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martedì 12 giugno 2018

Nomi, finanziatori e misteri: ecco tutto quello che nessuno ti racconta sulle Ong e le loro mega navi impiegate per la tratta di moderni schiavi.

Articolo del 21 aprile 2017 di Giuseppe De Lorenzo per Il Giornale

Medici Senza Frontiere

Partiamo dalle associazioni più grandi. In cima alla lista va messa ovviamente Medici Senza Frontiere, che nel 2016 poteva contare su tre navi: la Dignity I, la Bourbon Argos e Aquarius. Oggi è rimasta attiva solo la Aquarius, a cui però è stato affiancato il nuovo acquisto “Prudence“, un’imbarcazione commerciale da 75 metri e 1000 posti a bordo. Un gigante del salvataggio.
Niente da ridire sulle attività che Msf porta avanti nel mondo. Anzi. Fa però sorridere il fatto che tra i suoi fondatori compaia Bernard Kouchner, medico francese che ha visto più palazzi della politica che sale operatorie. Dal 2007 al 2010 infatti è stato ministro degli Affari Esteri da Nicolas Sarkozy, ovvero di quel governo che nel 2011 ha bombardato Muhammad Gheddafi e trasformato la Libia nel porto senza regole da cui oggi partono i barconi carichi di immigrati.
E così, in qualche modo, persone collegate a Msf erano di casa in istituzioni che sono state la causa della crisi migratoria. Oggi l’associazione per salvare stranieri dalle bagnarole sostiene spese ingenti, ma i fondi non sembrano essere un problema. Nel 2016 ha raccolto 38 milioni di euro grazie al contributo di 319.496 donatori, 9,7 milioni di euro dal 5×1000 (di cui 1,5 andati per la nave Bourbon Argos) e 3,3 milioni da aziende e fondazioni. Tra queste chi appare? La Open Society Foundation di George Soros, il magnate ungherese col vizio del buonismo e delle frontiere aperte. Peraltro, la Open Society e Msf sono soliti scambiarsi collaboratori come se facessero le cose in famiglia. Un esempio? Marine Buissonnière, per 12 anni dipendente Msf, poi direttrice del programma per la Sanità pubblica di Soros e ora di nuovo consulente per le migrazioni della Ong.

Save The Children

Guarda caso, Soros ha finanziato (anche se per altre iniziative) pure un’altra organizzazione attivissima nel recupero clandestini: Save The Children. La nota associazione internazionale ha nel suo parco navi la Vos Hestia, un’imbarcazione da 62metri, che batte bandiera italiana e si avvale di due gommoni di salvataggio. I soldi? No problem: nel 2015 a bilancio sono segnati 80,4 milioni di euro di incassi.

Proactiva Open Arms

Un anno fa a gestire il famoso peschereccio Golfo Azzurro“beccato” dai radar a raccogliere stranieri vicino alle coste libiche, ci pensava l’olandese Life Boat Refugee Foundation. Da inizio 2017 la fondazione non organizza più salvataggi in mare, ma la Golfo Azzurro continua la sua opera al servizio della Ong spagnola Proactiva Open Arms, che una volta usava il vascello di lusso Astral donato dal milionario italiano Livio Lo Monaco. Per le loro navi gli spagnoli spendono 1,4 milioni di euro, di cui il 95% usati per le azioni di salvataggio (700mila euro al largo della Libia e 700mila euro a Lesbo) e il restante 5% in strutture, comunicazione e via dicendo. L’incasso però è più alto, con una raccolta fondi che supera i 2,1 milioni di euro. Secondo il direttore Oscar Camps, la Golfo Azzurro può ospitare 400 persone a bordo e un giorno di navigazione costa “solo” 5mila euro.

SOS Mediterranée

Spende invece almeno il doppio la Ong italo-franco-tedesca Sos Mediterranée, fondata dall’ex ammiraglio Klaus Vogel. Per sostenere 24 ore di mare, alla Acquarius servono circa 11mila euro. E se desiderate fare una donazione sappiate che con 30 euro si riesce a mettere in mare per un’oretta solo la lancia di salvataggio. Tra i soci fondatori compare il Cospe, una Onlus italiana dedita all’immigrazione e che (oltre a fondi pubblici) ha ricevuto 46mila euro dalla solita Open Society di Soros.

