martedì 2 marzo 2010

Consiglio Ministri: approvato d.l.vo sui servizi dei media audiovisivi.

Ministero dello Sviluppo Economico.

Scajola: “Il provvedimento reca importanti disposizioni adeguando la disciplina in materia di attività radiotelevisiva alle innovazioni tecnologiche intervenute nel settore”.

Roma, 1° marzo 2010 - Il Consiglio dei Ministri - su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola, e del Ministro per le Politiche Europee, Andrea Ronchi - ha approvato in via definitiva il decreto legislativo di recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi, già approvata in prima lettura il 17 dicembre 2009.
“Il provvedimento, che recepisce in parte le indicazioni delle Commissioni Parlamentari, reca importanti disposizioni adeguando la disciplina in materia di attività radiotelevisiva alle innovazioni tecnologiche intervenute nel settore”, ha detto il Ministro Claudio Scajola, sottolineando che “vengono introdotte regole comuni a tutti i servizi che diffondono immagini in movimento su qualunque piattaforma; norme europee che prevedono regole più flessibili in materia di pubblicità, comprendendo anche il cosiddetto ‘inserimento di prodotto’ (product placement) durante le trasmissioni televisive; disposizioni di rafforzamento della tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la qualità della programmazione quotidiana”.

LE PRINCIPALI NOVITÀ

1) Internet.
Viene chiarito a quali servizi audiovisivi deve essere applicata la disciplina prevista dalla Direttiva, con un elenco dettagliato delle attività escluse (tra cui i siti Internet tradizionali, come i blog, i motori di ricerca, versioni elettroniche di quotidiani e riviste, giochi on line). È stato specificato che il regime dell’autorizzazione generale per i servizi a richiesta (diversi dalla televisione tradizionale, con palinsesto predefinito) non comporta in alcun modo una valutazione preventiva sui contenuti diffusi, ma solo una necessità di mera individuazione del soggetto che la richiede con una semplice dichiarazione di inizio attività.

2) Produzione audiovisiva.
Sono stati reintrodotti gli obblighi di programmazione per tutti gli operatori (compresa la pay-tv), nonché le quote di programmazione e di investimento previsti per la RAI e l’accorciamento dei tempi per l’emanazione del regolamento nel cui ambito dovranno essere fissate le sottoquote in favore della cinematografia nazionale, non solo per quanto attiene agli obblighi di investimento, ma anche di programmazione.

3) Tutela dei minori.
Vengono recepite anche condizioni che rafforzano la tutela dei minori, soprattutto per quanto riguarda la pornografia, inequivocabilmente estesa a tutte le piattaforme di trasmissione.

4) Ordinamento automatico dei canali.
Si semplifica e si omogeneizza il posizionamento dei canali televisivi sul telecomando. È stata infatti prevista una sinergia tra l’Autorità Garante per le Comunicazioni (che predispone un “piano di numerazione” con criteri di salvaguardia in favore dell’emittenza locale) e il Ministero (che in sede operativa assegna i rispettivi numeri ai fornitori di contenuti televisivi), con potere di sospensione fino alla revoca dell’autorizzazione in caso di inosservanza. Si ritengono così superate le preoccupazioni espresse dall’emittenti locali in relazione ad una possibile scarsa visibilità della propria programmazione nell’ordinamento automatico dei canali fornito all’utenza. -

La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica.

Il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 12,10 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Silvio Berlusconi. Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Gianni Letta.
Il Consiglio dei Ministri ha osservato un minuto di silenzio in memoria di Pietro Antonio Colazzo, il coraggioso funzionario dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, rimasto vittima dell’attentato di venerdì scorso a Kabul, ed ha deciso che le esequie verranno celebrate in forma solenne con gli onori militari. E’ stata anche ricordata la figura dell’avvocato Enzo Fragalà, barbaramente ucciso a Palermo nei giorni scorsi.
Il Consiglio ha approvato il disegno di legge il cui esame era iniziato nella scorsa seduta su proposta dei Ministri Alfano, Maroni, Bossi, Calderoli e Brunetta, che contiene un importante pacchetto di norme per rafforzare la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione.

