lunedì 26 agosto 2013

Come in Italia stampa e magistratura impongono una dittatura nel nome della democrazia

di Giorgio Fenzi

L'analisi deve sostanzialmente partire dai media.
I giornali che detengono l'80% dei lettori, sono di proprietà e comandati dal potere finanziario di questo paese, partendo dalle banche sino ad arrivare alle più ricche famiglie italiane, es: De Benedetti Della Valle, Agnelli e altri, con orientamento SINISTRA CENTRO

I giornali che sono schierati verso i partiti politici di CENTRO DESTRA il restante 20%.

Per le TV è ancora peggio, perché anche se le quote delle reti televisive potrebbero essere suddivise in modo più omogeneo considerando la divisione partitica delle reti di stato, le reti Mediaset covano molti giornalisti e commentatori che non sono certo di centro destra, ma di sinistra centro, quindi paradossalmente siamo alle stesse percentuali della carta stampata.

I giornalisti del FATTO QUOTIDIANO e di altre testate come LA REPUBBLICA e IL CORRIERE DELLA SERA per elencarne alcune,le più importanti, sono diventate un braccio armato, armato di una parola e una penna al servizio dei loro capi controllori, evidenziati in una parte cospicua della magistratura che paradossalmente si fa chiamare Magistratura Democratica, come se bastasse far riferimento alla parola democratica per essere democratici, come se le azioni e i comportamenti fossero poco importanti per determinare chi e cosa è democratico.

Tutto questo per controllare le menti di quel 80 % di lettori e ascoltatori.

OBIETTIVO: Conquistare consenso delle menti del popolo Italiano pronunciando alcune parole chiave che hanno un unico intento, quello di rendere puro e sacro chi le pronuncia:

PREGIUDICATO - CONDANNATO - INQUISITO.

Sopratutto se sentenziate nel nome della legge, che alcuni magistrati deliberano senza l'ombra della PROVA, ho un vago ricordo, una volta esisteva la Prova per condannare un soggetto inquisito.

Intendiamoci, queste parole dovrebbero consacrare qualsiasi fiamma democratica se non fossero usate da poteri assoluti, che da servitori delle stato si sono trasformati in lobby parassitarie con benefit, vitalizi e stipendi da veri regnanti, indipendenti da tutto e da tutti gli altri poteri, trasformando un potere di servizio in un potere di stampo dittatoriale.

Premesso che nessun politico e bello bravo e buono, anzi spesso ha qualche scheletro nell'armadio, e sin qui è chiaro a chiunque, e premesso anche che le parole sopra riportate hanno un valore giuridico importante per la società, capovolgendone i significati veri, camuffano il disegno eversivo al popolo, che deve trovar difficile vedere, capire, ragionare, in questo modo, oltretutto, se accecato da una luce fortissima che porta il nome di virus dell'ODIO, il disegno trova un suo compimento. 

Fonte: Io Amo l'Italia

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ROMA: Nuovo Corso Vini. Ricordate di confermare nei primi giorni di settembre, per dar modo di organizzare la sala al meglio. Mille GRAZIE a TUTTI !




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Qualcuno fermi l'attacco alla Siria: sarebbe il suicidio dell'Occidente

Il sonno dei "pacifinti": nessuno si oppone a questa guerra. 
Ma l'America sta sbagliando bersaglio.
Speriamo che non succeda mai. Più che una guerra sarebbe il suicidio dell'Occidente in Siria. Quali paradossi, ipocrisie e assurdità! A cominciare dal fatto che a scatenarla sarebbe il primo Premio Nobel alle intenzioni, un attestato di uomo della pace conferito a Obama a soli 9 mesi dalla sua elezione a prescindere dalle sue azioni.
Poi la motivazione alquanto dubbia, visto che esistono le prove che le testate chimiche sarebbero state lanciate dai terroristi islamici e non dall'Esercito che, piaccia o meno, rappresenta la legalità e ha il dovere di difendere lo Stato. Infine lo scopo: come è possibile che dopo aver toccato con mano in Tunisia, Libia e Egitto le conseguenze tragiche dell'avvento al potere dei Fratelli Musulmani sostenuti dai Salafiti e fiancheggiati da Al Qaida, l'Occidente in Siria si ostini a voler portare al potere la stessa triade di fanatici islamici che in due anni hanno provocato la distruzione del Paese, oltre 80 mila morti (di cui la metà soldati) e 2 milioni di sfollati (di cui la metà bambini)?
Per fortuna che c'è la Russia di Putin che, a differenza dei governanti liquidatori della civiltà occidentale, ha chiaro in testa che la priorità deve essere la sconfitta del terrorismo islamico ovunque nel mondo, così come ha una ferma concezione sulla stabilità e la sicurezza della Siria e del Medio Oriente. Persino Israele tentenna sul da farsi presa nella morsa tra il nemico storico, la dittatura laica di Assad che ha partecipato alle guerre anche se successivamente ha garantito la tregua alla frontiera, e il nemico dichiarato, il terrorismo islamico che proclama pubblicamente la volontà di cancellare lo Stato ebraico dalla carta geografica. 

di Magdi Cristiano Allam - Fonte: IL GIORNALE - Articolo Completo QUI

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domenica 25 agosto 2013

Questa bambina spopola sui social network italiani, ma i media non fanno vedere neanche uno spezzone del video!


