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domenica 10 gennaio 2021

Assalto al Campidoglio, Meloni: «Condanno le violenze ma non accetto lezioni».

La lettera della presidente Fratelli d’Italia al «Corriere» dopo le polemiche politiche sull’assalto a Capitol Hill Mercoledì da parte dei suprematisti bianchi. 

di Giorgia Meloni 

Gentile direttore, 

negli Stati Uniti sono accaduti, in queste ore, eventi clamorosi e gravissimi, culminati in una surreale irruzione nella sede del Congresso americano che ha causato diversi morti. Un quadro scioccante. Eppure per molti, in Italia, sembra tutto semplice. La tesi sostenuta, in sostanza, è: negli Usa c’era un dittatore pazzo che è stato sconfitto, ora ha vinto il bene sul male ma Giorgia Meloni non ha preso sufficientemente le distanze dal mostro Trump. A volte invidio chi ragiona in modo così banale, se non altro perché a fine giornata non rischia l’emicrania per aver fatto lavorare il cervello. 

Rispondo per punti alle stupidaggini che ho letto sul mio conto.

1. Non faccio parte in alcun modo dei «condannatori di violenza un tanto al chilo», quelli per i quali la violenza è giustificata se è di sinistra ed è uno scandalo se arriva da chi è contro la sinistra. Non ho mai avuto timidezza nel condannarla, perché la violenza è violenza, ed è sempre una implicita ammissione di inferiorità. È stato così anche stavolta, come le tante altre nelle quali ho denunciato violenze su cui quelli che oggi pontificano tacevano colpevolmente. Davvero sono sfuggite le recenti immagini delle devastazioni prodotte dai Black Lives Matter? E se si considera legittimo che possa pagare con la vita chi assalta le istituzioni— come accaduto a Washington — perché a chi si scagliava con un estintore contro le nostre forze dell’ordine sono state dedicate aule del Parlamento italiano? Non c’è una violenza giusta e una sbagliata, come una sinistra disperata ormai teorizza, e finché su questo non sentirò parole chiare, non accetto lezioni.

2. Ho scritto che le violenze dovevano cessare «come chiesto dal Presidente Trump» perché quando ho pubblicato il post Trump e altri del suo staff avevano già chiesto ai manifestanti di tornare a casa in pace, e mi pareva rilevante che a fare questo invito fossero coloro che più di tutti potevano essere ascoltati dai manifestanti. Ma evidentemente, in Italia, interessa più alzare il livello dello scontro che non placare gli animi. Aggiungo che a parere mio quelle violenze non rafforzavano certo la posizione di Trump e di chi contesta la regolarità delle elezioni. Valutazione forse troppo complessa per chi si limita a dividere il mondo tra buoni e cattivi.

3. «Trump è colpevole perché non vuole accettare il risultato elettorale». Personalmente, sono convinta che la volontà popolare vada rispettata sempre. Io. Ma lo pensa anche la sinistra? Non mi sembra, visto che teorizza da tempo che la quale la democrazia, in fondo, non possa che essere oligarchia, e se il popolo sbaglia e vota «male», allora è un dovere civico adottare delle contromisure. Tipo governare da dieci anni in Italia pur non avendo mai vinto le elezioni. Oppure tentare di rovesciare in qualsiasi modo Trump, richiesta di impeachment compresa.

4. «È un momento grave, è in gioco la democrazia». Su questo sono d’accordo, mi sorprende però che alcuni pericoli per la nostra democrazia siano sistematicamente taciuti, come il fatto che i giganti del web, società private, si arroghino il diritto di sostituirsi alla magistratura, alle istituzioni e alla costituzione americana oscurando e zittendo il Presidente Usa. Veramente non si vedono i rischi che questo comporta? 

5. Non mi sono mai definita trumpiana, blairiana, putiniana, macroniana o merkeliana. Non ho mai fatto la cheerleader di nessuno. No, questo lo hanno fatto altri in Italia. Certo, da presidente dei conservatori europei, partito che ha tra i propri affiliati anche i Repubblicani, mi sento vicina alla loro visione politica e non ho fatto mistero di preferire Trump rispetto alla Clinton o a Biden, perché condivido in buona parte la sua visione economica e perché sul piano della difesa dell’interesse nazionale italiano — unico metro con il quale, da patriota, guardo la politica estera — ritengo che la dottrina Obama-Clinton (e dunque Biden) di sostegno alle primavere arabe e al fondamentalismo sunnita abbia prodotto per noi enormi disastri. 

