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lunedì 25 settembre 2023

Export vini in sofferenza

EXPORT ITALIANO: BRUTTO RISVEGLIO
I conti del primo semestre 2023

 

Calano i volumi (-1.4%), ma soprattutto si sgonfiano i valori, segno che i mercati hanno finito di assorbire tutto a ogni costo. Drastico calo degli Usa, accentuato nel secondo quarto dell’anno, che precipita ai livelli del 2020. Pesanti difficoltà per spumanti e vini rossi, i bianchi galleggiano


ITALIA E COMPETITORS: Della serie “poteva andare peggio”

STATI UNITI: Il destocking e il rientro a una dimensione più normale


LE ALTRE NOTIZIE


DEALCOLATI: INTERESSANTI PROSPETTIVE DI SVILUPPO
Spunti dall’evento UIV all’ultima edizione del Sana a Bologna

 

Come cambia il mercato USA
SUI VINI SCATTA IL DOWNGRADE DEI CONSUMI

Negli Usa, l’incertezza economica sta dando vita a una concreta tendenza al ribasso, dalla diminuzione della spesa per la singola bottiglia fino alla sostituzione del vino con bevande meno costose. Tra fine ottobre e inizio novembre arriveranno i dati relativi alla seconda fase dell’indagine, con i dettagli delle motivazioni alla base dei comportamenti dei consumatori

 

Il Tema dell'Anno - Cantine Sostenibili
BIO, SOSTENIBILE, ESG, GREEN: NECESSARIO FARE CHIAREZZA
Partendo dal suo ultimo libro “L’impatto zero non esiste”, Ada Rosa Balzan - docente ed esperta di sostenibilità - parla della confusione che ancora oggi accompagna la comunicazione della sostenibilità. Racconta il rating di sostenibilità per le piccole imprese promosso dalla Provincia di Trento e ammonisce il mondo del vino: “Si confonde ancora sostenibile e biologico limitando tutto al discorso ambientale senza considerare i tre pilastri della Esg”


Parla Igor Boccardo, Ad del polo vitivinicolo di Generali
LEONE ALATO: CON LA STORIA SCRIVIAMO IL NOSTRO FUTURO
Venti milioni di fatturato (40% dall’export), mille ettari vitati, sei aziende e un progetto di crescita impegnativo: il ramo vitivinicolo di Generali, con oltre 170 anni di storia alle spalle, punta alla crescita qualitativa e dimensionale anche con nuove acquisizioni. 


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mercoledì 9 dicembre 2015

Una cosa comunque è certa: Italians do it better.

spot ICE 90" Dir. CutDa domani sulle reti americane andrà in onda questo spot fatto per promuovere il nostro Made in Italy all'estero. È un piccolo film di 90 secondi. E sono felice di averne curato la regia.  Una cosa comunque è certa: Italians do it better.Produzione: Brand Cross srlAgenzia: Brand PortalRegia: Silvio MuccinoAttori: Leda Kreider, Aferdita Arapi, Tommaso Basili. Iacopo CarapelliFotografia: Renato AlfaranoMontaggio: Guido FonioMusica: Paolo IannacciEffetti digitali: PasteuPScenografia: Roberto Re
Posted by Silvio Muccino on Lunedì 7 dicembre 2015
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sabato 15 marzo 2014

OPPORTUNITÀ: EXPORT E PROMOZIONE !

Scadenza 17 marzo 2014
 
MACCHINE E APPARECCHI PER INDUSTRIE CHIMICHE, PETROLCHIMICHE E PETROLIFERE
Partecipazione collettiva ICE-Agenzia
Data iniziativa: 25 - 28 agosto 2014
Scadenza 21 marzo 2014
 
APPARECCHI MEDICALI, APPARECCHI DI PRECISIONE, STRUMENTI OTTICI, OROLOGI, BIOTECNOLOGIE...
MISSIONE OPERATORI E PRESENZA ISTITUZIONALE
Data iniziativa: 20 - 22 maggio 2014
Scadenza 21 marzo 2014
 
COSTRUZIONI, LOGISTICA...
Focus su infrastrutture e trasporti
Data iniziativa: 09 aprile 2014
Scadenza 21 marzo 2014
 
ALIMENTARI E BEVANDE, MACCHINE PER LA LAVORAZIONE DI PRODOTTI ALIMENTARI, BEVANDE E TABACCO
Novembre 2013 - Dicembre 2014
Data iniziativa: 19 novembre 2013 - 31 dicembre 2014
Scadenza 24 marzo 2014
 
ALIMENTARI E BEVANDE, PRODOTTI LATTIERO CASEARI...
Data iniziativa: 23 - 26 settembre 2014
Scadenza 24 marzo 2014
 
ALIMENTARI E BEVANDE, PRODOTTI LATTIERO CASEARI...
Data iniziativa: 29 settembre 2014 - 02 ottobre 2014
Scadenza 24 marzo 2014
 
CANTIERISTICA NAVALE, IMBARCAZIONI DA DIPORTO E SPORTIVE
Incoming operatori esteri, seminari, B2B e partecipazioni collettive a fiere
Data iniziativa: 01 aprile 2014 - 31 marzo 2016
Scadenza 30 marzo 2014
 
