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giovedì 30 marzo 2023

I ROSACROCE TRA LEGGENDA E REALTA’ .

La profezia di Paracelso

Prima di morire Paracelso aveva profetizzato che nel 1572 sarebbe passata sopra la terra una cometa, annunciatrice di profondi cambiamenti nel mondo. La nuova “riforma magica” sarebbe stata apportatrice di pace e tutti gli uomini saggi avrebbero lavorato insieme per il bene dell’umanità. Sull’onda di questa idea nacquero alcune società iniziatiche, come i “Fratelli della Croce d’Oro”, fondata da Agrippa, e la “Milizia evangelica” di Lunenburg. Ma fu solo nel 1614 che apparve un libretto, la Fama Fraternitatis, cui seguì la Confessio Fraternitatis, che erano il manifesto, comprendente tutti i principi dell’Ordine, della società iniziatica dei Rosacroce.
(Nell’immagine a lato, Paracelso).   
I Rosacroce sono la setta segreta che ha destato il più grande interesse popolare, perché la più misteriosa; il nome deriverebbe dal fondatore dell’ordine, Christian Rosenkreutze, figura mitica che ha fatto discutere a lungo gli storici sulla realtà della sua esistenza.
I Rosacroce si manifestarono al mondo nel 1614, quando nelle città di Kassel e di Strasburgo fu pubblicata la Fama Fraternitatis, che riportava il messaggio di un anonimo adepto di questa fratellanza iniziatica, che cercava il rinnovamento morale per arrivare alla perfezione, ottenibile in concomitanza con una serie di riforme. Vi si narrava la storia di Christian Rosenkreutze, nato nel 1378 da una povera famiglia tedesca ed educato in un convento, che aveva lasciato per viaggiare per il mondo ed in particolare in Oriente; a Damasco aveva ricevuto conoscenze segrete da un gruppo iniziatico che aveva la sede principale nella inaccessibile città di Damcar, in Arabia.
Tornato in Germania, Christian aveva fondato un’associazione con quattro amici, legati da un giuramento di fedeltà e di silenzio, allo scopo di dedicarsi alla cura dei malati. 
Col tempo i membri erano diventati otto; abitavano in varie parti del mondo e si riunivano una volta l’anno in una casa chiamata “Dimora dello Spirito Santo”, per parlare delle proprie esperienze e fare insieme progetti per il futuro. 

Christian era morto nel 1484, alla bella età di centosei anni, ma la sua tomba era stata scoperta solo nel 1604: coloro che vi erano entrati l’avevano vista illuminata di una luce sovrannaturale e piena di libri di magia, alcuni di autori che non erano ancora nati ai tempi della morte di Christian.
Nel frattempo i Rosacroce si erano moltiplicati, costituendo una vera e propria confraternita; essi non vestivano in modo particolare, adattandosi agli usi del paese che li ospitava; avevano in odio la lussuria, erano buoni cittadini, riconoscevano la supremazia dell’Impero Germanico e facevano voto di aiutare tutti coloro che erano degni, servendo Dio e sostenendo il progresso della conoscenza; per loro religione e scienza non erano agli antipodi, ma si completavano a vicenda.
Nel 1615 uscì la Confessio Fraternitatis Rosae Crucis, indirizzata ai sapienti europei, che spiegava i gradi iniziatici e scopriva i suoi netti caratteri protestanti; l’anno seguente uscì l’ultima parte del libello, Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutze, forse il più interessante dei tre, un romanzo iniziatico che descriveva l’illuminazione di Christian Rosenkreutze e illustrava le basi della spiritualità rosacrociana.
Un così straordinario programma di vita creò un incredibile fermento fra gli intellettuali europei, che si divisero in due gruppi, uno di critica ed uno a sostegno delle teorie enunciate. L’ideale dei Rosacroce incarnava benissimo l’inquietudine, le speranze di miglioramento, la voglia di cambiamento e di riforme che agitavano non solo la Germania, ma tutta l’Europa. Affascinò talmente gli ingegni dell’epoca che Cartesio cercò invano degli adepti per farsi iniziare alla setta. Le polemiche sulla confraternita si sprecarono; alcuni affermavano che i Rosacroce non esistevano, altri che esistevano ed erano seguaci di Paracelso; per alcuni era tutta un’invenzione del pastore luterano Giovanni Valentino Andreae; per altri erano falsi Rosacroce, perché quelli veri erano nati a Lunenburg nel 1598, sotto il nome di “Milizia Crucifera Evangelica”. Il massimo della fantasia fu la versione che i Rosacroce, stanchi della incredulità degli Europei, erano emigrati in India ed erano divenuti fondatori di una setta di buddhismo esoterico. 
Da allora molti affermarono di essere iniziati Rosacroce.
Nel 1629 il curato di Gisors, in Normandia, Robert Deyau, scrisse una storia della cittadina e della famiglia de Gisors, affermando categoricamente che la società dei Rosacroce era apparsa al mondo profano da pochi anni, ma in realtà era stata fondata nel 1188 da Jean de Gisors e che era collegata con l’Ordine di Sion, un misterioso ordine iniziatico segreto che avrebbe dato vita anche ai Templari. Se ne è parlato di recente, perché sembrava essere collegato con la notissima vicenda di Rennes-le-Château, prima che si scoprisse che quello di Rennes (il Priorato di Sion) era pura invenzione. L’Ordine di Sion sarebbe stato fondato attorno al 1090 da Goffredo di Buglione, il conquistatore della Terrasanta. Gli adepti avrebbero poi preso il nome dall’abbazia di Nostra Signora di Sion, costruita dopo la conquista di Gerusalemme sul monte Sion, a sud della città, sulle rovine di una chiesa bizantina precedente del IV secolo, chiamata “Madre di tutte le Chiese”. 
Un cronista la descrisse nel 1172 come un luogo molto ben fortificato, organizzato e autosufficiente.
A Goffredo fu offerto il titolo di Re di Gerusalemme, ma egli lo rifiutò umilmente, preferendo accettare quello di “Difensore del Santo Sepolcro“; quando morì, nel 1100, lo stesso titolo fu offerto a Baldovino, suo fratello minore, che divenne Re col nome di Baldovino I. Due dei membri dell’Ordine di Sion, de Payen (De Pagani) e de Montbard, fondarono l’Ordine dei Templari, che lavorò in parallelo con l’altro ordine fino al 1187, quando Gerusalemme cadde ed i due ordini si divisero.
L’Ordine di Sion lasciò la Terrasanta e si trasferì in Francia; prese allora il nome definitivo di Priorato di Sion, assumendo come sottotitolo “Ormus-Ordre de la Rose-Croix“; da qui la teoria che essi fossero i precursori dei Rosacroce. Per quel che riguarda invece l’altro nome, un’antica tradizione parla di un saggio di fede gnostica, Ormus, nato ad Alessandria d’Egitto, che nel 46 d. C. aveva fondato, con altri sei seguaci, una piccola confraternita di iniziati, che aveva come simbolo una croce rossa ed una rosa. Convertitisi al Cristianesimo ad opera di San Marco, questi iniziati avevano poi diffuso idee che erano una mescolanza di gnosticismo e Cristianesimo, oltre che di dottrine iniziatiche ermetiche e pitagoriche, che in quel periodo erano diffusissime ad Alessandria. Il nome Ormus figura anche nella religione di Zoroastro, dove indica il principio della luce e del bene, quindi non era strano che qualcuno lo prendesse come pseudonimo. 
Al momento della divisione dai Templari, il Gran Maestro del Priorato era Jean de Gisors, pronipote di Hugues de Payen o Ugo De’ Pagani. 