6. E veniamo all’aspetto più grottesco di questa vicenda. In queste ore Donald Trump viene dipinto dalla sinistra come un dittatore, un malato di mente, un uomo pericoloso da mettere al bando. Qualcosa mi sfugge. Parliamo dello stesso Trump considerato strategico nella nascita del Governo Conte bis, con il famoso tweet nel quale sperava di continuare a lavorare con «Giuseppi»? Lo stesso Trump che veniva ringraziato da ministri del governo italiano per aver chiesto di investire in Italia, con accanto Conte sorridente, entusiasta di quel supporto? Sono colpita dalla superficialità della nostra classe dirigente. Non è mai prudente entrare nelle questioni interne di uno Stato estero, a maggior ragione quando si parla delle dinamiche democratiche della prima potenza al mondo. Non mi è sfuggito, ad esempio, che il Presidente Mattarella abbia preferito un cauto silenzio sulla vicenda. Ma se proprio si vuole entrare a gamba tesa, allora si deve comprendere il peso delle parole che si pronunciano, e le conseguenze che comportano. La domanda che faccio a tutti i politici italiani che oggi dipingono Trump come un mostro è: se tra quattro anni si dovesse per caso ricandidare, e dovesse vincere le elezioni, quali saranno le vostre contromisure? Chiederete all’Onu che gli Usa siano dichiarati Stato canaglia? Porterete l’Italia fuori dalla Nato per non condividere le scelte con un tale, impresentabile, figuro? E se pensate questo di Trump, perché non avete reagito in questi anni, preferendo un vigliacco silenzio? Serietà signori. Voi dovreste rappresentare gli interessi di una Nazione che agli Stati Uniti è legata a doppio filo, chiunque la guidi, e non potete permettervi di confondere la geopolitica col tifo da stadio. Ci sarebbero molte altre cose da dire direttore, ma non voglio abusare della vostra disponibilità. Posso solo augurarmi che l’Italia torni ad avere quanto prima una classe politica seria e degna.

Presidente Fratelli d’Italia 

www.studiostampa.com

martedì 17 settembre 2013

Lettera Aperta alle Istituzioni sul Fumo Elettronico

Ill.mo Presidente del Consiglio On. Enrico Letta 
Ill.mo Ministro della Sanità On. Beatrice Lorenzin
Ill.mo Ministro Economia e Finanze On. Fabrizio Saccomanni
Ill.mo Ministro Sviluppo Economico On. Flavio Zanonato
e p.c. Alle seguenti Redazioni stampa: 
Spett.le CORRIERE DELLA SERA
Spett.le LA REPUBBLICA 
Spett.le IL SOLE 24 ORE 
Spett.le LA STAMPA 
Spett.le IL MESSAGGERO 
Spett.le TG1
Spett.le TG5 
Spett.le TGLA7 
Spett.le SKY TG24

LORO SEDI

Roma, 16 Settembre 2013 - da Carlo Donati

Oggetto: DL 76 del 28/6/13 convertito in Legge 99/2013 - art. 11 commi 22 e 23

                        Pregiatissimi Signori,

In data 21 agosto 2013, negli uffici della Presidenza della Federcontribuenti in via Vincenzo Petra 151 Roma è nata la L.I.F.E. – “Lega Italiana Fumo Elettronico”, sportello per la tutela dei diritti dei consumatori, produttori, importatori e rivenditori di sigarette elettroniche.
E' a nostro avviso indispensabile che il Ministero della Salute e l'Esecutivo tutto abbiano chiara la tecnologia dietro le sigarette elettroniche per poter agire a seguito di corrette ed aggiornate informazioni ed affinché anche gli organi di Stampa e l'opinione pubblica abbiano un'idea precisa e scientificamente corretta.
Abbiamo dunque redatto il presente documento, volendo porre fine a comunicati e provvedimenti legislativi che sembrano intenti a spaventare e dissuadere i fumatori dal passare dal fumo, causa di oltre 30.000 decessi l'anno in Italia (con un peso sul Sistema Sanitario Nazionale stimato in oltre 1,2 miliardi di euro l'anno) a ciò che rappresenta la più sicura, efficace e migliore alternativa.
Speriamo quindi di fugare ogni dubbio e rispondere ai più frequenti quesiti scientifici.
"Non sappiamo cosa c'è nel liquido per sigarette elettroniche." 
Sì, lo sappiamo.
Tutti i liquidi prodotti in Italia sono analizzati dai laboratori universitari che ne certificano il contenuto. 
I test di laboratorio dimostrano tutti la seguente composizione:
Glicole propilenico
Glicerina vegetale
Nicotina
Aromi alimentari standard
Acqua
La medesima composizione dei comuni aromi alimentari liquidi per torte e pasticceria.

"Non sappiamo cosa succede quando il glicole propilenico è inalato. " 
Sì, lo sappiamo.
Il Glicole Propilenico è stato ampiamente studiato per molti anni, ed è stato classificato come GRAS (generalmente considerato sicuro) dalla Food and Drug Administration che ne ha autorizzato l'utilizzo come additivo alimentare.1
La “U.S.A. Environment Protection Agency” ha concluso che non vi sono segnali di pericolosità nell'assunzione per via orale, per via cutanea o per inalazione del propilene glicole.
Sono disponibili inoltre studi di alimentazione a lungo termine che indicano che il glicole propilenico non è cancerogeno.
All'uopo si ricorda che il glicole propilenico è utilizzato in teatri e locali notturni per la produzione di nebbia artificiale, inalato dunque abbondantemente senza mai alcuna conseguenza per la salute.

