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sabato 16 settembre 2023

Accoglienza, Sistemi e Politica !

Fermiamo questa invasione !
Serve che raddrizziamo la schiena, sequestriamo le navi che li trasportano, arrestiamo il comandante e il personale di bordo, affondiamo barchini e gommoni.
Se i proprietari delle navi protestano o ci fanno cause internazionali FREGHIAMOCENE !
Senza mezzi di trasporto l'esodo si esaurisce 😠

www.studioservice.com

domenica 19 aprile 2015

Sicurezza nei trasporti - la tecnologia ICT può eliminare i rischi dovuti alla follia? di Roberto Vacca.

Forse il disastro dell’aereo German Wings è stato causato dalla follia del co-pilota. Una intelligenza artificiale sovrapposta al  pilota automatico avrebbe potuto evitarlo? 

L’ingegneria dei sistemi detta la regola "Don’t cater for extremely low probability events” = Non dotare il sistema di funzioni mirate a gestire eventi di probabilità estremamente bassa". 
La follia di un pilota ha probabilità evanescente. Può manifestarsi in tempi minimi - nei quali un sistema sofisticato potrebbe essere inadeguato a reagire. In alcuni anni in tutta Europa è accaduto che non vi sia stato nemmeno un incidente  mortale in TUTTI i voli di linea. Un sistema di supervisione e sicurezza contro evento improbabilissimo come la follia suicida di un pilota, possiamo immaginarlo - ma se tentiamo di dotarlo di funzioni di giudizio sui comandi, le intenzioni, o le reazioni a emergenze poco prevedibili, rendiamoci conto che tenteremmo di costruire un sistema di controllo di una complicazione tale da impedire di capire, giudicare, “override” in tempo le decisioni che il sistema prende in frazioni di secondo. Avere buone intenzioni non basta, occorre capire che la complessità molto spinta è già in se una fonte di rischio. Queste considerazioni si applicano anche ai treni ad alta velocità e alle auto self drive di cui si parla tanto. Sono argomenti seri di cui non si può parlare in un articolo e tanto meno in un chat improvvisato o in un tweet.
Calma e riflessione, facciamo discutere gli esperti e critichiamoli col tempo necessario. 
Taluno sostiene che andrebbe azzerato ogni rischio. È questo un sintomo grave dell'ignoranza diffusa sui rischi e sui modi per difendersene. Così proponendo un fine impossibile, si disinforma il pubblico, mentre, invece, la sicurezza sta aumentando di continuo in quasi ogni settore. È certo bene istituire anche  bilanci rischi/benefici. I benefici si quantificano in termini di assorbimento di overhead e utile prodotto. I rischi si valutano come prodotto del danno per la probabilità che si verifichi. Il danno è definito come l'onere che un'azienda sopporta per risarcire clienti o terzi che hanno subito traumi, menomazioni o danni alle cose a causa di malfunzione di prodotti dell' azienda. Certo la malfunzione deve essere almeno colposa. Si deve dimostrare, cioè, che non è stata resa impossibile, mentre avrebbe potuto esserlo. L'entità massima del danno si può prevedere in casi semplici, ad esempio in base all'energia totale che può essere rilasciata in tempi brevi: dalla conflagrazione di combustibili immagazzinati o trasportati, dalla fuoriuscita di acqua contenuta in un bacino, dall'energia cinetica di masse in moto (veicoli) in caso di collisioni.
Però l'energia (meccanica o elettrica) che basta a uccidere un uomo è di minime frazioni di Wattora: dunque i meccanismi di rischio sono più importanti delle quantità in gioco.   
Una regola empirica suggerisce di non considerare rischi di morte nella popolazione di un paese che  siano inferiori a una  morte/anno per ogni milione di abitanti, né rischi occupazionali inferiore a una morte/anno per ogni 100.000 lavoratori. Per l'Italia queste cifre sono rispettivamente 57 e 200. Per confronto ricordiamo che in Italia (2009) ogni anno muoiono circa 5.000 persone in incidenti di traffico, circa 12.000 per cadute, 200 di AIDS e 165.000 di cancro. Per accumulare una probabilità di morte di uno su un milione è necessario, quindi, un tempo di 4 giorni per incidenti di traffico e 1,7 per cadute. Questo tempo cresce a 2 mesi per l'elettrocuzione, a 2 anni per la morte causata dal fulmine e 4 anni per la morte causata dalla puntura o dal morso di un animale.
Il pubblico capisce poco i rischi. Esempio:  i viaggi in auto sono più pericolosi di quelli in aereo. In Italia dal 1972 al 2008 il numero di  morti in incidenti di traffico è calato del 65% (nel '72 i morti erano 14.000). Anche i decisori aziendali e pubblici capiscono poco i  rischi. Pochi sanno calcolare la probabilità di morire volando 100.000 volte  e supponendo che in ogni volo la probabilità sia 1 su 100.000. 
(È  solo  il 63,2% = 1 - 0,99999 alla centomillesima potenza).
La percezione soggettiva dei rischi rispecchia realtà distorte. Si investono cifre  enormi per  ridurre rischi già  bassi, come  quello delle radiazioni nucleari in centrali e centri di ricerca. Si investono cifre alte per ridurre le morti  in incidenti stradali. Si investe poco contro il cancro e nulla per evitare le morti dovute a cadute. I rischi industriali calano rapidamente, ma non lo si nota proprio perché sono bassi e continuano a ridursi. 
I rischi sistemici  più complessi  (blocchi dei sistemi  di  trasporto, energia, comunicazioni) sono difficili da valutare e neutralizzare.
La complessità enorme e crescente rende difficile progettare la sicurezza nei sistemi prevedendo ogni condizione futura di funzionamento. La sfida tecnica e teorica è appassionante. Sarebbe vitale accettarla e vincerla, ma non abbiamo soluzioni da manuale: occorre inventarle.
Vanno integrati i progetti dei vari sistemi valutando i rischi di ciascuno e la loro trasmissione tra aree fisiche e settori. Vanno addestrati utenti e operatori a riconoscere emergenze impreviste e a reagire adeguatamente. Vanno ottimizzate le comunicazioni per ottenere monitoraggio e controllo intersistemico e va reso trasparente il software di controllo onde distinguere se i guasti hanno origine nello hardware, nei canali di comunicazione o nel software. A tal fine va analizzata la storia di tutti i blackout, le crisi sistemiche, le emergenze dovute ad atti terroristici e vandalici. 
Su questa base vanno formulati scenari quantitativi dettagliati. Vanno sviluppati, analizzati criticamente e validati modelli matematici dell’interdipendenza fra sistemi e della proliferazione di guasti, emergenze e interruzioni dei servizi. E’ compito arduo e critico: alcune variabili non sono note o si presentano in modo casuale. I meccanismi possono essere arguiti, non calcolati. 