Tratto dai Lavori di: Devon Scott 
                                         
Devon Scott 
- Data di Nascita: 1951. Indirizzo: Provincia di Imperia. (residente in Liguria) è studiosa di folklore e tradizioni magico-iniziatiche dell’Europa Occidentale e dell’area mediterranea. 
Ha collaborato con riviste cartacee e telematiche, partecipato a programmi televisivi d’informazione e didattici. 
Suoi articoli sono presenti su vari siti esoterici. Oltre all'edizione dei suoi libri, ha tradotto e curato l'Homme Rouge delle Tuileries di Paul Christian, ©Venexia 2011. 

Ricerche di Giancarlo Bertollini - Ricapitolando:

«Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem - Veram Medicinam».  

Il primo testo attribuito al movimento dei Rosacroce fu pubblicato in Germania nel 1616 a firma di Johann Valentin Andreae. A questo mitico personaggio, del quale gli storici non sono mai riusciti a negare o confermare neppure l'esistenza, è tradizionalmente attribuita la fondazione del più famoso ordine occulto dell'occidente, la Confraternita dei Rosacroce. Negli ultimi tre secoli non vi è scuola esoterica, società segreta o loggia massonica che non si sia avvalsa di riti, leggende e simbolismi di questa inafferrabile confraternita. 
Come molti altri movimenti occulti, anche la storia dei Rosacroce è un susseguirsi di convegni segreti, scismi, plagi e scomuniche. 
Forse per questo è così difficile arrivare a un consenso sulla loro dottrina. 

Christian Rosenkreutz  (1378 - 1484) è stato un esoterista probabilmente tedesco. 

Rappresentazione simbolica

Considerato il fondatore dell'ordine dei Rosacroce (o Rosa+Croce come si trova riportato in molti testi), si pensa che sia vissuto in Germania tra il 1378 e il 1484.

Biografia

Compì viaggi in Medio Oriente, intrapresi per poter approfondire le proprie conoscenze sul mondo dell'occulto, evidenziando anche una forte motivazione mistica e gnoseologica.
Fu proprio al ritorno da questi viaggi che Christian Rosenkreutz (o Cristiano Rosacroce), rientrato in Germania, che è considerata sua patria di origine, fondò l'ordine segreto dei Rosacroce. Secondo quanto viene riportato in alcuni documenti, egli visse fino all'età di 106 anni.
Il suo corpo sarebbe stato rinvenuto, perfettamente intatto, 120 anni dopo, quando alcuni confratelli ritrovarono e aprirono la sua tomba.

Il dibattito sulla figura

La sua storia è narrata in tre documenti fondamentali: 
Fama Fraternitatis (1614), Confessio Fraternitatis (1615) e Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz (1616, quest'ultimo generalmente attribuito a Johann Valentin Andreae).
Da quanto emerge dai documenti, la sua morte (sarebbe meglio dire il ritrovamento del suo corpo ancora integro) dovrebbe essere databile intorno all'anno 1603 (1604 secondo altre fonti). Sarebbe stato proprio il ritrovamento del corpo del Maestro l'evento detonante che portò alla rivelazione dell'Ordine dei Rosacroce agli occhi del mondo.
Una tesi diffusa è che la figura di Christian Rosenkreutz sia probabilmente leggendaria; anche molti degli attuali movimenti che continuano a condividere gli ideali rosacrociani ne danno un'interpretazione figurativa, allegorica. Un'ipotesi è che egli rappresenti la personificazione di alcuni ideali (eroici, gnoseologici, religiosi, sociali, ecc.), che diversi pensatori e circoli mistici dell'epoca volevano diffondere. 
Tuttavia alcuni occultisti ed esoteristi del secolo scorso, come ad esempio Rudolf Steiner, Max Heindel e Jan van Rijckenborgh, pur insistendo sull'alto valore allegorico della figura di Cristiano Rosacroce, intesa a rappresentare il prototipo dell'uomo che rinasce secondo la sua essenza divina, tracciano anche, nei loro scritti, i contorni di alcuni enigmatici adepti e iniziati di alto rango, che avrebbero dato forma attraverso i secoli alle "Scuole dei Misteri Occidentali", presentandosi al mondo anche sotto questo nome simbolico.                    

                                             di Giancarlo Bertollini 

Bibliografia: 
Lavori di Devon Scott 
Enciclopedia Treccani 
Ricerche sul WEB


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giovedì 9 giugno 2022

Dall’Antica Regola dei Pauperes Commilitone Christi Templique Salomonici, detti Templari.

Consapevolezza !
Coloro che non amano essere vinti dalla verità vengono vinti dall’errore. 

Obbedienza ! 
Dove non c’è obbedienza non c’è virtù. 

Conoscenza ! 
La strada che porta alla conoscenza è una strada che passa per dei buoni incontri. 
La natura ci ha dato i semi della conoscenza, non la conoscenza stessa.

Idealismo ! 
Sono più le persone disposte a morire per degli ideali, che quelle disposte a vivere per essi.

Spiritualità ! 
L’uomo può non credere in Dio, ma Dio non cesserà mai di credere in lui. 

Religione ! 
Il cristianesimo insegna agli uomini che l’amore vale più dell’intelligenza. 

Armonia ! 
Chi vive in armonia con sé stesso, vive in armonia con l’universo.

Umiltà ! 
La simulazione dell’umiltà è peggiore della superbia. 

Sensibilità ! 
Non è la ragione che ci dà una guida morale, ma la sensibilità. 

