venerdì 10 luglio 2020

ROMA: Piano per il Turismo

                                                          


















ROMA
INTERVENTI A BREVE, 
MEDIO E LUNGO TERMINE

Oggi troppi Turisti che tornano a casa parlano male dell’Italia e di Roma, creando un danno gravissimo che fa dirottare su altre mete chi pensava ad un viaggio in Italia. DOBBIAMO farli tornare a parlar bene di noi, come facevano negli anni ’60 (dalle meravigliose Olimpiadi di Roma in poi).

DOBBIAMO VENDERE IMMAGINE E CORRETTEZZA !

Breve Termine
Decoro Urbano (Arredamento, Buon Gusto, Immagine) Pulizia e Manutenzione (AMA e ATAC) Servizi e Verde. (Ascensori, Scale Mobili, Panchine Ecc.).

Medio Termine
Reintroduzione di : “Manutentore”, “Vigile di Quartiere“ (collegato alla Centrale di Pronto Intervento per ogni urgenza) e “Bigliettaio” su tutti i Mezzi (sicurezza e oltre 3000 posti di lavoro a costo zero).  
Creare Assessorato al Turismo e alla Notte (se possibile 8x1000) con Telefono plurilingue H24 per ogni Informazione, (servizio che potrebbe essere delegato alle Pro-Loco) e dotandolo dei necessari poteri speciali con apposite Deleghe e Fondi per la Promozione.

Lungo Termine
Educazione Civica nelle Scuole Pubbliche e Private, con preventiva formazione degli insegnanti, per far crescere il numero di cittadini educati al rispetto degli altri. Corsi privati di Educazione all’Onestà ed alla Correttezza a tutti coloro che operano col pubblico, dagli addetti alla ristorazione, ai baristi, ai tassisti, ai negozianti, agli sportelli pubblici e privati di ogni attività
(Uffici Pubblici, Municipi, Banche, Poste ecc.).

Particolari attenzioni e controlli andranno posti nella cura del Tevere con dragaggi e pulizia continua, affidata ad apposita chiatta. Ripristino del Servizio di Linea con Biglietto ATAC-METRO e Stazioni con Chiosco di Sosta e Ristoro al coperto e spazio delineato all'aperto per posizionare Tavoli e Ombrelloni quando il Clima lo consente, (basterà installare i Tornelli metro nel galleggiante al Coperto per potersi imbarcare) massima attenzione sulle località balneari con inflessibile cura del Municipio X per la salvaguardia di Ostia ed il suo rilancio turistico.

                                     Giancarlo Bertollini  



Studio Stampa

mercoledì 8 luglio 2020

Il Ritorno alle Relazioni Umane al di là delle Concezioni Tecnologiche Moderne.

di Giancarlo Bertollini

Fin da piccoli, attraverso i media siamo colpiti soprattutto dalle straordinarie potenzialità legate alla Tecnologia, al Marketing, alla Comunicazione e dagli enormi vantaggi che dalla “Mercatistica o Scienza del Mercato”  le aziende e le associazioni ne traggono. Le finalità di questa disciplina sono e debbono essere quelle di garantire il più efficace impiego delle risorse, per ottenere risultati concreti su fronti critici quali l'incremento delle vendite, delle iscrizioni, il contenimento dei costi, ecc. 
In un mondo che corre sempre più velocemente in equilibrio precario, cresce anche l’esigenza di soluzioni sempre più vantaggiose per lo sviluppo ma  allargate al contesto in cui si opera: l’ambiente. 
La nostra, infatti, è la prima generazione della storia, con il compito di decidere se la specie  di cui facciamo parte, dovrà o meno continuare ad esistere: 
l’Uomo potrà salvarsi solo se impiegherà le risorse disponibili per tentare di riparare i danni provocati all'ambiente. Nei nuovi insediamenti ed in quelli doverosamente rinnovati, si profilano periodi di grande dinamismo e di una sempre più spietata concorrenza, dove sarà determinante il profilo della correttezza nello sfruttamento delle risorse.
Il nostro paradigma deve essere : 
le "Aziende" non esistono, esistono 
gli Uomini che le compongono!
(Il fattore umano è tornato ad essere determinante). 
Come fare ?   Inizierei con l’applicare questi miei pensieri !

Vision - La Visione.
Un Mondo migliore dal Nord al Sud, dall’Oriente all’Occidente, dallo Zenit al Nadir, con EcoManager impegnati verso uno sviluppo sostenibile.

Mission - La Missione.
Collaborare al miglioramento, tenendo continuamente presente che:
le Aziende non esistono ma esistono gli Uomini che le compongono.

Behavior - Il Comportamento.
Muoversi sempre con correttezza, ricordando che tutte le DIFFICOLTÀ sono benvenute, esaltano le QUALITÀ di chi le affronta e si chiamano OPPORTUNITÀ.


Tecnologia: è bene o è male? 

