domenica 28 febbraio 2010

Non accettate liste PdL nella Provincia di Roma

Insisto. Possibile che stiamo SEMPRE in mano ad incapaci o peggio. Chi, come me, si occupa da 40 anni di Organizzazione Aziendale, quando capitano queste disgrazie vede nei responsabili 2 (due) sole possibilità: o siete Stupidi, o siete dei Nemici; in tutti e due i casi NON fate per noi. ADDIO !  http://www.studiobertollini.it/

venerdì 26 febbraio 2010

Privacy: sanità elettronica, carte di credito e banche sotto la lente del Garante.

Varato il piano ispettivo per il primo semestre 2010.
Banche, carte di credito, fascicolo sanitario elettronico, vendita di banche dati per finalità di marketing, sistema informativo del fisco, enti previdenziali. E' su questi delicati settori e sulle modalità con le quali vengono trattati i dati personali di milioni di cittadini italiani che si concentrerà l'attività di accertamento del Garante per la privacy nei primi sei mesi dell'anno. Il piano ispettivo appena varato prevede specifici controlli, sia nel settore pubblico che in quello privato, anche riguardo all'adozione delle misure di sicurezza, alla durata di conservazione dei dati, all'informativa da fornire ai cittadini, al consenso da richiedere nei casi previsti dalla legge. Oltre 250 gli accertamenti ispettivi programmati che verranno effettuati anche in collaborazione con le Unità Speciali della Guardia di Finanza - Nucleo Privacy. A questi accertamenti si affiancheranno quelli che si renderanno necessari in ordine a segnalazioni e reclami presentati.
Un primo bilancio sull'attività ispettiva relativa al 2009 svolta, come di consueto, in collaborazione con il Nucleo Privacy della Guardia di Finanza, mostra il significativo lavoro di controllo svolto dall'Autorità: sono state circa 500 le ispezioni effettuate e 368 i procedimenti sanzionatori avviati. Sono state riscosse somme per circa 1 milione e 600 mila euro, di cui oltre 62.000 relativi alla mancata adozione di misure di sicurezza da parte di aziende e pubbliche amministrazioni.

Fonte. Garante privacy

eCommerce 2009: segnali positivi, nonostante la crisi.

È stato recentemente pubblicato il Rapporto 2009 dell'Osservatorio e-commerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano. La Ricerca, basata su oltre 200 casi di studio, si è posta gli obiettivi primari di stimare il valore del mercato italiano dell'eCommerceB2c nel 2009, oltre al consuntivo del 2008, ed analizzare puntualmente tutte le principali evoluzioni strategiche in atto. In particolare il Rapporto 2009 è articolato nelle seguenti quattro aree: il monitoraggio della dinamica del mercato italiano dell'eCommerce lato offerta; un approfondimento su comunicazione, pagamenti e logistica; il confronto con lo scenario internazionale; il dettaglio dell'eCommerce in Italia nei principali comparti (Turismo, Informatica ed Elettronica di consumo, Assicurazioni, Abbigliamento, Editoria, musica ed audiovisivi).

L'abstract del rapporto è scaricabile gratuitamente sul sito www.osservatori.net

giovedì 25 febbraio 2010

Attenzione, il Marco Travaglio è diventato furioso.

ItaliaOggiNumero 047 pag. 7 del 25/2/2010

PRIMO PIANO
Di Diego Gabutti
Il cocco dei magistrati democratici strilla e pesta i piedi perché sarebbe stato infangato.
Questo tifoso della giustizia sommaria chiede provvedimenti contro chi lo contraddice
Marco Travaglio è offeso. Dategli torto: qualche sera fa, ad Annozero, Maurizio Belpietro, direttore di Libero, e Nicola Porro, del Giornale, l'hanno svillaneggiato e diffamato. Passi ancora la diffamazione: Travaglio, col mestiere che fa, deve considerare la diffamazione un reato minore, uno di quei peccati veniali di cui siamo tutti un po' colpevoli (chi più, beninteso, e chi meno). Ma lo svillaneggiamento_ ah no, Travaglio non sopporta che lo si ferisca nell'onore, anzi che lo si infanghi. Non lo sopportano neppure i mafiosi, a pensarci. Tanto che se fossero, non so, Marcello Dell'Utri e Silvio Berlusconi a lamentarsi perché si sentono infangati, anzi disonorati, per Travaglio questa sarebbe un'ulteriore prova di concorso esterno. Nel caso di Travaglio, invece, che come la moglie di Cesare è per definizione al di sopra d'ogni sospetto, è una prova d'innocenza. Offesissimo, in ogni modo, il principe dei gazzettieri che amano la legalità, amico degli amici delle procure, cocco dei magistrati democratici, strilla e pesta i piedi. Con una lettera a Michele Santoro, un altro che s'offende facilmente e che altrettanto facilmente offende il prossimo suo, il maestro opinionista del Fatto quotidiano ha chiesto che Annozero prenda immediatamente dei provvedimenti contro simili farabutti. Provvedimenti, deve pensare questo tifoso della giustizia sommaria, anche drastici. Tipo mettere non diciamo al muro, come forse meriterebbero, ma almeno in ginocchio sui fagioli, in diretta televisiva, davanti a tutti, chi non porta rispetto ai giornalisti in odore di santità, cari a Beppe Grillo, onorati dai comici televisivi, culo e camicia con Tonino Di Pietro. In un paese civile, per bene, dove a Marco Travaglio sarebbero eretti monumenti e s'intitolerebbero le scuole, Maurizio Belpietro e Nicola Porro non avrebbero osato infangare la reputazione di questo inesausto cercatore delle supreme verità, quelle processuali, dandogli del frequentatore di poliziotti mafiosi, nonché del cretino! Belpietro e Porro hanno fatto a Travaglio ciò che Travaglio non si stanca (ma lui ne ha il diritto, gli viene da dio) di fare agli altri? È una vergogna! Uno scandalo! Santoro, che sopporta una sola primadonna, se stesso, ha letto la sua lettera aperta, si è preso un paio di giorni per pensarci sopra e alla fine, senza fretta, gli ha risposto con soavità che, se il caro amico Travaglio decidesse di lasciare la trasmissione, come ha minacciato, be', questa «non sarebbe una catastrofe irreparabile». Rimango, Annozero e Michele Santoro possono sempre contare su di me, ha subito fatto sapere Marco Travaglio. Ma l'affronto rimane, e continua a bruciare. Maledetto Berlusconi, che dei due gazzettieri antipatici e irrispettosi, Belpietro e Porro, è il padrone, o meglio il puparo, anzi il signore feudale! Una riforma della giustizia onesta, ci vorrebbe. Non la riforma del centrodestra, ma una riforma seria, rigorosa, sabauda, che tra i reati puniti con la massima severità, col sequestro dei beni e l'esilio perpetuo, contempli in primis lo svillaneggiamento di Marco Travaglio. Invece niente. A lui, Travaglio, non pensa nessuno, nemmeno Santoro, che un po', diciamolo, ha ingiuriato e infangato anche lui. Ultras delle manette, amico degli amici dei giudici d'assalto, cocco delle meglio procure, l'Integerrimo è furioso e sta facendo il broncio. A differenza del proletariato, che secondo Stalin non era una signorina capricciosa, Marco Travaglio è una signorina capricciosissima.