Cuore ! 
Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose.

Leoni in Guerra ! 
I Templari: «Sono leoni in guerra e agnelli pieni di dolcezza nelle loro case.                           
Sono rudi cavalieri nel corso delle spedizioni militari ma simili a eremiti nelle chiese.           
Sono duri e feroci contro i nemici di Dio e prodighi di carità verso gli uomini pii e timorati di Cristo… 
e tutte le volte che i cavalieri vengono chiamati alla battaglia, essi domandano non quanti sono i nemici, ma in che luogo si trovano…» 

Sintesi Ricerca di Giancarlo Bertollini

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lunedì 16 maggio 2022

La Pergamena di Chinon (1308)

La Pergamena di Chinon è un documento medievale scoperto nel settembre 2001 da Barbara Frale, una paleografa italiana presso l'Archivio Segreto Vaticano, il quale dimostra che nel 1308 Papa Clemente V concesse l'assoluzione sacramentale al Gran Maestro Jacques de Molay nonché i restanti maggiorenti dei Cavalieri Templari, trascinati in un processo organizzato dal Re di Francia Filippo IV il Bello servendosi dell'inquisizione medievale. Il Papa tolse loro ogni scomunica e censura riammettendoli nella comunione della Chiesa Cattolica. 
(Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308). 
La pergamena è datata Chinon, 17-20 agosto 1308 e fu redatta su ordine di Berengario, cardinale prete di San Nereo ed Achille, Stefano, cardinale prete di San Ciriaco in Thermis, e Landolfo, cardinale diacono di Sant'Angelo in Pescheria; il Vaticano custodisce la copia originale e autentica degli atti di quella inchiesta, con segnatura archivistica Archivum Arcis Armarium D 217, mentre una seconda copia autenticata è conservata al numero D 218. Un'altra versione dell'evento, pervenuta in copia e con un resoconto dei fatti in parte alterato, era stata pubblicata da Étienne Baluze nel 1693 e da Pierre Dupuy in 1751.
Gli agenti del Papa svolsero un'inchiesta per verificare le affermazioni contro gli accusati nel castello di Chinon, posto nella diocesi di Tours. Secondo il documento, Papa Clemente V diede istruzione ai cardinali di condurre l'inchiesta sui Cavalieri Templari accusati. 
I Cardinali pertanto «dichiarano attraverso questa relazione ufficiale diretta a tutti coloro i quali vorranno leggerla, che, lo stesso Signore Il Papa, desiderando ed intendendo di conoscere la pura, completa ed intera verità dai maggiorenti di detto Ordine, nominalmente Fratello Jacques de Molay, Gran Maestro dell'Ordine dei Cavalieri Templari, Fratello Raymbaud de Caron, Precettore delle Commende dei Cavalieri templari d'Oltremare, Fratello Hugo de Perraud, Precettore di Francia, Fratello Geoffrey de Gonneville, Precettore di Aquitania e Poitou, e Geoffrey de Charney, Precettore di Normandia, ci ha ordinato ed incaricati appositamente e per suo oralmente espresso desiderio affinché noi si esaminasse con diligenza la verità interrogando il Gran Maestro ed i summenzionati Precettori uno per uno ed individualmente, avendo convocato pubblici notai e testimoni degni di fede.» 
(Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308). 
Raymbaud de Caron fu il primo ad essere interrogato, il 17 agosto 1308. «Dopo questo giuramento, per l'autorità conferitaci appositamente per questo scopo dal Signore il Papa, noi accordiamo all'umilmente richiedente Fratello Raymbaud, la grazia del perdono, in una forma accettata dalla Chiesa, dal verdetto della scomunica nel quale era incorso a causa delle sue azioni precedenti, riportandolo all'unità con la Chiesa e reintegrandolo nella comunità dei fedeli ed ai sacramenti della Chiesa.» 
Il secondo a essere interrogato nella stessa giornata fu Geoffroy de Charney. Il terzo a essere interrogato il medesimo giorno fu Geoffroy de Gonneville. Hugo de Perraud fu il quarto a venire interrogato, il 19 agosto 1308. Il Gran Maestro fu l'ultimo a essere interrogato il 20 agosto 1308. 
Secondo il documento, tutti gli interrogatori degli accusati svoltisi dal 17 al 20 agosto 1308 ebbero sempre luogo alla presenza di pubblici notai e dei testimoni riuniti. 
Tra le accuse si annoveravano la sodomia, la bestemmia contro Dio, baci illeciti, lo sputare sulla croce e l'adorazione di un idolo.
Il corpo del testo riporta la comparsa degli imputati, il giuramento degli imputati, le imputazioni contro gli accusati e la maniera con cui furono interrogati gli accusati. Dall'interrogatorio di Molay: «Quando gli fu chiesto se avesse confessato queste cose perché sollecitato, per una ricompensa, per riconoscenza, per cortesia, per timore, per astio, per persuasione da parte di qualcun altro, o per l'uso della forza, o per il timore di venire sottoposto a tortura, egli rispose di no. Quando gli fu chiesto se, dopo essere stato arrestato, fosse stato sottoposto ad un interrogatorio o alla tortura egli rispose di no.» Il testo, successivamente, elenca le denunce, le richieste di assoluzione, e la concessione dell'assoluzione da parte degli agenti del Papa; tutto ciò avvenne sempre alla presenza di testimoni. Un estratto delle indulgenze concesse a Molay poi recita «Dopo di ciò giungemmo alla conclusione di estendere la grazia del perdono per quegli atti che Fratello Jacques de Molay, il Gran Maestro dell'Ordine, nella forma e nella maniera sopra descritta aveva denunciato in nostra presenza, come pure per le eresie descritte ed ogni altra , e giurò di persona sul Santo Vangelo del Signore, e umilmente chiese la grazia del perdono (contro la scomunica), riconducendolo all'unione con la Chiesa e riaggregandolo alla comunità dei fedeli ed ai sacramenti della Chiesa». 