Oggi viviamo, almeno nei paesi sviluppati economicamente, all’interno di ‘società tecnologiche’, così chiamate per evidenziare il fatto che il progresso tecnologico rappresenta un aspetto fondamentale della vita dei cittadini. Diversi sono gli atteggiamenti rispetto al continuo cambiamento imposto dalla tecnologia: da quello catastrofista di chi l’accusa di essere alla radice di molti, se non tutti, i mali del mondo moderno, a quello di chi invece entusiasticamente pensa che comunque la tecnologia migliori la vita di tutti. Entrambi gli atteggiamenti portano a esagerazioni, come quelle di chi vede la scienza come ‘buona’, in quanto ricerca disinteressata, da contrapporre a una tecnologia ‘cattiva’, volta solo al profitto, che rende meno ‘naturale’ la nostra vita. C’è poi un atteggiamento, anch'esso pessimista, che vede il progresso tecnologico come la causa di una crescente perdita di umanizzazione della vita quotidiana, o addirittura come una micidiale arma in mano ai governi per controllare, fin nel più minuto dettaglio, la vita dei cittadini. 
Esempi chiari di questo atteggiamento sono il film Tempi moderni (1936), di Charlie Chaplin, e il romanzo “1984”, scritto da George Orwell nel 1949, quando il dibattito sulle conseguenze del progresso tecnologico era agli inizi.
Certamente ci sono aspetti della tecnologia che creano problemi per l’ambiente e la nostra salute. Lo sviluppo di nuove tecnologie provoca l’obsolescenza di quelle precedenti, con immense quantità di rifiuti da smaltire; altre tecnologie, come quella del motore a scoppio delle automobili, sono molto inquinanti e diffusissime in tutto il globo. 
Esiste però un diverso approccio a questo importante problema che si sta facendo strada: quello dello sviluppo sostenibile. Da una parte si riconosce che la tecnologia da sempre migliora le condizioni di vita, dall'altra si porta in primo piano la necessità di coniugare lo sviluppo di un mondo sempre più popolato ed esigente in termini di risorse naturali con il minore impatto possibile sull'ambiente.

Nuove tecnologie dunque, ma più rispettose dell’ambiente. Questo atteggiamento consapevole dipende molto anche dalla volontà di tutti i cittadini, che sono gli utilizzatori finali di tanti prodotti della tecnologia. 

Scienza e tecnologia: un legame molto stretto. 
Esiste oggi una certa difficoltà a distinguere cosa sia scienza e cosa tecnologia. Un’idea molto diffusa è che la scienza si interessi alle leggi generali della natura, studiandola tramite discipline come la biologia, la chimica, la fisica. Questa opinione privilegia l’aspetto, indubbiamente molto importante, della speculazione scientifica, spesso vista come una ricerca senza scopi immediati e completamente libera, ma relega la tecnologia a un ruolo soprattutto ‘pratico’ di applicazione delle leggi generali scoperte dalla scienza. È un’opinione piuttosto semplicistica e può portare alla pessima conclusione, anch'essa piuttosto diffusa, che la tecnologia ‘serve’, è utile, mentre la scienza è inutile e difficile.
La storia insegna invece che le cose sono più complesse e che scienza e tecnologia sono strettamente legate. Nel passato, molto più di ora, lo scienziato era anche un tecnologo raffinato, dato che spesso doveva costruire da sé i propri strumenti. 
Inoltre molte invenzioni, come per esempio la macchina a vapore, precedettero anche di molto tempo la corrispondente teoria fisica, in questo caso la termodinamica, che ne spiegava il funzionamento.
Altre invenzioni fondamentali, oggi diremmo applicazioni tecnologiche, furono invece scoperte ‘per caso’ nel corso di ricerche scientifiche svolte per tutt'altro scopo, come la lampadina, il cui principio di funzionamento fu scoperto nel corso delle prime misurazioni sulle conseguenze del passaggio della corrente elettrica in vari materiali. Non si sarebbe, in altre parole, mai arrivati alla lampadina (Thomas Alva Edison), semplicemente sviluppando e perfezionando le tecnologie di illuminazione già esistenti, come la candela.
Un altro esempio, simile ma ben più recente, potrebbe essere il web, sviluppato negli anni Novanta dello scorso secolo da scienziati e militari che si occupavano anche di fisica nucleare, semplicemente per scambiarsi documenti. Reso disponibile, in pochi mesi il web si diffuse in tutto il mondo.
Non sempre dalla scienza ‘pura’ discende il progresso tecnologico, anzi spesso avviene il contrario. La tecnologia, oggi come in passato, crea infatti nuovi strumenti che offrono ulteriori possibilità, a volte incredibilmente potenti, alla ricerca di base. Per restare nel passato pensiamo all'invenzione del cannocchiale, che dette a Galileo Galilei la possibilità di iniziare lo studio moderno dell’Universo. Oppure, per tornare ai nostri tempi, pensiamo a uno dei maggiori avanzamenti nelle scienze biologiche, la mappatura del DNA umano, possibile solo grazie alla disponibilità di strumentazione elettronica, computer e software molto evoluti. 

