giovedì 7 luglio 2011

Upa. Pubblicità al palo, si salva solo il Web.

La pubblicità specchio dell'economia. La crisi non risparmia gli investimenti pubblicitari che nei primi sei mesi del 2011 sono fermi. Lo ha dichiarato il presidente dell'Upa, utenti pubblicità associati, Lorenzo Sassoli de Bianchi, nel corso della conferenza stampa che ha preceduto l'assemblea 2011. Gli investimenti, ha detto Sassoli, “sono al palo” tanto che “una crescita zero a fine anno sarebbe un successo”. “Il mercato è piatto - ha spiegato il presidente dell’Upa - anzi, a fine aprile è addirittura in calo”. A frenare la pubblicità, secondo il presidente Upa è “la stagnazione dell'economia, che sta frenando i consumi”. L'unico settore che a tenere in quanto ad investimenti pubblicitari è quello di internet, su cui per la fine dell'anno gli investimenti dovrebbero salire del 18%, compensando in buona parte il calo degli altri comparti. Ma internet si può definire a tutti gli effetti una mosca bianca viste le previsioni negative praticamente in tutti i media. Flessione prevista per fine anno per radio, cinema e affissioni che calano del 7%, ma anche per quotidiani (-3%) e periodici (-2,5%) e per le televisioni che, comunque, nonostante un calo stimato dell' 1,5% mantiene saldamente il primato degli investimenti pubblicitari. Infatti sempre secondo le stime di Upa, complessivamente gli investimenti pubblicitari nel 2011 dovrebbero ammontare a poco meno di 9,3 miliardi di euro. La televisione dovrebbe raccogliere poco più di 4,8 miliardi di euro, seguita dai quotidiani con 1,2 miliardi e subito dopo da Internet, con 1,1 miliardi. Seguono i periodici, con 875 milioni e poi l'outdoor e la radio, rispettivamente con 588 e 554 milioni. Fanalino di coda il cinema , con 58 milioni. “Sul fronte internet - ha spiegato il numero uno di Upa - ci stiamo allineando all’Europa, quest’anno è in flessione il settore delle tlc con rallentamenti per Vodafone, Telecom e Wind”. Per quanto i settori merceologici, “tiene l’alimentare, molto bene la cura e il benessere, è stabile il settore auto - ha aggiunto Sassoli de Bianchi - perché le aziende investono solo una piccola parte del fatturato. Banche, assicurazioni e servizi finanziari sono da anni in calo e confermano il trend”.

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martedì 5 luglio 2011

UN GRANDE ROBERT KENNEDY

Un suo discorso di tanti/troppi anni fa!
"Con troppa insistenza e troppo a lungo sembra che abbiamo rinunciato alla nostra eccellenza personale e ai valori della nostra comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro prodotto interno lordo ha superato gli 800 miliardi di dollari l’anno. Ma se giudichiamo gli Usa in base al Pil, vediamo che quel Pil comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette e le ambulanze per sgombrare le strade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte di casa e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende l’abbattimento delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nel caos della deregolamentazione urbanistica. Tiene conto della produzione di napalm e delle testate nucleari e delle auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speak (criminali al centro di fatti di cronaca dell’epoca). E i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere i giocattoli ai nostri bambini. Eppure il Pil non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, della qualità della loro educazione, e dell’allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie o la solidità dei nostri matrimoni, l’acume dei nostri dibattiti politici, l’integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio né la nostra conoscenza né la nostra passione né la fedeltà alla nostra patria. In poche parole, misura tutto eccetto che le cose per cui la vita è degna di essere vissuta. Ci dice tutto sull’America eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere Americani".

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sabato 2 luglio 2011

Un Marchio registrato aiuta l'Azienda a salvaguardare la propria reputazione.

Enunciamo un paio di principi che possono aiutare molte piccole Aziende a intraprendere un'efficace protezione dei Marchi, ricordandoci sempre che i GRANDI sono nati PICCOLI. Pensate alla tristezza di dover cambiare il proprio Nome o quello del proprio Prodotto o della propria Ditta, sia in Italia che all’estero, solo perché qualcuno ha provveduto a Registrarlo e Noi NO. Pensate ai GRANDI VINI, ai GRANDI TITOLI, alle GRANDI IDEE, alle Produzioni, agli Spettacoli, alle Ditte, alle ASSOCIAZIONI ed a tutto quello che è opportuno proteggere.
Lo Studio Bertollini può assisterVi nella migliore Protezione, anche Legale, dei vostri Marchi e/o Brevetti.
Per ogni informazione scrivete a: info@studiobertollini.it

domenica 26 giugno 2011

Grande affermazione del Vino Italiano al “Concours Mondial De Bruxelles”.

La Sicilia ottiene il maggior numero di riconoscimenti tra le Regioni del Belpaese.
Con la diffusione dei risultati va in archivio la diciottesima edizione del Concours Mondial De Bruxelles disputato quest’anno, dal 6 all’8 maggio, nella città di Lussemburgo. Il medagliere di quello che può essere definito
"Il Campionato Mondiale del Vino"
premia con le sue medaglie le migliori etichette che, tra le oltre 7mila in concorso provenienti da tutto il mondo, hanno ottenuto il consenso di una giuria internazionale composta da oltre 260 degustatori tra sommelier, giornalisti, importatori e scrittori del vino.
“Pietra Sacra - Riserva 2006”,
della Fazio Wines di Erice, ha ottenuto la Gran Medaglia d’Oro.
Un riconoscimento di notevole prestigio, che si colloca nel solco della politica di rilancio ed innovazione di recente inaugurata dall’Azienda Vinicola Siciliana. I rossi e i bianchi della “Selezione Fazio”, unitamente ai prodotti “Prestige”, agli spumanti ed alla nuova linea “Summer Wines” fanno parte di un portafoglio variegato, per andare incontro alle esigenze di un pubblico altrettanto vario, mantenendo, come comune denominatore, la relazione con la terra d’origine, che si respira nell’aroma e perfino nei suoni dei nomi scelti con particolare cura dalla famiglia Fazio, impegnata direttamente nella gestione dell’Azienda, assieme al nuovo Direttore Generale Dr Bruno Alvisini, uno degli artefici del nuovo corso.

FAZIO Casa Vinicola in Erice
Via Cap. Rizzo, 39
91010 Fulgatore - Erice (TP)
Tel.: 0923.811700 - Fax: 0923.811654
http://www.faziowines.it/  -  direzione@faziowines.it

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giovedì 23 giugno 2011

Windows dentro Linux: la Virtualizzazione con VirtualBox

di: Ermanno Ancona 23 Giugno 2011
Da qualche anno la virtualizzazione è diventata uno degli argomenti caldi del mondo IT. Le parole d'ordine sono: consolidare le infrastrutture, ridurre il consumo energetico, sfruttare le risorse hardware sotto utilizzate. L'idea di fondo, per i pochi che non lo sapessero, consiste nell'eseguire contemporaneamente più di un sistema operativo su un medesimo server fisico. È dunque necessario un sistema operativo di base, detto host, su cui venga installato ed eseguito un programma di virtualizzazione. Mediante tale software si potranno creare una o più Macchine Virtuali (VM) dotate di un sistema operativo ospite, guest, che può essere del tutto diverso dal sistema host. Le VM comunicano con l'hardware tramite il software di virtualizzazione e si comportano come se fossero normali programmi che possono essere lanciati o chiusi dal sistema ospitante.
In questo modo potremmo avere un host Linux o MacOSX su cui giri un guest Windows o viceversa. Ma anche un guest Linux su host Linux o Windows su Windows.
Esula dagli scopi di quest'articolo l'approfondimento degli aspetti tecnici relativi alla virtualizzazione, così come il confronto tra le diverse soluzioni disponibili, commerciali o libere che siano. Si vuole semplicemente fornire una soluzione pratica che sia semplice e a basso costo.
Immaginiamo di trovarci in questa situazione, per altro riscontrabile nella realtà: dopo molti sforzi abbiamo finalmente convinto il nostro cliente o capo ad installare un server Linux. Abbiamo impiegato un po' di ore di lavoro per integrarlo con i client di casa Microsoft e ci sentiamo soddisfatti. Ma ecco che salta fuori quel programma "insostituibile" disponibile solo per Windows e che neppure con wine riusciamo a far girare. Non sarebbe nemmeno necessario un sistema operativo server, ma ci basterebbe un semplice Windows XP o Seven. A questo punto, per trarci d'impaccio, possiamo ricorrere alla virtualizzazione, ma dobbiamo trovare una soluzione che minimizzi i tempi e soprattutto i costi.
Una possibile scelta può essere VirtualBox, ex prodotto Sun ora passato ad Oracle, come del resto il nostro database di riferimento MySQL. Il programma è disponibile gratuitamente e rilasciato sotto licenza GNU General Public License (GPL) versione 2, supporta vari sistemi operativi per cui l'esperienza maturata in un ambiente può essere sfruttata successivamente su altre piattaforme. I sistemi operativi host ufficialmente possono essere: Windows, MacOSX su hardware Intel, Linux e Solaris. Il sito dedicato al prodotto riporta informazioni dettagliate relative alle versioni ed eventuali possibili limitazioni. Il panorama, per quanto riguarda i sistemi guest, è ancora più ampio: Windows, Linux, MacOSX, OpenSolaris, FreeBSD, DOS e la lista sarebbe ancora lunga. Per l'elenco completo potete consultare la pagina dedicata.
Di seguito considereremo come sistema operativo host di riferimento Linux Fedora 14 a 64 bit, in lingua italiana, gestibile tramite interfaccia grafica con ambiente desktop Gnome. Il nostro obbiettivo sarà installare il software VirtualBox e quindi creare una macchina virtuale con sistema operativo guest Windows XP Pro, ma potrebbe benissimo essere un più moderno Windows 7 o Windows Server 2008.

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Un pensiero sulle date di nascita dei Servizi al Cittadino.