venerdì 24 gennaio 2014

ATTENZIONE !!! Riflessione sui sistemi elettorali: Certezze e Dubbi !




martedì 21 maggio 2013

Windows diventa il terzo sistema operativo mobile

Il sistema operativo di Redmond sorpassa BlackBerry piazzandosi dietro Apple e Android. Venduti 7 milioni di dispositivi, Microsoft ottiene una quota di mercato pari al 3,1 per cento. 

Windows Phone arriva sul terzo gradino del podio dei sistemi operativi mobile più diffusi al mondo, sorpassando il canadese BlackBerry. Il sistema operativo di Redmond si posiziona così fra i migliori nella classifica delle spedizioni globali stilata dagli analisti di IDC, con un totale di 7 milioni di dispositivi venduti e una quota di mercato pari al 3,1 per cento alla fine del primo trimestre di quest'anno. Per Microsoft, che da tempo sperava di poter superare Blackberry, è obbiettivamente una buona notizia, ma la crescita, per quanto interessante, non è ancora tale da far immaginare in tempi brevi la conquista di una fetta rilevante del mercato. Android regna incontrastato, con il 75 per cento degli smartphone distribuiti nel primo quarto (Google ha sottolineato che al mondo ci sono 900 milioni di device Android attivi), circa 162 milioni di macchine quasi il doppio di quelle distribuite nello stesso periodo un anno fa. Cresce di molto la distribuzione degli iPhone, 34.7 milioni, il migliori quattro mesi mai avuti da Apple, ma la quota di mercato, visti i numeri di Android, scende al 17.3 per cento. Quello tra i tre sistemi operativi principali è un confronto interessante perché chi riuscirà ad aggiudicarsi il monopolio avrà la possibilità di modellare gran parte del mondo in futuro. Sia Android, che iOS che Windows puntano verso l'integrazione di dispositivi diversi con un unico sistema operativo. Il vantaggio di Microsoft in questo terreno è ovvio, ma le difficoltà a trovare macchine adatte a far girare il nuovo Windows 8 non hanno reso la vita facile al nuovo sistema operativo. La partita fra i colossi del settore però, al momento, sembra ancora tutta da giocare, quindi non resta altro che osservare quali meraviglie avranno da offrire in futuro al pubblico e scegliere il proprio sistema operativo preferito.

venerdì 12 aprile 2013

ANDROID: NOKIA, MICROSOFT E ORACLE DENUNCIANO GOOGLE

Fonte: pc-facile - Android - Articolo Completo
FairSearch.org, una lobby che comprende, tra gli altri, Nokia, Microsoft e Oracle, ha denunciato Google alla Commissione Europea per concorrenza sleale. Secondo FairSearch, Android è un "cavallo di Troia" che permetterebbe e Google di "dominare il mercato mobile e solidificare il suo controllo sui dati consumer Internet."
La Commissione è nel mezzo di un'inchiesta per determinare se le pratiche di Google nel campo del search siano scorrette o meno. FairSearch, i cui membri sono tutti in qualche modo concorrenti di Google, spera di aumentare la pressione sul gigante di Mountain View al momento in cui la Commissione dovrà prendere una decisione. Ricordiamoci che Google ha già dovuto implementare delle modifiche, richieste dalla Commissione Europea, a causa del consolidamento delle privacy policy.
www.studiostampa.com