Le dieci piaghe della giustizia che l'Italia ora deve debellare

di Renato Brunetta

Dalla lunghezza dei processi ai privilegi dei magistrati, il Paese ha bisogno di una riforma radicale per rendere il sistema finalmente equo ed efficiente.
La giustizia in Italia non funziona. È un dato di fatto, inutile girarci attorno. Inutile nascondersi dietro i processi di Berlusconi: è solo una scusa per non fare una riforma fondamentale per il nostro Paese e che tutto il mondo ci chiede. Il programma iniziale di questa maggioranza prevedeva una riforma delle istituzioni che rafforzasse il potere politico, per poi procedere, con una rinnovata autorevolezza, alla riforma della giustizia. La strada ce l'ha indicata il capo dello Stato che, con le dichiarazioni a seguito della sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi, ha evocato il lavoro dei saggi da lui incaricati nell'aprile scorso per studiare i termini di una riforma della giustizia. Ma si può fare ancora di più: parallelamente alla riforma della giustizia, promuovere la raccolta firme per i referendum radicali, almeno un milione entro la fine di settembre 2013. La giustizia italiana va riformata da cima a fondo. 
L'Italia è il Paese con maggior necessità di interventi migliorativi nel settore della giustizia.

  1. Il numero di casi pendenti
  2. Processi troppo lunghi
  3. Un costo esagerato
  4. Un budget troppo alto
  5. Salari e stipendi
  6. Una scarsa «accountability»
  7. Meritocrazia zero
  8. Avanzamenti di carriera
  9. E la responsabilità civile?
10. Da zero a uno: meno di 0,5

Fonte: IL GIORNALE - Articolo Completo QUI

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Ultimo treno per la giustizia

Pannella e il Cav. Un vecchio savio matto e un macchinista senza agibilità. Ma loro possiedono l’unico salvacondotto che conti per l’Italia. Riformare la magistratura, che non si lascerà mai riformare.
Va a finire - non sarebbe la prima volta - che il più savio di tutti è un vecchio matto con gli occhi spiritati da sciamano e la coda di cavallo. 
Marco Pannella sta offrendo, con i referendum, il biglietto per l’ultimo treno. Non certo l’ultimo treno per Berlusconi, che non ha più neppure il passaporto, e il cui potente salvacondotto si è rivelato fantomatico più dell’arma segreta di Hitler. No, il fischio del capostazione annuncia l’ultimo treno per la riforma della giustizia, il solo salvacondotto che conti per l’Italia, il “grande veicolo” su cui salire tutti. L’ultimo, si badi: non ci saranno a breve altre partenze, e a quel punto toccherà farsela a piedi, e ci vorranno anni o decenni. Non si annuncia come un viaggio comodo: la destinazione è incerta, le rotaie dissestate, il percorso disseminato di strettoie, ponti scricchiolanti e carcasse lasciate a marcire sui binari. Ma è la sola via possibile, o almeno la più realistica. Perché se è vero, come ha scritto Angelo Panebianco, che un potere forte e unito (la magistratura) non si lascerà mai riformare da un potere debole e diviso (la politica), ne consegue che l’unica flebo per iniettare in tempi brevi vigore e legittimità al potere cagionevole è un mandato popolare inequivocabile. 

Fonte: IL FOGLIO - Articolo Completo QUI

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Siracusa, Allarme Tubercolosi: Ispezione a sorpresa dell'On. Zito all'Umberto I. Fuga di un immigrato affetto

MoVimento 5 Stelle su ispezione a sorpresa operata presso il locale nosocomio da parte del deputato Ars Stefanno Zito:
"Durante un’ispezione a sorpresa del nostro portavoce Stefano Zito (MoVimento 5 Stelle) avvenuta Domenica 18 Agosto, si è appreso della fuga dall'ospedale Umberto I di un immigrato affetto da tubercolosi attiva. La notizia è stata comunicata dallo stesso Zito nel suo profilo Facebook. A lui va tutto il nostro apprezzamento e quello dei cittadini siracusani.
Come Meetup 2.0 del MoVimento 5 Stelle Siracusa già da tempo avevamo evidenziato criticità nei controlli e nella diagnosi della malattia sul nostro territorio, pubblicando una video inchiesta (LEGGI QUI) ripresa anche da importanti testate nazionali i cui dati nell’imbarazzo generale, l’ASP aveva tentavo prontamente di smentire.
Quello venuto alla luce Domenica 18 Agosto è solo uno dei diversi casi di tubercolosi attiva che sono stati affrontati nel corso delle scorse settimane dalla struttura ospedaliera aretusea. Vale la pena ricordare che pochi giorni dopo la nostra video inchiesta, mentre l’ASP si affannava a smentire i dati da noi diffusi, arrivava al pronto soccorso di Siracusa una ragazza ospite del centro accoglienza Umberto I, malata di tubercolosi attiva.
La prima volta non veniva effettuata la corretta diagnosi e la donna veniva rimandata al centro accoglienza, esponendo ancora di più a rischio infezione gli ospiti della struttura. Qualche giorno dopo la ragazza, persistendo il malore accusato nei giorni precedenti, ritornava al pronto soccorso, dove finalmente, riscontrata la TBC in forma attiva, veniva ricoverata non senza difficoltà, considerato che l'Umberto I non è dotato di stanze di isolamento respiratorio a norma.

Tratto da SiracusaNews.it - Articolo Completo QUI

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Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Un magnifico Luca Rocconi intervistato sul Cantico dei Cantici. Decisamente "ILLUMINANTE".

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