fallo e questo lo risveglierà. Camminare sul filo del rasoio, con la paura continua di precipitare è più faticoso che raggiungere quel mondo dalle possibilità illimitate (Matto), dove potrà spogliarsi di quegli indumenti sporchi e laceri per rivestire, nuovamente, i panni del Bagatto.
Nel Tempio dei Misteri potrà accedere alla visione della realtà totale del mondo materiale e all’intuizione della realtà invisibile a ogni essere umano e alla percezione del soffio di Dio. Nel Mondo sono infatti sintetizzati tutti i concetti materiali e spirituali incontrati negli altri Arcani Maggiori: i quattro punti cardinali, i quattro elementi, i quattro Evangelisti, le due vie dell’iniziazione, la Dorica e la Ionica e l’Ouroboros (21 - Mondo).

Da qui, potrà ricominciare un nuovo e superiore ciclo di crescita con la coscienza che le difficoltà e i pericoli da affrontare saranno sempre più difficili, perché le strade si faranno sempre più ripide e i sentieri sempre più stretti e gli abissi, da superare, sempre più larghi e profondi.

Giancarlo Bertollini

Bibliografia:
°      TRECCANI - Enciclopedia Italiana.

°      Da un Lavoro di Simonetta Lorenzoni

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sabato

Brand in Italy, il marchio spinge il fatturato.

Il report di Prometeia "Brand in Italy" fotografa numeri e tendenze del Made in Italy e dei suoi protagonisti: non solo grandi brand ma anche PMI eccellenti.
Nei settori più strategici per il Made in Italy le imprese a marchio, che puntano sulla qualità del prodotto, valgono oltre la metà del fatturato: grandi brand ma anche diverse PMI che individuano trend emergenti (green e sostenibilità in primis) ed esprimono eccellenze, mentre i mercati più attrattivi restano Europa, Stati Uniti e Cina.
Sono alcune delle evidenze che emergono dal report Prometeia Brand in Italy (disponibile per il download in pdf), che si focalizza su cinque settori: agroalimentare, sistema moda, sistema casa, auto e componenti, sport e tempo libero.
In questi segmenti del Made in Italy, le imprese a brand valgono 165 miliardi di euro (60% dell’intero fatturato) e nella maggior parte dei casi hanno recuperato i livelli pre-crisi con performance migliori dei competitor sia in termini di ricavi che di risultato. Il settore che ha segnato la maggior crescita negli ultimi cinque anni è l’auto (+54%), gli altri evidenziano comunque performance superiori al 10%.
trend emergenti (come risultano dalle indagini di web analytics): attenzione alla salute per il settore food, attenzione al territorio per moda e arredamento, performance e materiali per auto e prodotti sportivi. Fra gli highlights generali, di interesse per le PMI, la capacità di individuare tendenze di mercato (come l’ambiente) o target specifici di utenza (come i millennial).
Infine i mercati: le prime 30 destinazioni internazionali per il Made in Italy valgono 120 miliardi di euro e nei prossimi cinque anni aumenteranno la domanda potenziale di quasi 20 miliardi. Sul podio, Europa, Stati Uniti e Cina (+10 miliardi nei prossimi cinque anni).
Potenziale di medio periodo per India, Brasile, Turchia, Messico e Australia, mentre si segnala una potenziale criticità per mercati asiatici come Giappone e Corea: le caratteristiche dei siti aziendali (dalle barriere linguistiche ai tempi di caricamento delle vetrine digitali) possono frenare il consumatore, un gap che se non affrontato rischia di minare il potenziale delle imprese italiane.
Forti aspettative di crescita verso India, Emirati Arabi e Sud Africa.