...Omissis...
Il Presidente Berlusconi ha annunciato che sottoporrà al Capo dello Stato la nomina di quattro Sottosegretari:
la dottoressa Daniela SANTANCHE’ (al programma di Governo),
il senatore Guido VICECONTE (all’Istruzione, università e ricerca),
l’onorevole Laura RAVETTO (ai Rapporti con il Parlamento),
il senatore Andrea AUGELLO (alla pubblica amministrazione ed innovazione).

lunedì 1 marzo 2010

PROPAGANDA ELETTORALE: LE REGOLE DEL GARANTE DELLA PRIVACY

Si avvicinano le elezioni regionali e amministrative e l'Autorità Garante per la privacy ha approvato di recente un apposito provvedimento (G.U. del 22 febbraio, n.43) che conferma le regole già previste dal provvedimento generale del 2005. Come già fatto in occasione di ogni campagna elettorale, l'Autorità ricorda a partiti politici e candidati le modalità in base alle quali chi effettua propaganda elettorale può utilizzare correttamente i dati personali dei cittadini (es. indirizzo, telefono, e- mail etc.).
Dati utilizzabili senza consenso.
Per contattare gli elettori ed inviare materiale di propaganda, partiti, organismi politici, comitati promotori, sostenitori e singoli candidati possono usare senza il consenso dei cittadini i dati contenuti nelle liste elettorali detenute dai Comuni nonché i dati personali di iscritti ed aderenti. Possono essere usati anche altri elenchi e registri in materia di elettorato passivo ed attivo (es. elenco degli elettori italiani residenti all'estero) ed altre fonti documentali detenute da soggetti pubblici accessibili a chiunque, come gli albi professionali (nei limiti in cui lo statuto del rispettivo Ordine preveda la conoscibilità sotto forma di elenchi degli iscritti).
I titolari di cariche elettive possono utilizzare dati raccolti nel quadro delle relazioni interpersonali da loro avute con cittadini ed elettori.
Dati utilizzabili con il previo consenso.
A meno che i dati personali siano stati forniti direttamente dall'interessato, è necessario il consenso per particolari modalità di comunicazione elettronica come sms, e-mail, mms, per telefonate preregistrate e fax. Stesso discorso nel caso si utilizzino dati raccolti automaticamente su Internet o ricavati da forum o newsgroup, liste abbonati ad un provider, dati presenti sul web per altre finalità.
Sono utilizzabili anche i dati degli abbonati presenti negli elenchi telefonici accanto ai quali figurino i due simboli che attestano la disponibilità a ricevere posta o telefonate. Sono ugualmente utilizzabili, se si è ottenuto preventivamente il consenso degli interessati, i dati relativi a simpatizzanti o altre persone già contattate per singole iniziative o che vi hanno partecipato (es. referendum, proposte di legge, raccolte di firme).
Dati non utilizzabili.
Non sono in alcun modo utilizzabili, neanche da titolari di cariche elettive, gli archivi dello stato civile, l'anagrafe dei residenti, indirizzi raccolti per svolgere attività e compiti istituzionali dei soggetti pubblici o per prestazioni di servizi, anche di cura; liste elettorali di sezione già utilizzate nei seggi; dati annotati privatamente nei seggi da scrutatori e rappresentanti di lista, durante operazioni elettorali.
Informazione ai cittadini. I cittadini devono essere informati sull'uso che si fa dei loro dati. Se i dati non sono raccolti direttamente presso l'interessato, l'informativa va data al momento del primo contatto o all'atto della registrazione. Per i dati raccolti da registri ed elenchi pubblici o in caso di invio di materiale propagandistico di dimensioni ridotte (c.d. "santini"), il Garante ha consentito a partiti e candidati una temporanea sospensione dell'informativa fino al 31 maggio 2010.