L'analisi della pergamena di Chinon ha permesso a Barbara Frale di riconoscere alcune delle pratiche segrete di iniziazione dei Templari. Malgrado tre degli accusati abbiano ammesso di essere stati invitati dai loro superiori durante l'iniziazione a rinnegare la croce e a sputare su un crocefisso, le loro storie sono tutte incoerenti. Geoffroy de Gonneville ammise di non avere ceduto, malgrado le minacce, a rinnegare ed a sputare sulla croce. Malgrado ciò, Geoffrey de Gonneville fu comunque ammesso nell'ordine, il che potrebbe significare che il rifiuto della croce possa essere stato una qualche sorta di prova. Gli altri ammisero di «avere rinnegato solo con le parole non con lo spirito». Gordon Napier ritiene che la pratica di rinnegare la croce fosse un addestramento in caso di cattura da parte dei saraceni.
Tutti negarono la pratica della sodomia o di avere assistito ad atti di sodomia; tuttavia fu ammesso di avere dato dei baci come forma di rispetto solamente durante l'iniziazione a Templare. Il solo Hugo de Perraud dichiarò che durante la sua iniziazione gli fu detto «…di astenersi dall'accompagnarsi a donne, e se non fosse stato in grado di limitare la sua lussuria, di congiungersi con fratelli dell'ordine». Inoltre, solamente Hugo de Perraud dichiarò di avere visto la testa di un idolo che i Templari furono accusati di adorare, a Montpellier, in possesso del Fratello Peter Alemandin, Precettore di Montpellier. 
Tutti gli altri Templari menzionati nella pergamena di Chinon negarono di essere stati incoraggiati a congiungersi con altri fratelli, e a nessuno di loro fu chiesto dell'idolo. Tutti loro aggiunsero che, come per ogni cattolico, ogni trasgressione contro la fede cattolica veniva pienamente confessata ad un prete o ad un vescovo, venivano impartite penitenze e concesse assoluzioni.

La pergamena di Chinon fu materialmente redatta da Robert de Condet, chierico della diocesi di Soissons, nonché notaio apostolico. I notai apostolici furono Umberto Vercellani, Nicolo Nicolai da Benvenuto, Robert de Condet e maestro Amise d'Orléans le Ratif. I testimoni dei procedimenti furono Fratello Raymond, abate del monastero benedettino di San Teofredo, nella diocesi di Annecy, Maestro Berard (o Bernard?) di Boiano, arcidiacono di Troia, Raoul de Boset, confessore e canonico proveniente da Parigi, e Pierre de Soire, supervisore di Saint-Gaugery di Cambresis.
Inoltre, secondo il documento, furono redatte ulteriori tre copie maggiormente dettagliate dagli altri notai pubblici. A tutti i documenti fu apposto il sigillo e furono tutti firmati dai partecipanti. Secondo il documento: «Le loro parole e confessioni furono scritte esattamente nella maniera in cui sono riportate qui dai notai i cui nomi sono elencati sotto alla presenza di testimoni elencati sotto. Abbiamo altresì ordinato che queste cose venissero redatte in forma ufficiale e convalidate dalla protezione dei nostri sigilli». (Pergamena di Chinon datata 17-20 agosto 1308).
La pergamena di Chinon riporta un tentativo fallito da parte del Papa di preservare i Templari dalle macchinazioni del re di Francia, Filippo IV, stabilendo che l'ordine non fosse eretico e fosse capace di riformarsi sotto l'egida della Chiesa. Le colpe dell'ordine consistevano soltanto in fenomeni di grave malcostume, che però non era un fatto grave e insanabile come l'eresia per la quale i Templari erano stati trascinati in un processo. Tuttavia, quando divenne evidente che Filippo IV era determinato a sterminare l'ordine (ed a confiscarne i considerevoli beni e le proprietà all'interno del regno) il Papa abbandonò i templari al loro destino. 
Al di fuori della Francia la dissoluzione dell'ordine fu conseguita con molto meno spargimento di sangue, ed i membri superstiti dell'ordine furono assorbiti da altre istituzioni religiose.
                             Ricerca e Sintesi di Giancarlo Bertollini


Bibliografia: 

° Da Ricerche sul WEB 
°    Tratto da Wikipedia-B. Frale
° TRECCANI - Enciclopedia Italiana 
° Da Lavori del Fr. Giancarlo Bertollini


www.studiostampa.com

martedì 16 giugno 2020

STORIA: Templari e Massoneria.