Il Futuro: le Relazioni umane. 
Forse non sempre ce ne rendiamo conto ma il fulcro attorno al quale ruota l'esistenza umana sta nella capacità di relazionarsi, di comunicare, di far passare il proprio pensiero così come vive dentro di noi e nel contempo comprendere quale sia il vero pensare altrui. 
I bambini iniziano a sentire le piccole difficoltà del vivere quando perdono la sicurezza di essere compresi dai genitori. La difficoltà relazionale "principe" è il pensare che gli altri o semplicemente l'altro non ci comprenda. E' qui che nascono i problemi di relazione, le sensazioni di solitudine, alcuni disagi e persino molte depressioni. Agli umani non manca la capacità intrinseca di socializzare e di vivere in società; non mancano nemmeno i linguaggi per comunicare, con la parola, con i gesti, gli sguardi, le posture. 
Tutto ciò però si impiglia nel decodificatore che ogni singola persona ha incorporato nel proprio io. E nei mezzi di comunicazione che ci stanno imponendo modelli su cui riflettere.
Le relazioni umane sono il centro di tutto. L'essenza ultima di ogni ansia umana finisce sempre col manifestarsi come un problema di relazione: 
con i genitori, con i figli, con i colleghi, con gli amici, con il partner, con i vicini, i concittadini, le diverse culture, etnie e via dicendo. 
Comincio a pensare che la risoluzione di alcuni conflitti che appaiono ormai senza via d'uscita dovrà un giorno passare da un'analisi della capacità relazionale che hanno le persone, a livello di singolo, di comunità, di etnia o di popolo. 
Non può esserci compromesso possibile laddove persone non vogliono categoricamente relazionarsi: non è percorribile alcuna strada diplomatica se non quella di cercare in qualche maniera di ricostruire una linea relazionale. 
Per questo sono sostanzialmente contro ogni tipo di pregiudizio verso chiunque. 
La base per comprendere l'altro è sempre la relazione, il parlarsi, il comunicare. 
Nella chiusura a priori non può evolvere nulla se non l'esasperazione delle inconciliabilità, che alla fine si alimentano di loro stesse. 
Lasciando i massimi sistemi e osservando il nostro piccolo mondo che ci circonda, la capacità di relazionarsi assume un'importanza cruciale nella qualità della nostra vita. 
Una linea di pensiero affermatasi da qualche decennio, ha imposto il modello dell'autostima come la risoluzione della maggior parte dei crucci esistenziali. Per una serie di ragioni l'iniziazione all'autostima è stata fondamentale per alcune persone: penso alle donne che attraverso il riposizionamento del loro ruolo allo stesso livello del maschio hanno smascherato secoli di predominio maschilista, ipocrita quanto nefasto. Ma penso anche ai giovani che dal '68 in poi hanno, a fatica, comunicato al mondo che c'erano, sebbene poi ancora oggi il potere sia in mano ad una gerontocrazia troppo spesso inetta.
Potrei fare riferimento anche alle conquiste sindacali e ad altro, ma c'è un'altra faccia della medaglia. Il culto un po' narcisista dell'autostima ha creato fratture relazionali fra chi riesce a stimarsi davvero e chi invece, per un mucchio di motivi che nulla hanno a che vedere con il potenziale della persona, non ci riesce. Il sicuro di se', il brillante ha buon gioco nelle relazioni spicce (meno su quelle e medio/lungo termine), mentre il timido, l'umile, l'introverso si richiude in una solitudine che si autorigenera continuamente.
Tutto ciò è sempre accaduto ma oggi ha un effetto deflagrante per il tipo di comunicazione che si sta affermando sempre più giorno per giorno: la comunicazione liquida, volatile, che si compone di piccole frasi e pochi ragionamenti, che si esprime via messaggi o attraverso alcuni strumenti controversi tipo Facebook. Il tutto si mescola fra quantità e masse variabili. 

La selezione è esercitata senza scrupoli, con dinamiche che solo vent'anni fa erano inconcepibili. 

Il telefono. Io sono nato in un'epoca dove il telefono suonava e uno per sapere chi stava dietro doveva alzare la cornetta e rispondere. Se c'eri bene; se non c'eri non rispondevi, se non volevi rispondere potevi farlo ma ti rimaneva il dubbio di chi ci fosse dalla parte di là della cornetta. Adesso si può vedere chi ti chiama e non rispondere. Sembra una faccenda da nulla ma è un modo di fare che spezza in maniera drastica il modello relazionale del "cercarsi". Le relazioni non comportano infatti il solo parlarsi ma nascono prima, nel cercarsi, nel ricordarsi di una persona, sia per un bisogno, sia per affetto, sia per il semplice sentire quella persona.
La selezione che i nuovi media comunicazionali consentono soffoca spesso alla fonte la possibilità di parlare, di ascoltare e farsi ascoltare, di spiegarsi. Alcune teorie un po' "snob" e vecchiotte, continuano a dire che la comunicazione attuale può contare su centinaia di canali ed è perciò molto facilitata. Anch'io la pensavo così fino ad un po' di tempo fa'. Ora mi chiedo se la quantità dei canali corrisponda davvero ad un miglioramento delle relazioni umane. Invece gioca un ruolo importante la qualità dei media, e su questo punto si sta progredendo verso una via che a me francamente preoccupa.
Ho paura che il relazionarsi si stia facendo sempre più a misura di "software" e sempre meno a misura d'uomo. Io, per esempio, non amo Facebook, anche se lo frequento molto, e mi spiace per i tanti amici che tendono a “viverci”.  
Sembra di viaggiare fra tonnellate di titoli di giornale, ognuno con la propria testata e i propri titoletti. Niente di davvero interessante. 
Ma questa è una mia opinione
Ciò che volevo dire è che c'è una mutazione delle relazioni umane che si sta sempre più codificando in "icone", frasi isolate, a me piace questo, a te quest'altro. Chi ha buon gioco è la persona estroversa, che si stima, che riesce a dominare più comunicazioni contemporaneamente e nella massa produce molte microrelazioni. Chi invece è di indole più riflessiva, meno esplosiva soccombe e rinuncia ripiegandosi su un disagio che probabilmente dimostrerebbe il contrario. Le relazioni umane dovrebbero, col tempo, recuperare una sostanza fatta di pensiero e non solo di contatti. 
Relazionarsi è il grande ed unico scopo che ha l'uomo nel vivere: confrontarsi, vivere in società, collaborare, costruire amicizie, conoscenze, amori; tutto è condizionato dalla potenzialità e dalla capacità di relazionarsi.
Un bel futuro non può prescindere da un buon relazionarsi. 

