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martedì 20 febbraio 2024

Breve biografia estratta dal libro di Guido del Giudice “Giordano Bruno. Il profeta dell’universo infinito”, GBS, Napoli 2015.

Vita Bruno

Del luogo natio, la gloriosa Nola, che aveva respinto Annibale e accolto l’ultimo respiro di Augusto, aveva ereditato la fierezza e lo spirito combattivo. Vi era nato nei primi mesi del 1548 e, anche quando l’abbandonerà a 14 anni per andare a studiare a Napoli, Filippo Bruno rimarrà per sempre il “Nolano”.

A 17 diventa fra’ Giordano, quando, ammaliato dagli oratori che predicano dal pulpito di S. Domenico Maggiore, entra in convento. Percorre rapidamente tutte le tappe fino al sacerdozio, celebrando a Campagna, nella chiesa di San Bartolomeo, la sua prima messa. Si segnala subito per l’acuto ingegno e la particolare abilità nell’arte della memoria ma anche per l’insaziabile curiosità che lo porta ad interessarsi non solo ai testi canonici, ma anche a quelli eretici, in particolare alle opere di Erasmo da Rotterdam. Tendenza questa che determina l’apertura del primo processo contro di lui, spingendolo a fuggire da Napoli.

Ha inizio così un’incredibile peregrinatio: quasi diecimila chilometri, in giro per le principali corti ed accademie europee. Nell’arco di due anni soggiorna a Roma, Noli, Savona, Torino, Venezia e Padova. Dopo brevi soste a Bergamo e a Brescia, si dirige verso Lione, poi Chambery e di lì a Ginevra, dove riesce a farsi scomunicare anche dai calvinisti. La sua irrequietezza e l’intolleranza ai dogmi gli faranno stabilire un ineguagliato record di scomuniche: alla cattolica e alla calvinista, si aggiungerà più tardi, ad Helmstedt quella luterana. Tappa successiva: Tolosa, dove insegna per circa due anni, prima di dover cambiare aria per la recrudescenza delle lotte religiose. Giunge così a Parigi, dove gode un periodo di fulgida fortuna. Enrico III ne ammira l’arte della memoria, lo nomina lettore reale e lo invia a Londra al seguito dell’ambasciatore Michel de Castelnau.

Il soggiorno inglese, iniziato nell’aprile 1583, lo introduce alla corte della “diva Elisabetta” e gli consente di portare a termine la maggior parte delle opere italiane. Nel mirino della sua insaziabile ambizione finisce naturalmente Oxford: troppo ghiotta l’occasione di affermare l’infinità dell’universo nella roccaforte della pedanteria accademica! Tanto ardire gli costa l’allontanamento, con l’accusa di plagio, tanto fedelmente la mnemotecnica gli consentiva di citare i suoi maestri.

Al rientro in Francia, il tentativo di tornare ad insegnare è frustrato dall’opposizione degli aristotelici, ai quali rinfaccia la cieca abitudine a credere. Dopo una drammatica disputa, svoltasi nel Collegio di Cambrai, è costretto a lasciare la Francia, dando inizio alla fase tedesca della sua peregrinatio. Nonostante critichi ferocemente la dottrina dei luterani, sono proprio questi a trattarlo con più ospitalità e considerazione. Insegna a Wittenberg e ad Helmstedt, esperienze esaltate nelle “Due Orazioni”, lasciando dietro di sé uno stuolo di fedeli e riconoscenti discepoli. Tenta la carta Praga, alla corte dell’imperatore Rodolfo II, ma il ruolo di mago o ciarlatano non fa per lui. Fa rotta quindi su Francoforte, per curare la pubblicazione della summa del suo pensiero: i tre poemi latini. Il soggiorno è interrotto da un periodo di sei mesi in Svizzera, durante il quale entra in contatto con l’ambiente Rosacrociano.

fotostemmaAttirato in Italia dalla doppia utopia di contendere a Galileo la cattedra di matematica a Padova e di ottenere il perdono papale, vincolandolo alle sue idee, accetta l’invito-trappola del patrizio veneziano Giovanni Mocenigo, che gli sarà fatale. Questo tristo personaggio, deluso per non aver ricevuto gli insegnamenti magici che si aspettava, lo fa rinchiudere dai servi e lo consegna agli sgherri dell’Inquisizione. Il “Mercurio in terra”, finisce così in una buia cella, dalla quale non uscirà più. In verità, a Venezia le cose sembrano mettersi bene ma, proprio quando Bruno pensa di potersela cavare, rinnegando gli eccessi verbali commessi e promettendo di tenere a freno il suo ingegno, arriva l’avocazione del processo da parte del Santo Uffizio Romano, che non aveva mai cessato di tenerlo bellarminocold’occhio. Venezia abbozza una resistenza, in nome della propria autonomia legislativa, ma infine cede alle richieste del Vaticano e, nel febbraio del 1593, il filosofo viene trasferito nelle carceri di Roma. Bruno tiene testa ai suoi accusatori per sette lunghi anni, con una tattica fatta di parziali ammissioni e orgogliose rivendicazioni, ma l’ingresso nel collegio giudicante del cardinale Bellarmino imprime al processo una brusca sterzata. La difesa del Nolano, incentrata sulla distinzione della verità filosofica da quella teologica, vacilla. Messo di fronte all’obbligo di abiurare 24 proposizioni ritenute eretiche, si dice disposto per quelle di natura teologica ma, messo di fronte alle affermazioni  filosofiche, che rappresentano l’essenza del suo pensiero, si irrigidisce e grida di non aver nulla di cui pentirsi. Le ultime parole, prima che gli impongano la mordacchia per inchiodargli la lingua, sono sprezzanti: “Avete più paura voi nel pronunciare questa sentenza, che io nell’ascoltarla!” Giovedì 17 febbraio 1600, legato nudo a un palo in piazza Campo de’ fiori, il filosofo degli infiniti mondi viene bruciato vivo.