Luoghi Comuni sui Templari
(Ricerca Storica di Giancarlo Bertollini)
Non è ne facile, né possibile dimostrare un coordinamento fra le due istituzioni; conviene invece, considerarle separatamente e approfondire le loro tematiche in modo indipendente. Sempre ricordando che ogni lavoro deve essere scritto in base a chi ci si rivolge.
L’immissione del templarismo in massoneria ha una storia molto più laboriosa di quella della continuità storica dei Templari di Parigi. Infatti va tenuto presente che, mentre si parla di templarismo, ricercandone i fatti, le date e gli uomini che ne segnarono gli inizi e la continuazione, v’è anche un templarismo essenzialmente spirituale nel quale, come si vedrà, gli assurdi possono comporsi e le controversie annullarsi. Il culto della Vergine per i Cavalieri del Tempio non fu semplice motivo di devozione religiosa.
Partiamo dalla pubblicazione di un Fratello.
L'Eco dei Templari, un articolo di Umberto Eco di qualche anno fa.
“L'ordine venne sciolto da Clemente V all'inizio del XIV secolo. Da allora chiunque può rifondarlo così come può dichiararsi sommo sacerdote di Iside e Osiride.
Fate nascere un ordine monastico-cavalleresco, fatelo diventare straordinariamente potente sia militarmente che economicamente. Trovate un re che voglia sbarazzarsi di quello che è ormai diventato uno Stato nello Stato. Individuate gli inquisitori adatti, che sappiano raccogliere voci sparse e comporle in un mosaico terribile: un complotto, crimini immondi, innominabili eresie, corruzione e una buona dose di omosessualità. Arrestate e torturate i sospetti. Chi ammette e si pente avrà salva la vita, chi si dichiara innocente finirà sul patibolo. I primi a legittimare la costruzione inquisitoriale saranno le vittime, specie se innocenti. Infine, incamerate gli immensi beni dell'Ordine. Questo fondamentalmente ci insegna il processo intentato ai cavalieri Templari da Filippo il Bello.
Segue la storia del mito templare. Immaginate che molti siano rimasti scossi da questo processo e, oltre ad avvertirne l'ingiustizia, come accadde persino a Dante, siano rimasti affascinati dalle dottrine segrete attribuite ai Templari e colpiti dal fatto che la maggior parte dei cavalieri non fosse perita sul rogo e allo scioglimento dell'ordine si fosse come dissolta. All'interpretazione scettica (con la paura che si erano presa, hanno cercato di rifarsi una vita altrove, in silenzio) si può opporre l'interpretazione occultistica e romanzesca: sono entrati in clandestinità, ci sono attivamente restati per sette secoli, Essi sono ancora tra noi.
Niente è più facile che trovare un libro sui Templari. L'unico inconveniente è che nel 90 per cento dei casi (mi correggo, 99) si tratta di bufale, perché nessun argomento ha mai maggiormente ispirato le mezze calzette di tutti i tempi e di tutti i paesi quanto la vicenda templare. E via con la continua rinascita dei Templari, con la loro costante presenza dietro le quinte della Storia, tra sette gnostiche, confraternite sataniche, spiritisti, ordini pitagorici, rosacrociani, illuminati, massoni e Priorato di Sion. Talora la bufala è così smaccata, come nel caso de Il santo Graal di Baigent, Leigh e Lincoln (Mondadori, 1982), che l'evidente e spregiudicata malafede degli autori consente almeno al lettore dotato di buon senso di leggere l'opera come divertente esempio di fantastoria. Come sta avvenendo ora con il Codice Da Vinci, che scopiazza e rielabora tutta la letteratura precedente. 
Ma stiamo attenti, perché migliaia di lettori creduli vanno poi a visitare il teatro di un'altra bufala storica, il paesino di Rennes-le-Château. L'unico modo per riconoscere se un libro sui Templari è serio è controllare se finisce col 1314, data in cui il loro Gran Maestro viene bruciato sul rogo. Tra i libri che si arrestano a quella data era uscito da Einaudi nel 1991  I Templari di Peter Partner.
Ora il Mulino pubblica I Templari di Barbara Frale, una studiosa che ha dedicato anni di lavoro e altre opere a questo argomento. Sono meno di 200 pagine, e si leggono con gusto. Ricchissima la bibliografia (seria). Barbara Frale non si scandalizza troppo per certi aspetti successivi del mito templare, anzi ne vede con qualche simpatia certi svolgimenti romanzeschi (ai quali dedica però solo due paginette conclusive), ma solo perché possono suscitare nuove serie ricerche su tanti aspetti ancora oscuri della 'vera' storia dei templari. Per esempio c'era davvero un rapporto tra i Templari e il culto del Graal? Non si può escludere, visto che persino un loro contemporaneo, Wolfram von Eschenbach, ne favoleggiava. Ma osserverei che i poeti, teste Orazio, sono autorizzati a fantasticare, e uno studioso del prossimo millennio che trovasse un film d'oggi che attribuisce a tale Indiana Jones la scoperta dell'Arca dell'Alleanza non avrebbe ragioni per trarre da questa divertente invenzione alcuna conclusione storiograficamente corretta. Quanto al fatto che però l'antica vicenda non sia ancora del tutto chiara, Barbara Frale accenna ad alcune sue recenti scoperte in archivi vaticani che indurrebbero a vedere in modo nuovo il ruolo della chiesa nel processo. Ma, per lo sconforto di chi ancora oggi esibisce talora un biglietto da visita che lo qualifica come Templare, ricorda che Clemente V, al momento della sospensione dell'ordine, aveva messo fuorilegge qualsiasi tentativo di ripristinarlo senza il consenso pontificio, lanciando addirittura la scomunica contro chiunque utilizzasse il nome e i segni distintivi del Tempio. D'altra parte, nel 1780, argomenti del genere usava Joseph de Maistre per liquidare i neotemplaristi dei tempi suoi”. 
L'ordine templare esisteva in quanto riconosciuto dalla Chiesa e dai vari Stati europei, e come tale è stato formalmente disciolto all'inizio del XIV secolo. Punto. Da quel momento, visto che nessuno ne possiede più il copyright, ciascuno ha il diritto di rifondarlo, nello stesso senso in cui chiunque può dichiararsi sommo sacerdote di Iside e Osiride, e al governo egiziano la cosa non fa né caldo né freddo.
Bernardo di Chiaravalle (che tenne a battesimo i due più grandi ordini medievali: quello monastico dei Frati Cistercensi, di cui fu il massimo esponente e per i quali redasse la Regola, e quello dei Cavalieri Templari, per i quali adattò la stessa Regola modificandola per le esigenze dovute alla loro duplice natura di monaci guerrieri) rivela di aver ricevuto l'illuminazione nella Chiesa di Saint Vorles a Chatillon-sur-Seine, mentre era in contemplazione di una statua di una Madonna Nera. Si dice che dopo avere pronunciato le parole "Monstra te Matrem", Maria si premette il seno, e tre gocce del suo latte caddero direttamente nella sua bocca; Maria come Sofia. Bernardo attinse però ai contenuti di dottrine iniziatiche pre-cristiane, riguardanti la sfera del femminile e delle sue manifestazioni,  connesse al concetto di “Madre Terra”. 
Va ricordato che il culto Cristiano della Vergine Maria è considerato come derivato dal culto di Iside dell’antico Egitto e compare tardi nel Cristianesimo (Concilio di Efeso 431 d.C.)  ma ricorda la divinità egizia per l’aspetto iconografico e per la ricorrenza delle varie festività dedicate.
Per mantenerci aderenti al carattere storico, politico e religioso di questo studio, daremo la precedenza al templarismo storico che trova la sua espressione in quegli uomini che, nel XVIII secolo, avanzarono la pretesa di discendere dall'antica istituzione e di averne ereditata la dottrina segreta e magari anche l’immane “tesoro” che probabilmente venne diviso in tre parti (Italia, Francia, Spagna).
Disputatissima, questa pretesa portò, sul piano organizzativo, risultati disastrosi: frazionamenti nel massonico che sino ad allora era stato compatto e tollerante, introduzione di nuovi gradi e, cosa più grave, deviamento, per rivalità di natura contingente, della linea iniziatica. 
Infatti si può essere tranquilli col nemico perché non potrà tradirci ma molto attenti con Amici, Colleghi, Fratelli e Parenti, 
perché è da loro che arriverà il Tradimento
