giovedì 29 maggio 2014

Marine Le Pen DISTRUGGE la Bilderberghina Lilli Gruber.

Camera approva proposta di legge su divorzio breve.

La legge riduce i tempi dello scioglimento del matrimonio a 12 mesi in caso di contenzioso e a 6 mesi per le consensuali. I voti: sì 381, 30 no, 14 astenutia legge riduce i tempi dello scioglimento del matrimonio a 12 mesi in caso di contenzioso e a 6 mesi per le consensuali. I voti: sì 381, 30 no, 14 astenuti.
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SCIOGLIMENTO DELLE NOZZE DOPO UN ANNO.
Dopo la votazione finale, dall’Aula, si è levato un applauso. Ecco, in sintesi, le novità del testo. 
DIVORZIO BREVE. Stop alla separazione di 3 anni per chiedere il divorzio. Il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per la consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Se la separazione è giudiziale, il termine decorre dalla notifica del ricorso.
COMUNIONE LEGALE. La comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale.
APPLICAZIONE IMMEDIATA. Il «divorzio breve» sarà operativo anche per i procedimenti in corso. 

Fonte: Corriere della Sera

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mercoledì 28 maggio 2014

ADUC: Aggiornamenti e News !

Europa. Chi decide?
  Siamo abituati a considerare Il Parlamento Europeo alla stregua di quello nazionale. Non e' cosi'. Visto che questa e' l'Europa degli Stati nazionali, sono quest'ultimi a decidere le priorita' politiche e le principali iniziative attraverso il Consiglio europeo, costituito dai capi di Governo o Stato. Il tema che ha caratterizzato le elezioni europee e' stato quello sull'euro, ovvero dell'economia dell'eurozona. Ovvio che i Paesi che hanno il bilancio pubblico in ordine non vogliono accollarsi i debiti di quelli mediterranei [...]
14 maggio 2014 13:56
Il problema dell'Italia non era il debito pubblico?
Sono passati ormai più di 30 mesi da quando la follia dei mercati finanziari ha portato molti operatori finanziari (e purtroppo anche molti piccoli investitori) a sbarazzarsi dei titoli di stato italiani temendo un default dell'Italia. Si sosteneva che il debito pubblico italiano fosse eccessivo, insostenibile. Allora il debito pubblico era pari a circa il 120% del PIL (dato del 2011) per circa mille e novecento miliardi di euro. Oggi, a distanza di circa 30 mesi, il debito pubblico è aumentato di circa 200 miliardi di euro a [...]
13 maggio 2014 17:47
L'Italia delle tangenti e le elezioni europee
Come se fossero tutti cascati da un albero in cui frutti invecchiano in modo inverosimile prima di maturare e piombare in terra, buona parte dei nostri politici hanno fatto “ohhh” quando si sono scoperte le tangenti della Fiera di Milano. Vedremo come si evolvera' la situazione e chissa' se sapremo mai chi ha rubato veramente, chi non se n'e' reso conto, chi e' stato incastrato... insomma proprio com'e' accaduto alle tangentopoli degli anni 1990 e a quelle successive che -per chi non l'avesse ancora capito- ci hanno confermato [...]
 OGGI !
28 maggio 2014 9:27
Stanchezza e apnea nel sonno
 Si dice che aprile e' il mese del dolce dormire ma per alcuni la sonnolenza diurna dura tutto l'anno. Da cosa dipende? Gli esperti della FDA americana hanno trovato una delle cause della sonnolenza e relativa irritabilita' [...]
27 maggio 2014 10:13
Agenzia delle entrate: operazione bis
 Siamo abituati a sentire parlare di “operazione bis” rispetto alle promozioni effettuate da una nota catena di supermercati. Lo Stato con il suo braccio esattoriale pare l’abbia presa ad esempio per vessare, ulteriormente, i cittadini. [...]
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Fantastica manovra, ai limiti dell'impossibile !

martedì 27 maggio 2014

ROMA: LA PRO-LOCO ORGANIZZA UNA FANTASTICA LOTTERIA !

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ROMA: RICORDO DEL DRAMMA DEGLI ITALIANI !