"Che dire della glicerina vegetale?"
Anche la glicerina vegetale è classificata come GRAS 2
Sempre l'USA EPA scrive “il glicerolo non induce mutazioni geniche in deformazioni batteriche, effetti cromosomici in cellule di mammifero o danni del DNA primario in vitro". Prosegue: "Il peso delle prove indica che il glicerolo è di bassa tossicità quando ingerito, inalato od a contatto con la pelle."...
E conclude: "nessun ulteriore analisi è prescritta, a causa del basso potenziale di pericolosità di questa sostanza."

"La nicotina è altamente tossica."
Per un bambino, la nicotina è tossica a livello di 10mg in totale.
La nicotina, per un non-fumatore/non-dipendente adulto, è tossica a livello dei 30-60mg (0.5-1mg/kg).
Proprio per questo, tutte le Aziende italiane hanno da sempre inserito i simboli e le frasi chiare di pericolo sulle boccette di liquido.
Tutti i flaconi di liquido prodotti in Italia, inoltre, sono già forniti di apertura a prova di bambino, in conformità con le norme UE sulla sicurezza generale dei prodotti.
"Che dire del “vapore passivo”?"
Uno studio sulla qualità dell’aria in ambiente chiuso condotto dal CHANGE (Consulting for Health, Air, Nature, & A Greener Environment), al “Air Resources Engineering and Science” dell’Università Clarkson di New York è stato pubblicato nel prestigioso “Journal Inhalation Toxicology“3 ad Ottobre dello scorso anno ma, per motivi che ci sfuggono, non ha mai avuto la notorietà che invece avrebbe meritato per le rassicurazioni che contiene.
Lo studio mette a confronto le sostanze tossiche normalmente contenute nel fumo di sigaretta con le concentrazioni rilevate in diversi marchi di sigarette elettroniche.
Dei pochi composti che sono stati trovati in comune tra fumo e vapore, la quantità rilevata nel secondo è talmente misera che l’analisi tossicologica non ha riscontrato nessun rischio (cancerogeno e non) per le persone sottoposte a “vapore passivo”
“Questi dati non giustificano in alcun modo il bisogno di limitare l’uso delle sigarette elettroniche negli stessi luoghi in cui si limitano quelle a combustione.” ha dichiarato il Dr. Michael Siegel della Boston University School of Public Health

“E il rischio di overdose?"
L'abitudine al vapore elettronico sostituisce direttamente l'abitudine di fumare, e comprende il naturale (e spesso inconscio) meccanismo di auto-regolazione nell'assunzione di nicotina: come un fumatore raggiunge il limite del proprio livello di tolleranza alla nicotina individuale, è spontaneamente indotto a rallentare o fermarsi per un po' prima di fumare ancora.
Il vapore elettronico funziona esattamente nello stesso modo. 

“Non esistono studi italiani riguardo il vapore elettronico” 
Ne esistono molti.
L'ultimo, in ordine temporale, è lo Studio ECLAT, condotto dall'Università di Catania dall'equipe del Prof. Polosa, pubblicato da Bernard Le Foll, Centre for Addiction and Mental Health, Canada. 4
Le conclusioni sono, sinteticamente, le seguenti: "Infumatori non intenzionati a smettere, l'uso di sigarette elettroniche, con o senza nicotina, ha diminuito il consumo di sigarette ed ha rafforzato l'astinenza dal tabacco, senza alcun effetto collaterale significativo”

“La scienza non si è ancora espressa chiaramente sugli effetti della sigaretta elettronica” 
Si è espressa chiaramente a favore.
Il Prof. Umberto Veronesi, oncologo di fama internazionale, già Ministro della Sanità nel Governo Amato, ha più volte dichiarato: “Se le sigarette elettroniche dovessero sostituire totalmente quelle vere, avremmo molto da guadagnare e nulla da perdere. La sigaretta elettronica appare come una forma intelligente di riduzione dei danni da tabagismo perché simula il fumo, ma non contiene tabacco. Il fumo di sigaretta uccide in Italia 30 mila persone ogni anno.
Se ipotizziamo che un cancro polmonare costi fra i 30 e i 40 mila euro all’anno alla sanità pubblica, il risparmio annuale sarebbe di 1,2 miliardi di euro. Questo senza contare la produttività individuale andata perduta, le cure extraospedaliere e soprattutto il dolore e la sofferenza del malato di cancro dei suoi familiari, che non è in alcun modo quantificabile.” 5


Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Un magnifico Luca Rocconi intervistato sul Cantico dei Cantici. Decisamente "ILLUMINANTE".

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