A sfatare i luoghi comuni che serpeggiano dietro le figure dei monaci - guerrieri. Alcuni cavalieri, amati da Dio rinunciarono al mondo e si consacrarono a Cristo. Osservavano la povertà, la castità e l’obbedienza. Erano, il fondatore dell’Ordine Ugo de Pagani o di Payns insieme ad altri 8 fratelli. 
Il Re di Gerusalemme diede loro alcuni locali del vecchio Tempio di Salomone e per questa ragione furono chiamati Templari”. Sono diverse le leggende che nel corso degli anni si sono diffuse intorno alla figura, più o meno mitica, dei cavalieri Templari, *Custodi del Santo Graal* *Arca dell’Alleanza*. 
Il periodo storico è databile tra il 1118, data di fondazione dell’ordine, e il 1314, data della morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques de Molay. Nessuna filosofia di vita, nessuna convinzione religiosa, solo un modo per dare un senso ad una figura, quella dei Templari, su cui sono state dette e scritte pagine infinite. 
La fine dei Templari: una triste storia più che un romanzo.
Pensiamo ai più diffusi Luoghi Comuni sui Cavalieri Templari:   
“bere come un Templare”. Vino e birra erano le bevande più consumate, e potevano essere aromatizzate con anice o rosmarino. Il vino veniva anche bollito e speziato con cannella, chiodi di garofano, o con l’aggiunta di miele. 
L’espressione “bere come un Templare” non corrispondeva ad un comportamento reale, perché l’ubriachezza nell'Ordine non era tollerata e veniva punita molto severamente, anche con l’espulsione. 
“…e se un fratello è abituato a bere tanto da diventare ubriaco e non vuole correggersene, bisogna punire la sua colpa…” 
(Regola catalana - una versione della Regola generale). 
Il vino per i Templari era importantissimo perché indispensabile nelle funzioni religiose. Ogni precettoria, aveva l’obiettivo d’essere autosufficiente, e perciò quasi dappertutto si cercava di produrne. Come accadeva anche per gli altri ordini monastici, documenti testimoniano la presenza di numerosi vigneti posseduti dall'Ordine, in terre non sempre lavorate direttamente ma anche affidate ai contadini del luogo. In mancanza di vigneti, pur di mantenere l’autonomia produttiva, ci si dedicava alla preparazione d’altre bevande. Un esempio lo abbiamo nella precettoria inglese di Cowton, dove c’era un apposito locale per la fabbricazione della birra. (consumata soprattutto nel nord Europa per le ovvie condizioni climatiche che rendevano troppo complessa la produzione del vino).
“in due su un cavallo” E’ conosciuto da tutti il sigillo templare che mostra due cavalieri armati su uno stesso cavallo. Il significato è stato variamente interpretato ma non è certo, come qualcuno ha scritto, un riferimento alla necessaria povertà dei cavalieri che per risparmiare vanno in due su un cavallo! Sciocchezze
Ci pensate che razza di efficienza in combattimento avrebbero avuto?
Il significato del sigillo è esoterico ed è una conferma che all’interno del Tempio esisteva un insegnamento segreto, analogo a quello dei Fedeli d’Amore.
Francesco da Barberino, fedele d’amore, nei suoi Documenti d’Amore, un trattato esoterico sapienziale dell’inizio del XIV secolo, ci ricorda che il cavallo è simbolo della natura umana, perché ritenuto l’animale più simile all'uomo. I due cavalieri vanno interpretati come immagine della parte invisibile che ci costituisce ed è trasportata dal corpo: 
uno dei cavalieri è l’anima, l’altro lo spirito; 
il cavallo è il corpo.
Anima, Spirito e Corpo costituiscono ognuno di noi, 
come ricordava anche San Paolo.
Ma coltiviamo il dubbio e andiamo oltre il fatidico 1314 per tentare di capire
Da quella tragica data fino alla fine del 1600 le notizie sono poche e contrastanti. 
Il manoscritto rinvenuto dal Locke (1696) nella Biblioteca Bodleiana, pubblicato solo nel 1748, che è attribuito alla mano di Enrico VI di Inghilterra, definisce la Massoneria come «la conoscenza della natura e la comprensione delle forze che sono in essa»; ed enuncia espressamente l’esistenza di un legame tra la Massoneria e la Scuola Italica, perché afferma che Pitagora imparò la Massoneria dall'Egitto e dalla  Siria, e da questi paesi i Fenici, gli uomini rossi fiammanti, la portarono in Occidente.
Gli anni tra il 1735 e il 1780 sembrano essere stati i più favorevoli al sorgere in seno alla Massoneria di nuovi sistemi, tendenti a costituire i sistemi degli Alti Gradi. Gradi il cui aspetto è quasi sempre templare, ma il cui fine sono la lotta e la passione politica. Le circostanze che condussero ala creazione degli Alti Gradi non sono ben chiare: sembra che siano dovuti al “famoso” scrittore francese di origine scozzese, (convertito al cattolicesimo dal prelato francese (1651 + 1715) Ramsay André Michel (nato nel 1686) il quale instaurò i gradi scozzesi, attribuendone l’origine a Gonfredo Bouillon. La leggenda sulla sua derivazione raccontava che Pietro da Bologna, uno dei precursori, incaricato della difesa nel processo contro l’ordine, scomparso nel nulla durante il Concilio di Sens ed evaso dal carcere con il segreto comunicatogli dal Gran Maestro de Molay, si era recato in Scozia con il conte Ugo di Salm e con    Silvestro Grumbach dove si incontrarono con i Gran Commendatori Giorgio de Harrris e Aumont, che li avevano preceduti e, insieme, avevano deciso di continuare l’Ordine sotto il velo massonico.
Nel giorno di San Giovanni del 13 … … ?, nello stesso capitolo in cui Aumont era stato eletto Gran Maestro, si era convenuto di adattare i simboli dell’arte muratoria e il nome di Massoni liberi, onde sfuggire ad ogni ricerca e ad ogni persecuzione. Subito dopo l’Ordine si diffuse in Francia, in Germania, in Inghilterra, in Spagna ed altrove. Che tutto questo potrebbe essere leggenda lo indicano alcune sviste di indubbia importanza. Lasciando da parte l’impossibilità materiale per il Molay di poter comunicare con Pietro da Bologna, è certo che il conte di Salem, secondo quanto scrive il Depuy, non fu imprigionato, non solo, ma Ugo e Silvestro sono probabilmente la stessa persona e precisamente quel Silvestro di Grumbach, nominato canonico di Magonza ed i cavalieri Harris e Aumont sono forse due sconosciuti ?
Era facile allora, quando la storia non aveva nessun metodo critico, incorrere in simili errori, specie se si tendeva a creare una genealogia per istituzioni di recenti natali. Comunque sia, viene spontaneo chiedersi perché il primo conato delle affiliazioni templari a carattere massonico si sia verificato in Scozia. 
Secondo il Ramsay, la ragione è semplicissima; prima della loro quasi totale distruzione, i Templari si sarebbero associati ai Massoni per la ricostruzione delle Chiese distrutte dai Saraceni, in un secondo tempo, accettando l’offerta di un non ben definito Re inglese, si sarebbero ritirati nei loro stati per dedicarsi al trionfo della moralità, dei costumi e delle arti figurative e musicali.
La certezza che i Templari siano preesistiti alla Massoneria moderna (speculativa), ci induce quindi a cercare nelle origini di quella storica (operativa), per vedere quali rapporti intercorrano fra le due grandi istituzioni nel pensiero dei diversi autori. 
Nebulosa è l’origine della Massoneria 
e dei Costruttori del Tempio di Re Salomone. 
Il Laurie la ricerca tra i costruttori dell’Abbazia di Kilwinning, ovvero in una corporazione scozzese, in seno alla quale sarebbe avvenuta la fusione con i fratelli Templari fuggiaschi. 
Per sottrarsi alla vigile attenzione dell’Inquisizione, questa  Massoneria costituì, nel 1735, l’Ordine del Patriarca Noè (Noachiti) al quale potevano accedere solo i cattolici e senza alcuna pretesa di discendere dagli antichi ordini cavallereschi; tuttavia il Ramsay non esitò a far discendere da questa Massoneria la Cavalleria Crociata, per quanto, nel suo celebre discorso non facesse cenno ai Templari. 
Arriviamo all'introduzione nella Massoneria degli Alti Gradi che andarono ad aggiungersi a quelli tradizionali di: 
Apprendista, Compagno e Maestro. 
Non la tradizione, ne motivi ideali sembrano aver spinto ad immettere i gradi templari, ma una politica di necessità, quella politica che sino ad allora era  rimasta fuori dalle logge e che finì presto col prendere il sopravvento sul carattere iniziatico fino ad allora perseguito. 