ALIMENTARI E BEVANDE, CARNE CONSERVATA E PRODOTTI A BASE DI CARNE...
Data iniziativa: 12 - 14 giugno 2014
Scadenza 31 marzo 2014
 
PLURISETTORIALE, PLURISETTORIALE, BENI A TECNOLOGIA AVANZATA
Fiera e conferenza Toronto
Data iniziativa: 09 - 10 aprile 2014
Scadenza 04 aprile 2014
 
MACCHINE AUTOMATICHE PER LA DOSATURA, LA CONFEZIONE E PER IMBALLAGGIO
COLLETTIVA ITALIANA
Data iniziativa: 02 - 05 novembre 2014
Scadenza 15 aprile 2014
 
COSTRUZIONI, MATERIALI DA COSTRUZIONE...
Data iniziativa: 20 - 23 ottobre 2014

martedì 26 novembre 2013

Import-Export - Produzioni e Dazi !

Chiedo Scusa ma invece dei Dazi sui prodotti orientali che, per mantenere competitività, porterebbero ad un peggioramento della qualità (se mai possibile peggiorarla ancora) non si potrebbe obbligare l'Importatore a far certificare in Qualità (ISO 9001 ecc.) Prodotti e Servizi da un Ente Certificatore Italiano sul Suolo Italiano. Si darebbe lavoro ai nostri Professionisti ed Enti, oltre che fermare l'importazione dei prodotti non certificati e molti sicuramente non supererebbero i controlli, particolarmente sulla sicurezza e l'inquinamento: 
Ricordo a Tutti, i costi che le nostre Aziende debbono, giustamente, sopportare per la Sicurezza sul Lavoro, per le, giuste, Certificazioni di Qualità, per le Normative sui Dipendenti, per i Contributi Previdenziali e quant'altro. Mancando la nostra Qualità e Sicurezza la concorrenza diviene sleale e la mia proposta di Certificazione in Italia per procedere alla distribuzione di un qualsiasi Prodotto/Servizio continuo a ritenerla corretta. 

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lunedì 22 luglio 2013

Import-Export - Produzioni e Dazi !

Chiedo Scusa ma invece dei Dazi sui prodotti orientali che, per mantenere competitività, porterebbero ad un peggioramento della qualità (se mai possibile peggiorarla ancora) non si potrebbe obbligare l'Importatore a far certificare in Qualità (ISO 9001 ecc.) Prodotti e Servizi da un Ente Certificatore Italiano sul Suolo Italiano. Si darebbe lavoro ai nostri Professionisti ed Enti, oltre che fermare l'importazione dei prodotti non certificati e molti sicuramente non supererebbero i controlli, particolarmente sulla sicurezza e l'inquinamento. 
Ricordo a Tutti, i costi che le nostre Aziende debbono, giustamente, sopportare per la Sicurezza sul Lavoro, per le, giuste, Certificazioni di Qualità, per le Normative sui Dipendenti, per i Contributi Previdenziali e quant'altro. Mancando la nostra Qualità e Sicurezza la concorrenza diviene sleale e la mia proposta di Certificazione in Italia per procedere alla distribuzione di un qualsiasi Prodotto/Servizio continuo a ritenerla corretta.

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mercoledì 6 febbraio 2013

Incentivi alle imprese sociali in Regione Lazio

Contributi alle cooperative e alle PMI sociali laziali per sostenere nuovi investimenti materiali e immateriali. Fonte PMI - qui l'articolo completo.

La Regione Lazio sostiene i progetti di investimento portati avanti dalle imprese sociali locali, sia cooperative sia PMI, grazie all'erogazione di incentivi subordinata alla presentazione di progetti di sviluppo.
Gli investimenti devono essere finalizzati al potenziamento dei servizi culturali, sociali, educativi, assistenziali, sanitari, formativi e occupazionali, in questo caso destinati ai soggetti più deboli. 

sabato 10 settembre 2011

Stati Generali del Commercio con l'Estero.

Roma, 9 set. - (Adnkronos) - "Oggi inizia un percorso tra imprese, istituzioni e Governo che ci portera' alla due giorni degli Stati generali del commercio con l'estero". Il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al commercio estero, Katia Polidori, presenta cosi' il team per il made in Italy.
"La squadra che ho scelto - commenta la Polidori - e' fatta di imprenditori amici che ogni giorno si confrontano con i veri problemi delle imprese. Ognuno di essi presiedera' i sei tavoli che dovranno alla fine redigere un panel con delle proposte". I nomi sono: Gian Luca Rana (agroalimentare), Luca Poncato (energia e ambiente), Roberto Snaidero (arredo e sistema casa), Simone Bettini (mobilita'), Maurizio Marinella (abbigliamento) e Rodolfo Ortolani (servizi).
Ad affiancare gli imprenditori ci saranno Confapi, Confindustria, Rete Italia, Confagricoltura e in piu' Unioncamere, Assocamerestero, insieme ai funzionari dello Sviluppo economico e degli Esteri, nonche' dell'ormai defunto Istituto per il Commercio Estero.
"E' il momento di agire - afferma il sottosegretario Polidori - sull'unica voce positiva della nostra economia, che da sola vale il 25% del Pil. Nel mese di luglio il valore complessivo delle nostre vendite all'estero ha toccato i 16 miliardi di euro. Un record - sottolina il sottosegretario - in quanto mai nella storia si era registrato un dato simile. Dietro questi tavoli, in corso da questa mattina, c'e' un'Italia che non si arrende e che chiede alla politica di fare il suo mestiere".
"Gli stati generali del commercio con l'estero non si facevano dal 2006. A testimonianza di quanto ci teniamo a questo progetto questo pomeriggio ci recheremo dal Premier Berlusconi perche' - dice la Polidori - ora tocca al Governo trovare le soluzioni e predisporre i 'binari' che aiutino le imprese a raggiungere i mercati piu' lontani".