Ma prima si stava come nel Medio Evo e dopo non si è costruito più nulla ? Possibile mai ?
Opere sociali e sanitarie :
01. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184.
02. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158.
03. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841.
04. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653.
05. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277.
06. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798.
07. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055.
08. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312.
09. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928.
10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397.
11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827.
12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768
13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 264.
14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 1923.
15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817.
16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048.
17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138
18. Istituto Autonomo Case Popolari.
19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali.
20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859).
21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico). I comunisti la chiamarono casa del popolo.
22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori).
23. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927.
24. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni - studenti medi da 326.604 a 674.546 - universitari da 43.235 a 71.512.
25. Fondazione del doposcuola per il completamento degli alunni.
26. Istituzione dell’educazione fisica obbligatoria nelle scuole.
27. Abolizione della schiavitù in Etiopia.
28. Lotta contro la malaria.
29. Colonie marine, montane e solari.
30. Refezione scolastica.
31. Obbligo scolastico fino ai 14 anni.
32. Scuole professionali.
33. Magistratura del Lavoro.
34. Carta della Scuola.

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Presentato a Milano il Rapporto Assinform 2011

IT, 1° Trim 2011/2010: -1,3% LA RIPRESA SI ALLONTANA
- IT: positivo il software che sale a +0,4%, hardware -2,1%, Servizi It -1,5%;
- Tlc: - 4,2%, servizi Tlc -3,8%, apparati -5,9%;
- Cloud computing: 130 mln di euro nel 2010, previsione 2013: 410 mln
- In forte ritardo sull’Ue27 e a macchia di leopardo il processo di digitalizzazione del Paese
Angelucci: “Declinare in Italia l’Agenda digitale è un obiettivo prioritario per rilanciare la domanda di Ict e accelerare su tre aspetti fondamentali per la crescita e la modernizzazione del Paese: sviluppo e efficienza dei servizi pubblici, innovazione delle imprese, sviluppo delle infrastrutture a banda larga”.
Milano, 20/6/11 - “Per l’Information Technology italiana i primi tre mesi del 2011 hanno significato una battuta d’arresto rispetto al trend in recupero che il settore aveva fatto registrare nel 2010. Con un tasso di crescita di - 1,3%, infatti, la dinamica dell’It rimane negativa contraddicendo, per ora, le previsioni di una possibile ripresa nell’anno in corso. I nostri dati confermano il perdurare di un quadro di grande incertezza per il settore It, che ancora non trova, nel contesto economico nazionale, le spinte necessarie per uscire dallo stato di sofferenza, in cui è entrato a seguito della crisi globale. L’indagine congiunturale Assinform di fine aprile ha, infatti, evidenziato, rispetto a quanto rilevato a febbraio, un peggioramento degli ordinativi delle aziende informatiche, confermato da una netta riduzione della propensione agli investimenti in nuovi progetti It da parte delle imprese-clienti. E’ questa una testimonianza preoccupante delle difficoltà a intraprendere la via dell’innovazione e della crescita di competitività, che ancora persistono nel sistema produttivo italiano, in particolare da parte delle Pmi”. Così ha esordito il presidente di Assinform, Paolo Angelucci, nel presentare oggi a Milano i risultati del Rapporto Assinform 2011, elaborato in collaborazione con NetConsulting.
“Tuttavia nell’orizzonte informatico italiano vanno colti alcuni segnali precursori di domanda innovativa in crescita” ha continuato Angelucci riferendosi a “la tenuta del comparto software, che con una crescita di + 0,4% registrata a fine marzo di quest’anno, è l’unico a essere tornato positivo. L’aumento della componente innovativa dei servizi di telecomunicazioni, giunta a coprire ormai il 30% del totale, che alimenta la domanda di nuove tecnologie informatiche. Infine il mercato del cloud computing che oggi vale 130 milioni di euro e nei prossimi due anni si stima dovrebbe triplicare”.
“Tutto ciò - ha precisato il presidente di Assinform - è il riflesso del processo di profondo cambiamento tecnologico che sta investendo l’intero mondo digitale, basato su una sempre maggiore integrazione fra infrastrutture avanzate di Tlc e innovazione It , le cui nuove opportunità vengono purtroppo percepite da un nucleo ancora troppo ristretto dell’economia e della società italiane. Il risultato è che la digitalizzazione del Paese si sviluppa a macchia di leopardo, creando zone di digital divide che tagliano fuori interi territori e ampie fasce di popolazione e ampliando il ritardo con il resto d’Europa”.
Su questi punti i dati parlano chiaro. Se l’Italia sconta un ritardo complessivo nel processo di digitalizzazione rispetto alle medie dell’Ue27, al suo interno si rilevano importante disparità territoriali. Per quanto riguarda le imprese che utilizzano la banda larga, la media italiana è dell’83%, collocando il paese a metà classifica europea. Ma al suo interno si rileva che Calabria, Sardegna, Basilicata, Puglia, Molise e Trentino, con 77% si trovano nella parte bassa della classifica confrontandosi con Rep.Ceca, Irlanda, Ungheria, mentre Piemonte, Liguria e Val d’Aosta con oltre 86% sono nella parte alta, allineandosi a paesi come Germania, Uk, Svezia.
Complessivamente l’Italia digitale si colloca al disotto delle medie raggiunte dall’Ue27.
Europa (27) Italia
Pmi che vendono online 13,4% 3,8%
Imprese che acquistano online 26,4% 16,5%
Popolazione che usa frequentemente Internet 53,1% 45,7%
Popolazione che usa servizi di online banking 36,0% 17,6%
Cittadini che usano servizi di eGovernment 31,7% 17,4%
Famiglie con accesso a banda larga 60,8% 48,9%
Famiglie con accesso a Internet 70,1% 59,0%
Popolazione che acquista online 40,4% 14,7%
Fatturato imprese attraverso eCommerce 13,9% 5,4%

Fonte: EC, Digital Agenda Scoreboard (31 maggio 2011)

“La declinazione dell’Agenda digitale europea in chiave nazionale è una strada che non può essere più elusa o rimandata – ha concluso Angelucci – In Italia abbiamo già casi di agende regionali che iniziano a essere implementate accanto alla totale o scarsa assenza di iniziativa in altre regioni. E’ fondamentale valorizzare il ruolo delle Regioni nella digitalizzazione dei territori attraverso un’ Agenda nazionale capace di rendere coerenti e omogenee le strategie regionali, su tre temi cruciali per il Paese: lo sviluppo e l'efficienza dei servizi pubblici, l’innovazione delle Pmi, lo sviluppo dell’infrastrutturazione a banda larga. Allo stato attuale le nostre previsioni per il 2011 oscillano fra una stima pessimista che assegna al settore It un trend di crescita attestato a -0,8% e una ottimistica che individua una crescita di +1,3%. La prima presuppone nessuna modifica di contesto, la seconda che le condizioni di contesto inizino a cambiare, con l’introduzione di un quadro normativo certo e incentivante l’innovazione, che preveda poche azioni prioritarie, ma capaci di imprimere un'evoluzione accelerata e positiva per tutto il Paese”. La presentazione del Rapporto Assinform, il cui dettaglio è stato illustrato da Giancarlo Capitani, ad di Netconsulting, ha costituito l’occasione per un confronto sul tema “L’Ict e l’innovazione dei territori” fra responsabili dei processi di digitalizzazione di amministrazioni regionali dell’Emilia Romagna, della Lombardia e della Sardegna, a cui sono seguiti gli interventi di Lucia Pasetti, videpresidente del Cisis (Centro Interregionale per i sistemi informatici) e Carlo Maccari, Assessore alla digitalizzazione e semplificazione della Regione Lombardia.
Il mercato ICT in Italia nel primo trimestre 2011 e previsioni sull’anno.
Il 2011 si presenta come un anno ancora difficile per l’economia italiana. L’andamento delle telecomunicazioni risente sia del protrarsi dei tempi per i nuovi investimenti infrastrutturali, sia, e soprattutto, del calo delle tariffe, dovuto a una concorrenza sempre più serrata. In questa direzione vanno i risultati rilevati nel primo trimestre 2011, con un calo del mercato TLC del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Diverso è il caso dell’IT. L’interesse al rinnovamento delle dotazioni ICT e ai nuovi servizi sussiste, ma la correlazione con l’andamento del PIL frena. Il PIL nazionale infatti è cresciuto nel primo trimestre dell’1%, al di sotto della media europea e dei paesi con i quali più ci confrontiamo (Germania, + 4,9%; Francia). E sempre nel primo trimestre 2011, gli investimenti fissi lordi non sono cresciuti in Italia più dell’1,5%. Questo andamento ancora statico si è riflesso sul mercato IT, che nei primi tre mesi dell’anno è calato ancora dell’1,3%, trend che comunque è in attenuazione rispetto a quanto registrato nel primo trimestre 2010 su 1° trimestre 2009, quando il decremento era stato del 2,9%. La scomposizione della domanda rivela, tuttavia, andamenti diversi, con l’hardware attestato a - 2,1% (-2,3% 2010/2009), il software +0,4% (-1,5%), i servizi IT -1,5% (-3,8%), l’assistenza tecnica -2,9% (-4,9%).
Per quanto riguarda le previsioni sull’anno, le incertezze che segnano il quadro nazionale, non hanno consentito di effettuare una stima univoca. In una logica pessimistica, di sostanziale conferma del quadro attuale, il mercato Ict continuerà a scendere, con un trend dell’ordine di -4,5%. Al suo interno saranno le Tlc a spingere maggiormente verso il basso con -5,8%, mentre per l’IT si prevede un’attenuazione della discesa con un tasso attestato -0,8%. Considerando, invece, un ipotesi di miglioramento dell’andamento dell’economia nazionale e quindi di un aumento della propensione a investire in innovazione, il mercato Ict si ritroverebbe a fine anno con una crescita di -0,1%, determinato dal -0,6% delle Tlc e da +1,3% del mercato It.
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Ufficio Stampa Assinform
Milano – Stefania Follador – 3465003534 – s.follador@assinform.it

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lunedì 20 giugno 2011

Bandi aperti per le imprese.