Pare che gli Stuart, dopo la detronizzazione (1688), stabilissero per le loro rivendicazioni politiche e dinastiche una rete di relazioni tra la Scozia, la Francia, l’Inghilterra e il papato di Roma, agganciandovi anche la Massoneria, con le logge Jacobite e, volendola asservire al legittimo degli Stuart, si cominciò con l’attribuire ai simboli ed alle allegorie muratorie, simboli ed allegorie dinastiche: la stessa leggenda di Hiram non servì più a ricordare l’antico Maestro di Salomone, ma la morte sul patibolo di Carlo I avvenuta nel 649.
Uomo di lettere e di scienze, versato in teologia e coinvolto nelle dispute religiose così accese in Inghilterra, André Michel Ramsay, una volta rifugiatosi in Francia, si unì al partito degli Stuart, tentando una riforma massonica generale. Nel 1728, si intrattenne con i membri della Gran Loggia di Londra, per aggiungere ai tre gradi simbolici, le sue innovazioni che furono accolte con grande entusiasmo. Nascevano così gli alti gradi e questa sembra essere l’origine più probabile dello Scozzesismo. 
Le novità venivano probabilmente pronunciate a mezza bocca, particolarmente nei salotti cosiddetti “bene informati”, frequentati dai nuovi ceti emergenti provenienti dalla provincia. Il sesto grado svolgeva la leggenda della derivazione Templare nella persona del “famoso Aumont”, allettando i seguaci degli Stuart. 
Entrata nella fase di decadenza, la Massoneria prestava il fianco alle infiltrazioni politiche e al dilagare del filosofismo; il grado Kadosh o Piccolo Eletto è infatti coetaneo al trionfo della religione naturale sulle religioni rivelate e all'introduzione in Massoneria della tradizione dei Rosacroce, della Kabala, della magia, della teosofia, delle arti evocative, ecc.
Il grado Kadosh, viene registrato a Lione sin dal 1743, come simbolo della vendetta dei Templari e quale rifugio di molti Massoni espulsi, perché tali, dall'Ordine di Malta. I gradi Superiori si suddivisero e si inquadrarono, sull'esempio di Ramsay, in una pluralità di differenti sistemi che presero il nome di “riti” e furono governati ognuno dal proprio capitolo. Questa novità degli Alti Gradi, fu causa di gravi turbamenti in seno alla Massoneria, fino a quel momento rimasta estranea da tutte le competizioni profane.
Carlo Edoardo Stuart stabilì il primo centro amministrativo degli Alti Gradi ad Arras, nel 1747, dopo il capitolo di Clermont e da questo derivante si costituì nel 1758 con un nuovo sistema, cioè il Consiglio degli Imperatori d’Oriente e d’Occidente; un altro capitolo venne alla luce a Parigi nel 1762, il Gran Consiglio dei Sublimi Principi del Real Segreto, comprendente 25 gradi. 
Il Barone Tschoudi, nel suo libro “L’Etoile Flamboyante”, tratta l’ordine come tale, di questi nuovi gradi e del loro rituale, che in seguito si svilupparono nei vari sistemi giungendo sino a novanta. Tra tutti questi sistemi, cercheremo di esaminare soltanto quelli che si richiamano all'Ordine del Tempio. Nell'Europa centrale il sistema di Ramsay sfociò nella “Stretta Osservanza”. Le prime notizie in merito comparvero in uno scritto del 1745 a Strasburgo; quasi in contemporanea, o prima del 1751 attraverso un manoscritto rinvenuto che sostiene che l’origine della Massoneria (moderna), proviene dalle Crociate. 
Ma è soprattutto dal trattato della “Stretta Osservanza” compilato dal più attivo sostenitore, Carlo Gotthelf, barone de Hund che si vengono a conoscere i caratteri di questa Alta Massoneria tedesca. Gli statuti si trovano pubblicati negli “Acta Latomorum” del Thory e nell’”Anti-Santi-Nocaise”, in Lipsia 1788. 
Nell'esporre la leggenda relativa all’Aumont, si fa risalire il racconto sino ai primi due delatori, il Noffodei e Squin de Florian (Esquieu de Floyran, detto Squinn, è un personaggio a metà tra storia e leggenda. E il suo nome è arrivato fino a noi trascritto in vari modi, come Esquieu de Florian o Esquieu de Floryan de Béziers. Così per quanto riguarda il suo appellativo, in alcuni casi tramandato come Squin), che avrebbero assassinato, nella sua casa di campagna vicino Milano, il Maestro della provincia di Monte Carmelo per non aver egli concesso loro il comando di una nuova commanderia in sostituzione di quella perduta a Montfaucon. 
Il de Hund era stato ricevuto Massone a Francoforte sul Meno il 20 marzo 1742, e nel 1754 nella loggia Clermont di Parigi era stato iniziato agli Alti Gradi. 
Ritornato in Germania costituì l’Ordine della Stretta Osservanza, con 6 gradi di regime templare, ai quali se ne aggiunse poi un altro: il settimo. 
Come il Tempio, egli divise l’Europa in 9 provincie; a capo di tutte aveva posto altissimi personaggi “sconosciuti”, residenti in Scozia. 
In un “Convento” tenuto a Saxe nel 1763, il de Hund accede alla carica di Gran Maestro Provinciale della Massoneria Rettificata della Germania, ma nel settembre dello stesso anno comparve Jena, uno sconosciuto di nome Johnson, definito un avventuriero, il quale, proclamandosi Gran Priore dell’Ordine, si disse incaricato di riformare le logge tedesche, le quali, non erano, secondo le sue affermazioni, l’Ordine Templare, perpetuatosi segretamente. 
Con la minaccia di far intervenire straordinarie potenze, con il timore di terribili punizioni contro i nemici dell’Ordine e con il decantato possesso di un manoscritto di Ugo de Pagani, imponeva, in nome dei “Superiori sconosciuti”, il riconoscimento a lui solo il diritto di creare Cavalieri del Tempio. 
“Ugo nacque da famiglia Nocerina di origine Normanna, nell'antica Nocera de' Pagani (oggi suddivisa tra i comuni di Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Sant'Egidio del Monte Albino e Corbara), probabilmente attorno al 1074. Una tradizione locale afferma che il battesimo di Ugo ebbe luogo a Nocera, nella chiesa rupestre di Sant'Angelo in Grotta (o Sant'Angelo ad Cryptam). Il Libro  Capitolare dell'Abbazia della Santissima Trinità di Venosa racconta che, nel 1084, Pagano de' Pagani e sua moglie Emma donarono al monastero alcune proprietà, Chiese in particolare, in presenza del figlio Ugo. Un esponente della famiglia  Amarelli, Leonardo, aveva sposato Ippolita de' Pagani, sorella di Pagano, ed aveva due figli: Alessandro e Anzoise. Alessandro sarebbe stato coinvolto con Ugo nella Prima Crociata. 
La famiglia Amarelli viveva e vive a Rossano, in Calabria”.
Il barone de Hund, che male aveva sopportato l’intromissione dello Johnson, non tardò ad averne vittoria: fattolo rinchiudere in un Castello a spese dell’Ordine, convocò un nuovo “Convento” ad Altembourg nel 1764 per essere nominato Gran Maestro. Convalidando che il conferimento degli Alti Gradi era di assoluta competenza del Gran Maestro per la Germania, divenne così il più fervente sostenitore del sistema Templare applicato alla Massoneria. I membri della “Stretta Osservanza” erano vincolati, attraverso un giuramento di cieca obbedienza, unicamente alla sua persona, prendendo la denominazione di “Cavalieri di Spada”. 
Ai tre gradi massonici ne fu aggiunto un altro, il quarto: Maestro Scozzese, un quinto: Nonizio, un sesto: Cavaliere del Tempio, distinto in tre classi: 
Cavaliere, Socio e Armigero. 
Chiudeva la serie il VII grado di Cavaliere Professo, istituito più tardi. Ma ogni volta che i fratelli, ansiosi di conoscere quanto era stato loro preannunciato come una rivelazione, chiedevano di essere messi a parte almeno della scienza magica e del segreto della Pietra Filosofale, si sentivano ripetere la medesima risposta: 
un vero Massone era il Cavaliere del Tempio. 
Il piano gerarchico divideva la Germania in nove Provincie ad ognuna delle quali era predisposto un Gran Maestro Provinciale, assistito da un capitolo con priorati e prefetture alle proprie dipendenze. I capi e gli scopi dell’Ordine restavano occulti, seducendo gli amatori del mistero, snervando i desiderosi di concludere. 
Oggi resta ancora un Mondo da esplorare con ricerche sempre più approfondite e senza certezze. 
                                                                        