Vino Biologico Italia

In Commissione Europea si anima il dibattito legato alle colture biologiche. L'attenzione è rivolta alla produzione del vino biologico.
La Coldiretti riferisce come l‘attuale legislazione comunitaria preveda come limiti massimi di anidride solforosa (SO2) 150 mg/l per per i vini convenzionali rossi e 200 mg/l per i vini bianchi.
Obiettivo della Coldiretti invece puntare ad abbassare questi valori, per garantire il minore impiego possibile dei solfiti nel vino biologico, sino ad arrivare un giorno all'eliminazione completa.
Il vino biologico inoltre dovrebbe essere prodotto solo in quelle aree, specifica sempre la Coldiretti, realmente vocate alle tecniche di produzione, vinificazione e sperimentazione biologica. In questo modo si garantirebbe la qualità del prodotto.
Mentre l'Associazione si fa portavoce di uno sviluppo del biologico il più possibile purificato da aggiunte di sostanze chimiche, paesi come Austria e Germania si oppongono a queste rischieste. Questi paesi infatti vorrebbero vedere applicati gli stessi parametri per l'aggiunta di solfiiti previsti per il vino tradizionale. La spiegazione di questa opposizione può essere ravvisata nelle condizioni climatiche e ambientali avverse a questa tipologie di colture, rispetto a quelle più tipicamente mediterranee, che non consentirebbero ad Austria e Germania di ottenere una produzione dalle elevate performance qualitative.
Mentre si dibatte in Commissione Europea su questi temi vale la pena ricordare alcuni numeri che la Coldiretti presenta in relazione al mercato del biologico, sia rispetto alle produzione vinicole sia rispetto a quelle alimentari.

Produzione vino biologico Italia

30.000 ettari coltivati
10.000 aziende

Questi ettari sono per lo più dislocati nelle regioni Sicilia, Puglia e Campania con alcune produzioni importanti nel Veneto orientale, che presenta un interessante distretto per il biologico nazionale.

Biologico e consumatori

In base a due ricerche Ismea ACNielsen e Coldiretti/Swg nel 2009 la vendita di prodotti alimentari domestici si è incrementata:
6,9% ad oggi considerato un incremento record per questo settore alimentare [fonte Ismea AcNielsen]
56% degli italiani ha acquistato dei prodotti biologici durante il 2009 [fonte Coldiretti/Swg]
La produzione biologica nazionale, secondo le stime della Coldiretti, presenta un giro di affari di circa 3 miliardi a fronte di 45 mila aziende per un totale di 1 milione di ettari coltivati.
Se questi dati si confrontano da un lato con le nuove abitudini di consumo degli italiani e dall'altro con il boom dell'offerta di nuovi mercati:
32% aziende dove acquistare diretamente
22% aumento agriturismi e boom dei mercati degli agricoltori [fonte Biobank]
emerge chiaramente un quadro che mostra come ai consumi sia legata l'importanza della conoscenza della provonienza dei prodotti.
Per questa ragione la Coldiretti oltre a battersi per una produzione vinicola biologica senza l'intervento di prodotti chimici, come sempre è in prima linea per l'attuazione di misure di trasparenza che fanno bene da un lato ai produttori degli indotti biologici e dall'altro ai consumatori.
Diventa sempre più necessaria l'introduzione, come previsto dal regolamento comunitario, del marchio del biologico italiano, come garanzia per tutti i consumatori sull'origine del prodotto.
Per quanto riguarda invece l'impiego dei solfiti nel vino tradizionale a questo argomento vale la pena dedicare un post a parte visto il forte dibattito in rete e tra gli esperti sugli effetti che l'aggiunta di queste sostanze avrebbero sull'organismo umano.

martedì 16 febbraio 2010

Impianti pubblicitari a Roma

Pubblicato da fidest su martedì, 16 febbraio 2010
La Giunta comunale ha approvato la delibera che rivoluziona le tipologie degli impianti pubblicitari previsti sul territorio cittadino. Saranno uniformi, in materiale ecocompatibile, color grigio fumo e avranno un disegno classico. Le strutture in vetroresina sono vietate. La riforma del settore inizierà dal I e dal XVII Municipio e le società titolari degli impianti dovranno mettersi in regola entro il 30 giugno. Per chi non osserverà le nuove norme, oltre alle multe, arriverà la revoca dell’autorizzazione. Entro la fine dell’anno sarà pronto il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari. “Dopo anni e anni di mancata regolamentazione – spiega l’assessore alle Attività Produttive Davide Bordoni – l’amministrazione capitolina sta mettendo mano al delicato settore della cartellonistica pubblicitaria. Oltre a questa delibera, che uniforma la struttura degli impianti per tutelare il decoro della città, da oggi sono online sul sito del Comune, in nome della trasparenza, i dati contenuti nella Nuova Banca Dati. Nel 2007 il Comune incassava circa 9 milioni di euro dalle entrate pubblicitarie mentre oggi nelle casse del Comune arrivano oltre 20 milioni”. “In merito inoltre alle dichiarazioni strumentali e pre-elettorali dei due consiglieri dell’opposizione, apparse oggi sulle agenzie di stampa – aggiunge l’assessore Bordoni – rispondiamo con i numeri messi in campo dall’amministrazione e li invitiamo a valutare le loro dimissioni, visto che in quindici anni di Giunte Rutelli/Veltroni non sono stati in grado di raggiungere i risultati che noi abbiamo raggiunto in due anni. Invitiamo gli esponenti dell’opposizione a presentare proposte costruttive e a non lasciarsi andare a dichiarazioni demagogiche”.

Oggi è la vigilia dell’anniversario di Mani Pulite

Il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio, veneranda istituzione di Milano, veniva beccato con le mani nella marmellata mentre intascava una tangente di sette milioni di lire da un imprenditore che gestiva un’impresa di pulizie. Luca Magni s’era messo d’accordo con l’allora pm Antonio Di Pietro per incastrare il politico socialista. E ci riuscì. Fu il primo arresto di quella che poi passò alla storia come Tangentopoli. Muovevo i primi passi da cronista all’Indipendente di Vittorio Feltri e diciotto anni dopo, cari lettori de Il Tempo, eccoci qua a raccontare ancora una storia che somiglia, ma non è uguale. In molti hanno fatto il paragone tra quegli anni e i fatti di questi giorni. Penso sia un parallelismo sbagliato. Provo a mettere nero su bianco il mio pensiero.

Nell’Italia nel 1992 il sistema dei partiti era logorato e in crisi ideologica. La Democrazia cristiana aveva smesso di essere la formazione di riferimento dei cattolici, sul Pci era appena crollato il muro di Berlino e i socialisti sembravano l’unica forza politica dinamica in grado di assicurare al Paese una guida forte e riformista con un leader di sicuro spessore: Bettino Craxi. La Lega era un movimento allo stato nascente, la galassia dei cespugli della Prima Repubblica era poco più di un sistema di piccoli pianeti che ruotava intorno al grande sole democristiano. Le inchieste colpirono per primi i socialisti, guardacaso il solo movimento che aveva ancora una sua «spinta propulsiva».
La decimazione di quel sistema, la fine del finanziamento dei partiti attraverso le tangenti, la rottura del connubio tra poltica e imprese, nel disegno sgangherato dell’epoca avrebbero dovuto consegnare il Paese - per un incredibile paradosso della storia - al movimento che era stato sconfitto dalla storia: il Pci allora guidato da un improbabile leader di nome Achille Occhetto. Quel disegno si scontrò però con un imprevisto: Silvio Berlusconi. Un imprenditore di successo, l’uomo che aveva fondato in Italia la televisione commerciale, decise di dare una speranza ai moderati e ai riformisti italiani - destinati certamente alla sconfitta - scendendo in campo e fondando un movimento politico di nome Forza Italia.
Il destino, che sempre si diverte a giocare a dadi con le nostre vite, decise che i comunisti dovevano comunque pagare gli errori, le omissioni, le complicità con quel grande orrore chiamato comunismo. La gioiosa macchina da guerra del Pci - che dopo il muro di Berlino cambiò ragione sociale in Pds - s’infranse su un altro muro. Quello dell’Italia moderata, quello della maggioranza silenziosa che non ci stava a farsi governare da un partito che prendeva i soldi da Mosca, dalle cooperative rosse e si presentava immacolato per riscuotere l’incasso politico di un’opera di demolizione a senso unico. Il Cavaliere, con la geniale intuizione del self made man, capì che il Paese l’avrebbe seguito, che i tempi per la sinistra italiana al potere erano ancora lontani, che il sistema dei partiti poteva anche andare a carte quarantotto, ma che il sentimento dell’elettorato era ancora solidamente ancorato alle icone di Sturzo e De Gasperi e al dinamismo moderno di un riformista come Craxi.
Berlusconi fu davvero «il nuovo», quella «rivoluzione conservatrice» di cui l’Italia aveva disperato bisogno per non cadere nel baratro. Per questo Berlusconi è stato sempre considerato un’anomalia, un presunto colpevole, un Cavaliere da disarcionare per via giudiziaria. Quello che stiamo vivendo in questi giorni non è un capitolo di Mani Pulite. Quel sistema non esiste più. È solo l’ennesimo gioco sporco per spazzare via Berlusconi. Colpire i suoi simboli - e Bertolaso lo è - per far cadere nella polvere l’unico leader capace di tenere insieme il centrodestra italiano. La fine di Berlusconi coinciderebbe con la rovina del sistema dei partiti che conosciamo oggi, con l’apertura di un periodo di disordine e di confusione.
Il caos che serve ai poteri opachi, irresponsabili, lontani dall’urna e dalla sanzione popolare, per riprendere in mano l’Italia e plasmarla a loro piacimento. Ha ragione Gianfranco Fini: «Chi ruba non lo fa per il partito, ma perché è un ladro». E allora che si faccia piazza pulita dei disonesti, ma non dei servitori dello Stato e della politica.