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mercoledì 7 febbraio 2024

LA VERA ORIGINE DEL CALCIO. MASSONERIA E CONTROLLO

Colgo la notizia per raccontare le origini del calcio, che forse non tutti conoscono.
⚡160 anni fa l’Inghilterra della seconda rivoluzione industriale era flagellata dalle rivolte di quella classe operaia che iniziava a mal tollerare le disumane condizioni di lavoro in fabbrica imposte in quell’epoca. 
Il capitalismo industriale era in forte difficoltà a causa del moltiplicarsi di rivendicazioni e scioperi e così il 26 ottobre  del 1863, dieci massoni inglesi e tre massoni scozzesi, si riunirono nella taverna ubicata proprio di fronte alla sede della “Grande loggia unita d’Inghilterra”, cui appartenevano. La taverna si chiamava ” Freemason’s Tavern, di Great Queen Street, nel rione di Holborn,  ” ed esiste ancora oggi con il nome di “Freemasons Arms Pub”, sempre  Great Queen Street, a Londra.: Si raccolsero 11 club dell’area di Londra per uniformare i loro regolamenti. 
Qui, prendendo spunto dal controllo sociale praticato a Firenze dai Medici con la “Palla a calci in piazza”, fondarono la “Football Association”, prima lega di calcio al mondo, con lo scopo di distrarre la massa operaia sedando le rivolte. 
Il football attecchì subito nelle grigie periferie delle città industriali, dove vennero create squadre capaci di accendere rivalità ed attriti fra i rivoltosi, frammentandone ed indebolendone la forza d’urto.
Retaggio dell’antico “Divide ed Impera” Romano, il calcio salvò il capitalismo industriale Inglese e venne adottato con le medesime finalità dai capitalisti di tutti i paesi avanzati. 
Chiunque abbia studiato a scuola il Princeps di Machiavelli sa che il filosofo fiorentino avesse individuato nel carnevale la valvola di sfogo per i sudditi che, una volta l’anno travestendosi da Re, tornavano poi ad essere ligi alle imposizioni dei propri aguzzini.
🏴‍☠️A voi le considerazioni.

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martedì 6 febbraio 2024

Un contributo sulla Storia della Massoneria

Giustamente una Sorella ha chiesto delucidazioni sulla scissione del 1908. Ho ritenuto opportuno integrare ricordando le iniziazioni femminili. 
Giancarlo Bertollini. 

Le origini della Gran Loggia d'Italia traggono le mosse dallo scisma col Grande Oriente d'Italia (24 giugno 1908) di un notevole numero di Massoni, appartenenti al Rito Scozzese Antico e Accettato, guidati dall'allora Sovrano Gran Commendatore Saverio Fera.

Le ragioni dello scisma sono state essenzialmente di natura politica, anche se, da tempo, esistevano divergenze di particolare importanza (pensiamo alle prime iniziazioni femminili fatte da Garibaldi con gran parte del GOI che le riteneva inaccettabili) dopo l'elezione a Gran maestro di Ettore Ferrari, si perseguiva un orientamento di carattere radicale ed anticlericale mentre molti altri di Piazza del Gesù, sostenevano la parità con le Donne e avevano un approccio più conciliante con la Chiesa cattolica e, in genere, più aperto e liberale. Il casus belli fu una proposta di censura, avanzata da Ettore Ferrari nel corso della Gran Loggia annuale del GOI, all'indirizzo di quei parlamentari aderenti alla massoneria che si erano rifiutati di votare alla Camera dei deputati la mozione del socialista gradualista Leonida Bissolati, anch'egli massone, volta ad abolire l'insegnamento della religione o di storia delle religioni nella scuola elementare. Il Sovrano gran commendatore in pectore del Rito scozzese, Saverio Fera, forte oppositore della politicizzazione forzata perseguita da Ferrari all'interno dell'obbedienza, pose il veto formale contro la proposta di censura. La frattura che ne seguì all'interno dell'obbedienza fu insanabile, e il 26 giugno 1908, a seguito dell'elezione di Achille Ballori, membro del Supremo consiglio vicino a Ferrari, a Sovrano Gran Commendatore del Rito scozzese, Saverio Fera dichiarò risolte le costituzioni del 1906 e sciolto il rapporto con Grande Oriente d'Italia. Il 13 luglio il Gran maestro del GOI, Ettore Ferrari, espulse Fera e tutti i massoni del Supremo consiglio a lui vicini. Molte logge del GOI seguirono Saverio Fera nella costituzione della Serenissima Gran Loggia d'Italia e nel giro di un anno la nuova obbedienza ne contava già oltre cinquanta. Questa tendenza proseguì negli anni successivi, soprattutto al sud, dove la Gran Loggia d'Italia superò, per numero di aderenti, il Grande Oriente. 
Nel 1912 la Gran Loggia d'Italia ottenne, inoltre, il riconoscimento internazionale della Conferenza mondiale dei supremi consigli di Rito scozzese antico ed accettato, che ne accrebbe il prestigio e la credibilità in Italia e all'estero.

