martedì 26 maggio 2015

ROMA: un raro evento sulle allergie - da non perdere !

L’AUTORE - Renato Ariano, opera a Bordighera è medico specialista allergologo, già noto per le sue ricerche scientifiche (ha scritto anche “Aerobiologia ed allergeni stagionali”). Ha conseguito tre idoneità primariali nelle discipline di: medicina interna, pneumologia, geriatria. Recentemente si è occupato delle relazioni tra cambiamenti climatici e malattie allergiche, rilevando anche come le amministrazioni pubbliche dovrebbero attribuire maggior importanza alla sua categoria prima di prendere determinate decisioni, come costruire aiuole o piantare nuovi alberi, di cui spesso vengono ignorati gli effetti allergenici.

QUI un importante approfondimento sulle ALLERGIE ! 

Una Recensione Esemplare de: 
“IL VENTO E’ UN’AUTOSTRADA PER POLLINI. 
Viaggio avventuroso di un polline inquieto.”
Un “nuovo Pinocchio”?
Un libro a più livelli di lettura.

Questo nuovo libro è una lettura in grado di suscitare numerose e diverse emozioni e riflessioni e che incuriosisce sin dall’inizio, spingendoci a leggerlo tutto d’un fiato. All’inizio ci si immerge nella trama avventurosa, attratti dal personaggio particolare e accattivante. Si tratta di un microscopico polline di cipresso, chiamato Zeffirino, un nome che è il diminutivo di un vento di primavera, vivace e leggero e che definisce bene questo personaggio, curioso e intraprendente, che rifiuta il proprio destino predeterminato e che fugge dalla Pianta Padre per correre mille avventure nel mondo della Natura. Si potrebbe dire che si tratti di una sorta di un “nuovo Pinocchio”. Difatti, come il famoso burattino anche Zeffirino disubbidisce al padre, compie le sue fughe e marachelle e poi si pente: “Povero me, ho voluto fare di testa mia…se avessi fatto come diceva l’Albero padre…”, Zeffirino parla il linguaggio universale degli animali e dei vegetali, incontra amici e nemici pericolosi, trova un Maestro nel vecchio polline Eudosso, che lo guida nel suo viaggio verso il Giardino Nascosto, dove troverà le risposte a tutte le sue domande. Anche lui ha una sorta di fata Turchina, rappresentata dalla Luna, che lo segue e lo ispira costantemente, durante il suo cammino. Corre i più grandi pericoli quando affronta la specie più debole e più insidiosa, ovvero la razza umana, di cui finisce prigioniero, ma riesce infine a liberarsi, grazie a degli amici batteri. Infine la palingenesi, la trasformazione finale, attraverso un atto d’amore che non svelo per non rovinare la sorpresa al lettore. 
Tuttavia, procedendo pagina dopo pagina, ci si accorge che il racconto ha diversi piani di lettura. A piè di pagina ci sono numerose note esplicative e ci si rende conto che la narrazione ha anche un fine di divulgazione scientifica. Si apprendono numerose informazioni sui pollini, gli Acari, batteri, miceti, malattie allergiche. Questa scoperta ci fa anche capire che l’autore ci vuole presentare le fonti dell’allergia (pollini e altri allergeni) da una prospettiva completamente diversa, ovvero dal loro stesso punto di vista. Il vento, per i pollini allergenici, non è solo lo spostamento di una massa d’aria che muove nuvole e fronde d’alberi, ma addirittura la loro strada preferita: il vento è un’autostrada per pollini, in altre parole è una via per sollevarsi in alto e per giungere alla conoscenza. E’ quello che spiega il Maestro Eudosso al proprio discepolo, quando gli insegna i rudimenti del volo pollinico. “Per volare un alto, occorre essere leggeri e distaccati. Per questo, bisogna eliminare tutti i pensieri inutili e ingombranti. Sono la zavorra che dobbiamo abbandonare”. Ci accorgiamo, adesso, del terzo livello di lettura, quello di valenza simbolica, estetica ed etica, con messaggi che compaiono spesso tra le righe e numerosi riferimenti letterari a capolavori della letteratura, mimetizzati nei vari capitoli. L’autore ha il gusto dell’enigma. Difatti ha architettato tre acrostici che si possono scoprire ponendo attenzione alle lettere delle prime parole della prima e ultima frase dei vari capitoli. Dagli acrostici cosi ricostruiti si generano tre frasi che sono poi tre endecasillabi (11 x 3 = 33) ognuno dei quali esprime un aforisma di tenore etico. Terminato il libro, il lettore attento e curioso è portato subito a rileggerlo per cogliere quelle frasi o quei riferimenti che, forse, prima gli erano sfuggiti. Questo è forse uno dei meriti maggiori di questo libro, la cui lettura è accattivante come una favola, intrigante come un’avventura picaresca, enigmatica come un thriller. 
Da segnalare, inoltre, che il libro è dedicato ai pazienti allergici “perché, malgrado tutto, scoprano che anche i pollini hanno un’anima…” Per questo motivo l’Autore ha deciso che tutti i proventi derivati dai diritti d’autore vadano in beneficenza a “FederAsma e Allergie Onlus”, l’associazione che si dedica al sostegno dei pazienti allergici. Comprare e leggere questo libro aiuterà non solo il lettore, che ne trarrà diletto, ma anche i pazienti allergici che ne ricaveranno un concreto sostegno.