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì 15 aprile 2011

ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE DEL VINO: NOTA DI CONGIUNTURA MONDIALE MARZO 2011

SOMMARIO: In base ai dati dell'OIV, presentati dal Direttore Generale dell'OIV Federico Castellucci,
il mercato mondiale del vino è tornato a crescere nel 2010. Il consumo si è stabilizzato dopo aver subito gli effetti della crisi economica tra il 2008 e il 2009, mentre le superfici vitate e la produzione di vino continuano a diminuire.
1. STIMA DEL POTENZIALE DELLA PRODUZIONE VINICOLA 2010
2. LA PRODUZIONE COMPLESSIVA DI VINO NEL 2010
3. IL CONSUMO COMPLESSIVO DI VINO NEL 2010
4. GRADO DI EQUILIBRIO DEL MERCATO DEI VINI NEL 2010
Riferimento temporale: aprile 2011
1. STIMA DEL POTENZIALE DELLA PRODUZIONE VINICOLA 2010
1.1 Nell'ambito dell'UE
L'evoluzione dei vigneti comunitari conosce il secondo anno dell'applicazione del nuovo regolamento comunitario. Questa organizzazione comune di mercato prevede che, a partire dalla campagna 2008/2009 e fino alla campagna 2010/11 inclusa, i viticoltori potranno beneficiare di un premio per abbandono definitivo, sulla base della sola volontà individuale dei richiedenti, ma nel quadro di un contingente di bilancio, permettendo così di estirpare, in 3 anni, 175 mha. Tale procedura, quindi, è stata adottata successivamente al raccolto 2008 e influenzerà nuovamente il potenziale di produzione 2010 dell'UE. L’istituzione di questa seconda campagna è stata accompagnata da un livello di indennità leggermente meno attraente di quello della precedente campagna, il che ha spinto i produttori degli Stati membri a chiedere di poter beneficiare di questa misura in proporzioni meno importanti, dal momento che, a livello comunitario, sono state presentate richieste di abbandono definitivo per 108 mha, contro i 160 mha della campagna precedente. Considerando il budget assegnato in questo secondo anno di applicazione della misura, il coefficiente di riduzione applicato a tali domande è stato del 50,1% (contro il 46,9% della campagna precedente), tanto che solo circa 54 mha sono stati dichiarati ammissibili al finanziamento comunitario.
In effetti, l’esame dell'evoluzione delle superfici coltivate nei principali paesi dell'UE mostra che la riduzione registrata è, come per l'anno precedente, leggermente superiore a quella indotta dall’applicazione di questa singola procedura. Il paese maggiormente interessato è ancora una volta la Spagna, dove la riduzione complessiva dei vigneti è di 31 mha (di cui 30 mha con premio comunitario), ovvero una diminuzione complessiva del 2,8 % sul 2009. I vigneti italiani hanno subito, a loro volta, una riduzione complessiva stimata a 14 mha (- 1,7%) di cui circa 11 mha attribuibili al premio UE. La Francia, che aveva visto avviarsi, prima dell’applicazione dell'attuale regolamento comunitario, una riduzione dei suoi vigneti grazie alla presenza dei premi previsti nel precedente regime comunitario, vede i suoi vigneti ridursi ulteriormente di 12 mha (di cui poco più di 7 mha con l’erogazione dei premi del nuovo regime di abbandono definitivo). I vigneti bulgari e ungheresi regrediscono di 2 mha, quelli di Portogallo e Grecia di 1 mha, gli altri vigneti comunitari rimangono, invece, pressoché stabili. Così, i vigneti dell'UE diminuirebbero di circa 64 mha, ovvero dell’1,7%, tra il 2009 e il 2010, dopo essersi ridotti di 93 mha tra il 2008 e il 2009. NB1: l'ultimo anno di avvio della misura dovrebbe comportare, tra il 2010 e il 2011, un'ulteriore riduzione dei vigneti dell'UE, sebbene di minore importanza, dato che il livello del premio rende la misura meno interessante.
1.2 Al di fuori dell’UE