Giancarlo Bertollini 
Un contributo sulla nostra storia. 

🌿🌿🌿 

domenica 12 novembre 2023

Massoneria: Origini e Leggende

Uno dei problemi più discussi nel campo della ricerca storica è quello che riguarda le origini della Massoneria. Tali origini sono avvolte nella leggenda e risultano tuttora avvolte in un fitto mistero. Gli esperti, ancora non sono riusciti a dimostrare con precisione quali possono essere state le origini della massoneria, limitandosi ad esporre varie teorie ed ipotesi spesso convergenti ma talvolta contraddittorie. 

E' stata ipotizzata una continuità tra i collegia fabrorum romani, o corporazioni di mestiere istituite già nella Roma arcaica, e le corporazioni medioevali di muratori, per il tramite di maestranze bizantine o italiche operanti nell'alto Medioevo, nessuna prova documentaria è ancora emersa al riguardo. Negli ultimi tre secoli l'impegno messo nella ricerca delle origini è stato notevole, sono state proposte varie teorie ed ipotesi che partendo dal simbolismo massonico chiamano in causa: il sacerdozio egiziano, i misteri eleusini, i pitagorici, gli esseni, le sette gnostiche e zoroastriane, il mitraismo, i druidi, il sufismo persiano e arabo, la qabbalah ebraica, i Templari, i Catari, i Fedeli d'Amore, gli Alchimisti, l'Ermetismo Rinascimentale, i Rosa Croce: in breve, l'intero retroterra esoterico della civiltà occidentale e del vicino oriente.
Nonostante le sorprendenti affinità e coincidenze, nessuna vera prova sussiste in merito ad eventuali rapporti di identità o di continuità tra qualcuno di questi supposti antecedenti e la massoneria. Diverso è il discorso per quanto concerne l'influenza che alcuni di essi possano aver esercitato nel processo di formazione della Massoneria e dei suoi rituali. Sicuramente un forte impulso allo sviluppo della Massoneria è stato dato dalle teorie che ne fanno risalire le origini alla costruzione del Tempio di Salomone; quella che la riconduce ai Templari e quella che la attribuisce al Frate Christian Rosenkreuz. Evidenti innesti da talune eredità sapienziali, anche remote, sono ben attestati nella storia della Massoneria ed emergono nitidamente dall'esame dei suoi rituali, in particolare per quanto concerne i diversi “sistemi ad alti gradi” che fin dalla prima metà del XVIII secolo vennero a stratificarsi sopra i gradi originari della Massoneria di mestiere. 
Alle radici della Massoneria.
In un mondo che sta cominciando a prendere consapevolezza della mancanza di solide certezze per il domani, ecco riaffiorare antiche domande: 
“Chi siamo?  Da dove veniamo?  Dove stiamo andando”?
Obiettivamente, c'è una gran ‘fame’ di quelle risposte che potremmo racchiudere nelle parole: Conoscenza, Ricerca, Verità, Gnosi. L’approccio è passato alla Storia ed alla letteratura con l’aggettivo esoterico, ovvero un approccio che va alla ricerca delle radici profonde della nostra cultura e civiltà. Per approccio esoterico intendiamo, ovviamente, quello che si occupa dello studio e dell’approfondimento del simbolismo che ci circonda che è giunto a noi dalle antiche civiltà che ci hanno preceduto e che hanno forgiato l’umanità così come si presenta oggi. Per ricercare le radici di questo approccio dobbiamo dunque andare molto indietro nel tempo: sino almeno all'antica Grecia, ovvero, allorquando i Greci ereditarono i misteri gnostici dagli Egizi. 
I culti misterici, tanto in Egitto che nell'antica Grecia, erano riservati a pochi iniziati e miravano “all'estasi Divina” o “unione con il Divino”. Si veda bene che fra questi culti, praticati anche in Occidente, vi è una significativa analogia e similitudine con la spiritualità Vedica e Buddhista d’Oriente. 
Fu così che la conoscenza permise lo sviluppo e la piena espansione della civiltà greca, prima e, successivamente, dell’Impero Romano. Ciò almeno sino al Concilio di Nicea del 325 d.C. proclamato dall'Imperatore Costantino, il quale dichiarò eretica la Gnosi e decretò la fede Cristiana quale unica religione dell'Impero. 
Necessariamente gli gnostici 
entrarono in clandestinità.
E così fecero anche le famiglie che si richiamavano agli insegnamenti iniziatici di Gesù - l’Esseno - da loro detto - “Il Cristo”, le quali probabilmente presero il nome di Rex Deus - dei Rex Deus - che all’apparenza continuarono a praticare il cattolicesimo; ne fecero parte le più grandi famiglie nobiliari del Medioevo, fra cui i reali Sassoni d’Inghilterra, i Capetingi di Francia (che continuarono nella numerazione portata da Luigi Carolingi) ed i St. Clair di Roslin (la stirpe che fece edificare la misteriosa Cappella di Rosslyn). Non fu dunque un caso che i Cavalieri Templari dell’alto Medioevo furono un ordine cavalleresco-militare sorto con l’appoggio dei Rex Deus che divennero, quindi, i custodi della gnosi cristiana, mantenendo comunque su ciò - ufficialmente - un assoluto riserbo. 