                                          Giancarlo Bertollini

Bibliografia:
Articoli dalle ricerche universitarie.
Lavori per Siti WEB di Giancarlo Bertollini.
Consultazione della Enciclopedia Italiana (Treccani).

www.studioservice.com

martedì 7 luglio 2020

Politica: RIVA DESTRA, IV FESTA TRICOLORE.

di Luca Bonanni
Qual è l’Italia che vogliamo? Quale il futuro del nostro paese auspicato dal mondo conservatore? Come sta affrontando il Governo le sfide economiche post lockdown? Spunti di riflessione e risposte chiare sono giunte dalla IV Festa Tricolore di Riva Destra, il movimento politico guidato da Fabio Sabbatani Schiuma (nella foto), federato da oltre due anni con i conservatori e sovranisti d’Italia. Due giorni, tredici tavole rotonde, venti ore live su Radio Radicale, su sanità, economia, giustizia, sicurezza, insomma sui temi più caldi dell’attualità politica, alle quali hanno preso parte deputati e senatori di Fratelli d’Italia, su tutti il capogruppo alla Camera dei deputati Francesco Lollobrigida, della Lega e di Forza Italia. Ma anche per fare il punto sul buono stato di salute del Centro-Destra, con una Giorgia Meloni che in due anni ha oramai quadruplicato i consensi e dal 3 per cento oggi veleggia verso il 20.
Fabio Sabbatani Schiuma
E con Riva Destra, sempre attenta alle istanze dei cittadini, che lungi dal mostrarsi una corrente invasiva in FdI, cosa frequente in altri schieramenti partitici, contribuisce da venticinque anni all'elaborazione di progetti di area, e proporrà i propri candidati nelle elezioni del 21 e 22 settembre nel Veneto e nelle Marche, quando i cittadini di queste e altre cinque regioni saranno chiamati al voto. Periodo di ottimismo per la destra italiana, che, come ricordato dal senatore Massimo Ruspandini nel suo intervento, spera di continuare a affermarsi nei piccoli centri, come accaduto in Francia nelle elezioni locali in questi giorni, mentre l’elettore delle grandi città vive ormai inebriato di istanze progressiste e, tra monopattini, infatuazioni green e comunismo da Ztl, pare aver smarrito il contatto con la via della realtà e della gente comune. Uno dei nodi più spinosi e sollecitati dall'emergenza Coronavirus è la visione della sanità, la prima voce del bilancio dello stato. Nella tavola rotonda dedicata i relatori, illustri esponenti del settore, hanno enunciato la linea da tenere per una sanità la cui gestione deve restare a guida pubblica, ma che non possa non avvalersi della preziosa eccellenza dei privati, a vantaggio dei quali è conveniente appaltare dei servizi, al fine di limitare l’aumento esponenziale dei costi di gestione. Un approccio in linea con il principio di sussidiarietà che il settore privato deve conservare rispetto al pubblico, caro alla destra sociale.
Altro argomento scottante è quello del turismo, affrontato con pragmatismo e preoccupazione nel dibattito che ha avuto tra i protagonisti Silvia Carpanese, candidata di Fratelli d’Italia alle elezioni in Veneto, regione cui è stato riconosciuto il premio Italia destinazione digitale, come Regione italiana più amata dai turisti stranieri nel 2019. E’ giunta la conferma anche da una delle aree più ricche d’Italia che gli imprenditori stiano pagando di tasca loro la cassa integrazione. Particolarmente allarmante la crisi economica, attuale e prospettica, del distretto delle Terme Euganee, che in tempi ordinari vanta numeri da record, ma che nell’epoca Covid rischia di non riaprire i battenti prima del prossimo gennaio, con danni irreparabili all'indotto nelle località interessate.
A tal fine Riva destra ribadirà nella tornata elettorale la necessità di abolire l’Imposta comunale sugli immobili per i capannoni destinati alle attività commerciali e la cancellazione della Tassa di occupazione del suolo pubblico fino a quando la situazione non torni a stabilizzarsi. Alessandra Vicinanza, rappresentante per i rapporti istituzionali, ha orgogliosamente sottolineato come Riva destra sia riuscita in queste settimane a dare spazio a tante voci, nonostante il lockdown e le rigide regole che sono seguite. In conclusione, Fabio Schiuma ha tratto un bilancio più che positivo della IV Festa Tricolore, presidio di libertà davanti a Montecitorio in mesi in cui è sempre a rischio, compressa, stravolta e censurata. “E non è questa la Libertà e l’Italia che vogliamo”.

Fonte: 