Ecco l'elenco di alcuni bandi aperti per finanziamenti destinati alle imprese, gestiti da Sviluppo Lazio, dalle altre società del Gruppo e da altre istituzioni nazionali e locali. Per il quadro completo delle normative e per avere maggiori informazioni sulle leggi e i bandi aperti consulta il sito @gevolazio (http://www.agevolazio.it/) o chiama i Numeri verdi InformaLazio 800 264 525 e InformaPOR 800 914 625, per i bandi POR FESR.
- Bando Pro.Di.Gio: Incentivi per il coinvolgimento di giovani professionisti in imprese Pro.Di.Gio. - Professionisti: (diciamo) Giovani Under 35 anni. Per saperne di più: http://www.portalavoro.regione.lazio.it/
- Bando EXPROM - Executive Program per l’internazionalizzazione: un progetto volto alla formazione di Export Manager per le imprese del Lazio. Per saperne di più: www.sprintlazio.it
- POR FESR Lazio 2007-2013 - Fondo Capitale di rischio: investimenti preferenziali a favore delle start up e delle imprese innovative. Per saperne di più: www.filas.it, www.porfesr.lazio.it
- Bando a sostengo dell’artigianato artistico e tradizionale: alle imprese ammesse verrà erogato, tenendo conto delle loro caratteristiche e dei mercati di riferimento, un pacchetto gratuito di servizi. Per saperne di più: www.biclazio.it
- Incentivi a favore degli Enti locali e degli altri datori di lavoro pubblici per l’assunzione a tempo indeterminato di Lavoratori Socialmente Utili (LSU). Prenotazione on line sul sito www.incentivi.lazio.it
- L.R. 19/99 'Prestito d'onore': obiettivo della legge è favorire la creazione e lo sviluppo dell'imprenditoria giovanile. Permette di avere supporto e assistenza nella fase di avvio dell'attività, concedendo fino a 30.000 euro di contributo-finanziamento. ATTENZIONE: in considerazione dell'insufficienza di fondi, per le domande presentate a partire dal 05/03/2009 sono sospesi i termini previsti per il completamento dell´iter valutativo, di cui all'art. 8.1 della DGR n. 1082 del 04/04/2000. Per tali progetti, l'istruttoria resterà pertanto sospesa fino ad espressa autorizzazione da parte della Regione Lazio. Vedi anche: www.biclazio.it
- L.R. 2/85 - Assistenza tecnico-finanziaria a favore delle Pmi del Lazio: prevede interventi finanziari nel capitale di rischio delle Pmi operanti nei settori ad alta tecnologia e/o nella cosiddetta 'nuova economia'. Per saperne di più: www.filas.it
- L. 240/81 - Contributi in favore di imprese artigiane: contributi in conto canoni sulle operazioni di locazione finanziaria effettuate in favore di imprese, cooperative e consorzi artigiani per l'acquisto di impianti, macchinari, attrezzature e immobili. Per saperne di più: www.artigiancassa.it
- L. 949/52 - Finanziamenti per imprese artigiane: contributi in conto interessi alle imprese artigiane per l'ampliamento e l'ammodernamento dei locali, per l'acquisto di macchine, attrezzi e autoveicoli nuovi, per la formazione di scorte di materie prime e di prodotti finiti. Per saperne di più: www.artigiancassa.it
- L.R. 32/97 - Interventi a favore delle attività di autoveicoli in servizio da piazza - Taxi e di noleggio con conducente: contributi per l'acquisto o il rinnovo dell'autoveicolo e per l'installazione sul veicolo di radio di servizio, allestimenti speciali, divisori per la sicurezza. Per saperne di più: www.artigiancreditolazio.it

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domenica 19 giugno 2011

Microsoft Office 2010 campione di vendite nel primo anno di vita.

In occasione del primo compleanno di Microsoft Office 2010 l'azienda rilascia i dati di vendita.
di: Redazione GdoCity
Pubblicato il: 17/06/2011 nella categoria Analisi & Trend.
Microsoft Office 2010 si è diffuso cinque volte più velocemente rispetto alle precedenti versioni del software, ad annunciarlo è la stessa Microsoft.
I dati sono stati rilasciati dall'azienda in occasione del primo anniversario di Microsoft Office 2010.
La più recente versione di Office è stata lanciata un anno fa arricchito di molte funzioni per il social networking e collaborazioni on line, incluso Office Web Apps anche nella versione base di programmi Office.
Takeshi Numoto, il vicepresidente di Microsoft Office, in un blog-post fa sapere che quasi 50 milioni di persone nel mondo hanno adottato Office Web Apps, sorpassando forse Google Docs, il principale competitor in termini di quantità di utenti.
Quando office 2010 fu lanciato lo scorso anno, google ha suggerito agli utenti di tralasciare l'aggiornamento e di iniziare a usare Google Apps (che in futuro sarà a pagamento) per muoversi nel mondo della collaborazione on line.
Ma, come ha evidenziato Sharon Pian Chan del Seattle Times, secondo la più recente stima di Google il numero totale di utenti di Google Apps e di Google Docs si aggirava intorno ai 25 milioni utenti, la metà rispetto al numero di utenti attivi di Microsoft.

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mercoledì 15 giugno 2011

Referendum Acqua. E ora? Non c'e' alternativa a fregare chi ha vinto....

Comunicato di Vincenzo Donvito 14 giugno 2011 12:57
I referendum sull'acqua hanno abrogato la possibilita' che il servizio idrico sia affidato ad aziende private e che gli investimenti dei privati siano remunerativi. Da quanto ci dicono gli analisti del voto, grossomodo la meta' degli elettori era consapevole di questo, mentre l'altra meta' ha votato SI' solo per prendersela con il Governo.
Cosa succedera' ora alla nostra acqua? “Nostra” perche' era -prima del referendum- e restera' pubblica.
Una crassa e diffusa disinformazione ha fatto il suo gioco. Un esempio per tutti: sabato 11 giugno al TG3 delle 23, lo specifico spot istituzionale diceva: “si vota per abrogare l'obbligo della Pa a far gestire il servizio idrico ai privati”. Ora il gioco e' concluso com'era -raggiunto il quorum- facilmente prevedibile.
Le societa' private che oggi gestiscono il servizio idrico devono quindi essere dismesse e sostituite da enti pubblici e ai privati che hanno investito capitali bisogna far presente che i loro soldi non sono piu' remunerati.
A Firenze, per esempio, Publiacqua spa deve essere mandata a casa e sostituita da, presumibilmente, un consorzio dei Comuni che fruiscono di quel servizio. I Comuni dove prenderanno i soldi per la gigantesca operazione che Publiacqua ha avviato di risistemazione della rete? Da dove li prendono tradizionalmente: i tributi e il pagamento del servizio in se'.
E cosa diremo all'Ue rispetto all'obbligo di concorrenza anche nei servizi di pubblica utilita'? Boh!!
Queste cose si sapevano anche prima e sono confermate dal responso referendario.
Abbiamo una pessima impressione, che chi la prendera' in saccoccia saranno i soliti, cioe' chi ha votato in un modo, che poi si ritrovera' con norme diverse. Non sarebbe la prima volta. Come dimenticare che gli italiani hanno bocciato il finanziamento pubblico ai partiti, che oggi e' presente anche piu' consistente di prima, solo che lo chiamano rimborso spese elettorali? Come dimenticare che gli Italiani abolirono il Ministero dell'Agricoltura e poi fu fatto, e continua ad esserci, il Ministero delle Politiche Agricole? Come dimenticare che gli italiani abrogarono le norme che impedivano la responsabilita' civile dei magistrati, e poi furono introdotte norme che scaricavano sullo Stato questa responsabilita'?
Perche' non dovrebbe accadere questo anche per l'acqua? O c'e' forse qualcuno che pensa, sempre per restare all'esempio fiorentino, che Publiacqua spa verra' mandata a casa e sara' sostituita con qualcosa tipo “Acquedotto Pugliese”? O che il governatore della Toscana, Enrico Rossi, gran sostenitore del SI' ai referendum acqua, sosterra' di triplicare o quadruplicare le attuali bollette idriche che' altrimenti non ci sara' un becco di un quattrino per finire di rimodernare la rete e quindi evitare di usare il modello pugliese, cioe' quello di una rete fatta di buchi con intorno pezzi di tubo? E per passare all'esempio pugliese, dove trovera' i soldi e la managerialita' il governatore Nichi Vendola, per i propri tubi bucati se non nella conferma dell'attuale gestione, magari con qualche partitocrate piu' fedele alla sua maggioranza?
Sembra che non si alternativa al tradizionale motto: fatta la legge gabbato lo santo. Dove la legge e' il responso referendario, e il santo sono gli elettori, per l'ennesima volta' esautorati nella loro funzione legislativa (pur se solo abrogativa) prevista dalla Costituzione.
Siamo estremi nel considerare che non ci sia alternativa a fregare chi ha vinto?

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martedì 14 giugno 2011

ANSAMED - OGGI NEL MEDITERRANEO

ROMA, 14 GIU - Questi gli avvenimenti di principale interesse per l'area mediterranea previsti per oggi: CITTÀ VARIE - Giornata mondiale per la donazione di sangue. IL CAIRO - Incontro fra emissari di al-Fatah e di Hamas per discutere la composizione del governo tecnico che dovrà guidare l'Autorità Palestinese per i prossimi dodici mesi, in vista di nuove elezioni politiche e presidenziali. BRUXELLES - Ue, riunione informale dei ministri economico-finanziari (Ecofin), presente tra gli altri il commissario Olli Rehn. BRUXELLES - Pe, audizione parlamentare sulla riduzione del rischio nei disastri, presente il commissario alla Cooperazione internazionale e agli Aiuti umanitari Kristalina Georgieva. BRUXELLES - Ue, il ministro dell'Industria e del Commercio della Giordania, Hari Al Mulki, incontra il commissario al Commercio Karel De Gucht. BRUXELLES - Pe, audizione del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi. VIENNA - Forum dei giornalisti israelo-palestinesi, organizzato dall'Istituto internazionale della stampa (fino al 16). GAZA - Quarto anniversario della presa del potere nella Striscia di Gaza delle milizie di Hamas. GEDDA (ARABIA SAUDITA) - Riunione degli ambasciatori del Consiglio di Cooperazione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar, Kuwait). MANAMA - Udienza del processo a carico di 47 fra medici e infermieri, accusati di aver sostenuto il movimento di protesta nelle manifestazioni di febbraio-marzo in Bahrein. TUNISI - Conferenza internazionale sul tema «La logistica in Tunisia, settore di crescita, di competitività e di sviluppo regionale». ALGERI - Primi Stati Generali della società civile algerina (fino al 15). ROMA - Convegno Isiamed sul tema 'Il Marocco nelle nuove dinamiche mediterranee. La sfida delle riforme di Rabat e il rapporto strategico con l'Italià. PARIGI - Lancio della Fondazione delle donne per il Mediterraneo.(ANSAmed). RED-KI/KI 14-GIU-11 09:48 NNN

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sabato 11 giugno 2011

Riceviamo dal Governo e Pubblichiamo.