Significativamente ricca di simbolismo esoterico, la Cappella di Rosslyn, in Scozia: “fatta costruire nel XV secolo dal Conte William St. Clair di Roslin (si noti bene che Roslin, in antica lingua gallica significa: “antica conoscenza tramandata di generazione in generazione”. La lingua gallica è una lingua celtica/gaelica estinta, parlata anche nelle antiche Gallie, odierne Francia ed Italia settentrionale, prima del latino volgare del tardo Impero Romano), un mecenate proveniente da una fra le più influenti famiglie Rex Deus dell’epoca”; Rosslyn pullula letteralmente di simboli ed allegorie gnostiche, rosacrociane e libero muratorie;  pensiamo ad esempio alla testa scolpita di Ermete Trimegisto, considerato dagli Egizi il Dio Toth, così come l’arco all’esterno della cappella, decorato da numerosi compassi simboli della Massoneria; ma anche la scultura di Baphomet - idolo gnostico più o meno caro ai Templari - e finanche un cavaliere templare che conduce un uomo bendato tirandolo con una fune a rappresentare un’iniziazione massonica ante litteram. E potremmo continuare citando i tre pilastri interni alla cappella, che indicano rispettivamente il pilastro dei tre gradi della Massoneria azzurra: quello dell'Apprendista, del Compagno d’Arte e del Maestro. 
Invero, i riferimenti al cristianesimo, nella Cappella di Rosslyn, non sono molti e la cosa ci dovrebbe far riflettere. Forse, una delle curiosità di Rosslyn è la presenza di sculture raffiguranti piante conosciute solo nelle Americhe, come il granoturco e forse l’aloe; questo a commemorare i viaggi dell’antenato di William St. Clair, il conte Henry, il quale, quasi sicuramente, approdò nelle coste del Nord America cento anni prima di Cristoforo Colombo, sbarcandovi, stando alle prove documentali del volume “Il segreto dei Templari” scritto dallo studioso William F. Mann, molto probabilmente, con una flotta di Cavalieri Templari.
La Massoneria pare dunque essere la depositaria principale della tradizione gnostica tramandata, di generazione in generazione, dalle famiglie Rex Deus. E possiamo inoltre affermare che le origini di questa Confraternita sono ben più antiche rispetto a quelle ufficiali, che la fanno risalire al 1717, allorquando fu fondata la Gran Loggia d’Inghilterra presso la “Taverna dell’Oca e della Graticola”. 
Questa commistione fra Rex Deus e Massoneria è fortemente sostenuta specialmente dagli studiosi e massoni Christopher Knight e Robert Lomas, i quali teorizzano che la leggenda di Hiram Abif, costruttore del mitico Tempio di Re Salomone, alla quale si rifanno, praticamente, tutti i Liberi Muratori, potrebbe essere un’allegoria dell’omicidio di Giacomo il Giusto, forse fratello di Gesù, custode degli insegnamenti misterici degli Esseni ed uno fra i primi membri storici dei Rex Deus. Gli studiosi portano a sostegno di ciò numerose tesi nel loro libro: “Il secondo Messia” edito in Italia da Mondadori. 
E’ grazie ai Rex Deus e, dunque, ai primi massoni, se si è progressivamente usciti dall’oscurantismo medievale per approdare al Rinascimento, con la sua rinnovata estetica nelle arti e con una rinnovata ricerca del progresso scientifico e della conoscenza. Pensiamo, ad esempio, all’opera dei massoni Elias Ashmole e Sir Isaak Newton, noti alchimisti e uomini di scienza e cultura, nel fondare la Royal Society per la promozione della scienza scevra da dogmi. Vi furono influenze massoniche e non, come per la Costituzione degli - Stati Uniti d'America - che è la più antica Costituzione statuale esistente - fondata su principi inequivocabilmente massonici, a partire dal concetto secondo cui tutti gli uomini nascono eguali e che un Governo ha autorità solo con il consenso del popolo. I Padri fondatori degli Stati Uniti d’America erano, infatti, inequivocabilmente massoni che vollero imprimere quanto di buono la tradizione gnostica dei Rex Deus aveva loro trasmesso. 
E’ invece probabilmente da sfatare il mito relativo alla Rivoluzione Francese quale motto popolare sorto da volontà massoniche: si veda bene come i massoni - in Francia - fossero allora, per la maggior parte, fra le fila aristocratiche e medio - borghesi, molti fra i quali ci rimisero la testa sulla celebre ghigliottina. 
Abbiamo dunque tentato testè di illustrare le radici della principale e forse più antica Istituzione che, nel mondo occidentale, si occupa di tradizione esoterica. Abbiamo infatti potuto scoprire come la sua millenaria storia si fondi e, a tratti, si confonda con le tradizioni, egizia, greco-romana e giudaico-cristiana, alla luce delle loro conoscenze gnostiche e misteriche. Un viaggio in piena regola, ricchissimo di spunti per una rinnovata ricerca storica e introspettiva che è, come vedremo più avanti, forse l’unica e più autentica ricerca, da proseguire, sulla strada del mitologico Santo Graal


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giovedì 30 giugno 2022

Solstizio dei Massoni, 2700 persone a Roma/ Vi militò anche Totò.