Gli elementi d'informazione utilizzati per questa quantificazione sono specificati nella tabella sopraindicata. Queste informazioni mostrano che, complessivamente, i vigneti extracomunitari risultano praticamente stabili per il terzo anno consecutivo, malgrado i vigneti cileni continuino a crescere a un ritmo moderato. Infatti, i vigneti turchi e sudafricani continuano a diminuire. È soprattutto importante notare che, dopo quasi due decenni di crescita, il potenziale di produzione dell'Australia si riduce di 6 mha. Complessivamente quindi, nel 2010, al di fuori dell'UE, i vigneti raggiungerebbero (con una crescita stimata dei vigneti cinesi a 5 mha) 3920 mha, ossia una superficie uguale a quella del 2009 e del 2008. Pertanto, con queste evoluzioni particolarmente notevoli nell’UE, la superficie viticola mondiale totale (ossia incluso le superfici non ancora in produzione o non raccolte) diminuirebbe nuovamente tra il 2009 e il 2010 di 65 mha (- 0,9%) per attestarsi a circa 7550 mha.3
2. LA PRODUZIONE COMPLESSIVA DI VINO NEL 2010
Si tratta della produzione realizzata dall'uva raccolta nell'autunno 2010 nell'emisfero nord e nella primavera dello stesso anno nell'emisfero sud.
2.1 Nell'ambito dell'UE
La produzione 2010 è nuovamente da ascrivere, insieme a quelle 2007 e 2008, come una tra le più scarse produzioni di vino di questi ultimi quindici anni. La produzione 2010, in effetti, non raggiungerebbe nemmeno quella 2009 con, esclusi succhi e mosti, 152,9 Miohl per l’UE (contro 162,9 Miohl nel 2009). Rispetto alla produzione 2009, le evoluzioni quantitativamente sensibili si sono prevalentemente registrate in Germania, in Italia, in Austria e in Romania, rispetto ai loro precedenti livelli si produzione (rispettivamente -2,0, -2,6, -0,6 e -1,7 Miohl) mentre in Spagna e Francia, la riduzione è leggermente meno sensibile (rispettivamente -1,2 e -1,4 Miohl) rispetto però a produzioni alquanto modeste e poco notevoli, come in Italia, dovute alle estirpazioni avvenute di recente. Solo il Portogallo vede crescere la sua produzione di circa 0,9 Miohl.
2.2 Al di fuori dell'UE
Sull'insieme qui considerato, costituito dai principali paesi dell'emisfero sud, più USA e Svizzera, il livello di produzione (esclusi succhi e mosti) raggiunto nel 2010 dovrebbe registrare una moderata riduzione rispetto a quelli del 2009 e del 2008: 70,6 Miohl contro rispettivamente 71,8 e 72,1 Miohl. Tale evoluzione globale è il risultato di evoluzioni contrastanti:
…Gli USA registrerebbero una produzione di vini per il 2010, certamente in calo rispetto alla notevole produzione del 2009, ma ciò nonostante superiore a quella 2008 (19,6 Miohl esclusi succhi e mosti, contro 22 Miohl nel 2009 e 19,3 nel 2008).
…In America del Sud l’evoluzione 2010/2009 è molto contrastante e invertita rispetto a quanto registrato l'anno precedente: il Cile nel 2010 registra un calo nel raccolto dopo la produzione record del 2009, che aveva superato i 10 Miohl: 8,8 Miohl. Allo stesso tempo, l'Argentina vede la sua produzione ripartire fortemente al rialzo (16,3 Miohl nel 2010), rispetto alla modesta produzione vinificata del 2009 (12,1 Miohl), questo grazie all'effetto di una minore conservazione di mosti rispetto a quella abituale per questo livello di produzione complessiva di uva. Infine, solo il Brasile registra, per il secondo anno consecutivo, un calo della sua produzione vinificata, sapendo però che in questo paese è in corso una netta crescita tendenziale della produzione di succo d'uva.
…In Sudafrica è stato implementato un meccanismo simile a quello osservato in Argentina al fine di limitare il calo della produzione vinificata che, ciò nonostante, si riduce a circa 9,2 Miohl (10,0 Miohl nel 2009).
…Infine, sebbene le produzioni svizzera e neozelandese si contraggano leggermente rispetto al 2009 (dopo aver registrato per due anni di seguito un livello particolarmente alto in Nuova Zelanda), la produzione 2010 australiana registra un nuovo calo di circa 0,5 Miohl (11,2 Miohl), dopo quello 1,7 Miohl registrato tra il 2008 e il 2009.
Quindi, tenuto conto di un'ipotesi di variabilità di circa il 10% rispetto al livello di produzione di vino dell'anno 2009 raggiunta dai paesi per i quali non disponiamo d'informazioni per l'anno 2010, possiamo inquadrare la produzione mondiale di vino per il 2010 (esclusi succhi e mosti) tra i 256,3 e i 263,7 Miohl, ossia tra -5,5 e -2,8 % rispetto al 2009 (260 Miohl al centro della forchetta di stima: -11,2 Miohl / 2009). Si tratta quindi di una produzione di vino complessiva inferiore per quantità prodotta a quella 2001, 2003, 2007 e simile a quelle del 1998 e del 2002, e che può quindi essere qualificata come scarsa, se non addirittura molto modesta, in particolar modo nell'Unione Europea. NB2: questa valutazione del 2010 è stata realizzata stimando le evoluzioni tra 2009 e 2010 delle produzioni vinicole di paesi che rappresentavano nel 2009 l'87 % della produzione parziale mondiale.