di Mario Sechi

lunedì 15 febbraio 2010

POL - Bertolaso, Italia punitrice di se stessa

Roma, 15 feb (Velino) - Da Menandro a Terenzio, dalla commedia greca a quella latina, e perfino - in contesti completamente diversi - da Baudelaire a Guido Gozzano, nella letteratura di tutti i tempi ritorna l’evocazione o il “topos” dell’”eautontimorumenos”, cioè del “punitore di se stesso”. Ma, lasciando da parte il grande teatro e la grande poesia, e scendendo alla piccola cronaca italiana di questi anni, l’impressione è che il nostro Paese, sotto la “guida” dei suoi cosiddetti “intellettuali” di riferimento, e con la grancassa dei media mainstream, abbia un talento speciale nell’autoinfliggersi umiliazioni e castighi ai limiti del masochismo collettivo. La cosa peggiore che, negli Stati Uniti, possa capitare a qualcuno, e in particolare a chi sta all’opposizione, è di essere definiti “unamerican”, di essere percepiti come contrari o estranei all’interesse nazionale e alla cultura del Paese. Qui da noi, pare invece sempre molto eccitante ritagliarsi la parte di chi demolisce le cose che funzionano, o di chi trascura sistematicamente di considerare la parte positiva, illuminata, creativa della nostra società. Il “Taccuino” del Velino, come sapete, ha una fissazione per tutto questo. E davvero, è inspiegabile la disattenzione della cultura e del giornalismo “ufficiali” per le cose che, nel nostro Paese, vanno nella direzione giusta: le famiglie buone amministratrici di se stesse, gli italiani proprietari di case all’85 per cento, il più basso livello di indebitamento privato dell’Occidente avanzato, i 5 milioni e mezzo di piccole e piccolissime imprese (su cui solo negli ultimissimi anni i grandi giornali hanno acceso qualche riflettore, ma con l’ipocrisia di chi - per evidenti ragioni di assetti proprietari - appartiene a tutt’altra area sociale ed economica). In questo quadro, a ben vedere, si colloca il tentativo di linciaggio in corso contro Guido Bertolaso. Non c’è solo la solita ventata giustizialista, con in più il gusto di colpire il governo Berlusconi là dove è stato più apprezzato dall’opinione pubblica, ma c’è qualcosa di più: c’è la voglia, neppure troppo sottotraccia, di demolire quel modello di Protezione civile che, dai casi Campania e Abruzzo, è oggi oggetto di ammirazione, invidia e soprattutto studio, in tutto il mondo. Il resto è una somma di dettagli, o comunque di tecnicalità meno rilevanti: un decreto si può correggere o no, così come è certamente possibile che, nel mare di interventi realizzati in tempi serrati e in totale emergenza, qualcosa possa non essere andato per il verso giusto, in termini di procedure. Ma si tratta di dettagli, appunto: travolti da una furia distruttrice e autodistruttrice dalla quale - per definizione - non può venire nulla di buono.

venerdì 12 febbraio 2010

Ultimo Rapporto Audiweb

Due dati, ugualmente degni di nota, emergono dall'ultimo rapporto Audiweb sul rapporto fra italiani e internet. Due aspetti diversi, opposti nei commenti che fanno scaturire, ma entrambi importanti per comprendere la situazione del web nel Paese. Il primo dato riguarda l'aumento dei collegamenti a internet: per l'esattezza, nel 2009 il 64,6% della popolazione fra gli 11 e i 74 anni ha dichiarato di usufruire di un accesso alla rete, pari ad un incremento del 10,4% rispetto al 2008. Per quanto riguarda le famiglie, il 51,9% delle famiglie dispone di un accesso al web, con un aumento del 13,6% rispetto all'anno precedente. Il report Aw Trends, realizzato da Audiweb in collaborazione con Doxa, mostra quindi un avvicinamento del contesto italiano alla situazione degli altri Paesi europei. Parallelamente, le connessioni mobile iniziano a diventare una realtà concreta in Italia, rappresentando il il 9% della popolazione italiana della fascia d'età compresa fra gli 11 e i 74 anni.
Il secondo dato interessa la diffusione della banda larga e soppianta le ipotesi di miglioramento del panorama italiano, scaturite dall'analisi del primo dato. Il tasso di penetrazione delle connessioni broadband, ossia maggiore di 144 Kbps, è pari al 19,8%, a fronte delle più alte percentuali degli altri stati: 37,9% dell'Olanda, 29,4% della Germania e 29,2% della Francia. In definitiva, solo il 30% della popolazione usufruisce della connessione veloce, mentre la restante parte di internauti italiani devono accontentarsi di connessioni analogiche o Adsl con una velocità di 100 Kbps: troppo poco rispetto agli standard internazionali.
L'utilizzo del web ha tutte le carte in regola per affermarsi in Italia, ma le connessioni degli italiani hanno bisogno di premere sull'acceleratore.

mercoledì 10 febbraio 2010

Google lancia la nuova sfida ai social network su Gmail

Nel servizio di posta sarebbero pronte funzioni tipiche di Twitter o di Facebook
NEW YORK (9 febbraio 2010) - Google sul web intraprende la strada di una nuova strategia. Il motore di ricerca più cliccato al mondo non lascia nulla al caso, e oggi il colosso della rete ha deciso di lanciare la sua sfida ai social network. Nel servizio di posta di Gmail compariranno funzioni che sono tipiche delle elaborazioni di Twitter o di Facebook, cioè i clienti potranno aggiornare il loro status e condividere tra loro delle informazioni. La stampa specializzata riporta che le novità saranno disponibili nei prossimi giorni, tuttavia Google non ha ancora confermato le indiscrezioni. Il motore di ricerca si starebbe dunque muovendo nella stessa direzione intrapresa da Yahoo che tempo fa che aveva già offerto agli utenti servizi simili a quelli dei social network, come quello di potere scambiare foto con i propri contatti di posta.

sabato 6 febbraio 2010

ECO - Nucleare, Veronesi: Non danneggia la salute ed è sostenibile.