Solstizio dei Massoni, 2.700 “sorelle” e “fratelli” si sono dati appuntamento nella capitale:
 “Non possiamo sottovalutare l’insidia delle ombre”.
Il solstizio dei Massoni è andato in scena nelle scorse ore sul green del golf club “Sheraton” di Roma, riunendo 2.700 sorelle e fratelli giunti dal Sud e dal Nord del nostro Paese. A radunarsi è stata la Gran Loggia degli A.L.A.M. (Antichi Liberi Accettati Muratori), che si sono dati appuntamento per “sostenere la sfida del tempo, per essere costruttori di futuro”. Si tratta di un sodalizio ultrasecolare, dal momento che nacque nel 1910, a distanza di due anni dalla scissione dal Grande Oriente d’Italia, e tra le sue fila si registrò anche la presenza di Aldo Fabrizi e di Totò, oltre che di Gabriele D’Annunzio e di Hugo Pratt. 
A fare il resoconto del solstizio dei Massoni è stato il quotidiano “La Repubblica”, che ha spiegato che il marchio tipico della Loggia consiste nel saluto a tre baci, oltre ai simboli canonici: grembiuli, candelabri, spade, medaglie. Tuttavia, “il grosso del party, piuttosto castigato nei modi almeno fino alla cena, è però a bordo piscina. Tra uno spritz e una birra, qualche nocciolina e due battute sul lavoro e sulle prossime promozioni. Su chi sarà il prossimo a raggiungere il 33esimo e ultimo grado della gerarchia degli Alam. Non si parla d’altro. Non c’è attualità che tenga. Le contorsioni della politica nostrana e il dramma dei bombardamenti sono lontani. Si parla piuttosto di simboli e del loro significato”. 
SOLSTIZIO DEI MASSONI: 
“CI VOGLIONO PARAGONARE ALLA P2, 
MA QUI SI FA ALTRO”
Proprio “La Repubblica” ha raccolto le frasi di una sorella fresca di iscrizione e che, in cambio dell’anonimato, ha spiegato la filosofia alla base del rendez-vous e dei Massoni: 
“Ci vogliono paragonare alla P2, ma qui si fa altro. Si fa networking per avere promozioni sul lavoro? No, è un pregiudizio. Facciamo tanta beneficenza. Qui si viene per fare un percorso personale. Per illuminarsi”.

Il solstizio dei Massoni è proseguito quindi sino a notte inoltrata, in quanto “dialoghiamo per la costruzione della pace universale. Nel giorno del trionfo del sole, non possiamo permetterci di sottovalutare l’insidia delle ombre”. 

       Fonte: 


N.d.R. 
La serata è proseguita, dopo la cerimonia, con una cena di alto livello e di una qualità impensabile, visto il numero dei commensali, un plauso va a tutto lo staff dello Sheraton e in particolare alle Sorelle e ai Fratelli della Gran Loggia d'Italia incaricati di organizzare al meglio. 
Un vero trionfo che possiamo solo dire MERITATISSIMO! 



lunedì 21 giugno 2021

Solstizio: Significati e Simboli !

Solstizio d’Estate: 21 giugno 2021, il giorno più lungo. 

Il 21 giugno entra ufficialmente l’estate astronomica e le giornate che hanno iniziato progressivamente ad allungarsi dal solstizio d’inverno raggiungono il loro picco massimo. In Italia avremo oltre 15 ore di luce il 21 giugno. Poi dal 22 giugno un lento, ma inesorabile accorciamento fino a raggiungere il minimo nel giorno del solstizio d’inverno, ovvero il 21 dicembre.

La parola solstizio deriva da -sol, ossia sole e -sistere ossia fermarsi in quanto è il momento di massima declinazione del sole nel suo cammino apparente lungo l’eclittica. Nel giorno del 21 giugno il sole resterà sopra la linea del tramonto per 15 ore e 14 minuti.

La durata del crepuscolo ovvero il tempo prima dell’alba e dopo il tramonto in cui la luce del sole è ancora visibile raggiungerà il suo massimo nell’emisfero nord con record nel circolo polare artico dove il sole resterà per quasi 24 ore sopra all’orizzonte.

Il giorno del solstizio d’estate viene celebrato a Stonehenge. Qui in questo antichissimo sito un raggio del sole attraversa il trilite, ossia la struttura composta da due monoliti verticali con architrave, e va ad illuminare l’altare centrale. In questa maniera gli antichi druidi interpretavano l’arrivo della nuova stagione, l’estate.

Ma per i Massoni che significati ha e quali possiamo trarne ?

Giovanni Evangelista, al quale è dedicato il solstizio d'inverno, è indicativo non tanto di una persona fisica, quanto del più esoterico degli scritti riconosciuti, come testimonianza della scuola "giovannea". Tra gli storici, sembra ormai prevalere l'idea che i nomi usati per indicare i Vangeli non corrispondano a persone fisiche, ma a scuole di pensiero dottrinale.