E' possibile scaricare il Vademecum Informativo.

Fonte: http://www.garanteprivacy.it/

domenica 28 febbraio 2010

Non accettate liste PdL nella Provincia di Roma

Insisto. Possibile che stiamo SEMPRE in mano ad incapaci o peggio. Chi, come me, si occupa da 40 anni di Organizzazione Aziendale, quando capitano queste disgrazie vede nei responsabili 2 (due) sole possibilità: o siete Stupidi, o siete dei Nemici; in tutti e due i casi NON fate per noi. ADDIO !  http://www.studiobertollini.it/

venerdì 26 febbraio 2010

Privacy: sanità elettronica, carte di credito e banche sotto la lente del Garante.

Varato il piano ispettivo per il primo semestre 2010.
Banche, carte di credito, fascicolo sanitario elettronico, vendita di banche dati per finalità di marketing, sistema informativo del fisco, enti previdenziali. E' su questi delicati settori e sulle modalità con le quali vengono trattati i dati personali di milioni di cittadini italiani che si concentrerà l'attività di accertamento del Garante per la privacy nei primi sei mesi dell'anno. Il piano ispettivo appena varato prevede specifici controlli, sia nel settore pubblico che in quello privato, anche riguardo all'adozione delle misure di sicurezza, alla durata di conservazione dei dati, all'informativa da fornire ai cittadini, al consenso da richiedere nei casi previsti dalla legge. Oltre 250 gli accertamenti ispettivi programmati che verranno effettuati anche in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza - Nucleo Privacy. A questi accertamenti si affiancheranno quelli che si renderanno necessari in ordine a segnalazioni e reclami presentati.
Un primo bilancio sull'attività ispettiva relativa al 2009 svolta, come di consueto, in collaborazione con il Nucleo Privacy della Guardia di Finanza, mostra il significativo lavoro di controllo svolto dall'Autorità: sono state circa 500 le ispezioni effettuate e 368 i procedimenti sanzionatori avviati. Sono state riscosse somme per circa 1 milione e 600 mila euro, di cui oltre 62.000 relativi alla mancata adozione di misure di sicurezza da parte di aziende e pubbliche amministrazioni.

Fonte. Garante privacy

eCommerce 2009: segnali positivi, nonostante la crisi.

È stato recentemente pubblicato il Rapporto 2009 dell'Osservatorio e-commerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. La Ricerca, basata su oltre 200 casi di studio, si è posta gli obiettivi primari di stimare il valore del mercato italiano dell'eCommerceB2c nel 2009, oltre al consuntivo del 2008, ed analizzare puntualmente tutte le principali evoluzioni strategiche in atto. In particolare il Rapporto 2009 è articolato nelle seguenti quattro aree: il monitoraggio della dinamica del mercato italiano dell'eCommerce lato offerta; un approfondimento su comunicazione, pagamenti e logistica; il confronto con lo scenario internazionale; il dettaglio dell'eCommerce in Italia nei principali comparti (Turismo, Informatica ed Elettronica di consumo, Assicurazioni, Abbigliamento, Editoria, musica ed audiovisivi).

L'abstract del rapporto è scaricabile gratuitamente sul sito www.osservatori.net

giovedì 25 febbraio 2010

Attenzione, il Marco Travaglio è diventato furioso.