lunedì 2 aprile 2012

Rapetto: Più della confisca servono efficaci cyber-detective


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In un suo articolo sul Sole 24 Ore del 25 marzo 2012, il Colonnello Umbertro Rapetto, che sarà ospite di spicco al Privavcy Day del 9 maggio, ha commentato la decisione del Legislatore di introdurre la confisca per i beni tecnologici usati per il compimento di reati informatici:
"La promulgazione della norma poggia su una dichiarata constatazione di «un forte squilibrio tecnologico tra le dotazioni informatiche messe a disposizione delle Forze di polizia e quelle comunemente utilizzate dalla criminalità». Una simile pur plausibile affermazione non considera che il vero gap è prevalentemente di carattere culturale e non lo si supera con una "confisca obbligatoria" che presta peraltro il fianco a tanto feroci quanto fondate critiche dei puristi del diritto. Non è così che si "armano" le forze di Polizia, ma piuttosto formando, mantenendo aggiornato e incentivando il personale che svolge attività di indagine nel settore. Non sono pochi i computer, ma pochissimi gli investigatori davvero capaci di operare in un contesto le cui dinamiche sono talmente fluide da riservare sorprese anche ai più bravi cyber-detective.
Chi lavora in questo ambito apprezza lo sforzo, ma è consapevole che non è così che si risolve il problema della criminalità hi-tech e di quella "ordinaria" supportata da sofisticati strumenti elettronici. La prima mossa deve far perno sulla creazione di investigatori digitali (per la ricognizione e la scoperta di reati e relativi responsabili) e di esperti di computer forensic (per la fase di "medicina legale" di acquisizione delle prove sui reperti). La seconda sarà quella di creare l'arsenale degli strumenti tecnici necessari, che non sono i computer dell'avversario ma quei costosi dispositivi e software progettati allo specifico scopo.
La confisca della lancia termica utilizzata per svuotare un caveau bancario potrebbe mai contribuire ad un rafforzamento delle dotazioni di chi deve assicurare la sicurezza?"
Per rimanere in tema di reati informatici, al Privacy Day, sono previsti due interventi del Comandante del GAT (Nucleo Speciale anti frodi telematiche della Guardia di Finanza): "Conoscere le minacce che girano intorno ai dati per difendere la nostra azienda nell’era digitale" e "Furto d’identità, phising & truffe online: violazioni privacy di criminali a danno del cittadino".
Appuntamento da non mancare quello del 9 maggio ad Arezzo per gli addetti ai lavori. La partecipazione al Privacy Day è gratuita previo accredito. In alternativa alla prenotazione online, scarica il modulo per la richiesta di accredito:
Fonte: Il Sole 24 Ore  

domenica 1 aprile 2012

VENDITA ENERGIA ELETTRICA E GAS: LE REGOLE DA CONOSCERE PER EVITARE INGANNI E FRODI




Con la liberalizzazione del mercato dell'energia e del gas, e quindi con l'introduzione nel mercato dei cosiddetti "venditori del mercato libero", soggetti che vendono energia e/o gas a tariffe e condizioni contrattuali libere, non vincolate dall'Autorita' Garante, si e' purtroppo moltiplicato il numero di casi di sottoscrizioni carpite con l'inganno, con comportamenti scorretti, illeciti, al limite della truffa.  
Per tale ragione l'Autorita' garante dell'energia e del gas ha deciso di emanare un aggiornato ed unico codice deontologico di comportamento che i venditori del mercato libero, sia dell'energia elettrica che del gas, devono rispettare quando presentano proposte ed offerte a clienti gia' legati ad altri fornitori.

Il nuovo codice unico (delibera AEEG 104/10), in vigore dal 2011, abroga e sostituisce quelli precedenti, distinti, relativi al mercato dell'energia elettrica (delibera AEEG 105/06) e al mercato del gas naturale (delibera AEEG 126/04). 

sabato 31 marzo 2012

Ecco la nuova sala operativa della Questura

Sicurezza, inaugurata la centrale dotata di tecnologie di ultima generazione. I tempi di risposta del 113 passano da 46 a 6 secondi. Soddisfatti Alemanno e Polverini. Tagliente: potenziamento importante. Manganelli: spazzeremo via le bande da Roma.
Inaugurata questa mattina la nuova centrale operativa della Questura di Roma. L'opera è stata realizzata grazie ai 200mila euro messi a disposizione dalla Regione come previsto nel secondo Patto per Roma sicura e deliberato dalla stessa Regione nel 2010. A distanza di circa 20 anni dalla prima tappa, dunque, la Questura di Roma realizza il secondo progetto di riqualificazione e informatizzazione della sua centrale operativa. Un restyling direttamente coordinato da uomini e donne che in questi anni hanno trascorso giorno e notte nella sala operativa.

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