Il vento è un'autostrada per pollini 
- Viaggio avventurosi di un polline inquieto.     
Autore: Renato Ariano
Edizioni Leucotea - Brossura fresata, 176 pagine, €.12,90 
Si può ordinare direttamente, senza spese di spedizione, andando sul sito:
http://www.autostradaperpollini.it

Recensione di Ito Ruscigni

Giornalista e Ideatore dei Martedì Letterari di Sanremo

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lunedì 25 maggio 2015

Spiegazione di Dovere, Lavoro, Rispetto e Pulizia !

【無敵快靚正】七分鐘聽落唔係好快,但睇完呢條片,不得不佩服日本人嘅一絲不苟同效率!#7MinuteMiracle #新幹線 #網搜熱話Source: Charli James
Posted by my903.com 商業電台 on Martedì 19 maggio 2015
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lunedì 18 maggio 2015

Misure delle ore in Roma antica, Roberto Vacca, L’Orologio.

Gnomone Meridiana di Augusto
 - Montecitorio -
“Non ti posso dire un’ora certa: è più facile mettere d’accordo i filosofi che gli orologi.” Aveva scritto Seneca. Per molti secoli a Roma si distingueva solo la mattina (quando si potevano compiere certi atti legali) dal pomeriggio. Tre secoli prima della nostra era sia la mattina, sia il pomeriggio furono suddivisi ciascuno in due parti. Ma solo nel 263 a.C .Valerio Corvino Messalla riportò a Roma la meridiana che aveva preso a Catania da lui conquistata. L’orologio solare fu installato nel Foro. Era stato costruito per una latitudine di oltre 4 gradi più meridionale di quella di Roma e per un secolo i Romani lessero l’ora sbagliata. Solo nel 164 a.C. il censore Marcio Filippo fece installare una meridiana calcolata  per la latitudine di Roma. La più grande meridiana romana, fatta installare da Augusto, aveva per gnomone l’obelisco di Piazza Monte Citorio, alto più di 30 metri. Le indicazioni delle ore erano numeri in ottone incastonati nel pavimento della piazza (alcuni sono ancora visibili).
Con le meridiane e con gli gnomoni impiantati su lastre orizzontali. I Romani tracciarono le eclittiche e misurarono l’insolazione giornaliera, la cui durata divisero in dodici parti per il giorno e dodici per la notte. Le 24 ore avevano la stessa durata solo due volte l’anno - agli equinozi di primavera e di autunno. In inverno e autunno le ore diurne erano corte e quelle notturne erano lunghe. Era vero l’inverso in primavera ed estate. La tabella seguente mostra le durate delle 12 ore al solstizio di inverno e al solstizio  d’estate. Il 21 dicembre  il sole è visibile a Roma per poco meno di 9 ore; il 21 giugno è visibile per poco più di 15 ore.


Solstizio
d’inverno
Solstizio
d‘estate
ORA
 Da
 A
 Da
 A
Prima
  7:33
  8:17
  4:27
  5:42
Secunda
  8:17
  9:02
  5:42
  6:58
Tertia
  9:02
  9:46
  6:58
  8:13
Quarta
  9:46
10:31
  8:13
  9:29
Quinta
10:31
11:15
  9:29
10:44
Sexta
11:15
12:00
10:44
12:00
Septima
12:00
12:44
12:00
13:15
Octava
12:44
13:29
13:15
14:31
Nona
13:29
14:13
14:31
15:46
Decima
14:13
14:58
15:46
17:02
Undecima
14:58
15:42
17:02
18:17
Duodecima
15:42
16:27
18:17
19:33

La durata variabile delle ore era la causa principale delle incertezze citate da Seneca. Per diminuirle si diffusero gli orologi ad acqua – le clessidre: il cui nome in greco significa “oggetto che ruba l’acqua”. Nel I e nel II secolo della nostra erano di grande moda fra i ricchi. Il famoso Trimalcione (quello del pranzo gastronomico narrato da Petronio) aveva prescritto nel suo testamento che il sepolcro della sua tomba fosse alto cento piedi e avesse al centro una grande clessidra in modo che dovessero leggere il suo nome tutti quelli che volevano conoscere l’ora.
Per avere direttamente un’indicazione dell’ora secondo la successione citata, furono realizzate clessidre in cui porzioni della parete erano trasparenti ed erano incise con graduazioni valide per i vari mesi, da scegliere in base alla selezione prodotta da una meridiana.
Non risulta che nessun costruttore moderno di orologi abbia realizzato un misuratore del tempo atto a mostrare l’ora secondo la convenzione romana. Solo un genio originale e giocherellone come Claude Shannon (l’inventore della teoria matematica della comunicazione) poteva prendersi la pena di costruire un computer per eseguire operazioni aritmetiche fra numeri espressi con l’antico e complicato sistema di numerazione posizionale romano. I Romani non brillavano nella metrologia. Un bambino moderno sa calcolare subito che 51 x 63 = 3213. In Roma antica solo chi aveva fatto lunghi studi era capace di moltiplicare LI per LXIII per ottenere MMMCCXIII. 

Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Un magnifico Luca Rocconi intervistato sul Cantico dei Cantici. Decisamente "ILLUMINANTE".

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