www.studiostampa.com

giovedì 2 luglio 2020

VINO - ESSENZA E DISTILLATO NEI RITI - NEI SIMBOLI

            L’usanza consueta, in alcune culture, (Dionisio-Bacco) di un eccessivo consumo di vino, aveva la sua spiegazione nel culto, in quanto provocava l’unione con la divinità dell’ebbrezza. Il vino doveva spezzare ogni incantesimo, smascherare le bugie o menzogne (in vino veritas) che non debbono albergare nel cuore del saggio (i Massoni lavorano a questo fine). Anche i defunti potevano gustarlo, se lo si versava a terra disperdendolo (libagione).
         Come “sangue dell’uva” il vino fu spesso visto in un rapporto simbolico con il sangue e non soltanto nel Cristianesimo. Esso, infatti, poteva anche sostituire il sacrificio cruento nel culto dei morti.
         Nella simbologia cristiana, il sangue di Cristo, occupa una posizione centrale (Carne e Sangue corrispondono a Pane e Vino). Nelle raffigurazioni della crocifissione si possono vedere Angeli che raccolgono il sangue dentro i calici, ricollegati simbolicamente al leggendario GRAAL (come certamente sapete, è indicato quale recipiente che Cristo adoperò in occasione della cena eucaristica ed in cui, poco dopo, venne raccolto il suo sangue). Il GRAAL così caro ai cavalieri prescelti da Re Artù per formare la Tavola Rotonda ed all'ordine cavalleresco dei Templari, al quale siamo storicamente legati.
Durante le NOZZE DI CANA, il rilievo non è dato al festeggiato ma a Gesù che, alla fine, attraverso l’allusiva dichiarazione del maestro di tavola, viene ringraziato per aver provveduto al vino buono fino alla fine del  banchetto.
         Molte sono le teorie sulla storia e l’espansione della vite (come simbologia, da molti popoli considerata l’albero della vita) e della vitivinicoltura; le più accreditate ne individuano l’origine organizzata nell'Asia minore, anche se reperti archeologici, rinvenuti in molti insediamenti preistorici, confermano che le GENTI ITALICHE facevano uso sia di uva che di vino, ben prima che la Bibbia fosse scritta.
Dove è doveroso segnalare la citazione nel canto XXX dell’ECCLESIASTICO:
“Date il vino a quelli che sono con l’animo amaro, acciocché bevano e dimentichino la loro miseria e non abbiano più memoria del loro dolore”.
         I reperti archeologici evidenziano una forte influenza degli Etruschi a partire dall’ VIII secolo a.C.
Le colonizzazioni Etrusca e Greca portarono nuove tecniche e nuovi vitigni, lo fecero con numerose varietà, scelte in funzione di ubicazione e clima, così che Plinio il Vecchio, arriverà a catalogarne svariate decine, da tavola e da vino.
Da tanta ricchezza di vitigni e di esposizioni è facile arguire che i fini intenditori potevano contare su una ricca scelta. Dalla lettura di Plinio il vecchio, senza la cui enciclopedia (arrivata integra fino a noi) vivremmo in grave avarizia di informazioni, il mercato offriva pressappoco duecento vini di grande qualità. Circa quanto le nostre attuali migliori D.O.C.
         Riguardo alla simbologia e all’albero della Vita, in estrema sintesi, “un simbolo nasce là dove ad un dato reale, un numero, una parola, un segno, una pianta, un’immagine, un edificio, in breve, ad una cosa, si conferisce un senso più profondo di quanto non possieda nella sua mera sussistenza reale, quando a queste cose ed alle loro forme si attribuisce una maggiore dignità ed un più alto valore di quanto ad esse non spetti propriamente, quando alla cosa esteriore si dà un più profondo valore morale o spirituale, rendendola così immagine di processi spirituali non altrimenti rappresentabili. 
Giotto (c. 1303-1305) Padova - Cappella degli Scrovegni 
Le «radici» dell’acquavite sono … nel cielo.
Oggi la chiamiamo grappa ma all’origine era la quinta essentia (in analogia con il quinto elemento aristotelico, componente dei corpi celesti)  e poi, compiendosi il viaggio della grappa dalle suggestioni alchemiche e metafisiche a farmaco, alimento e bene voluttuario, diventò aqua vitae, aqua ardens, anima vini, acquavite e infine grappa.
Per la precisione, oggi si distinguono:
Distillato di Vino (Brandi), Distillato di vinacce (Grappa), Distillato d’Uva (Acquavite).
La fisica aristotelica era fondata sulla teoria delle qualità, sulla mescolanza cioè dei quattro elementi fondamentali, terra, aria, acqua, fuoco, che produceva qualità opposte come, freddo/caldo, umido/secco; questi principi erano alla base della teoria e della pratica medica. E inoltre secondo la fisica e la cosmologia aristotelica l’universo era diviso in mondo sublunare (corruttibile e dove il moto era rettilineo) e mondo delle sfere celesti (incorruttibile e animato da moto circolare, in cui era presente l’etere o quinta essenza ingenerabile, incorruttibile e inalterabile).
A causa del fallimento del programma di trasmutazione dei metalli in oro, la ricerca alchemica si indirizzò, dalla fine del XIII al XIV secolo, verso la distillazione. Agli occhi degli alchimisti il distillato di vino presentava sorprendenti caratteristiche simili alla quinta essentia: era trasparente come il cielo, incorruttibile e inalterabile.
Con l’introduzione della cultura araba nel mondo latino, nel XII secolo, giunsero anche opere di molti autori del pensiero classico non ancora tradotte; fra cui testi sconosciuti di Aristotele come la Fisica, il De Generatione et Corruptione e altre).
Giunsero anche ai centri di traduzione presso le corti arabe di Spagna e Sicilia, testi alchemici, il cui ingresso contribuì alla valorizzazione del bagaglio tecnico-sperimentale e del legame tra scienza e manualità. La novitas dell’alchimia suscitò curiosità e vivo interesse tra gli studiosi, ma ben presto entrò in conflitto con il sapere scolastico.
Il programma dell’alchimia prevedeva un obiettivo elevato e ambizioso: quello di raggiungere, attraverso l’arte, la perfezione che per i metalli è l’oro, per l’uomo la longevità, poi l’immortalità, e infine la redenzione. Per una serie di motivi questo programma non fu realizzato e l’apprezzamento iniziale, nel corso dei decenni, si tramutò in discredito, derisione, persecuzione. Gli alchimisti da ministri (simili a Dio) e «gubernatores naturae, taciti et secreti, umili e pii», divennero nell'immaginario popolare, sulla spinta delle condanne di papi e inquisitori, adulteratores et latrones e ancora, sophistae et impostore, trufadores, multiplicatores, delusores, pseudophilosophi.
Il fallimento del loro programma spinse i filosofi alchimisti a rifugiarsi in orizzonti visionari utopici e profetici non estranei d’altra parte a visioni catastrofiche e apocalittiche e a sentimenti diffusi di attesa di una grande renovatio.
Agli inizi dell’alchimia latina, nel XII secolo, il problema della trasmutazione era strettamente intrecciato con alcuni aspetti della filosofia naturale e soprattutto col naturalismo aristotelico e quindi costituì un punto cruciale della ricerca e definizione di uno statuto epistemologico dell’alchimia stessa.
Questa fase che potrebbe essere definita «metallurgica» 
si estenderebbe fino al 1275 circa.
Un ruolo di conciliazione e di adattamento delle tesi alchemiche al quadro epistemologico scolastico fu svolto soprattutto da Ruggero Bacone il quale, partendo da una critica al vecchio assetto dell’enciclopedia scolastica, pone l’alchimia, come teoria della materia e della generazione, sullo stesso piano della filosofia naturale. Bacone inoltre, in conformità col suo principio secondo cui la «veritas» del sapere va accompagnata alla «utilitas», considera l’oro alchemico più pregiato di quello delle miniere e ne apprezza le qualità terapeutiche; infatti se assunto come oro potabile è un farmaco equilibratissimo atto a favorire la prolongatio vitae.
Con Bacone quindi fa ingresso nella tematica della trasmutazione quell'aspetto medico-farmacologico dell’elisir o lapis o «medicina».
Una vera e propria svolta farmacologica si ebbe in conseguenza di una lunga crisi dell’alchimia che iniziatasi alla fine del XIII secolo, fu determinata dalla disarticolazione del rapporto teoria/pratica dovuta a un’eccedenza di dati sperimentali rispetto alle teorie disponibili. Ma un altro fattore fu più determinante: alla lunga l’insuccesso nella fabbricazione dell’oro artificiale, la più grande promessa degli alchimisti, produsse delusione e diffidenza; di qui l’accusa principale rivolta all'alchimia di essere un mendacium.
L’alchimia quindi si pone alla ricerca di un nuovo statuto epistemologico in una nuova fase caratterizzata dall'introduzione di elementi soprannaturali dovuti all'intuizione e alla rivelazione. Questa tendenza, attraverso gli scritti attribuiti a Raimondo Lullo e ad Arnaldo da Villanova, si concluderà verso la metà del XIV secolo, con Giovanni da Rupescissa, un monaco francescano alverniate, col ricorso a un nuovo modello cosmologico, quello cristologico. Le trasformazioni di elementi naturali provocate dall’alchimia sono concepite in analogia con le sofferenze e la resurrezione di Cristo Dio e Uomo. E lo statuto epistemologico sarebbe così fondato sul dogma della trasfigurazione, della resurrezione, della vita eterna.
La ripresa dell’alchimia si verifica quindi in ambito medico farmacologico grazie al successo e alla diffusione delle tecniche di distillazione, soprattutto dell’alcol ottenuto dalla distillazione del vino. Per le sue proprietà, quest’acqua ardente e volatile non s’integrava nello schema dei quattro elementi; non essendo né terra, né acqua, né aria, né fuoco; gli alchimisti ricorsero al concetto aristotelico di quinta essentia, quinto elemento, materia dei corpi celesti.
Una certa indeterminatezza epistemologica rendeva non falsificabile l’idea del farmaco alchemico: se la «medicina» non funzionava e l’ammalato moriva, era sempre possibile appellarsi alla divina volontà! Era molto più difficile invece giustificare l’insuccesso nella fabbricazione dell’oro artificiale.