Una lettura, quella attribuita a Giovanni, che mette in risalto l'origine divina del Figlio, in una insondabile eternità, così come annuncia la frase:

«In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…».

Il concetto di preesistenza è alla base della testimonianza resa dal Vangelo di Giovanni.

Il solstizio d'estate è invece dedicato ad una figura ben precisa: Giovanni detto il Battista, così chiamato perché reintrodusse il battesimo, un antico rito ebraico di purificazione attraverso l'acqua. Il Battista era un profeta, che annunciò l'arrivo imminente del regno di Dio.

Legare questi due momenti dell'anno, quello invernale - con il minor grado d'irradiazione solare -  a Giovanni Evangelista, colui che simbolicamente guarda all'Origine di quella Luce spirituale, e quello estivo - con il maggior grado d'irradiazione solare - a Giovanni Battista, colui che annuncia e profetizza l'avvento futuro della Luce divina, è l'insegnamento che la tradizione massonica ha ritenuto utile velare nella simbologia dei suoi rituali.

Un antico precetto recita che «ogni forma è il simbolo della realtà che la produce», ed il simbolo è una forma, un contenitore al pari di un tempio, di una cattedrale, di un libro; ogni forma è femminile e ricettiva, uno spazio che accoglie. Ogni simbolo si qualifica dalla luce che contiene, la propria natura solare, ma il contenuto è limitato dalla capacità di chi l'osserva.

Anche l'uomo, simbolo vivente, nella sua realtà triplice, di forma, coscienza e spirito, è qualificato dal grado di Luce che sa esprimere. Questa realtà è ricordata dai colori dei paramenti che caratterizzano i gradi e non solo quelli massonici. Infatti i colori dei paramenti, ricordano a chi ancora iniziato non è, la qualità luminosa, nel senso di vibrazione della sfera psichica e spirituale, che quel grado o funzione dovrebbero esprimere. L'Iniziato che incarna le qualità che gioielli e paramenti ricordano, sarà in grado di vivificarli con i suoi pensieri, le sue azioni e le sue parole.  

In altri termini egli è ciò che rappresenta.

La Luce è quindi l'energia che ogni forma è capace d'irradiare, l'essenza spirituale che manifestandosi la qualifica. L'assenza di Luce, prodotto della coscienza spirituale, lascia l'uomo nella tenebra, nell'oscurità, tanto che l'Insegnamento definisce il sé inferiore ancora privo di quella coscienza, un'ombra. Quelle che Giordano Bruno definiva "ombre delle idee", l'uomo non consapevole dell'Idea che lo ha generato e che lo Anima.

E proprio come ombre si muovono gli uomini nel labirinto del mondo di caos.

Più duna volta - afferma Plotino nelle Enneadi - uscito dal sonno del Corpo, era celebrato a Roma ai due solstizi dai Collegia Fabrorum, e che tali ricorrenze potevano forse essere ricondotte a “Giano”?                                        

Il circolo nella filosofia di Plotino:

dalla contemplazione all'estasi; dalla processione all'anima umana. 


Plotino (in greco antico: Πλωτίνος, Plōtínos; Licopoli, 203/205 - Minturno (o Suio), 270)

è stato un filosofo greco antico. È considerato uno dei più importanti filosofi dell'antichità,

erede di Platone e padre del neoplatonismo. Le informazioni biografiche che abbiamo su di lui provengono per la maggior parte dalla Vita di Plotino, composta da Porfirio come prefazione alle Enneadi. Queste furono gli unici scritti di Plotino, che hanno ispirato per secoli teologi, mistici e metafisici "pagani", cristiani, ebrei, musulmani e gnostici. 


                 L'identificazione attribuibile a Plotino è plausibile ma non provata.

                                                                                              Ricerca di Giancarlo Bertollini

Bibliografia:

Esonet, Wikipedia, Officinae

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martedì 1 giugno 2021

Scoprite una Roma fantastica.

Buongiorno cari amici esoterici,
vi aspettiamo presto e vi ricordiamo i prossimi appuntamenti.
 
NOTA BENE
Il numero dei partecipanti è limitato. È consigliabile prenotare almeno due giorni prima della visita, per garantirsi la partecipazione, altrimenti l’evento potrebbe essere al completo.
 
Cliccare sulle immagini per leggere la descrizione della visita, nella sezione DETTAGLI.

VENERDI' 11 GIUGNO 18:00
COPPEDE' ESOTERICO - NUMEROLOGIA E SIMBOLOGIA DANTESCA


SABATO 12 GIUGNO 11:00
ROMA  MASSONICA  - LE  RADICI  DELLA  MASSONERIA


SABATO 12 GIUGNO 15:00
ROMA EGIZIA: IL CULTO DI ISIDE


SABATO 12 GIUGNO 18:00
FONTANA DEI QUATTRO FIUMI E PANTHEON - ALCHIMIA E ARCHEOASTRONOMIA


DOMENICA 13 GIUGNO 10:30
ROMA ARCAICA: DIVINITA'  CHE  GIUNSERO' DALL'ORIENTE


DOMENICA 13 GIUGNO 13:30
I SEGRETI DELLA BASILICA DI SAN PIETRO
(MAX 15 PARTECIPANTI)


DOMENICA 13 GIUGNO 17:00

IL VITTORIANO - I TRE LIVELLI  DEL  PENSIERO  MASSONICO
(MAX 12 PARTECIPANTI)


INFO & PRENOTAZIONI:
EMAIL: romaesoterica1618@gmail.com
TELEFONO/WhatsApp: 333-1143243

Indicare:

1. Nome della visita,  data e orario
2. Lista dei partecipanti (nomi e cognomi)
3. Un numero di cellulare

DURATA DELLE VISITE: circa 2 ore

COSTO: 12 EURO (include la radiolina per udire la guida a distanza)

Il luogo dell'appuntamento verrà comunicato a prenotazione avvenuta.