ItaliaOggiNumero 047 pag. 7 del 25/2/2010

PRIMO PIANO
Di Diego Gabutti
Il cocco dei magistrati democratici strilla e pesta i piedi perché sarebbe stato infangato.
Questo tifoso della giustizia sommaria chiede provvedimenti contro chi lo contraddice
Marco Travaglio è offeso. Dategli torto: qualche sera fa, ad Annozero, Maurizio Belpietro, direttore di Libero, e Nicola Porro, del Giornale, l'hanno svillaneggiato e diffamato. Passi ancora la diffamazione: Travaglio, col mestiere che fa, deve considerare la diffamazione un reato minore, uno di quei peccati veniali di cui siamo tutti un po' colpevoli (chi più, beninteso, e chi meno). Ma lo svillaneggiamento_ ah no, Travaglio non sopporta che lo si ferisca nell'onore, anzi che lo si infanghi. Non lo sopportano neppure i mafiosi, a pensarci. Tanto che se fossero, non so, Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi a lamentarsi perché si sentono infangati, anzi disonorati, per Travaglio questa sarebbe un'ulteriore prova di concorso esterno. Nel caso di Travaglio, invece, che come la moglie di Cesare è per definizione al di sopra d'ogni sospetto, è una prova d'innocenza. Offesissimo, in ogni modo, il principe dei gazzettieri che amano la legalità, amico degli amici delle procure, cocco dei magistrati democratici, strilla e pesta i piedi. Con una lettera a Michele Santoro, un altro che s'offende facilmente e che altrettanto facilmente offende il prossimo suo, il maestro opinionista del Fatto quotidiano ha chiesto che Annozero prenda immediatamente dei provvedimenti contro simili farabutti. Provvedimenti, deve pensare questo tifoso della giustizia sommaria, anche drastici. Tipo mettere non diciamo al muro, come forse meriterebbero, ma almeno in ginocchio sui fagioli, in diretta televisiva, davanti a tutti, chi non porta rispetto ai giornalisti in odore di santità, cari a Beppe Grillo, onorati dai comici televisivi, culo e camicia con Tonino Di Pietro. In un paese civile, per bene, dove a Marco Travaglio sarebbero eretti monumenti e s'intitolerebbero le scuole, Maurizio Belpietro e Nicola Porro non avrebbero osato infangare la reputazione di questo inesausto cercatore delle supreme verità, quelle processuali, dandogli del frequentatore di poliziotti mafiosi, nonché del cretino! Belpietro e Porro hanno fatto a Travaglio ciò che Travaglio non si stanca (ma lui ne ha il diritto, gli viene da dio) di fare agli altri? È una vergogna! Uno scandalo! Santoro, che sopporta una sola primadonna, se stesso, ha letto la sua lettera aperta, si è preso un paio di giorni per pensarci sopra e alla fine, senza fretta, gli ha risposto con soavità che, se il caro amico Travaglio decidesse di lasciare la trasmissione, come ha minacciato, be', questa «non sarebbe una catastrofe irreparabile». Rimango, Annozero e Michele Santoro possono sempre contare su di me, ha subito fatto sapere Marco Travaglio. Ma l'affronto rimane, e continua a bruciare. Maledetto Berlusconi, che dei due gazzettieri antipatici e irrispettosi, Belpietro e Porro, è il padrone, o meglio il puparo, anzi il signore feudale! Una riforma della giustizia onesta, ci vorrebbe. Non la riforma del centrodestra, ma una riforma seria, rigorosa, sabauda, che tra i reati puniti con la massima severità, col sequestro dei beni e l'esilio perpetuo, contempli in primis lo svillaneggiamento di Marco Travaglio. Invece niente. A lui, Travaglio, non pensa nessuno, nemmeno Santoro, che un po', diciamolo, ha ingiuriato e infangato anche lui. Ultras delle manette, amico degli amici dei giudici d'assalto, cocco delle meglio procure, l'Integerrimo è furioso e sta facendo il broncio. A differenza del proletariato, che secondo Stalin non era una signorina capricciosa, Marco Travaglio è una signorina capricciosissima.

