venerdì 10 maggio 2013

Angelo Gaja: il vino italiano ha attraversato l’inferno

Angelo Gaja
Daniela Ameri, direttrice della rivista on line AltraEtà (www.altraeta.it) mi ha chiesto un commento sull'intervento di Angelo Gaja all'ultimo Vinitaly. Intervento centrato sull'evoluzione del vino italiano degli ultimi 40 anni e sulle ragioni del successo, mondiale, d’oggidì. Ecco cosa mi ha suggerito l’ascolto:
Ho sorriso all’ascolto dell’intervento di Angelo Gaja durante l’ultimo Vinitaly.
Sorriso - voglio precisare - nel passaggio in cui cita, tra i personaggi fondamentali del rinascimento del vino italiano, Paolo Desana e Luigi Veronelli.
Il senatore Desana, in quanto promotore e firmatario della legge sulle denominazioni d’origine (1963) e presidente del comitato nazionale di tutela, perché “per 20 anni ha difeso a spada tratta la legge ed è stato osteggiato duramente; osteggiato perché significava introdurre delle regole, dei controlli per avere una qualità migliore; e anche dai produttori che ritenevano non bastasse la legge per fare qualità”.
Veronelli, padre della cultura gastronomica e materiale italiana, perché “ha avuto un’influenza molto forte, ha chiesto abbassamento delle rese e ha spronato i produttori: se volete produrre vini migliori abbassate le rese, e poi fate magari anche i vini di vigneto”... 

Fonte: Casa Veronelli - di Gian Arturo Rota

www.studiostampa.com

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