         Caro Giancarlo,
in questi giorni Berlusconi ha detto con chiarezza che considera i referendum inutili ma da rispettare nel loro esito, che non influirà sull'azione di governo. Ieri ha poi detto con chiarezza che lui non andrà a votare.
Approfondiamo il perchè questi referendum sono inutili: il legittimo impedimento è stato già "abbattuto" dalla Corte costituzionale; sul nucleare il governo ha già fatto una moratoria, sospendendo l'attuazione delle procedure per il ritorno al nucleare in Italia, per superare l'onda emotiva dopo il disastro in Giappone e attendere le decisioni dell'Unione europea.
Per quanto riguarda i due referendum sull'acqua va ribadito che l'acqua non è privatizzata, la legge dice che rimane un bene pubblico. Si apre ai privati solo la gestione delle reti, per superare le attuali carenze e sprechi.
La realtà è che tutti questi referendum sono nati solo per attaccare il governo. In modo evidente i primi due in modo più sbudolo quelli sull'acqua, che confermano le contraddizioni e la tradizione della sinistra italiana: ogni posizione è strumentale e può essere disinvoltamente modificata a seconda delle contingenze politiche.
Infatti sulla concessione anche a privati dei servizi di distribuzione dell'acqua il disegno di legge "di riordino dei servizi pubblici locali", tra i quali l'acqua potabile, fu presentato proprio dal governo dell'Unione il 7 luglio 2006, nei primi mesi della scorsa legislatura, a firma: Romano Prodi, Linda Lanzillotta, Pier Luigi Bersani, Giuliano Amato, Antonio Di Pietro, Emma Bonino.
In diversi video disponibili on line Bersani fino a poco tempo fa si opponeva ai referendum comunali sulla gestione dell'acqua ai privati dicendo l'esatto contrario di quanto sostiene ora. Un esempio: parlando a Carpi il 18 settembre del 2008, Bersani disse testualmente:... "Poi subentra il tema della gestione. Come faccio a fare in modo che si perda meno acqua, che si depuri bene, che si facciano investimenti sensati? Devo chiamare uno che è capace di fare quel mestiere lì!". Per l'appunto ciò che prevede la legge Ronchi contro la quale il Pd si è decisamente schierato nella battaglia referendaria. I due quesiti referendari chiedono di eliminare altrettanti articoli della legge Ronchi che disciplina le gare e gli utili d'impresa in caso di apertura ai privati adeguandosi alle norme europee.
L'acqua "bene pubblico" non è messa assolutamente in pericolo. Anzi: a metterla a rischio sono gestioni come quella dell'Acquedotto pugliese - modello Vendola - che perde oltre il 40 per cento dell'acqua e aumenta le tariffe di oltre il 10 per cento. E questi saranno gli effetti del sì ai referendum sull'acqua: non potendo ricorrere ai capitali privati, per ammodernare gli acquedotti molti sindaci sono stati e saranno costretti ad aumentare le tasse locali.
Ultima considerazione. La scelta del non voto è legittima perchè sta a chi ha proposto i referendum l’onere di convincere la metà più uno dei cittadini dell’importanza di un voto su temi che una esigua minoranza (bastano 500.000 cittadini su 50 milioni di elettori) ha voluto proporre all’attenzione di tutti, per cambiare leggi votate dalla maggioranza parlamentare, che è già espressione della maggioranza dei cittadini, scelta con libere elezioni. Per questo i padri costituenti hanno messo un quorum così impegnativo nel caso di questo tipo di referendum...
Grazie per l'attenzione.
Cordialmente,
on. Antonio Palmieri
responsabile internet PDL

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giovedì 9 giugno 2011

Regolamento della Commissione CE 538/2011 del 01/06/2011

Modifica il regolamento (CE) n. 607/2009 recante modalità di applicazione del regolamento (CE) n. 479/2008 del Consiglio per quanto riguarda le denominazioni di origine protette e le indicazioni geografiche protette, le menzioni tradizionali, l'etichettatura e la presentazione di determinati prodotti vitivinicoli.
Fonte: Gazzetta Ufficiale Unione Europea n. 147 del 02/06/2011
 
LA COMMISSIONE EUROPEA,
visto il trattato sul funzionamento dell'Unione Europea,
visto il regolamento (CE) n. 1234/2007 del Consiglio, del 22 ottobre 2007, recante organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (regolamento unico OCM) ( 1 ), in particolare l'articolo 121, primo comma, lettere k), l), e m), e l'articolo 203 ter, in combinato disposto con l'articolo 4, considerando quanto segue:
(1) A norma dell'articolo 18 del regolamento (CE) n. 607/2009 della Commissione ( 2 ), il «Registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette», aggiornato dalla Commissione secondo quanto previsto all'articolo 118 quindecies del regolamento (CE) n. 1234/2007 (di seguito: «il registro») è incluso nella banca dati elettronica «E-Bacchus».
(2) A fini di semplificazione è opportuno che sia pubblicato su internet l'elenco delle organizzazioni professionali rappresentative e dei loro membri di cui all'allegato XI del regolamento (CE) n. 607/2009. Occorre pertanto modificare in tal senso l'articolo 30, paragrafo 2, del citato regolamento.
(3) Per evitare discriminazioni tra i vini originari dell'Unione e quelli importati da paesi terzi, è necessario chiarire che le menzioni usate tradizionalmente nei paesi terzi possono ottenere il riconoscimento e la protezione come menzioni tradizionali nell'Unione anche se usate unitamente a indicazioni geografiche o a denominazioni di origine disciplinate dai paesi terzi di cui trattasi.
(4) A fini di chiarezza le menzioni tradizionali protette elencate nell'allegato XII del regolamento (CE) n. 607/2009 devono essere trasferite nella banca dati elettronica «E- Bacchus», facendo così confluire in un unico strumento informatico di pronta consultazione le denominazioni di origine protette, le indicazioni geografiche protette e le menzioni tradizionali protette.
(5) Affinché sia garantito l'aggiornamento delle informazioni riguardanti le menzioni tradizionali, le informazioni riportate nell'allegato XII del regolamento (CE) n. 607/2009 devono essere trasferite nella banca dati elettronica «E-Bacchus» e le nuove informazioni connesse alla protezione delle menzioni tradizionali devono essere inserite esclusivamente in tale banca dati.
(6) Per chiarire la relazione che intercorre tra le menzioni tradizionali protette e i marchi commerciali è necessario specificare su quale base giuridica una domanda di registrazione di un marchio contenente o costituito da una menzione tradizionale protetta deve essere valutata a norma della direttiva 2008/95/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2008, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d'impresa ( 3 ) o del regolamento (CE) n. 207/2009 del Consiglio, del 26 febbraio 2009, sul marchio comunitario ( 4 ).
(7) Per accrescere la trasparenza delle norme che disciplinano le menzioni tradizionali, in particolare in seguito al trasferimento delle menzioni alla banca dati elettronica «E- Bacchus», qualsiasi modifica relativa alle menzioni tradizionali deve essere attuata attraverso una procedura definita formalmente.
(8) Occorre stabilire norme in merito all'indicazione del titolo alcolometrico volumico di alcuni prodotti vitivinicoli specifici per fornire al pubblico informazioni esatte.
(9) Per rendere l'etichettatura meno gravosa, è possibile stabilire che determinate informazioni riguardanti il nome e l'indirizzo dell'imbottigliatore in alcuni casi non siano indispensabili.
(10) Per migliorare i controlli relativi ad alcuni prodotti vitivinicoli, occorre autorizzare gli Stati membri a disciplinare l'uso dei dati relativi al produttore e al trasformatore.
(11) Per motivi di chiarezza è opportuno modificare l'articolo 42, paragrafo 1, e l'articolo 56, paragrafo 3, del regolamento (CE) n. 607/2009.
(12) L'uso di un tipo specifico di bottiglia e di dispositivo di chiusura per i vini spumanti, i vini spumanti di qualità e i vini spumanti di qualità del tipo aromatico, disposto dall'articolo 69 del regolamento (CE) n. 607/2009, deve essere obbligatorio esclusivamente per la commercializzazione e l'esportazione di tali vini prodotti nell'Unione europea.IT L 147/6 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 2.6.2011.
(13) Per quanto riguarda la trasmissione dei fascicoli tecnici delle denominazioni vinicole protette preesistenti di cui all'articolo 118 vicies del regolamento (CE) n. 1234/2007, l'obbligo, previsto all'articolo 118 quater, paragrafo 1, lettera b), del medesimo regolamento, di identificare il richiedente di una denominazione vinicola esistente può comportare difficoltà per alcuni Stati membri in cui dette denominazioni protette esistenti sono disciplinate a livello nazionale senza riferimenti a un particolare richiedente.
Per agevolare la transizione dalle disposizioni stabilite dal regolamento (CE) n. 1493/1999 del Consiglio ( 1 ) a quelle del regolamento (CE) n. 1234/2007 sono necessarie misure transitorie per garantire il rispetto delle normative nazionali di detti Stati membri.
(14) È necessario modificare l'allegato VIII del regolamento (CE) n. 607/2009 per quanto attiene ai diritti anteriori che possono essere addotti in caso di ricorso in opposizione alla domanda di protezione di una menzione tradizionale.
(15) Occorre pertanto modificare in tal senso il regolamento (CE) n. 607/2009.
(16) Le misure di cui al presente regolamento sono conformi al parere del Comitato di gestione per l'organizzazione comune dei mercati agricoli,