Roma, 5 feb (Velino) - Il nucleare “non danneggia la salute” e anzi è l’opzione più “concreta da considerare”, anche sotto il profilo ambientale, della sicurezza e della “stabilità politica”. Parola di Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di Oncologia. L’analisi del professore, in un articolo pubblicato nell’ultimo numero di Formiche, parte da una serie di dati scientifici. Innanzitutto il discorso salute: “È percezione diffusa che la scelta nucleare costituisca un pericolo anche per i suoi potenziali effetti cancerogeni”. In realtà, osserva Veronesi, “se guardiamo alle cause che provocano tumori osserviamo che i fattori genetici sono responsabili solo del 3 per cento dei tumori, i fattori riproduttivi ed endocrini lo sono per il 12 per cento mentre i fattori ambientali sono la causa dell’85 per cento di tutti i tumori”. Di questi, tuttavia, spiega il luminare, al primo posto per cause c’è l’alimentazione (30-35 per cento), seguita dal fumo (30 per cento), da virus (10 per cento) e per il restante 4 per cento dall’esposizione da sostanze cancerogene sui luoghi di lavoro. “Esiste dunque una minima parte di tumori dovuti all’inquinamento atmosferico, i cui principali responsabili sono i combustibili fossili”. E “in questo panorama – osserva l’oncologo – il rischio cancerogeno dell’energia nucleare con i moderni reattori è di fatto vicino allo zero”. Altro timore diffuso è quello del rischio incidenti. La mente torna a Chernobyl che però, spiega Veronesi, “era un impianto obsoleto e carente di sistemi di sicurezza”. Oggi, osserva, i “rischi dell’industria nucleare moderna sono molto inferiori a quelli di altre attività industriali, in particolare quella dei trasporti”, grazie alla ricerca e ai nuovi sistemi di sicurezza. Non è tutto. L’attenzione, secondo Veronesi, va spostata anche sulla duplice necessità di produrre energia, essenziale per lo sviluppo, (le stime parlano di un fabbisogno mondiale in aumento di oltre il 50 per cento entro il 2030), “e farlo proteggendo l’uomo e l’ambiente”. Le tre opzioni attualmente disponibili sono quelle dei combustibili fossili, che pur avendo un’alta produzione sono però “inquinanti” e “dannosi per la salute” e presentano “pericoli dal punto di vista geopolitico”. Poi c’è la tecnologia fotovoltaica, sulla quale bisogna fare ancora ricerca per rendere “accessibili i costi di trasformazione”. La terza opzione è quella di altre fonti non inquinanti, come eolico, geotermia, biomasse e idroelettrico, che tuttavia “hanno altre criticità”. Rimane il nucleare, che, sottolinea Veronesi, è “una fonte di energia pulita: non produce l’anidride solforosa, né gli altri gas serra” e “non disperde nell’ambiente le famigerate polveri sottili”, citando l’esempio della Francia come il Paese europeo più “virtuoso” dal punto di vista delle emissioni, grazie alle sue 58 centrali nucleari. Per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie radioattive e lo smantellamento delle centrali, invece, “la ricerca scientifica può essere di grande aiuto”, spiega l’oncologo. Per le scorie, ad esempio, sono state messe a punto “tecniche di stoccaggio ad altissima sicurezza” come i depositi geologici di profondità. Lo sguardo è rivolto ancora alla Francia, “che ogni anno produce 1500 metri cubi di scorie rispetto alle sostanze chimiche tossiche, la cui produzione è pari a un milione di metri cubi”. Mentre dal punto di vista dei costi, Veronesi ricorda uno studio patrocinato dalla Commissione europea e dal Dipartimento per l’energia Usa dal quale è emerso che “l’energia nucleare è economicamente competitiva” anche considerando i cosiddetti costi ‘esterni’, vale a dire il costo della gestione delle scorie, dello smantellamento degli impianti e degli eventuali incidenti. “È vero che per costruire un reattore nucleare occorre un notevole investimento, tuttavia, una volta ultimato, può funzionare per 40 anni e più a un costo di esercizio minimo. Il prezzo del combustibile nucleare infatti è molto inferiore al prezzo per chilowattora di energia elettrica” e si tratta “di un prezzo stabile e non manipolato per scopi politici”, conclude Veronesi.

(red/asp) 5 feb 2010 18:48

martedì 2 febbraio 2010

ePrivacy, Commissione Ue contro l’Italia

La Commissione ha avviato un procedimento nei confronti dell’Italia per mancata osservanza delle norme europee in materia di vita privata e comunicazioni elettroniche (ePrivacy). In base alla normativa comunitaria, infatti, gli Stati dell’Unione devono garantire che gli abbonati i cui nominativi figurano in un elenco pubblico siano informati sugli scopi dell’elenco e che l’uso a fini commerciali dei dati personali ivi contenuti sia subordinato al loro consenso. In Italia, però, queste norme non sono state osservate. Si sono infatti costituite delle banche dati per le televendite ricavate da pubblici elenchi di abbonati e agli interessati non è stato chiesto il consenso per l’uso di queste informazioni. L’uso di queste banche dati era autorizzato dalla legge italiana n.14 del 27 febbraio 2009 fino al 31 dicembre scorso ed è stato prorogato di ulteriori sei mesi. “È preoccupante constatare - sostiene Viviane Reding, commissaria europea alle telecomunicazioni - che non solo l’Italia non ha recepito nel proprio ordinamento interno le disposizioni previste dalla direttiva sulla ePrivacy, ma anche che le autorità italiane hanno prorogato la possibilità di usare banche dati contenenti dati personali di cui non è stato consentito l'utilizzo. È nostro compito garantire che tutti gli stati dell’Unione rispettino le norme comunitarie, in modo che i cittadini si sentano sicuri nel mercato unico delle telecomunicazioni e siano informati dell’uso che viene fatto dei loro dati personali”.
La Commissione ha quindi inviato al Bel Paese una lettera di costituzione in mora, prima fase di un procedimento di infrazione. Ora l’Italia ha due mesi per rispondere. In assenza di risposta, o se le osservazioni presentate non saranno soddisfacenti, la Commissione potrà decidere di formulare un parere motivato. Se nemmeno in questo caso l’Italia dovesse ottemperare agli obblighi che le incombono in virtù del diritto dell’Unione europea, la Commissione potrà adire la Corte di giustizia

mercoledì 27 gennaio 2010

Sdrammatizziamo con un sorriso :-)

Una donna di New York ha scritto a un sito di finanza americano chiedendo consigli su come trovare un marito ricco: già ciò di per sé é divertente, ma il meglio della storia é quello che un tizio le ha risposto.

LEI: Sono una ragazza bella (anzi, bellissima) di 28 anni. Sono intelligente ed ho molta classe.
Vorrei sposarmi con qualcuno che guadagni minimo mezzo milione di dollari l'anno.
C'é in questo sito un uomo che guadagni tanto?
Oppure mogli di uomini milionari che possono darmi suggerimenti in merito?
Ho già avuto relazioni con uomini che guadagnavano 200 o 250 mila $, ma questo non mi permette di vivere in Central Park West. Conosco una signora che fa yoga con me, che ha sposato un ricco banchiere e vive a Tribeca, non é bella quanto me e nemmeno tanto intelligente. Quindi mi chiedo, cos'ha fatto per meritare ciò e perché io non ci riesco? Come posso raggiungere il suo livello?

LUI: Ho letto la Sua e-mail con molto interesse, ho pensato profondamente al Suo caso ed ho fatto una diagnosi della Sua situazione. Premetto che non sto rubando il Suo tempo, dato che guadagno 500 mila $ l'anno. Detto ciò, considero i fatti nel seguente modo: Quello che Lei offre, visto dalla prospettiva di un uomo come quello che Lei cerca, é semplicemente un pessimo affare. E ciò per i seguenti motivi: Lasciando perdere i blablabla, quello che Lei suggerisce é una negoziazione molto semplice. Lei offre la Sua bellezza fisica e io ci metto i miei soldi. Proposta molto chiara, questa. Ma c'é un piccolo problema. Di sicuro, la Sua bellezza diminuirà poco a poco ed un giorno svanirà, mentre é molto probabile che il mio conto bancario aumenterà continuamente. Dunque, in termini economici, Lei é un attivo che soffre di deprezzamento, mentre io sono un attivo che rende dividendi. Lei non solo soffre un deprezzamento ma questo é progressivo ed aumenta ogni anno! Spiego meglio: Oggi Lei ha 28 anni, é bella e continuerà così per i prossimi 5/10 anni, ma sempre un pò meno e all'improvviso, quando Lei osserverà una foto di oggi, si accorgerà che é diventata una pera raggrinzita. Questo significa, in termini di mercato, che oggi Lei è ben quotata, nell'epoca ideale per essere venduta, non per essere comprata. Usando il linguaggio di Wall Street, chi la possiede oggi deve metterla in "trading position" (posizione di commercio) e non in "buy and hold" (compra e tieni stretto), che, da quanto sembra, é quello per cui Lei si offre. Quindi, sempre in termini commerciali, il matrimonio ("buy and hold") con Lei non é un buon affare a medio/lungo termine. In compenso, affittarla per un periodo, può essere, anche socialmente, un affare ragionevole e potremmo pensarci su... Potremmo avere una relazione per un certo periodo.....Huuummm.... Pensandoci meglio e per assicurarmi quanto intelligente, di classe e bellissima Lei sia, io, possibile futuro "affittuario" di tale "macchina", richiedo ciò che é di prassi: Fare un test drive. La prego di stabilire data ed ora. Cordialmente.
                                                                                                    Suo Investitore