Vino Biologico Italia

In Commissione Europea si anima il dibattito legato alle colture biologiche. L'attenzione è rivolta alla produzione del vino biologico.
La Coldiretti riferisce come l‘attuale legislazione comunitaria preveda come limiti massimi di anidride solforosa (SO2) 150 mg/l per per i vini convenzionali rossi e 200 mg/l per i vini bianchi.
Obiettivo della Coldiretti invece puntare ad abbassare questi valori, per garantire il minore impiego possibile dei solfiti nel vino biologico, sino ad arrivare un giorno all'eliminazione completa.
Il vino biologico inoltre dovrebbe essere prodotto solo in quelle aree, specifica sempre la Coldiretti, realmente vocate alle tecniche di produzione, vinificazione e sperimentazione biologica. In questo modo si garantirebbe la qualità del prodotto.
Mentre l'Associazione si fa portavoce di uno sviluppo del biologico il più possibile purificato da aggiunte di sostanze chimiche, paesi come Austria e Germania si oppongono a queste rischieste. Questi paesi infatti vorrebbero vedere applicati gli stessi parametri per l'aggiunta di solfiiti previsti per il vino tradizionale. La spiegazione di questa opposizione può essere ravvisata nelle condizioni climatiche e ambientali avverse a questa tipologie di colture, rispetto a quelle più tipicamente mediterranee, che non consentirebbero ad Austria e Germania di ottenere una produzione dalle elevate performance qualitative.
Mentre si dibatte in Commissione Europea su questi temi vale la pena ricordare alcuni numeri che la Coldiretti presenta in relazione al mercato del biologico, sia rispetto alle produzione vinicole sia rispetto a quelle alimentari.

Produzione vino biologico Italia

30.000 ettari coltivati
10.000 aziende

Questi ettari sono per lo più dislocati nelle regioni Sicilia, Puglia e Campania con alcune produzioni importanti nel Veneto orientale, che presenta un interessante distretto per il biologico nazionale.

Biologico e consumatori

In base a due ricerche Ismea ACNielsen e Coldiretti/Swg nel 2009 la vendita di prodotti alimentari domestici si è incrementata:
6,9% ad oggi considerato un incremento record per questo settore alimentare [fonte Ismea AcNielsen]
56% degli italiani ha acquistato dei prodotti biologici durante il 2009 [fonte Coldiretti/Swg]
La produzione biologica nazionale, secondo le stime della Coldiretti, presenta un giro di affari di circa 3 miliardi a fronte di 45 mila aziende per un totale di 1 milione di ettari coltivati.
Se questi dati si confrontano da un lato con le nuove abitudini di consumo degli italiani e dall'altro con il boom dell'offerta di nuovi mercati:
32% aziende dove acquistare diretamente
22% aumento agriturismi e boom dei mercati degli agricoltori [fonte Biobank]
emerge chiaramente un quadro che mostra come ai consumi sia legata l'importanza della conoscenza della provonienza dei prodotti.
Per questa ragione la Coldiretti oltre a battersi per una produzione vinicola biologica senza l'intervento di prodotti chimici, come sempre è in prima linea per l'attuazione di misure di trasparenza che fanno bene da un lato ai produttori degli indotti biologici e dall'altro ai consumatori.
Diventa sempre più necessaria l'introduzione, come previsto dal regolamento comunitario, del marchio del biologico italiano, come garanzia per tutti i consumatori sull'origine del prodotto.
Per quanto riguarda invece l'impiego dei solfiti nel vino tradizionale a questo argomento vale la pena dedicare un post a parte visto il forte dibattito in rete e tra gli esperti sugli effetti che l'aggiunta di queste sostanze avrebbero sull'organismo umano.