Azione dimostrativa “1 MAGGIO, LA FESTA DI CHI?” 
rivendicata dai movimento DifendiAMO L’ITALIA
“Oggi, all'alba del 1 maggio, al Gianicolo, nel luogo simbolo dei padri della Patria e del Risorgimento italiano alcuni italiani si sono impiccati. Andrea, Daniele, Luigi, Marcello, Marco, Mario, Matteo sono stati uccisi da questa Italia e dai cancri mortali che la affliggono.  Sono gli imprenditori strangolati da Equitalia, gli artigiani soffocati dalle tasse, padri di famiglia che non hanno avuto credito dalle banche, fornitori mai pagati dallo Stato, disoccupati cui il Fiscal Compact ha negato il futuro. Il 1 maggio non è un concerto di radical chic e cantanti da salotto, non deve essere la passarella dei sindacati e dei loro ricatti, ma rappresenti il simbolo di una Nazione che lavora o che vorrebbe lavorare, il ricordo di operai caduti sul lavoro e di imprenditori suicidati dallo Stato. I “garibaldini impiccati” da corde rosse rappresentano una provocazione dal forte impatto, scioccante, tanto quanto lo è la lista di famiglie falcidiate dall'incapacità dello Stato e della politica di offrire risposte adeguate. E quando i fondatori di questa Italia decidono di farla finita in questa maniera, altri italiani hanno il dovere di prenderne il testimone. Per farla risorgere”, è quanto comunica il movimento DifendiAMO L’ITALIA nel rivendicare l’azione dimostrativa.