                                                                Ricerche di 
                                                                Giancarlo Bertollini

Bibliografia: 

°      TRECCANI - Enciclopedia Italiana.
°      Da Lavori di: Bertollini - D’Angelo - Revelli - Manetti.
°      Ricerche sul WEB - Umberto Eco - Barbara Frale - Franco Cuomo.

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domenica 27 ottobre 2019

TIVOLI: SUCCESSO PER IL CONVEGNO SUI TEMPLARI ORGANIZZATO DALLA GRAN LOGGIA D’ITALIA DEGLI ALAM.

Un grande successo per il convegno dal titolo “Alla scoperta dei Templari”, organizzato dalla Gran Loggia d’Italia degli ALAM presso il Grand Hotel Duca d’Este a Tivoli, che ha visto la partecipazione di circa 200 persone.
Ad introdurre la manifestazione è stato il dott. Giuseppe Marinuzzi. A seguire, l’intervento del Prof. Francesco Maria Paone che ha approfondito la figura del monaco-guerriero istituzionalizzata nel Concilio di Troyes grazie all'opera di San Bernardo e i vari misteri dei Templari: dal Santo Graal al Tesoro dell’Ordine.
A tirare le conclusioni del convegno il dott. Franco Tocci, Condelegato Magistrale Regione Massonica Lazio, che ha spiegato cos'è la Massoneria, definendola una delle più antiche e grandi confraternite dove si riuniscono e ricollegano le principali tradizioni esoteriche d’Europa e del Mediterraneo.
In conclusione è stata annunciata l’apertura della Sede dell’Oriente di Guidonia a quanti avranno il piacere di visitarla e di conoscere i principi e i valori che ispirano l’azione ed il pensiero dei Liberi Muratori. Il primo appuntamento sabato 16 novembre 2019 dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00.

Fonte: LanternaWeb

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giovedì 17 marzo 2016

Federico II in 3 minuti !

Federico II in 3 minutiFederico II in 5 minuti
Pubblicato da Siciliae Regnum su Martedì 15 marzo 2016
Essendo stato, Castel del Monte, probabilmente concepito quale luogo di iniziazione per i Cavalieri Templari, le probabilità che Federico II non lo frequentasse risultano particolarmente elevate. Pertanto TUTTA la storiografia ufficiale andrebbe rivista !
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lunedì 10 febbraio 2014

CINEMA: dal 14 febbraio "IL MISTERO DI DANTE", regia di Louis Nero

Dal 14 Febbraio 2014 esce nei cinema il nuovo attesissimo film del regista Louis Nero, una co-produzione internazionale con capofila la società indipendente torinese L’Altrofilm. 
Un viaggio sulle orme del sommo poeta il cui canto, ispirando ed elevando le menti, ha attraversato i secoli fino ai giorni nostri. 
Il Premio Oscar F Murray Abraham interpreta il ruolo di protagonista, una sorta di Alter Ego di Dante.

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