HA ADOTTATO IL PRESENTE REGOLAMENTO:
Articolo 1
Modifica del regolamento (CE) n. 607/2009
Il regolamento (CE) n. 607/2009 è così modificato:
1) all'articolo 30, il paragrafo 2 è sostituito dal seguente: «2. Se la domanda è presentata da un'organizzazione professionale rappresentativa stabilita in un paese terzo sono comunicati anche gli estremi dell'organizzazione professionale rappresentativa. La Commissione pubblica su internet l'elenco dei paesi terzi interessati, i nomi delle organizzazioni professionali rappresentative e dei membri di tali organizzazioni professionali.»;
2) l'articolo 32 è sostituito dal seguente: «Articolo 32
Norme sulle menzioni tradizionali di paesi terzi.
1. La definizione delle menzioni tradizionali stabilita all'articolo 118 duovicies, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1234/2007 si applica, mutatis mutandis, alle menzioni usate tradizionalmente nei paesi terzi per i prodotti vitivinicoli recanti un'indicazione geografica o una denominazione di origine in forza della normativa degli stessi paesi terzi.
2. Le indicazioni tradizionali diverse dalle menzioni tradizionali elencate nella banca dati elettronica «E-Bacchus» che figurano nell'etichettatura dei vini originari di paesi terzi possono essere utilizzate in conformità alle norme ivi applicabili, comprese quelle stabilite dalle organizzazioni professionali rappresentative.»;
3) l'articolo 40 è sostituito dal seguente: «Articolo 40
Protezione generale.
1. Se la domanda di protezione di una menzione tradizionale soddisfa i requisiti stabiliti dall'articolo 118 duovicies, paragrafo 1, del regolamento (CE) n. 1234/2007 e dagli articoli 31 e 35 del presente regolamento e se non è respinta in applicazione degli articoli 36, 38 e 39, la menzione tradizionale è inserita nella banca dati elettronica «E-Bacchus» unitamente alle informazioni seguenti:
a) la lingua, secondo il disposto dell'articolo 31;
b) l'indicazione della categoria o delle categorie di prodotti vitivinicoli interessati dalla protezione;
c) un riferimento alla legislazione nazionale dello Stato membro in cui è definita e disciplinata la menzione tradizionale o alle norme applicabili ai produttori di vino nei paesi terzi, incluse quelle stabilite dalle organizzazioni professionali rappresentative, e
d) una sintesi della definizione o delle condizioni d'uso.
2. Le menzioni tradizionali elencate nella banca dati elettronica «E-Bacchus» sono protette esclusivamente nella lingua e per le categorie di prodotti vitivinicoli figuranti nella relativa domanda:
a) contro qualsiasi usurpazione, anche quando la menzione protetta è accompagnata da espressioni quali «genere», «tipo», «metodo», «alla maniera», «imitazione», «gusto», «come» o simili;
b) contro qualsiasi altra indicazione falsa o ingannevole relativa alla natura, alle caratteristiche o alle qualità essenziali del prodotto, usata sulla confezione o sull'imballaggio, nella pubblicità o sui documenti relativi al prodotto di cui trattasi;
c) contro qualsiasi altra prassi che possa indurre in errore il consumatore e in particolare che lasci supporre che il vino fruisca della menzione tradizionale protetta.»;
4) all'articolo 41, il paragrafo 1 è sostituito dal seguente: «1. Se una menzione tradizionale è protetta in virtù del presente regolamento, la registrazione di un marchio il cui uso violerebbe l'articolo 40, paragrafo 2, è valutata a norma della direttiva 2008/95/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (*) o del regolamento (CE) n. 207/2009 del Consiglio (**).
I marchi registrati in violazione del primo comma sono dichiarati nulli, su richiesta, in conformità alle procedure applicabili previste dalla direttiva 2008/95/CE o dal regolamento (CE) n. 207/2009.
5) all'articolo 42, il paragrafo 1 è sostituito dal seguente: «1. La protezione della menzione per cui è presentata la domanda, omonima o parzialmente omonima di una menzione tradizionale già protetta ai sensi del presente capo, tiene debitamente conto degli usi locali e tradizionali e dei rischi di confusione.
Una menzione omonima che induca in errore il consumatore circa la natura, la qualità o la vera origine dei prodotti non è registrata, nemmeno se è esatta.
L'impiego di una menzione omonima protetta è autorizzato esclusivamente in condizioni pratiche tali da assicurare che la menzione omonima protetta successivamente sia sufficientemente differenziata da quella già registrata nella banca dati elettronica «E-Bacchus», tenuto conto della necessità di garantire un trattamento equo ai produttori interessati e di non indurre in errore il consumatore.»;
6) è inserito un nuovo articolo 42 bis: «Articolo 42 bis
Modifica
Un richiedente ai sensi dell'articolo 29 può chiedere l'approvazione di una modifica di una menzione tradizionale, della lingua indicata, del vino o dei vini interessati o della sintesi della definizione o delle condizioni d'uso della menzione tradizionale di cui trattasi.
Gli articoli 33 e 39 si applicano mutatis mutandis alle domande di modifica.»;
7) all'articolo 47, il paragrafo 5 è sostituito dal seguente: «5. La Commissione sopprime la menzione dall'elenco contenuto nella banca dati elettronica «E-Bacchus» non appena la cancellazione acquista efficacia.»;
8) all'articolo 54 è aggiunto il seguente paragrafo 3: «3. Nel caso di mosto di uve parzialmente fermentato o di vino nuovo ancora in fermentazione, sull'etichetta figurano il titolo alcolometrico volumico effettivo e quello totale o uno dei due. Se sull'etichetta figura il titolo alcolometrico volumico totale, la cifra corrispondente è seguita dalla dicitura "% vol" e può essere preceduta dai termini "titolo alcolometrico totale" o "alcole totale".»;
9) l'articolo 56 è così modificato:
a) al paragrafo 2, terzo comma, è aggiunta la seguente seconda frase:
«Queste prescrizioni non si applicano se l'imbottigliamento è realizzato in un luogo situato nelle immediate vicinanze della sede dell'imbottigliatore.»;
b) il paragrafo 3 è sostituito dal seguente: «3. Il nome e l'indirizzo del produttore o del venditore sono completati dai termini "produttore" o "prodotto da" e "venditore" o "venduto da" o da termini equivalenti.
Gli Stati membri possono decidere:
a) di rendere obbligatoria l'indicazione del produttore;
b) di permettere la sostituzione dei termini "produttore" o "prodotto da" rispettivamente con "trasformatore" e "trasformato da".»;
10) l'articolo 69 è sostituito dal seguente: «Articolo 69
Norme sulla presentazione di determinati prodotti.
1. I vini spumanti, i vini spumanti di qualità e i vini spumanti di qualità del tipo aromatico prodotti nell'Unione europea sono commercializzati o esportati in bottiglie di vetro per vino spumante munite di uno dei seguenti dispositivi di chiusura:
a) per le bottiglie di volume nominale superiore a 0,2 l: un tappo a forma di fungo, in sughero o altre sostanze ammesse ad entrare in contatto con gli alimenti, trattenuto da un fermaglio, coperto eventualmente da una capsula e rivestito da una lamina che ricopra tutto il tappo e interamente o parzialmente il collo della bottiglia;
IT L 147/8 Gazzetta ufficiale dell'Unione europea 2.6.2011.
b) per le bottiglie di volume nominale non superiore a 0,2 l: qualsiasi altro dispositivo di chiusura adatto.
Non possono essere commercializzati o esportati in bottiglie di vetro per vino spumante né con un dispositivo di chiusura di cui al primo comma, lettera a), altri prodotti elaborati nell'Unione.
2. In deroga al paragrafo 1, secondo comma, gli Stati membri possono decidere che i seguenti prodotti possano essere commercializzati o esportati in bottiglie di vetro per vino spumante e/o con un dispositivo di chiusura di cui al paragrafo 1, primo comma, lettera a):
a) prodotti tradizionalmente imbottigliati in bottiglie di questo tipo e i) elencati all'articolo 113 quinquies, paragrafo 1, lettera a), del regolamento (CE) n. 1234/2007; ii) elencati nell'allegato XI ter, punti 7, 8 e 9, del regolamento (CE) n. 1234/2007; iii) elencati nel regolamento (CEE) n. 1601/91 del Consiglio
(*); oppure; iv) aventi un titolo alcolometrico volumico effettivo non superiore a 1,2 % vol;
b) prodotti diversi da quelli di cui alla lettera a) purché i consumatori non siano indotti in errore quanto alla vera natura del prodotto.
11) all'articolo 71 è aggiunto il seguente paragrafo 3: «3. In deroga all'articolo 2, paragrafo 2, del presente regolamento, per quanto attiene alla trasmissione dei fascicoli tecnici di cui all'articolo 118 vicies, paragrafo 2, lettera a), del regolamento (CE) n. 1234/2007, le autorità degli Stati membri possono essere considerate richiedenti ai fini dell'applicazione dell'articolo 118 quater, paragrafo 1, lettera b), del medesimo regolamento.»;
12) l'allegato II è sostituito dall'allegato I del presente regolamento;
13) l'allegato VIII è sostituito dall'allegato II del presente regolamento;
14) gli allegati XI e XII sono soppressi.
Articolo 2
Disposizioni transitorie
1. Prima della soppressione degli allegati XI e XII del regolamento (CE) n. 607/2009 in forza dell'articolo 1, punto 14, del presente regolamento, la Commissione riproduce e:
a) pubblica su internet il contenuto dell'allegato XI; e
b) inserisce nella banca dati elettronica «E-Bacchus» le menzioni tradizionali elencate nell'allegato XII.
2. Non sono soggette alla procedura di cui all'articolo 42 bis, inserito in forza dell'articolo 1, punto 6, del presente regolamento, le modifiche riguardanti una menzione tradizionale che è stata riconosciuta da uno Stato membro o da un paese terzo, che è stata comunicata alla Commissione entro la data di entrata in vigore del presente regolamento e che non è stata inserita nell'allegato XII del regolamento (CE) n. 607/2009. La Commissione inserisce tali modifiche nella banca dati elettronica «E-Bacchus».
Articolo 3
Entrata in vigore
Il presente regolamento entra in vigore il settimo giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Il presente regolamento è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri.
Fatto a Bruxelles, il 1 o giugno 2011.
Per la Commissione.
Il Presidente
José Manuel BARROSO  IT
Note
( 1 ) GU L 299 del 16.11.2007, pag. 1.
( 2 ) GU L 193 del 24.7.2009, pag. 60.
( 3 ) GU L 299 dell'8.11.2008, pag. 25.
( 4 ) GU L 78 del 24.3.2009, pag. 1.
(*) GU L 299 dell'8.11.2008, pag. 25.
(**) GU L 78 del 24.3.2009, pag. 1.»;
(*) GU L 149 del 14.6.1991, pag. 1.»;