AmoRoma

Antologia Romana

giovedì 14 gennaio 2010

Italia in Prima Linea nei soccorsi ad Haiti

Ultime dalla Protezione Civile

Come sempre l'Italia si è mossa prontamente con una Protezione Civile che ci riempie di orgoglio. 
Se le Nazioni Unite avessero chiesto all'Italia di curare il Coordinamento dei Soccorsi si sarebbero salvate più vite e distribuiti gli aiuti con più professionalità e rapidità. La nostra Protezione Civile è riconosciuta a livello internazionale come la migliore al Mondo con una Organizzazione ed una Efficienza senza pari.
Aiutiamo i nostri ragazzi, sempre in Prima Linea. Grazie a tutti !

domenica 10 gennaio 2010

Amore, Odio, Rispetto, Libertà !

Non condivido le Tue idee ma lotterò fino alla morte affinché Tu (come me) possa liberamente esprimere il Tuo Pensiero.
(Voltaire - Evelyn Beatrice Hall)
Così come le persone sciocche son piene di certezze, le persone intelligenti son piene di dubbi
ed io mi sono ben guardato dal coltivare certezze, tentando di essere intelligente
e preparandomi ad affrontare un duro lavoro pieno di dubbi, un duro lavoro di ricerca interna,
sapendo che occorre ed occorrerà volontà 
e decisione, con la speranza di migliorare
la conoscenza di me stesso, cercando di eliminare 
il preconcetto, il pregiudizio
e le lotte "anti..." promuovendo sempre 
i movimenti "per...".
NON ODIAMO CHI PENSA DIVERSAMENTE DA NOI !
RISPETTIAMO CHI CI RISPETTA !

martedì 5 gennaio 2010

Solo l'inizio di un articolo AGGHIACCIANTE !

Articolo Completo
Ieri, nel corso della trasmissione di Rai Tre condotta da Lucia Annunziata, In mezz'ora, Stefania Craxi ha letto tre righe tratte dalla sentenza della VI sezione penale della Cassazione sul caso Enimont:............

di Giorgio Stracquadanio

.....“si può dare anche atto a Craxi che in questo processo non è risultato né che abbia sollecitato contributi al suo partito né che ne abbia ricevuti a sue mani. Ma queste circostanze – che forse potrebbero avere un qualche valore da un punto di vista, per così dire, estetico – nulla significano ai fini dell'accertamento della responsabilità penale”.

Tre righe agghiaccianti che, da sole, costituiscono la prova provata del fatto che l'operazione Mani Pulite sia stata un'operazione politica che nulla ha a che vedere con il diritto penale e con le fondamenta di una società libera e di uno Stato di diritto.

Secondo i magistrati più titolati, quelli di Cassazione, non importa nulla se Craxi ha chiesto denari o ne ha ricevuti in cambio di leggi (questa l'accusa del processo Enimont). Quello che conta è che denari sono transitati dall'Enimont ai partiti e, per quel solo motivo, Craxi – in quanto segretario di partito e di partito di governo, è penalmente (non politicamente, si badi) responsabile.

- omissis -

domenica 3 gennaio 2010

Pensieri & Politica.

Noi riteniamo che oggi l'occidente cattolico sia moralmente superiore all'oriente musulmano; perché l'occidente accetta i Musulmani e le loro Moschee (addirittura contribuendo), mentre in quei Paesi non si riesce ad avere la libertà di Religione e di Pensiero (in alcuni non è possibile costruire Chiese) pertanto difenderemo sempre l'odierna Libertà di Pensiero (ho precisato odierna altrimenti trovo subito chi passa a ricordarmi le Crociate ed i cattolici cannibali), MAI difenderemo la libertà di odiare, l'odio distrugge e il Mondo ha bisogno di persone che costruiscano. Ovviamente il pensiero non cambia all'interno della nostra Patria, TUTTI debbono essere rappresentati e difesi e TUTTI debbono potersi esprimere liberamente ma senza infrangere le Leggi e senza incitamento all'odio. I cortei, le manifestazioni, i raduni, ci vedrebbero sempre in prima fila, se fossero propositivi, organizzati PER qualcosa, per costruire la Pace ed il Benessere, nel rispetto dell'ambiente e delle persone, mentre siamo costretti a vedere sempre e solo cortei CONTRO, infarciti di bandiere rosse e tesi all'abbattimento degli altri, considerati sempre un nemico da distruggere e mai un avversario che la pensa diversamente.
Nella Democrazia il Popolo Sovrano (se lo fanno votare) elegge i suoi rappresentanti, per formare un governo, e li cambia con le elezioni, se non si ritiene soddisfatto, non li abbatte con i cortei, gli attacchi personali ed i magistrati di opposizione. 

giovedì 24 dicembre 2009

Sofferenza ed Auguri !

Che nessuno tocchi Caino… mi riesce difficile esser convinto! Alcuni dicono: “nessuno si azzardi a toccarlo Caino; e non perché sennò qualcuno ricomincia con il solito sciopero della fame, della sete, del sonno, del respiro…no; ma perché chi tocca Caino diventa anche lui un Caino”. Certo non voglio diventare come lui. Non ora almeno. Non in questo Occidente stanco e morente che vive nascosto nei suoi sensi di colpa perché è incapace di leggere la storia, il suo divenire e la tragicità che ci abita.
La parte migliore di me pensa che in fondo anche a Caino dev'essere data una possibilità, ma si domanda perché non debba essere data ad Abele. Perché se la pena di morte contro Caino potrebbe suscitare orrore… l’assassinio di Abele dovrebbe suscitarne di più.
Quando Caino è sconvolto per ciò che ha fatto JHWH non lo abbandona e continua a interrogarlo. Al "Dove sei?" rivolto ad Adamo (in Genesi 3,9) fa riscontro il "Dov'è Abele, tuo fratello?" (in Genesi 4,9). Caino disconosce qualsiasi responsabilità, ma il sangue, cioè la vita, è voce percepita da Dio anche quando nessuno la vuole ascoltare. Caino è maledetto: ha ucciso un uomo, l'immagine di Dio. Nella Genesi 4,13 sembra poi alludere al pentimento di Caino:
"Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono?". JHWH interviene e protegge Caino con un segno, custodisce colui che non ha voluto custodire il Fratello. Ma d'ora in poi Caino è costretto a vagabondare nel paese di Nod
(in ebraico: "terra di vagabondaggio").
L'omicidio lo ha condotto lontano.
Eppure c’è una parte peggiore di me che non mi lascia libero; la parte che non ne vuole sapere di entrare nel circolo degli Uomini illuminati… dalla ragione e dal cuore. Quella parte peggiore di me che vuole rimanere al buio del suo vim-dicare e che delle luci accese al Colosseo non sa cosa farne. E’ il mio demone terribile che pensa al macellaio di Erba e di fronte ad uno che sgozza un bimbo di due anni e massacra a coltellate mamma, nonna e vicina di casa non riesce proprio a cercare motivazioni sociologiche, non riesce ad arrestare il proprio disprezzo ed il proprio risentimento, perché se non c’è un limite all’orrore ci dev’essere un umano limite al perdono.
Alcune domande alle quali non sò rispondere:
• Esiste o esisterà mai la possibilità di commemorare Abele, come nella Bibbia?
• Esiste o esisterà mai la possibilità di ringraziare, aiutare e premiare chi tenta di fermare i delinquenti ed i loro protettori ?
• Esiste o esisterà mai la possibilità di fermare chi dedica Piazze, Lapidi ed AULE ai facinorosi, offendendo i servitori dello Stato e le Vittime?
Il Rispetto, la Tolleranza, la Disponibilità verso gli altri, non può e non deve essere confusa con la debolezza e non deve far pensare di poter fare quello che si vuole per l'assenza di reazione o peggio processando e/o punendo chi si oppone allo sfacelo.