Vi aspettiamo!

Un caro saluto,
Roma Esoterica

 

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lunedì 22 giugno 2020

I MASSONI NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO.


La Tornata - Liberté Chérie

Benito Mussolini decretò nel 1924 che ogni membro del suo partito fascista, che era un massone doveva abbandonare l'uno o l'altra organizzazione e, nel 1925, sciolse la Massoneria in Italia, sostenendo che si trattava di un’organizzazione politica.

Considerata dai nazisti un nemico ideologico, coerentemente con la loro percezione   del mondo Weltauffassung, l’otto gennaio 1934, il Ministro degli Interni tedesco ordinò lo scioglimento della Massoneria, la confisca dei beni di tutte le Logge, dichiarando ancora che a chi fosse stato membro di Logge quando Hitler salì al potere nel gennaio 1933, era proibito assumere cariche nel partito nazista o nei suoi bracci paramilitari, e i massoni erano incompatibili con incarichi pubblici.
Durante la guerra, la Massoneria fu vietata per decreto in tutti i paesi che erano o alleati con i nazisti o sotto il controllo nazista, tra cui la Norvegia e la Francia. 
Il numero di Massoni dei paesi occupati che sono stati uccisi da nazisti non è noto con precisione, ma si stima che sia tra 80.000 e 200.000.

I massoni detenuti dei campi di concentramento furono classificati come prigionieri politici, e indossavano un triangolo rosso rovesciato verso il basso. 

Nei campi di prigionia in aggiunta alle privazioni e abusi che fiaccavano il fisico, tutto era fatto per distruggere i detenuti. 
La povertà era anche morale e intellettuale, ma molti di loro lottavano per mantenere ancora la loro dignità, l’unica cosa che rimaneva. All'interno dell’Emslandlager VII (un campo di raccolta di prigionieri politici NN (Nacht und Nebel, Notte e nebbia) situato a Esterwegen al nord-ovest della Germania, vicino al confine olandese) si realizza un episodio eccezionale, esempio di autentica tolleranza fraterna poco conosciuta.

