(pubblicato dai fratelli Treves nel 1886).
Fu un grande successo, tanto che De Amicis divenne lo scrittore più letto d'Italia. L'ambientazione è l'indomani dell'Unità d'Italia e il testo ha il chiaro scopo di insegnare ai giovani cittadini del Regno le Virtù Civili, ossia l'Amore per la Patria, il Rispetto per le Autorità e per i Genitori, lo Spirito di Sacrificio, l'Eroismo, la Carità, la Pietà, l'Obbedienza e la Sopportazione delle Disgrazie.
Una delle pagine meno ricordate del Libro “Cuore” è questa del saluto alla Patria.
(Ricordiamo sempre la differenza tra “La Terra dei Padri - Patria”
ed il concetto di Nazione, necessario, ai cittadini del Mondo, solo a fini organizzativi).
ITALIA
Salutala così la Patria, nei giorni delle sue feste: - Italia, Patria mia, nobile e cara terra, dove mio padre e mia madre nacquero e saranno sepolti, dove io spero di vivere e di morire, dove i miei figli cresceranno e morranno; bella Italia, grande e gloriosa da molti secoli, unita e libera da pochi anni; che spargesti tanta luce d’intelletti divini sul mondo, e per cui tanti valorosi morirono sui campi e tanti eroi sui patiboli; madre augusta di trecento città e trenta milioni di figli, io, fanciullo, che ancora non Ti comprendo e non Ti conosco intera, io Ti venero e T’amo con tutta l’anima mia, e sono altero d’esser nato da Te, e di chiamarmi figliol Tuo. Amo i Tuoi mari splendidi e le Tue Alpi sublimi, amo i Tuoi monumenti solenni e le Tue memorie immortali, amo la Tua gloria e la Tua bellezza, T’amo e Ti venero tutta come quella parte diletta di Te, dove per la prima volta vidi il sole e intesi il Tuo nome. V’amo tutte di un solo affetto e con pari gratitudine, Torino valorosa, Genova superba, dotta Bologna, Venezia incantevole, Milano possente, V’amo con egual reverenza di figlio, Firenze gentile e Palermo terribile, Napoli immensa e bella, Roma meravigliosa ed eterna. Ti amo, Patria Sacra! E Ti giuro che amerò tutti i figli Tuoi come fratelli; che onorerò sempre in cuor mio i Tuoi grandi vivi e i Tuoi grandi morti; che sarò un cittadino operoso ed onesto, inteso costantemente a nobilitarmi, per rendermi degno di Te, per giovare con le mie minime forze a far sì che spariscano un giorno dalla Tua faccia la miseria, l’ignoranza, l’ingiustizia, il delitto, e che Tu possa vivere ed espanderti tranquilla nella maestà del Tuo diritto e della Tua forza. Giuro che Ti servirò, come mi sarà concesso, con l’ingegno, col braccio, col cuore, umilmente e arditamente; e che se verrà un giorno in cui dovrò dare per Te il mio sangue e la mia vita, darò il mio sangue e morrò, gridando al cielo il Tuo santo nome e mandando l’ultimo bacio alla tua bandiera benedetta. Edmondo De Amicis
(Oneglia, 21 ottobre 1846 - Bordighera, 11 marzo 1908).
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
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