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Classifica Testate Italia

AUDIPRESS: GAZZETTA SI CONFERMA IN TESTA, SECONDA REPUBBLICA TERZO IL CORSERA, POI STAMPA E CORRIERE DELLO SPORT.
ROMA - La Gazzetta dello Sport si conferma il piu' letto d'Italia, seguito da La Repubblica e dal Corriere della Sera. La Stampa resta al quarto posto, seguita dal Corriere dello Sport-Stadio. E' quanto emerge dai dati Audipress 2011/I sui lettori medi dei quotidiani, che sono la risultante delle rilevazioni del terzo ciclo 2010 (20 settembre-19 dicembre) e del primo ciclo 2011 (10 gennaio-27 marzo), basate su 32.377 interviste complessive. Secondo l'ultima indagine, la 'rosea' ha 4.126.000 lettori medi giornalieri, con un decremento rispetto alla precedente rilevazione di 194.000 unita' (-4,5%). Segue La Repubblica, che perde 40 mila lettori giornalieri e si porta a quota 3.250.000 (-1,2%). Sul terzo gradino del podio, Il Corriere della Sera che guadagna 85 mila lettori (+2,9%) e arriva a quota 3.056.000. La Stampa mantiene la quarta piazza, con 2.080.000, registrando pero' un lieve decremento di 13 mila lettori pari a -0,6%. L'altro quotidiano sportivo, Il Corriere dello Sport-Stadio, ha 1.628.000 lettori quotidiani (-18.000, -1,1%). Performance positiva per Il Messaggero, con 1.460.000, 50.000 in piu' rispetto al ciclo precedente (+3,5%). Poi Il Resto del Carlino con 1.207.000 (-30.000, -2,4%) e il Sole 24 Ore con 1.015.000 e un calo di 128.000 lettori (-11,2%). Da segnalare il risultato de Il Mattino che sale e 975 mila lettori (+137.000, +16,3%) in nona posizione; chiude la top ten Tuttosport con 937 mila lettori (+0,3%). Tra i fogli d'opinione Il Giornale ha 764 mila lettori (in calo di 3.000, pari a -0,4%), Libero 392.000 (ne acquista 23.000, +6,2%), L'Unita' 317 mila (ne perde 46.000, -12,7%).
Capitolo a parte quello della free press. In testa resta Leggo con 1.894.000 lettori (+6,4%), seguito da City con 1.767.000 (+4,1%), Metro con 1.525.000 (+7,3%) e Dnews, unica testata in perdita, con 278 mila lettori (-12,65%).
Per quanto riguarda i visitatori del giorno medio dei siti internet, nello stesso periodo e' in testa La Repubblica con 857 mila visitatori, La Gazzetta dello Sport con 558 mila, Il Corriere della Sera con 552 mila, Il Sole 24 Ore con 227 mila, Corriere dello sport con 185 mila, La Stampa con 157 mila, Tuttosport con 125 mila e Il Messaggero con 101 mila. 

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martedì 7 giugno 2011

Roma Capitale

L’Assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico Dino Gasperini è lieto di comunicare la presentazione del protocollo di intesa tra: Zètema Progetto Cultura e Associazione Turistica Pro Loco Roma.
Roma, mercoledì 8 giugno 2011 ore 12.00
Auditorium dell’Ara Pacis
Via di Ripetta, 190
Un importante accordo per incrementare i canali di comunicazione del turismo culturale di Roma Capitale con coinvolgimento dell’intero territorio nazionale.

Interverranno:
Francesco Marcolini - Presidente Zètema Progetto Cultura.
Mino Dinoi - Consigliere di Amministrazione Zètema Progetto Cultura.
Claudio Nardocci - Presidente Unpli Nazionale.
Lucia Rosi - Presidente Pro Loco Roma.
 

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Cellulari possono provocare tumore secondo Oms: risposta produttori.

I campi elettromagnetici a radiofrequenza sono a possibile rischio cancerogeno per l'uomo: questo è quanto avrebbe stabilito un gruppo di 34 esperti dell'Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (la Iarc) dell'Oms le radiofrequenze da cellulare potrebbero causare il cancro.
Si contano 5 miliardi di telefonini in tutto il mondo, solo in Italia quasi due a testa, circa 100 milioni di cellulari. La valutazione degli esperti si basa sia sui test sugli animali effettuati finora, sia sui dati degli studi epidemiologici sull'uomo e la classificazione fissa il rischio ad un terzo livello su una scala di 5 livelli, un livello che contiene altre sostanze di uso comune come ad esempio il caffè e i sottoaceti.
Dall'Istituto Superiore di Sanità si sottolinea, tuttavia, la necessità di studi ulteriori ma nel frattempo si diffondono raccomandazioni per limitare l'uso del telefonino, più che altro a scopo precauzionale, perché solo l'Oms può dare indicazioni di salute pubblica, e lo farà probabilmente tra due anni in un volume apposito sulle radiofrequenze.
Jonathan Samet, che ha coordinato il gruppo di lavoro, ha spiegato che le evidenze sono state giudicate limitate per quanto riguarda il glioma e il neurinoma acustico, tumore del nervo uditivo, mentre per altri tipi di tumore non ci sono dati sufficienti. Per la Gsma, l'associazione che rappresenta gli operatori di telefonia mobile nel mondo lo studio dello Iarc suggerisce che un rischio è possibile ma non probabile.
Fonte: businessonline.it (Marcello Tansini)

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sabato 4 giugno 2011

REFERENDUM SI E NO !

Se mai dovessi andare a votare voterei 4 NO e ben motivati che qui sarebbe troppo lungo spiegare ma NON andrò a votare perché il Referendum è quanto di meno Democratico esista e mi spiego:
  • se il 49 % va a votare e la TOTALITA' vota SI non passa per il mancato raggiungimento del quorum.
  • se il 51 % va a votare ed il 26% dice NO ed il 25% dice SI vince il NO.
se questa è DEMOCRAZIA io sono Tibetano il 26 % vince mentre il 49% perde.

                                                    A presto. (Spero in DEMOCRAZIA).

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giovedì 2 giugno 2011

Rinascimento del Fiano

Dall'Italia
Convinta celebrazione del fortissimo miglioramento che hanno conosciuto in Italia i vini bianchi negli ultimi 25 anni in un articolo pubblicato dal critico del New York Times Eric Asimov sul celebre quotidiano.
Asimov parla di un vero e proprio rinascimento, "Now, though, the choices are almost embarrassingly rich. Soave has enjoyed a renaissance, and the northeastern regions of Alto Adige and Friuli-Venezia Giulia pour forth a river of delectable bottles. Liguria and Sardinia are making delicious vermentinos, while arneis from the Piedmont can be a pleasure. Even those old standbys, pinot grigio and Orvieto, can surprise you with their quality these days", ovvero dell'imbarazzo della scelta tra i molti vini bianchi di alta qualità oggi disponibili. Passando alla Campania si dedica ad una vera esaltazione del Fiano, definite stilisticamente versatile ed in grado di essere "clean, cold refreshment. But it can offer more".
E ancora, ricorda che oggi i Fiano d'Avellino mostrano una grande completezza d'espressione: "At base, it has a smoky, nutlike, spicy quality that I find very attractive, along with winning mineral flavors. Many producers have experimented with fiano, not simply to make fiano taste like more popular wines but to determine which methods can make fiano more distinctively fiano-like". E ancora, scrive, "The best wines had a captivating energy that was wonderfully refreshing. Some were beautifully textured as well, possibly as a result of lees-stirring, and possibly because of barrel aging. (It's not always clear which methods were used, unless you are in the cellar to observe.) Others were straightforward and juicy, in a sort of polished pinot grigio style", in altre parole i vini migliori avevano un'affascinante energia che era meravigliosamente rinfrescante. Alcuni avevano anche una bellissima consistenza, forse dovuta al rimescolamento delle fecce e all'invecchiamento in botte (non è sempre chiaro quali metodi sono stati usati a meno che non ci si trovi in cantina a osservare). Altri erano schietti e succosi, uno stile simile a quello raffinato del Pinot Grigio". Davvero mica male come complimenti !

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

Inchiesta: il Vinitaly cambia calendario. I Consorzi dei vini largamente favorevoli

Quella di quest'anno è stata l'ultima edizione del Vinitaly con la formula della classica apertura di giovedì e chiusura il lunedì, mentre dall'anno prossimo il calendario già fissato prevede l'apertura Domenica 25 marzo e la chiusura il Mercoledì 28 marzo. Un cambiamento non da poco, che riduce da cinque a quattro le giornate di svolgimento della rassegna fieristica, e che concede (giornata d'apertura domenicale riservata al grande pubblico a parte) finalmente ben tre giorni filati feriali agli operatori.