Che questo Natale porti TUTTI ad un Nuovo Anno ricco di Salute, Tolleranza, Pace, Giustizia e Serenità.

Avanti sulla strada della libertà.

"L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio"; lo ha ribadito il Presidente del Consiglio.
"Credo sia chiaro a tutti che se di un Presidente del Consiglio si dice che è corruttore di minorenni, un corruttore di testimoni, uno che uccide la libertà di stampa, che è un mafioso o addirittura uno stragista, un tiranno, in qualche mente labile, e purtroppo ce ne sono in giro parecchie, possa sorgere il convincimento che essere tirannicidi e diventarlo vuol dire essere degli eroi nazionali e fare il bene della propria patria e dei propri concittadini e quindi acquisire un merito e una gloria importante". Così Berlusconi è tornato sull'aggressione subita a Milano. Il Presidente del Consiglio ha poi sottolineato che da quanto avvenuto si deve trarre l'insegnamento di "rispettare" gli avversari politici senza considerarli "nemici".

martedì 22 dicembre 2009

Pacchetto Sicurezza sul Lavoro D.Lgs.106/09

Non possiamo più (GIUSTAMENTE) rimanere fuori dalle regole di SICUREZZA !

PACCHETTO SICUREZZA SUL LAVORO D.Lgs. 81/2008
Con Integrazioni al D.Lgs. 81/2008 apportate dal 20 agosto 2009 con il D.Lgs.106/09
Comunichiamo nota indicativa in merito alle variazioni che sono state apportate
al D.Lgs. 81/2008 daI nuovo D.Lgs.106/09 entrato in vigore il 20 agosto 2009
e che ha prodotto le seguenti modifiche:
• NOTIFICA DEL RLS ALL’INAIL sospeso la notifica entro il 16 agosto fino
a nuova comunicazione INAIL
• DOCUMENTO DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO: Per le nuove attività il documento
di valutazione dei rischi deve essere redatto entro 90 giorni dall’inizio dell’attività.
Per le attività esistenti il documento deve essere già agli atti.
• NOMINA DEL RESP. ANTINCENDIO E PRIMO SOCCORSO: può essere il Titolare
o datore di lavoro ESCLUSIVAMENTE in caso di attività con meno di 5 addetti;
in caso diverso nomina di un dipendente o collaboratore.
• PROCEDURA STRESS DA LAVORO CORRELATO sospesa fino al 01/08/2010
ed in attesa di indicazioni.
• DATA CERTA potrà essere apposta con le firme congiunte di:
Titolare, RSPP, RSL, Medico (se designato).
La nostra soluzione è realizzata appositamente per soddisfare le esigenze stabilite
dal D.Lgs. 81/2008 in merito alla sicurezza sul lavoro e Vi permette dl regolarizzare
la posizione delle attività con meno di 10 dipendenti Contiene :
DICHIARAZIONE DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO - AUTOCERTIFICAZIONI
COMPLETE DA COMPILARE
- PRASSI OPERATIVA - LAVORATRICI MADRI - FATTORI DI RISCHIO
E NORME DI SICUREZZA
- NOTE INDICATIVE SU COME OPERARE - USO DEI DISPOSITIVI INDIVIDUALI
- FORMAZIONE ED ADDESTRAMENTO.
Il nostro PACCHETTO viene fornito ad un COSTO IRRISORIO:
€. 90,00 + IVA per i Documenti in WORD da compilare a vostra cura
e, se da Voi richiesto, Assistenza e Redazione a nostra cura ad €.600,00 + IVA

domenica 20 dicembre 2009

Comunicato Stampa - Partono a Roma i Nuovi Corsi Sommelier.

Partono il 13 gennaio i Nuovi Corsi Sommelier.

Gli incontri, per un totale di 9, sono imperniati sulle DEGUSTAZIONI; il primo approccio all’ENOLOGIA avviene col supporto di un filmato ministeriale su: Vino, Salute e Piacere; filmato che verrà consegnato, su DVD, in OMAGGIO a tutti i partecipanti, unitamente all’Attestato.

La struttura delle 9 lezioni è così prevista :

1. VitiViniColtura e Scheda di Valutazione (Metodo Bertollini).
2. Pratiche di Cantina e Tecniche di Degustazione (AES).
3. Produzione Spumanti e Spumanti Classici.
4. Vini Speciali ed Accostamenti.
5. Abbinamento Cibo/Vino.
6. Liquori & Distillati.
7. EnoMarketing e Comunicazione.
8. Degustazione Cieca con Esame e Valutazione.
9. Cena di Fine Corso con Galateo della Tavola e consegna Attestati.

Il Seminario verrà tenuto da Giancarlo Bertollini, profondo conoscitore del settore che può vantare oltre 35 anni di esperienza enologica, sia come Dirigente d’Azienda Industriale che come Studio Professionale e si svolgerà nelle nove giornate previste, con inizio alle ore 20,00 di ogni Mercoledì sera a partire da Mercoledì 13 gennaio 2010 presso il "SoHo Café" in Via Appia Nuova, 700 - 00179 Roma
Tel. 06.7810.085 - e-Mail: claudiomerola@alice.it
Termine ultimo delle prenotazioni Sabato 9 gennaio 2010 e ricordate che i posti sono realmente limitati.
( Tel. 06.3972.1551 - e-Mail: info@studioservice.com ).

Il costo è contenuto in €.330,00 più IVA e comprende :
DVD Filmato, Dispense, Vini, Esami Attestato e Cena di fine corso.

Cortesemente dovete comunicarci : Nome, Cognome, Indirizzo e-Mail, N° di Cellulare ed Autorizzazione al trattamento dei Dati Personali (Privacy). Grazie.

giovedì 17 dicembre 2009

IL VINO DI ROMA - 3000 anni di storia, tradizioni e cultura.

Domus Talenti, via delle Quattro Fontane, 113 - Roma

17 dicembre 2009 – 10 gennaio 2010

L’inestimabile fortuna del vino di Roma è determinata da fattori territoriali e climatici ed ha una sua storia: si incentra nelle Colline Romane, ha punti di forza nella zona del “Cesanese” e del litorale Nord, nella zona di Cerveteri. Da queste parti il vino e la lavorazione dell’uva hanno radici anti­che: già tremila anni fa le città e le corti più pre­stigiose del mondo erano inondate dal nostro vino, in particolare quello di Frascati abbondava sulle tavole più ricercate della nobiltà romana, ostentando una certa rivalità nei confronti dei vini francesi. Ideata dal Comune di Roma, in collaborazione con il Sistema Colline Romane, l’esposizione Il vino di Roma – 3000 anni di storia, tradizioni e cultura vuole sostenere questa grande vocazione produttiva, esaltando gli aspetti qualitativi del prodotto odierno, quale frutto di un patrimonio di esperienze millenarie e fattore fortemente caratterizzante ed identificativo del territorio e della sua offerta.

L’inaugurazione è pre­vista per giovedì 17 dicembre alle ore 19.00 alla Domus Talenti di Roma, in via delle Quattro Fontane 113, dove la mostra resterà aperta ad ingresso libero fino alla cerimonia di chiusura di domenica 10 gennaio 2010. Un percorso articolato in quattro periodi storici attraverso reperti archeologici, testimonianze letterarie, ricostruzioni d’epoca, pannelli, elementi multimediali, per far conoscere un territorio ed il suo prodotto più celebre: il vino nell’epoca pre­romana e romana, il vino delle abbazie e dei monasteri, il vino dei principi, la viticoltura moderna e i vini del III millennio. Il 22 e il 29 dicembre e il 10 gennaio sono pre­viste degustazioni gratuite per permettere ai visitatori di assaporare il vino di Roma.