Sea Watch Foundation

Il mistero dei costi si infittisce osservando le attività della Sea Watch Foundation. Nel 2014 Harald Höppner investe con un socio 60.000€ nell’acquisto di un vecchio peschereccio olandese. Oggi vanta attrezzature di tutto rispetto: oltre alle due unità navali (una battente bandiera olandese e l’altra neozelandese), a breve dovrebbe essere operativo il “Sea Watch Air”, un aereo col compito di pattugliare dall’alto il Mediterraneo. Da dove vengono i soldi? Non è dato sapere.

Life Boat

Sia Sea Watch che la sorella Life Boat condividono una curiosità interessante. Tra i loro partner spicca la Fc St. Pauli, una società sportiva di Amburgo più famosa per sposare cause buoniste che per meriti calcistici. Per dirne una, è stata la prima squadra a vietare l’ingresso allo stadio ai tifosi di destra. Altro che accoglienza. La base operativa sarebbe a Malta, ma l’equipaggio della Minden sembra preferire i porti italiani per “scaricare” i migranti. Solitamente effettuano missioni da 10 giorni per 24 ore di navigazione e il costo giornaliero del carburante ruota attorno ai 25 euro. Sulla piattaforma betterplace.org sono riusciti a raccogliere 6mila euro per radar e comunicazioni satellitari, 7.500 euro per comprare un gommone di salvataggio e 12 mila euro per il combustibile. Troppi pochi per gestire così tante missioni. Gli altri da dove arrivano? Lecito chiederselo, visto che a breve dovrà comprare una barca tutta sua e per ora i generosi sostenitori hanno versato solo 1.800 euro.

Sea-Eye e Jugend Rettet

All’appello delle cinque Ong tedesche mancano la Sea-Eye e la Jugend Rettet. La prima è stata fondata nel 2015 da Michael Buschheuer, conta circa 200 volontari e sul sito è scritto che gli bastano 1.000 euro per pagare un’intera giornata alla ricerca di clandestini. Si avvale dei pescherecci Sea-Eye e Sea Fox. La seconda invece è formata da un gruppo di ragazzi che per 100mila euro ha comprato il peschereccio Iuventa. Ogni missione in mare costa circa 40 mila euro al mese e viene finanziata con donazioni private. La loro raccolta fondi funziona molto bene, visto che da ottobre 2016 ad oggi hanno racimolato 166.232 euro.

Moas

Il caso più curioso è però quello della Migrant Offshore Aid Station, associazione maltese con due imbarcazioni (Phoenix e Topaz responder), diversi gommoni Rhib e alcuni droni. Moas è stata fondata nel 2013 da due imprenditori italo-americani, Christopher e Regina Catambrone, diventati milionari grazie alla Tangiers Group, agenzia assicurativa specializzata in “assistenza nelle emergenze e servizi di intelligence”. Tra i vari (e ricchi) partner, ha ricevuto 500mila euro da Avaaz.org, cioè la società riconducibile a Moveon.orgche a sua volta fa capo all’onnipresente George Soros. Non è tutto. Perché Christopher appare tra i finanziatori (416mila dollari) di Hillary Clinton durante l’ultima deludente campagna elettorale e negli anni si è contornato di personaggi a dir poco particolari. Nel circolo di amici appare tal Robert Young Pelton, proprietario di un’azienda (Dpx) che produce coltelli da guerra. Esatto: armi bianche già testate in zone di conflitto come Afghanistam Somalia, Iraq e Birmania. Non basta? Fino a giugno 2016 il direttore era Martin Xuereb, in passato Capo della Difesa dell’Esercito maltese. Infine, una seggiola del Consiglio di Moas è riservata a Ian Ruggier, ex ufficiale maltese famoso per aver represso con la violenza le proteste dei migranti ospitati sull’isola. Strano, no? Professano accoglienza e poi usano il pugno duro. Oltre ad avere alcuni lati oscuri, pare che lo Ong pecchino anche di coerenza.
www.studiostampa.com

lunedì 15 giugno 2015

Mafia Capitale, sequestrati 16 milioni di euro a Buzzi.