Una scelta che sembra dunque destinata a facilitare l'accesso degli operatori professionali alla manifestazione e che pare privilegiare la dimensione di fiera professionale della rassegna veronese, a proposito della quale ho voluto sentire il parere di alcuni dei più importanti protagonisti, ovvero svariati Consorzi di tutela dei vini delle principali denominazioni. Le risposte, come potrete vedere, dimostrano un diffuso consenso alla decisione presa dall'Ente Fiere veronese.
Cominciamo la rassegna delle opinioni con il punto di vista di alcuni consorzi veneti. Arturo Stocchetti, Presidente del Consorzio del Soave, osserva che "quando abbiamo saputo del cambiamento del calendario di Vinitaly lì per lì siamo rimasti un po' sorpresi. Per noi addetti ai lavori significa cambiare abitudini, ritmi e tempi di un evento che per la nostra attività è sempre stato fondamentale. Ogni cambiamento lascia un po' smarriti all'inizio ma poi se ne prende atto e si colgono i vantaggi e le opportunità dal momento che si tratta di una scelta ponderata e ben pensata proprio da chi nel vino ci lavora. Attendiamo di vedere come sarà il Vinitaly con il nuovo calendario.
Come Consorzio del Soave siamo sempre stati amanti delle novità e sostenitori degli svecchiamenti, ragion per cui riteniamo che con una dovuta redistribuzione degli appuntamenti e degli eventi su quattro giorni, anziché cinque, i risultati non subiranno variazioni rispetto alle precedenti edizioni".
Dal Consorzio Tutela vino Bardolino arriva " la piena soddisfazione per l'annunciato spostamento delle date del Vinitaly, manifestazione che ora, con il nuovo calendario, tra l'altro perfettamente coerente con l'ipotesi di variazione che il nostro Consorzio aveva caldeggiato presso Veronafiere nel recente passato, potrà offrire nuove e più ampie possibilità di relazione con gli operatori professionali, senza peraltro far mancare il contatto con il vasto pubblico dei consumatori nella giornata di Domenica e negli eventi collaterali organizzati in città.
Troviamo pertanto la nuova formula equilibrata, contemperando le fondamentali esigenze degli operatori con quelle del grande pubblico dei consumatori, che pure riteniamo estremamente interessante poter assecondare. Anche la riduzione del numero di giornate di apertura appare positiva, comportando contestualmente un miglioramento delle opportunità di allestimento (con tutta la settimana precedente disponibile) e un minor impegno delle aziende in termini di presenza fisica in fiera: in tal modo, la durata ridotta a quattro giorni consentirà un'ottimizzazione dell'impegno fieristico delle aziende espositrici".
Anche il Direttore del Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco giudica "il cambiamento importante. Molto positivo è l'inizio di domenica con una presenza non solo di operatori, mentre i giorni successivi saranno finalmente concentrati sui professionali. In particolare penso che il lunedì sia molto interessante per gli operatori della ristorazione italiana, che generalmente hanno i propri locali chiusi, mentre l'inizio settimana, in generale, agevola la presenza degli stranieri.
Di fatto 3 giorni di piena operatività sono decisamente meglio rispetto a una situazione attuale in cui il Giovedì e il Venerdì erano utili solo in parte, mentre Sabato, Domenica e Lunedì lo erano poco. Finalmente, quindi, si cambia!".
Infine il Consorzio Vini Valpolicella, che tradizionalmente non è espositore di Vinitaly, anche se quest'anno ha realizzato delle degustazioni per promuovere la denominazione. Il Consorzio "vede con favore il cambiamento di giorni di Vinitaly dal Giovedì-Lunedì a Domenica-Mercoledì. In questo modo la fiera aumenterà le possibilità di accesso ad operatori, quali quelli della ristorazione e del canale horeca, finora sacrificati nell'ultimo giorno di apertura, incrementando la valenza commerciale dell'appuntamento. Anzi, a nostro avviso si sarebbe potuto iniziare il Lunedì, escludendo tutti i visitatori non professionali. Anche la decisione di ridurre i giorni di Vinitaly da 5 a 4 è da giudicare positivamente, perché concentra gli appuntamenti permettendo agli espositori di ridurre l'impegno economico".
Spostandoci dal Veneto alla Lombardia va registrata la posizione del Consorzio Franciacorta, "favorevoli alla decisione, perché riteniamo che possa favorire un migliore contesto d'incontro fra gli espositori e gli operatori interessati ad approfondire la conoscenza dei vini tramite un'attenta degustazione e un confronto, il più possibile tranquillo, con i produttori presenti", quella del Consorzio di tutela vini di Valtellina "riteniamo che nonostante la prima giornata prevedrà un ampio flusso di gente, in quanto dedicata al grande pubblico, con tre giorni feriali consecutivi (Lunedì-Martedì-Mercoledì) verrà dato maggiore spazio agli operatori del settore, quindi la fiera prenderà più un taglio professionale da leggere in chiave business, nonché quella dei presidenti del Consorzio Provinciale Tutela Vini Mantovani, del Consorzio Volontario Lambrusco Mantovano, del Consorzio Vini Colli Mantovani, i quali ritengono "che sarebbe meglio iniziare addirittura il Lunedì, per finire il Giovedì, ritenendo ciò sinonimo di assoluta professionalità, in quanto si scremerà molto l'ingresso prendendo quasi esclusivamente un pubblico di operatori del settore.
Tuttavia tenendo conto che l'Ente Fiere di Verona conterà anche su una maggior presenza di pubblico, per fare cassa, la sola giornata della domenica ci permetterà, pubblico a parte, di essere operativi per il giorno successivo".
Anche Helmuth Zanotti del Konsortium Südtiroler Wein - Consorzio Vini Alto Adige è favorevole allo spostamento "tutti i soci sono convinti che lo spostamento dei giorni di apertura sia positivo, in quanto si riduce il "grande pubblico" e tutta la fiera può diventare più professionale... Lunedì e Martedì possono attirare più persone del settore alberghiero... Cominciare di Domenica con il grande pubblico potrebbe creare qualche problema, dipende molto dalla organizzazione della fiera... Ma lasciar via tutta la Domenica non sarebbe giusto, in quanto Vinitaly vive, almeno in parte, anche dal grande afflusso".
In Piemonte Andrea Ferrero del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe Nebbiolo, sottolinea che "la nuova impostazione della prossima edizione del Vinitaly si allinea alle altre grandi fiere internazionali, inoltre tale assetto era già stato caldamente sollecitato dai produttori da almeno un decennio. Iniziare alla Domenica è meglio del Lunedì anche per questioni logistiche sia degli espositori che dei visitatori".
A suo avviso le prossime due tappe da parte dell'ente fiera dovranno essere: 1 limitare l'accesso ai soli operatori in modo più rigoroso. 2 Creare uno spazio fuori città dove trasferire la fiera che attualmente è troppo congestionata e compressa (vedi Dusseldorf)".
In Friuli il Consorzio Vini Grave e la sua Presidente Anna Brisotto è a sua volta d'accordo con la decisione dell'Ente Fiere veronese, "i produttori ci paiono soddisfatti per la riduzione del numero delle giornate, in linea con il numero di giorni di apertura delle principali fiere di settore. La speranza è che il cambio porti benefici soprattutto per quanto riguarda l'interesse e il numero dei professionisti partecipanti senza tuttavia scordare il pubblico che nella giornata di apertura ci auguriamo possa trovare una più consona collocazione".
Il Consorzio friulano fa notare che da un recente sondaggio fatto dall'ERSA (http://www.ersa.fvg.it/) tra i produttori presenti quest'anno al Vinitaly "è risultato che hanno risposto in 91 aziende che hanno così risposto: - 86% favorevoli all'apertura da Domenica a Mercoledì (con la sola giornata di Domenica aperta al pubblico, mentre le restanti giornate devono essere dedicate esclusivamente agli addetti al settore); - 7% favorevoli alla solita apertura Giovedì - Lunedì; - 3% ha indicato altre giornate".
Anche Ermi Bagni Direttore del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena valuta "con assoluto favore l'adozione di un calendario fieristico teso a favorire le relazioni con gli operatori del settore; Si condivide l'inizio fiera nella giornata di Domenica magari si potrebbe anticipare come ultimo giorno il Martedì e non il Mercoledì" evidenziando nel contempo "il disagio che aumenta ogni anno in misura esponenziale circa l'accesso al quartiere fieristico. Prevedere lo spostamento in un nuovo polo fieristico moderno e con servizi adeguati sarebbe più che opportuno".
Giuseppe Cavaliere del Consorzio Vini Abruzzesi sostiene che "la riduzione dei giorni di fiera sia non solo condivisibile ma necessaria. Alcuni ritengono infatti che, come per altre fiere internazionali, la durata ottimale sarebbe di 3 giorni. Comunque l'apertura di domenica può andare bene anche se molti temono, come ormai solito, l'arrivo di una massa enorme di appassionati che crea solo tanta confusione" e analogo parere è espresso dal Consorzio Primitivo di Manduria secondo il quale la riduzione a 4 giorni "dovrebbe sottolineare l'aspetto di fiera professionale facilitando l'accesso degli operatori professionali alla manifestazione". Alberto Mazzoni, dell'Istituto vini marchigiani osserva che "le aziende vitivinicole marchigiane hanno accolto favorevolmente la proposta, l'apertura Domenica comunque è necessaria occorre pensare anche ai consumatori, agli appassionati a chi comunque consuma vino quotidianamente. Si, in momenti difficili quando non si possono aumentare i listini occorre contrarre le spese e la riduzione di un giorno è vista positivamente; inoltre concentrare in giorni feriali vuol dire concentrarsi su chi veramente è interessato, già quest'anno abbiamo toccato con mano la realtà si è lavorato dal Giovedì al Sabato fino mattina poi abbiamo incrociato curiosi e si sono viste scene poco edificanti".
Chiudiamo questa rassegna con il punti di vista di una serie di Consorzi toscani". Paolo Solini, Coordinatore del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, valuta positivamente la riduzione della durata di un giorno della fiera "per un discorso legato all'economia, in senso ampio, delle singole aziende. Evitare inoltre il Sabato potrà forse aiutare la fiera a reindirizzare l'attenzione più che sul consumatore sul mercato. Certo a rimetterci saranno gli "eno appassionati" che tuttavia avranno la Domenica. In questo senso ci spieghiamo il mantenimento di questo giorno, senza dimenticare che molti operatori, soprattutto ristoratori, hanno proprio questo come giorno di riposo e quindi escludere del tutto il fine settimana potrebbe essere a svantaggio di una seppur minima quota di operatori. Crediamo in generale che per la fiera, ma anche per i produttori, sia l'inizio di un cambiamento per quanto riguarda l'indicizzazione del target. L'auspicio per il futuro é quello di poter sempre più professionalizzare Vinitaly in modo da renderlo maggiormente efficace per le esigenze dei suoi espositori".
Letizia Cesani, presidente del Consorzio della Denominazione San Gimignano, produttrice della celebre Vernaccia, "è favorevole al cambiamento, i tre giorni feriali di seguito dovrebbero garantire una maggiore presenza di operatori nazionali e internazionali, oltre a quella dei giornalisti di settore. Ed un giorno in meno farà un po' risparmiare le aziende ed i consorzi, almeno per quanto riguarda le spese della trasferta: non credo che l'Ente Fiera ci farà pagare meno gli spazi dopo avere tolto una giornata". A suo avviso "sarebbe stato meglio che l'apertura fosse prevista solo nei tre giorni feriali, ma è comprensibile che l'Ente fiera abbia voluto accontentare i cittadini mantenendo un giorno di apertura festivo. E' prevedibile che tutti gli operatori arriveranno a Verona la Domenica sera o il Lunedì mattina: nella giornata di Domenica la fiera sarà frequentata solo dai consumatori. E per i Consorzi e le aziende sarà una giornata poco fruttifera".
Marina Malenchini del Consorzio Chianti Colli Fiorentini giudica "positivo il cambiamento delle giornate di apertura del Vinitaly dalla domenica al mercoledì in quanto la Domenica e il Lunedì erano giornate praticamente perse. La prima è diventata la giornata della mescita e la seconda inutilmente vuota perchè i cosiddetti ristoratori non si vedevano".
Lorenzo Mariani del Consorzio Chianti Rufina ricorda che "già da alcuni anni avevamo maturato il convincimento che il calendario del Vinitaly non rispondeva più alle esigenze delle aziende che vi prendevano parte. A fronte di un impegno economico non indifferente da parte delle aziende espositrici, infatti, le giornate nelle quali era possibile lavorare con gli operatori del trade si erano ridotte praticamente a due, il Giovedì e il Venerdì. Giudichiamo quindi positivamente il cambiamento posto in essere da Veronafiere, con una giornata dedicata al grande pubblico degli appassionati e tre giornate piene da poter dedicare completamente a tutti gli operatori del settore, sia che si parli di trade che di marketing o giornalisti". Ritiene che con questa formula venga "salvaguardata l'esigenza degli appassionati di poter incontrare le aziende e degustare i loro vini (in una giornata di apertura quando ancora le persone sono fresche e disponibili, non "spossate" da due-tre giornate di fiera), sia l'esigenza delle aziende espositrici di avere un Vinitaly con un taglio più professionale che consenta di mantenere i contatti con i propri clienti e di incontrarne di nuovi".
Infine il punto di vista del Consorzio del Chianti espresso dal presidente Giovanni Busi: "Siamo molto favorevoli a questo cambiamento perché abbiamo così tre giorni pieni per lavorare seriamente, prima si lavorava il Giovedì pomeriggio, Venerdì, e Sabato mattina, poi entrava il pubblico ed i clienti scappavano. Il Lunedì non esisteva perchè tutti sapevano che le aziende alle due andavano via e quindi non venivano. Con queste nuove date a parte la domenica abbiamo tre giorni consecutivi per lavorare, ci riprendiamo il Lunedì, giornata molto importante per il mercato nazionale.
Il Lunedì molti ristoranti, bar ecc. sono chiusi e quindi possono venire a Vinitaly, possono venire anche più agenti, sapendo che il Lunedì gli esercizi sono chiusi e quindi non perdono una giornata di vendite. La Domenica non ha senso, meglio era avere da Lunedì al Giovedì, cosi da avere quattro giorni veri per lavorare, comunque é sempre meglio di Giovedì/Lunedì". Sentiremo presto anche il punto di vista di singoli produttori, ma appare chiaro, dalla risposta dei Consorzi dei vini da me interpellati, che questo cambiamento riceva un benvenuto un po' da parte di tutti.
Franco Ziliani