3. IL CONSUMO COMPLESSIVO DI VINO NEL 2010
Influenzato soprattutto dalla crisi economica mondiale, il consumo complessivo nei primi quindici paesi dell'UE (tabella n. 6) aveva registrato, nel 2008 e 2009, una regressione particolarmente marcata che aveva già iniziato a manifestarsi a partire dalla seconda metà del 2008. L'anno 2010 sembra segnare una battuta di arresto di questa evoluzione che era tendenzialmente regressiva e che era accelerata dalla crisi. Pertanto, con l'eccezione della Spagna (-0,7 Miohl / 2009), i paesi tradizionalmente produttori e consumatori hanno praticamente visto il loro consumo per il 2010 stabilizzarsi sul livello del 2009. Anche il Regno Unito registra una ripresa della sua domanda (+0,5 Miohl/2009), mentre gli altri mercati strutturalmente importatori sono complessivamente stabili. A una prima stima, il consumo nei primi quindici paesi dell'UE si ridurrebbe di soli 0,2 Miohl nel 2010, attestandosi a 119,6 Miohl contro i 119,8 Miohl nel 2009, 125,7 nel 2008 e 128,3 Miohl nel 2007. 5 Per i paesi osservati l'influenza della crisi si è fatta comunque sentire, tranne che per un numero ristretto di paesi come la Svizzera, l'Australia o la Repubblica Ceca, tenendo però conto che in questi ultimi due paesi l'evoluzione recente della domanda presentava una progressione inter annuale particolarmente notevole. L'evoluzione 2010 conferma le evoluzioni tendenziali di questi tre paesi.
Negli USA (dopo che, ricordiamolo, hanno conosciuto un'evoluzione tendenziale al rialzo della domanda nordamericana che aveva portato gli Stati Uniti a divenire il secondo mercato interno nel 2007, ripresa che aveva costituito, prima della crisi e insieme a quella della Cina e della Russia, uno dei polmoni della crescita), nel 2010, si registrerebbe, a una prima analisi, una stabilizzazione della domanda (27,1 Miohl) approssimativamente al livello del 2009. Questa stabilizzazione è considerata dagli osservatori come preparatoria a una ripresa della crescita del consumo in termini di volume (ricordiamo che il consumo del 2008 rasentava i 28 Miohl). Sebbene il consumo neozelandese si mantenga su un livello elevato nel 2010 e quella del Cile si sia ripreso nettamente ritrovando il suo livello pre-crisi (+0,5 Miohl / 2009), questo avviene dopo due anni di domanda atona. Al contrario, l'Argentina continua a registrare una domanda tendente al ribasso (-0,06 Miohl / 2009). Queste evoluzioni ci portano, tenuto conto dell'utilizzo dello stesso metodo di stima utilizzato per la produzione di vino, a inquadrare il consumo mondiale di vino per il 2010 tra 230,4 e 242,1 Miohl, ossia 236,2 Miohl al centro della forchetta di stima: (-0,2 Miohl / 2009: 0,1%, il che, considerando il margine d'errore a livello di osservazione del consumo mondiale, non è significativo). Si tratta, pertanto, di una netta battuta di arresto del calo verificatosi dopo la crisi dalla quale ci si può ragionevolmente aspettare un segnale precursore di un ritorno alla tendenza precedente la crisi in termini di consumo mondiale, ovvero una crescita moderata abbastanza regolare. Speranza che si basa, anch’essa, sul ritorno a un'importante internazionalizzazione del mercato nel 2010 NB3: questa valutazione del 2010 è stata realizzata stimando le evoluzioni tra 2009 e 2010 dei consumi vinicoli di paesi che rappresentavano nel 2009 il 75% del consumo parziale mondiale. 6
4. GRADO DI EQUILIBRIO DEL MERCATO DEI VINI NEL 2010