I beni riconducibili al "ras" delle cooperative confiscati dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma.
Una cifra da capogiro: 16 milioni di euro. A tanto ammontano gli "ulteriori beni" che i finanzieri del Comando Provinciale di Roma, in prosecuzione delle attività svolte dal Ros dei Carabinieri e nel quadro delle indagini su Mafia Capitale, stanno sequestrando questa mattina. In particolare si tratta di beni riconducibili al "ras" delle cooperative Salvatore Buzzi. 

Nel mirino delle fiamme gialle la sede di viale Togliatti. Il nuovo provvedimento di sequestro, emesso dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Roma ed eseguito dal Gico del nucleo di polizia tributaria, riguarda le quote societarie, il capitale sociale e l'intero patrimonio aziendale, comprese le disponibilità finanziarie, della Sarim Immobiliare srl che ha sede in viale Togliatti 1639 e che opera nel settore della "locazione immobiliare di beni propri". La società, legalmente rappresentata e partecipata (quota del 6%) da Emanuela Bugitti, raggiunta da ordinanza cautelare per "Mafia Capitale" il 2 dicembre 2014 e il 4 giugno scorso, dallo stesso Buzzi (quota del 6%) e da Carlo Maria Guarany (quota 1%), risulta controllata dalle cooperative "29 Giugno" per il 48%, e "Formula Sociale arl Onlus" per il 4%, entrambe già oggetto di sequestro sei mesi fa

Il patrimonio detenuto dalla Sarim Immobiliare Srl si sostanzia in disponibilità finanziarie, partecipazioni societarie e, soprattutto, in una unità immobiliare di ben 2.750 mq, ubicata a Roma, in via Santa Maria di Loreto n. 35, utilizzata dalle cooperative di Buzzi quale casa di accoglienza, dedicata a categorie protette (donne, minori, rifugiati e richiedenti asilo). Il valore dei beni oggi cautelati ammonta a circa 16 milioni di euro, portando il sequestro totale dei beni cautelati nell'ambito dell'Operazione "Mondo di Mezzo" ad oltre 360 milioni di euro. "Prosegue ininterrottamente - sottolinea la nota delle fiamme gialle - da parte del Tribunale di Roma e della Guardia di Finanza, il recupero di spazi di legalità economica". 

IL TEMPO - Redazione online

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sabato 8 giugno 2013

ROMA: Lo Scandalo della ONLUS di Ignazio Marino !

Di Paola Ambrosino.

A poche ore dal ballottaggio per l’elezione del sindaco di Roma, un nuovo “caso” scuote le acque della campagna elettorale.

Tutto nasce dai contratti di lavoro, ben poco chiari, stipulati da Imagine, la onlus fondata nel 2005 e presieduta dal candidato del centrosinistra Ignazio Marino.

In data 1 marzo 2012 risultano sottoscritti, a firma di Marino, tre contratti di consulenza a vantaggio di Carlo Pignatelli, Franco B. e Marco S. Il problema - secondo la testata online Affaritaliani.it, che ha riportato la notizia giovedì - è che sugli ultimi due nomi i codici fiscali indicati nei documenti non corrisponderebbero alle generalità dei titolari.

Inoltre, lo stesso Pignatelli ha confermato che veniva pagato con tre assegni, di cui uno intestato a lui e due da girare. Aveva chiesto spiegazioni a riguardo ma gli avevano risposto che era solo per fini fiscali.

Non appena diffusa la notizia, il signor Pignatelli si è così trovato coinvolto in un polverone e ha deciso di rivolgersi a un avvocato per avere una consulenza.

Noi di Romacapitalenews abbiamo intervistato il suo legale, Massimiliano Scaringella, per capire meglio la questione.