martedì 16 febbraio 2010

Impianti pubblicitari a Roma

Pubblicato da fidest su martedì, 16 febbraio 2010
La Giunta comunale ha approvato la delibera che rivoluziona le tipologie degli impianti pubblicitari previsti sul territorio cittadino. Saranno uniformi, in materiale ecocompatibile, color grigio fumo e avranno un disegno classico. Le strutture in vetroresina sono vietate. La riforma del settore inizierà dal I e dal XVII Municipio e le società titolari degli impianti dovranno mettersi in regola entro il 30 giugno. Per chi non osserverà le nuove norme, oltre alle multe, arriverà la revoca dell’autorizzazione. Entro la fine dell’anno sarà pronto il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. “Dopo anni e anni di mancata regolamentazione – spiega l’assessore alle Attività Produttive Davide Bordoni – l’amministrazione capitolina sta mettendo mano al delicato settore della cartellonistica pubblicitaria. Oltre a questa delibera, che uniforma la struttura degli impianti per tutelare il decoro della città, da oggi sono online sul sito del Comune, in nome della trasparenza, i dati contenuti nella Nuova Banca Dati. Nel 2007 il Comune incassava circa 9 milioni di euro dalle entrate pubblicitarie mentre oggi nelle casse del Comune arrivano oltre 20 milioni”. “In merito inoltre alle dichiarazioni strumentali e pre-elettorali dei due consiglieri dell’opposizione, apparse oggi sulle agenzie di stampa – aggiunge l’assessore Bordoni – rispondiamo con i numeri messi in campo dall’amministrazione e li invitiamo a valutare le loro dimissioni, visto che in quindici anni di Giunte Rutelli/Veltroni non sono stati in grado di raggiungere i risultati che noi abbiamo raggiunto in due anni. Invitiamo gli esponenti dell’opposizione a presentare proposte costruttive e a non lasciarsi andare a dichiarazioni demagogiche”.

Oggi è la vigilia dell’anniversario di Mani Pulite

Il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, veneranda istituzione di Milano, veniva beccato con le mani nella marmellata mentre intascava una tangente di sette milioni di lire da un imprenditore che gestiva un’impresa di pulizie. Luca Magni s’era messo d’accordo con l’allora pm Antonio Di Pietro per incastrare il politico socialista. E ci riuscì. Fu il primo arresto di quella che poi passò alla storia come Tangentopoli. Muovevo i primi passi da cronista all’Indipendente di Vittorio Feltri e diciotto anni dopo, cari lettori de Il Tempo, eccoci qua a raccontare ancora una storia che somiglia, ma non è uguale. In molti hanno fatto il paragone tra quegli anni e i fatti di questi giorni. Penso sia un parallelismo sbagliato. Provo a mettere nero su bianco il mio pensiero.