“Il vino di Roma può rappresentare un grande biglietto da visita per la nostra città - ha detto Pietro Di Paolo, delegato del sindaco di Roma alle Politiche agricole, durante la conferenza stampa di pre­sentazione, stamani in Campidoglio - è neces­sario lavorare su due direttrici: l’eccellenza e la promozione del marchio. Occorre quindi ripartire da una tradizione, quella del vino, per conquistare ampie e nuove fette di mercato”.

IL VINO DI ROMA - 3000 anni di storia, tradizioni e cultura
Domus Talenti, via delle Quattro Fontane, 113 - Roma
17 dicembre 2009 - 10 gennaio 2010
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 - 24 e 31 dicembre fino alle ore 15.00
Chiuso 25 e 26 dicembre, 1 gennaio

mercoledì 16 dicembre 2009

Giustizia. Qualcosa per cui crederci.... grazie

Editoriale di Vincenzo Donvito 16 dicembre 2009 8:27

Uno dei cavalli di battaglia del Governo in carica e' la riforma della Giustizia. Governo e opposizione si stanno accapigliano per arrivare, al momento, a nulla. Proposte anche giuste, come in teoria e' il processo breve, sono impantanate negli equilibri della politica e nella -chiamiamola cosi'...- dialettica governo/opposizione.
L'ormai mitico “ad personam”, riferito ai vantaggi che da queste riforme ne trarrebbe il presidente del Consiglio dei ministri, e' visto come un ostacolo a qualunque proposta, mentre -sempre in teoria- se una singola persona ne trae vantaggio perche' poi il vantaggio sia diffuso, perche' non accettare queste leggi?
Il cosiddetto lodo Alfano, bocciato dalla Corte Costituzionale, e' diventato occasione, per buona parte degli esponenti della maggioranza, per indicare la medesima Corte come un ricettacolo di cospiratori che vorrebbe far fuori Silvio Berlusconi in particolare e, piu' in generale, la fedele compagine governativa. Una Corte che, alcuni degli stessi attuali difensori, in altre occasioni a loro sgradite, non hanno avuto remore ad apostrofare negativamente. Fino a Marco Pannella che -ieri come oggi, quindi sempre coerente- non ha mai smesso di definire la Corte come “cupola della mafiosita' partitocratica”... e non credo che qualcuno possa apostrofare il leader radicale come eversivo di destra o di sinistra.
Un terreno, quello della Giustizia, minato, difficile e, senza il dovuto senso dello Stato, facilmente strumentalizzabile.
Quando il presidente Berlusconi tuona contro i giudici e il loro potere, a parte i “politici” che sembrano solo ragionare con l'occhio alla propria fazione (con rare eccezioni come sopra), il cittadino cosiddetto comune non e' in grado di giudicare se non ha fatto una qualche esperienza nelle aule di tribunale. E chiunque lo abbia fatto ne parla male, a livelli drammatici.

I CONTENUTI DELLA NUOVA LEGGE TUTELA DO E IG

Il nuovo decreto legislativo su «Tutela delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche dei vini» modifica la legge 164 del 1992 in particolare - come si legge nella premessa - «per adeguarla alle profonde innovazioni apportate dalla nuova Ocm vino», ma anche «per tenere conto delle attuali esigenze degli operatori e delle nuove sfide dei mercati».
In particolare, il nuovo decreto legislativo mira ai seguenti obiettivi: preservare e promuovere l'elevato livello qualitativo e di riconoscibilità dei vini a denominazione di origine e di indicazione geografica; ridefinire il ruolo del Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini (che sarà anche pressoché dimezzato nei suoi componenti, passando da 40 a 18); assicurare strumenti per la trasparenza del settore vitivinicolo e la tutela dei consumatori e delle imprese rispetto ai fenomeni di contraffazione, usurpazione e imitazione; perseguire il massimo coordinamento amministrativo tra il ministero delle politiche agricole e le regioni; individuare le sedi amministrative e gli strumenti di semplificazione amministrativa in ordine agli adempimenti procedurali a carico dei produttori vitivinicoli, con la novità annunciata dal ministro Zaia dello Sportello unico; rivedere il sistema dei controlli e sanzionatorio. In particolare, i controlli saranno affidati ad Enti terzi e non più agli stessi Consorzi.
Le novità principali sono negli articoli 3, 12, 13 e 14.
L'articolo tre (classificazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche) sottolinea che, pur nel rispetto delle indicazioni comunitarie, si è salvaguardato il sistema piramidale di classificazione della legge 164/1992 e pertanto viene ribadito che le menzioni specifiche tradizionali italiane 'Denominazione di Origine controllata e garantita' (Docg), 'Denominazione di origine controllata' (Doc) e 'Indicazione geografica tipica' (Igt) costituiscono il fulcro della corrispondente classificazione italiana.
L'articolo 12 (Schedario viticolo) introduce una sostanziale semplificazione degli adempimenti procedurali a carico dei produttori attraverso la sostituzione degli strumenti attualmente gestiti dalle Regioni (Albo vigneti Do-elenco vigne Igt) con l'unico strumento dello Schedario viticolo comunque gestiti dalle Regioni.
Nell'articolo 13 (Controlli e vigilanza) si dispone che il controllo delle denominazioni protette e indicazioni geografiche viene affidato per la totalità delle sue fasi ad un unico soggetto, individuato dai produttori della Do e/o Ig e che sarà l'unico titolato all'attività di controllo.
L'articolo 14 (modalità di rivendicazione delle produzioni, riclassificazione, declassamenti) prevede infine un'unica denuncia di produzione annuale che annulla l'attuale decuplicazione della denuncia delle uve Do e Igt alle competenti Camere di Commercio.

lunedì 14 dicembre 2009

ROMA ANTICA PER 20 SESTERZI AL GIORNO

Un genere di teatro di strada molto apprezzato dagli intenditori è l'usanza di trascinare qualcuno in tribunale. Secondo il sistema romano fai-da-te di applicazione delle leggi, una volta fissato un appuntamento con il magistrato, la parte lesa deve assicurarsi che l'imputato si presenti davanti al giudice. Ovviamente, più debole è la tesi difensiva dell'imputato, più riluttante egli sarà a comparire in giudizio.

Per fare pressione sul convenuto, l'attore potrà ingaggiare uno specialista, che si siederà sotto la finestra dell'imputato, o sulla strada fuori dalla sua porta, e gli ululerà insulti e imprecazioni ben studiati, per la delizia dei passanti e la mortificazione della vittima. Qualora l'oggetto di tali attenzioni dovesse mettere il naso fuori dalla porta, verrà inseguito lungo la strada dal suo persecutore, che informerà a gran voce tutti quanti della villania dell'accusato, e del suo vigliacco rifiuto di difendersi davanti al giudice. Un accusato fermamente determinato pagherà diversi "infamatori" perché si diano il cambio e, tempo qualche notte insonne, anche i vicini inizieranno a fare pressioni.

Poiché la reputazione personale (la dignitas) ha un'enorme importanza per un Romano, è raro trovare un cittadino che riesca a tollerare a lungo simili trattamenti, specie se si considera che, più tarda a comparire in tribunale, più tutti si convinceranno che è colpevole, e lo tratteranno di conseguenza.

[Garzanti, Milano 2009, pagine 87-88-89]

Aggressione al Presidente Silvio Berlusconi

Care opposizioni oggi potete gioire, a forza di seminare odio avete scatenato la violenza; complimenti, spero che gli ITALIANI VERI Vi giudichino alle prossime elezioni.
Forza Presidente ed Auguri di pronta guarigione.

venerdì 11 dicembre 2009

Luka Karletto ha inviato un messaggio ai membri di Processo Eternit.

Grazie, grazie a tutti.

Oggi il processo è cominciato e l'attenzione di molti mass media era su Torino ed il dramma dell'amianto, grazie a tutto ciò ho visto al tg3 un bel servizio sul problema amianto nel Lazio, a dimostrare che il problema coinvolge tutti noi.
La la battaglia è solo all'inizio, spenti i riflettori arriveranno anche momenti difficili, ma grazie a tutti voi che vi siete iscritti a questo gruppo un primo risultato l'abbiamo portato a casa, veicolare ancor di più quella che la nostra parola d'ordine: GIUSTIZIA!
Sarà dura, ma con tutti voi vicini lo sarà un pò di meno.
Grazie ancora non lasciateci, o meglio, non lasciamoci soli.

http://www.studioservice.com/

giovedì 10 dicembre 2009

Eternit, apre il processo. Pullman da tutta Europa, pool legale internazionale per le parti civili.