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 1 giugno 2011

Previdenza, la gestione separata va sul web

Dal 1° giugno registrazioni all'Inps solo per via telematica.
Addio al canale cartaceo. Accesso diretto con Pin oppure attraverso il portale dell'istituto. La gestione separata trasloca sul web. Il 31 maggio, infatti, chiude il canale «cartaceo» d'iscrizione, tramite posta o presso uno sportello dell'Inps. E dal 1° giugno il canale online, operativo dal 2009, diventa la modalità esclusiva per registrarsi all'Inps tramite internet con accesso diretto del cittadino munito o meno di Pin; chiamando il contact center al numero verde 803164; o tramite intermediari. La novità rientra nel piano di digitalizzazione e vede l'utilizzo esclusivo del canale telematico per la presentazione delle principali domande relative a servizi e prestazioni.
La gestione separata Inps.
La «gestione separata» è un fondo pensionistico che viene gestito dall'Inps finanziato dai contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati, nato dalla cosiddetta riforma Dini del sistema pensionistico (la legge n. 335/1995). Scopo della riforma pensionistica era, tra l'altro, assicurare la tutela previdenziale a quelle categorie di lavoratori fino ad allora escluse da coperture assicurative ai fini pensionistici. Ciò è avvenuto, essenzialmente, in tre modi:
1. con costituzione di nuovi fondi previdenziali, cosa che è avvenuta con il dlgs n. 103/1996;
2. con l'aggregazione di alcune categorie di professionisti a casse professionali già esistenti;
3. con la previsione dell'iscrizione obbligatoria all'Inps per le figure di lavoratori escluse da ogni obbligo contributivo, mediante istituzione e costituzione della gestione separata.
Nello specifico l'obbligo d'iscrizione alla gestione separata veniva previsto solo a carico di alcune figure di lavoratori e, in particolare:
di tutte le categorie residuali di liberi professionisti, per i quali non era prevista una specifica cassa previdenziale. Nella fattispecie, oggi, vanno ricompresi anche i professionisti che hanno la propria cassa previdenziale, ma nel caso in cui, ai sensi del regolamento di tale cassa, l'attività non sia iscrivibile. Può essere il caso, ad esempio, di un ingegnere che contemporaneamente all'attività professionale svolge anche attività di lavoro dipendente;
della quasi totalità delle forme di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), che fino ad allora non avevano beneficiato di alcuna disciplina specifica, né giuridica e né previdenziale;
della categoria dei venditori a domicilio.
Successivamente, la platea degli obbligati alla gestione separata è stata ampliata ed estesa andando a comprendere molte altre categorie di lavoratori e redditi (si veda tabella).
Chi deve iscriversi alla gestione separata Inps.
Tutte le categorie residuali di liberi professionisti, senza una specifica cassa previdenziale
Tutte le forme di collaborazione coordinata e continuativa (co.co.co.), anche nella modalità del lavoro a progetto.
Venditori a domicilio.
Spedizionieri doganali non dipendenti (dal 1° gennaio 1998).
Assegni di ricerca.
Beneficiari di borse di studio per la frequenza ai corsi di dottorato (dal 1° gennaio 1999).
Amministratori locali (dal 21 agosto 1999).
Beneficiari di borse di studio a sostegno della mobilità internazionale degli studenti (da maggio a dicembre 2003) e di assegni per attività di tutorato, didattico-integrative, propedeutiche e recupero.
Lavoratori autonomi occasionali (dal 1° gennaio 2004).
Associati in partecipazione con apporto di solo lavoro (dal 1° gennaio 2004).
Medici con contratto di formazione specialistica (a decorrere dall’anno accademico 2006/2007).
Volontari del Servizio civile nazionale (avviati dal 2006 al 2008).
Prestatori di lavoro occasionale accessorio (dal 2008, con contributo incluso nel voucher).
Trasloco sul web.
L'iscrizione online alla gestione separata è possibile sin dal 2009, ma come via alternativa al canale cartaceo tradizione (posta e sportello). A partire dal 1° giugno, invece, la modalità telematica è esclusiva e la presentazione delle domande d'iscrizione può avvenire esclusivamente tramite uno dei seguenti canali:
web, servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino tramite Pin o senza Pin attraverso il portale dell'Inps;
contact center multicanale, al numero verde 803164, tramite Pin o senza Pin;
intermediari dell'istituto di previdenza, attraverso i consueti servizi telematici.
Iscrizione tramite web (cittadini).
Il servizio è disponibile sul sito internet dell'Inps (http://www.inps.it/), nella sezione «servizi online». Le opzioni offerte sono tre: le prime due consentono l'iscrizione con autenticazione tramite il codice Pin o con autenticazione tramite Cns, l'ultima senza Pin con il solo utilizzo del codice fiscale, ma in questo caso il contact center provvederà a richiamare l'interessato per la conferma dei dati. La possibilità d'iscrizione senza Pin resta possibile sino al 30 settembre; tuttavia, contestualmente alla conferma dei dati, l'operatore di contact center attiverà il percorso per l'assegnazione del Pin al soggetto presentatore della domanda di iscrizione. A partire dal 1° ottobre non saranno più accettate iscrizioni da parte di soggetti non identificabili tramite Pin.
Iscrizione tramite contact center.
Gli utenti che non hanno possibilità o facilità di utilizzo di strumenti informatici possono avvalersi della comunicazione telefonica, rivolgendosi al contact center che risponde al numero verde 803.164 che acquisisce la domanda d'iscrizione dopo l'autenticazione del soggetto dichiarante. Tale autenticazione avviene con Pin online e codice fiscale ed è necessaria. Anche in questo caso, fino al 30 settembre saranno acquisite pure le comunicazioni di soggetti sprovvisti di Pin e contestualmente all'accettazione della comunicazione, l'operatore del contact center attiverà la procedura di l'assegnazione del Pin online dal 1° ottobre non saranno più accettate comunicazioni da parte di soggetti non autenticati tramite Pin online.
Iscrizione tramite intermediario.
Il servizio è fruibile da parte dei richiedenti intermediari abilitati con le funzioni che consentono la trasmissione telematica delle domande. Per l'accesso al servizio è sempre richiesta l'autenticazione tramite Pin rilasciato dall'Inps, oppure tramite Cns (carta nazionale dei servizi) rilasciata da una pubblica amministrazione, oppure tramite altro dispositivo (smart card, chiavetta Usb) contenente «certificato digitale di autenticazione personale» rilasciato da apposito ente certificatore rispondente agli standard definiti perla Cns. Effettuata l'autenticazione l'intermediario può procedere prima alla compilazione e successivamente all'invio della domanda d'iscrizione.
Autore: Daniele Cirioli
Fonte: ItaliaOggi Sette - 30 Maggio 2011
TAG:
{ Previdenza } - { INPS }

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