Sebbene calcolato in modo sommario mediante la differenza tra la produzione e il consumo mondiale di vino, nel 2010 questo grado di equilibrio sarebbe compreso tra 14,2 e 33,3 Miohl, ossia 23,7 Miohl al centro della forchetta di stima (-32% / 2009), da comparare con 34,7 Miohl del 2009 e 22,9 e 16,8 Miohl rispettivamente nel 2008 e nel 2007. Nel 2010, quindi, l'effettiva debolezza della produzione mondiale a fronte di un livello di consumo mondiale certamente basso, ma che, rispetto all'anno scorso, non si è ulteriormente ridotto, porta a distendere globalmente il mercato mondiale. Nondimeno, i mercati dei brandy e degli impieghi industriali del vino dovrebbero riuscire ad approvvigionarsi senza ricorrere agli stock di alcol d'origine vitivinicola, il cui livello si era verosimilmente ridotto durante le due penultime campagne, ma che era riuscito a stabilizzarsi durante l'ultima. Questa situazione congiunturale, su un piano teorico, è normalmente propizia a una ripresa dei prezzi del mercato dei VDT senza indicazione geografica
5. GLI SCAMBI INTERNAZIONALI NEL 2010
Il mercato mondiale, qui considerato come la somma delle esportazioni di tutti i paesi (considerando che i paesi osservati rappresentano, complessivamente, il 94% degli scambi mondiali), raggiunge nel 2010 92,1 Miohl, ossia +6,7% / 2009, dopo aver subito nel 2009 la prima flessione degli scambi (-2,9 Miohl / 2008) dall'anno 2000. In prima analisi, però, questo movimento del volume non si accompagna sistematicamente a uno sviluppo di pari valore. In effetti, come indicato lo scorso anno, le imprese dei paesi esportatori avevano avuto, semplificando al massimo, due possibili atteggiamenti: tentare di mantenere i flussi e il livello della domanda riducendo i prezzi medi sui vini destinati alla distribuzione oppure mantenere i prezzi medi e rischiare di vedere ripercuotersi sui distributori una riduzione della domanda. L’anno scorso, alcuni paesi come l'Italia, l'Australia o il Cile, sembravano avessero scelto la prima soluzione, mentre al contrario, Spagna e Francia, avevano tentato di seguire la seconda. Il primo meccanismo d'adattamento si fonde con l'emergenza delle preoccupazioni ambientali, offrendo ai distributori, ugualmente coinvolti dalla crisi, l’opportunità di appropriarsi di una parte della creazione di valore cercando di imbottigliare i vini quanto più possibile vicino ai luoghi di consumo, e attribuendosene eventualmente, al passaggio, una parte del valore di immagine del prodotto.
Di conseguenza, la crisi ha certamente contribuito ad aumentare quella tendenza, già segnalata lo scorso anno, che vede una parte crescente degli scambi basarsi sui vini sfusi. Ciò prevede il rafforzamento della complessità degli scambi, dove la parte interessata dalle riesportazioni, in particolare nell'ambito di scambi trans-continentali, è in crescita. La riclassificazione degli scambi (nonché le difficoltà di un monitoraggio dettagliato degli scambi: confusione tra lo sfuso e il BIB, tra origine e provenienza...) è troppo recente per poter misurare il peso dei vari meccanismi d'adattamento suggeriti lo scorso anno e il loro carattere congiunturale o strutturale per il futuro degli scambi. 7 In prima analisi, tutti i principali paesi esportatori sembrano beneficiare, in misura diversa, di questa ripresa degli scambi ma forse maggiormente i paesi tradizionalmente produttori, considerati complessivamente, rispetto ai paesi dell'emisfero sud e degli USA, e questo per la prima volta in quindici anni, se non di più.
I paesi che hanno per volume resistito meglio alla crisi, tenuto conto del loro potenziale di esportazione, sono il Cile (+1,0 e +0,4 Miohl esportati rispettivamente tra 2008 e 2009 e tra 2009 e 2010), l'Italia (+1,7 e +1,4 Miohl esportati rispettivamente tra 2008 e 2009 e tra 2009 e 2010), la Nuova Zelanda (rispettivamente +0,2 e +0,3 Miohl) e, in misura minore, l'Australia (+0,7 e +0,25) e la Germania (stesso volume e +0,3 Miohl). I paesi che, complessivamente, hanno quasi recuperato le loro perdite nel 2010 sono la Spagna (-2,3 poi +2,3 Miohl) e in misura minore la Francia (-1,1 poi +0,9 Miohl). Complessivamente, gli altri paesi escono da questi due anni registrando ancora un calo in termini di volume esportato, in particolare l'Argentina e gli USA. Tuttavia, al fine di determinare con esattezza i paesi o gli attori che avranno scelto la strategia vincente nel medio termine, occorre consolidare un'analisi precisa e più complessa delle evoluzioni in termini di valore per questo periodo.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