Voyager - Il Tesoro dei Templari - by Pauperes Commilitones Christi

lunedì 26 maggio 2014

Malgrado l'Europa. Quando l'Italia seppe farsi da sé

di Aldo A. Mola, Il Giornale del Piemonte, 25 Maggio 2014 

L' “Europa” non ha mai voluto l'indipendenza, l'unità e la libertà degli italiani. Gli italiani se la sono conquistata con generazioni di patrioti che lottarono contro i dominatori stranieri. L'Italia è nata malgrado l'Europa. E' risorta  dal passato perché dopo secoli di servitù rifiutò di essere ancora a noleggio (“Franza e Spagna pur che se magna”), prona agli Asburgo, ai Borbone, alla Germania, agli Inglesi e alle scorrerie dei “turchi”... Gli italiani  scoprirono  di essere italiani. Vollero esserlo. L' “europeismo” attuale è una menzogna, perché esclude l'immenso spazio della Russia, che è europea  non meno (e forse più) di  tante plaghe dell'Occidente. Questa Europa rimane vittima della divisione che le venne imposta da Stalin e dagli Stati Uniti d'America. Perciò le attuali istituzioni “europee” sono screditate. L'“Europa” che oggi chiede il voto dei cittadini è meno unita di quanto lo fosse  due secoli fa, ai tempi di Napoleone I e di Alessandro I di Russia. E' la peggiore possibile: nessuna politica estera unitaria e quindi nessuna politica militare. Lo vediamo  da quanto abbiamo fatto (o non sappiamo fare) dall'Africa  centro-settentrionale al Vicino e Medio Oriente. Questi sono i fatti. Oggi sono i cittadini a poter imprimere una  svolta. Con il voto. 
  Veduta dall'alto l'Italia è una piccola parte dell'“aiola che ci fa tanto feroci”. I suoi abitanti ci vivono tanto bene da divenire indifferenti al giudizio che ne danno gli stranieri. Così, però, lasciano che la memoria e l'attualità del loro Paese vengano retrocesse a sipario per le imprese di attori stranieri.  E' l'Italia che si sbrana e si espone allo scherno altrui: quella dei manzoniani “polli di... Renzi”.
  Ce lo ricorda Frederick C. Schneid in La Campagna franco-piemontese del 1859, poderosa opera pubblicata dall'Ufficio storico dello Stato Maggiore dell'Esercito (*). Secondo gli storici di lingua inglese – oggi dominanti, anche attraverso la divulgazione televisiva e i supporti informatici –  l'Ottocento ha avuto due soli eventi dominanti: la Guerra di Secessione negli Stati Uniti e quella franco-germanica del 1870-71. la seconda guerra mondiale. Le vicende europee, inclusa la prima guerra mondiale, suscitano scarso interesse: una babele di Imperi decadenti, stati fantoccio, popoli d'incerto profilo, movimenti ideologici, un caleidoscopio che spazientisce chi cerchi una sintesi elementare.    
   In quell'ottica rimane del tutto marginale la guerra che nell'aprile-luglio 1859 gettò le basi del regno d'Italia. Secondo i più, fu un conflitto meramente franco-austriaco. Il regno di Sardegna  non vi compare affatto o figura solo quale comparsa. Non perché così siano i fatti, ma perché non li abbiamo saputi raccontare, spiegare, valorizzare nella loro esatta portata, a differenza di quanto fecero gli storici e i memorialisti (politici, militari, diplomatici) d'Oltralpe: dal prussiano Helmuth con Moltke  allo svizzero Ferdinand Le Comte, al francese César Bazancourt  che ne scrissero “a ferro caldo”. La Relazione ufficiale “italiana” comparve mezzo secolo dopo.  
   Schneid non si lascia invischiare dal mito e dalle ideologie. Fissa i capisaldi per una lettura rigorosa degli eventi. Compresa e messa a frutto la sconfitta nella guerra  del 1848-1849, il Regno di Sardegna lavorò sodo a preparare la riscossa: diplomazia, organizzazione del territorio (fondamentale la rete ferroviaria), ricerca di credito bancario e soprattutto ammodernamento dello strumento militare. A differenza di quanto si narra nei manuali, la guerra non fu affatto “improvvisata”. Gli accordi di Plombières tra Camillo Cavour e Napoleone III furono perfezionati con un'imponente  sequenza di convenzioni militari e di intese diplomatiche, incluso il trattato segreto franco-russo del 3 marzo 1859, generalmente trascurate dalla storiografia che tace o sottovaluta il ruolo di Vittorio Emanuele II (non  solo come persona, ma anche  quale Istituzione, la monarchia: interlocutrice unica degli altri sovrani d'Europa) e sopravvaluta invece cospiratori, avventurieri, mestatori.
  Dopo il 1849 Vienna continuò ad avere nel Lombardo-Veneto più consensi di quanti ne avesse in Ungheria, Boemia, Polonia... Il fallimento del moto milanese del 1853 lo confermò.  Per raggiungere indipendenza e unione (lega degli Stati? federazione? Unificazione?...) l'Italia dunque non poteva “fare da sé”.  Schneid  documenta la pianificazione e la preparazione della campagna d'Italia. Napoleone III doveva mostrare che la Francia non era più quella sconfitta a Lipsia e a Waterloo (1813-181) ma una potenza capace trasferire in pochi giorni 150.000 uomini nella pianura padana e di battervi l'esercito più potente d'Europa. Non gli occorreva troppo spargimento di sangue. Perciò, a differenza di quanto era avvenuto in tutt'Europa nel 1848-1849, la guerra non venne combattuta nelle città: niente insurrezioni, espugnazioni, barricate. Bastava dimostrare l'efficienza della macchina militare, sia con l'impiego di reparti di élite (trasferiti mesi prima dall'Algeria: dovevano combattere contro soldataglia usa alle peggiori efferatezze), sia con il dominio nella comunicazione e l'impiego dell'artiglieria, decisamente superiore a quella austriaca: come si vide a Montebello e, ancor più, a Magenta e a Solferino.
  A San Martino, il 24 giugno 1859, il regno di Sardegna provò che gli italiani sapevano battersi. Avevano il loro progetto. Allarmato dalla mobilitazione del regno di Prussia  sul Reno, Napoleone III puntò immediatamente all'armistizio con Francesco Giuseppe d'Asburgo. Cavour non comprese che quell'Italia non poteva fare da sé. L'Europa voleva certezze e poteva averle solo dal monarca e dai militari, compreso Giuseppe Garibaldi che per assumere il comando dei cacciatori delle Alpi aveva indossato la divisa di generale. La pace di Zurigo fu trattata da diplomatici, non da cospiratori. 
  Contrapposte dai rispettivi interessi le grandi potenze rimasero paralizzate. In quell'incertezza si incuneò l'iniziativa politico-diplomatica-cospirativa che in pochi mesi condusse ai plebisciti del marzo 1860, all'impresa garibaldina del maggio 1860 e all'irruzione di Vittorio Emanuele II nello Stato pontificio e, di seguito, in quello di Francesco II di Borbone, i cui elettori pochi giorni dopo dichiararono di volere “l'Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele  re costituzionale  e suoi legittimi discendenti”.  La “Borbonia Felix”  (di cui scrive  Renata De Lorenzo, ed. Salerno) aveva concluso il suo corso.  Profittando dell'inerzia dell'Europa gli italiani seppero fare e farsi da sé e in mezzo secolo compirono progressi giganteschi. L'Italia si levò di dosso i panni carnevaleschi che per secoli le erano state imposti dai dominatori stranieri e si erse protagonista di storia. grazie soprattutto allo strumento militare. Garibaldi presiedette l'Istituto Nazionale del Tiro a Segno: punto d'incontro tra monarchia, istituzioni e volontariato.
   E' importante che a ricordarcelo sia uno storico d'oltre Atlantico come Frederick Schneid in quest'opera dedicata al figlio, Craig, che “ha camminato con lui a Solferino e a San Martino”. Un esempio da imitare.

Aldo A. Mola dal Blog di Luigi Pruneti

(*)  Voluta dal Capo dell'Ufficio Storico SME, col. Antonino Zarcone, l'Opera è in lingua inglese e in italiano: a doppio taglio.

Il Giornale del Piemonte 25.05.14 Il Giornale del Piemonte 25.05.14 [2.160 Kb]

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E ADESSO TIRIAMO LE SOMME: A QUESTI ITALIANI !


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