La concezione aristotelica dell'universo, che vede al centro i quattro cerchi sublunari corrispondenti a terra, acqua, aria, e fuoco, al di sopra dei quali ruotano le sfere planetarie di sostanza eterica.

Il Liber de consideratione quintae essentiae (1351 ca.) di Giovanni da Rupescissa, scritto durante un periodo di prigionia ad Avignone, è pervaso da una sorta di ispirazione divina.
Ma al di là delle intenzioni di Giovanni, l’acquavite era già apprezzata come alimento e bene voluttuario. La «quinta essenza» pur mantenendo il doppio significato di prodotto filosofico-spirituale e di alimento, si diffuse a livello di consumo sociale come bevanda.
E come non citare Dante ?
Nel Canto XIV dell’Inferno il Poeta fa capire che le lacrime avrebbero anche una funzione iniziatica perché con la loro evaporazione spegnerebbero le fiamme del girone permettendo il passaggio del pellegrino. In definitiva quindi il pianto del veglio (Statua del Grande Vecchio che a Creta guarda Roma) sarebbe come un'allegoria del peccato, che nasce dagli uomini e punisce gli uomini stessi attraverso i fiumi infernali. Dante ha bisogno di qualche altra spiegazione e chiede a Virgilio perché se questo fiume giunge dal mondo dei vivi lo incontrano solo ora e il poeta latino risponde che fino ad allora essi sono scesi sempre verso sinistra, ma ancora non hanno fatto un giro completo. Poi Dante chiede dove siano il Flegetonte e il Lete, non citati prima, e il maestro risponde che il bollore dell'acqua del fiume rosso avrebbe già dovuto essere di risposta alla sua domanda; mentre per quanto riguarda il Lete Dante lo vedrà sì, ma fuori dalla fossa infernale perché è il luogo dove "l'anime vanno a lavarsi / quando la colpa pentuta è rimossa" cioè in Purgatorio.
Poi Virgilio taglia corto e incita Dante ad allontanarsi dal bosco affinché lo segua sui margini, che fanno la "via", e dove il fuoco non attacca perché sopra di essi le fiamme (vapor) si spengono. 
                                           Giancarlo Bertollini

Bibliografia:
°      La BIBBIA
°      Da Ricerche sul WEB
°      TRECCANI - Enciclopedia Italiana
°      Enciclopedia dei Simboli  (Garzanti)
°      Da Lavori del Fr Giancarlo Bertollini 

www.studiostampa.com

La fantastica, intensa, due giorni per l'annuale Festa Tricolore di Riva Destra si conclude con Fratelli d'Italia.