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mercoledì 21 novembre 2012

Non autosufficienza e fondi


L’Associazione Donne per la Sicurezza onlus, ha tra i suoi obiettivi e finalità statutarie di sensibilizzare l’opinione pubblica sui problemi sociali, barriere architettoniche, urbanistiche, archeologiche, culturali, storiche, politiche ed intende fungere da stimolo nei confronti delle amministrazioni pubbliche locali tessendo un filo diretto fra utente e gestori della cosa pubblica, proponendo, ove possibile, risoluzioni anche tecniche e operative. Si batte per una società basata sulla sicurezza della donna e dei soggetti più deboli: minori, disabili, anziani, SOSTIENE E PARTECIPERÀ alla manifestazione del Comitato 16 Novembre di questa mattina Mercoledì 21 novembre 2012 alle ore 10.30 in Roma Via XX Settembre 97, al fine di sollecitare la risposta del Governo Italiano sul rifinanziamento del Fondo per la non autosufficienza adeguato ai bisogni delle persone disabili, per l’assistenza domiciliare ai non autosufficienti gravi e gravissimi e per il riconoscimento del caregiver familiare.
L’attuale legislazione di settore (L.104/1992 e L. quadro 328/2000) stabilisce che i servizi socio assistenziali alle persone con disabilità non autosufficienti gravi e gravissimi sono da erogarsi compatibilmente con le risorse di bilancio, cioè sono discrezionali e non obbligatorie, ignorando consapevolmente che detti servizi o sono GARANTITI o la loro efficacia è irrisoria e li si lascia in una situazione di abbandono e una persona non autosufficiente grave e gravissima, non gli si può chiedere di attendere o di sperare nella provvidenza.
Roberta Sibaud
Vicepresidente Associazione Donne per la Sicurezza onlus
www.donneperlasicurezzaonlus.it

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lunedì 2 luglio 2012

Aiutiamo Mamma Coraggio !

Appello dell’Associazione Donne per la Sicurezza onlus ai nostri ragazzi giocatori della Nazionale Italiana e al sensibile Commissario Tecnico Cesare Prandelli che oggi incontreranno il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: AIUTATECI A LIBERARE BEATRICE, una bambina di 7 anni, rinchiusa inutilmente e ingiustamente da 7 mesi in una casa famiglia di Roma a seguito di un provvedimento del Tribunale per i Minorenni di Roma, con la motivazione di “conflittualità di coppia”. La bimba è sempre vissuta serenamente con la mamma fin dalla nascita, come descritto nella prima sentenza del Tribunale per i Minorenni di Milano e che attesta che la mamma è idonea ad occuparsi della sua bambina. Sentenza che viene inspiegabilmente ribaltata dal Tribunale per i Minorenni di Roma, città dove Federica Puma si è trasferita da Milano nel 2010 per agevolare gli incontri protetti della sua bambina con il padre, medico pediatra che non la vuole per se ma vuole darla in adozione a terzi. La bambina continua dal 14.12.2011 giorno dell’inizio del suo calvario, ad IMPLORARE DISPERATAMENTE DI TORNARE A CASA dalla sua mamma, dai suoi affetti, dal suo cagnolino, nella sua scuola con le sue amichette di gioco, con i suoi adorati nonni materni.
“SECONDI AGLI EUROPEI DI CALCIO 2012, AIUTATECI A LIBERARE BEATRICE E SARETE CAMPIONI DEL MONDO SUBITO!!!”

ASSOCIAZIONE DONNE PER LA SICUREZZA ONLUS
CELL.: 388.1797.411

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì 17 febbraio 2012

ICI - Chiesa - Sindacati - Partiti - Onlus

Io non ho mai trovato un Sindacato o un Partito a Curare e a dar da mangiare agli affamati, magari nel cuore dell'Africa o dell'Amazzonia ma sempre dei Missionari e questo schifo di clamore per l'ICI della Chiesa è fatto da chi vive nell'ignoranza più assoluta (dove manovra chi sfrutta l'ignoranza). La Legge è precisa: il "No Profit" è esente da ICI (Chiesa, Sindacati, Partiti, Onlus ecc.) se qualcuno ne approfitta, non pagando anche dove dovrebbe, basta mandargli la Finanza, non servono Leggi o Decreti spettacolari. Qui trovate un approfondimento:
https://www.facebook.com/note.php?note_id=10150348979674402
http://www.facebook.com/note.php?note_id=10150348979674402

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Eccellenza a Roma - Post in Evidenza

Onore a Giuseppe Garibaldi !

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