Nell’Italia nel 1992 il sistema dei partiti era logorato e in crisi ideologica. La Democrazia cristiana aveva smesso di essere la formazione di riferimento dei cattolici, sul Pci era appena crollato il muro di Berlino e i socialisti sembravano l’unica forza politica dinamica in grado di assicurare al Paese una guida forte e riformista con un leader di sicuro spessore: Bettino Craxi. La Lega era un movimento allo stato nascente, la galassia dei cespugli della Prima Repubblica era poco più di un sistema di piccoli pianeti che ruotava intorno al grande sole democristiano. Le inchieste colpirono per primi i socialisti, guardacaso il solo movimento che aveva ancora una sua «spinta propulsiva».
La decimazione di quel sistema, la fine del finanziamento dei partiti attraverso le tangenti, la rottura del connubio tra poltica e imprese, nel disegno sgangherato dell’epoca avrebbero dovuto consegnare il Paese - per un incredibile paradosso della storia - al movimento che era stato sconfitto dalla storia: il Pci allora guidato da un improbabile leader di nome Achille Occhetto. Quel disegno si scontrò però con un imprevisto: Silvio Berlusconi. Un imprenditore di successo, l’uomo che aveva fondato in Italia la televisione commerciale, decise di dare una speranza ai moderati e ai riformisti italiani - destinati certamente alla sconfitta - scendendo in campo e fondando un movimento politico di nome Forza Italia.
Il destino, che sempre si diverte a giocare a dadi con le nostre vite, decise che i comunisti dovevano comunque pagare gli errori, le omissioni, le complicità con quel grande orrore chiamato comunismo. La gioiosa macchina da guerra del Pci - che dopo il muro di Berlino cambiò ragione sociale in Pds - s’infranse su un altro muro. Quello dell’Italia moderata, quello della maggioranza silenziosa che non ci stava a farsi governare da un partito che prendeva i soldi da Mosca, dalle cooperative rosse e si presentava immacolato per riscuotere l’incasso politico di un’opera di demolizione a senso unico. Il Cavaliere, con la geniale intuizione del self made man, capì che il Paese l’avrebbe seguito, che i tempi per la sinistra italiana al potere erano ancora lontani, che il sistema dei partiti poteva anche andare a carte quarantotto, ma che il sentimento dell’elettorato era ancora solidamente ancorato alle icone di Sturzo e De Gasperi e al dinamismo moderno di un riformista come Craxi.
Berlusconi fu davvero «il nuovo», quella «rivoluzione conservatrice» di cui l’Italia aveva disperato bisogno per non cadere nel baratro. Per questo Berlusconi è stato sempre considerato un’anomalia, un presunto colpevole, un Cavaliere da disarcionare per via giudiziaria. Quello che stiamo vivendo in questi giorni non è un capitolo di Mani Pulite. Quel sistema non esiste più. È solo l’ennesimo gioco sporco per spazzare via Berlusconi. Colpire i suoi simboli - e Bertolaso lo è - per far cadere nella polvere l’unico leader capace di tenere insieme il centrodestra italiano. La fine di Berlusconi coinciderebbe con la rovina del sistema dei partiti che conosciamo oggi, con l’apertura di un periodo di disordine e di confusione.
Il caos che serve ai poteri opachi, irresponsabili, lontani dall’urna e dalla sanzione popolare, per riprendere in mano l’Italia e plasmarla a loro piacimento. Ha ragione Gianfranco Fini: «Chi ruba non lo fa per il partito, ma perché è un ladro». E allora che si faccia piazza pulita dei disonesti, ma non dei servitori dello Stato e della politica.

di Mario Sechi

lunedì 15 febbraio 2010

POL - Bertolaso, Italia punitrice di se stessa

Roma, 15 feb (Velino) - Da Menandro a Terenzio, dalla commedia greca a quella latina, e perfino - in contesti completamente diversi - da Baudelaire a Guido Gozzano, nella letteratura di tutti i tempi ritorna l’evocazione o il “topos” dell’”eautontimorumenos”, cioè del “punitore di se stesso”. Ma, lasciando da parte il grande teatro e la grande poesia, e scendendo alla piccola cronaca italiana di questi anni, l’impressione è che il nostro Paese, sotto la “guida” dei suoi cosiddetti “intellettuali” di riferimento, e con la grancassa dei media mainstream, abbia un talento speciale nell’autoinfliggersi umiliazioni e castighi ai limiti del masochismo collettivo. La cosa peggiore che, negli Stati Uniti, possa capitare a qualcuno, e in particolare a chi sta all’opposizione, è di essere definiti “unamerican”, di essere percepiti come contrari o estranei all’interesse nazionale e alla cultura del Paese. Qui da noi, pare invece sempre molto eccitante ritagliarsi la parte di chi demolisce le cose che funzionano, o di chi trascura sistematicamente di considerare la parte positiva, illuminata, creativa della nostra società. Il “Taccuino” del Velino, come sapete, ha una fissazione per tutto questo. E davvero, è inspiegabile la disattenzione della cultura e del giornalismo “ufficiali” per le cose che, nel nostro Paese, vanno nella direzione giusta: le famiglie buone amministratrici di se stesse, gli italiani proprietari di case all’85 per cento, il più basso livello di indebitamento privato dell’Occidente avanzato, i 5 milioni e mezzo di piccole e piccolissime imprese (su cui solo negli ultimissimi anni i grandi giornali hanno acceso qualche riflettore, ma con l’ipocrisia di chi - per evidenti ragioni di assetti proprietari - appartiene a tutt’altra area sociale ed economica). In questo quadro, a ben vedere, si colloca il tentativo di linciaggio in corso contro Guido Bertolaso. Non c’è solo la solita ventata giustizialista, con in più il gusto di colpire il governo Berlusconi là dove è stato più apprezzato dall’opinione pubblica, ma c’è qualcosa di più: c’è la voglia, neppure troppo sottotraccia, di demolire quel modello di Protezione civile che, dai casi Campania e Abruzzo, è oggi oggetto di ammirazione, invidia e soprattutto studio, in tutto il mondo. Il resto è una somma di dettagli, o comunque di tecnicalità meno rilevanti: un decreto si può correggere o no, così come è certamente possibile che, nel mare di interventi realizzati in tempi serrati e in totale emergenza, qualcosa possa non essere andato per il verso giusto, in termini di procedure. Ma si tratta di dettagli, appunto: travolti da una furia distruttrice e autodistruttrice dalla quale - per definizione - non può venire nulla di buono.