Giancarlo Bertollini in chiusura sintetizza come Ufficio Stampa
www.studiostampa.com

lunedì 29 giugno 2020

ROMA: DA DOMANI AL VIA L'ANNUALE FESTA TRICOLORE RIVA DESTRA: "L'ITALIA CHE VOGLIAMO-PRESIDIO DI LIBERTÀ".

In piazza di Montecitorio 20 ore di dibattiti in diretta streaming e facebook. Conclude Lollobrigida (FDI). Presenti per la Lega Centinaio e Borgonzoni, per Forza Italia Gasparri. Delegazioni anche di Cambiamo con Toti e del Partito Radicale. 
ROMA, 29 giu -"Da domani, 30 giugno, fino al primo luglio, si terrà a Roma in Piazza di Montecitorio, la IV Festa Tricolore di Riva Destra, movimento federato a Fratelli d’Italia. Il nome scelto per questa edizione è Presidio di Libertà-L’Italia che vogliamo’. Nella sala Capranichetta, ci saranno infatti le dirette in streaming sul sito di Radio Radicale e su affari italiani.it e quelle Facebook sulle pagine de ‘La Voce del Patriota’ e de ‘Il Sovranista.info’. 
A margine di un simbolico gazebo in piazza, gestito dai militanti di Riva Destra, una serie di tavole rotonde. Quest’anno a chiudere i lavori, nell'edizione precedente fu Giorgia Meloni, sara’ il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida".
Lo annuncia in una nota il movimento Riva Destra.
"Microfoni aperti quindi dalle 10 di domani, Martedì 30 giugno -continua la nota- con gli interventi di saluto del segretario nazionale Fabio Sabbatani Schiuma, del portavoce Alfio Boschi e del vicesegretario Angelo Bertoglio, cui seguiranno i parlamentari di FdI, Giovanni Donzelli, responsabile nazionale dell’Organizzazione e di Marco Silvestroni, coordinatore della provincia di Roma. Ecco le delegazioni degli altri partiti gia’ confermate: dalla Lega, con l’ex Ministro Gianmarco Centinaio, la senatrice Lucia Borgonzoni e Maurizio Politi, capogruppo in Campidoglio, fino a Forza Italia con i parlamentari Maurizio Gasparri e Benedetta Fiorini, insieme al deputato all’Ars Tommaso Calderone; e ancora, ‘Cambiamo con Toti’ rappresentata dal consigliere regionale del Lazio Adriano Palozzi, responsabile organizzativo nazionale, e del Partito Radicale con Giuseppe Rossodivita e l’on. Rita Bernardini, anche Presidente di Nessuno Tocchi Caino. Non ha ancora confermata la presenza del Sottosegretario al Mef, Alessio Villarosa, del M5S. 
Questa -prosegue la nota- la lista dei parlamentari ed esponenti di Fratelli d’Italia che hanno confermato il loro intervento alle tavole rotonde organizzate dall'economista di Riva Destra, Fabio Verna: Edmondo Cirielli, Andrea De Bertoldi, Luca De Carlo, Paolo Trancassini, Nicola Calandrini, Massimo Ruspandini, Isabella Rauti, Wanda Ferro, Daniela Santanche’, Ylenja Lucaselli, Ella Bucalo, Carolina Varchi, Ciro Maschio, Marco Osnato, Mauro Rotelli, Walter Rizzetto, insieme al coordinatore di Fdi nella Marche Carlo Ciccioli, al capogruppo in Regione Calabria Filippo Pietropaolo, all'Assessore al Turismo in Liguria Gianni Berrino, al responsabile del dipartimento Turismo Gianluca Caramanna, e di quello Economia, Maurizio Leo, e a Marina Augello. Queste le tavole rotonde gia' composte, che ovviamente potranno avere dei cambi di orario in base ai lavori parlamentari in corso.
"'2020: presenti, nonostante tutto' -conclude la nota- aperta dai coordinatori territoriali di Riva Destra. Poi la scottante attualità dei temi economici: 'Buoni patriottici e moneta fiscale' e 'A 50 anni dallo Statuto dei lavoratori: e’ emergenza'. Si parlera’ poi di scuola e di turismo (“2020: vacanze in Italia”), ma anche di giustizia con i 'Diritti delle Vittime' e l’avv. Marco Valerio Verni, zio di Pamela Mastropietro. 
Tavole rotonde anche sul problema movida ('Movida Sicura: cultura, occupazione e divertimento'), con operatori del settore (Club Festival Commission, Silb, Snos) come Guido Cancellieri, definito dalla stampa il Re della movida milanese, Giorgio Tammaro e Giancarlo Bornigia del Piper; e ancora sulla ricostruzione post terremoto ('Terremoti dimenticati') con Alberto Allegrini, albergatore di Norcia e Presidente Confcommercio Valnerina. Non mancheranno poi -aggiunge infine la nota- i temi della sanita’ ('Emergenza Covid19: il modello Veneto' e 'Mens sana in corpore sano') con lo psichiatra Marco Sarchiapone, docente universitario e ideatore della helpline telefonica gratuita di Riva Destra durante la quarantena, e con il sindaco di Peschiera del Garda Orietta Gaiulli. Ovviamente si discutera’ anche del territorio laziale e romano ('Liberare Roma e il Lazio') e Riva Destra, ha predisposto anche un confronto con altre realta’ di area ('2019: obiettivo 10%. 2020: obiettivo 20%'), come per esempio, il Movimento Conservatore Stella d’Italia, il Movimento Italiano Tricolore e altri come Vox Italia, presente con una delegazione. E infine una tavola rotonda sui comuni ('X Enti locali commissariati, casse vuote, zero servizi'), ove interverranno i tanti amministratori sul territorio aderenti al movimento, che cosi’ contribuisce all'allargamento del perimetro elettorale di Fratelli d’Italia". 