sabato 26 marzo 2011

Calano ancora i consumi di vino in Italia: un studio di Vinexpo Iwsr

Interessanti risultati di uno studio sul mercato del vino e degli alcolici e sulle prospettive in vista del 2014 condotto dal salone Vinexpo che creato nel 1981 per iniziativa della Camera di Commercio e dell'Industria di Bordeaux, si è affermato di edizione in edizione (intelligentemente biennale) come il più grande salone professionale a livello mondiale per gli operatori del settore dei vini e degli alcolici.
Nel 2011, Vinexpo festeggia dunque I suoi primi 30 anni, fatti di successi, innovazione, adeguamento alle necessità di sviluppo internazionale degli attori del settore del vino e degli alcolici.
Lo studio ha analizzato trend e prospettive internazionali, ma ha riservato un occhio di riguardo anche all'Italia del vino, di cui ha fornito le seguenti coordinate:
2° produttore di uva da vino; (o primo ?)
1° consumatore mondiale di vini fermi in termini di volume (5° in termini di valore);
5° consumatore mondiale di vini frizzanti;
6° mercato mondiale in termini di consumo di vini commercializzati a più di 10 dollari (7,19€) la bottiglia;
1° mercato mondiale per il consumo di vini commercializzati a meno di 5 USD (3,59 €) la bottiglia;
1° esportatore mondiale di vino in termini di volume e secondo in termini di valore.
La notizia è che dopo aver stabilito un record nel 2007, il consumo di vino in Italia segna il passo.
Il consumo italiano di vino ha raggiunto i 308 milioni di casse da 9 litri nel 2010, registrando una diminuzione dello 0,3% rispetto al 2009 e di circa l'1% rispetto al record di consumo (311,378 milioni di casse) registrato secondo lo studio VINEXPO / the iwsr nel 2007.
Tuttavia, nel 2010 l'Italia ha confermato il suo posizionamento di primo paese consumatore mondiale di vino. Fra il 2010 e il 2014 lo studio VINEXPO prevede che il consumo degli italiani dovrebbe stabilizzarsi (-0,6 %) e che a partire dal 2012 l'Italia dovrebbe perdere la sua leadership mondiale a vantaggio degli Stati Uniti.
Molto meglio, mentre i consumi interni calano, vanno le cose per le esportazioni di vini italiani, che hanno raggiunto i 212,3 milioni di casse da 9 litri nel 2009, segnando un aumento del 31,5 % rispetto al 2005 e confermando i produttori italiani come i primi esportatori mondiali in termini di volume davanti a Spagna e Francia.
Nello stesso periodo le esportazioni verso la Germania (primo mercato d'esportazione per i vini italiani), il Regno Unito (secondo mercato) e gli Stati Uniti (terzo mercato) sono aumentate sensibilmente. Esse hanno registrato netti aumenti in Canada e nei Paesi Bassi ma anche in Asia e in modo particolare in Cina.
C'è un aspetto da considerare però, ovvero che se i vini italiani restano i più esportati nel Mondo in termini di volume, la Francia si conferma quale primo paese esportatore per valore (7,69 miliardi di euro realizzati nel 2009 dalle esportazioni di vini francesi contro i 4,41 miliardi di euro realizzati dai vini italiani).
L'Italia si conferma poi quale il primo mercato mondiale per il consumo di vini commercializzati a meno di 5 USD (3,59 €) la bottiglia ma solo l'8° mercato per i vini venduti fra i 5 USD ( 3,59 € ) e 10 USD (7,19 € ) e il 6° per quelli venduti a più di 10 USD (7,19 €) la bottiglia.
Lo studio VINEXPO/the iwsr prevede tuttavia che fra il 2009 e il 2014 i volumi consumati a meno di 5 USD la bottiglia dovrebbero retrocedere (-2,7 %) mentre quelli che si collocano fra i 5 USD e i 10 USD dovrebbero conoscere un incremento (+ 10,5 %) di consumo.
Già finita la moda dei rosati?
Un altro elemento molto interessante lo studio di Vinexpo mette in rilievo: una sorta di ristagno, se non una fine della "moda" dei vini rosati che si era evidenziata negli anni scorsi: nel 2010 Il consumo di vini rosati ha rappresentato solo 4,1 milioni di casse da 9 litri, pari all'1,3 % del consumo di vini fermi mentre a livello mondiale esso rappresenta circa il 10 % dei consumi. Questa tipologia di consumo è inoltre in ribasso (- 8,5% rispetto al 2005) mentre registra una forte crescita a livello mondiale. In Italia, terra di rosati, il consumo di vini fermi si ripartisce fra i vini rossi (50,2 % del consumo) e i vini bianchi (48,5%).
Franco Ziliani

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lunedì 29 novembre 2010

Esportazioni di Vino Italiano - Aggiornamento agosto 2010

I volumi hanno ripreso la crescita e siamo ora a 20.3 milioni di ettolitri su base annua e 1.4m per il mese di agosto. La parte volatile dei volumi restano i vini sfusi, che nel mese sono cresciuti del 25% e che restano poco sotto 6.6 milioni di ettolitri annui. Prosegue anche la ripresa degli spumanti che macinano sui volumi record mese dopo mese. Siamo ora a 1.75 milioni di ettolitri annui a 2.36 euro al litro: al precedente picco di meta’ 2009 eravamo arrivati a 1.5 milioni di ettolitri a 2.90 euro al litro. La qualita’ media del prodotto esportato e’ cambiata, presumibilmente trainata dalle categorie di spumante piu’ a buon mercato (Asti e, per certi versi, Prosecco).
Riusciremo a sostenere il ritmo? La rivalutazione dell’euro potrebbe leggermente minare l’andamento dei prossimi mesi (vi ricordo che il dollaro medio del terzo trimestre 2010 era intorno a 1.29 mentre oggi sta intorno a 1.36-1.37). La sensazione diffusa e’ che ci sia un livello di circa 1.40 che e’ un po’ un confine oltre il quale cominciano i problemi per gli esportatori europei. Di sicuro le esportazioni di vino imbottigliato verso gli USA si stanno riprendendo e stanno accelerando: siamo ora a +5% sui 12 mesi contro il +7% della categoria. Cioe’ ci sono 2 punti percentuali di differenza. A fine 2009 i dati erano molto diversi: l’export USA era sotto del 9% rispetto a un calo del 3.5% della categoria dei vini imbottigliati.
Se gli USA stanno accelerando, la Germania sta decelerando, perlomeno sui vini fermi. Le esportazioni di vino imbottigliato sono a +3% nei 12 mesi ma negli ultimi 6 mesi ben 4 hanno segnato un valore negativo (-4% ad agosto). Lo stesso accade sui vini sfusi, dove il ritmo sui 12 mesi oggi segna un -9% (agosto stabile) rispetto a un livello piu’ o meno stabile di inizio anno. Nel segmento dei vini spumanti invece sta succedendo il contrario e ad agosto 2010 il valore delle esportazioni cresce del 20%, quello degli ultimi 12 mesi del 18%. Un rimbalzo essenzialmente spinto dai volumi.

