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TUTTA LA VERITÀ IN QUESTA FOTO. EDITORIALE DI GIORGIO TERZO CATALANO.

Osserviamo questa foto, i capi di Stato di mezzo Mondo uniti per sostenere qualcosa che invece li divide.
I punti di vista su quanto successo a Parigi, nella sede del giornale satirico charlie hebdo sono molto diversi tra gli attori di questa foto, perché allora sfilano uno, affianco all’altro, consegnando al Mondo quella che sarà la foto rappresentativa della quota più alta di ipocrisia finora mai raggiunta ? 
Tra quei capi di Stato, ci sarà qualcuno che crede che i giornalisti di charlie hebdo siano dei martiri della  libertà. Qualcuno, tra quegli statisti, penserà che i giornalisti uccisi siano stati delle teste di cazzo che, non potevano non prevedere che, attaccare intransigenti e deliranti fanatici li avrebbe portati alla morte, altri addirittura, pur sfilando in nome della libertà di espressione, applicano regolarmente, nei loro Stati, leggi che prevedono anche la morte per chiunque professi idee contrarie alla loro religione.
Che foto ipocrita, e quanta leggerezza nei due milioni di cittadini Francesi che seguivano questa banda di lestofanti.
Sempre tra quei capi di Stato, c’era gente che ha organizzato guerre e l’abbattimento di regimi, speculando sulla parola “libertà”,  con in testa un solo vero obiettivo: il denaro, sotto forma di petrolio, di appalti e commesse milionarie.
La Francia, solo qualche anno fa, ha pensato bene di abbattere Gheddafi, esclusivamente per azzerare i contratti Italiani con il dittatore Libico e riconvertirli in contratti per se stessa.
Penosa anche la presa di posizione della satira Italiana, troppo facile fare i gradassi con la pelle dei colleghi Francesi.
Avete mai visto Vauro o gli altri satiristi Italiani attaccare qualcuno di veramente pericoloso ?
Certo che no, troppo facile mettere un preservativo in testa al Papa o sfottere  politici  e subrettine, però impensabile rischiare la vita mirando a personaggi pericolosi.
Non ho mai visto vignette di Riina che veniva stuprato da Al Capone, o il Padrino violentato da  Buscetta, figuriamoci se attaccavano l’Islam.
Quanto vale allora la solidarietà dei vignettisti Italiani per i colleghi di charlie hebdo, nulla, solidarietà senza valore, esternata da gentucola che non ha mai corso veri pericoli, in prima persona, gentucola abituata ad attaccare un potere per servirne un altro, ma senza rischiare, senza esporsi, sparando sulla croce rossa, per ricevere applausi a costo zero.
Oggi li vedo tutti strapparsi le vesti per i colleghi Francesi, che stucchevole ipocrisia, che vergognosa manfrina.
Diciamolo chiaramente, i satiristi Francesi, loro si che hanno avuto coraggio, ma siccome adulti e vaccinati, sapevano a cosa sarebbero andati incontro, su un miliardo e mezzo di mussulmani, era statisticamente accertato che qualcuno li avrebbe potuti raggiungere.
Insomma I fatti Francesi sono solo l’esasperazione di un problema, ma non hanno nulla a che vedere con il problema vero.
Il problema non sono i due attentatori che uccidono 12 persone, il problema non è la libertà di satira, che nel caso di Charlie è semplicemente blasfemia.
La verità è un'altra, ed è lontana dalla retorica sceneggiata dei capi di Stato che hanno sfilato a Parigi, la verità è che dobbiamo preoccuparci del pericolo reale, non dei due fratelli assatanati che hanno ucciso 12 persone, ci dobbiamo preoccupare di quei milioni d’islamici che, pacatamente, moderatamente, fraternamente, stanno, di fatto, trasformando le nostre città, la nostra vita, la nostra cultura.
 Milioni di persone che non condividono il comportamento dei terroristi, che si ritengono non violenti e nel giusto, ma hanno un concetto diverso della libertà e della democrazia da quello che abbiamo noi.
Persone che ritengono la donna, un essere inferiore, che la picchiano sistematicamente, come metodo scientifico per controllarne la sua emotività e la sua possibilità di esprimere un pensiero libero, persone che non accettano che esista un Dio diverso dal loro e che considerano tutti noi degli infedeli, persone che se ti dichiari ateo ti condannano alla pena di morte.
Parliamo di culture e civiltà diverse, i morti, della redazione di Parigi e la sceneggiata dei capi di Stato in bella mostra, per le vie di Parigi, sono solo un modo per distoglierci da quella che è la vera situazione.
Qui si tratta di voler miscelare due culture completamente diverse, direi pure due culture che camminano su periodi della storia diversi, come se tra noi e loro ci fosse una macchina del tempo che ci divide di alcuni secoli.
Non se ne esce se ci schieriamo in pro o contro l’Islam, bisogna semplicemente capire, definitivamente, che si tratta di due culture non assoggettabili l’una all’altra.
Basta la retorica dell’integrazione a tutti i costi, l’unica soluzione è che se vuoi essere ospite a casa mia ti adegui alle mie regole, nessuno ti obbliga a diventare Cristiano, Buddista, o Ateo, nessuno t’imporrà nulla che venga da dettami religiosi, ma il mio Stato ha regole di diritto e civiltà, regole di democrazia, regole di convivenza, se vuoi vivere qui devi rispettare le mie leggi, se non ti va bene, te ne torni a casa tua.
Sembra una ricetta facile ma perché non è realizzabile?
Semplicemente perché, una cultura politica che, sarebbe più appropriato chiamare ignoranza politica fa di tutto ciò che è diverso e in contrasto  con la nostra civiltà un’icona da adorare e imitare.
Una cultura che prima ancora di creare divisioni tra noi e l’Islam crea divisioni tra noi stessi, rendendoci più deboli e fragili nei confronti degli avvenimenti che ci raggiungono dall’esterno.
La solita cultura, quella che prima tifava per l’arrivo dell’armata rossa, adesso tifa per l’armata di Allah, la cultura delle intellighenzie (poco intelligenti) che mirano all’annientamento della nostra Patria. 
Dimenticavo, in attesa dell’armata di Allah, si accontenterebbero anche di venderci alla Troika, insomma qualunque cosa purché finisca questa insopportabile Italia.
Una cultura che unisce l’utile al dilettevole, sì, perché mentre cerca di svuotare di contenuti la nostra civiltà, intimandoci di togliere crocefissi e distruggere presepi, edifica moschee e fa dell’accoglienza un modo per arricchirsi e crearsi clientela elettorale, gestendo le cooperative che ospitano i nuovi arrivati.
Ultima chicca, mentre in Francia sfilavano in milioni per la liberta' di satira, mentre Renzi profferiva parole di fuoco a sostegno della libertà di espressione, in Italia, un giudice, condannava alla reclusione e 150.000 euro di multa, un leghista che aveva fatto un fotomontaggio per satireggiare sulla Kyenge.
Fonte:
Giorgio Terzo Catalano@Worldpress International24

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