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giovedì 25 giugno 2020

Ernesto Nathan il Grande Sindaco di Roma.

Ernesto Nathan
In un discorso tenuto nel 1898 a Torino definì la massoneria «associazione patriottica ed educativa, non associazione politica» 
(Il compito massonico. Discorso inaugurale del Gran Maestro E. N. alla Conferenza massonica nazionale. Torino, 20 settembre 1898, Roma 1898)
Egli finì così per deludere quegli affiliati che auspicavano una più netta democratizzazione della massoneria e il suo diretto coinvolgimento nelle competizioni politiche e amministrative a sostegno dell’estrema sinistra. 


E dobbiamo al suo "Genio" la ciotola fissata sotto ai "Nasoni" 
e la indimenticabile battuta " 'n c'è trippa pe' gatti ".  
*** *** ***
La giunta Nathan guidò l’amministrazione municipale di Roma per sei anni, fino al novembre 1913, e lasciò un’impronta indelebile nella storia della città. Potendo giovarsi anche dei provvedimenti finanziari a favore della capitale previsti dalla legge del luglio 1907, avviò un diversificato piano di interventi che toccò tutti gli ambiti della sfera amministrativa introducendo significative innovazioni. Uno dei principali settori su cui Nathan concentrò l’attenzione fu quello delle scuole pubbliche, che versavano a Roma in condizioni particolarmente precarie. Oltre ad avviare un’intensa opera di edilizia scolastica, furono istituiti biblioteche, giardini d’infanzia, scuole all’aperto, corsi estivi di ripetizione, e soprattutto fu difesa la connotazione laica dell’istruzione rifiutando di impartire nelle scuole comunali alcun insegnamento di natura confessionale. Poderoso fu poi l’intervento di municipalizzazione dei pubblici servizi, che, sotto la guida dell’assessore ai servizi tecnologici Giovanni Montemartini, portò alla nascita di aziende comunali in vari settori, fra cui quelli per la gestione delle tramvie e dell’illuminazione elettrica. Come previsto dalla legge del 1903, le delibere relative alla municipalizzazione dei servizi pubblici furono sottoposte a un referendum popolare che si tenne nel 1909, nella data simbolicamente evocativa del 20 settembre. Questa consultazione popolare sancì l’inizio di un processo di crescente coinvolgimento della cittadinanza nelle scelte dell’amministrazione che si manifestò sia attraverso altri referendum, indetti per decidere questioni specifiche anche a livello rionale, sia mediante la nascita di alcune associazioni di quartiere. Il risultato fu una sorta di inedita «democrazia partecipativa», che accrebbe il consenso intorno alla giunta Nathan. La costruzione di numerose opere pubbliche (palazzi, monumenti, ponti, piazze, strade, sistemi di fognatura), alcune delle quali inaugurate nel 1911 in occasione dei festeggiamenti per il cinquantenario dell’Unità, e l’ambizioso intervento di recupero igienico e scolastico dell’Agro romano contribuirono ulteriormente a creare un’opinione favorevole intorno all’operato dell’amministrazione.

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mercoledì 24 giugno 2020

Antiche Misure: tentiamo di mettere ordine. IL CUBITO

IL CUBITO
Il Cubito era diviso in 7 Palmi di 7,47 cm, a loro volta divisi 
in 4 Dita di 1,8 cm. 100 Cubiti costituivano un Khet.


Valore Assoluto del Cubito.
E’ necessario fare una precisazione: in antichità non esisteva un rigido sistema di controllo dei Pesi e delle Misure, come nel Mondo moderno. A seconda dei periodi storici e delle località
le unità di lunghezza potevano variare leggermente. 
Il valore di 52,5 cm del Cubito Reale e 44,7 cm per il Cubito piccolo, costituiscono dei valori medi.
A testimonianza di questo, sono le diverse dimensioni che sono state riscontrate nei righelli di misura trovati negli scavi archeologici.
I Cubiti ritrovati nella Tomba dell’Architetto Kha, oggi conservati a Torino, misurano 52,4 cm (quello dorato) e 52,7 (quello pieghevole in legno). Nella stessa sede sono conservati altri tre Cubiti, due di 52,5 cm e uno di 52 cm. Infine, il Cubito di legno conservato al Louvre risulta lungo 52,4 cm. 
Mentre quello del British Museum di Londra di 52,35 cm.

E’ interessante notare che studi matematici-architettonici fatti sui rapporti di forma della Piramide di Cheope e sulla Camera del Re, indicherebbero che, al tempo in cui fu realizzata, il Cubito Reale fosse di 52,37 cm (Petrie 1934).

La lunghezza del Cubito Reale espressa in cm è pari a 52,36.
Questo valore è oggi accettato da tutti gli studiosi.

La distanza dal gomito alla punta del dito era anticamente la misura usata più comune.

Il Cubito Ebraico era di 44,45 cm mentre quello Egiziano era un pochino più lungo (44,7) ed era di sei Palmi (vedi Palmo). 
Il Cubito lungo o Reale era invece di sette Palmi 52,36 cm.
Il Cubito Romano era uguale a quello Ebraico.

Possiamo pertanto ritenere corretta la misura ritrovata in alcuni scavi e utilizzabile oggi. 
Asta  Cerimoniere  = 3 Cubiti Reali = 157,08 Centimetri.
 Aste dei 2 Diaconi = 1 Cubito Reale = 52,36 Centimetri. 

                                        Giancarlo Bertollini  


                        Roma, 17 maggio 2017 E.V.

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Un magnifico Luca Rocconi intervistato sul Cantico dei Cantici. Decisamente "ILLUMINANTE".

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