Pubblicato da Marilena De Giorgio alle 09:00 in Cronaca

Sono attesi dieci pullman da Casale Monferrato ed altri da Rubiera, Cavagnolo e Bagnoli, altri da Francia, Svizzera e Belgio, uno da Milano, uno da Roma e uno da Ravenna. L'apertura del processo contro la Eternit, stamattina, presso il Palazzo di Giustizia, racchiude le speranze di 2.889 persone offese nella salute e anche delle centinaia di morti per infortunio nel nostro paese.
Ce lo diceva, ieri, Mirko Pusceddu della onlus Legami d'Acciaio - ex lavoratori e familiari vittime ThyssenKrupp di Torino, onlus che fa parte della Rete Nazionale per la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro che oggi manifesta, a Torino, per tutte le vittime del lavoro.
Qualche giorno fa, furono 250 rose bianche deposte davanti all'ingresso della fabbrica dei morti - com'è chiamata - a ricordare chi non c'è più. Oggi, per l'apertura del processo, l'eco internazionale della vicenda travalica i confini nazionali, nela causa più grande mai celebrata dal Tribunale di Torino.
L'attività consueta del Palagiustizia rallenta il suo ritmo per affrontare l'emergenza del caso che potete ricostruire dai nostri precedenti post e, in parte, anche qui. La rete, come sempre più spesso accade, unisce. C'è un gruppo su Facebook dedicato al Processo Eternit, su Ning, su Youtube.
Nello screenshot in apertura, trovate l'organizzazione delle aule (da LaStampa.it) in Tribunale; il pubblico avrà a disposizione l'auditorium del palazzo della Provincia e potrà seguire il processo in video. ''E' l'occasione decisiva per cercare di ottenere la verita''', ha detto Bruno Pesce, coordinatore della Vertenza Amianto.
Romana Blasotti Pavesi, 80 anni compiuti, presidente dell'associazione che riunisce i familiari delle vittime della polvere killer, in un'intervista a Repubblica, ieri, ha dichiarato di volere solo giustizia. Ha perso il marito, nel 1982. Poi una sorella, una cugina, un nipote. E l'adorata figlia, per ultima, nel 2004.
Il processo dei numeri record vedrà un pool legale internazionale per le parti civili. Otto avvocati di cinque nazionalità difenderanno i familiari delle vittime che chiederanno un risarcimento agli imputati.
E' la prima volta che accade in Europa, in una causa per danni legati alla sicurezza e all'ambiente. Il processo dei record abbia inizio. E trovi la giusta fine.

martedì 8 dicembre 2009

Carlo De Benedetti ha deciso di portare in giudizio il Giornale

Lo scrive Alessandro Sallusti in prima pagina:
Carlo De Benedetti ha deciso di portare in giudizio il Giornale, con una causa civile esattamente come aveva fatto Silvio Berlusconi con la creatura dell’ingegnere, La Repubblica:
“Ieri l’editore ha querelato me e il Giornale: causa civile, come quella intrapresa dal Cavaliere all’inizio della rivolta. All’ingegnere non è andato giù che gli abbiamo ricordato che fu arrestato per tangenti e condannato per falso in bilancio. Non ha gradito che abbiamo sottolineato che il suo giornale stia trasformando in eroe il pentito Gaspare Spatuzza (quaranta omidici e sei stragi sulle spalle) pur di infangare questo governo. O forse non voleva che si sapesse di quella tessera numero uno del PD che spiega tante cose“.

giovedì 3 dicembre 2009

eGovernment: la Posta Elettronica Certificata è ormai un obbligo.

La PEC (Posta Elettronica Certificata) è ormai un obbligo per tutti i professionisti italiani. Nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Vidoni, il Ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta ha ricordato che dal 29 novembre è infatti scaduto il termine entro il quale i professionisti avrebbero dovuto comunicare ai propri Ordini e collegi il loro indirizzo di Posta Elettronica Certificata (ex comma 7 dell’art.16 della Legge n.2/2009).
L'obiettivo della PEC è quello di semplificare i rapporti fra i professionisti e la Pubblica Amministrazione , riducendo tempi e costi delle comunicazioni. In particolare la PEC permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore di una raccomandata con avviso di ricevimento. Grazie ad essa i professionisti possono gestire le comunicazioni ufficiali con gli Enti di Previdenza e, in generale, con la Pubblica Amministrazione centrale (indagini finanziarie con il Fisco, concorsi, ecc.) e con le Pubbliche Amministrazioni locali; inviare e ricevere contratti e fatture; sostituire le raccomandate A/R e tutti quei documenti che possono essere utilizzati in via legale (es. lettere di sollecito crediti, lettere di diffida, ecc.).
I circa due milioni di professionisti italiani che utilizzano la PEC sono gli apripista di questa iniziativa di informatizzazione e di digitalizzazione rivoluzionaria del Ministro Brunetta che già nei prossimi mesi sarà estesa anche a tutti i cittadini. A partire dal 2010 questo strumento verrà infatti utilizzato gratuitamente dalle nuove imprese, dai cittadini che ne faranno richiesta per dialogare con la Pubblica Amministrazione nonché dalle stesse Pubbliche Amministrazioni (che attiveranno una casella PEC per ogni registro).
Al fine di supportare i professionisti, i cittadini, le imprese e le Pubbliche Amministrazioni, il Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione ha anche attivato il numero verde 800.254.009 per risolvere dubbi e chiarimenti sugli obblighi, sulle caratteristiche e sulle funzionalità della PEC. Il servizio è svolto da Linea Amica, il contact center della P.A. gestito dal Formez.

lunedì 30 novembre 2009

RESPONSABILITÀ DEL DELEGATO ALLA SICUREZZA SUL LAVORO

CASSAZIONE PENALE:
RESPONSABILITÀ DEL DELEGATO ALLA SICUREZZA SUL LAVORO
Interessante pronuncia della Cassazione in materia di infortuni sul lavoro, nel caso di specie si tratta di un incidente occorso ad un lavoratore il quale - incaricato di eseguire la pulizia e la smerigliatura di una ringhiera - veniva attinto da una scheggia di ruggine penetratagli in un occhio, in quanto non era stato munito di occhiali idonei a proteggere gli occhi da schegge e materiali dannosi e non aveva ricevuto una adeguata informazione sui pericoli connessi allo svolgimento della propria attività lavorativa. La Cassazione ha confermato la pronuncia della Corte d'appello che a propria volta aveva confermato la condanna comminata dal Tribunale al dirigente comunale delegato dal Sindaco.
In particolare, la Cassazione, rispetto al motivo di ricorso secondo cui la delega conferita dal Sindaco pro tempore in materia di infortunistica e sicurezza sul lavoro non poteva ritenersi "pienamente valida e produttiva di effetti giuridici", perché non accompagnata dall'effettiva assegnazione, da parte del delegante, dei fondi necessari per l'espletamento delle funzioni delegate, ha affermato che: "Se anche fossero vere le circostanze dedotte nell'atto di gravame, non per questo verrebbe meno la responsabilità del delegato, poiché l'invalidità della delega in base al principio di effettività impedisce che il delegante possa essere esonerato da responsabilità ma non esclude la responsabilità del delegato che, di fatto, abbia svolto le funzioni delegate".
La Cassazione ha infatti ribadito che "Il delegato che ritenga di non essere posto in grado di svolgere le funzioni delegate (ovvero non si ritenga in grado di svolgere adeguatamente quelle funzioni) deve chiedere al delegante di porlo in grado di svolgerle e, in caso di rifiuto o mancato adempimento, rifiutare il conferimento della delega".

(Corte di Cassazione - Terza Sezione Penale, Sentenza 20 novembre 2009, n.44890:
Responsabilità del delegato alla sicurezza).

Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Onore a Giuseppe Garibaldi !

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