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giovedì 11 novembre 2010

IL VINO TIRA LA RIPRESA

ASSOENOLOGI: SUPERATA LA CRISI, +7% DEL VALORE DELL'EXPORT IN 7 MESI
Il vino italiano sta uscendo dalla crisi e le esportazioni nei primi sette mesi hanno registrato una crescita del 4% in volume e del 6,9% in valore, conquistando anche i consumatori asiatici, con una crescita di volumi del 74% e del 60% sui mercati dell'Estremo Oriente. Così il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli, commenta le conclusioni dell'Ufficio Studi dell'associazione sui dati dell'export a luglio dell'Istat, sottolineando come «la crisi economica sembra essere ormai alle spalle» e come l'export sia diventata l'ancora di salvezza a consumi interni che invece perdono progressivamente smalto.
Dopo aver accusato il colpo di una redditività in calo nel 2009 (-6,5% in valore) il vino italiano - spiega Martelli - rialza la testa al traino soprattutto della domanda boom per le bollicine italiane: da gennaio a luglio lo spumante ha segnato un +21% nei volumi e +10,3% in valore. Mentre il vino imbottigliato ha riportato +4% in volume e +8,4% in valore e quello sfuso consegne stabili ma una forte contrazione dei valori (-9,3%).
La domanda - prosegue Assoenologi - è stabile nell'Unione Europea, che detiene una quota prossima al 54% dell'intero export, mentre sono in forte ripresa i Paesi Terzi che assorbono il rimanente 46%. Oltre all'Estremo Oriente il vino italiano sbanca in Nord America (+12,3% in valore e +9,2% in valore), nei Paesi extra Ue (+14% in valore e +5% in volume) e in Sudamerica (+54% in volume e +47% in valore), Brasile in testa (+72%).
I mercati esteri sono riusciti nel periodo considerato ad assorbire 450 mila ettolitri in più rispetto al 2009, offrendo una valvola di sfogo a un mercato interno saturo. Secondo Assoenologi nel 2015 i consumi interni scenderanno sotto la soglia dei 40 litri pro capite, con un calo di circa il 70% rispetto agli anni '70.
Le frequenti piogge che hanno caratterizzato settembre e ottobre hanno tolto la lode a una vendemmia complessivamente più che buona, come sottolinea Assoenologi. «L'andamento climatico degli ultimi due mesi - sottolinea Martelli - non ha portato ai livelli qualitativi auspicati a fine agosto». La quantità si conferma a 45,5 milioni di ettolitri di vino e mosti, praticamente uguale a quella del 2009 (45.800.000). Il Veneto (8.180.000 ettolitri) resta, per il quarto anno consecutivo, la regione italiana più produttiva. Si registra un aumento della produzione di tutte le regioni, fatta eccezione per la Toscana (-10%), l'Emilia Romagna (-5%), la Sardegna (-15%), il Friuli Venezia Giulia (-5%), il Trentino Alto Adige (-10%) e la Sicilia che segna un tonfo del 30% accusando, oltre a un calo fisiologico, l'abbandono attraverso i contributi comunitari di oltre 2.000 ettari di superficie vitata e la 'vendemmia verde' prevista dalle norme comunitarie (distruzione o eliminazione dei grappoli non ancora giunti a maturazione, in modo da azzerare la resa dell'unità vitata) che ha riguardato circa 9.100 ettari di vigneto.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

giovedì 29 luglio 2010

IL VINO ITALIANO MOTORE DELLA RIPRESA

Il vino sarà il motore dell'export italiano.
Un interessante studio di BMPS
Il vino italiano sarà fra i motori della ripresa dell'export nazionale: lo afferma uno studio condotto dall'Area Research di Banca Mps, secondo cui il 2010 si è aperto con "il ritorno di un cauto ottimismo" sui mercati, grazie a una crescita delle esportazioni del vino made in Italy di oltre l'8% sia in termini di volume che di valore. A far segnare l'incremento più forte sono stati i paesi non europei (+16,4%), a fronte di un recupero più contenuto della Ue (+2,4%). Spicca il balzo della Cina, con un incremento in valore di oltre il 70%, come conseguenza del crescente ruolo del vino nella cultura alimentare cinese. In Asia il consumo del vino aumenta ad una velocità pari a 4 volte quella media mondiale, e tra il 2009 e il 2013 è prevista una crescita del 25%. "Fare sistema - afferma Bmps - mettersi insieme, attraverso ad esempio il modello delle reti di impresa, per affrontare i mercati, anche più lontani che presentano crescenti potenzialità di crescita, appare una delle opzioni più interessanti per le imprese". In Italia il settore vitivinicolo fattura 13,5 miliardi di euro all'anno, di cui 3,5 mld di export (la prima voce dell'export alimentare italiano), a cui si aggiungono circa 2 mld di indotto. (fonte Il Giornale)

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