Sono più di cento i prigionieri nella Baracca n° 6, rinchiusi quasi tutto il giorno. Hanno il permesso di uscire solo per una passeggiata di mezz'ora al giorno, sotto la supervisione dei kapò. Durante la giornata di lavoro metà del Campo deve ordinare cartucce e parti di radio; l’altra metà del Campo è costretto a lavorare in condizioni terribili nelle torbiere circostanti. L'alimentazione era così misera che i prigionieri perdevano 4 kg di peso corporeo ogni mese.
In una baracca in cui i credenti sono molto più numerosi, un microcosmo della società belga diventa un laboratorio filosofico-religioso. C'erano giudici, funzionari, giornalisti, ingegneri, militanti di sinistra, sacerdoti. Questi ultimi prendono l’abitudine di incontrarsi la domenica mattina al centro della baracca a dire messa. Una celebrazione senza la comunione, ma che permetteva di non perdere il coraggio. Certo, c'era sempre il pericolo di essere notati dalle guardie e per questo chiesero ai laici di sorvegliare gli ambienti. Non cattolici e non credenti si preoccupavano della sicurezza e fungevano da veri e propri paraventi umani per i credenti.
Tre fratelli Massoni beneficiando di questa guardia e dell'assenza di chi faceva la messa, s’incontrarono attorno ad uno dei tavoli, svuotati dai loro occupanti e relativamente isolati dal resto dell’ambiente anche con armadi.
A poco a poco gli arrivi di fratelli si succedono e i fratelli massoni tramuteranno il loro primo cerchio fraterno in una loggia. Di fronte all'intolleranza nazista, si creò una vera e propria comunità spirituale e d’intenti tra muratori e credenti.
Padre Froidure che conobbe l’inferno di quel campo l’ha rilevato, dice, infatti:
"Lo spirito di comprensione e la tolleranza dei non praticanti permise di recitare la messa a voce alta e in parte cantata ... "
La maggior parte delle "autorità di vigilanza delle Messe clandestine” erano massoni, alcuni dei quali appartenevano alla stessa loggia o alla stessa rete della resistenza. Hanno approfittato di questi momenti per approfondire le loro riflessioni. In questo luogo dove regnava l'oscurità, bisognava che la luce prevalesse, come nelle parole del prologo del Vangelo di Giovanni ".
Un prete cattolico sarebbe stato di guardia, in modo che i Fratelli potessero tenere le loro riunioni, e per proteggere la loro segretezza, chiesero l'assistenza alla comunità di preti cattolici prigionieri "con le loro preghiere ", che ricambiavano così il loro aiuto domenicale durante la messa.
Il 15 novembre del 1943, sette massoni belgi e combattenti della resistenza fondano la Loggia “Liberté Cherie”, il cui nome deriva da una delle ultime strofe de “La Marsigliese”, l’inno francese:
“Conduci, sostieni le nostre braccia vendicatrici. O Libertà, Libertà caraCombatti con i tuoi difensori!”
Nella prima tornata rituale viene iniziato il fratello Erauw, che sarà anche l’unico.
Luc Somerhausen descrive l’Iniziazione, come una semplice cerimonia.
"ha avuto luogo presso uno dei tavoli... con un rituale molto semplificato i cui singoli aspetti sono stati tuttavia spiegati all'iniziato; che d’ora in poi ha potuto partecipare  ai lavori della Loggia".
Dopo il primo incontro rituale, con l'ammissione del nuovo fratello, i successivi incontri furono preparati tematicamente.
Uno dedicato al simbolo del grande architetto dell'universo, un altro "il futuro del Belgio" ed ancora "La posizione delle donne nella massoneria".
Ecco chi erano i fratelli di questa straordinaria loggia:
Maestro Venerabile, Paul Hanson giudice di pace e membro della resistenza, fu poi spostato e morì sotto le macerie della sua prigione, durante un bombardamento aereo alleato su Essen, il 26 marzo 1944 .
Jean Sugg e Franz Rochat appartenevano alla "Loggia amici filantropici" (Les Amis Philanthropes, Lodge n°5 del Grande Oriente del Belgio).
Franz Rochat, un professore, farmacista e direttore di un importante laboratorio farmaceutico, nato il 10 marzo 1908 a Saint- Gilles. Era un lavoratore della stampa clandestina con la pubblicazione della resistenza "Voce dei Belgi ". È stato arrestato il 28 febbraio 1942, è arrivato a Untermassfeld ad aprile 1944 e vi morì il 6 aprile 1945.
Jean Sugg nasce l'8 settembre 1897 a Gand ed era di origine tedesca svizzera.
Ha collaborato con Franz Rochat, tradotto testi tedeschi e svizzeri e contribuito alle pubblicazioni clandestine, tra cui, La Libre Belgique, La Légion Noire, Le Petit Belge. Morì in campo di concentramento in data 8 febbraio 1945.
Amédée Miclotte era un insegnante di scuola superiore. Era nato il 20 dicembre 1902 a Lahamaide (Fr), e apparteneva alla Loggia "Unione et Progrès ".
E 'stato visto l'ultima volta in carcere, l'8 febbraio 1945.
Jean De Schrijver era un colonnello dell'esercito belga, nato il 23 agosto 1893 ad Aalst, Fratello della Loggia "La Liberté" di Ghent. Il 2 settembre 1943 è stato arrestato con l'accusa di spionaggio e possesso di armi, e morì nel febbraio del 1945.
Henri Story nato il 27 novembre 1897 a Ghent. Era un membro della Loggia "Le Septentrion" di Ghent. Morì il 5 dicembre 1944.
Luc Somerhausen, un giornalista, nato il 26 agosto 1903, in Hoeilaart. Fu arrestato il 28 maggio 1943 a Bruxelles. Egli apparteneva alla loggia "ACSO III" ed è stato Vice Segretario del Grande Oriente del Belgio (Grand Orient de Belgique).
Fernand Erauw, magistrato alla Corte dei Conti e Ufficiale di riserva della Fanteria, nacque il 29 gennaio 1914, in Wemmel. 
Fu arrestato il 4 agosto del 1942, come membro del "Secret Army".
Riuscì a fuggire ed è stato infine arrestato nel 1943.
Guy Hannecart (1903-1945) un avvocato e leader di "La Voix des Belges ". E 'stato anche membro della loggia "les Amis Philanthropes N°3"; la "Loggia Liberté Chérie" fermò i lavori dopo pochi mesi all'inizio del 1944.
I sopravvissuti Erauw e Somerhausen s’incontrarono di nuovo nel 1944 nel campo di concentramento di Oranienburg Sachsenhausen, e rimasero inseparabili da allora in poi. Nella primavera 1945 furono coinvolti nella "Marcia della Morte ", e anche se Erauw era alto 1.84 m, il 21 maggio 1945 nell’ospedale di Saint Pierre a Bruxelles pesava solo 32 kg.
Nell’agosto 1945 Luc Somerhausen inviò una relazione dettagliata al Gran Maestro del Grande Oriente del Belgio, in cui tracciò la storia della "Loggia Liberté Chérie ".
Luc Somerhausen morì nel 1982 all'età di 79. L' ultimo testimone, Fernand Erauw, è morto all'età di 83 anni, nel 1997.
Un monumento creato dall'architetto Jean de Salle, è stato dedicato alla Loggia da massoni belgi e tedeschi il 13 novembre 2004.
Ora è parte del sito memoriale del Campo di Esterwegen. 

                     Ricerca di Giancarlo Bertollini

Bibliografia:
Lavoro R.L. Archimede
Ruelland, Désaguliers - Liberté Chérie.
Une Loge dans l’univers concentrationnaire nazi- 10/04/2008.
C. Laporte -La lumière dans les ténèbres des camps - Libre.be 04/02/ 2005
Wikipedia alla voce Liberté Chérie (loge maçonnique). 


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