venerdì 12 febbraio 2010

Ultimo Rapporto Audiweb

Due dati, ugualmente degni di nota, emergono dall'ultimo rapporto Audiweb sul rapporto fra italiani e internet. Due aspetti diversi, opposti nei commenti che fanno scaturire, ma entrambi importanti per comprendere la situazione del web nel Paese. Il primo dato riguarda l'aumento dei collegamenti a internet: per l'esattezza, nel 2009 il 64,6% della popolazione fra gli 11 e i 74 anni ha dichiarato di usufruire di un accesso alla rete, pari ad un incremento del 10,4% rispetto al 2008. Per quanto riguarda le famiglie, il 51,9% delle famiglie dispone di un accesso al web, con un aumento del 13,6% rispetto all'anno precedente. Il report Aw Trends, realizzato da Audiweb in collaborazione con Doxa, mostra quindi un avvicinamento del contesto italiano alla situazione degli altri Paesi europei. Parallelamente, le connessioni mobile iniziano a diventare una realtà concreta in Italia, rappresentando il il 9% della popolazione italiana della fascia d'età compresa fra gli 11 e i 74 anni.
Il secondo dato interessa la diffusione della banda larga e soppianta le ipotesi di miglioramento del panorama italiano, scaturite dall'analisi del primo dato. Il tasso di penetrazione delle connessioni broadband, ossia maggiore di 144 Kbps, è pari al 19,8%, a fronte delle più alte percentuali degli altri stati: 37,9% dell'Olanda, 29,4% della Germania e 29,2% della Francia. In definitiva, solo il 30% della popolazione usufruisce della connessione veloce, mentre la restante parte di internauti italiani devono accontentarsi di connessioni analogiche o Adsl con una velocità di 100 Kbps: troppo poco rispetto agli standard internazionali.
L'utilizzo del web ha tutte le carte in regola per affermarsi in Italia, ma le connessioni degli italiani hanno bisogno di premere sull'acceleratore.

mercoledì 10 febbraio 2010

Google lancia la nuova sfida ai social network su Gmail

Nel servizio di posta sarebbero pronte funzioni tipiche di Twitter o di Facebook
NEW YORK (9 febbraio 2010) - Google sul web intraprende la strada di una nuova strategia. Il motore di ricerca più cliccato al mondo non lascia nulla al caso, e oggi il colosso della rete ha deciso di lanciare la sua sfida ai social network. Nel servizio di posta di Gmail compariranno funzioni che sono tipiche delle elaborazioni di Twitter o di Facebook, cioè i clienti potranno aggiornare il loro status e condividere tra loro delle informazioni. La stampa specializzata riporta che le novità saranno disponibili nei prossimi giorni, tuttavia Google non ha ancora confermato le indiscrezioni. Il motore di ricerca si starebbe dunque muovendo nella stessa direzione intrapresa da Yahoo che tempo fa che aveva già offerto agli utenti servizi simili a quelli dei social network, come quello di potere scambiare foto con i propri contatti di posta.

Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Onore a Giuseppe Garibaldi !

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