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mercoledì

Armando Testa: a parer mio il più grande pubblicitario mai esistito, al quale ho avuto il piacere e l'onore di stringere la mano. Giancarlo Bertollini

Nato a Torino nel 1917, Armando Testa frequenta la Scuola Tipografica Vigliardi Paravia dove Ezio D’Errico, pittore astratto, gli fa conoscere l’arte contemporanea, a cui guarderà sempre con grande interesse. Nel 1937, a vent’anni, vince il suo primo concorso per la realizzazione di un manifesto, un disegno geometrico ideato per la casa di colori tipografici ICI.
Dopo la guerra lavora per importanti case come Martini & Rossi, Carpano, Borsalino e Pirelli. Lavora anche come illustratore per l’editoria e crea un piccolo studio di grafica.
Nel 1956 nasce lo Studio Testa dedicato alla pubblicità non solo grafica ma anche televisiva. Alcune delle aziende che si servono dello Studio Testa diventano ben presto leader di settore: Lavazza, Sasso, Carpano, Simmenthal, Lines. Vince nel 1958 un concorso nazionale per il manifesto ufficiale delle Olimpiadi di Roma del 1960. Rifiutata in un secondo tempo l’immagine proposta da Testa e indetto un secondo concorso nel 1959, vince anche questo.
Nascono poi, fra gli anni Cinquanta e i Settanta, immagini e animazioni filmate per la televisione che sono rimaste nella storia della pubblicità, legati a slogan entrati nel linguaggio comune: il gioco grafico fra bianco/nero e positivo/negativo per il digestivo Antonetto (1960); le perfette geometrie della sfera sospesa sulla mezza sfera per l’aperitivo Punt e Mes, che in dialetto piemontese significa appunto “un punto e mezzo” (1960); i pupazzi conici di Caballero e Carmencita per il caffè Paulista di Lavazza (1965); gli sferici abitanti del pianeta Papalla per Philco (1966); Pippo l’ippopotamo azzurro per i pannolini Lines (1966-67); e poi l’attore Mimmo Craig alle prese con gli incubi dell’obesità, su musiche di Grieg, per l’olio Sasso (1968); l’avvenente bionda Solvi Stubig per la Birra Peroni (1968).
Come primo riconoscimento istituzionale del suo lavoro, è invitato a tenere la cattedra di Disegno e Composizione della Stampa presso il Politecnico di Torino dal 1965 al 1971. Nel 1968 riceve la Medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione per il suo contributo all'Arte Visiva, mentre nel 1975 la Federazione Italiana Pubblicità gli tributa la Medaglia d’oro come riconoscimento per i successi conseguiti all’estero.
Nel 1978 lo Studio Testa diventa Armando Testa S.p.A. che negli anni seguenti apre le sedi di Milano e Roma e continua a siglare campagne pubblicitarie di grande successo. Dalla metà degli anni Ottanta Testa, oltre che nella pubblicità vera e propria, si impegna nell'ideazione di manifesti per eventi e istituzioni culturali e di impegno sociale, da Amnesty International alla Croce Rossa, dal Festival dei Due Mondi di Spoleto al Teatro Regio di Torino. Realizza anche i marchi che contrassegnano enti culturali come il Salone del Libro e il Festival Cinema Giovani di Torino, e il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. La sua agenzia diventa la più grande fra quelle operanti in Italia in quel settore, con sedi nelle più importanti nazioni europee.
Si dedica ad una ricerca grafica e pittorica di libera creatività negli anni Ottanta e Novanta. La pubblicità viene ormai studiata come forma autonoma di espressione e comunicazione, e diverse istituzioni italiane e straniere dedicano a Testa mostre antologiche, che spesso comprendono la sua attività pittorica. Vanno ricordati il Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano nel 1984, la Mole Antonelliana di Torino nel 1985, il Parson School of Design Exhibition Center di New York nel 1987, il Circulo de Bellas Artes di Madrid nel 1989. Sempre nel 1989 diviene “Honor Laureate” presso la Colorado State University di Fort Collins.
Armando Testa muore a Torino il 20 marzo 1992, tre giorni prima di compiere settantacinque anni. Tra le mostre a lui dedicate dopo la sua scomparsa, le personali di Palazzo Strozzi a Firenze nel 1993, del Museo di Arte Contemporanea di Rivoli e Castel Sant’Elmo nel 2001 e all’Istituto Italiano di Cultura di Londra nel 2004.

Fonte: La Scuola di Armando

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